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venerdì 27 settembre 2013

La cosiddetta "elezione" dell’Abbé Laguérie a Superiore dell’IBP

Si informano i lettori che la  questione interna al Buon Pastore è nelle mani del Tribunale della Signatura  Apostolica dal quale si attende risposta.

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E nuova minaccia al direttore di questa rivista
da Disputaziones Theologicae, del 15 settembre 2013, Esaltazione della Santa Croce


Sulla dichiarata “elezione” dell’abbé Philippe Laguérie a Superiore dell’Istituto del Buon Pastore non possiamo dire molto, perché - come ricorderanno i lettori attenti - è ancora pendente il ricorso alla Segnatura sull’alterazione del corpo elettorale che ne è alla base. Abbiamo saputo che è in esame e quando ci sarà una risposta (qualunque essa sarà) potremo dire di più: ma ora portiamo rispetto ad una causa sub iudice e attendiamo.
Infatti, come scritto nel nostro ultimo editoriale, qualsiasi esito avesse avuto l’“elezione” del 31 agosto, realizzata con un immotivato rifacimento del Capitolo (come abbiamo dettagliatamente denunziato prima in via riservata, poi pubblicamente), non avremmo potuto dargli troppo peso. “A ogni giorno basta la sua pena”, e senza precipitazione ecco quali sono i dolori e le gioie di oggi. 
E’ doloroso, per chi realmente ama Roma (romani critici, perché romani appassionati!), il discredito che in questa maniera pervicacemente Le si arreca. Alcuni diranno che il danno lo facciamo noi, non tacendo quel che accade “dietro le quinte”. Questa Redazione (direttore e collaboratori, chierici e fedeli laici), che sempre ha tentato di procedere per gradi, pubblicamente risponde : la reale alternativa ad una discussione alla luce del sole, ovvero la maldicenza in privato e l’oggettiva doppiezza, è forse migliore? E’ forse migliore la diffamazione alle spalle, in quell’attitudine di “chiacchiere”, da cui il Santo Padre Francesco - tanto applaudito quanto eluso - ha messo in guardia con toni severi? Tale logica inoltre è la stessa che ha portato a lunghe reticenze sui gravi scandali.... [continua qui...]

4 commenti:

  1. Antonio Peschechera da Barletta27 settembre 2013 alle ore 20:06

    Per chi non l'avesse ancora capito: ecco cosa succede a chi rompe per il suo tornaconto personale e non per il bene della Santa Chiesa Cattolica.

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  2. Ormai dovrebbe essere chiaro come il sole: con questo Papa il Concilio non si discute. Non solo non si discute, ma neanche se ne deve più parlare. Anche per i FFI è questo il senso degli interventi della Santa Sede. Ad attuarlo senza deformarlo ci pensa lui punto e basta; chi continua a disputare si rende solo ridicolo. Era ora no?

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  3. Mentre scrivevo, a causa d'un guasto elettrico è partito involontariamente il commento "beghe tra frati" che, si vede chiaramente anche dalla mancanza del punto fermo non è completo.
    Lo fo ora. Beghe tra frati direbbe oggi Leone X, come fece con Lutero, e successe quel che successe? La divisione in questo istituto è grave. Da quel che ho letto non vedo un grande spirito di carità fraterna tra le parti, ma certamente il mio giudizio è influenzato soprattutto da quel che scrive don Carusi per me più accessibile via internet. Roma ha tutte le informazioni e gli atti in mano e dev'esprimer un giudizio. Cosa potrà accadere in seguito alla risposta di Roma non so. Qualunque sarà la risposta l'una parte o l'altra si sentirà deligittimata. Sarà possibile una successiva serena e paicifica convivenza? O si avrà un'altra delle tante scissioni e la formazione d'un altro piccolo nucleo sacerdotale di cui non si sente il bisogno? Temo questo secondo corno del dilemma.

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