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Grazie al Maestro Aurelio Porfiri  per questa bella descizione della storia del meraviglioso Adeste fideles. Luigi C. 19-12-24 Ho più volte ...

sabato 11 gennaio 2014

Monsignori “moderni” e il giudizio della Storia !

Da diversi decenni il titolo di  “Monsignore” fa rima con “modernità” , “innovazione” ed altri sostantivi, al passo con i tempi, che non stiamo qui ad elencare. 
Difatti la notizia che : “La Segreteria di Stato ha stabilito che d'ora in poi l'unico titolo onorifico di 'monsignore' sara' quello di 'Cappellano di sua Santita'' e sara' attribuito a sacerdoti oltre i 65 anni di eta' e non piu', come in passato, dai 35 è stata completamente ignorata dagli ambienti “ tradizionali”. 
Roba loro” ha commentato un giovane prete : “ quanto mai un Sacerdote dell’Istituto del Buon Pastore, della Fraternità San Pietro o di Istituti simili ha mai sognato di poter ricevere il titolo di monsignore ? Scegliendo la “ via della tradizione” noi preti sappiamo che corriamo il rischio di mangiare un giorno si e un giorno no. Per fortuna abbiamo spesso la carità dei genitori e dei fratelli ! 
Altro che monsignorato ! 
I primi – e gli unici- a lamentarsi dei provvedimenti di Papa Francesco saranno i preti NON tradizionali che da decenni si sono spartiti titoli onorifici e incarichi “ pastorali” fin troppo remunerati ”. 
Altra cosa sono i titoli legati agli antichi Capitoli contro i quali la scure modernista è stata particolarmente attiva specie negli anni ’70 con l'intento di " liberare " i Vescovi dall'odiato " audito Capitulo ". 
I Capitoli fanno parte della storia delle chiese e delle comunità locali. 
Volete eliminare il Capitolo della nostra Cattedrale?” chiese un coraggioso Sindaco al super moderno Vescovo che voleva  farsi esecutore del Concilio Vaticano II. 
Allora Eccellenza il Comune destinerà alle opere sociali comunali il contributo destinato da secoli per il Capitolo  ”. 
E il Capitolo fu salvo ( per poi perire di morte naturale a causa della mancanza di vocazioni ) ...
Poichè i Sacerdoti dei centri liturgici “ tradizionali “ , in Italia e all’estero, sono baciati in ogni istante da “ Madonna Povertà ” non hanno tempo di occuparsi di monsignorati o di esser membri di commissioni ...  presi come sono di correre da una chiesa all'altra ...
Il contatto intimo del Consacrato con Gesù Eucaristia nell'antico e venerabile rito della Messa, che esclude ogni forma di esibizione mondana e mondanizzante avendo rivestito appieno il "ruolo" dell'alter Christus , è stato sottolineato nell'Omelia che Papa Francesco Papa oggi ha dedicato al Sacerdozio : “ Noi siamo unti dallo Spirito e quando un sacerdote si allontana da Gesù Cristo può perdere l’unzione.    ...
Quelli che mettono la loro forza nelle cose artificiali, nelle vanità, in un atteggiamento … in un linguaggio lezioso … Ma, quante volte si sente dire con dolore: ‘Ma, questo è un prete-farfalla!’, perché sempre è nelle vanità …  Questo non ha il rapporto con Gesù Cristo! Ha perso l’unzione: è un untuoso”. 
Il Papa ha poi aggiunto : “Noi sacerdoti abbiamo tanti limiti: siamo peccatori, tutti. Ma se andiamo da Gesù Cristo, se cerchiamo il Signore nella preghiera – la preghiera di intercessione, la preghiera di adorazione – siamo buoni sacerdoti, benché siamo peccatori. Ma se ci allontaniamo da Gesù Cristo, dobbiamo compensare questo con altri atteggiamenti … mondani. E così, tutte queste figure … anche il prete-affarista, il prete-imprenditore … Ma il prete che adora Gesù Cristo, il prete che parla con Gesù Cristo, il prete che cerca Gesù Cristo e che si lascia cercare da Gesù Cristo: questo è il centro della nostra vita. Se non c’è questo, perdiamo tutto. E cosa daremo alla gente?”.
Benedetto XVI in una delle  Omelie più toccanti ha magnificato l'importanza dell'adorazione a Gesù che l'antico rito "gregoriano", che Egli volle ridonare alla Chiesa attraverso il Motu Proprio "Summorum Pontificum", esalta in modo mirabile : " La parola greca suona proskynesis. 
Essa significa il gesto della sottomissione, il riconoscimento di Dio come nostra vera misura, la cui norma accettiamo di seguire. 
Significa che libertà non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misura della verità e del bene, per diventare in tal modo noi stessi veri e buoni. 
Questo gesto è necessario, anche se la nostra brama di libertà in un primo momento resiste a questa prospettiva. 
Il farla completamente nostra sarà possibile soltanto nel secondo passo che l'Ultima Cena ci dischiude. La parola latina per adorazione è ad-oratio - contatto bocca a bocca, bacio, abbraccio e quindi in fondo amore. 
La sottomissione diventa unione, perché colui al quale ci sottomettiamo è Amore. 
Così sottomissione acquista un senso, perché non ci impone cose estranee, ma ci libera in funzione della più intima verità del nostro essere."
 
La Tradizione è l'unico baluardo contro il processo di mondanizzazione della fede perseguito, in un terribile crescendo, dalle organizzazioni illuministe nemiche di Cristo e della Sua unica Chiesa , difatti  “ ... dietro a tutto questo sembra d'intravedere molto più di una moda, direi quasi un progetto ideato ad alti livelli per trasformare le "vecchie" confessioni cristiane in una pappetta dolciastra, vaga e umanistica, in modo da renderle intercambiabili e assimilabili tra loro. Questo spiegherebbe la presenza di clero "piacione" (fin nei più alti livelli) ma dogmaticamente e spiritualmente inconsistente! 
Quei pochi che non sono d'accordo, preferendo rimanere nella Tradizione istituita dagli Apostoli e nell'insegnamento di Cristo, non sono che spregevoli "tradizionalisti" che non amano l'umanità. 
Un vecchio banale copione, uno slogan logoro che si diffonde roboticamente in ogni zona della vecchia Europa...” ( L'ultima frase è tratta al blog Traditio Liturgica )

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