Gli anglicani dicono no alle donne vescovo
I laici determinanti nel voto al Sinodo generale della Church of England
Londra, 21 nov. 2012. Un “no” quasi inatteso, ma «questo voto non rappresenta certamente la fine della storia»: a sottolinearlo alla radio inglese Bbc è stato l'arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, dopo la bocciatura, a sorpresa, da parte del Sinodo generale della Church of England (che si conclude oggi) della proposta sulla consacrazione delle donne vescovo. Per il rigido sistema che regola l'attività del Sinodo non sono infatti stati raggiunti, in ciascuna delle tre Houses, in cui si suddivide l'organismo rappresentativo, i due terzi necessari ad accogliere la proposta. Per l'attuale arcivescovo di Canterbury e primate -- che assieme al recentemente nominato suo successore, il vescovo di Durham Justin Welby, si erano espressi per il “sì” alle donne vescovo -- si tratterebbe comunque soltanto di una battuta di arresto, che non impedirà di proseguire il dibattito sulla controversa questione che da lungo tempo vede contrapposti i gruppi legati alla tradizione a quelli più liberali. Entro tre anni infatti la proposta potrà, in base ai regolamenti, essere nuovamente sottoposta all'attenzione del Sinodo per un'eventuale approvazione.
Oltre un centinaio di delegati hanno preso parte, ieri, alla discussione sul tema presso la Church House, la sede centrale londinese della Church of England. I due terzi favorevoli alla proposta sono emersi, al termine di un dibattito durato circa sei ore, soltanto alla House of Bishops e alla House of Clergy, mentre per soltanto sei voti tale percentuale non è stata raggiunta alla House of Laity, ovvero la rappresentanza dei laici. L'arcivescovo di Canterbury ha osservato al riguardo: «Bisogna registrare che i voti a favore sono stati moltissimi ed è da lì che dobbiamo ripartire». La discussione, quindi, andrà avanti e a guidare il processo sarà il vescovo di Durham, che subentrerà nel nuovo incarico di arcivescovo di Canterbury nel 2013. Welby alla vigilia della votazione aveva esortato l'assemblea sinodale a impegnarsi per trovare un accordo: «La Church of England -- aveva detto -- ha bisogno di mostrare come sviluppare la sua missione nella diversità e non nella divisione». Finora gli sforzi compiuti, grazie a vari tentativi di compromesso, sono riusciti a preservare l'unità e a scongiurare la spaccatura. L'arcivescovo Rowan Williams ha giudicato come «un'anomalia» l'impossibilità per le donne di accedere alle cariche più alte della gerarchia ecclesiastica. Dal 1992 la Comunione consente alle donne di diventare sacerdoti, ma finora l'ordinazione a vescovi è stata negata sulla base di motivazioni teologiche. Donne vescovo, tuttavia, sono da tempo consacrate all'interno della comunità episcopaliana negli Stati Uniti (il ramo della Comunione anglicana in quel Paese) e in altre comunità in Australia e Nuova Zelanda. Ma il voto per il “sì” da parte della Church of England era atteso (anzi varie fonti lo davano oramai quasi scontato) come quello determinante per abbattere l'ultimo ostacolo a una generalizzata apertura nei confronti delle aspettative del clero femminile. Diverse organizzazioni hanno già annunciato che proseguiranno la lotta «per la piena accettazione» della leadership delle donne.
In una nota della Church of England è spiegato che la proposta sulle donne vescovo non potrà essere però ripresentata se non al prossimo Sinodo generale che si terrà nel 2015, a meno che il cosiddetto “Gruppo dei Sei” (arcivescovi, presidenti di assemblea e presidente e vice presidente della House of Laity) del Sinodo non conceda in anticipo il permesso.
(©L'Osservatore Romano 22 novembre 2012) via Il blog Amici di Papa Ratzinger 5
In una nota della Church of England è spiegato che la proposta sulle donne vescovo non potrà essere però ripresentata se non al prossimo Sinodo generale che si terrà nel 2015, a meno che il cosiddetto “Gruppo dei Sei” (arcivescovi, presidenti di assemblea e presidente e vice presidente della House of Laity) del Sinodo non conceda in anticipo il permesso.
(©L'Osservatore Romano 22 novembre 2012) via Il blog Amici di Papa Ratzinger 5