Lo strappo di Friburgo ed il silenzio di Roma
di M. Faverzani, da Corrispondenza Romana del 10.10.2013
Nella prima parte della sua opera Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, il
Prof. Plinio Corrêa de Oliveira al cap. VI, analizzando la strategia
rivoluzionaria, evidenzia come «i movimenti più veloci» non siano
inutili: «L’esplosione di questi estremismi – scrive – alza una
bandiera, crea un punto di attrazione fisso che affascina per il suo
stesso radicalismo i moderati, e verso cui questi cominciano lentamente
ad incamminarsi». Così, «il fallimento degli estremisti è soltanto
apparente».
V’è il rischio che quanto descritto ben si attagli a quel che è capitato nelle scorse ore nell’Arcidiocesi di Friburgo
con la diffusione di un documento dell’Ufficio per la Pastorale
Familiare per la riammissione ai Sacramenti dei cattolici divorziati e
risposati, nonché per un loro coinvolgimento negli organismi ecclesiali,
documento rilanciato prima dal giornale tedesco “Der Spiegel”, poi
ovviamente dai media di tutto il mondo, che lo hanno presentato come uno
“strappo” o una “rivoluzione”.
In tale documento si suggeriscono percorsi di «accompagnamento spirituale» per divorziati e risposati,
senza escludere una forma di “riconciliazione” con la Chiesa, la
possibilità di tornare a ricevere la S.Comunione e addirittura
l’eventualità di celebrare un “piccolo rito in chiesa”, che in qualche
modo legittimi e “benedica” le seconde nozze. Una «porta aperta a chi
abbia alle spalle un matrimonio fallito, ricominciato un’altra vita
sentimentale» e voglia «restar parte della comunità dei fedeli», come
dichiarato alla stampa dal decano della Cattedrale di Friburgo, Andreas
Möhrle.
Dimenticando come il Catechismo della Chiesa Cattolica dica un’altra cosa, definendo il divorzio
«una grave offesa alla legge naturale» e precisando come «il coniuge
risposato» si trovi «in una condizione di adulterio pubblico e
permanente» (n. 2384). Padre Federico Lombardi, portavoce della sala
stampa vaticana, ha specificato non trattarsi di una «fuga in avanti»,
né di «espressione dell’autorità diocesana». Tuttavia, è pur vero che la
notizia non ha finora provocato alcuna presa di distanza seria e decisa
da parte di chi di dovere. Né formalmente da parte del Vescovo, Mons.
Robert Zöllisch, che è dimissionario per raggiunti limiti di età, ma che
è anche Presidente uscente della Conferenza Episcopale Tedesca, pure
non pronunciatasi, benché della questione si sia occupata nell’ultima
assemblea plenaria.
Né dal Vaticano. Né tanto meno da Pietro: non si è sentita al momento in modo chiaro la voce del Magistero.
Col rischio che, nell’immaginario collettivo, finisca per prevalere il
pericoloso principio del “silenzio/assenso” con un possibile
effetto-domino dalle imprevedibili conseguenze. Roma locuta, causa
finita. Ma se Roma non parla, tutto pare ammesso. Anzi, di questo tema e
con queste premesse dovrebbe occuparsi in una prossima seduta, forse ai
primi di dicembre, il Consiglio dei Cardinali, l’organismo voluto dal
Pontefice, per aiutarlo nel governo e nella riforma della Chiesa. E poi
ancora la prossima assemblea generale del Sinodo, su esplicita richiesta
di Papa Francesco.
Ciò ch’è stato definito da Padre Lombardi un modo per
incoraggiare la «partecipazione responsabile dell’episcopato delle
diverse parti del mondo» per «orientamenti pastorali comuni».
Che decisioni, su punti così importanti e delicati quale la pastorale
familiare, vengano affidate ad un Sinodo, a riunioni di Vescovi o a
Collegi, benché – come visto ‒ tutto in merito sia già scritto ed in
modo molto chiaro, è un fatto nuovo, cui guardare con un certo timore,
poiché rafforza l’idea che ormai prevalga l’ottica “parlamentaristica”
su quella gerarchica, più propria della Chiesa Cattolica nella
Tradizione.
Ed il fatto poi che, come specifica tutt’altro che a caso Padre Lombardi,
questo sia «il modo in cui il Papa intende portare avanti la
riflessione ed il cammino della comunità della Chiesa» rappresenta più
che altro un monito, un avvertimento verso eventuali voci dissenzienti o
dubbiose. Anche perché la “bandiera” alzata dall’Ufficio per la
Pastorale Familiare non è frutto dell’intemperanza di un singolo
balzano, ma s’innesta in una precisa temperie ecclesiale. Già l’anno
scorso 120 sacerdoti della stessa Arcidiocesi firmarono un documento, in
cui espressero dissenso circa la disciplina vigente in tema di
Comunione ai divorziati risposati. Lo stesso episcopato tedesco in
passato ne richiese la riammissione ai Sacramenti, ma tutto fu bloccato
dal severo diniego opposto da Benedetto XVI. Ora questo nuovo tentativo.
Scrisse ancora il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira nel cap. VI della
prima parte di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione: «I Cattolici che
professano la Dottrina della Chiesa, ma sono dominati dallo spirito
rivoluzionario» sono «mille volte più pericolosi dei nemici dichiarati»
in quanto «combattono la Città Santa dentro le Sue stesse mura».
Che sia anche questo il caso?
(Mauro Faverzani)
Che sia anche questo il caso?
(Mauro Faverzani)
Tutto vero, d'altro canto oggi le priorità della chiesa sono invertiti a capo dello ior, cortigiane nelle commissioni di vigilanza, tutto rigorosamente a sbafo, ovviamente a spese sei FFI.
RispondiEliminaForti con i deboli e deboli con i forti.
Affermazioni che denotano solo frustrazione, accuse buttate lì a caso.
EliminaIl nuovo si è visto allo specchio! Delle accuse buttate a caso è, infatti, il maestro; per non parlare della frustrazione che lo riduce a fare il disturbatore perenne di blog che non condivide.
EliminaA buon rendere!
FFI commissariati, Neocat promossi.
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350621
Quando voglio leggere C R lo so fare da solo.
RispondiEliminaNon occorre che giorno dopo giorno debba rileggere le stesse cose anche su MiL.
Almeno Enrico offriva, senza fare copiaincolla, delle belle riflessioni personali determinando una linea editoriale specifica.
Si poteva anche dissentire ( come ovvio ) dagli scritti di Enrico ma almeno quelli erano e non dovevano ricorrere a altre fonti.
Non essere noioso. Buoni articoli meritano divulgazione.
EliminaIl concetto di famiglia si sta modificando da circa un secolo, dalle esperienze delle comuni alle famiglie allargate dei nostri giorni. Il catechismo non è qualcosa di inamovibile ma segue la società. Poi, onestamente, citare uno come Plinio è ridicolo, un fanatico di destra interessato solo al mantenimento dei privilegi di ricchi ed aristocratici.
RispondiEliminaEcco un'altro che si stà preparando a fare outing.
EliminaNon preoccuparti procedi pure, tanto bergoglio dalla seconda classe e bagaglio a mano non è nessuno per giudicarti ahahahahahahaha
dopofrancesco
Come sempre, dopofrancesco, hai solide argomentazioni. Bravo, continua così!
EliminaCarissimi Amici d'Italia,
RispondiEliminaForse manca un punto a quel vostro articolo. Se la diocesi di Freiburg in Brisgau ha pubblicato questo riguardo alla pastorale dei divorziati risposati non e' perche' sta per iniziare a farlo ma perche' e' gia cosi da anni in quella diocesi come in tante diocesi di cultura tedesca (Svizzera, Austria, Germania, Hollanda). - A voi sembra una novita che rompe la comunione ma a noi cattolici da oltre alpi, e' una situazione quotidiana e andare contro o manifestare qualche scontento, si finisce al rogo e bollettato da lefevriano.
Quello che vedete in quella dichiarazione della diocesi di Freiburg e' solo la conferma di una prassi gia' effettiva da molti anni che solo sorprende voi che vivete fuori di quel contesto ma noi qui non ci soprende piu perche' tanti sacerdoti e vescovi ci hanno imposti questo modo di pensare, fare e risolvere certe situazioni pastorali.
E dopo vi chiedete perche' tanti cattolici francesi, svizzeri, tedeschi e austriaci frequentano le chiese dei Lefevriani ? E' solo per rimanere in comunione con Roma e il Sommo Pontefice che ora parla pure come questi preti e vescovi nostri qui.
Ci stiamo chiedendo come andra a finire tutto questo se il Papa a Roma comincia a dire le stesse cose che noi sentiamo qui dalle prediche dei sacerdoti diocesani nostri !!!!
Cordialmente vostro ... da oltre alpi.
Eschaton.ch
sarà scisma... ecco come finirà
EliminaPolimar
Ci sara ?
EliminaDa noi e' gia' realta anche se la parola non e' mai pronunciata !
Da anni noi viviamo in quel stato di scisma pure se non viene mai detto ma lo e' di fatto.
Beati voi se da voi, nelle vostre diocesi avete la grazia di poter fare tutto da cattolici. Qui, e' diventato una fatica e quasi impossibile a tale punto che pendoliamo tra messe lefevriane o messe quasi clandestine o che dobbiamo varcare i confini per trovare una chiesa dove si riesce ad avere una messa "conciliare" secondo il Messale.
Penso che non potete ben immaginare come e' diventato oltre alpi quello che voi qualificate come chiesa cattolica. Ora mai c'e' una Low Church ed una High Church nella stessa chiesa cattolica. O se volete meglio UN SCISMA non DICHIARATO ma effetivo
Cordialmente vostro da oltre alpi
Eschaton.ch
Condivido a pieno quello che dice il giornalista. Io sono cattolico e divorziato ma non mi sento non amato dalla Chiesa, soprattutto dopo quello che ha detto Benedetto XVI ( Papa che mi manca davvero tanto e che sapeva toccare i cuori non osta tante quel che si dice si lui)
RispondiEliminaMauro, uno che come Gnocchi e Morandi bazzicava quelli del Mater Bonii Consili.
RispondiEliminaChi va con lo zoppo impara a zoppicare.
Che peccato vedere tanti talenti sottratti alla Buona Battaglia.
Col Papa e con Cristo, ieri, oggi, domani.
Ma il papa lo sa di essere con Cristo? Tra salamelecchi agli atei e baciapiedi ai delinquenti musulmani non saprei...intanto nel mondo i cristiani muoiono senza che nemmeno venga loro dedicata...una telefonata.
EliminaBergoglio e Cristo stanno insieme con il diavolo e l'acqua santa.