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giovedì 23 maggio 2013

Il Nuovo Annuario pontificio: le "novità" del Vescovo-di-Roma Francesco e il Papa emerito

Interessante articolo tratto da Diario Vaticano, che analizza il nuovo annuario pontificio del 2013.
Ne riportiamo solo la prima parte, inerente a questioni più affini al nostro blog e per cui un po' storciamo il naso, pienamente consapevoli e convinti che per alcune questioni la forma è sostanza. 
Positive i riscontri sulla crescita dei cattolici e dei preti. 
ps. Comunque avevamo , ahinoi, ragione!
Roberto

 Le carte d'identità dei due Papi
da Diario Vaticano di Sandro Magister, del 23.05.2013

CITTÀ DEL VATICANO, 23 maggio 2013 – Con due mesi di ritardo rispetto alla tempistica tradizionale è stata finalmente pubblicata l’edizione 2013 dell’Annuario Pontificio, la voluminosa pubblicazione che costituisce una sorta di who's who della Santa Sede e di tutta la Chiesa cattolica, almeno nella sua componente gerarchica. 

Questo ritardo rispetto ai tempi canonici è senza dubbio dovuto all’inattesa rinuncia di Benedetto XVI, annunciata l'11 febbraio, e al successivo conclave che ha visto l'elezione del nuovo papa il 13 marzo.

Lo scorso anno, infatti, come tradizione, Benedetto XVI ricevette in anteprima l’edizione 2012 dell'Annuario il 10 marzo. Mentre invece quest’anno papa Francesco l’ha avuta tra le mani solo il 13 maggio.

Aldilà della tempistica, il nuovo Annuario non manca di quelle sorprese che caratterizzano l’attuale pontificato.

*

La principale riguarda proprio il titolo con cui papa Francesco ha scelto di autodefinirsi.

Fin dall’inizio del pontificato egli ha scelto di chiamarsi quasi esclusivamente "vescovo di Roma". E questa preferenza è stata ben evidenziata anche nella parte iniziale del nuovo Annuario, le cui pagine, come al solito, sono numerate con cifre seguite da un asterisco (*) e comprendono l’elenco storico dei papi e la composizione del collegio cardinalizio.

Nella pagina 23* della scorsa edizione Benedetto XVI veniva indicato non solo come "vescovo di Roma" ma anche come "Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Primate d'Italia, Arcivescovo e metropolita della provincia romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, Servo dei Servi di Dio".

Quest'anno invece, nella stessa pagina, si trova solo la dicitura, su due righe, "Francesco / vescovo di Roma", mentre tutti gli altri titoli, assieme alle usuali brevi note biografiche, sono nella pagina successiva, la 24*, che nel 2012 era lasciata bianca.

Il nuovo papa non ha quindi rinunciato a nessuno dei titoli classici che gli competono, ma li ha voluti collocare visibilmente in secondo piano.

E nello stesso tempo non ha voluto reintrodurre per sé il titolo di “patriarca dell'Occidente” che già papa Joseph Ratzinger aveva cancellato all’inizio del suo pontificato, provocando malumori nell’ortodossia visto che è proprio il titolo che gli orientali sono disposti a concedere al vescovo di Roma.

Quest'anno, poi, nel retro della pagina con lo stemma del papa regnante non sono raffigurate, come avveniva prima, le due facce della medaglia ufficiale del pontificato.

Inoltre, sotto la foto-ritratto del pontefice c'è ora la sua firma con il solo nome "Francesco" in italiano, mentre con papa Ratzinger la firma era in latino e con la specifica del titolo papale: "Benedictus PP XVI".

*

C'era anche la curiosità di vedere come sarebbe stata trattata la figura, inedita per l'Annuario, di un pontefice che ha rinunciato all'incarico. La risposta si trova proprio all’inizio del corpo principale dell’Annuario, a pagina 1, dove Benedetto XVI viene definito "sommo pontefice emerito".

Viene così ufficializzato il termine equivalente di "papa emerito" che era stato già usato nel telegramma del collegio cardinalizio del 5 marzo e nel comunicato della sala stampa del 2 maggio in cui si dava notizia del rientro di Ratzinger in Vaticano.

E ciò nonostante che da più parti si sia cercato di dimostrare la maggiore congruità dell'uso del titolo di "vescovo emerito di Roma", se non altro per evitare l’impressione che nella Chiesa possano esserci “due papi”, con il conseguente disorientamento dei fedeli.

In questo senso, tra altri, era intervenuto con un dotto articolo su "La Civiltà Cattolica" il padre gesuita Gianfranco Ghirlanda, illustre canonista, consultore dell’ex Sant’Uffizio e già rettore della Pontificia Università Gregoriana.

Più di recente lo ha fatto in modo più diretto, con una lettera al "Corriere della Sera", don Dario Vitali, ordinario di ecclesiologia – ma non gesuita – sempre alla Gregoriana.

*

Queste sono le due novità principali del nuovo Annuario Pontificio, alle quali ne va aggiunta un’altra che balza subito agli occhi, sfogliandolo.

(continua a leggere qui)

21 commenti:

  1. Certi Papi Dio li dona, certi altri li tollera, altri invece li infligge....

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    1. Questa volta (Dio) ha esagerato.

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    2. E' la teoria di De Mattei.

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    3. Molto più semplicemente, i cardinali hanno scelto la persona sbagliata (non venite con la solita solfa "Eh ma è lo Spirito Santo che sceglie il papa", perché non è così. Lo Spirito Santo può ispirare o meno i cardinali, i quali possono accettare o no la sua ispirazione. Ma il papa lo scelgono i cardinali. Questa era la spiegazione che diede l'allora cardinale Ratzinger in un'intervista, che trovate anche con Google. Pure il cardinale Siri diceva: "Iddio aiuta con la Sua grazia, ma vuole che facciamo la nostra parte").

      Detto ciò, Bergoglio è stato eletto soltanto affinché non venisse eletto Scola, il quale avrebbe fatto a Roma ciò che ha fatto a Milano: svuotare la Curia e riempirla di suoi fedelissimi, in modo da manovrarli agevolmente. Da qui si capisce perché Bertone e Re avessero tanto il dente avveletato contro Scola.

      E allora perché eleggere proprio Bergoglio? Perché non ha nessun sapore, non sa niente della Curia, non ha alcun padrinaggio e non sa niente di come funziona il Vaticano: insomma: il candidato ideale dei curiali, affinché possano continuare indisturbati a farsi i fatti loro.

      Basta poco, anche solo un conclave guidato da vecchi rancori, per distruggere opere e progetti durati anni (vedi le liturgia di Papa Benedetto).

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    4. lei la sa proprio lunga...

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  2. Abbiamo l'ufficialità, dunque.
    Nell'Annuario Pontificio l'unico ad avere il titolo di Sommo Pontefice - seppur emerito - è il Nostro amatissimo Benedetto XVI. Ai tanti che mi hanno offeso in questi mesi voglio dire: che vi serva da lezione! Si è cattolici badando all'ordinamento ecclesiastico di sempre, quello retto dal diritto canonico e non stando appresso agli eventi mediatici e ai teatrini di Porta a Porta. Viva il nostro grande Papa Benedetto XVI!!

    Meo.

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  3. Il post appena pubblicato “ A castigo per tutti i peccati di quei tradizionalisti …”
    speriamo che non sia riferito anche a Meo ...

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  4. Finalmente sappiamo che "meo" non sa leggere:

    "tutti gli altri titoli, assieme alle usuali brevi note biografiche, sono nella pagina successiva, la 24"

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    1. So leggere benissimo. Nella pagina di Bergoglio c'è scritto solo vescovo di Roma, in quella successiva ci sono tutti i titoli del Romano Pontefice ma NON C'E' il nome di Bergoglio. Ergo, non è il Papa. Il Papa resta il Il Nostro amato e Santo Padre Benedetto XVI. Se non vuoi riconoscere l'irregolarità del conclave, almeno abbi la ragionevolezza di accettare l'evidenza: il tuo "papa" non è papa perchè non vuole essere papa.

      Meo.

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    2. Non voglio essere mancante di fiducia e di carità nei confronti di Meo che scrive " Viva il nostro grande Papa Benedetto XVI!!"
      Mi chiedo se Meo è degno di inneggiare al passato Papa oppure è uno ( dei tanti ) che lo fanno soltanto ora ?
      A questo sarà dedicato un post specifico che , per motivi di spazio, è stato sospeso per qualche ora.

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    3. Caro il mio Anonimo, io quando vidi Benedetto XVI affacciarsi dal balcone quel giorno di Aprile esultai come per un gol nel derby. Negli ultimi anni wojtyliani mi ero allontanato moltissimo dalla Chiesa, schifato dalle orchestrine tirate su dagli avvoltoi curiali che s'avventavano sul suo cadavere. Sin dai primi passi del Pontificato quella - un pò sciocca,lo ammetto - simpatia "partigiana" che provavo per Ratzinger si trasformò in autentico ed inalterabile amore per il Santo Padre Benedetto.
      Sono uno di quelli che l'ha difeso contro tutto e contro tutti: all'inizio l'ho difeso con le unghie e coi denti da chi si auspicava Martini, dalle vedovelle che gridavano al "pastore tedesco", dai voyeuristici pervertiti che calunniavano su Padre Georg, dai falsi crociati della satira come Crozza e Fiorello, dalle infamanti ricostruzioni sul passato nazista. Poi, col passare degli anni, l'ho cominciato a difendere dagli integralisti pazzoidi; quelli per cui non era mai abbastanza, che volevano tutto e subito, quelli a cui i SP non bastava, quelli che reclamavano la tiara, che invocavano la testa di Marini e Palombella, che si lamentavano per Ravasi, che lo tacciavano di tradimento per Assisi. Io con questo mondo di pazzi non mi mischio: preferisco definirmi ratzingeriano piuttosto che "tradizionalista" se devo essere messo al pari di certi - e non tutti, per carità! - rifiuti neonazisti che si barricavano dietro quest'estremismo irrazionale per sfuggire all'emarginazione politica.
      Adesso che ti rispondo, ascoltando una canzone che parla di "Best days", penso davvero a quei giorni migliori e mi viene quasi il magone se torno indietro con la memoria e ripercorro questi anni con Benedetto. E' difficile spiegare cosa ho provato a Castel Gandolfo dopo quel "Buonanotte" profetico, nel vedere la sagoma bianca che si ritirava pochi metri sopra la mia faccia, per sempre.
      Ma so che qui sopra non si può cedere al sentimentalismo, qui si bada al sodo: canoni, definizioni teologiche, regole morali, liturgia e quant'altro.
      Però è il cuore che batte sulla tastiera e scrive per me, non la testa come qualche volta avviene o - e questo più spesso - lo stomaco.
      Il fatto che in questi anni tante volte a Benedetto sia stata tirata la mantellina da destra, mi rende ancora più orgoglioso di averlo avuto e di averlo ancora oggi - seppur prigioniero - sul Soglio Pontificio. Me ne frego, tanto per usare un'espressione a loro tanto cara, delle lacrime di coccodrillo di quelli che ora rabbrividiscono davanti a Bergoglio e poi fino a ieri vomitavano merda sul Grande Benedetto perchè si era permesso di ricordare il Concilio.
      No, caro Anonimo. Sono disposto a passare su tutto, qualsiasi insulto mi possa piovere addosso, ma certo non tollero che tu mi cali nel mucchio dei raztingeriani ritardatari.
      Viva, ieri come oggi e come sempre, il Nostro Amatissimo Santo Padre Benedetto XVI, MIO PRIMATE, MIO SOVRANO, MIO VESCOVO, MIO ARCIVESCOVO E METROPOLITA, Successore del Principe degli Apostoli, Vicario di Cristo.

      Meo.

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    4. Bella risposta, che pare uscire ex corde.
      Noi vigiliamo sempre sui "ratzingheriani" cercando di discernere quelli che dicono "Signore, Signore..." e quelli che hanno in cuore, come pare sei tu, il vero affetto per BXVI e per la chiesa di Cristo ora guidata dal Successore di Pietro Papa Francesco.
      Pax !

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  5. Pur avendo dubbi su Francesco, Sommo Pontefice (se a lui non piace, pazienza, ma lo è e, casomai, esiste tuttora l'istituto delle dimissioni) ritengo corretto non si esageri nelle critiche: i titoli, seppure in altra pagina, sono presenti. Lo giudicheremo dai fatti ad oggi noto parole buone e altre meno, ma soprattutto parole.

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  6. Questo Pontefice anche se molti di voi non lo considerano tale, ha reso logico cio che per secoli fu ignorato a causa di quella Chiesa Trionfante che ormai era vecchia e stanca che prima di tutto il Sommo Pontefice e' Vesco di Roma, poi seguono le altre pappardelle che sono secondarie. Il suo diritto al Pontificato gli viene dal fatto che e Vescovo di Roma; Benedetto XVI nella sua rinuncia indico "declaro me ministerio Episcopi Romae" e poi elenca il resto. Mettetivi il cuore in pace, la Chiesa Trionfante e' finita; umilta,poverta, castita, devono essere le prime virtu di ogni rappresentante del Signore e della sua Santa Chiesa.

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    1. Presuntuoso,come tutti i modernistg.E destinato,in futuro,a rosicare e tramare sottobanco quando la ruota girerà di nuovo.Godi ora,non durerà sempre. Non stabilisci tu cosa deve essere un Papa.E nemmeno Francesco. E non mistificare la verità a tuo piacimento.Benedetto XVI nel saluto di congedo di Castelgandolfo disse che decadeva da SOMMO PONTEFICE.Al mondo cattolico serve un Papa,non un vescovo di Roma

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    2. L'Antipapa Bergoglio (vicino alla Teologia della Liberazione) ha fatto e sta facendo solo danni, auspica l'invasione islamica africana in atto, mette sullo stesso piano il pedofilo combattente e criminale assatanato Maometto a Gesù il Cristo, mette sullo stesso piano Cristianesimo e Islam (l'ideologia che ha fatto circa 270.000.000 di morti), sta cambiando la Chiesa Cattolica in una chiesa mondialista vicino ai mondialisti Obama, Clinton, Soros.
      Non Lucifero ma Antipapa.
      W Papa Benedetto XVI

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  7. bho..sono cattolica e praticante e leggo certi commenti che nemmeno su di un sito ateo se ne troverebbero di migliori.. complimenti...

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  8. Io personalmente sono molto sereno. Il Papa emerito se ne stà in silenzio, muto e invisibile; il Papa non emerito, preferisce non occuparsi dell'incarico papale, ovvero nè del suo ministero di primate d'italia e meno ancora di questioni riguardanti l'intera cattolicità. Ha nominato un gruppo di consultori che non servono a niente e poi si è dato a ricevere squadre di pallone, a giocare con la papalina, e ad irrogare benedizioni silenziose. Io che sinceramente avrei auspicato (vista la condizione tragica della chiesa tutta e della curia romana) un Papa che avesse continuato l'opera assai difficile e coraggiosa del precedente, prendo atto che Francesco Vescovo di Roma questo incarico non lo vuole svolgere. Lui si occupa della sua diocesi esattamente come fanno tanti altri vescovi. Siccome io sono di altra diocesi, più che leggere le rassegne stampa a titolo informativo non vedo cosa altro dovrei farmene delle iniziative del Vescovo di Roma. Ha riconfermato Bagnasco altri svariati annetti pur se era finito il suo mandato, ha tenuto dov'erano tutti i papaveri della curia, compreso Bertone e l'intera Segreteria di Stato che è in prorogazio pluriennale e per il resto mi pare che il suo magistero ordinaro si limiti a qualche tweet su internet e qualche omelia abbastanza sconclusionata a Santa Marta. Ora la questione è che il Vescovo di Roma è anche Papa e viceversa, ma se uno eletto a Vescovo di Roma il Papa non lo vuole fare, nessuno lo può costringere, e men che meno io. Quindi se
    ...Cescone (alla bbona.. tanto lui è uno alla mano) non vuole fare il Papa, io ne prendo atto e mi limito a dare seguito al magistero ordinario della mia diocesi, quella di Roma non mi riguarda. Dico di più... in attesa che la cattolicità (che a mio avviso ha bisogno di un Papa molto più che del Vescovo della diocesi di Roma) possa nuovamente avere la benedizione di un vescovo di Roma che voglia essere Papa,
    prego per la chiesa tutta e pure per il Vescovo di Roma che poverino soffre a dover occupare un posto che non vorrebbe occupare.
    Ufficialmente comunque la Chiesa il Papa ce lo ha, (è stato annunciato e l'ho sentito....in San Pietro Francesco... habemus papam è stato proclamato) anzi ne ha due, quindi tranquilli e pazienza, le vie del Signore sono infinite e dimesso un Vescovo di Roma se ne fa un'altro.

    PS: siccome i vescovi vanno in pensione a 75 anni
    e Cescone ne ha 77 non è che magari sarebbe il caso che si dimettesse anche lui? non mi sembra democratico, nè umile, nè egualitario che un Vescovo di chessò... Milano a 75 anni debba dimettersi e un Vescovo di Roma no, certo ha molti impegni, ma non preoccupatevi, c'è il buon Bagnasco che può sostituirlo quale primate d'italia, nei casi importanti come ad esempio il funerale di Don Pollo....oppss scusate gallo... quello della canna libera, quello che canta bellaciao al postcommunio, quello che voleva il papa gay e che fece il calendario del travesta.

    Bagnasco lo ha definito "un fratello" ed officiando il funerale in veste di Presidente
    della Conferenza Episcopale Italiana presiede anche a nome e rappresentanza del Vescovo di Roma, che è troppo impegnato e che poi non si interessa della diocesi di genova e poi ha da ricevere in udienza in vaticano le squadre di serie A (speriamo che riceva anche quelle di B che è secondo me una dimostrazione di maggiore umiltà e senso del servizio)

    Forza Francè... mannace n'antro twitte!!!!

    Bertoldo

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    1. D'accordo quasi in toto con Bertoldo.
      Se il conclave è irregolare, lo è anche l'habemus papam di conseguenza.
      Poi non mi piace ironizzare sui morti, la trovo un'usanza barbara che ben si adatta alla meschina società odierna. Il giudizio su Gallo non cambia con la morte ma è inutile infierire. Trovo - questo si - vergognoso che il capo della Cei si prenda la briga di celebrare il funerale di un prete contraddistintosi per la sua disobbedienza sull'onda mediatica di commozione che la sua morte ha scatenato tra i nemici della Chiesa.
      Quanti poveri preti rimasti in sordina, diligentemente obbedienti anche alle peggiori porcate comandate dalla Curia muoiono ogni giorno senza avere l'onore del capo dei Vescovi che celebra il loro funerale. Tanto vale allora disobbedire alle gerarchie per tutta la vita onde garantirsi un premio così grande alle esequie.
      Per il resto, grande intervento Bertoldo!

      Meo.

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  9. Mettere in discussione il Conclave, l'Habemus Papam non solo è frutto di crassa ignoranza teologica e canonica, ma di una grave mancanza di fede. Questi cari signori che scrivono cose del genere NON sono cattolici, hanno una LORO idea di Chiesa e non conoscono la MODERNITA' di Benedetto XVI fossilizzandosi solo sul Motu Proprio Summorum Pontificum ignorando che la S. Messa Tridentina da Sommo Pontefice NON l'ha mai celebrata, né in pubblico, né in privato.

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