Il lettore Stefano ci ha fatto pervenire le sue impressioni relative alla sua prima Messa in forma Straordinaria. Le pubblichiamo con minimi aggiustamenti, ritenendole meritevoli di essere divulgate.
Non è la prima testimonianza di questo genere che ci capita di leggere e, ne siamo sicuri, non sarà l'ultima.
Il giorno 30 settembre è stato pubblicato un post relativo alla Festa per la Madonna del Santo Rosario a Trieste. E’ la chiesa in cui sono stato battezzato, mentre la mia parrocchia attuale è dedicata a S. Pio X. Curiose coincidenze, considerati gli innumerevoli salvataggi del sottoscritto compiuti dalla Santa Madre di Dio con l’ausilio della suddetta Corona, e il mio recente interesse per la Tradizione della Chiesa, oltre che per una religiosità “d’altri tempi”, per così dire, alla quale la mia spiritualità è - innegabilmente - affine. Ma sono un cosiddetto neo-cattolico, nato nell’anno della conclusione del dibattuto Concilio e cresciuto, per varie cause, in una confusione (e ignoranza) religiosa di base.
La Santa Messa del primo di ottobre è stata la prima Messa in forma Straordinaria a cui ho partecipato, spinto da varie motivazioni, non ultimi i contenuti del presente blog. Prima della ore 19:00 di sabato, la mia esperienza in merito era quindi limitata a qualche sporadica lettura; semplice diplomato, a livello zero per quanto riguarda le nozioni di latino, e a livello base per quanto riguarda il Catechismo. Niente di cui vantarsi quindi, ma, come dicevo, incline ad una sensibilità un po’ d’antan, e infinitamente debitore al Cielo per le Grazie ricevute.
Approfitto del post in questione per alcune brevi impressioni.
Il latino. E’ vero: per chi non lo conosce, l’impatto è inizialmente – anche se in apparenza - traumatico, pur disponendo degli opportuni libretti in doppia lingua, all’interno dei quali è comunque non facile districarsi senza un minimo di istruzioni di base. La comprensione, però, si può costruire col tempo, e non è affatto detto che la lingua parlata sia garanzia di ‘partecipazione’. Anzi. Detto questo: ascoltare la preghiera recitata con un idioma antico in un contesto solenne come questo ridimensiona, a mio vedere, tutte le possibili problematiche di tipo ‘pratico’; destinare, dedicare, riservare una lingua antica come il latino - non esposta tra l’altro alla intemperie della lingua parlata - per le funzioni in cui la Chiesa si rivolge ‘ufficialmente’ al Creatore, a me pare un patrimonio da preservare a tutti i costi. Non è da trascurare inoltre il problema intrinseco della lingua parlata le cui espressioni, per associazione di idee, possono facilmente portare a ‘distrazioni’. Quanto ho ascoltato sabato sera era in grado di innalzare cuore e mente: non vedo motivo per perdere, o rischiare di perdere, un simile tesoro.
La Musica Sacra: non c’è commento da fare (anche il solo confronto con quanto si sente normalmente durante le Sante Messe celebrate ‘normalmente’ la domenica risulterebbe offensivo), ma rimane solo il sentito ringraziamento all’eccellente coro ed analoga orchestra della parrocchia, diretti da Elia Macrì.
Fedeli: sarà stato il contesto, ma ho avuto l’impressione di percepire una compostezza ed un decoro raramente incontrati in una Santa Messa celebrata nella forma Ordinaria. L’ età dei presenti era, prevedibilmente, superiore alla media, ma c’erano anche dei giovani.
Il sacerdote rivolto all’altare: perfetto. Considerarlo un atto di scortesia (o simili) nei confronti dei fedeli significa – a mio parere - avere delle manie di persecuzione o, forse, avere seguito un numero eccessivo di lezioni per il miglioramento dell’autostima.
Infine, vedere l’Ostia consacrata salvaguardata dalle mani dei presenti è stato un vero e proprio sollievo; ciò che si percepisce, grazie anche al frequente inginocchiarsi, è una sorta di profonda solennità, devozione, dignità, sacralità: per il Signore che si sacrifica (e che merita il meglio, come ha sottolineato il parroco don Stefano); per il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, adorati nel miglior modo che la nostra misera natura permetta; per una Chiesa e per la sua Tradizione a loro volta vissute, amate e rispettate, dalle migliaia di Santi che lo Spirito ha suscitato nel corso dei secoli. Perché scendere a baratti e compromessi nell’adorazione di Chi non esitato a sacrificare tutto sé stesso per noi?
Mi scuso per la prolissità e se ho detto delle ovvietà.
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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<span>" niente di cui vantarsi ... sono infinitamente debitore al Cielo per le Grazie ricevute" e chi di noi non lo é ??? Tutto cio' che facciamo di bene lo facciamo grazie a Dio, da soli sappiamo fare solo il male.
RispondiEliminaLo sanno bene i santi: un giorno al convento di Padre Pio festeggiarono il suo compleanno, a un certo punto il frate scoppio' in lacrime dicendo "...67 anni di ingratitudini verso Dio"
"Certo é con l'adesione dell'intelligenza che crediamo ma l'intelligenza elevata dalla grazia di Dio.
Non potremmo avere la virtu' di fede senza la grazia di Dio. Abbiamo bisogno della grazia di Dio per poter credere."
( Mgr Marcel Lefebvre )
<span>Qui salvandos salvas gratis, Salva me, fons pietatis.
</span></span>
cara redazione vi ringrazio per questo meraviglioso blog e per questa testimonianza che ci offrite ,un saluto
RispondiEliminacara redazione, mi aggiungo ai ringraziamenti di fabio e mi permetto di dire al caro lettore Stefano che il Signore rivela le cose sublimi ai piccoli, e le nasconde ai dotti e ai sapienti (e anche a quelli che credono sempre di essere i migliori disprezzando tutti gli altri)
RispondiEliminaun carissimo saluto!
Mi pare corretto non restare anonimo, per quanto il mio nome non significhi comunque nulla.
RispondiEliminaStefano Sciortino
Nel leggere questo articolo, il mio pensiero va a 5 anni or sono quando il 15 di agosto 2006, per la prima volta nella cappella della FSSPX di Ferara (peraltro 1 anno prima del Motu Proprio) scoprii la Messa di sempre.
RispondiEliminaL'avvicinamnto fu graduale, e, adesso non riesco proprio farne a meno della Messa di San Pio V.
Quale grande grazia mi ha fatto Gesù per mezzo della sua Santissima Madre, la BV Maria, quel giorno !
Adesso posso definirmi un "pendolare della Messa". Ogni domeica percorro almeno 80 Km per andare alla Messa di sempre.
a gennaio saranno per me 3 anni dalla mia prima messa cattolica.
RispondiEliminarivolgendomi al "neofita" del post gli dico: quel che tu hai scritto è quel che anche io avrei scritto dopo il mio primo impatto con la messa cattolica.
per noi nati dopo il diabolico concilio e vissuti sotto il triste e troppo lungo psudo pontificato del santo subito, è davvero tangibile e profonda la differenza tra la messa cattolica e quella conciliare. adesso, dopo la tua prima esperienza di messa cattolica, continui a chiamare la messa conciliare come santa messa. anch'io facevo così i primi tempi. poi, se frequenti assiduamente la messa cattolica accade inevitabilmente quello che è accaduto a me: a distanza di tempo ti diventa impossibile anche solo assistere qualche minuto alla triste rappresentazione della messa conciliare. fidati.
Vetus Ordo e Novus Ordo non fanno più differenza, come insinua spesso la Redazione. Basta celebrare con decoro, proprietà, senza abusi.
RispondiElimina<span><span>"ti diventa impossibile anche solo assistere qualche minuto alla triste rappresentazione della messa conciliare."</span> </span><span></span><span>come ti capisco !</span><span></span><span>
RispondiElimina</span><span></span><span>Eraclio78, </span><span>pensa a quelli che come me (e sono tanti qui) vanno solo alla messa VO non da 3 anni ...ma da 30.
Il rigetto é totale e soprattutto INVOLONTARIO, proprio come il vomito che é regolato da muscoli involontari,
quando ti viene </span><span>ti viene e </span><span>non puoi farci niente ... anche volendo.
</span>
a me il conato mi viene anche solo a vederla in foto ...
RispondiEliminaATTENZIONE!
RispondiEliminamonumentale discorso di mons. Piacenza ai seminaristi, 4 ottobre reperibile su Zenit:
http://www.zenit.org/article-28202?l=italian
Voi siete nati nel Post-Concilio (credo quasi tutti) e, forse, siete per ciò stesso sia figli del Concilio, sia più immuni dalle polarizzazioni, talvolta ideologiche, che l'interpretazione di quell'Eventoprovvidenziale ha suscitato.
Sarete voi, probabilmente, la prima generazione che interpreterà correttamente il Concilio Vaticano II, non secondo lo "spirito" del Concilio, che tanto disorientamento ha portato nella Chiesa, ma secondo quanto realmente l'Evento Conciliare ha detto, nei suoi testi alla Chiesa ed al mondo.
Non esiste un Concilio Vaticano II diverso da quelloche ha prodotto i testi oggi in nostro possesso! è in quei testi che noi troviamo la volontà di Dio per la sua Chiesa e con essi è necessario misurarsi, accompagnati da duemila anni di Tradizione e di vita cristiana.
Il rinnovamento è sempre necessario alla Chiesa, perché sempre necessaria è la conversione dei suoi membri, poveri peccatori! Ma non esiste, né potrebbe esistere, una Chiesa pre-Conciliare ed una post-Conciliare! Se così fosse, la seconda -la nostra- sarebbe storicamente e teologicamente illegittima!
;)
Il rinnovamento è sempre necessario alla Chiesa, perché sempre necessaria è la conversione dei suoi membri, poveri peccatori! Ma non esiste, né potrebbe esistere, una Chiesa pre-Conciliare ed una post-Conciliare! Se così fosse, la seconda -la nostra- sarebbe storicamente e teologicamente illegittima!
RispondiEliminaGrazie mons. Piacenza... finalmente si comincia a parlare chiaro e senza mezzi termini....
e ancora........
RispondiElimina<span>Incontro del Card. Piacenza a Los Angeles con i sacerdoti di lingua spagnola</span>
<span>
</span>
<span>LOS ANGELES, mercoledì, 5 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l'intervento pronunciato il 4 ottobre a Los Angeles dal Cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero, sulla ricezione dell’Esortazione apostolica postsinodale “Verbum Domini” di Benedetto XVI. </span>
<span>
</span>
<span>2. Dimensione pneumatica ed ecclesiale della Parola di Dio</span>
<span>Come cattolici, inoltre, ben sappiamo come la Rivelazione non consista, unicamente, di quanto è materialmente contenuto nelle Sacre Scritture, ma sia l’insieme inscindibile di Sacra Scrittura e di ininterrotta Tradizione Ecclesiale, autorevolmente interpretate dal Magistero.</span>
<span>Non è mai lecito separare la Scrittura dalla Tradizione; né è mai lecito separarle dall’interpretazione che di esse ha dato e dà il Magistero della Chiesa. Separazioni di tale genere comportano sempre gravissime conseguenze spirituali e pastorali.</span>
<span>Una Scrittura senza Tradizione sarebbe un libro storico ela storia ci parla del pensiero degli altri, mentre la Teologia vuole parlare di Dio! (cf A. Schökel, Salvezza e liberazione: l’Esodo, 1997, EDB, p. 10).</span>
<span>Allo stesso modo, una Tradizione slegata dal costitutivo rapporto con la Sacra Scrittura, rischierebbe di abbracciare, al proprio interno, elementi spuri o illegittimi. </span>
<span>È sempre utile ricordare, poi, come gli stessi testi del Nuovo Testamento siano nati all’interno della Tradizione ecclesiale e come, almeno nei primi decenni dell’Era cristiana, la Chiesa abbia vissuto dell’Eucaristia, della preghiera, della memoria viva dell’Evento di Cristo e della guida degli Apostoli.</span>
<span>Per conseguenza, il trittico Scrittura-Tradizione-Magistero in realtà, dal punto di vista strettamente storico, dovrebbe configurarsi come: Tradizione, intesa come luogo in cui la Scrittura nasce, Scrittura e Tradizione legata alla Scrittura; tutto, autorevolmente interpretato dal Magistero, cioè dailegittimi Successori degli Apostoli.</span>
<span>Quanto sin qui detto, appartiene al comune patrimonio della Chiesa ed è autorevolmente insegnato nella Costituzione Dogmatica Dei Verbum del Concilio Ecumenico Vaticano II. Se altre interpretazioni, da parte di taluni, ci sono state in questi decenni, esse non sono fedeli alla giusta interpretazione del Concilio e, anche per questa ragione, i Padri, con il Pontefice, hanno dedicato un Sinodo alla Parola di Dio nella vita della Chiesa, per riconoscervi il giusto posto ed evitare prudentemente talune, non legittime unilateralità. </span>
<span> ASSURDO!</span>
RispondiElimina<span>1) "non esiste, né potrebbe esistere, una Chiesa pre-Conciliare ed una post-Conciliare! " é una barzelletta ?
</span>
cioé nessuno ha visto che il CVII ha spaccato la chiesa in due peggio degli arei dell'11 settembre?
cioé nessuno ha notato che c'é un prima e un dopo il 1962? ma aprite gli occhi e guardate semplicemente
nelle diocesi tutto é cambiato dal CVII: la messa, i discorsi, le preghiere, le attività, i canti, i dogmi, gli ospiti nella liturgia (che ora sono di altre religioni), il modo di confessarsi, il modo di comunicarsi...
davanti a un uragano che ha spazzato via tutto mons Piacenza urla :
non c'é nessuna differenza tra prima e dopo: non é rimasto in piedi più niente ma non é neanche cambiato niente.
siete ridicoli! é come per la continuità <span>c'é perché deve esserci</span> ... invece hercule e tanti altri vogliono LE PROVE !
2) <span>Sarete voi la prima generazione che interpreterà correttamente il Concilio Vaticano II,</span>
ah perché qualcuno ha finalmente capito come si deve interpretarlo? ma che lo dica a tutti allora, aspettiamo da 50 anni...
:-D :-D ma caro hpoirot... non penserai davvero di avere il monopolio della corretta interpretazione della Missione della Chiesa, spero!
RispondiEliminaqueste parole sono epocali, sono una vera svolta, certo che qualcuno ha spaccato la Chiesa e l'ha divisa, ma proprio qui sta il valore di queste parole:
riconoscere che c'è stata una divisione e riconoscere che una Chiesa POST-CONCILIO SAREBBE ILLEGITTIMA... ;)
PER LA PRIMA VOLTA SI DENUNCIA LA DOPPIA CHIESA NATA DALL'INTERPRETAZIONE DEL CONCILIO.....
per te che vivi beato nel tuo orticello e nel tuo eremo di certezze forse non è una notizia, ma per noi che ci viviamo dentro, combattendo ogni giorno, entrando ed uscendo dalle catacombe e con tante di porte sbattute in faccia quando lo dicevamo ma non ci davano ascolto, caspita se lo è!! :-D :-D
eraclio73: peccato aver sporcato il post con quel suo "<span>triste e troppo lungo psudo pontificato del santo subito" (immagino "psudo" = pseudo, spero non in senso sedevacantista).</span>
RispondiEliminaFZ
Le differenze, in verità, c'erano e ci sono.
RispondiEliminaFZ
Grazie, saluti.
RispondiEliminaio vedo che si separa come sempre testo e contesto: si vuole una teoria impeccabile di fronte a una pratica disastrosa.
RispondiEliminama ha ragione Enzo Bianchi: oggi il modo più autorevole e corretto din interpretare il CVII sono i 27 anni di pontificato di GPII...
allora come la mettiamo? interpretare bene il CVII implicherà sbeatificare il santo subito?
Non ho conosciuto il VO, ma gli insopportabili abusi del NO mi hanno spinto ad avvicinarmi alla Tradizione.
RispondiEliminaAmmetto che quando ho assistito a messe celebrate seconodo il VO non ho prvato emozioni particolari.
Resto dell'avviso che una "riforma della riforma" sarebbe la soluzione migliore.
Però un po' di calma per favore:
a Eraclio73 che definisce "diabolico" un Concilio che ha visto il Papa insieme a 2'300 vescovi (tutti nominati nel pre-concilio) dico: sei un ESALTATO e la redazione dovrebbe censurare un simile post.
lo stesso dico all'amico hpoirot che stasera mostra una caduta di stile e di educazione davvero sconcertanti
:-D hpoirot... io avevo 16 anni quando è stato eletto Giovanni Paolo II e l'ho seguito fino alla fine, non ritengo di essere mai stata eretica e sono catechista da 23 anni, nonchè terziaria domenicana da 18... sposata, fedelmente abbiamo superato le tempeste perchè abbiamo sempre creduto al Sacramento del Matrimonio, i figli sono quelli che Dio ha voluto mandarci, non abbiamo mai usato nulla di illecito per non farli o per farli...
RispondiEliminasiamo peccatori che necessitano ogni giorno della misericordia di Dio e siamo, sono, così fragile da aver bisogno del Papa, senza Pietro io non vivo! :-D :-D
tutto qui? NO! non siamo ciechi e non sono cieca.... conosco i problemi parrocchiali e diocesani, alcuni, molti, affrontati per diretto, altri per vie traverse... ho visto sacerdoti spretarsi e sacerdoti rimasti tali, ma infedeli....così come ho conosciuto anche dei santi sacerdoti.... leggendo la storia della Chiesa non credo di aver visto poi così diverse dal passato... ciò che c'è stato di diverso è che si faceva fatica, nell'altro Pontificato, a trovare UNA FONTE UFFICIALE AFFIDABILE....a me personalmente internet ha aiutato molto... lo stesso Magistero non era reperibile se non spendendo molti soldini, con internet, pagato l'accesso alla rete, hai tutto, se vuoi....
Tra me ed Enzo Bianchi, se permetti, c'è una norme differenza: lui è inquieto nell'interpretare come vuole Concilio e Papa, io sono serena con il Papa :-D :-D lui sta scoprendo oggi che le interpretazioni che ha rincorso hanno qualcosa che non va, io ce lo sapevo, e con pazienza, incavolature varie e fiducia, non mi sono arresa e non mi arrendo.... lui vive sensi di colpa che attribuisce a Papi ed alla Chiesa, io no!
te l'ho detto hpoirot, stai attento a non essere tu l'altra faccia della medaglia di Enzo Bianchi...sii felice di leggere queste notizie anche se la battaglia continuerà....non è finita...... ;)
<span>Grazie Stefano, non avresti potuto trovare parole migliori per esprimere ciò che hai provato, ho assistito spesso alle S Messe celebrate in quella chiesa, condivido in pieno il tuo entusiasmo.</span>
RispondiElimina<span>Purtroppo, negli anni, ho assistito a diversi, troppi N.O. dai quali uscivo <span> </span>poco edificata e spesso con l'animo turbato mentre devo dire che ho sempre provato una profonda pace interiore dopo essere stata ad una messa V.O.</span>
<span>Trenta anni fa dovevo percorrere chilometri per avere la possibilità di assistere a celebrazioni degne di essere chiamate sacre</span><span> e mi rammaricavo del fatto che le generazioni a venire non ne avrebbero potuto fare esperienza ma la Provvidenza vi <span> </span>ha posto rimedio, auguriamoci che lo stesso accada per la dottrina e la pastorale<span> </span>.<span></span></span>
cioé (diciamo le cose come stanno) Piacenza sta parlando di interpretare il CVII alla luce della grande novità della TRADIZIONE VIVENTE di stampo super-ultra-mega-modernista contenuta <span><span>nella Dei Verbum e tanto cara sia a GPII ceh a BXVI.</span></span>
RispondiElimina<span><span>« La tradition moderniste est une tradition vivante. Cette tradition vivante est d’ailleurs aujourd’hui le grand postulat auquel se réfère tous les défenseurs du concile Vatican II. Le seul argument invoqué par Jean-Paul II contre Mgr Lefebvre est que « la tradition est vivante ». Et aujourd’hui encore, le pape Benoît XVI fait reposer sa prédication sur ce postulat. » « Tout cela est cohérent avec l’enseignement fondateur du concile Vatican II.
En effet, la constitution Dei Verbum a donné une nouvelle définition de la tradition ».</span></span>
Abbé Glaize - uno dei teologi più autorevoli della SPX
Chiedo venia a Stefano per non aver condiviso per prima la sua bellissima testimonianza.... :-[
RispondiEliminalo faccio ora, ringraziandoti per aver condiviso questa esperienza che mi riporta alla serenità vissuta da noi, dai miei figli e da mio marito, quando anche loro l'hanno vissuta trovandosi, provvidenzialmente, senza parole perchè QUALCUN ALTRO "parlava al cuore"...
così è stata anche la mia prima volta, non riusciii neppure a seguire il foglietto.... rimasi come in estasi, quasi tutto in ginocchio, per gustare "quanto era buono il Signore".... una Messa dove nessuno mi diceva come pregare, cosa dire, cosa fare, e lasciarmi così con TU PER TU mentre il Sacerdote svolgeva PER ME E CON ME il Rito Propiziatore.... che meraviglia!!!
Caro Stefano, custodisci nel cuore questo sapore, ma non tenerlo per te, GRIDALO DAI TETTI, ti daranno del pazzo! sii felice.... :-D
RispondiEliminaMons. Brunero Gherardini nel 2009 scrisse il famoso libro in cui esprimeva le sue perplessità sulla continuità effettiva, e non solo dichiarata, tra la Tradizione apostolica e gli insegnamenti del CVII, e chiedeva al Papa, nella “Supplica” finale del suo libro, di togliere ogni ambiguità ai testi “contestati” del Concilio pastorale tramite l’intervento del suo Magistero dogmatico e <span>impegnando l’infallibilità pontificia</span>. Anche due vescovi, ossia due membri della ‘Chiesa Docente’, firmarono l’accorata “Supplica” al Papa.
Tre anni son passati, ma la risposta non è venuta. Si dialoga con tutti, nelle sinagoghe, nelle moschee, nei templi protestanti, ma ai cattolici, siano anche membri del “Collegio” episcopale, come si dice a partire dal Vaticano II, o valenti teologi che hanno insegnato per lustri nella “Università del Papa” (la Lateranense), non si dà neppure un cenno di ricezione del libro o della “Supplica”.
Perciò mons. Gherardini ha scrutto un altro libro Concilio Vaticano II/Il discorso mancato (Torino, Lindau, 2011), nel quele (dopo aver preso atto del “discorso mancato”) fa alcune riflessioni tra cuiil capitolo che tratta del
Il Magistero spazzato via dal Vaticano II e contestato dai Vescovi
Innanzi tutto mons. Gherardini riprende il tema della Tradizione apostolica, dimostrando che la Dei Verbum del Vaticano II accantona la dottrina definita dal Tridentino e dal Vaticano I sulle “due Fonti” della Rivelazione (Tradizione e Scrittura), per far convergere Tradizione e Magistero nella Scrittura. (COSI POI ANDIAMO A ERFURT SENZA COMPLESSI A DIALOGARE COI LUTERANI : VIA IL MAGISTERO, VIA LA TRADIZIONE, DENTRO LA SCRUTTIRA ... COME LUTERO)
Infatti, soprattutto nel paragrafo 10 della Dei Verbum, «il precedente Magistero è spazzato via all’insegna d’una radicale tanto quanto insostenibile unificazione. Unificati sono i concetti di Scrittura, Tradizione e Magistero. […]. La “reductio ad unum” della Dei Verbum, pertanto, corregge se non proprio non cancella letteralmente il dettato del Tridentino e del Vaticano I».
@eraclio73
RispondiEliminail suo post è semplicemente ripugnante e non può essere espressione di una persona serena e tanomeno di fede.
Lei esprime giudizi arroganti, violenti e privi di carità cristiana.
la redazione non dovrebbe tollerare tutto ciò
Grazie, Stefano, per questa preziosa testimonianza.
RispondiEliminaUno dello "Staff" della Chiesa del Rosario.
Differenze di che tipo?
RispondiEliminaDel III tipo!
RispondiElimina....sì, sta scoprendo oggi ?... e allora piano piano speriamo che arrivi a capire e a dire chiaramente a tutto l'orbe che il vizio sta all'origine, cioè alla <span> </span>RADICE dell'albero, già avvelenata di ambiguità, che è regalo del demonio, cara Caterina !
RispondiEliminaio ti chiedo perchè agli uomini di Chiesa, da mezzo secolo in qua, riesce difficile accettare la semplice Parola di Gesù che dice: DAI FRUTTI LI RICONOSCERETE !
Chiedo scusa per il ritardo, ma la mia presenza nel blog è per forza di cose saltuaria.
RispondiEliminaSono grato per i gentili commenti e le sentite parole, e nello stesso tempo mi sento di rivolgere tale gratitudine verso coloro che senza alcun tornaconto e con non indifferenti sacrifici si sono impegnati - e continuano a farlo - a diffondere e a salvaguardare gli inestimabili valori del Santo Sacrificio della Messa nella sua forma Straordinaria. Compresi i gestori del presente sito, ovviamente.
Stefano Sciortino
Quoto Poirot. Dai discorsi di tali vescovi si evince solo che la nostra Santa Madre Chiesa versa oggi in uno stato confusionale.
RispondiEliminaAnche il "diabolico concilio" non è malaccio.
RispondiEliminaComunque, Stefano, non è del tutto vero ciò che scrive Eraclio (anche se concordo con il suo giudizio negativo sul trentennio della cattività woytiliana). Frequentare la messa antica non ti rende ipso facto idrofobo alla messa nuova. Semplicemente ti induce a tenere la forma ordinaria come la riserva da seguire quando, per ragioni logistiche, non ti fosse possibile seguire l'altra. Un po' come quando l'albergo a cinque stelle non è raggiungibiile si adatta a dormire in un bungalow.
Vabbè, però non cominciamo con la solfa della redazione che non dovrebbe tollerare. Che palle! Mica fanno i baby sitter quelli della redazione. Se uno vuole scrivere un commento da esaltato, scriva pure il commento da esaltato. Mica muore nessuno!
RispondiEliminaHahahahaha, Luis Moscardò, questa è splendida!
RispondiEliminaUn riassunto molto schematico a http://www.messainlatino.it/pag6_sito.htm
RispondiEliminaUn grazie anche ai giovani e non solo che con sacrificio permettono lo svolgersi di si sacre liturgie, dimostrando che in un periodo storico così travagliato e di scarsi valori, vi sono ancora dei giovani che sanno impegnarsi in cose serie, utili alla loro crescita spirituale e nello stesso tempo a quella degli altri.
RispondiEliminatranne per il fatto che tutti gli amanti della Tradizione, grazie agli "esaltati", rischiano di passare per quello che non sono.
RispondiEliminaPensate un pò se passasse di qua qualche vescovo contrario alla messa di sempre, quanto buon pane per i suoi denti gli darebbero certi commenti!!
Gli scandali non sono solamente quelli degli abusi liturgici, signori!
perchè così doveva essere memory.
RispondiElimina