Onorato Bucci - Pierantonio Piatti
STORIA DEI CONCÌLI ECUMENICI
Città Nuova.
La recensione
I Concili ecumenici, «motori drammatici» nella vita della Chiesa
di Francesco Pistoia
Onorato Bucci e Pierantonio Piatti, membri del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, prendono le mosse da una «bella intuizione» di Giovanni XXIII («La Chiesa non è un museo da custodire ma un giardino da coltivare»): la Chiesa è non solo istituzione ma dynamis, processo vitale.
Il lettore viene immerso nella temperie culturale di contesti storici densi e spesso difficili: autori e spettatori leggono la storia senza pregiudizi e con animo aperto e proteso alla verità.
Il libro è una lezione di storia, uno strumento di educazione alla ricerca storica: un'opera concepita con chiaro intento didattico, rivolta essenzialmente ai giovani, utile a tutti.
Una buona occasione per riflettere su tanti aspetti della Chiesa, sulla dottrina, la spiritualità, la struttura giuridica, sui rapporti della Chiesa col mondo.
Un esempio: il Vaticano I, uno dei concili più drammatici, non ben compreso nella sua essenza, storiograficamente piuttosto maltrattato.
Non lo si può capire se non volgendo la dovuta attenzione alle circostanze storiche, al predominio ideologico e culturale esercitato da razionalismo, positivismo, materialismo, panteismo, ateismo, alle pressioni di potenti gruppi massonici (da ricordare un anticoncilio promosso dalla massoneria a Napoli) e di svariati gruppi di potere segreti e palesi. Il Vaticano I, fortemente partecipato, mira al rafforzamento dell'unità interna della Chiesa, contro il dilagare di correnti anticlericali esasperate; ribadisce «l'importanza dell'armonia tra fede e ragione e degli spazi di ragionevolezza della fede»; riafferma «chiaramente la distinzione e la trascendenza di Dio rispetto all'uomo»; pone l'accento sulla vocazione missionaria della Chiesa.
I due saggi introduttivi, quello di Nelson Hubert Minnich («Cos'è un concilio ecumenico?») e quello di Bucci («Primato del vescovo di Roma e attività conciliale»), e la prefazione di Enrico Dal Covolo costituiscono una guida attenta alla lettura dell'opera. Minnich,
in particolare, risalendo al teologo Bellarmino e al canonista Giacobazzi, richiamando il discorso del Brandmueller («Cosa si intende per concilio ecumenico?»), dà indicazioni puntuali sulla storia dei concili e avvia alla lettura del Vaticano II, che non segna una rottura («Lo stesso Alberigo preferiva la formula "transizione epocale"», in virtù della quale lo studioso bolognese non è «al di fuori della tradizione cattolica»).
La «complessa» eredità del Vaticano II è ancora in buona parte da esplorare, «a partire dai documenti conciliari nella continuità con la tradizione bimillenaria della Chiesa».
Questa Storia aiuta a capire tale tradizione.
A capire che i concili sono il processo attraverso cui i cristiani diventano sempre più consapevoli della loro identità e della loro vocazione.
Avvenire 11 febbraio 2014, pagina 21
Il Concilio Tridentino mi emoziona ancora....solo a sentirne parlare mi pervade un senso di benessere e di come dovrebbe essere ancora oggi la Chiesa Cattolica!....non a caso ne fu il promotore il Santo Papa Pio V! Che bellezza!
RispondiEliminaBeati voi che credete ancora ai concili...scusate ma l'infallibilità pontificia perdura ancora in papa Benedetto e se no quando l'ha persa? Mentre sorvolava con l'elicottero San Giovanni in Laterano? Domande senza risposte, forse è meglio così perchè i papai negli ukltimi cinquant'anni han bruciato quel che prima adoravano e adorato quel che prima bruciavano. ecco dove porta l'assolutismo papale! Del resto fu Urbano VIII a dire che un decreto di un papa vivo valeva più di quelli di cento papi morti!
RispondiEliminaIo credo fermamente nel Tridentino perché ha stabilito una volta per tutte e perennemente i capisaldi della VERA Religione Cattolica! Tutto ciò che è aderente al Tridentino è sicuramente Cattolico e questo mi da una felicità ed una sicurezza infinite!
EliminaChe San Pio V dall'alto della Sua Cattolicità purissima e cristallina ci protegga tutti in questo momento difficile per la Chiesa Cattolica......
RispondiEliminaAncora col mantra dell'ermeneutica della continuità! Una petizione di principio, un'araba fenice: si dimostri la continuità con la Tradizione di certi documenti conciliari o parti d'essi. Giocare all'apriti sesamo è facile, argomentar teologicamente con precisi riscontri no.
RispondiEliminaNon si capisce come mai, visto che per alcuni non è cambiato nulla, questi stessi perdano il senno appena si accenna a qualcosa di "preconciliare".
RispondiEliminaSe tutto è com'era prima, perché non si può celebrare la Messa tridentina? Perché nessuno parla più del Sillabo? perché il Papa ha deposto la tiara? perché i preti si travestono da laici? perché le suore rimangono incinte? perché si commissariano i Frati dell'Immacolata? Perché le chiese, i conventi e i seminari sono vuoti?
Non prendiamoci in giro, per favore!!