L'immagine si riferisce alla S. Messa del 27 luglio 2011 celebrata da don Samuel García, parroco di Sansenxo, a Pontevedra (Spagna). Da notare la croce al centro dell'altare, secondo la catechesi liturgica di Benedetto XVI.
Ovviamente non è rispolverando con sterile nostalgia alcune vecchie suppellettili sacre, che si attua la riforma "benedettiana", attuata dal Papa Benedetto XVI (con la catechesi dell'esempio) e, come si vede, sempre più diffusa!!
Ma il posizionare la croce al centro dell'altare (pur rivolto al popolo), coprire il calice, e custodire il corporale nella busta son tutti gesti densi di significato (e di rispetto) che fanno bene sperare che il sacerdote abbia in animo la sacralità della liturgia, per il bene delle anime dei suoi fedeli.
Roberto
Ottima notizia.
RispondiEliminaPurtroppo non mi sembra che questo esempio di Benedetto XVI venga seguito in Italia: forse solo a Genova.
Nel duomo di Milano ci sono 3 candelieri a destra e 3 a sinistra, ma della croce nessuna traccia.
Le cattedrali e le parrocchie italiane sono invase dal fiorellino a destra e le due candele a sinistra della mensa.
Nel mio piccolo cerco di fare qualcosa: qundo entro in qualche chiesa e la situazione mi permette di fare un veloce raid, metto una candela a destra e una a sinistra (il fiorellino lo metto per terra, al centro),
Non so se ho fatto litigare qualche parroco con il sagrestano o con quale signora che si occupa della pulzia della chiesa.
Vi assicuro che in un paio di occasioni la situazione è rimasta come l'avevo lasciata dopo il mio intervento
Anche alla Basilica Pontificia di S.Antonio di Padova e' comparsa qualche mese fa. Bellissima. Qualche frate e' perplesso, purtroppo anche tra i giovani, ma cmq bel segno. In ogni caso la croce e' troppo piccola per una basilica cosi' grande, ma cmq percepibile dallo spazio liturgico.
RispondiEliminaLa Croce in Duomo a Milano c'è eccome, alla maniera ambrosiana: appesa sopra l'altare e dietro ad essa, se celebra l'arcivescovo, viene accesa la settima candela.
RispondiElimina<span>Vi riporto una personale testimonianza che in modo più succinto ho postato qualche giorno fa. In una concelebrazione in una parrocchia della diocesi di Treviso (presiedeva il vicario vescovile Rizzo) un “tale”, a cui era stato richiesto di collaborare alla preparazione dell’arredo liturgico, ben conoscendo le indicazioni del Santo Padre in merito all’orientamento liturgico e alla presenza del crocifisso al centro dell’altare, ne pone uno in mezzo e quattro candelieri a latere. Ma quel “tale” conosce anche le direttive dell’Ufficio Liturgico diocesano, è al corrente di ciò che si insegna nel seminario tarvisino ed è solito notare anche com’è preparato l’altare della cattedrale quando celebra il vescovo: guai mettere la croce al centro dell’altare, toglie visibilità al celebrante, meglio rigorosamente a lato, anche se distante non importa, purché non sia nel mezzo a dar fastidio. Il “tale” è altresì convinto che appena i preti si accorgeranno del crocifisso lì collocato, lo rimuoveranno subito, tanto che scommette una cena con un amico che, al contrario, è certo che non oseranno toglierlo. Il vicario foraneo, che concelebrava assieme al vicario vescovile appena informato della presenza del crocifisso al centro dell’altare, dà subito l’ordine di toglierlo, lasciare suolo due candelieri da un lato e porre a fianco dell’altare solo la croce astile (liturgicamente prevista per altri usi). <span> </span>E così si risolve la brutta faccenda della croce al centro dell’altare e il “tale”, che ha vinto la scommessa, va a cenare a spese di colui che l’ha persa, non senza una punta di amarezza per come hanno trattato il Crocifisso. </span>
RispondiEliminaNon aver fretta, dai tempo al tempo...con il tempo la croce "crescerà", è già un segno positivo, specie se posto in atto dai francescani, anche se dobbiamo dar atto che i conventuali del Santo hanno una forma mentis liturgica migliore dei minori.
RispondiEliminain questa diocesi di Chiavari il "credo da divulgare" è: mazzo di fiori a destra e 2 candelette a sinistra. Qualche eccezione occorre menzionare: Sant'Anna nella mia Rapallo, dove la croce troneggia nel centro dell'altare, anche se rivolto al popolo; la Madonna del Ponte a Lavagna dove la croce è al centro e l'altare, pur verso il popolo viene utilizzato anche per le celebrazioni "coram Deo" e, San Colombano di Vignale dove un santo sacerdote ha riposizionato la croce al centro dell'altare che con operazione da macellaio è stato staccato dal tabernacolo. A Chiavari no. dal 1967 no. E quando in Duomo cercano di emulare Genova, ad esempio con l'utilizzo del settimo candeliere, con gusto degno degli elefanto mettono insieme una accozzaglia di candelieri di svariata misura senza alcun gusto geometrico. Del resto, il faccione del vescovo e dei suoi scagnozzi conciliaristi si deve vedere o no?
RispondiElimina<span>Bisogna spiegare di nuovo tutti i significati dei gesti e delle cose usate nella messa. Ci sono generazioni a cui non glielo hanno mai spiegato, ed ad altre non ci viene male rinfrescarlo. Si ama quello che si conosce.</span>
RispondiEliminaE' un palliativo forzato in mancanza del coraggio di riposizionarsi di nuovo verso oriente.
RispondiEliminaDurante le messe trasmesse da EWTN, addirituttura si sono inventati una croce con un due Crocifissi, uno verso il sacerdote e l'altro verso i fedeli. Un Giano bifronte mostruoso (fatta salva la pulizia e la dignità elevatissima con cui vengono celebrate quelle Messe).
A San Pietro (quello vero, in Vaticano) tutti i celebranti portano il calice all'altare e lo riportano in sacrestia correttamente ricoperto col velo.
RispondiEliminaMettiamo qua tutte le nostre testimonianze, magari con delle foto ...
RispondiEliminasappiamo che il sito messainlatino è letto soprattutto ogni lunedì mattina ...
http://traditiocatholica.blogspot.com/2011/10/la-marcia-dei-quarantamila-fedeli-al.html
Anche nella mia Parrocchia, ormai da diverso tempo, e cioè da quando il Santo Padre ha riportato la Croce al centro dell'altare, anch'io l'ho rimessa, nonostante richiami dall'alto a toglierla. Ma: STAT CRUX !!!
RispondiEliminabellissima notizia, senza dubbio, tuttavia vorrei segnalare un paradosso: in una chiesa della mia città vi è la croce al centro coi sei candelieri, però al momento della S. Comunione, il sacerdote rimane seduto e dei laici (uomini e donne) distribuiscono la Comunione ai fedeli, non è una contraddizione?
RispondiEliminauna contraddizione enorme
RispondiEliminaNon ci posso credere
RispondiEliminaVescovi che obbligano a disubbidire al papa.
Ci sono pefino vescovi che si lamentano se qualche loro giovane sacerdote usa l'abito talare. E se essi non si adeguano possono stare certi che verranno emargianti e verranno a loro attribuiti incarichi marginali.
Cambiare solo il look è già una buona cosa. Ma qualcuno si chiede che ne sarà della 'forma' sublime della S. Messa usus Antiquior?
RispondiEliminaContraddizione è poco : diciamo che è un abuso grave !
RispondiEliminaBella la storia della scommessa!
RispondiEliminaPurtroppo a Treviso quel "tale" rischia di vincerne tante di siffatte scommesse, specie da quando regna il pauperista progressista fra' Gardin, ed il Rizzo - grande grandissima delusione, ma d'altronde è solo Vicario - tiene bordone.
Treviso anche a livello liturgico, si affaccia solo ora al mondo, esce da un lunghissimo bagno di provincialismo, sempre che ne sia uscita...
E i preti, purtroppo, indottrinati di cattolicesimo pigro e piegato ad un progressismo di comodo (neanche poi tanto convinto) vedono ancora la tradizione come il più grave rischio, altro che la secolarizzazione e la scristianizzazione.
La croce al centro coi candelieri è la cosa più romana e più tradizionale che ci possa essere.
RispondiEliminaParliamoci chiaro: sia l'altare così fatto, direi antico o basilicale romano, o l'altare "a muro", sono due modi liturgicamente leciti nel rito romano, ordinario e straordinario. Chi dice che la croce così non è visibile ha ragione, ma si dovrebbe capire che le grandi croci appese alla pareti o messe ai lati servono per esser viste e sono per la devozione, ma la croce liturgica, quella da incensare, dovrebbe essere quella sull'altare. La croce coi candelieri costituiscono una iconostasi aperta, favoriscono visivamente il senso Cristocentrico dell' Eucaristia, favoriscono il senso del mistero che è luogo dell'incontro con Dio, oltre ad evitare quella piacevole sensazione di liturgia orizzontale, poco trascendentale e sicuramente evita l'eccessivo protagonismo umano. MOsè quando guarda il roveto ardente si copre il volto, i serafini che vede Isaia al copetto del Trono di Dio si coprono il volto con una delle loro sei ali per non vedere Dio, molte volte nelle "teofanie" bibliche Dio è Visibile ma Nascosto. Occorre capire questo spirito, gli ortodossi per questo spirito hanno l'iconostasi.
la croce nel duomo di milano è sopra l'altare, nel senso che è proprio sospesa sopra. c'è c'è! e addirittura accendo la 7 candela che sta proprio incima alla croce, quando celebra il vescovo.
RispondiEliminaanche in una diocesi nell'estremo ponente ligure, c'è un sacerdote giovane che celebra con la croce in mezzo. E nonostante il malcontento del parroco e del vescovo, continua a lasciarla lì, la croce, al suo posto: nel centro dell'altare. il sacerdote confessa nel confessionale, con grata, e sua sempre talare. tanto per informazione: è un prete giovane, e, anche se molti stenteranno a crederlo: piace molto ai giovani della parrocchia, che gli son affezionati, e lo apprezzano molto per la sua attività in oratorio con loro e anche fuori! (per la serie: non è vero che i preti obbedienti al papa son tutti snob e isolati nelle loro torri d'avorio!).
RispondiEliminaDa non crederci! allora in questo caso i minori conventuali hanno battuto 2 a 0' i vicini benedettini di santa giustina (che haimè...sentendosi depositari della vera liturgia riformata non ci penserebbero nemmeno lontanamente a muovere qualcosa che possa assomigliare a qualcosa di tradizionale!!!!!) vedi collocazione dell'altare maggiore removibile.....
RispondiEliminala croce sopra l'altare è necessario strumento per ricordarci il sacrificio di Gesu sul Calvario. Un elemento che ci ricorda di essere cattolici e allontana l'idea della mensa protestante
RispondiElimina<span>Invito tutti a partecipare alle messe novus ordo vivendola con la solennità del vetus ordo. Ho provato a mettermi in prima fila con il Prete davanti. fregandomene delle persone attorno un po stranite, ho compiuto tutti i gesti tipici del vetus ordo:
RispondiEliminachinare il capo quando si nomina Gesu Cristo, inginocchiarsi al Credo, inginocchiarsi all'ecco l'agnello di dio ... e restare in ginocchio fino alla riposizione della pisside nel tabernacolo.
Totale i preti alla seconda o terza volta cominciano a prestare attenzione a certi dettagli.
Ad esempio inchinano il capo durante il gloria e fanno un inchino profondo al credo. Addirittura aspettano che venga riposta la pisside mettendosi in piedi a lato del tabernacolo poichè la sedia dove dovrebbero sedersi gli gira le spalle.
Varrebbe la pena che ognuno provasse con l'esempio nella propria parrocchia.
Vedrete come è successo a me che nel giro di un paio di messe altre persone cominceranno ad inginocchiarsi all'ecco l'agnello di Dio e a vivere con gesti piu sacri i momenti salienti del rito.</span>
Grazie, questo è un buon consiglio.
RispondiEliminaHo potuto constatare di persona quanto qualsiasi cosa sia tradizionale sia come un Ave Maria per il posseduto durante l'esorcismo per i benedettini di Padova. Per contro pero' a S. Giustina c'e' l'unica liturgia novus ordo degna di questo nome (liturgia) in tutta Padova citta'.
RispondiEliminaDal sito "ilpapaalamezia":<span>Al centro dell’Altare è raffigurata la croce di Gesù Cristo: una croce «vuota» (senza crocifisso), perché Colui che vi è stato inchiodato è risorto; ESATTAMENTE COME I PROTESTANTI</span>
RispondiEliminaquanti fastidi ...grassi, direbbero le nostre nonne!
RispondiEliminaormai nella mia città (Palermo) in molte chiese sia alla messa feriale, che a quella festiva, i parroci restano seduti a cantare o a osservare il popolo, mentre dei laici (soprattutto donne) distribuiscono la Comunione! :(
RispondiEliminaEstremo ponente ligure? Non può sicuramente trattarsi della diocesi di Albenga-Imperia, retta da mons. Mario Olivieri, molto vicino alla Tradizione.
RispondiEliminaSi tratta dunque di San Remo-Ventimiglia, retta da mons Carreggio. Il suo predecessore è stato mons. Giacomo Barabino, segretario personale e poi vescovo ausiliare del card. Siri: non mi sembra che Barabino si sia mai esposto in difesa della causa tradizionalista e ciò mi ha sempre stupito.