Come dire: il Summorum Pontificum non è stato scritto per accontentare i tradizionalisti dell'ultima ora che hanno scoperto quasi per caso "il teatrino de riti antichi, il latinorum e i pizzi e merletti" (come accusano gli oppositori modernisti). Nè è stato promulgato solo per tendere una mano alla F.S.S.P.X.
Grazie alla conferenza e agli eminenti relatori intervenuti si è chiarito, una volta per tutte (e ora non si può dire che non si sapeva!) che dietro a questo importantissimo documento pontificio, che è Legge per tutta e in tutta la Chiesa Cattolica, c'è stato un grande lavoro, un grande studio e una grande "battaglia" basata su convinzioni, su fede e preghiere.
Due in particolare sono state le persone che hanno reso possibile questo "tempo di grazia" (così il Card. Castrillon Hoyos ha definito questo tempo di vigenza del Summorum Pontificum"): il Card. Stickler (esperto canonista, fu uno tra i porporati più attivi per la conservazione della liturgia antica, affermandone la legittimità come mai abrogata) e M. Davies (autore tra i più autorevoli sulla liturgia antica -e sulla sua promozione- e amico fraterno del Card. Ratzinger).
Grazie alla conferenza e agli eminenti relatori intervenuti si è chiarito, una volta per tutte (e ora non si può dire che non si sapeva!) che dietro a questo importantissimo documento pontificio, che è Legge per tutta e in tutta la Chiesa Cattolica, c'è stato un grande lavoro, un grande studio e una grande "battaglia" basata su convinzioni, su fede e preghiere.
Due in particolare sono state le persone che hanno reso possibile questo "tempo di grazia" (così il Card. Castrillon Hoyos ha definito questo tempo di vigenza del Summorum Pontificum"): il Card. Stickler (esperto canonista, fu uno tra i porporati più attivi per la conservazione della liturgia antica, affermandone la legittimità come mai abrogata) e M. Davies (autore tra i più autorevoli sulla liturgia antica -e sulla sua promozione- e amico fraterno del Card. Ratzinger).
I PRECURSORI DEL SUMMORUM PONTIFICUMIl cardinale Castrillon Hoyos parla del porporato Stickler e di Michael Davies
promotori del rilancio della liturgia antica
promotori del rilancio della liturgia antica
Un momento della conferenza |
Il pellegrinaggio del popolo Summorum Pontificum non si è concluso solo con un momento religioso, il pontificale in rito straordinario celebrato alla cattedra nella basilica di San Pietro dal prefetto del Culto Divino, cardinale Antonio Cañizares Llovera, e salutato da un messaggio del Pontefice ai fedeli, ma è stato seguito in serata da un momento più “laico”: una conferenza organizzata Centro Culturale Lepanto presieduto da Fabio Bernabei presso la sede di Russia Ecumenica a Borgo Pio: “Hanno vissuto nell’attesa del Summorum Pontificum: Cardinale Alfons Stickler (1910-2007) - Dott. Michael Davies (1936-2004)”.
Lo scopo era di commemorare due personalità che con la loro opera hanno posto le premesse per la successiva promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum.
“Le due personalità oggetto della riflessione di qualificati relatori, con il loro tenace impegno hanno sicuramente rappresentato degli autentici precursori di quel tempo di grazia che stiamo vivendo dal momento della concessione del Motu Proprio ‘Summorum Pontificum’ del Santo padre Benedetto XVI”, ha affermato il cardinale Dario Castrillón Hoyos, impossibilitato ad essere presente, nel messaggio che ha voluto inviare ai partecipanti.
Dopo la breve introduzione del presidente Bernabei, ha preso la parola il presidente della Federazione Internazionale Una Voce (FIUV), Leo Darroch, amico fraterno di Michael Davies, che ne ha ricordato le doti umane e intellettuali, e specialmente la sua attività di scrittore apologetico in difesa e promozione della liturgia tradizionale, che forse ne ha fatto “il più autorevole autore sulla liturgia e tradizioni della Chiesa degli ultimi 50 anni”.
In particolare, Darroch ha messo in risalto i profondi legami di stima e amicizia che lo legavano all'allora cardinale Joseph Ratzinger, il quale alla notizia della morte di Davies nel suo messaggio di cordoglio lo ricordava come “uomo di profonda fede … (che) ha messo tutte le sue energie al servizio della fede … e ci ha lasciato importanti pubblicazioni specialmente sulla sacra liturgia…Egli è veramente rimasto sempre un uomo della Chiesa… Perciò possiamo ben essere fiduciosi che il Signore gli abbia spalancato le porte del cielo”.
A seguire, un intervento del cardinale salesiano Raffaele Farina, che ha rievocato la figura del suo confratello, anch'egli salesiano, il cardinale Alfonso Stickler, come “fedele servitore della Chiesa e della scienza”. Anche se presto s’impose in campo internazionale come uno dei massimi esperti di diritto canonico, rimase sempre di carattere semplice e gioioso.
In sostanza, rimase sempre salesiano, fedele ai voti e agli ideali salesiani: l’Eucarestia, Maria Ausiliatrice, il Papa, e nel suo caso San Giuseppe, il suo santo preferito. “Questo nostro amico”, ebbe a definirlo nell’omelia del funerale il 14 dicembre 2007 Benedetto XVI, al quale il porporato era legato da profonda stima e amicizia.
Tra gli altri interventi il segretario della FIUV, Thomas Murphy ha ricordato agli ospiti la genesi e sviluppo della sua organizzazione, mentre quello di monsignor Ignacio Barreiro Carambula, direttore dell’ufficio romano di Human Life International, a causa del suo ricovero in ospedale, è stato letto da un suo confratello, padre Mark Hausmann. La FIUV opera a livello mondiale, dopo il suo grande sviluppo in particolare proprio a partire dalla promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum nel luglio 2007, e oggi è presente in 33 paesi nei cinque continenti.
Monsignor Barreiro è invece tornato a rievocare la figura del cardinale Stickler e del ruolo attivo che a suo tempo svolse in merito alla conservazione del rito antico, nel senso di praticare ciò che predicava, ossia proclamandone non solo la piena legittimità come rito mai abrogato, ma anche celebrandolo personalmente, come quando fece il 12 maggio 1996 di fronte ad oltre 4.000 fedeli nella cattedrale di New York su invito del cardinal John O'Connor.
Adrian Davies ha ricordato come suo padre, un convertito dalla chiesa anglicana, notasse la sensibile diminuzione delle conversioni nei decenni successivi alla riforma liturgica.
Tendenza che si è invertita proprio con il ritorno alla tradizione favorito dall’attuale pontificato. “Sono sicuro che mio padre sarebbe stato felicissimo di vedere la parziale riabilitazione del vecchio rito sotto papa Benedetto, che gli ebbe in grande stima come cardinale Ratzinger”, ha detto. “E mi rattrista molto che mio padre non sia vissuto abbastanza da vedere la sua elezione al soglio di Pietro. Lo starà certamente facendo ora da un posizione ben più privilegiata e con tutta la sua approvazione”.
Lo scopo era di commemorare due personalità che con la loro opera hanno posto le premesse per la successiva promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum.
“Le due personalità oggetto della riflessione di qualificati relatori, con il loro tenace impegno hanno sicuramente rappresentato degli autentici precursori di quel tempo di grazia che stiamo vivendo dal momento della concessione del Motu Proprio ‘Summorum Pontificum’ del Santo padre Benedetto XVI”, ha affermato il cardinale Dario Castrillón Hoyos, impossibilitato ad essere presente, nel messaggio che ha voluto inviare ai partecipanti.
Dopo la breve introduzione del presidente Bernabei, ha preso la parola il presidente della Federazione Internazionale Una Voce (FIUV), Leo Darroch, amico fraterno di Michael Davies, che ne ha ricordato le doti umane e intellettuali, e specialmente la sua attività di scrittore apologetico in difesa e promozione della liturgia tradizionale, che forse ne ha fatto “il più autorevole autore sulla liturgia e tradizioni della Chiesa degli ultimi 50 anni”.
In particolare, Darroch ha messo in risalto i profondi legami di stima e amicizia che lo legavano all'allora cardinale Joseph Ratzinger, il quale alla notizia della morte di Davies nel suo messaggio di cordoglio lo ricordava come “uomo di profonda fede … (che) ha messo tutte le sue energie al servizio della fede … e ci ha lasciato importanti pubblicazioni specialmente sulla sacra liturgia…Egli è veramente rimasto sempre un uomo della Chiesa… Perciò possiamo ben essere fiduciosi che il Signore gli abbia spalancato le porte del cielo”.
A seguire, un intervento del cardinale salesiano Raffaele Farina, che ha rievocato la figura del suo confratello, anch'egli salesiano, il cardinale Alfonso Stickler, come “fedele servitore della Chiesa e della scienza”. Anche se presto s’impose in campo internazionale come uno dei massimi esperti di diritto canonico, rimase sempre di carattere semplice e gioioso.
In sostanza, rimase sempre salesiano, fedele ai voti e agli ideali salesiani: l’Eucarestia, Maria Ausiliatrice, il Papa, e nel suo caso San Giuseppe, il suo santo preferito. “Questo nostro amico”, ebbe a definirlo nell’omelia del funerale il 14 dicembre 2007 Benedetto XVI, al quale il porporato era legato da profonda stima e amicizia.
Tra gli altri interventi il segretario della FIUV, Thomas Murphy ha ricordato agli ospiti la genesi e sviluppo della sua organizzazione, mentre quello di monsignor Ignacio Barreiro Carambula, direttore dell’ufficio romano di Human Life International, a causa del suo ricovero in ospedale, è stato letto da un suo confratello, padre Mark Hausmann. La FIUV opera a livello mondiale, dopo il suo grande sviluppo in particolare proprio a partire dalla promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum nel luglio 2007, e oggi è presente in 33 paesi nei cinque continenti.
Monsignor Barreiro è invece tornato a rievocare la figura del cardinale Stickler e del ruolo attivo che a suo tempo svolse in merito alla conservazione del rito antico, nel senso di praticare ciò che predicava, ossia proclamandone non solo la piena legittimità come rito mai abrogato, ma anche celebrandolo personalmente, come quando fece il 12 maggio 1996 di fronte ad oltre 4.000 fedeli nella cattedrale di New York su invito del cardinal John O'Connor.
Adrian Davies ha ricordato come suo padre, un convertito dalla chiesa anglicana, notasse la sensibile diminuzione delle conversioni nei decenni successivi alla riforma liturgica.
Tendenza che si è invertita proprio con il ritorno alla tradizione favorito dall’attuale pontificato. “Sono sicuro che mio padre sarebbe stato felicissimo di vedere la parziale riabilitazione del vecchio rito sotto papa Benedetto, che gli ebbe in grande stima come cardinale Ratzinger”, ha detto. “E mi rattrista molto che mio padre non sia vissuto abbastanza da vedere la sua elezione al soglio di Pietro. Lo starà certamente facendo ora da un posizione ben più privilegiata e con tutta la sua approvazione”.