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venerdì 2 agosto 2013

Francescani dell'Immacolata: commissariamento che fa discutere (LaN.BussolaQuotidiana)

Francescani dell'Immacolata: commissariamento che fa discutere  
di Massimo Introvigne, da LaNuovaBussolaQuotidiana del 02-08-2013

suore dell'ImmacolataÈ tutto un ribollire di blog. Quella che in Francia chiamano la «tradisfera», la galassia dei blog tradizionalisti, non fa che parlare del caso dei Francescani dell'Immacolata, la benemerita congregazione fondata in Italia da padre Stefano Maria Manelli, così ricca di vocazioni - conta oltre trecento frati - e di buone opere.  Con un decreto dell'11 luglio 2013 la Congregazione per i religiosi ha nominato per i Francescani dell'Immacolata un commissario apostolico, il cappuccino Fidenzio Volpi, di fatto esautorando il fondatore, precisando altresì che «il Santo Padre Francesco ha disposto che ogni religioso della Congregazione dei Frati Francescani dell'Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario e che, eventualmente, l'uso della forma straordinaria (Vetus Ordo) dovrà essere esplicitamente autorizzata dalle competenti autorità per ogni religioso e/o comunità che ne farà richiesta».
Conosco e stimo da molti anni i Francescani dell'Immacolata. Li considero un grande dono alla Chiesa italiana e universale. Conosco anche i loro problemi - non sono certo che si possa dire lo stesso per tutti coloro che hanno commentato l'ultima vicenda -, e le ragioni che
hanno indotto Benedetto XVI a ordinare una visita apostolica, disposta il 5 luglio 2012. La visita è stata richiesta dall'interno stesso dei Francescani dell'Immacolata, e non da uno sparuto gruppetto ma da superiori di case importanti, non solo a Roma.

Che cosa lamentavano costoro? Con riferimento a noti insegnamenti di Benedetto XVI, affermavano che tra i giovani frati, tra le suore dell'Immacolata e sulle riviste teologiche si fosse diffusa una «ermeneutica della discontinuità e della rottura» rispetto al Concilio Ecumenico Vaticano II, che ne leggeva alcuni documenti - i testi, non solo le loro interpretazioni postconciliari - come in contrasto radicale con il Magistero precedente. La stessa interpretazione di «discontinuità» era data alla riforma liturgica: non solo si celebrava la Messa antica, ma si considerava in qualche modo «inferiore» - in qualche caso, addirittura «sospetta» - la Messa nel rito ordinario successivo alla riforma, e questo particolarmente presso le suore. Da informazioni in mio possesso, il visitatore accertava che una buona parte dei Francescani dell'Immacolata condivideva, a vario titolo e con diverse gradazioni, queste critiche. Vi si aggiungeva - purtroppo - una certa litigiosità interna per questioni anche personali, che in modo umano, troppo umano, spesso è presente negli ordini religiosi e ha accompagnato nei secoli la gloriosa storia della famiglia francescana.
Di qui il provvedimento vaticano - una medicina dura, ma sollecitata da una parte non piccola degli stessi malati -, del quale è bene conoscere la genesi esatta ma che nello stesso tempo solleva qualche legittimo interrogativo, per due ordini di motivi.

Il primo è che Papa Francesco ha messo in guardia, ancora domenica scorsa a Rio, contro due pericoli che corre la Chiesa: una deriva gnostica, illuminista e relativista - quella progressista - e una deriva che chiama «pelagiana», una rigidità fondata sul sogno di un ritorno a un passato che non può tornare, propria di certi ambienti ultra-conservatori. A un osservatore esterno, che pure accolga con deferenza l'insegnamento pontificio sul secondo rischio, quello ultra-conservatore, il primo - il rischio progressista - appare sociologicamente e teologicamente ben più presente nella Chiesa. Questa giustamente vigila sulle deviazioni dell'uno e dell'altro segno: ma colpisce che il primo provvedimento di un certo peso da qualche anno a questa parte sia preso nella direzione dove i rischi, pur presenti, appaiono oggettivamente meno diffusi. La riforma della Curia di Papa Francesco dovrà curare che i provvedimenti vaticani non siano, e neppure appaiano, troppo simili a quelli dei giudici italiani che, quando indagano sui politici, sembrano spesso occuparsi con zelo e urgenza solo di una parte.
La seconda domanda riguarda la Messa tradizionale. Premesso che chi ritiene che quello della Messa sia l'unico motivo che ha indotto alcuni autorevoli Francescani dell'Immacolata a richiedere la visita apostolica non conosce a fondo i fatti, molti si chiedono se il provvedimento, nella parte relativa al Vetus Ordo, non contraddica il motu proprio di Benedetto XVI «Summorum Pontificum» del 2007, che liberalizzava l'uso del vecchio rito per tutti i sacerdoti. Il quadro giuridico cui fa riferimento la Congregazione dei Religiosi è l'art. 3 dello stesso motu proprio di Benedetto XVI, relativo ai religiosi, dove si legge: «Le comunità degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, di diritto sia pontificio sia diocesano, che nella celebrazione conventuale o “comunitaria” nei propri oratori desiderano celebrare la Santa Messa secondo l’edizione del Messale Romano promulgato nel 1962, possono farlo. Se una singola comunità o un intero Istituto o Società vuole compiere tali celebrazioni spesso o abitualmente o permanentemente, la cosa deve essere decisa dai Superiori maggiori a norma del diritto e secondo le leggi e gli statuti particolari».

Certamente la frase del decreto relativa ai Francescani dell'Immacolata patisce qualche problema di scrittura, perché sembra che ai sacerdoti dell'ordine sia ora vietata, senza autorizzazione, anche la celebrazione meramente privata - distinta da quella comunitaria o conventuale - del Vetus Ordo, che secondo l'art. 2 del Motu proprio del 2007 è invece libera per qualunque altro sacerdote di rito latino senza bisogno di alcun permesso dei superiori. Certamente sul punto sono auspicabili chiarimenti da parte del nuovo Commissario, così com'è auspicabile che ai fedeli che normalmente si recano a Messe «Vetus Ordo» celebrate dai Francescani dell'Immacolata sia comunque assicurata la possibilità di assistere alla Messa nel rito che hanno indicato di preferire.
Mi sembra tuttavia esagerato - si tratta, è chiaro, di un'opinione personale, né dispongo di sfere di cristallo per prevedere un futuro che potrebbe smentirmi - vedere nel decreto sui Francescani dell'Immacolata la prima avvisaglia di un'offensiva della Santa Sede contro chi celebra secondo il rito straordinario. Lo fanno molte altre comunità religiose, che non hanno patito alcuna molestia. Nel 2011 la Congregazione per la Dottina della Fede pubblicò l'Istruzione «Universae Ecclesiae», approvata «speciali modo» da Benedetto XVI, sull'applicazione del motu proprio «Summorum Pontificum». Tale Istruzione, all'art. 19, precisa che per potersi avvalere del diritto a chiedere la celebrazione con il Vetus Ordo i fedeli «non devono in alcun modo sostenere o appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria». Non solo validità, ma anche legittimità. Questo è tuttora la stato dell'arte.

Si può celebrare la Messa Vetus Ordo, per gli ordini religiosi, con le precisazioni dell'art. 3 del Motu proprio. Ma le sanzioni scattano se questa celebrazione diventa occasione per mettere in discussione la legittimità (non solo la validità) della Messa celebrata secondo la riforma liturgica, o se si accompagna all'insegnamento rispetto al Vaticano II di qualunque forma, che sia fondata su argomenti storici o teologici, della «ermeneutica della discontinuità e della rottura», nella sua versione «anticonciliarista» - l'espressione è di Benedetto XVI, che distingue l'anticonciliarismo dal «progressismo sbagliato», due versioni uguali e contrarie dello stesso errore.
Si può certamente auspicare - l'ho scritto più sopra - che si usi, e si dia anche l'impressione di usare, uguale severità nei confronti del «progressismo sbagliato» rispetto a quella mostrata per l'«anticonciliarismo». Ma la condanna di entrambi gli errori è di Benedetto XVI: non l'ha certo inventata Papa Francesco. Rimanendo fedeli al Papa e alla Chiesa - che è poi il più bell'insegnamento di padre Manelli, il loro fondatore - stiamo vicini in quest'ora difficile ai Francescani dell'Immacolata, e soprattutto preghiamo per loro.

26 commenti:

  1. Digiuno Preghiera Elemosina2 agosto 2013 alle ore 13:26

    ..."evitando di mettere in ridicolo o denigrare le loro convinzion​i e pratiche."


    "Ciò che siamo chiamati a rispettare in ciascuna persona è innanzitutto la sua vita, la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche. Siamo perciò chiamati a pensare, parlare e scrivere dell’altro in modo rispettoso, non solo in sua presenza, ma sempre e dovunque, evitando ingiuste critiche o diffamazione. Per ottenere questo scopo, hanno un ruolo da svolgere le famiglie, le scuole, l’insegnamento religioso e ogni genere di mezzi di comunicazione sociale."



    http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/08/02/news/31514.html

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  2. dichiarazione di p. Lombardi:
    http://it.radiovaticana.va/news/2013/08/02/risposta_di_padre_lombardi_a_proposito_della_nomina_di_un_commissario/it1-716380

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  3. L'articolo di Massimo Introvigne è molto interessante per il suo tono pacato e per la sua ricerca di analizzare quel che è successo cercando di avere uno sguardo alquanto possibile oggettivo tenendo conto di differenti punti di vista.
    Meno male che è stato pubblicato MIL che ringrazio formalemente.

    E' chiaro che se si è davvero diffusa una teologia basata su un'ermeneutica della rottura, già condannata da Benedetto XVI da un lato e che d'altro lato si andava diffondendo un atteggiamento contrario allo spirito dell'art.19 della U.E:, cioè tutte cose che "segnano" la separazione de facto col Magistero della Chiesa cattolica, allora è la decisione di commissariamento di Papa Francesco può solo essere approvata da chi si dice cattolico verace.

    Quel che è successo con questa faccenda del commissariamento è che ha finalmente permesso la chiara delimitazione di uno spartiacque pratico tra coloro che vivono nella e della disobbedienza sull'onda di un discorso integralista, in finis, profondamente anti-cattolico e anti-tradizionale (molti di codesti autori si sono espressi chiaramente nei posts citati da MIL in questo senso mostrando il loro vero viso) , e coloro che sono genuinamente cattolici come i F.F.I. e lo stessso Introvigne.

    I tempi del confusionismo teologico di stampo tradi-protestante sono ormai praticamente finiti: ormai i vessilli sono chiari, chi con Cristo ed il Suo Vicario, chi altrove nelle proprie ideologie.
    In Pace
    SdC

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  4. Discorso integralista profondamente anti cattolico e anti tradizionale,dice il cireneo,avvalersi di un DIRITTO stabilito da legge ecclesiastica.Possono esserci,dice lui, sottili sfumature psichiche,che sotto sotto ritengano il N O non illegittimo,non invalido,ma MENO BUONO,causa delle derive protestanti che affliggono il popolo di Dio,più aperto,come è nei fatti,alla creatività personale e all'abuso.Queste sfumature psichiche ,dice lui,costituiscono un diminuito sentire cum ecclesia,occorre approvare CON ENTUSIASMO ,ad esempio,gli scempi liturgici sacrileghi dei neocat.(loro affermano di essere pienamente approvati,o mentono,o qualcosa non quadra.)Questo dal punto di vista sostanziale.Dal punto di vista formale,chi come me è abituato al ragionamento giuridico,capisce benissimo che discrepanza fra Summorum e decreto c'è eccome.Il restare in posizione intermedia,quando almeno quest'ultimo dato oggettivo è chiaro(anche se non lo sono i motivi reconditi del commissariamento,il tempo chiarirà),non mi pare equilibrio,piuttosto equilibrismo

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    Risposte
    1. Mi scusi , gentile Murmex, ma non ho azzeccato quel che Lei scrive. Sarà che sta mischiando ironia, ma davvero, senza alcun desiderio vessatorio da parte mia, Le sarei grato se potesse riscriverlo, anche restando ironico ovviamente.

      Fa piacere sapere che Lei è un abituato al ragionamento giuridico, purtroppo la sua interpretazione NON corrisponde con i fatti come Lei potrà constatare anche qui:
      http://it.radiovaticana.va/m_articolo.asp?c=716380

      Et contra factum non est argumentum, come Lei ben sa.
      In Pace
      SdC

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    2. Simon de Cyrene,nonostante gli insulti che mi rivolge sul blog Sacri palazzi (qui è più moderato,vedo),le voglio rispondere con gentilezza,perchè è pur sempre un prete,e io ho rispetto per il Sacerdozio.Come le ho già più volte risposto,se il motu proprio papale dichiara che l'autorizzazione occorre PER LA MESSA CONVENTUALE,vuol dire ovviamente(ARGOMENTAZIONE A CONTRARIO)che NON occorre per quella dei singoli frati.Ecco il ragionamento giuridico.Invece il decreto afferma,con gioia sua e di tutti coloro che vorrebbero affossare la Tradizione,che occorre una autorizzazione per i SINGOLI SACERDOTI che EVENTULMENTE(e anche questo avverbio qualcosa dice),vogliano celebrare col Rito antico mai abrogato.Speriamo che siano in molti i Cuor di leone che la chiederanno,e chiederanno giuste spiegazioni nel caso venga negata.La Chiesa,società perfetta,non è retta dall'arbitrio,ma dal diritto(=giustizia)

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    3. Certo Murmex, non so perchè mi pone di nuovo questa domanda che Lei mi ha posto sui Sacri Palazzi ma alla quale Lei non ha proposto nessuna controrisposta.

      Certo l'art. 3 è rispettato nel decreto di commissariamento, ma anche l'art.2. In effetti, per il loro voto di obbedienza i religiosi sottomettono al loro superiore le materie in quali hanno diritto di decidere liberamente(ovviamente il voto stesso non si applica alle materie nelle quali il religioso non ha diritto di scelta): comandando loro di chiedere permesso per qualcosa alla quale hanno diritto si riconosce quindi che l'art. 2 della S.P. fa parte dei loro diritti, alla libertà dell'esercizio dei quali hanno rinuncito per causa del loro voto.
      In Pace
      SdC

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    4. Lo dice lei che per il voto di obbedienza si sottomettono ai superiori anche per la materia in cui LA LEGGE ECCLESIASTICA da loro libertà.Tanto è vero che prima del decreto (di rango inferiore alla legge)non dovevano chiedere nessun permesso,per le Messe private ,e i voti li avevano già emessi ,o no?.Sembra che lei abbia una concezione dittatoriale,dispotica della Chiesa, e non è così.Tutto nella Chiesa è informato dalla Carità,e il diritto canonico pure.Con i sofismi,quando ci fanno comodo,si può distruggerlo,il diritto canonico

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    5. Mi meraviglio fra l'altro di questo suo concetto dell'autorità così fuori dalle righe,considerando che1) è proprio una caratteristica di voi novatori l'eccesso opposto,(nuova concezione della vita religiosa che ha portato al miserevole decadimento ordini un tempo gloriosi)2)l'eccessivio autoritarismo ,in particolare nell'imporre una "sensibilità tradizionale" , è stato ,come mi sembra anche lei ritenga,la causa della denuncia dei ribelli(in questo caso da lei giustificati se non hanno chinato il capo all'autorità,di cui peraltro conoscevano benissimo l'opzione preferenziale,perfettamente legittima,prima di emettere i voti.

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    6. Cara Murmex ( quindi Lei è una donna se ho ben capito) i "ribelli" come Lei li chiama in realtà hanno perfettamente obbedito,infatti:

      (1) hanno denunciato all'Autorità superiore fatti gravissimi per il bene delloro istituto, che (secondo quel che Introvigne dice) implicava deviazioni dottrinali (ermenutica della rottura condannata dal Magistero di Papa Benedetto XVI), incompatibilità col diritto della Chiesa (forma straordinaria celebrata da sacerdoti che non soddisfavano più tanto l'art 19 della U.E.) e finamente abuso di potere / autoritarismo;

      (2) questi "ribelli" non sono così ribelli, perchè sono restati nell'istituto senza andarsene, ma si sono sottomessi filialmente all'Autorità superiore, così come anche i responsabili attuali hanno accettato filialmente il commissariamento dell'Autorità superiore (avremmo voluto vedere tale senso di filiale obbedienza in istituti in altri tempi creati cattolici che son finiti nello scisma...!).
      In Pace
      SdC

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    7. Gentile, murmex, non sono sicuro di aver capito il Suo commento delle 14:31.
      Prima del M.P. S.P. non avevano nessuna base canonica per fare tale richiesta.
      In Pace
      SdC

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    8. S d C,sono io che non la capisco:io ho parlato di DECRETO,non di SUMMORUM PONTIFICUM che decreto NON è.Dal SUMMORUM PONTIFICUM (2007)lettera apostolica motu proprio data,al DECRETO odierno(di rango inferiore-2013),cioè in questi anni intermedi,,i frati dovevano chiedere l'autorizzazione per la loro messa" privata"?NO.Eppure i voti li avevano emessi,l'obbligo dell'obbedienza al superiore c'era,ma evidentemente non si estendeva all'obbligo di tale richiesta.Invece adesso sì,a tenore del decreto.Ergo,un atto di rango inferiore ha preteso di MODIFICARE ,RESTRINGENDO la libertà concessa da Benedetto XVI,uno superiore,cioè il Summorum

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    9. La Summorum Pontificum non ha mai sciolto i voti dei religiosi riguardo all'Obbedienza: dove sarebbe scritto?
      In Pace
      SdC

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  5. Secondo Lei, Simon, è "factum" inoppugnabile ed evidente come il sole a mezzogiorno in una giornata estiva di ciel sereno , che Padre Lanzetta e Suor Perillo (per dirne due) avessero violato/stessero da tempo violando patentemente il 19. di Universae Ecclesiae?

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    Risposte
    1. Non ho mai detto che sia fatto innopugnabile, infatti ho scritto "se si è davvero diffusa ... e che d'altro lato si andava... allora la decisione di commissariamento... " : discorso ipotetico, quindi, basato sull'articolo propostoci da MIL.
      In Pace
      SdC

      Elimina
    2. Aggiungo, cirenaico, che non le ho dato la controrisposta da Tornielli perchè non dispongo di tutto il suo tempo,e non posso giornalmente girare su tutti i blog.Noi madri di famiglia abbiamo tanto da fare.Spesso vado da Tornielli perchè cerco di contenere,con pochi altri più benemeriti di me,lo straripamento modernistico(lei,Mimma,Nella,Giovanni,Nando,Minstrel,...)E devo dire che mi sono leggermente stufata dei suoi insulti(e di Mimma...ecc..)Credo sia una strategia per arrivare alla rissa,per far perdere alla controparte il lume della ragione e porla così sul vostro stesso piano(sofismi,insulti,cambio di carte in tavola ecc.).

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    3. Gentile Murmex,in effetti io mi sto godendo le mie vacanze e ho più tempo di Lei.
      Se c'è straripamento sul blog di Tornielli non è certo dovuto a me, ma ad ossessionati trolls (timorato, teobaldo, lt, kn, iva ed altri tutti uguali nel loro modo di scrivere atroci filippiche che discreditano il mondo "tradizionale").
      Se per Lei la dimostrazione dei Suoi errori è insultante, me ne dispiace sinceramente: ma la carità procede dalla Verità, non il contrario.
      Comunque, per me, cattolico praticante e verace, mi sento insultato quando si insulta il Papa, i Vescovi in unione con lui, il Magistero della Chiesa Docente e poco importa che chi lo faccia sia ateo, TdG, sedevacantista o tradi-protestante.
      In Pace
      SdC

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  6. Per me bisognerebbe fermare i commenti agli articoli sull' argomento, dopo un po' di giorni ci siamo già scannati abbastanza e ciò che bisognava dire è già stato detto.

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  7. Leggendo il testo di P.Lombardi http://it.radiovaticana.va/news/2013/08/02/risposta_di_padre_lombardi_a_proposito_della_nomina_di_un_commissario/it1-716380
    vi è questa farsetta:

    ” Lo scopo che Benedetto XVI si era proposto – ha concluso padre Lombardi – era infatti di superare tensioni e non crearne.” : in effetti, questo mi fa paura: se l’applicazione della Summorum conduce a comportamenti devianti come quelli descritti da Introvigne non vorrei che la Gerarchia concludesse che bisogna limitarne l’uso.

    Il cattivo uso che alcuni fanno di un santo strumento non implica per forza che lo strumento sia malvagio in sè.
    In Pace
    SdC

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  8. La Messa NO è certamente valida, promulgata dall'autorità competente a mio avviso può essere considerata legittima, ma non pochi ne contestano la legittimità. Non entro in questa diatriba teologico-giuridica.
    Che sia meno "buona" dell'antica è certo. Perché? Lo si deduce dalle parole di Paolo VI a Jean Guitton (in Paolo VI segreto) e dalle memorie di Bugnini: il NO nasceva dalla volontà di togliere tutte le pietre d'inciampo nel dialogo coi protestanti. Ohibò! Cosa è la Messa per i prostestanti? Il Sacrificio di Cristo? No, così intesa fu detta "abominio". E' solo un culto commemorativo, privo d'ogni valore sacrificale, privo di presenza reale di Cristo tramite la Transustanziazione. L'eliminazione del Vangelo di Giovanni, poi, era un inchino agli ebrei, perché dice Giovanni che si è figli di Dio non per razza e sangue ma perché si è accettato Cristo: non sono figli di Dio coloro che lo hanno rigettato.
    Dunque il NO ha sfumato e molto alcuni aspetti del Santo Sacrificio, molto avvicinandolo alla cena protestante. Una Messa "meno buona", che conserva la sua vlidità, può essere considerata legittima? Ha la stessa forza tesa alla salus animarum? Da qui la discussione sulla sua legittimità. Discussione che resta ancora in piedi. Una revisione del NO che eliminasse certe ambiguità e certe omissioni avrebbe posto fine alla querelle. La riforma della riforma tanto strombazzata non è mai avvenuta. I responsabili da qualche parte ci saranno pure.

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  9. l'inferno non è vuoto e certo si affollerà ulteriormente di tanti baciapile che si affrettano a lucidare un certo paio di scarpe nere.

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  10. Una revisione del NO che eliminasse certe ambiguità e certe omissioni avrebbe posto fine alla querelle.
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    Il commento è partito prima della rilettura.
    Correggo:
    Una revisione del NO che avesse eliminato certe ambiguità e certe omissioni avrebbe posto finealla querelle.

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  11. Padre lombardi a zappare.

    dopofrancesco

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  12. grazie fratel pacifico per la spiegazione sul
    NO...ma perche' la ricerca del dialogo?

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  13. Leggo solo ora la tua domanda, Marika.
    Il dialogo presuppone l'espressione di visioni diverse, ma se ognuna delle due parti resta sulle sue di posizioni, si hanno due inconsistenti monologhi. Ora la Chiesa Cattolica possiede tutta la Verità rivelata, la deve custodire e tramandare senza deviazioni, senza offuscare nessuna delle tessere che compongono il meraviglioso mosaico della Chiesa. Togli od offusca una di queste tessere ed il mosaico cade.
    Cristo ha mandato i suoi apostoli a convertire le genti il dialogo serve a convertire. Quando san Francesco vide che il soldan superbo non recepiva il suo messaggio e non aveva voglia di accogliere la parola di Cristo, se ne tornò a coltivare l'orticello italico. Il cattolico per dialogo deve sempre intendere esposizione della fede, correzione caritatevole degli errori, conversione. Oggi invece si vuol dialogare di tutto e su tutto passando sopra principi inderogabili. Si snatura la Verità e si lascia spazio all'errore.

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  14. Io ero un postulante nell'anno 2008-2009 nell'ist. dei Francescani dell'Immacolata. Posso dire con grande certezza di cuore che la messa veniva celebrata dove io ero in rito antico sia in messa privata fra frati e suore che nella messa pubblica della domenica e veniva celebrata dall'allora procuratore generale dell'ordine P. Maria Apollonio con un pò di arroganza. Io vedevo questi miei confratelli di ogni nazione intrappolati in un rito in cui non si riconoscevano ma nonostante l'aria che si respirava la Messa in rito antico veniva celebrata! Ed ora l'Istituto per l'abuso dei propri superiori ne stanno pagando le conseguenze. Pace e Bene

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