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venerdì 31 maggio 2013

"Noi del Summorum Pontificum, i tradizionalisti non ostili a Papa Francesco"

Noi, I tradizionalisti non ostili a Papa Francesco
Parla il portavoce del “Summorum Pontificum”:

“Lo stile è diverso da Benedetto, ma ci piace il suo insistere su Messa, Diavolo, confessione e devozioni popolari”
di Alessandro Speciale, da Vatican Insider del 31.05.2013


Città del Vaticano
Quando è stato eletto al soglio pontificio papa Bergoglio, alcuni ambienti tradizionalisti, legati all'antico rito della messa in latino, non hanno nascosto la loro preoccupazione e il loro disappunto, mentre i lefebvriani della la Fraternità San Pio X, con cui Benedetto XVI aveva ostinatamente cercato una riconciliazione, ufficialmente mantengono un atteggiamento cauto ma parlano apertamente di  “grandi paure” per il pontificato di Francesco.
Ma questo atteggiamento non è condiviso dall'intera galassia tradizionalista. Il “popolo del Summorum Pontificum” – che prende il nome del Motu Proprio di papa Ratzinger che ha liberalizzato la celebrazione della messa in latino nel 2007 – si prepara infatti a organizzare, sotto Francesco, un secondo pellegrinaggio a Roma dopo il primo esperimento dell'anno scorso.
E lo fa convinto che, pur con uno stile molto diverso da quello del suo predecessore, l'attenzione del papa argentino per le devozioni popolari, il suo insistere sul Diavolo e la confessione, il suo celebrare ogni giorno la messa sono elementi che i cattolici che si considerano tradizionalisti sentono come propri. Per il loro portavoce, Guillaume Ferluc, la messa in latino, lungi dall'essere qualcosa di snob e intellettualistico, è molto più vicino ai “poveri” che stanno a cuore a papa Francesco.
Il pellegrinaggio si terrà dal 24 al 27 ottobre e prevederà una messa in San Pietro e una via crucis per le strade di Roma. Vatican Insider ha intervistato il presidente del comitato organizzatore, Giuseppe Capoccia.


Come vede il popolo del Summorum Pontificum l'elezione di Papa Francesco e i suoi primi mesi? 
“Come tanti cattolici, abbiamo vissuto con sconcerto la rinuncia del nostro amatissimo Papa Benedetto. Ed anche per noi è stata una sorpresa l'elezione di papa Francesco che pochissimi sino a quel momento conoscevano. Siamo stati, dunque, molto attenti ai suoi gesti ed alle sue parole. E le sue parole ci hanno subito rassicurati e confortati: ha parlato del diavolo che opera contro di noi ma che non può nulla contro la misericordia di Dio, ci ha invitati a non perdere la fiducia nell'amore di Dio, ci ha chiamati a 'uscire' dalla nostra routine per andare incontro alle periferie dell'umanità; a non diventare una sorta di collezionisti di antichità, o di novità'”. 

Cosa pensate del suo stile liturgico? Il suo pontificato andrà  in direzione opposta a quello di Benedetto XVI? 
“Sarebbe ipocrita nascondere che se per un verso le parole di papa Francesco ci danno coraggio, alcuni suoi gesti ci lasciano spiazzati e comprendiamo anche coloro che esprimono disagio. Tuttavia, da persone sensibili alla tradizione, dunque al tempo lungo, non ci facciamo ingannare dal tempo breve: Papa Francesco viene da una cultura liturgica e pastorale diversa da quella romana, ed occorre del tempo perché possa introdursi nel clima della tradizione liturgica pontificale. D’altra parte, non bisogna pensare che la liturgia si possa ridurre ad una questione di stili celebrativi, oltre i quali debbono sempre prevalere la solidità e la consistenza teologica del rito”. 

Quindi per ora sospendete il giudizio... 
“Ogni Pontificato esprime proprie specificità; e se Papa Benedetto considerava il crollo della liturgia come causa e segno del crollo della Fede, non ci sembra che Papa Francesco si muova in direzioni differenti: basti considerare che l’ampio risalto dato, col permesso del Papa stesso, alla sua Messa quotidiana in Santa Marta risulta efficace monito per tutti i cattolici, presbiteri e laici, a prendere piena coscienza che solo l’Eucaristia è fonte dell’evangelizzazione”. 

Altre espressioni del mondo tradizionalista sono state molto critiche con Papa Francesco, a cominciare dai lefebvriani. Cosa rispondete? 
“Abbiamo letto e ascoltato incomprensioni e inquietudini provenienti da alcuni settori del mondo tradizionale. Spesso, dobbiamo dirlo, si è trattato di reazioni fondate su false informazioni. Quanto ai lefebvriani, le dichiarazioni ufficiali ci sono sembrate piuttosto riservate e prudenti. Non ci stupisce poi che qualcuno si sia lasciato andare a commenti più duri, ma forse occorre ricercarne le motivazioni nelle dinamiche interne alla Fraternità, piuttosto che in una reale diffidenza nei confronti del Santo Padre. 

Quante persone vi aspettate al pellegrinaggio di quest'anno? 
“Speriamo di accogliere 3000 persone per il sabato, giorno della processione e della Messa in San Pietro e di far giungere oltre 500 pellegrini da fuori Italia per i tre giorni del pellegrinaggio. Avremo un'idea più precisa a fine giugno quando presenteremo il programma ufficiale”. 

Cosa volete comunicare al mondo cattolico in generale con la vostra iniziativa? 
“Per anni, i fedeli e i sacerdoti legati alla tradizione liturgica della Chiesa sono stati ghettizzati e trattati con disprezzo se non con astio: sono stati confinati nelle periferie della Chiesa dalle quali occorreva tenersi alla larga. Desideriamo contribuire alla guarigione definitiva delle ferite provocate durante questi anni di persecuzione e di ingiustizia e ci sembra opportuno farlo senza rivendicazioni, ma inserendoci nella dinamica nuova alla quale ci chiama la Chiesa. Intendiamo essere testimoni, nella gioia e in spirito di servizio, dell’unità della Chiesa”. 

Sarà possibile continuare il vostro percorso con papa Francesco? 
“Nel contesto particolare del nuovo Pontificato, desideriamo pure illustrare quanto la forma straordinaria del rito romano sia uno strumento adattissimo alla riscoperta della povertà alla quale ci richiama Papa Francesco: inginocchiarsi, supplicare, tacere, confessare sono quattro attitudini caratteristiche sia della Messa tradizionale sia della povertà di spirito. Non solo: la riscoperta di ciò che san Francesco diceva della liturgia – non dimentichiamo che fu proprio lui a portare il Messale romano fuori dalla corte pontificia – potrebbe far comprendere ancor meglio la povertà cristiana, l’essere poveri in spirito, quasi mendicanti di Cristo che ci viene incontro nella liturgia e non ci priva del Suo splendore, aprendoci le porte del Cielo, dov’è la vera ricchezza: non è un caso se l’ultimo Santo a celebrare la Messa tradizionale per tutta la sua vita è stato proprio Padre Pio, specchio fedele di san Francesco”.

25 commenti:

  1. D'accordissimo. Il Papa e' il maestro e custode della Fede e il legame visibile con Nostro Signore che designo' Pietro - e in lui i successori fino al Suo Ritorno Glorioso - a suo vicario.
    Altro non c'e' da aggiungere, altro non ci chiede la Fede cattolica.
    Antiquario

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    1. ma chi lo decide cosa ci chiede "La fede cattolica"? Tu?

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  2. Questo portavoce mi ricorda un pò il cane di Mustafà.
    Interviste come questa mi aprono gli occhi sull'esistenza di tradizionalisti che soffrono della sindrome di Stoccolma.
    Non sarà di certo la sviolinata del portavoce di turno a far cambiare i piani di Bergoglio e degli altri porporati che hanno imprigionato Benedetto.
    Meglio rimanere coerenti, più dignitoso è non nascondere i propri sentimenti: schiena dritta e petto in fuori. Sono gli altri a doversi vergognare, non noi eternamente fedeli alla Chiesa di Roma.
    Per inciso, io quest'anno al pellegrinaggio non andrò e convincerò più di qualcuno a non andare. Non vado a lustrare le scarpe di chi ha usurpato il legittimo Sommo Pontefice recandogli pure tanta sofferenza con paragoni ingiusti ed intrighi infimi. Si fa più bella cosa a rimaner nei propri presidi, nelle parrocchie che vogliono strapparci a tutti i costi.

    Meo.

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    1. Concordo. A loro le chiese a noi la Fede.

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    2. Non sono i tradizionalisti ad essere otili a chicchessia, sono in pontenfici del post-concilio ad essere (più o meno) ostili alla tradizione.

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    3. Signor Meo lei sta assolutamente delirando, consulti immediatamente un medico.

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    4. Va bene Raphael, prenderò appuntamento per il 26 Ottobre che ho giornata libera.

      Meo

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    5. Concordo pure io. Non ci andrò neppure io quest'anno. L'anno scorso ho portato un bel gruppo di persone. Quest'anno vado altrove.

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    6. Meo, Benedetto non è in prigione. Nessuno ha usurpato il suo Trono. Lui ha dato le dimissioni (valide) perché si è accorto che il suo pontificato è stato un fallimento politico totale e lui non aveva gli "attributi" manageriali adatti per tenere a bada la fila di carogne di cui (si) era circondato.
      Certo che se un Papa passa il suo tempo a viaggiare e un altro Papa a scrivere libri, è ovvio che i lupi vaticani affilano le zanne sul vuoto di potere!

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    7. schiena dritta e petto in fuori. Ma come parli? Ma come vivi?

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  3. Parole molto equilibrate e intelligenti che condivido in pieno.
    E' importante dimostrare la nostra lealtà e fedeltà al Santo Padre perchè ha bisogno anche delle nostre preghiere, della nostra forza e del nostro coraggio così come noi abbiamo fortemente bisogno di Lui, il dolce Vicario di Cristo in terra, la nostra guida nel mare tempestoso della modernità.

    Giacomo

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  4. Ma chi è sto Ferluc? E chi gli ha dato la patente di parlare a nome di cosa??? Mah. Sempre più dubbi su quell'evento...

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    1. Guillaume Ferluc è colui che si è fatto carico della maggior parte degli oneri organizzativi del Pellegrinaggio dell'anno scorso. Ha tenuto i contatti con la Basilica, con la stampa, con le autorità di pubblica sicurezza; ha organizzato la processione, ha curato la comunicazione, ha coordinato i gruppi che giungevano a Roma, e ha fatto moltissime altre cose, ivi inclusa la bassa manovalanza, che sarebbe lungo menzionare. Non so se questo gli conferisca qualche titolo particolare, ma sono certo che gli attribuisce molti meriti.
      Marco Sgroi

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    2. Ha ragione Marco ! Abbiamo tutti ammirato l'impegno di Guillaume Ferluc in occasione del precedente Pellegrinaggio e, almeno idealmente, gli dobbiamo un GRAZIE !

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  5. Os "tradicionalistas" têm razão de manifestar inquietação diante de atitudes e palavras do bispo de Roma, que, por ocasião de sua eleição, demonstrou ter uma concepção heterodoxa do papado. Não somos hostis ao bispo de Roma, antes pelo contrário, queremos que ele exerça o sumo pontificado, o poder que lhe foi conferido, sem demagogia nem heterodoxia, para o bem de toda a Igreja. Quem acusa os "tradicionalistas" de ser hostis na verdade é um adulador da autoridade, mesmo que esta não esteja correta.

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  6. Très bien, Monsieur Ferluc, tout va bien, Madame la Marquise. Applaudiamo all'iniziativa, e prendiamo atto dell'attesa dell'oceanica massa di 3.000 persone. Quasi una "convenscion" (è neo-italiano) di una media azienda. Il suo entusiasmo, e quello dello sconosciutissimo, almeno nell'ambito tradizionalista, portavoce Capoccia, per il nuovo Pontefice, ammesso che Lui si ritenga tale, ci muove a commozione, nonostante, come tradizionalisti (eh sì, benché la cosa vi disturbi, esistiamo ancora), continuiamo a chiederci, ad esempio ma non solo, come mai il nuovo Vescovo di Roma si ostini a non inginocchiarsi ove sarebbe liturgicamente previsto, persino dal dissacrato novus ordo, o perché abbia rinunciato all'oro e all'argento dei simboli sacri destinati ad onorare non il Papa, ma Nostro Signore (il bravo Franco Cardini ha definito l'atto "teologicamente senza senso"). Ma forse sono solo dettagli...
    Poi, caro Monsieur Ferluc, caro Signor Capoccia, nel prendere atto che voi siete i "tradizionalisti buoni", quelli "non ostili" al futuro Beato Francesco - immagino che, ad esempio, quelli della FSSPX siano i "cattivi" - mi auguro vivamente che nel corso della vostra ottobrata romana, a cui auguro ogni successo, dedichiate qualche pensiero alla perdurante ostilità della stragrande maggioranza dei Vescovi alla Liturgia e alla Dottrina di sempre; al cupo "spirito del concilio" che continua ad ammorbare la pastorale delle parrocchie, ormai in preda al modernismo più sfrenato e alla resa più totale alla "morale" laicista, omosessualista, democratica e progressista; a "presuli" come Bagnasco che si prestano, come i "preti costituzionali", a cerimonie degne delle "messe repubblicane" alla Dea Ragione durante il Terrore, profanazioni comprese; al dilagare delle sette - sì, citiamone pure alcune: neocat, rinnovamento nello spirito, pentecostali - portatrici di eresie protestantiche, giudaizzanti e neo-gnostiche. Ma voi siete, appunto, i "tradizionalisti buoni", quelli sottomessi, quelli che accettano incondizionatamente il concilio, quelli che credono alla favoletta, indimostrata e indimostrabile, della "continuità". In un vecchio film western, alcuni indiani collaborazionisti, arruolati come scout nell'esercito yankee e poi scacciati perché non più necessari, protestavano dicendo: "ma noi siamo gli indiani buoni".
    Fate pure, caro Monsieur Ferluc, caro Signor Capoccia, la vostra gitarella romana, ma non pensiate di rappresentare i tradizionalisti. Voi state alla Tradizione come don Gallo stava alla Chiesa.

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  7. Piu' a quello che dice, e' necessario studiare ciò che fa Bergoglio. E non e' assolutamente confortante. Indossa paramenti privi di ogni segno religioso, quasi celebrasse un rito laico. Non si inginocchia mai davanti al Santissimo ( anche alla processione del Corpus Domini , l' inginocchiatoio predisposto per lui e' rimasto inutilizzato). Questo non dimostra che lui non crede nella transustanziazione? E dovremmo non essere ostili ad un pontefice che, invece di custodire la Fede, intende demolirla?
    Stefano Viola

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    1. Non conosci i suoi problemi alle gambe?
      Non sai che l'abito liturgico (non paramento) non è una tappezzeria su cui pitturare o ricamare di tutto?
      Non sai che la genuflessione non fu mai praticata fino al medioevo, quando nasce imitando il gesto di sottomissione del vassallo al feudatario (mondanità spirituale)?
      Se per te è sufficiente per dimostrare che il papa non crede alla transustanziazione, dovresti metterti alla ricerca di quel poco di intelligenza e carità che ti sono rimaste.

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    2. Uff che noia tutte ste storie sui problemi alle gambe. Aveva le ginocchia così anchilosate che ha camminato tutta la processione. Invece a baciare i piedi al carcere minorile si é inginocchiato per bene! Ma perché poi bisogna fare i troll insultando la gente? Saluti

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  8. Molti commenti sconfortati e sconfortanti sono molto comprensibili e tristemente mi viene da dire: "anche voi avete le vostre ragioni!".
    Ragioni che ci stanno tutte e sono molto condivisibili, scartando forse le più estreme e offensive che purtroppo compaiono, se non quasi sempre, molto spesso.
    Però vi chiedo di rispondere sinceramente, soprattutto ai più aspri critici: dal 7 luglio 2007 cosa è cambiato?
    Alcuni potrebbero semplicemente e dissacratoriamente dire: "niente!" ma mentirebbero spudoratamente!
    Cerchiamo di essere onesti intellettualmente!
    Quella per la liturgia (e anche per una formazione catechistico-dottrinale) tradizionale è una guerra lunga e lenta, spesso da combattersi in trincea, una guerra di posizione dove si combatte su un confine molto sottile.
    Fino al 7 luglio 2007 quante erano le Sante Messe tridentine in Italia e in Europa?
    Quanti erano i giovani e soprattutto i giovani sacerdoti a conoscenza di questo sacro rito gettato nel dimenticatoio da cinquant'anni?
    Pensavate fosse possibile rivedere la celebrazione nella forma straordinaria in San Pietro fino a qualche tempo fa?
    Non siamo degli illusi, degli eterni ottimisti, degli sciocchi che ad una rondine gridano primavera!
    Cerchiamo di essere realisti: questa guerra è difficile, è lenta, alcune sono state le battaglie vinte e altre quelle perse. Ci stà, è normale!
    Però cerchiamo di non combatterci fra di noi!!
    Cerchiamo di avanzare uniti, cerchiamo di coordinarci, di essere coesi perchè buona parte dei nostri successi si basa proprio su questa unione.
    Bisogna lavorare proprio come lavorarono i nostri nemici modernisti che cambiarono tante cose non da fuori (ci hanno messo secoli a capirlo!) ma da dentro la chiesa infiltrandosi nei posti chiave con le persone che contano e sostituendo piccoli mattoncini gradualmente e lentamente, senza dare troppo nell'occhio!
    Così dobbiamo lavorare noi: fedeli al Papa che è la nostra guida, fedeli alla Tradizione che è la nostra bussola, fedeli alla Chiesa che è la nostra Madre!
    Ma dobbiamo lavorare con carità! Senza aggredirci fra di noi e spesso senza nemmeno aggredire il "nemico" perchè così facendo lo faremo passare dalla parte del giusto! Il nemico tante volte lo si combatte più con i fatti che con le parole!
    Questo blog è pieno di parole, molte anche orribili, e quando c'è da tirarsi sù le maniche e passare ai fatti (come per esempio il pellegrinaggio del Summorum, al quale purtroppo io lo ammetto non ho potuto partecipare!) ci si tira indietro per questo e quest'altro motivo...
    Non vi piace, non avete tempo, non siete daccordo, vi stanno antipatici? ok, ci può stare, ma almeno non mettete il bastone fra le ruote a chi si impegna e ci mette del proprio tempo, soldi, passione, dedizione, ... per cucire ed edificare perchè grazie anche ai loro sacrifici molti di noi possono ancora assistere settimanalmente alla Santa Messa nella forma straordinaria!
    Pensate che il muro contro muro possa migliorare le cose? Io penso onestamente di no!
    Siate più misurati nella critica a persone che probabilmente nemmeno conoscete e che si sforzano di fare del bene, anche nel nome di chi usufruisce del Summorum Pontificum e poi viene qui a sproloquiare!

    Con amicizia,
    Giacomo

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  9. Siete solo degli ignoranti. Voi non adorate il vero Dio, fatto uomo in Gesù, voi adorate voi stessi, nella vostra vana ricercatezza.
    Cos'ha che non va il modo di celebrare di Papa Francesco?
    Lui è un uomo di Dio, basta guardarlo con che serietà e con che raccoglimento, con che spirito di adorazione e con che partecipazione celebra.
    Qual è il problema? Oh, pardon, non indossa pizzi, merletti e broccati!
    Papa Francesco è una persona intelligente, perché ha mantenuto Marini come cerimoniere, e Marini è altrettanto intelligente perché non si è dimesso, come avreste fatto voi; non ha detto: oddio! Non vuole la mozzetta! Orrore!
    Papa Francesco celebra con una sobrietà davvero romana (una delle caratteristiche del rito romano è proprio la sobrietà), secondo le rubriche, secondo quella nobile semplicità che lui ha invocato; non è uno di quei preti sbarazzini che deformano la liturgia.
    Non canta? Beh, gli manca un pezzo di polmone e ha ammesso di essere stonatissimo.
    Perché nella Chiesa le differenze arricchiscono, come ha detto il Papa a mons. Padovano a proposito di Marini.
    In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas.

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  10. Tradizionalisti non ostili a PAPA Francesco è una contraddizione in termini.

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