Edizione straordinaria del "caso Gnocchi", a cui si aggiunge un altro caso purtroppo. No comment. Leggete.
di Alessandro Gnocchi
Qui a Villa d’Adda (VdA), ridente perla della ridentissima diocesi di BG (Bergamo, non Bulgaria) tutto bene, anzi benissimo. Tutto tace, ma fino a un certo punto, tanto che questo appuntamento, da adesso in avanti dovrà intitolarsi
“IL CASO BG (BERGAMO NON BULGARIA)”
perché la situazione si sta complicando, i soprusi sui fedeli legati alla Messa antica si moltiplicano e i fedeli suddetti hanno deciso che è ora di smetterla di tacere confidando nella cosiddetta benigna paternità del Vescovo, del Vicario Generale, del delegato-episcopale-a-quasi-tutto & Compagni. Che tanto benigna e tanto paterna non deve essere se, come attestato dalla lettera riportata qui sotto, un fedele di Bergamo è stato costretto a recarsi fino a Venezia per avere ciò che gli sarebbe spettato anche nella ridentissima diocesi di BG. Sempre che, nella ridentissima diocesi di BG, la pratica della fede cattolica venga intesa come a Venezia. Ma si sa che oggi va di moda
IL FEDERALISMO DOTTRINALE,
arrivato molto prima di quello fiscale. Così, il signor Roberto Foresti ha dovuto portare la figlia Chiara a Venezia per avere la Prima Comunione con il rito antico. Poi, una volta tornato a casa, a preso carta e penna e ha scritto al Vescovo di BG decidendo di render pubblica la sua lettera. In certi casi si sa, è sempre meglio avere testimoni. E più testimoni ci sono meglio è. E la lettera eccola qua
Reverendissima Eccellenza
Monsignor Francesco Beschi
P.zza Duomo n 5 24129 Bergamo
Oggetto: lettera per Prima Comunione
Reverendissima Eccellenza,
vogliamo informarLa che, visto il suo rifiuto a concedere la celebrazione della prima Comunione nella forma straordinaria di nostra figlia Chiara presso il Santuario della Madonna della Neve a Bergamo, abbiamo dovuto provvedere presso la chiesa di San Simeon Piccolo in Venezia.
Precisiamo che, da sempre, frequentiamo la Messa antica e che, quando è possibile e richiesto, i nostri altri due figli Francesco e Stefano servono all’altare con funzione di “chierichetto”. Inoltre a questo Santo Sacrificio assistono regolarmente la domenica e il venerdì sera i nostri genitori, fratelli, cognati - quindi nonni e zii di Chiara -.
Credo che Lei possa capire la nostra sofferenza per quanto siamo stati costretti a fare. La nostra piccola Chiara ha sempre frequentato queste celebrazioni, perciò considera il Santuario della Madonna della Neve la “sua parrocchia” e gli altri fedeli sua “comunità” viva di appartenenza. Non possiamo capire con quali motivazioni Lei ci abbia obbligato ad affrontare i gravi disagi logistici (la nonna è purtroppo obbligata su una sedia a rotelle) di una trasferta tanto onerosa per la nostra famiglia e, cosa ancor più grave, a privare Chiara di quella festa comunitaria che sarebbe stata la giusta corona di questo giorno.
Vogliamo anche segnalarle che una ventina di fedeli, per festeggiare la prima Comunione di Chiara, hanno affrontato il viaggio facendosi trovare con noi a Venezia. Tanto si parla di comunità: eccola! Veramente ci siamo commossi. Un grazie a Dio per l’affetto con cui ha abbracciato la nostra Chiara.
In seguito a tutto questo e a una serie di altri fatti avvenuti in questi anni, siamo costretti a portare alla Sua conoscenza il clima di oppressione in cui versa il clero diocesano che, alle legittime richieste supportate dal motu proprio “Summorum Pontificum” allargano le braccia rispondendo “..io sono favorevole e, ma in Curia….”. Lei stesso, nell’unico incontro avuto con noi fedeli legati alla Messa in rito antico alla presenza di Don Ferrari, ha detto “di ritenere il rito antico un grande arricchimento per la Diocesi ". Stando così le cose, sorge il sospetto che il problema non sia se chi frequenta la Messa nella forma straordinaria riconosca la validità del rito ordinario, ma se la Curia riconosca la validità della Messa antica. Evidentemente, centinaia di anni d’uso e molteplici Papi che l’hanno nei secoli celebrata non sono bastati a validarla come cattolica!
Reverendissimo padre Lei ha l’autorità per imporre che queste ingiustizie abbiano termine e in questo confidiamo.
Nella speranza che questa nostra lettera trovi miglior accoglienza della prima da noi inviata , evidentemente, rivelatasi non degna di risposta (ci rimane il sospetto che Lei non l’abbia mai ricevuta e da qui la decisione di inviare questa lettera e di renderla publica) Le assicuriamo le nostre preghiere e offriamo tutte le sofferenze patite per il bene della Diocesi Bergamasca.
Auguri di un felice Natale
Suoi in Cristo e Maria
Famiglia Foresti
Non pare che servano commenti. In ogni caso, ancora
BUON NATALE
di Alessandro Gnocchi
Qui a Villa d’Adda (VdA), ridente perla della ridentissima diocesi di BG (Bergamo, non Bulgaria) tutto bene, anzi benissimo. Tutto tace, ma fino a un certo punto, tanto che questo appuntamento, da adesso in avanti dovrà intitolarsi
“IL CASO BG (BERGAMO NON BULGARIA)”
perché la situazione si sta complicando, i soprusi sui fedeli legati alla Messa antica si moltiplicano e i fedeli suddetti hanno deciso che è ora di smetterla di tacere confidando nella cosiddetta benigna paternità del Vescovo, del Vicario Generale, del delegato-episcopale-a-quasi-tutto & Compagni. Che tanto benigna e tanto paterna non deve essere se, come attestato dalla lettera riportata qui sotto, un fedele di Bergamo è stato costretto a recarsi fino a Venezia per avere ciò che gli sarebbe spettato anche nella ridentissima diocesi di BG. Sempre che, nella ridentissima diocesi di BG, la pratica della fede cattolica venga intesa come a Venezia. Ma si sa che oggi va di moda
IL FEDERALISMO DOTTRINALE,
arrivato molto prima di quello fiscale. Così, il signor Roberto Foresti ha dovuto portare la figlia Chiara a Venezia per avere la Prima Comunione con il rito antico. Poi, una volta tornato a casa, a preso carta e penna e ha scritto al Vescovo di BG decidendo di render pubblica la sua lettera. In certi casi si sa, è sempre meglio avere testimoni. E più testimoni ci sono meglio è. E la lettera eccola qua
Reverendissima Eccellenza
Monsignor Francesco Beschi
P.zza Duomo n 5 24129 Bergamo
Oggetto: lettera per Prima Comunione
Reverendissima Eccellenza,
vogliamo informarLa che, visto il suo rifiuto a concedere la celebrazione della prima Comunione nella forma straordinaria di nostra figlia Chiara presso il Santuario della Madonna della Neve a Bergamo, abbiamo dovuto provvedere presso la chiesa di San Simeon Piccolo in Venezia.
Precisiamo che, da sempre, frequentiamo la Messa antica e che, quando è possibile e richiesto, i nostri altri due figli Francesco e Stefano servono all’altare con funzione di “chierichetto”. Inoltre a questo Santo Sacrificio assistono regolarmente la domenica e il venerdì sera i nostri genitori, fratelli, cognati - quindi nonni e zii di Chiara -.
Credo che Lei possa capire la nostra sofferenza per quanto siamo stati costretti a fare. La nostra piccola Chiara ha sempre frequentato queste celebrazioni, perciò considera il Santuario della Madonna della Neve la “sua parrocchia” e gli altri fedeli sua “comunità” viva di appartenenza. Non possiamo capire con quali motivazioni Lei ci abbia obbligato ad affrontare i gravi disagi logistici (la nonna è purtroppo obbligata su una sedia a rotelle) di una trasferta tanto onerosa per la nostra famiglia e, cosa ancor più grave, a privare Chiara di quella festa comunitaria che sarebbe stata la giusta corona di questo giorno.
Vogliamo anche segnalarle che una ventina di fedeli, per festeggiare la prima Comunione di Chiara, hanno affrontato il viaggio facendosi trovare con noi a Venezia. Tanto si parla di comunità: eccola! Veramente ci siamo commossi. Un grazie a Dio per l’affetto con cui ha abbracciato la nostra Chiara.
In seguito a tutto questo e a una serie di altri fatti avvenuti in questi anni, siamo costretti a portare alla Sua conoscenza il clima di oppressione in cui versa il clero diocesano che, alle legittime richieste supportate dal motu proprio “Summorum Pontificum” allargano le braccia rispondendo “..io sono favorevole e, ma in Curia….”. Lei stesso, nell’unico incontro avuto con noi fedeli legati alla Messa in rito antico alla presenza di Don Ferrari, ha detto “di ritenere il rito antico un grande arricchimento per la Diocesi ". Stando così le cose, sorge il sospetto che il problema non sia se chi frequenta la Messa nella forma straordinaria riconosca la validità del rito ordinario, ma se la Curia riconosca la validità della Messa antica. Evidentemente, centinaia di anni d’uso e molteplici Papi che l’hanno nei secoli celebrata non sono bastati a validarla come cattolica!
Reverendissimo padre Lei ha l’autorità per imporre che queste ingiustizie abbiano termine e in questo confidiamo.
Nella speranza che questa nostra lettera trovi miglior accoglienza della prima da noi inviata , evidentemente, rivelatasi non degna di risposta (ci rimane il sospetto che Lei non l’abbia mai ricevuta e da qui la decisione di inviare questa lettera e di renderla publica) Le assicuriamo le nostre preghiere e offriamo tutte le sofferenze patite per il bene della Diocesi Bergamasca.
Auguri di un felice Natale
Suoi in Cristo e Maria
Famiglia Foresti
Non pare che servano commenti. In ogni caso, ancora
BUON NATALE
Ma smettetela di fare sceneggiate!Quando uno vuol pregare,prega nella lingua che vuole,anche se la messa non è in latino!
RispondiEliminaFate pena!