Il questo momento particolarmente difficile per la Santa Chiesa e per il Vicario di Cristo, Successore di Pietro, pubblichiamo, con il permesso dell’Autore, la riflessione di un Teologo, che, in spiritu humilitatis, preferisce definirsi un “semplice catechista”.
La Tradizione deve molta riconoscenza a questo umile Teologo che aveva autorizzato a mettere la sua firma su questo post a dimostrazione dell'affetto nei confronti di tutti noi Lettori di MiL, blog che stima ed ama.
Pur ammirando il suo coraggio, abbiamo disobbedito alle sue disposizioni perché si trova ancora in “esilio” proprio a causa della sua fedeltà alla tradizione,
Non vorremmo infatti aggravare ulteriormente la sua posizione presso i suoi Superiori !
Che il Serafico Padre San Francesco d’Assisi continui a proteggere questo suo figlio, e l'opera che svolge fra i giovani a beneficio della Santa Chiesa e della santa Tradizione.
Andrea Carradori
«Il Signore non ha abbandonato la Sua Chiesa.
Che è quella di cui Benedetto è il mite (forse troppo) Pastore,
Colonna e Fondamento della Verità.
Arca di salvezza per i puri di cuore che anche dietro le nubi, sanno
vedere il Volto di Dio.
Già Romano Amerio, in tempi più difficili di questi, aveva affermato che la Chiesa non può mutare in altra (religione).
E' un'impossibilità metafisica, dovuta alla promessa del Suo Fondatore
Divino.
Però il "personale" della Chiesa può peccare e anche "obnubilare" la Verità.
Potremmo portare una serie infinita, di questo di esempi di questa "obnubilazione", ma ne cito due : la (quasi) sparizione della parola "anima" e la desistenza nel chiamare il peccato per quello che è, ossia l'unico vero male.
Questa mi sembra la vera tragedia dei nostri tempi.
Per questo prego e spero in un riconoscimento canonico della FSSPX, che avrà pure tanti difetti, ma che ha custodito integro il "depositum Fidei", senza "obnubilare" nessun punto.
Continuiamo a pregare perché il nemico, il divisore, non prevalga nel suo interno (e nel suo esterno),di questa, per tanti aspetti benemerita Fraternità.
Nonostante le molte sofferenze personalmente subite nel "postconcilo", non ho mai dubitato sulla continuità non solo del "soggetto" Chiesa, ma anche del suo Magistero, ove questo abbia veramente "magisterato".
Nonostante le molte sofferenze personalmente subite nel "postconcilo", non ho mai dubitato sulla continuità non solo del "soggetto" Chiesa, ma anche del suo Magistero, ove questo abbia veramente "magisterato".
Sono certo che la Chiesa non ha dogmatizzato niente altro che non era già dogmatizzato, né ha sdogmatizzato niente che era stato da sempre, da tutti e ovunque insegnato.
Purtroppo il suo "personale" (clero e laici), e temo in maggioranza, hanno(abbiamo) obnubilato la Verità. E di questo dovremo rendere conto a Dio.
Che Egli abbia pietà di noi !
La riforma che invochiamo deve cominciare da noi stessi. Se san Francesco (e tutti gli altri santi) avessero aspettato l'esempio dall'alto . . . !
Poi, francamente, e da sincero tradizionalista, accusato di essere "lefebvriano", non riesco a criticare nulla nell'attuale Pontefice, che ritengo (è solo un modestissimo parere soggettivo), il meglio di quanto gli attuali vertici ecclesiastici possano esprimere.
Da parte dei sei Papi della mia vita non ricordo un gesto altrettanto coraggioso e controcorrente come la pubblicazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum”!
Nel suo libro "Introduzione allo Spirito della Liturgia", libro determinante per la mia conversione dal conservatorismo al
tradizionalismo, l'allora cardinale J.Ratzinger definisce la Santa Messa come "Sacrificio in forma di preghiera".
Questo in polemica con il teologo (cattolico) Romano Guardini che definiva la Santa Messa come "Sacrificio in forma di banchetto".
Ambedue parlano come "dottori privati", quindi preferisco alla loro teologia la definizione "solenne" di Paolo VI: " . . . noi crediamo che la Santa Messa è lo stesso Sacrificio della Croce sacramentalmente presente sui nostri
altari".
Che poi il rito, da lui approvato, non esprima bene la fede professata è un altro conto. Comunque quello che credono i Papi
individualmente mi interessa relativamente. Mi interessa quello che insegnano quando "magisterano". Non mi sembra che abbiano mai dogmatizzato un errore nè sdogmatizzato una Verità.
Non potrebbero farlo.
E'un'impossibilità ontologica fondata sulla promessa del Signore.
Che poi nella loro prassi o insegnamento "obnubilino" la Verità è un fatto che c'è sempre stato e sempre ci sarà.
Per questo la Chiesa non è solo magistero: lo Spirito Santo suscita anche i santi (e i profeti) che ci richiamano sulla retta via (vedi Santa Caterina da Siena o San Francesco che, nel sogno di Innocenzo III, sostiene la basilica del Laterano e impedisce che rovini).
Poi guai ai Pastori che non pascolano.
Ma questo, prima ancora che nostro, è un problema loro.
Aiutiamo il Papa con la preghiera e con la penitenza personale.
E' un uomo, fa quello che può.
Lui potrebbe anche lasciarsi sbranare dai lupi, ma si sforza di non lasciar sbranare le pecorelle a lui affidate.
Lui potrebbe anche lasciarsi sbranare dai lupi, ma si sforza di non lasciar sbranare le pecorelle a lui affidate.
Ha iniziato a virare la barca, ma essa è un grande transatlantico ha bisogno di tempo per cambiare rotta.
Cerchiamo di aiutarlo !
Infine: c'è un proverbio cinese che dice "quando Dio vuole punire un
popolo, gli manda un re "giovane" . . . (questo proverbio è stato aggiunto, in risposta polemica a chi invocava le "dimissioni" di Benedetto XVI,con la scusa che "ci vuole un Papa più giovane, per guidare la Chiesa in tempi così difficili").»
P.L.R.B.
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