di Rodolfo Lorenzoni, di Rai Vaticano 19 Ottobre, 2011
"A meno che tu non ritenga di essere San Tommaso d’Aquino, Blaise Pascal o Eugenio Scalfari, è piuttosto improbabile che ti venga in mente di scrivere un libro intitolandolo “Io e Dio”. Puoi farlo, però, se partecipando pressoché a tutti i programmi televisivi che in fondo piacciono alla gente che piace, tu riesci ad assumere un’espressione sufficientemente umile e contrita, in un certo senso modesta, quasi addolorata, schiva e meditabonda, con il faccino un pochino sofferente, alternando il ditino lievemente alzato allo sguardo abbassato, come per chiedere scusa di possedere e dunque di poter offrire a noi tutti una sequela di verità senz’altro da applauso. E puoi farlo, soprattutto, se nella scritta in sovrimpressione accanto al tuo nome compare l’inequivocabile Qualifica: Teologo. In tal caso, in studio e a casa calerà il silenzio più assoluto, nell’attesa di apprendere il verbo, teologico e rivoluzionario al tempo stesso. Con un solo angosciante dubbio, a dire il vero: parlerà Dio o parlerà Io?
“Insomma, ragazzi: sono Teologo, Io, e in sovrappiù molto adulto e sinceramente democratico. Anche se in realtà non lo sono, chiamatemi pure cattolico: non mi dispiacerà. E mi trovo qui per voi, per informarvi sul vostro Destino: Dio, la Chiesa, la Verità sono tutte intollerabili anticaglie. Contano soltanto l’Anima e la Coscienza, che sono mie ma anche vostre: infatti sono democratiche pure loro. E l’Anima, ma soprattutto la Coscienza, mi dicono che la situazione è drammatica, anzi tragica. La gerarchia ci soffoca, il potere ci aliena, l’autorità è autoritaria, le catene incatenano e i rappresentanti, invece, non ci rappresentano”. Sopraffatti da una tale massa di dirompenti e incontestabilmente originali analisi politico-culturali ammannite dal Teologo, siamo costretti a ricorrere alla cruciale domanda, che tra l’altro si poneva già all’inizio del secolo scorso quel tizio dei soviet: “Che fare?”. Niente paura, c’è il Teologo.
Ci parlerà forse egli della Fede, della Speranza e della Carità? Solleverà questioni metafisiche e ci delizierà con affascinanti speculazioni? Si richiamerà per caso ad Agostino di Ippona o alla prova ontologica di Anselmo d’Aosta? No, preferisce parlare di Lele Mora. E da lì, sempre armato della consueta postura corrucciata, torna a insistere: “Ehi ragazzi, ma non vi accorgete a che punto siamo arrivati? Non leggete Ezio Mauro e Barbara Spinelli? L’Anima e la Morale sono perdute e, in verità in verità vi dico, qui è tutto un magna-magna”.
Titoli di coda, la trasmissione si conclude e il Teologo può ora guadagnare il meritato riposo; sempre che, sulle orme del celebre semiologo del Dams che bacchetta il Papa, non preferisca invece trascorrere la notte insonne dedicandosi alla lettura di Kant. Anche noi, sfiancati da tanta teologia, andiamo a dormire. Ma prima apriamo il Vangelo, perché ci pare di ricordare che Gesù amasse i pubblicani, le prostitute e i peccatori e detestasse i farisei e gli ipocriti. Con discreto piacere verifichiamo ancora una volta che è proprio così. Ora possiamo finalmente prendere sonno, ma non prima di aver adottato un fermo proposito: nel prevedibilissimo caso in cui dovessimo nuovamente scorgere il Teologo in tv, cambieremo distrattamente canale."
Rodolfo Lorenzoni
"A meno che tu non ritenga di essere San Tommaso d’Aquino, Blaise Pascal o Eugenio Scalfari, è piuttosto improbabile che ti venga in mente di scrivere un libro intitolandolo “Io e Dio”. Puoi farlo, però, se partecipando pressoché a tutti i programmi televisivi che in fondo piacciono alla gente che piace, tu riesci ad assumere un’espressione sufficientemente umile e contrita, in un certo senso modesta, quasi addolorata, schiva e meditabonda, con il faccino un pochino sofferente, alternando il ditino lievemente alzato allo sguardo abbassato, come per chiedere scusa di possedere e dunque di poter offrire a noi tutti una sequela di verità senz’altro da applauso. E puoi farlo, soprattutto, se nella scritta in sovrimpressione accanto al tuo nome compare l’inequivocabile Qualifica: Teologo. In tal caso, in studio e a casa calerà il silenzio più assoluto, nell’attesa di apprendere il verbo, teologico e rivoluzionario al tempo stesso. Con un solo angosciante dubbio, a dire il vero: parlerà Dio o parlerà Io?
“Insomma, ragazzi: sono Teologo, Io, e in sovrappiù molto adulto e sinceramente democratico. Anche se in realtà non lo sono, chiamatemi pure cattolico: non mi dispiacerà. E mi trovo qui per voi, per informarvi sul vostro Destino: Dio, la Chiesa, la Verità sono tutte intollerabili anticaglie. Contano soltanto l’Anima e la Coscienza, che sono mie ma anche vostre: infatti sono democratiche pure loro. E l’Anima, ma soprattutto la Coscienza, mi dicono che la situazione è drammatica, anzi tragica. La gerarchia ci soffoca, il potere ci aliena, l’autorità è autoritaria, le catene incatenano e i rappresentanti, invece, non ci rappresentano”. Sopraffatti da una tale massa di dirompenti e incontestabilmente originali analisi politico-culturali ammannite dal Teologo, siamo costretti a ricorrere alla cruciale domanda, che tra l’altro si poneva già all’inizio del secolo scorso quel tizio dei soviet: “Che fare?”. Niente paura, c’è il Teologo.
Ci parlerà forse egli della Fede, della Speranza e della Carità? Solleverà questioni metafisiche e ci delizierà con affascinanti speculazioni? Si richiamerà per caso ad Agostino di Ippona o alla prova ontologica di Anselmo d’Aosta? No, preferisce parlare di Lele Mora. E da lì, sempre armato della consueta postura corrucciata, torna a insistere: “Ehi ragazzi, ma non vi accorgete a che punto siamo arrivati? Non leggete Ezio Mauro e Barbara Spinelli? L’Anima e la Morale sono perdute e, in verità in verità vi dico, qui è tutto un magna-magna”.
Titoli di coda, la trasmissione si conclude e il Teologo può ora guadagnare il meritato riposo; sempre che, sulle orme del celebre semiologo del Dams che bacchetta il Papa, non preferisca invece trascorrere la notte insonne dedicandosi alla lettura di Kant. Anche noi, sfiancati da tanta teologia, andiamo a dormire. Ma prima apriamo il Vangelo, perché ci pare di ricordare che Gesù amasse i pubblicani, le prostitute e i peccatori e detestasse i farisei e gli ipocriti. Con discreto piacere verifichiamo ancora una volta che è proprio così. Ora possiamo finalmente prendere sonno, ma non prima di aver adottato un fermo proposito: nel prevedibilissimo caso in cui dovessimo nuovamente scorgere il Teologo in tv, cambieremo distrattamente canale."
Rodolfo Lorenzoni
Rodolfo caro, leggi il libro, piuttosto, in cui non si parla né di Barbara Spinelli né di Ezio Mauro (peraltro rispettabilissime persone, almeno quanto Lucetta Scaraffia con marito e Giuliano Ferrara con moglie) e dopo averlo letto cerca di rispondere alle sue obiezioni ed alle sue argomentazioni. Non c' è così tanto bisogno di una nuova apologetica? Cominciate, allora, e sul serio. Vedremo cosa avrete da dire.
RispondiEliminala nuova apologetica c'è già, leggi il timone!
RispondiEliminaSennò puoi sempre leggere Famiglia cristiana. Anche lì si fa della sana apologetica :-D
RispondiEliminaMancuso e le sue posizioni sono state ampiamente dibattute (anche troppo visto il livello non eccelso del teologo) e ampiamente confutate. Persino il suo ex maestro Bruno Forte gli ha detto che ragiona troppo in fretta, troppo sicuro di essere nella verità e spesso salta o sbaglia passaggi logici...
RispondiEliminaPersonalmente preferisco leggere i libri del Papa o quelli di Romano Amerio, tento per fare qualche esempio...
<span><span>Guardate il grande maestro Augias come è compiaciuto del suo utile idiota:</span></span>
RispondiEliminaMa l'utile idoota negli ultimi secondi è stato forse un po' meno utile.... o è impressione mia?
Sul tema delle "immagini" mi ha in effetti sorpreso :)
RispondiEliminasecondo me Rodolfo Lorenzoni il libro non lo ha neanceh aperto altrimenti non scriveva tante sciocchezze: sembra uno di quegli interventi di Giuliano Ferrara la sera dopo il tg1...in Itali la cultura imperat...
RispondiElimina<span>secondo me Rodolfo Lorenzoni il libro non lo ha neanche aperto altrimenti non scriveva tante sciocchezze: sembra uno di quegli interventi di Giuliano Ferrara la sera dopo il tg1...imperat in paeninsula cultura ...</span>
RispondiEliminail livello di Mancuso, invece, è eccelso
RispondiEliminaUn articolo sciocco e inutile. Gli avversari non si demoliscono in questo modo,facendo battutine pseudo-ironiche. Qualche motivazione consistente poteva pure metterla. Per disprezzabile che sia la logica mancusiana, è tuttavia un autore molto letto e discusso. E dannoso,aggiungo io. Da non trattare con leggerezza e sufficienza,se non si hanno argomenti migliori. Mancuso,Augias,Oddifreddi andrebbero sepolti sotto i loro errori,contraddizioni e scempiaggini. Fare un articolo con le battutine,nemmeno spiritose è un errore contro-producente. Altrimenti serve solo a farci soddisfatti nel nostro piccolo circolo di già convinti. Questa non è una fumeria di oppio.
RispondiEliminaDiffido formalmente il falso Benedetto (Sergio) che ha quotato alle 15:16:40 a continuare ad usare il mio nome (Benedetto=Quisutdeus) creando confusione . Posso adire le vie legali.
RispondiElimina..un gocciolino più in alto di Lorenzoni (e di Ferrara) di sicuro lo è...
RispondiEliminaConcordo in pieno con Sergio. O usiamo argomenti seri o i nemici della Fede avranno gioco ancora più facile.
RispondiEliminache alti argomenti ci vogliono con un "teologo" "cattolico" che nega ogni dogma? chiamatemi un bambino che abbia fatto la Prima Comunione alla FSSPX e lo sistemiamo
RispondiEliminacerto, a negare i dogmi si sale tanto eh
RispondiEliminaMancuso non dovrebbe nemmeno essere nominato. Indovinate perchè.
RispondiEliminaMa prima spieghiamo al bambino che Mancuso non nega OGNI dogma. Anzi, temo non ne neghi nemmeno uno.
RispondiEliminaRiformulare questo FORSE si. Ma bisognerebbe spiegare allo stesso bimbo che non è la stessa cosa o quanto meno non vorrebbe esserlo. Ma oter...
Benissimo: chiamiamo il bambino che ha imparato a memoria il catechismo della FFPX e chiediamogli cosa significano le formule ripetute a pappagallo
RispondiEliminaMancuso scrive eresie su eresie e anche di qualità scadente. Ma la risposta è la Chiesa cattolica, non la parodia di Econe. Il bambino che ha imparato a memoria il catechismo della FSSPX è un povero plagiato, che va deprogrammato e riportato sulla barca di Pietro.
RispondiElimina...leggere il libro prima di parlare...
RispondiEliminaRicordo che colui il quale nega anche un solo articolo di fede non ha la fede neppure informe, ma è un semplice "opinionista" della religione. Il bambino che ha imparato il catechismo a memoria è già sulla barca di Pietro, anche se con una fede informe da perfezionarsi.
RispondiEliminaValerio, se parliamo di cultura, Ferrara non è certo inferiore a Mancuso, il quale si crede grande teologo, ma sostanzialmente ha fatto pure una brutta figura di fronte a Socci che teologo non è. Spesso le mie idee divergono da quelle di Ferrara (in campo economico, ma anche politco) tuttavia gli riconosco grande intelligenza e rispetto per il Papa e il pensiero cattolico (certo ha fatto molto di più lui contro l'aborto o per la difesa del motu proprio e quindi di una decisione papale che non i sedicenti cattolici democratici modello Rosy Bindi). Mi infastidisce meno un ateo che tratta con rispetto la Chiesa, la sua Verità e i suoi insegnamenti piuttosto di persone che si definiscono cattoliche solo per poter disintegrare la Chiesa dall'interno.
RispondiEliminaPer quanto riguarda Mancuso semplicemente è un libero pensatore ma non è cattolico.
"Confutare Vito Mancuso? Per certi versi è difficile, perché «lo stile non sistematico e velleitario delle sue affermazioni» rende ardua l' impresa di demolirle in modo organico. Per altri versi invece, da un punto di vista cattolico, è abbastanza semplice, perché il teologo dell' Università San Raffaele finisce per «negare o perlomeno svuotare di significato circa una dozzina di dogmi della Chiesa" (questo scrive padre Corrado Marucci sulla Civiltà Cattolica prima, in ogni caso, di argomentare una puntuta critica)
Questo scrive Bruno Forte, suo vecchio maestro e certamente non un tradizionalista:
il punto più debole del libro mi sembra la mancanza di senso tragico, l' ottimismo ingenuo per cui il peccato originale viene considerato inconsistente. Al contrario un genio come Immanuel Kant sosteneva che proprio la presenza del male radicale è ciò che segna l' esistenza umana. Dal punto di vista cristiano, svalutare la potenza del male significa affidare la salvezza non alla grazia, a un dono di Dio, ma alla capacità dell' uomo di autodisciplinarsi. Così Mancuso finisce per avvicinarsi agli gnostici, secondo i quali l' uomo è in grado di redimersi da solo. Ma ciò significa che l' incarnazione e la resurrezione di Gesù diventano superflue. E mi pare drammatico, per un pensatore cristiano, vanificare la grande speranza che il Vangelo ci ha dato"
Ora poche storie, per il principio di non contraddizione o condividi le idee di Mancuso o sei Cattolico, tertium non datur. Non puoi essere "mancusano" e Cattolico contemporaneamente, non si può "servire a due padroni"
Valerio... non risponde più?
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