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mercoledì 15 gennaio 2014

Il ministero dei Santi Angeli nella Comunione dei Santi

La Roma eterna

Nostra sintesi degli scritti di Mons. Piolanti 



Gli Angeli compagni insostituibili dell’uomo 
La solennità di tutti i Santi s’apre coll’antifona al Magnificat dei Primi Vespri e, prima ancora di glorificare i Patriarchi e i Profeti, gli Apostoli e i Martiri, gli Anacoreti e i Confessori, la Chiesa chiede l’intercessione di tutti gli Angeli Santi: “Angeli, Archangeli, Troni et Dominationes, Principatus et Potestates, Virtutes caelorum, Cherubim atque Serafim…intercedite pro nobis”. La festa della Comunione dei Santi - quanto poco vi si pensa in questi tempi in cui il razionalismo ammorba tanto la fede quanto la pietà - rimanda ad una grande verità di nostra santa Religione : la vita della Chiesa e gli scambi fondati sulla carità tra il Cielo, la Terra e il Purgatorio, ma lo stesso ordine naturale del creato, non potrebbero andare avanti senza l’aiuto degli Angeli. Senza di essi l’edificazione del Corpo Mistico si bloccherebbe quasi come la costruzione d’un palazzo non potrebbe procedere senza supervisori al servizio dell’Architetto autore del progetto, senza messaggeri d’ordini che facciano l’andirivieni fra i diversi piani, senza esperti con maggior scienza che istruiscano il manovale ignaro. E’ quasi una necessità; non che Dio abbia strettamente bisogno di essi, ma l’ordine dell’insieme in quanto opera d’infinita saggezza quasi lo esige. Per San Tommaso tanto sono legati il mondo materiale e quello spirituale, tanto sono complementari che egli propende addirittura per la tesi teologica per cui la creazione dei due mondi - quello angelico e quello materiale - sia simultanea e ciò perché in certo modo sono fatti l’uno per l’altro; essendo parti complementari dell’unico universo uscito dalle mani di Dio e che a Lui ritorna c’è una certa convenienza a che insieme siano venuti all’esistenza[1]. Offriremo dunque qualche spunto alla riflessione sull’importanza del ministero degli angeli, seguendo anche lo spirito di Mons. Antonio Piolanti[2], il quale sempre privilegiava la visione d’insieme dei misteri divini: come l’Aquinate non vuol mai parlare degli Angeli quasi fossero un universo chiuso ed autonomo, così il Maestro della Scuola Romana invitava spessissimo a leggere la storia della salvezza sotto l’occhio della Comunione dei Santi, Santi Angeli compresi. Ed è così d’altronde - in una visione d’insieme, come lascia intendere il citato maestro - che lo sforzo teologico può liberarsi dalle catene del mero esercizio accademico, che rischierebbe di ridurlo talvolta a piacere naturale per le intelligenze più acute, tarpando piuttosto le ali alla vera assimilazione del mistero finalizzata al bene dell’anima.

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