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venerdì 7 settembre 2012

"Martini combattè per snaturare la sua chiesa. Favorì il modernismo, condannato da S. Pio X". Agnoli scrive in morte del Card. Martini

Su il Foglio di ieri, 06 settembre 2012, è uscito un bel articolo di Francesco Agnoli di critica dura e severa sulla figura del Arcivescovo Martini.
Quelle di Agnoli è un'amara analisi a "freddo" che ci sentiamo di condividere, perchè, pur con educazione e rispetto dovuto al defunto, prima ancora che al Cardinale di Santa Romana Chiesa, non solo mette a nudo le, ahinoi, note posizioni martiniane gravemente contrarie alla Verità e alla Chiesa, ma anche denuncia gli intenti -impliciti o espliciti, commissivi ed omissivi- del Cardinale di relativizzare la Verità, di contestare i dogmi, di criticare il Papa, di snaturare la Chiesa, di e di andare quindi contro Cristo rischiando di scivolare nell'eresia modernista.


Certo molti leggendo l'articolo masticheranno amaro, soprattutto nelle frange progressiste della Chiesa. E anche tra i nostri lettori. Ma non si può far finta di niente. Un conto sono l'umanità della persona e la sua familiarità coi fedeli -che però non possono essere l'unico elemento caratterizzante di un Vescovo- un altro è il suo ministero, la sua dottrina e i frutti della sua pastorale.
Quello di Agnoli è un giudizio negativo a cui difficilmente si può replicare, perchè fondato su dichiarazioni dello stesso Martini contrarie al Magistero. Queste sono infatti contenute nei suoi articoli, libri -spesso scritti in collaborazioni con abortisti, atei, anticlericali- omelie, interviste. Sono sotto gli occhi di tutti, che tutti conoscono e di cui si è spesso parlato, non benissimo, in molti ambienti, anche vicini alla stessa Curia Ambrosiana.


Quelli di Agnoli sono convinzioni condivisibili che molti pensano ma che pochi hanno espresso, in ossequio ad un ipocrita e pavido "politicalmente corretto", dietro la foglia di fico del rispetto che si deve ai defunti. Ma la morte di Martini, se pur pone al riparo della pietà la persona e l'anima di Carlo Maria, non cancella in un istante tutti i pronunciamenti anti-papali e di attacco ai dogmi, alla Vita, alla Tradizione e alla Chiesa del Vescovo Martini. E soprattutto non ne impedisce la critica.


Qualcuno doveva pur farla. E Agnoli l'ha fatta. E bene.



Di seguito alcuni brani:



"Martini non è stato Poaolo, Atanaio, Caterina... nè Francesco o Domenico chiamati da Dio a restaurare la chiesa diroccata. E' stato un anti Papa nel senso di nemico della Verità immutabile, eterna, di cui, come scrivevano il Bellarmino o il Newman, neppure il Papa è il "padrone assoluto".
"...Martini ha combattuto per cambiare radicalmente la Chiesa, perchè voleva che rinnegasse se stessa, si separasse dalla sua storia passata e presente per diventare altro. Chi non ricorda le sue battaglie contro il celibato sacerdotale, per il sacerdozio femminile...? ...la sua messa in discussione dell'indissolubilità matrimoniale? Chi non ricorda i suoi interventi pubblici, chiarissimi, inequivocabili, critici verso il Papa e il papato, istituito da Cristo?"

"Uomo del dialogo, il defunto cardinale? Sì, un dialogo di parte, soprattutto con la sinistra politica sfociato nell'elezione di Pisapia; un dialogo con i vari Scalfari, De Bortoli eccettera..."

"Martini è stato, sul Corriere e altrove, un ospite lieve con gli ospitanti e greve, aspro, duro con la Chiesa: pronto a rilanciare le critiche al dogma, mai o quasi ad appoggiarlo, a spiegarlo, su quegli stessi giornali. Sovente incline alla ciritica alla Chiesa, di rado a difenderla a ringraziarla e a rendere ragione della speranza e del paradosso cristiano. Sempre pronto a confermare, laici e credenti, nel dubbio, quando il mandato di Cristo ai suoi vescovi è ben altro: 'Va' e conferma i tuoi fratelli' nella fede.


"Un diaologo... fondato sull'idea che non è la Veritè che costruisce l'uomo, ma l'uomo, i tempi, le circostanze, che mutano, piegano , scardinano la Verità. Un'eresia questa che san Pio X considerava letale per la fede."

Francesco Agnoli