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martedì 4 settembre 2012

Martini, spesso ambiguo, come i modernisti

Così il cardinal Giacomo Biffi ebbe a scrivere di Martini: «Con lui la Chiesa ambrosiana è arrivata alla sua conclusione, dopo quasi novant´anni, l'epoca che nella Chiesa ambrosiana era iniziata nel 1891 con la venuta del beato cardinale Andrea Carlo Ferrari. Un'epoca tra le più luminose e feconde per il calore e la certezza della fede, per la concretezza della iniziative e delle opere, per la capacità di rispondere alle interpellanze dei tempi non con cedimenti e mimetismi ma attingendo al patrimonio inalienabile della verità... ".
Cosa intendeva con mimetismo? L'ambiguità con cui Martini più volte ha aperto ad eutanasia, matrimoni gay, e persino aborto. In questo modo: "Ritengo che vada rispettata ogni persona che, magari dopo molta riflessione e sofferenza, in questi casi estremi segue la sua coscienza, anche se si decide per qualcosa [l'aborto] che io non mi sento di approvare" (http://temi.repubblica.it/micromega-online/martini-le-battaglie-degli-ultimi-anni/).
La confusione è evidente e voluta: mai la Chiesa ha insegnato a giudicare la persona, sì però il gesto. Ma dire quello che ha detto Martini significa aprire, in modo subdolo, ad una libertà di coscienza che si spinge sino alla libertà di aborto (si noti l'ambiguità nell'ambiguità : "..io non mi sento", come se fosse una sensazione personle, e come tale opinabile....).
F.A.