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giovedì 8 settembre 2011

Nuova S. Messa quotidiana nell'arcidiocesi di Firenze



Presso la

chiesa di S. Francesco al Bosco
Convento di Bosco ai Frati (Postulandato dei Francescani dell'Immacolata)
Via di Lucigliano, 1 - SAN PIERO A SIEVE (FI)
tutti i giorni, alle ore 7:00
viene celebrata la
S. MESSA nella forma Extraordinaria del Rito Romano

11 commenti:

  1. Però...sembra che qui in Toscana si stia andando alla grande!

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  2. ...se ci si sveglia con le galline però...

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  3. Sono molto bravi, io ci vado spesso. Peccato che non celebrino anche la domenica e nei festivi in rito tridentino. Comunque, anche la messa Novus Ordo  che celebrano alle 10.30 e alle 17 nei giorni festivi e la domenica, è celebrata con spirito profondamente tradizionale: la celebrazione è versus Deum, la comunione solo in ginocchio e in bocca, la consacrazione è con il canone romano, e Kyrie, Gloria, Pater, Sanctus, Agnus Dei sono tutti in latino. Insomma, sembra una messa tridentina un po' in italiano. Non capisco, però, perchè non facciano come i loro confratelli di Firenze città, dove i Frati Francescani dell'Immacolata celebrano nella stupenda chiesa di Ognissanti: la domenica e i festivi alle 10.30 in italiano e alle 12 in rito tridentino. Anche a Bosco ai Frati, i cari amici Francescani dell'Immacolata potrebbero fare una delle due messe in italiano, e l'altra in rito tridentino. No?

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  4. Avrei una piccola curiosità da sottoporre alla redazione o a chiunque ne sappia qualcosa in merito. Ci sono in Toscana due stupende abbazie, Sant'Antimo in provincia di Siena, e Santa Maria a Rosano, a due passi da Firenze. Due abbazie ricche di vocazioni, e di spirito molto tradizonale. Sant'Antimo è famosa per la bellezza dei canti gregoriani dei monaci premostratensi che lì vivono. Vorrei sapere: ma per quale astruso motivo in queste due abbazie si continua da anni a celebrare la messa domenicale in latino secondo il rito di Paolo VI, cioè il Novus Ordo in latino? Non ha più senso che, ora che cè il Motu Proprio, queste abbazie passino al rito tradizionale? C'è qualcuno che conosce i premostratensi di Sant'Antimo o le benedettine di Rosano che mi sa spiegare il perchè siano così legati alla messa in latino ma la celebrino con il Novus Ordo? Grazie in anticipo a chi saprà soddisfare questa mia curiosità.

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  5. Da quel che so io le benedettine hanno adottato il rito latino riformato perchè era quanto ci fosse di più tradizionale. Non solo, dubito che potrebbero adottare il VO: sono molto conosciute in Vaticano e sarebbe un palese scacco all'attuale politica romana.

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  6. Nell'espressione "tutti i giorni" non è compresa la domenica (anche se mi rendo conto che le 7,00 sia un orario un po' scomodo)?

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  7. @ Ospite delle 9.46: no, purtroppo la domenica e i festivi no. Comunque le posso assicurare che anche in italiano, celebrata come la celebrano loro, è di fatto una messa tridentina con qualche parte di italiano in più, molto santificante e bella.
    @ Domenicano: see è come dice lei, lo trovo un atteggiamento assurdo. Grazie cmq dell'informazione. Con chi hanno rapporti in Vaticano?

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  8. A Sant'Antimo -di cui mi son sempre sentito raccontare mirabilia- io ci devo essere arrivato un giorno che aveva fatto temporale: canto ordinariamente sciatto (ma lo dico spesso: sono sfortunato...).
    Quanto ai F.I.: bravissimi, preparatissimi, il vero e puro germoglio della pianta del grande Poverello... ma non mi si dica che il NOM loro è di fatto una Santa Messa tridentina: è il meglio che si possa avere col NOM, punto e basta....

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  9. Sono d'accordo con Luis. Partecipo spesso alla S.Messa dei Francescani dell'Immacolata al Bosco ai Frati.  Non è assolutamente una Messa Tridentina. E' una messa postconciliare, però è curata in ogni dettaglio, è celebrata con amore, come descrive Arduino.

    Secondo me è la prova che spesso il problema di tante SS.Messe celebrate oggi non è il latino o l'italiano, non è il 'versus Deum' o meno.  Spesso il problema è solo la sciatteria, l'improvvisazione, la poca cura e... il poco amore.  E anche lo spiritualismo sterile, cioè il pensare che i gesti, i colori, la musica, il profumo dell'incenso... non servano a niente.  E invece l'uomo è fatto di carne, ha bisogno di gesti concreti, che lo aiutino a esprimere il sacro, il mistero, il suo senso religioso.

    E dunque curare i paramenti, i gesti, il canto... Bruciare incenso, incoraggiare i fedeli a non accostarsi all'Eucaristia come si prende un biscotto... sono tutti aiuti concreti per favorire la partecipazione.  Per me è così.

    PS: Viva i Francescani dell'Immacolata!

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  10. ...per i frati le sette è già giorno da un bel po'....

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  11. "Spesso il problema è la sciatteria"; condivido con Mugellano il ragionamento chiarendo però questo: purtroppo una buona dose di sciatteria e approssimazione è connaturata col NOM; i bravissimi frati integrano per analogia iuris mutuando dal rito tridentino e rendendo meno evidenti le gravi carenze che il NOM porta in sé.

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