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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

lunedì 1 luglio 2013

Dubbi " ecumenici "

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo .  
(A.C.)

Spett. Redazione di MiL, 
Papa Francesco nella catechesi sulla unità fra i cristiani del 19 giugno 2013, parlando del Corpo della Chiesa, ha spiegato aspetti e concetti che senza dubbio tutti noi possiamo e dobbiamo condividere. 
In questo link troverete il testo integralmente così da non estrapolare singole frasi ma avviandoci ad una serena e pacata riflessione.
Io per ragioni di spazio devo estrapolare, ma voi tenete a mente tutto il discorso. 
Il Papa dice: "Ricordiamolo bene: essere parte della Chiesa vuol dire essere uniti a Cristo e ricevere da Lui la vita divina che ci fa vivere come cristiani, vuol dire rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che sono strumenti di unità e di comunione, e vuol dire anche imparare a superare personalismi e divisioni, a comprendersi maggiormente, ad armonizzare le varietà e le ricchezze di ciascuno; in una parola a voler più bene a Dio e alle persone che ci sono accanto, in famiglia, in parrocchia, nelle associazioni". 
Chi, veramente cattolico, non metterebbe una firma o non farebbe una sottoscrizione a queste parole? 
Infatti chi potrebbe essere contrario a queste affermazioni se non il mondo protestante-evangelico-pentecostale (e laicista ma qui ora non mi riguarda) e magari anche gruppi estremi dell'ortodossia orientale, che non accetta che per essere uniti bisogna " rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che sono strumenti di unità e di comunione", come dice il Papa stesso? 
Impossibile non pensare al nostro mondo tradizionalista, con chi ce l'aveva il Papa? 
A meno che non ci troviamo davanti ad una persona ignara di tutto - e non lo credo - le parole del Papa sono mirate alle nostre singole coscienze, ma anche alle comunità, ecc. Infatti è il Papa stesso che con un esempio spiega la situazione o meglio, da una interpretazione alle sue parole, dice: "Le divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? Dobbiamo cercare di portare l'unità. Vi racconto una cosa: oggi, prima di uscire da casa, sono stato quaranta minuti, più o meno, mezz'ora, con un Pastore evangelico e abbiamo pregato insieme, e cercato l'unità. Ma dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l'unità, l'unità fra noi".
Non sta a me giudicare cosa fa il Papa "a casa sua", ma non posso esimermi da alcune riflessioni a riguardo di ciò che mi porta come esempio edificante. 
Pregare per mezz'ora con un pastore evangelico porta all'unità? 
Il Papa si chiede questo?
Quindi cosa dovrei dedurre: che pregare con un evangelico mi porta all'unità ma pregare magari con un tradizionalista mi porterebbe alla divisione?
Certo che il Papa non dice questo, ma le conclusioni del suo discorso dove portano? Abbiamo "cristiani" di serie A e di serie B?
La serie A si sa, è diventato il mondo protestante, la serie B è diventato il mondo tradizionalista.
Con i primi si vuole perfino festeggiare la riforma di Lutero nel 2017, con i secondi guai ad organizzare magari un gran numero di Rosari per ricordare i cento anni dalle Apparizioni di Fatima che, non è certo un caso, ricordiamo proprio nel 2017, ma nessuno ne sta parlando della Gerarchia, mentre si continuano a portare esempi di preghiera in comune con chi non accetta il culto mariano e dei santi, con chi non celebra tutti e sette i Sacramenti, con chi nega la Presenza reale di Gesù (a questo proposito dove hanno pregato il Papa e il pastore evangelico, fuori della Chiesa visto che lì dovrebbe esserci la Presenza reale della Divinità?), con chi nega che sia l'unità con il Papa e i Vescovi in comunione con lui a "fare l'unità" come spiega prima il Papa nella sua catechesi.
C'è da diventare schizofrenici o degli abilissimi equilibristi per cercare di stare dentro a quanto più di contraddittorio stiamo vivendo.
Il Papa si è domandato "perché siamo divisi", ma può essere una risposta la sua testimonianza del pregare con un pastore evangelico che nega ben sei dei Sette Sacramenti, compresa la sua stessa autorità petrina?
Per la verità il Papa prova a dare una risposta alla sua stessa domanda, poco prima ha infatti detto: "L’unità è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della divisione, delle lotte tra noi, degli egoismi, delle chiacchiere. 
Quanto male fanno le chiacchiere, quanto male! 
Mai chiacchierare degli altri, mai! Quanto danno arrecano alla Chiesa le divisioni tra i cristiani, l’essere di parte, gli interessi meschini"! 
Verissimo! 
Le chiacchiere sono distruttive e tutti dovremmo fare qualcosa per evitarle e concentrarci sull'autentica apologetica, tuttavia io ho sempre saputo che la più grave divisione non è avvenuta per le "chiacchiere" ma per la negazione dei Sacramenti. 
Il Papa dice: "mai chiacchierare degli altri, mai", anche in questo io personalmente lo ringrazio, tuttavia mi chiedo perché ha criticato ed ha parlato male ad altri del dono dei "3.500 rosari" fatti per lui? 
Il Papa dovrebbe sapere (e lo sa) che facendo esempi e paragoni inevitabilmente - se egli non si esprime chiaramente - si finirà per usare le sue parole ora contro qualcuno, ora contro altri. 
Un Papa infatti non dovrebbe dare adito alle "chiacchiere", non dovrebbe alimentarle con i suoi "esempi" che penalizzano fasce di cattolici impegnati nella trasmissione della Tradizione attraverso il rito nella forma antica et-similia.
Papa Francesco il 6.4.2013 all'omelia a santa Marta ha fatto questa domanda: “Come va, la nostra fede? E’ forte? O alle volte è un po’ all’acqua di rose?”
Quando arrivano delle difficoltà “siamo coraggiosi come Pietro o un po’ tiepidi?”. Pietro – ha osservato – non ha taciuto la fede, non è sceso a compromessi, perché “la fede non si negozia
Sempre – ha affermato il Papa – “c’è stata, nella storia del popolo di Dio, questa tentazione: tagliare un pezzo alla fede”, la tentazione di essere un po’ “come fanno tutti”, quella di “non essere tanto, tanto rigidi”.
Ma quando incominciamo a tagliare la fede, a negoziare la fede, un po’ a venderla al migliore offerente – ha sottolineato - incominciamo la strada dell’apostasia, della non-fedeltà al Signore”... 
Se la fede "non si negozia" come può allora Pietro portarmi come esempio di unità l'aver pregato con un pastore evangelico facendone quasi un vanto, un atto da seguire lasciando ad intendere (anche se non lo dice) che questo porterà all'unità, quindi "si tace" alla fine sulla fede che ci anima, si tace sulla dottrina e sui sette Sacramenti perché, diciamo la verità, non sono le chiacchiere che portano le gravi divisioni, ma La negazione della dottrina, i suoi compromessi, quel tacere e negoziare. 
Sbaglio o è San Paolo che dice ai Galati: " L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!" 
Valgono ancora queste parole di san Paolo?
Mi impegnano ancora nell'anàtema? 
Dobbiamo essere "rigidi" a riguardo delle dottrine che sono l'espressione poi della fede, o no?
Dobbiamo "tagliare" questa dottrina o no? Il pastore evangelico non è forse nell'apostasia della non-fedeltà al comando del Signore riguardo alle dottrine ed all'Eucaristia espressa dal cap. 6 di Giovanni? 
Non è forse il pastore evangelico che ha preferito quel andarsene alla domanda del Signore a Pietro davanti al linguaggio duro: "Volete andarvene anche voi?" 
Chi sono andati via: gli evangelici (che sono protestanti) o i tradizionalisti che al di là davvero delle chiacchiere cercano di vivere integralmente la fede?
Intendiamoci, a me il dialogare non dispiace e lo svolgo, ed anche pregare il Padre Nostro con loro mi sta bene, dobbiamo farlo come ci insegnava già Sant'Agostino, ma ciò che non riesco a comprendere è questa specie di schizofrenia che dilaga ogni giorno di più e porta sempre più a due realtà, delle due se preferite una: divisione o sincretismo religioso. 
E sia ben chiaro che non ho dato dello schizofrenico al Papa, è la realtà che stiamo vivendo che è schizofrenica, non è un caso se nostro Signore ci ha impegnati nel discernimento che i Santi Padri hanno concretizzato in ciò che si chiama "apologetica cattolica". 
Poche chiacchiere, anzi, davvero basta con le chiacchiere, sono d'accordissimo con Papa Francesco, ma che allora si cominci sul serio e si portino altri esempi più edificanti, più paolini del tipo: conversioni. 
Conversioni a Cristo, sì, ma in quel Vangelo che Paolo difende da coloro che ne presentano uno diverso, definendo per loro l'anàtema. 
Ci racconti Papa Francesco come riceverà in futuro il mondo tradizionalista; ci racconti quando i protestanti la smetteranno di fare donne "sacerdoti" (non c'è alcun sacramento dietro) soprattutto quando la finiranno di fare le vescovesse che non sono altro che una caricatura demoniaca della sacra Ordinazione; ci racconti il Papa quando avrà ottenuto, con i suoi metodi, che questi protestanti la smetteranno di sposare coppie omosessuali, di appoggiare l'aborto, il divorzio, l'eutanasia. 
Pregherò sempre un Padre Nostro con un protestante, ma non mi si chieda di tacere su ciò che ci divide (non tacciono neppure i protestanti e fanno bene) perché  non sono chiacchiere, sono il cuore della nostra fede e non sono stato battezzato per giungere ad un sincretismo che offuschi o minimizzi la verità della fede che mi è stata trasmessa. 


( lettera firmata )

20 commenti:

  1. Il cardinale Siri diceva: "Non dobbiamo noi, se abbiamo il senso della Divina Presenza, cercare di comportarci così, un po' alla leggera, per essere più democratici, più populisti. Queste son stupidaggini. Questo dover sembrare scemi unicamente per essere stimati. Una volta si cercava di sembrare esperti e furbi per essere stimati. Adesso bisogna diventare scemi per acquistare la stima della gente. Oh, questo poi è veramente incredibile ed è sommamente ridicolo".

    http://www.youtube.com/watch?v=YgMq-c_k9SQ

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    1. Ma il cardinale Siri non fu anche quello che criticò (anche con seminaristi) la nomina del primo cardinale africano da parte di Giovanni XXIII? (critiche supportate anche e ovviamente dal cardinale Ottaviani)

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  2. E che dire di Papa Francesco che chiede al rabbino di pregare per lui? Non sta forse confermando nella fede un ebreo? E che dire di un alto prelato del Vaticano che, in occasione di una festa di una religione pagana, con gli auguri chede di pregare per lui?

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    1. Anch'io una volta ho chiesto a una musulmana di pregare per me, però in quel periodo avevo forti dubbi sulla Fede, ea volte penso se tutto questo ecumenismo non parte proprio da un dubbio del Papa o dei Vescovi?
      E poi perché chiedere a un rabbino di pregare per lui, quando noi abbiamo il santissimo nome di Gesù, ma anche tanti intercessori potenti come Maria e i Santi?

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  3. Spunto di riflessione interessante e condivisibile.
    Sinceramente non capisco il Papa a che punto voglia arrivare con tali affermazioni e con tali comportamenti, forse lo capiremo più avanti?
    Speriamo quando non sia già troppo tardi...!
    Sempre che non lo sia già (ora) troppo tardi...!

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  4. Questo accade perché dalla Chiesa si pretende 'misericordia', apertura, bontà (che poi è buonismo), dolcezza, insomma, il lato mieloso. Mi pare che sia sotto gli occhi di tutti constatare come la Chiesa, dai '60 del secolo scorso, abbia impostato la sua missione in quest'ottica. Ciò ha determinato che i papi, da Giovanni XXIII a Francesco (non possiamo ancora sapere come agirà in futuro), con l'unica parentesi di B-XVI, hanno rivendicato e promosso il volto 'zuccheroso' di un certo cristianesimo ipotetico. Folgoranti a tale proposito possono essere alcune pagine de 'Le Lettere di Berlicche' dell'anglicano C.S. Lewis. Anche l'insistenza di considerarsi Vescovo di Roma da parte di papa Francesco suona quasi come 'sono papa ma non mi reputo poi tanto così'; 'ho accettato ma di mala voglia perché io sono sempre un prete di strada'. Mi spiace, nonostante il fascino e le belle parole, anche molto toccanti, di papa Francesco, ma la Chiesa è soprattutto AUTORITA' e come tale ha il DOVERE di preservare il gregge dalle falsità di oggi (come quelle di un tempo, comunque attinenti tra loro). Non dimentichiamoci che Gesù stesso non cercava il dialogo buonista con i farisei e i capi sacerdoti del Tempio, anzi: 'voi avete per padre il diavolo'! Discorso sbrigativo, spicciolo e tremendo! Non dico che voglio un pontefice come Bonifacio VIII o Innocenzo III (due campioni che sapevano come si dialoga e si combatte col potere e con i potenti, per difendere la Chiesa di Cristo Gesù), vorrei solo che ogni cosa sia al suo posto e si torni al giusto significato delle cose. Chiudo con una considerazione fuori luogo, ma neanche tanto: il poverello d'Assisi non cercò il dialogo col sultano, un dialogo inteso come lo si intende oggi. Anche a tutti coloro che organizzano gli incontri interreligiosi ad Assisi, qualcuno ricordi che San Francesco predicò Cristo Gesù al cospetto del sultano. Non pace, amore e....fantasia, come molti uomini di Chiesa oggi.

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  5. Antonio Peschechera da Barletta1 luglio 2013 alle ore 19:50

    Ma se ci sono studi molto molto seri di don Brunero Gherardini sul Vat.II che è causa e origine di quasi tutti i mali presenti oggi nella Santa Chiesa di Dio, quella cattolica, l'unica oltre la quale non c'è salvezza perchè il Papa e la maggior parte di cardinali e vescovi si affannano a dire che abbiamo lo stesso Dio in comune con musulmani e altri? perchè il Vescovo di Roma non dice tutta la frase ...del suo discorso? perchè fa finta di non vedere o di vedere tutto bello? certo prego anch'io il Pater Noster con chiunque mi chiede di recitarlo, ma solo perchè lui si converta, non per altro: anche perchè il Pater Noster è preghiera "seria" riservata solo a chi desidera "salvarsi"...

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  6. Secondo me, per essere veramente ecumenici, i protestanti dovrebbe interrogarsi se a tutt'oggi sussistono ancora quei particolari motivi che spinsero i riformatori a staccarsi da Santa Madre Chiesa.
    Se non dovessero trovarne, dovrebbero fare uno sforzo per purificarsi da tutte le incrostazioni successive e infine ritrovare così il trait d'union per potersi riunificare con la Chiesa Madre Cattolica.
    Sì, perché ciò che impedisce la riunificazione di fatto è l'impressionante stratificazione di eresie che si sono assommate lungo i secoli successivi alla riforma originaria.

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    1. Piccardo Fiordiligi2 luglio 2013 alle ore 11:38

      Scusami, ma ciò vuol dire che al tempo del loro scisma, i motivi li avevano e pure validi?
      Vuol dire, visto il "se non dovessero trovarne", che potrebbero ancora esserci dei motivi validi per restare nello scisma e nell'eresia protestante?
      Oppure quel "se non dovessero trovarne" vuol dire che oggi, a coronamento degli sforzi fatti con il Concilio Vaticano II ed il periodo successivo, sono (finalmente?) caduti gli ostacoli che impedivano ai protestanti di considerare quella Cattolica Romana la vera Chiesa? Ciò vale a dire che Roma si è riconosciuta nell'errore e si è corretta per avvicinarsi ai protestanti?

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    2. Invece noi cattolici non ci dobbiamo interrogare su nulla?

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    3. No, perché noi siamo dalla parte della verità; sono gli altri, specie quelli che si sono allontanati da noi, a dover tornare.
      I Valdesi, fondati da un commerciante di tessuti (sai che competenza teologica), si sono fatti una Chiesa che dice ad ognuno di fare ciò che vuole.
      Lutero era solo un monaco in fregola sul libro paga dei principi tedeschi che volevano aver loro il denaro della Chiesa e gli altri Protestanti sono solo religiosi al servizio dello Stato.
      Chi sta nella casa del Padre deve solo attendere che gli altri tornino alla verità.

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  7. secondo me le opzioni sono 2:
    1) è in "mala fede" ..cioè predica bene e razzola male; per obiettivi superiori che intende perseguire;
    2) crede in quello che dice, ed evidentemente la sua formazione è questa...!
    mari

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  8. ho l'impressione che ci sia in questa lettera proprio la voglia di polemizzare ... quando andavo al Catechismo (anzi alla Dottrina come si diceva nel pistoiese) mi hanno insegnato che pregare è mettersi davanti a Dio per ringraziarlo, amarlo e cercare di avvicinarsi a Lui e nel pregare (anche insieme) i dogmi, le diversità di riti liturgie e intendimenti religiosi (anche relativamente ai Sacramenti) sono insignificanti

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  9. Se il vescovo di Roma non si riconosce come Sommo Pontefice cade nell'eresia sedevacantista?

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  10. studi "molto seri" di don Brunero Gherardini?!? dare del "serio" a Gherardini mi sembra un po' azzardato...

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  11. IV CONCILIO LATERANENSEV Della dignità dei patriarchi

    Rinnovando gli antichi privilegi delle sedi patriarcali, decretiamo, con l'approvazione del santo e universale concilio, che, dopo la chiesa Romana, la quale per volontà del Signore ha il primato della potestà ordinaria su tutte le altre chiese, come madre e maestra di tutti i fedeli cristiani, la chiesa di Costantinopoli abbia il primo posto, l'Alessandrina il secondo, quella di Antiochia il terzo, quella di Gerusalemme il quarto, ciascuna col proprio rango; così che, dopo che i loro prelati hanno ricevuto dal Romano pontefice il pallio, simbolo della pienezza della loro dignità pontificale, possano lecitamente dare a loro volta, quando sia stato prestato loro il giuramento di fedeltà e di obbedienza, il pallio ai loro suffraganei, ricevendo per sé la professione canonica, e per la chiesa Romana la promessa di obbedienza.

    Facciano anche portare dinanzi a sé, dappertutto, la croce del Signore, meno che in Roma, e dovunque fosse presente il Romano pontefice o un suo legato, che faccia uso delle insegne della dignità apostolica. In tutte le province soggette alla loro giurisdizione, quando è necessario, si faccia ricorso ad essi, salvi gli appelli interposti alla sede apostolica, a cui bisogna che tutti si attengano umilmente

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  12. Il Papa ci ha offerto un esempio....pregare anche con chi ha una posizione diversa dalla nostra....cercando comunque l'unità....poi certo le divisioni resteranno se uno é musulmano o evangelico o protestante resterà nella sua fede....ma non credo proprio che questo abbia a che fare con chi crede in cristo e nella chiesa e pertanto é scontato che sia unito al papa e ai vescovi.....i tradizionalisti che conosco sono fedeli a tutto ciò....anche se qualche volta sparano su papa francesco...attratti da come non si veste piuttosto che da quello che ci dice....superbia spirituale?? Forse....ma ognuno ha tempo per riflettere....

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  13. La riforma originaria è di per sè la radice fondamentale delle successive ed è una eresia ignobile ed assoluta anch'essa.
    Lutero è un sordido eretico ed un ignobile peccatore e della sua riforma maligna non c'è niente da salvare.

    Se veramente si vuole fare qualcosa di buono per chi non è in comunione con la Chiesa Una Santa Cattolica ed Apostolica che è la Santa Madre Chiesa di Roma, bisogna portare gli eretici protestanti a convertirsi, questo è l'unico modo giusto e caritatavole di essere ecumenici.
    Il protestantesimo odierno non è una chiesa ma un papocchio di sette ed è già distrutta, non ha alcun senso parlare di riunificazione con i protestanti, dato che le comunità protestanti sono migliaia, ognuna con la sua eresia demenziale e non sanno essere neppure uniti tra loro figuriamoci se saranno mai in grado di rientrare nel solco dell'ortodossia dottrinale.

    L'unica cosa che si può fare è cercare di convertirli e non blandirli o lisciarli con ciarle inutili e documenti congiunti che non dicono nulla e non servono a nessuno.

    Bertoldo

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    1. Bravo, questa è l'unica posizione corretta; pregare sì, ma perché Dio li illumini e si convertano.

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