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domenica 5 febbraio 2012

Michael Davies, L’Altare Cattolico

Ne avevamo dato notizia in un nostro precedente post qui



Da Una Voce Italia:


M. DAVIES, L’Altare Cattolico e il Concilio Vaticano II, con prefazione di R. DE MATTEI, trad. it., Città di Castello, Monastero delle Murate, 2011, pp. 56 (per richieste: Suore Francescane dell’Immacolata, Monastero delle Murate, 06012 Città di Castello PG, tel. 075 8555779, e-mail CORRETTA: francescanecittacastello@interfree.it).
Abbiamo ricevuto questo volumetto del presidente Michael Davies dalle Suore Francescane dell’Immacolata di Città di Castello, che lo hanno opportunamente tradotto ed edito con prefazione del prof. De Mattei. Nel raccomandarne la lettura, riproduciamo il § 17 che chiude il saggio, dedicato al ritorno all’altare del sacrificio (pp. 51-53).
7. Ritorno all’Altare del Sacrificio.
È triste constatare che gli obbiettivi di quello che il Santo Padre Pio XII condannò come “un movimento cattivo” sono oggi imposti ai fedeli come norma del culto cattolico. Fate attenzione che il vostro gregge non sia ingannato, avvertì il Papa, “dalla mania di ripristinare usi primitivi nella Liturgia”.
Fu in nome del ritorno alle origini che i riformatori protestanti riuscirono a distruggere la Messa. Oggi, al servizio di un falso ecumenismo, la fede cattolica delle nostre chiese è stata sostituita da una fede protestante, proprio sotto il pretesto di ritornare alle pratiche primitive. Questa capitolazione ecumenica non ha prodotto buoni frutti, infatti, in nessun paese del mondo occidentale a questi cambiamenti ha fatto seguito un aumento della pietà tra i fedeli, ma soltanto un enorme abbandono della fede21.

Monsignor Klaus Gamber certamente è d’accordo con il cardinal Ratzinger (vedi sopra) secondo cui la celebrazione della Messa rivolti al popolo è stata un errore. Ha anche affermato – monsignor Gamber – che il ritorno alla tradizionale fede nell’Eucaristia si verificherà soltanto con il ritorno all’Altare tradizionale:
Un vero cambiamento nella comprensione odierna del fine della Messa e dell’Eucaristia ci potrà essere soltanto quando saranno rimossi i tavoli che hanno sostituito gli altari e la Messa verrà celebrata di nuovo all’Altare maggiore; quando il fine della Messa sarà di nuovo visto nell’atto di adorazione e glorificazione di Dio e di ringraziamento per le sue benedizioni, per la nostra salvezza e per la promessa della vita eterna che verrà, e come la mistica attualizzazione del Sacrificio del Signore sulla Croce”22.
San Riccardo Gwyn, insegnante del Galles e padre di sei bambini, giustiziato nel 1584 per essersi rifiutato di partecipare alla liturgia protestante, guardava agli altari dissacrati del Galles e notava con tristezza: “Al posto di un Altare, c’è un misero tavolo”. Dio conceda che i “miseri tavoli” che hanno sostituito gli altari tradizionali in tutto il mondo cattolico siano un giorno eliminati e sostituiti con i tradizionali altari per il Sacrificio. Dio conceda anche che la Liturgia tradizionale della Messa sia ripristinata insieme agli altari tradizionali, affinché i nostri sacerdoti possano ancora una volta iniziare il Santo Sacrificio della Messa con le immortali parole: “Introibo ad Altare Dei”. In tal modo il rito della Messa, che è un’azione sacrificale, sarà offerto di nuovo su di un Altare sacrificale.

Chi è MICHAEL TREHARNE DAVIES, (di Leo Darroch) di unavoceitalia Posted on 10 gennaio 2012
Michael Treharne Davies nacque a Yeovil, nel Somerset, il 13 marzo 1936 da padre gallese e madre inglese. Benché nato in Inghilterra si considerò sempre un vero figlio del Galles e riguardò la città di Tonyrefail quale sua origine spirituale. Egli conosceva il gallese e spesso gratificava gli amici con racconti di draghi gallesi e ricordava le grandi vittorie della squadra nazionale gallese di rugby.
Terminata la scuola si arruolò come permanente nella Fanteria Leggera del Somerset, che egli servì dal 1954 al 1960. Fu distaccato in Malesia durante l’emergenza malese, in Egitto durante la crisi di Suez e a Cipro durante la campagna dell’EOKA. Fu in questo periodo che egli si convertì alla fede cattolica (nel 1956); una decisione che fu influenzata da eventi occorsi durante il suo servizio attivo.
Tra gli anni 1962 e 1963 visse a Newcastle sul Tyne dove sua moglie Maria si abilitava all’insegnamento nel collegio delle Suore del Sacro Cuore ed egli stesso frequentò il collegio cattolico di S. Margherita per tirocinanti, a Twickenham, diplomandosi nel 1964. Da quel momento egli dedicò la sua vita al servizio e all’educazione degli altri.
Molte migliaia di giovani gli sono grati per il suo assiduo insegnamento della fede durante i trenta anni in cui fu maestro dapprima nella scuola preparatoria di S. Ignazio di Loyola a Buckhurst Hill, dal 1964 al 1967, e poi nella scuola elementare di S. Maria a Beckenham nel Kent dal 1967 fino al 1994.
Il periodo che inizia dal concilio vaticano secondo (1962-1965) è stato indubbiamente difficile per la Chiesa cattolica e molti fedeli hanno manifestato profonde riserve riguardo agli sviluppi liturgici introdotti in nome del concilio. Dapprincipio Michael Davies mostrò un certo entusiasmo per il concilio e soltanto dal 1972 quell’entusiasmo mutò ed egli adottò un’analisi più critica dei documenti conciliari e degli eventi che seguirono. La sua ricerca portò alla pubblicazione della sua trilogia sulla rivoluzione liturgica: La regola del culto divino di Cranmer, Il Concilio di Papa Giovanni e La Nuova Messa di Papa Paolo. La sua produzione divenne prolifica con opere su grandi figure come S. Giovanni Fisher e il Card. Giovanni Newman.
Egli reagì con energia quando Mons. Lefebvre fu seriamente calunniato con un libello pubblicato nel 1976. Poiché l’autore rifiutò di ritirare le sue asserzioni, Davies scrisse una vigorosa Apologia pro Marcel Lefebvre in tre volumi.
Per molta gente che, quando furono introdotti i cambiamenti liturgici, cercava di mantenere una linea tradizionale in parrocchia, i suoi libri e i suoi incoraggiamenti furono manna caduta dal cielo. Nella sua ricerca ed esposizione dei fatti reali della liturgia e della sua struttura egli gettò un gran fascio di luce su questioni che molti “esperti” liturgici avrebbero preferito mantenere segrete.
Fu quest’informazione – che rivela la superficialità e l’ignoranza storica dei “modernisti progressisti” – quella che ha permesso a tanti fedeli comuni di presentare ai loro preti e ai loro vescovi degli argomenti ragionati contro i cambiamenti arbitrari: la qual cosa non è stata gradita.
Il fatto che la causa della Tradizione faccia ritorno manifestamente sugli altari in tutto il mondo è dovuto in gran parte a Michael Davies, ai suoi studi e alla sua azione. Questo può ben essere il suo durevole lascito per la Chiesa: la quantità di libri e articoli che hanno rianimato i fedeli e li hanno istruiti in un’epoca che si può definire come uno dei periodi oscuri della Chiesa.
Va riconosciuto che per molti membri della gerarchia egli era decisamente impopolare, ma in questo tempo di grandi mutamenti era suo tema costante la lealtà verso la S. Sede e verso le tradizioni della Chiesa. Si può inoltre sostenere con ragioni valide che Michael Davies è stato direttamente responsabile del fatto che centinaia di migliaia di cattolici perplessi sparsi per il mondo siano rimasti fedeli a Roma e alla S. Sede malgrado la loro disaffezione verso la direzione che la Chiesa cattolica ha intrapreso dal 1965.
Nel suo Paese egli è stato membro del comitato e poi vicepresidente della principale organizzazione tradizionale, la Società per la Messa Latina d’Inghilterra e del Galles. Nel più ampio contesto internazionale fu consigliere della Federazione Internazionale Una Voce, presidente dal 1995 al 2003 e presidente d’onore dal 2003 al 2004.
Verso la fine del 2002 gli fu diagnosticato un male incurabile, che egli non prese molto sul serio. Commentava scherzosamente con un amico che se il dolore fosse aumentato troppo, avrebbe semplicemente sorseggiato un po’ più di whisky. Nella circostanza è spirato improvvisamente per un attacco cardiaco la sera del 25 settembre 2004. Fu un uomo di rare qualità. Per un “umile” maestro di scuola elementare di provincia il suo lascito è immenso e io sono certo che la storia sarà generosa con lui. Michael Davies sarà ricordato come un vero figlio di Santa Madre Chiesa e un gigante tra gli uomini in un periodo in cui la Chiesa era in crisi.
Leo Darroch

Cfr. «Una Voce Notiziario», 17-18 ns (2005), pp. 6-8, traduzione italiana di Mario Seno.

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