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mercoledì 5 ottobre 2011

Il cristiano ha il dovere di proclamare ciò in cui crede

Si potrebbe rispondere con astio al livore che Alberto Melloni ha riversato sulle colonne del "Corriere della Sera" del 4 ottobre 2011 contro il professor de Mattei, ma una questione di etichetta – e l’etichetta, come notava il Tommaseo, è il rivestimento dell’etica – ci spinge a rispondere in maniera franca, ma rispettosa. Questione di stile e di carità cristiana.
Le accuse di Melloni rivolte contro de Mattei sono due. La prima, di lesa maestà, vorrebbe bollare lo studio del docente romano come «revisionismo storiografico (anti)conciliare». Ammesso che l’opera storiografica del docente romano possa essere considerata “revisionista”, è necessario sottolineare che il revisionismo storiografico di de Mattei nasce dalla necessità di scrivere un’opera che funga da contraltare alla Storia del Vaticano II a cura di Giuseppe Alberigo. Tale storia fu scritta con il preciso compito di presentare il Concilio Vaticano II come l’anno zero della vita della Chiesa e, non a caso, essa fu tradotta in tempi rapidissimi nelle più importanti lingue del mondo. Come sottolinea mons. Gherardini, «ciò che l’analisi del gruppo bolognese propose alla considerazione della cultura e della Chiesa è riassunto non tanto nel lemma prima ricordato – evento – quanto negli effetti ch’esso avrebbe prodotto: la netta rottura della Chiesa conciliare nei confronti non solo di quella preconciliare, ma di tutta la realtà ecclesiale precedente: la sua storia, i suoi Concili, la sua Tradizione. Dal Vaticano II sarebbe nata una Chiesa nuova, rispetto alla quale inesorabilmente vecchia ed inattuale sarebbe la Chiesa tradizionale, quella delineata dai Concili del passato, soprattutto dal Tridentino e dal Vaticano I». L’opera di de Mattei può essere definita anticonciliare nella misura in cui essa si oppone, con dati alla mano, all’ermeneutica proposta dalla scuola di Bologna (e così si capisce perché Melloni nutra così tanto odio nei confronti di de Mattei). Ma, grazie a Dio, l’ermeneutica bolognese non è quella della Chiesa e il lavoro di de Mattei non è nient’altro se non la premessa storica, affinché si possa attuare una corretta ermeneutica conciliare del Vaticano II.
L’odio di Melloni non poteva non sfociare nell’accusa che la storia del Concilio scritta da de Mattei non sia altro che il racconto del «fluido intreccio di quelle entità “progressiste” […] che popolano gli incubi dei lefebvriani». Si potrebbe dire che «la calunnia», ammesso e non concesso che essere “lefebvriani” lo sia, «è l’arma del codardo», ma in casi come questo è meglio tacere e sottolineare che allora anche Ottaviani, Bacci, Proença Sigaud, Piolanti, Spadafora, Ruffini e tanti altri importanti prelati soffrivano degli stessi incubi dei lefebvriani.
La seconda colpa di de Mattei, secondo Melloni, sarebbe la sua militanza nelle file del tradizionalismo, il cui «piccolo mondo antico» avrebbe permesso al docente romano di vincere un premio «che sovrasta di gran lunga il valore intrinseco della sua ricerca». Per rispondere a Melloni sono necessarie autorità competenti e, quindi, chiediamo aiuto a dom Prosper Guéranger. Ne Il senso cristiano della Storia, l’abate di Solesmes spiega quali siano i «doveri dello storico cristiano». Il cristiano deve opporsi al filosofo che, secondo dom Guéranger, «è colui che, battezzato e vivendo in seno a una società cristiana, nel suo linguaggio sistematicamente prescinde dalle idee suggerite da fede della Chiesa nella quale è stato rigenerato, e parla come se il suo pensiero non avesse più nulla in comune con l’ordine soprannaturale». Lo storico cristiano deve quindi combattere contro i “filosofi” e ha l’obbligo di proclamare in ogni pagina dei suoi studi la fede nell’immutabile dottrina cristiana perché, da tale immutabilità, si trae la forza che permette allo storico cattolico di avere saldi parametri di giudizio sul passato. Inoltre, tornando al «piccolo mondo antico», non si capisce come questo sia stato capace – date le sue scarse dimensioni – di far vincere un premio così importante al prof. de Mattei. Le ipotesi sono due: o i tradizionalisti sono una potentissima lobby – una specie di Trilateral Commission dell’editoria – oppure bisogna ammettere che questo mondo non è più tanto piccolo, ma si sta espandendo sempre più.
L’attacco di Melloni al libro di de Mattei non può non essere letto alla luce delle strane convergenze parallele tra modernisti e conservatori, venutesi a creare in vista del possibile ritorno della FSSPX a Roma. Il motivo di tale alleanza è semplice: la Tradizione sta lentamente ritrovando il suo posto all’interno della Chiesa e intimorisce coloro che hanno tentato di ostracizzarla e coloro che, anziché difenderla, hanno preferito voltare la testa per guardare altrove.


Matteo Carnieletto

19 commenti:

  1. Melloni se la sta facendo sotto, è evidente da tempo. Quando fu pubblicato il SP, scrisse tutto contento che esso non appariva negli Acta Apostolica del settembre 2007 perchè nella Chiesa c'erano personalità lungimiranti, che erano perplesse sull'oportunità di pubblicare un documento così 'dannoso'.
    Chissà che faccia avrà fatto quando il documento è stato poi pubblicato sugli Acta del marzo 2008, e il ritardo era dovuto solo alla necessità di apportare alcune piccole correzioni. :-D

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  2. Il non dire falsa testimonianza però a casa mia è ancora un comandamento però. Verità qua verità là e poi credete a quattro scrittori e teologi tradizionalisti (son sempre quelli poi) anche quando raccontano falsità.

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  3. Fortunatamente (per Lei, s'intende, e molti altri insieme a Lei) è un atto di carità "sopportare pazientemente le persone moleste".

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  4. Infatti ormai ci siamo abituati a sopportare i De Mattei e tutto il loro circo. Sarebbe carino parlassero a nome personale e non a nome di tutti i cattolici ma siamo generosi e soprassediamo :-D :-D .

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  5. @ Ospite. Che cosa intende dire parlando di "circo" attorno al prof. De Mattei? Gente di Alleanza cattolica, che so io?
    Un paio di volte ho sentito parlare il prof. De Mattei: mi è sembrato un autentico gentiluomo, impressione che trovo riconfermata dalla pacatezza, oltrechè eleganza e nitidezza del suo dire nelle interviste concesse dopo le sue "scandalose" uscite sul terremoto come possibile punizione divina.

    Del prof. Melloni mi colpì l'anno scorso la meschinità & mancanza di fair play con cui volle bollare chi metteva sul banco di accusa Karl Rahner, teologo di punta dei progressisti al Concilio, noto, oltre che per la sua teoria del "cristianesimo anonimo", per  aver concepito un discorso religioso imperniato sul soggetto, con le sue percezioni e i suoi bisogni, anzichè sulla massiccia consistenza di ciò che è davanti ad esso e prima di esso e ci attrae dall'esterno: "soggettivismo" anzichè "realismo". Contro di lui a suo tempo ( anni '70 ) aveva preso posizione con grande severità il filosofo padre Cornelio Fabro nel libro "La svolta antropologica di Karl Rahner", in cui lo accusava senza mezzi termini di aver stravolto il pensiero di san Tommaso, interpretato appunto in modo arbitrario secondo categorie "soggettivistiche" care al pensiero contemporaneo ( Heidegger ).

    Il prof. Melloni sul "Corriere della Sera" definì "teologhetti" dell'ultima ora qualli che pretendevano di smontare e mettere sul banco degli accusati il grande Rahner; vale a dire, sostanzialmente, il tomista domenicano di Bologna padre Cavalcoli. L'acidità del molto indispettito M.  ( "rottura di cabbasisi" ) mi sembrò davvero non evangelica.

    Nel corso di una vita di studio ( lo ammetto, sono una secchia! ) ho potuto rendermi conto che troppo spesso siamo abbagliati dalla fama intellettuale di un personaggio. Immaginiamo che per farlo arrivare a tale punto di considerazione il suo discorso debba essere intellettualmente infrangibile o almeno assai ben corazzato. Invece spesso il "grande pensatore documentatissimo" costruisce il suo sistema attorno a una scelta, a una opzione fatta in età anche precocissima. L'autobiografia di Hans Kung e le notizie raccolte nel libro del prof. De Mattei mi stanno aiutando a capire quale sia stato e quando sia stato per lui questo punto. E' significativo che da seminarista o da giovane prete, non ricordo, sia passato per Lourdes controvoglia, sostanzialmente convinto che si trattava di cose false e sorpassate. Dal libro del prof. De Mattei si evince che costui fu uno dei piloti della parte progressista al Concilio.

    Per me quel che conta non è a quale "partito" o corrente ecclesiale uno appartenga, ma con quale preparazione, con quale sincerità, con quale desiderio di "veracità", e anche CON QUALE GRADI DI UMILTA' ciascuno vi si ponga.
    E' esemplare il caso dell'abate Antonio Rosmini, grande filosofo, che venne messo sotto accusa da certi suoi avversari, pare per lo più Gesuiti, fino alla sospensione delle sue opere: ebbene, a Rosmini interessava solo servire la Chiesa e obbedire al Pastore supremo, mettendo da parte qualsiasi ambizione personale. Un bell'esempio per tanti che si atteggiano a profeti oppressi e schizzano proteste e talora veleno.
    Quando Lamennais, prima ultraconservatore, si mise sulla via della condanna per il suo liberalismo spinto ,Rosmini gli scrisse scongiurandolo di fermarsi perchè la cosa più importante è la salvezza dell'anima e lui la stava mettendo in forse.

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  6. Se ci sono falsità, lo si dimostri. Quod gratis affirmatur, gratis negatur.

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  7. Certo Ospite, immagino chi siano tutti quei cattolici che non la pensano come De Mattei, e si sentono vilipesi, sono forse quelli che vanno a certe messe e oscillano prendendosi per mano al Padre Nostro? Cantano canzonette a suon di chitarra e bonghi e vanno in pantaloncini corti e minigonna a comunicarsi? E poi parla di circo? Fossero cattolici e non banderuole, le chiese tornerebbero luoghi di culto.

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  8. Sembra che qualcuno non abbia letto l'opera del Prof. De Mattei...

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  9. Padre Giovanni Cavalcoli, OP6 ottobre 2011 alle ore 11:52

    Caro Franco, La ringrazio per il suo intervento, dal quale arguisco che anche Lei è un critico di Karl Rahner. Se non ha letto il mio libro su di lui, La invito a leggerlo. In effetti la mia critica riprende quella di P.Fabro e di molti altri, compreso il Card. Ratzinger. Io credo infatti che il problema teologico più urgente sia quello di smascherare la falsa interpretazione del Concilio fatta da Rahner, la quale è ispirata al modernismo. Quanto a Melloni, non mi meraviglio per la sua difesa di Rahner, perchè la sua storia del Concilio è impostata sullo schema hegeliano del progresso storico, che non avviene per continuità, ma per contraddizioni o rotture. Ho qualche riserva sul libro di De Mattei, in quanto egli non riesce a riconoscere l'elemento di sana novità delle dottrine conciliari. Tuttavia De Mattei ha il merito di denunciare le mene dei modernisti durante il Concilio. Costoro però non potevano trionfare, perchè il Concilio è espressione della verità cattolica. Cordialmente. P.Giovanni Cavalcoli, OP

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  10. Brava riempitele voi le Chiese dato che noi non siamo capaci. 

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  11. Io lo capisco Melloni , scusate , è preoccupato che la sua visione della chiesa venga pian piano a crollare e come dargli torto .
    Coraggio dott. Melloni , ho saputo che la "chiesa"  anglicana sta preparando un ordinariato per tutti i cattolici veri come lei che vogliono riunirsi con la corona inglese . Forza e coraggio , prenda questa decisione finalmente e lasci la Chiesa di Roma al "nostro piccolo mondo antico". Ce ne faremo una ragione .
    Grazie ancora

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  12. Redazione di Messainlatino.it6 ottobre 2011 alle ore 15:33

    Il problema non è chi porta più gente a messa; è salvare le anime.

    FZ

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  13. Già perchè le anime si salvano leggendo De Mattei

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  14. @ PADRE CAVALCOLI. Non mi sembra vero di esser stato fatto oggetto della sua attenzione. Sarei molto lieto se mi consentisse di scriverle nel suo convento di Bologna per chiedere il suo parere su due problemi che ritengo cruciali: il dilagare del soggettivismo, ben oltre la sfera dei "rahneriani" espiciti ed autoconsapevoli, con una certa qual continuità con il "metodo di immanenza", e il quasi totale abbandono della preparazione apologetica e dottrinale nella catechetica e nella pedagogia cattolica.

    Per quanto riguarda l'interpretazione del CVII ripeto quanto già detto, "rompendo" con la stessa solfa.

    Mi sembra che il CONCILIO, più che SINGOLE AFFERMAZIONI, abbia fatto un DISCORSO DECISAMENTE INCOMPLETO, in quanto SBILANCIATO su uno dei due aspetti del discorso cristiano-cattolico: quello LUMINOSO, OTTIMISTICO della fraternità e degli anticipi del paradiso in terra, del quale è icona un certo pseudofrancescanesimo di maniera. E' stato messo in non cale il LATO IN OMBRA, tutt'altro che marginale: L'azione di Satana e la spaventosa Potenza delle Tenebre, il pericolo della dannazione, l'aleatorietà di qualsasi costruzione umana, anche filantropica, la necessità della Grazia per mettersi in grado di uscire ( anzi: da ESSERE FATTI USCIRE ) dalla nostra "valle di lacrime". Lasciamo pur perdere la condanna del Comunismo; quanti riferimenti sono stati fatti nei testi conciliari a Satana, all' Inferno, ai Novissimi ( compreso il Purgatorio ), all'inaffidabilità del SOLO PROGRESSO UMANO, sempre a rischio di ricadute ( e che ricadute: vedasi Hiroshima! ). Il grande problema attorno a cui si dibatteva ( e , ahimè ci si batteva anche ) nel '500 era quello della Giustificazione ai fini della SALVEZZA DELL'ANIMA. Questo era vero anche per Lutero ( su questo il recente riferimento di BXVI ); non è vero per gli attuali protestanti - liberali, sulla linea di un filantropismo postcristiano, spesso schiavo del "politicamente corretto".

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  15. @ Padre cavalcoli.
    PS SINGOLE AFFERMAZIONI SBAGLIATE ( avevo dimenticato l'attributo, concettualmente decisivo ).

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  16. Credo che il multiforme "sbilanciamento" del periodo conciliare-postconciliare e il conseguente slittamento rovinoso possano essere capiti meglio identificando il vero ispiratore segreto dei progressisti, magari anche inconsapevoli: Teilhard De Chardin, che partendo dalla legittima preoccupazione di trovare un aggancio tra storia naturale e storia sacra finì per costruire un sistema in cui la Redenzione era sostituita dal moto del Progresso, la linea spezzata della storia umana in questa "valle di lacrime" veniva sostituita da una linea ascendente, il Cristo Crocifisso soggetto a traduzione riduttiva e sostituito dal Cristo Cosmico come Punto Omega dell'Evoluzione, la Gerusalemme Celeste scesa dall'alto con l'Utopia politica  della perfetta città terrestre costruita dall'uomo a partire dal basso. Lo sbilanciamento di fatto del clima concilaire fece ricadere il discorso  ( il "trend!" ) verso questo filone.

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  17. come ho avuto modo di dire più volte, il grottesco Melloni è uno storico da strapazzo che ha fatto numerosi errori plateali, anche sul Corriere. Che proprio lui accusi De Mattei di faziosità è ridicolo, prima ancora che poco serio.

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  18. No Ospite le anime non si salvano leggendo De Mattei, ma Enzo Bianchi..........

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