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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

venerdì 17 giugno 2011

La Repubblica sulla musica sacra: seconda parte

 
 
"Drammatica, disperata, insignificante". Non usa mezzi termini il maestro don Pablo Colino, nel descrivere lo stato di salute della musica eseguita oggi nelle chiese. Anche se poi tiene a precisare che «c'è ancora la possibilità di capovolgere questa pericolosa tendenza al ribasso, potenziando lo studio della musica sacra e dei canti liturgici, a partire dal gregoriano». Monsignor Colino è universalmente noto come musicista e direttore d'orchestra. Dopo anni di servizio in Vaticano, ora dirige il Coro della Filarmonica Romana. Un'autorità, dunque, in materia di musica religiosa, da anni impegnato a «ripulirla» dalle scorie che, a suo parere, l'hanno compromessa. «È papa Benedetto XVI il primo a chiedercelo e a credere in questo impegno», dice. «Tante volte il pontefice mi ha incoraggiato ad andare avanti, perché la musica sacra è un patrimonio universale, radicato nella più genuina tradizione liturgica».

- Maestro Colino, perché la musica sacra e liturgica è in crisi?
«Tutto è precipitato dopo il Concilio Vaticano II, con quella superficiale ondata di pseudorinnovamento che ha fatto tanti danni in quasi tutte le nostre chiese. Basta assistere a una qualsiasi celebrazione liturgica, per sentire orride schitarrate, pianole assordanti e cori superficiali. Il tutto diretto da maestri poco preparati. Anche se non mancano incoraggianti eccezioni che, se coltivate, potrebbero far ben sperare per il futuro».

- Potrebbe fare qualche esempio?
«Recentemente, a Terni si è svolto un interessante convegno sulla musica sacra, e, per l'occasione, si sono esibite molte corali giovanili e tanti gruppi di artisti specializzati in musiche liturgiche. È stato bello e interessante sentirli. E anche incoraggiante».

- Ma c'è una «ricetta» per rilanciare la musica sacra?
«Occorre tornare allo studio serio, rigoroso e appassionato nelle scholae cantorum, nei conservatori e, magari, nelle scuole. La musica sacra è patrimonio universale, una forma d'arte tra le più alte e immortali. E l'Italia ne è piena, avendo dato i natali ai più grandi autori di musiche liturgiche».

- E quali dovrebbero essere i programmi in queste scuole?
«È di fondamentale importanza tornare a diffondere la conoscenza diretta del gregoriano e, parallelamente, affinare la preparazione di musicisti, direttori d'orchestra e di corali. Non si va da nessuna parte senza rigore didattico e senza la conoscenza del gregoriano, la madre della musica sacra, ma oserei dire di tutta la musica, anche di quella contemporanea».
Fonte: Repubblica 16 giugno 2011, via Finesettimana

67 commenti:

  1. tanto per cominciare Colino non è un esempio fulgido.....non è certo il Card Bartolucci......e poi lo scandalo degli scandali è la nomina di Palombella ...avete sentito a Pentecoste?? dovrebbe andare al Pontificio e con tanta umiltà studiare( cosa che non ha mai fatto) il gregoriano e la polifonia....su Santità abbia il coraggio di sostituirlo lo chiedono TUTTI ..TUTTI e lasci stare il Suo segretario di stato per cortesia........grazie

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  2. Lo sanno tutti che il Papa in Vaticano conta quanto il 2 di briscola. E non parlo di questo Papa, ma di tutti.

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  3. Le concessioni di qualche brano gregoriano e polifonico non sono la soluzione del problema: semplicemente lo eludono, risolvendo al massimo un’emergenza in attesa di riflessioni che, tuttavia, mi sembra siano andate tutte in direzione opposta. L’equilibrio vero rifiuta le concessioni, fondandosi invece sulla necessità di saper “armonizzare” con logica inclusiva e non esclusiva il patrimonio della Tradizione con le nuove proposte sia corali che assembleari. L’attuale situazione, che vive la schizofrenia di sostanziali divieti accostati a grandi silenzi su forme pseudo-musicali che offendono anche solo il buon gusto, apre la strada ad estremismi che vanno dal tradizionalismo più spinto alla totale anarchia. Nonostante qualche timido tentativo, ritengo che ben poco sia stato fatto nella realtà italiana – compresa la nostra Cattedrale – per favorire un ampio confronto e per dare una risposta convincente. Per questo, nel rispetto di una linea che non condivido, preferisco farmi da parte senza nulla pretendere e continuare ad occuparmi in altro modo del grande tesoro della musica sacra. Ovviamente ho già comunicato la mia decisione anche a tutto il coro e ho presentato le mie riflessioni. Ho precisato che, comunque, ad andarsene è il direttore e non il coro. E’ dunque ovvio che ciascun cantore dovrà ora decidere se rimanere nell’istituzione della Cattedrale o se andarsene. A chi condivide il pensiero che ho cercato di esprimere, farò una nuova proposta. Ma ora è troppo presto per definirne con precisione i contorni.

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  4. ......stralcio di una lettera importantissima del dimissionario maestro di cappella di cremona...insigne gregorianista e uomo vero che non scende a compromessi!!!

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  5. FRISINAnissmo accuto ...17 giugno 2011 alle ore 12:46

    Per chi viene in Italia per ritrovare i suoi durante il tempo estivo, subisce un electro-shok quand va a messa di domenica nella chiesa del paese dove sono cresciuti nonni e genitori. Ma il piu bel che fa da ridere è che cè un rampante FRISINAnissmo dei canti liturgici della Chiesa Cattolica della Penisola. Dovunque ci sono le suore, regono in chiesa i canti di FRISINA che sembra essere l'unico compositore di canti liturgici per tutta l'Italia. Se si osserva bene, lo sviluppo del FRISINAnissmo tale un cancro, è iniziato da Piazza San Pietro, da li si è propagato in tutte le chiese dei pasetti d'Italia. L'influsso delle suore non è da sottovalutare oltre ai sacerdoti musicalmente analfabeti - CON TE PARTIRO ... TRA LA LA LA LA ... CON TE PARTIRO ... TRA LA LA LA LA ....

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  6. Esatto: il gregoriano di Colino fa pietà ai cani.

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  7. Il problema dei problemi è il rito: la musica viene dopo. Se non si riforma il rito, inutile riformare la musica.

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  8. La musica e il rito sono la stessa cosa.
    Solo un rito degno di un festival è capace di accogliere le pagliacciate di Frisina, degno di un garage le brutture di don Parisi, di un trivio certe altre porcherie ch è meglio non citare.
    Provate a celebrare la Messa di Paolo VI in latino e con tutti i crismi: tali abomini vi saranno pure da lì rigettati come un emesma!
    Questa gente scrive per il proprio autoreferenziale circo equestre di edizioni, concerti, vendita cd, corsi -pagliacciata con il bevolo assenso di una generazione di vescovi degna delle stalle di Gerione!
    Ma avete letto con quale faccia di p..... d. Parisi addita i messia: Frisina, Costa, Machetta.....
    Tutta gente che ha inserito in quel inutile brogliaccio del repertorio nazionale.
    E i diritti d'autore?
    Andasse a cantar Messa a un'altra chiesa. Se ne è pure capace!

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  9. avete sentito, a partire dal min 2 circa, quando il venerando Mons. M.ro Bartolucci, a proposito della gravissima perdita subita dalla Messa con l'abolizione del latino, voluta dalla riforma di Paolo VI, dice che "....prima si poteva andare in tutto il mondo e rispondere con tutti i popoli alla stessa Messa, ad es. giapponesi, filippini ecc...." ? 
    e sottolinea che quella lingua latina era   VIVA,   capite,  LINGUA VIVA della Chiesa, nella sua Divina Liturgia, vivificante e perenne, dico io, <span>grazie anche a quella lingua liturgica sempre viva e imperitura</span> ? capite che perdita enorme ha causato quella riforma, forse irreparabile per chissà quante generazioni, prima che si rieduchino i fedeli al vero culto a Dio, sia con la lingua liturgica che col canto sacro, che erano  <span>  tutt'uno</span>, come dice qui il Maestro ?
    ...e poi soggiunge:
     "....  la lingua (latina) era quella che univa la Chiesa in un'unica Liturgia....

    dunque: abolito il Latino, frantumata la Liturgia con le lingue vernacolari,  è ormai disgregata tutta la Chiesa: come si può ora ritornare all'unità perduta con quella fatale demolizione?
    (impresa sovrumana, non certo risolta dal biritualismo, temo....)

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  10. prego anch'io  tutti i lettori di ascoltare quelle parole di un Maestro (parole quasi introvabili oggi), che lamenta il degrado del gusto e il calo inarrestabile della sensibilità sia liturgica, sia musicale, e il tramonto del senso del sacro, grazie anche alla diffusione del turpiloquio tra i giovani.....
    lamenta la diseducazione dovuta al  "contentare " troppo i gusti banali e degradati della gioventù....
    "oggi si vuol contentare!"   (noi diciamo:  si cerca audience, è una mentalità MERCANTILE....)
    ancora:
    "....prima la gente era meno istruita, ma più educata.....e cantava con gioia, seguendo il latino.....
    oggi no: si mettOno in testa quelle  vacuità, nullità...qualcosa di abominevole !
    la Chiesa ha fatto purtroppo opera di    DISEDUCAZIONE......"

    http://www.youtube.com/v/rcB9kxmdeIA" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140


    Grazie, Maestro: speriamo che qualcuno voglia ascoltarLa, in alto loco , prima che sia troppo tardi....!

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  11. <span>prego anch'io  tutti i lettori di ascoltare quelle parole di un illustre Maestro (parole quasi introvabili oggi), che lamenta il degrado del gusto e il calo inarrestabile della sensibilità sia liturgica, sia musicale, e il tramonto del senso del sacro, grazie anche alla diffusione del turpiloquio tra i giovani.....  
    lamenta la diseducazione dovuta al  "contentare " troppo i gusti banali e degradati della gioventù....  
    "oggi si vuol contentare!"   (noi diciamo:  si cerca audience, è una mentalità MERCANTILE....)  
    ancora:  
    "....prima la gente era meno istruita, ma più educata.....e cantava con gioia, seguendo il latino.....  
    oggi no: si mettOno in testa quelle  vacuità, nullità...qualcosa di abominevole !  
    la Chiesa ha fatto purtroppo opera di    DISEDUCAZIONE......"  </span>
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    http://www.youtube.com/v/rcB9kxmdeIA" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140
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    <span>Grazie, Maestro Mons. Bartolucci: speriamo che qualcuno voglia ascoltarLa, in alto loco , prima che sia troppo tardi....!</span>
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  12. Per rimanere in tema, e con il dovuto rispetto a S. Padre, a me pare che però i curiali, sotto questo Papa, stiano giocando a tressette .... col morto!


    BENEDICTO XVI VITAM ET SALUTEM!

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  13. Frisina si limiti a fare le colonne sonore dei film di argomento religioso, che e' meglio!

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  14. Si buttano via tanti soldi in adeguamenti liturgici, costruzione di orripilanti nuove chiese, assurde attività pastorali.... Si investissero perchè ogni cattedrale abbia una schola puerorum e dei cantori stipendiati!!! Quanto a Palombella, è solo questione di tempo, stringiamo i denti, fa troppo schifo perchè possa rimanere maestro ancora a lungo, prima o poi qualcuno in alto scoppierà, statene certi, e allora ci faremo grasse risate! (Non sono tutti sordi in vaticano, quando è troppo è troppo!!)

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  15. Carissimo Placentinum,
    a me basterebbe che si investisse un pò di denaro e molta pazienza e determnazione almeno per avere una piccola schola mista, un serio organista e un buon direttore.
    Don Parisi, invece, nella sua cattedrale ha fatto terra bruciata: non c'è più nulla per favorire quella assurda pagliacciata di Frammenti di luce, diretta da un suo allievo prete (molto galante, però) che suonacchia che cosa? Frisina e co, con la benedizione dell'arcivescovo - parlando con decenza - Cacucci.
    Ero presente alla Messa NO del card. Burke lì a marzo: c'era un ottimo coro esterno, mi pare venuto da un'altra diocesi, che eseguì gregoriano e polifonia antica e contemporanea (Bartolucci e, mi pare, Miserachs).
    Finito il pontificale, mentre uscivamo, Via Crucis della cattedrale: un manipolo di autoctoni chitarristi di 4° ordine con canti degni dei raduni scout!
    Andasse a predicare ai pesci, come S. Antonio.
    Quelli almeno sentono con gli occhi!

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  16. E' il problema dell'Italia, reverentissimo, Terra di poeti, di Santi, di navigatori, e oggi più che mai di MEDIOCRI. E come facciamo a spiegare alla gente che Frisina, Palombella e compagnia cantante fanno schifo, se oggi la gente è diseducata musicalmente (e non solo) parlando, e non ha orecchio!?!? Saremmo fatti oggetto di scherno, lo sappiamo! Per il popolino oggi la Sistina è un gran coro, ahimè! La salvezza di Roma, ancora una volta, dovrà venire da popoli barbari!

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  17. Totalmente d'accordo, Benedetto. Questo è esattamente il punto. Ripristinare il gregoriano nell'ambito del Novus Ordo è semplicemente un non senso. Non lo merita (nel duplice senso: il NO non è degno del gregoriano e questo canto meraviglioso non si merita di essere usato nel Novus Ordo). Al Novus Ordo confanno le conzonette insulse, sgrammaticate, sciatte e soprattutto, semieretiche. Lasciamogliele. I simili attraggono i simili.

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  18. Più cheil popolino sono i preti che non capiscono un ........ asse,! và (diciamola con Catullo, ltrmenti trascendo!).
    Credo che dal Concilio di Trento in qua - con i dovuti distinguo e gradazioni - abbiamo toccato il fondo, quanto ad ignoranza del clero.

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  19. Abbiamo provato per molti anni a cantare il Gregoriano nella Messa col Novus Ordo in tutti i modi possibili: col Graduale Simplex, col Graduale Triplex, con l'organo, senza organo, coi testi tradotti per la gente... alla fine ci siamo arresi. Noi coristi, il parroco che non digeriva soprattutto il Graduale e la gente che ci considerava degli intrusi. Non funziona. Non funziona proprio nel nuovo rito. Abbiamo sperimentato che il gregoriano è in un certo senso "consostanziale" al rito di sempre. E' nato con quello. Applicarlo al nuovo è un'operazione farlocca e disperata. Sarebbe come rivestire un bagnino in spiaggia col frac.

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  20. Caro Don Magnifico,
    anch'io ero a quella SANTA MESSA; forse ci conosciamo?
    Comunque posso dire che la schola cantorum è stata eccelsa, all'altezza delle cappelle romane (cioè quelle che erano!). Posso altresì testimoniare che il Card. Burke apprezzò moltissimo l'esecuzione "alla Romana" del Proprio polifonico e dell'Ordinario gregoriano: ricordo la commozione del Presule all 'Et incarnatus est" mentre era in ginocchiato al faldistorio, che il sorprendente cerimonierre aveva fatto preparare. Inoltre personalmente volle complimentarsi col direttore della schola, il M° D'amico, tant'è che ho saputo, sia giunto al M° una lettera del cardinale proprio nei giorni scorsi ancora a ringraziamento del servizio musicale reso in quell'occasione. La schola cantorum, se ricordo bene, è intitolata a S. Cecilia e dovrebbe avere sede a Monopoli, forse nella cattedrale, che è una bella città della provincia ma che è retta da un vescovo e da un vicario sessantottini! 

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  21. Egr. Prefetto,
    c'era tanta gente a quella Messa.....
    Comunque ho presenti sia il Vicario gen. di Conversano (chepotrebbe ben interprtare la controfigura dell'inquietante Lurch della famiglia Addams) sia il vescovo.
    Ma non era stato nominato Delegato ap. per il Carnevale di Putignano?

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  22. Credo sia già troppo tardi, gentile memory.
    Purtroppo i danni causati dall' errata, degenerante interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -  in modo eminentissimo la Musiaca sacra, vera protagonista messa alla porta, cacciata a pedate in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.I bravi maestri vengono snobbati e le capre innalzate. Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo da dentro i sacra palazzi stessi, che supinamente accettano, scandalosamente accettano senza muovere un dito per impedire la catastrofe 
    Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi, quelle mirabili composizioni di musicisti dall'ingegno illuminato che han fatto la storia della Chiesa: depennate! Il Popolo di Dio resettato, l'occhio reso strabico, l'orecchio disabituato alle casre armonie. Tutto quanto elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito: decontestualizzato! tutto è un osceno teatrino, un siparietto dell'orrore!

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  23. <span>Credo sia già troppo tardi, gentile memory.  
    Purtroppo i danni causati dall' errata, degenerante interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -  in modo eminentissimo la Musiaca sacra, vera protagonista messa alla porta, cacciata a pedate in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.I bravi maestri vengono snobbati e le capre innalzate. Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo da dentro i sacra palazzi stessi, che supinamente accettano, scandalosamente accettano senza muovere un dito per impedire la catastrofe   
    Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi, quelle mirabili composizioni di musicisti dall'ingegno illuminato che han fatto la storia della Chiesa: depennate! Il Popolo di Dio resettato, l'occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle sacre armonie. Tutto quanto elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito decontestualizzato. Non più partecipazione dell'anima che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama -e qui l'arte e la musica giocano  il  ruolo primigenio di guide apportatrici di sapienza- ma superficiali siparietti che l'asciano l'amaro e un vuoto abissale!</span>

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  24. <span>Credo sia già troppo tardi, gentile memory.    
    Purtroppo i danni causati dall' errata, degenerante interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -  in modo eminentissimo la Musica sacra, vera protagonista, patrimonio inestimabile, messa alla porta, cacciata a pedate in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.I bravi maestri vengono snobbati e le capre innalzate. Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo da dentro i sacra palazzi stessi, che supinamente accettano, scandalosamente accettano senza muovere un dito per impedire la catastrofe     
    Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi, quelle mirabili composizioni di musicisti dall'ingegno illuminato che han fatto la storia della Chiesa: depennate! Il Popolo di Dio resettato, l'occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle sacre armonie. Tutto quanto elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito decontestualizzato. Non più partecipazione dell'anima che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama -e qui l'arte e la musica giocano  il  ruolo primigenio di guide apportatrici di sapienza- ma superficiali siparietti che l'asciano l'amaro e un vuoto abissale!</span>

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  25. <span>Credo sia già troppo tardi, gentile memory.      
    Purtroppo i danni causati dall' errata, degenerante interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -  in modo eminentissimo la Musica sacra, vera protagonista, patrimonio inestimabile, messa alla porta, cacciata a pedate in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.I bravi maestri [vedi Miserachs] vengono snobbati e le capre innalzate [vedi pennuto].</span>
    <span> Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo da dentro i sacri palazzi stessi  che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Accettano lo "schianto" senza muovere un dito per impedire la catastrofe .      
    Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi; mirabili composizioni di musicisti dall'ingegno illuminato che han fatto la storia della Chiesa: depennate!</span>
    <span>Il Popolo di Dio è stato volutamente  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle antiche, sacre armonie. Tutto quanto elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito decontestualizzato. Non più partecipazione dell'anima che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama -e qui l'arte e la musica giocano  il  ruolo primigenio di guide apportatrici di sapienza- ma superficiali siparietti che l'asciano l'amaro e un vuoto abissale!</span>

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  26. <span><span>redo sia già troppo tardi, gentile memory. Purtroppo i danni causati dalla "degenera", errata interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra [soprattutto la Musica sacra,vera protagonista, cacciata a pedate in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.</span></span>
    <span><span>I bravi maestri [vedi Miserachs]  snobbati e le capre innalzate [vedi pennuto].</span>  
    <span>Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo, da dentro i sacri palazzi che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato musicale fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi composizioni mirabili : depennate per incapacità e quando di grasso "storpiate"da gente incapace.</span>  <span>Il Popolo di Dio  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle antiche armonie. Tutto ciò che  elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito decontestualizzato. Non più partecipazione dell'anima che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama, ma superficiali siparietti che l'asciano l'amaro e un vuoto abissale!</span></span>

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  27. <p><span><span>Temo  sia già troppo tardi, gentile memory. Purtroppo i danni causati dalla "degenera", errata interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra [soprattutto la Musica sacra,vera protagonista, cacciata a pedate in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.</span></span><span><span>I bravi maestri [vedi Miserachs] compositori eccellenti snobbato e le capre innalzate [pennuto].</span>  </span><span><span>Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo, da dentro i sacri palazzi che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato musicale fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi composizioni mirabili : depennate per incapacità e quando di grasso "storpiate"da gente incapace.</span>  <span>Il Popolo di Dio  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle antiche armonie. Tutto ciò che  elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito decontestualizzato. Non più partecipazione dell'anima che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama, ma superficiali siparietti che l'asciano l'amaro e un vuoto abissale!</span></span>
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  28. <span><span><span>Temo  sia già troppo tardi, gentile memory. Purtroppo i danni causati dalla "degenera", errata interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -soprattutto la Musica sacra,vera protagonista, profanata in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.</span></span><span><span>I bravi maestri [vedi Miserachs] compositori eccellenti snobbato e le capre innalzate [pennuto].</span>  </span><span><span>Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo, da dentro i sacri palazzi che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato musicale fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi composizioni mirabili : depennate per incapacità e quando di grasso "storpiate"da gente incapace.</span>  <span>Il Popolo di Dio  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle antiche armonie. Tutto ciò che  elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito decontestualizzato. Non più partecipazione dell'anima che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama, ma superficiali siparietti che l'asciano l'amaro e un vuoto abissale!</span></span>  </span>

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  29. <span><span><span>Temo  sia già troppo tardi, gentile memory. Purtroppo i danni causati dalla "degenera", errata interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -soprattutto la Musica sacra,vera protagonista, profanata in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.</span></span><span><span>I bravi maestri [vedi Miserachs] compositori eccellenti snobbati e le capre innalzate [pennuto, Parisi ecc...ce n'è un serraglio] -</span> </span><span><span>Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo, da dentro i sacri palazzi : gli gnavi che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato musicale fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi composizioni mirabili : depennate per incapacità e quando di grasso "storpiate"da gente incapace.</span>  <span>Il Popolo di Dio  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle antiche armonie. Tutto ciò che  elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito decontestualizzato. Non più partecipazione dell'anima che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama, ma superficiali siparietti che l'asciano l'amaro e un vuoto abissale!</span></span>  </span>

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  30. <span><span><span>Temo  sia già troppo tardi, gentile memory. Purtroppo i danni causati dalla "degenera", errata interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -soprattutto la Musica sacra,vera protagonista, profanata in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.</span></span><span><span>I bravi maestri [vedi Miserachs] compositori eccellenti snobbati e le capre innalzate [pennuto, Parisi ecc...ce n'è un serraglio] -</span> </span><span><span>Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo, da dentro i sacri palazzi : gli gnavi che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato musicale fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi composizioni mirabili : depennate per incapacità e quando di grasso "storpiate"da gente incapace.</span>  <span>Il Popolo di Dio  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio profanato, disabituato alle antiche armonie. Tutto ciò che  elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito : decontestualizzato, per cui non più partecipazione dell'anima </span></span></span><span>[e qui  la musica, svolge un ruolo propedeutico] </span><span>che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama ma superficiali siparietti, che lasciano l'amaro, e il vuoto.</span>

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  31. <span><span><span><span>Temo  sia già troppo tardi, gentile memory. Purtroppo i danni causati dalla "degenera", errata interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -soprattutto la Musica sacra,vera protagonista, profanata in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.</span></span><span><span>I bravi maestri [vedi Miserachs] compositori eccellenti snobbati e le capre innalzate [pennuto, Parisi ecc...ce n'è un serraglio] -</span> </span><span><span>Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo, da dentro i sacri palazzi : gli gnavi che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato musicale fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi composizioni mirabili : depennate per incapacità e quando di grasso "storpiate"da gente incapace.</span>  <span>Il Popolo di Dio  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio incapace di discernere, disabituato alle antiche armonie. Tutto ciò che  elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al sacro rito : decontestualizzato, per cui non più partecipazione dell'anima </span></span></span><span>[e qui  la musica, svolge un ruolo propedeutico] </span><span>che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama ma superficiali siparietti, che lasciano l'amaro, e il vuoto.</span></span>

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  32. <span><span><span><span>Temo  sia già troppo tardi, gentile memory. Purtroppo i danni causati dalla "degenera", errata interpretazione del Concilio Vaticano II sulla sacra Liturgia e annessa arte sacra -soprattutto la Musica sacra,vera protagonista, profanata in nome di un supposto rinnovamento- ha imboccato una via senza ritorno: collassa. Sono poche le voci che si levano per frenare lo scempio e quelle che si levano non  vengono ascoltate.</span></span><span><span>I bravi maestri [vedi Miserachs] compositori eccellenti snobbati e le capre innalzate [pennuto, Parisi ecc...ce n'è un serraglio] -</span> </span><span><span>Ci si è chiusi le orecchie per non udire e il tappati il naso per non sentire l' olezzo che esala, purtroppo, da dentro i sacri palazzi : gli gnavi che supinamente accettano, scandalosamente accettano, complici di un misfatto senza precedenti. Ciò che era bello, degno di lode, appartenente ad un passato musicale fatto di studio, tradizione, frutto di preghiera, ascesi, composizioni mirabili : depennate per incapacità e quando di grasso "storpiate"da gente incapace.</span>  <span>Il Popolo di Dio  resettato. L</span><span>' occhio reso strabico, l'orecchio  disabituato. Tutto ciò che  elevava lo spirito al fine di una vera actuosa partecipazione al rito, decontestualizzato, per cui non più partecipazione dell'anima </span></span></span><span>[e qui  la musica, svolgeva il suo ruolo propedeutico] </span><span>che tenta un varco per raggiungere la luce alla quale tende e brama ma superficiali siparietti, che lasciano l'amaro, e il vuoto.</span></span>

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  33. C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, <span>ribadita tra l'altro nel</span> Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.<span>] nella quale </span>l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso: una Grazia speciale infusa nell'uomo ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore, questo è acclarato, ma perchè il suo fine va oltre: indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc. Oecumenicorum decreta”. Dunque, la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli , ed ecco la validità del Dogma ("inter considerare debet ipsius animae excellentiam, nobilitatem, et pulchritudinem sibi collatam») «Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»; Viceversa la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum».

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  34. <span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, <span>ribadita tra l'altro nel</span> Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.<span>] nella quale </span>l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”. </span>
    <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi ha fallito nel suo fine? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perchè, s è vero come è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». L'anima dunque può diventare serafica per "amoris ardorem"; cherubina "per cognitionis plenitudiem" attraverso la musica che ha una funzione persuasiva...ma...se no si possiede il divino carisma, si incorre in quella "bruttezza- belluina" dell'anima turpe, che si assiimila alla "superbia leoni", o alla "gloria pavoni",o "invidia lynci", alla "Vel serpenti " , all'"Ira cani", all' "accidia asino" ....</span>

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  35. <span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, <span>ribadita tra l'altro nel</span> Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.<span>] nella quale </span>l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”. </span> 
    <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi ha fallito nel suo fine? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perchè, s è vero come è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». </span></span><span><span>In questo contesto il musicista ha una precisa responsabilità: può indurre un'anima all'"amoris ardorem", cherubina "per cognitionis plenitudiem",e attraverso la musica che ha una funzione persuasiva, condurla per mano verso le altezze celesti. Purtroppo stiamo assistendo immobili, pavidi ad una tale "bruttezza- belluina" tipica delle anima turpi di gente simile alla "superbia leoni", alla "gloria pavoni",o "invidia lynci", alla "Vel serpenti " , all'"Ira cani", all' "accidia asino" .... con la complicità di una gerarchia compiacente!</span></span><span>
    </span></span>

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  36. <p><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nella quale l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  </span></span><span>
    <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi ha fallito nel suo fine? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum».</span></span>
    </p><p><span><span>In questo contesto il musicista ha una precisa responsabilità: può indurre un'anima all'"amoris ardorem", <span> </span>cherubina "per cognitionis plenitudiem" e, mediante <span> </span>la musica che ha una funzione persuasiva di bellezza incomparabile condurla per mano verso le altezze celesti o abbassarla a livelli infimi -ipogeo-!  Basterà osservare i personaggi che "volteggiano" sulla loggia sistina per rendersene conto, ce n'è per ogni... dalla"superbia leoni", alla "gloria pavoni", dall’ "invidia lynci", al "Vel serpenti " , dall’'"Ira cani", all' "accidia asino" .... tutto tranne la musica sacra, e il tutto con la complicità di una gerarchia compiacente!</span></span><span></span>

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  37. <span><span><span><span> </span></span></span></span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nella quale l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra-  viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo,che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  </span><span>
    <p><span> <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento, di questo "ipogeo" nel quale versa la musica sacra? che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum».</span></span>
    </p><p>
    </p><p><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nella quale l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  </span></span><span>
    <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum».</span></span>
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  38. <p><span><span>
    <p><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nella quale l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». Ed è ciò che sta accadendo sotto gli occhi conl'insipiente tacito annuire di gerarchia assuefatta!</span></span>
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  39. <span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nella quale l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». </span></span></span>

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  40. <span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nella quale l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi non era valido ? Domanda che postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perché è la gerarchia stessa, è l'entourage del S.Padre a chiudere un'occhio sullo scempio. Dunque:  se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum»: è l'pogeo nel quale versa la musica sacra ne è la prova provata di qeuesta inconfutabile verità!</span>

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  41. <span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nella quale l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- viene comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”, una funzione tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma del concilio di Nicea prima e del CVII poi non era valido ? Domanda che postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Perché è la gerarchia stessa, è l'entourage del S.Padre a chiudere un'occhio sullo scempio. Dunque:  se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». L'l'pogeo nel quale versa la musica sacra  non è, forse,  la prova provata di questa inconfutabile verità ?...Credo proprio di si...</span><span> mi domando su chi cadrà la responsabilità di tutto questo...</span>

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  42. <span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale si evince che l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- è comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo, che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini [</span></span><span>Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”]  </span><span><span>. Una funzione tipicamente Angelica dunque, la quale, alla luce dell 'attuale fallimento della musica, postula delle ovvie domande. Mi chiedo se il Dogma del concilio di Nicea prima, e del CVII poi, sia ancora valido circa il Dogma. E' duopo una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa?  Può la gerarchia ,  l'entourage del S.Padre tapparsi entrambe gli occhi, fimgere che tutto vada bene mentre si assiste allo  scempio? Dunque:  se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». L'l'pogeo nel quale versa la musica sacra  non è, forse,  la prova provata di questa inconfutabile verità ?...Credo proprio di si...</span><span> mi domando su chi cadrà la responsabilità di tutto questo.</span></span>

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  43. <span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale si evince che l'Arte Sacra - in modo eminente la musica sacra- è comparata, cioè messa sullo stesso livello di ogni altra Opera voluta da Dio stesso ad un preciso scopo, che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini [</span></span><span>Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”]  </span><span><span>. Una funzione tipicamente Angelica dunque, la quale, alla luce dell 'attuale fallimento della musica, postula delle ovvie domande. Mi chiedo se il Dogma del concilio di Nicea prima, e del CVII poi, sia ancora valido. Credo che al riguardo sia duopo una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa?  Può la gerarchia ,  l'entourage del S.Padre tapparsi entrambe gli occhi, fimgere che tutto vada bene mentre si assiste allo  scempio? Dunque:  se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». L'l'pogeo nel quale versa la musica sacra  non è, forse,  la prova provata di questa inconfutabile verità ?...Credo proprio di si...</span><span> mi domando su chi cadrà la responsabilità di tutto questo.</span></span></span>

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  44. <p><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo, che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”. Un </span></span><span> </span><span><span>concetto per altro già suffragato dalla Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS”, dove la musica assurge ad un ruolo primario. Da qui l’intimo legame che intercorre fra il dogma, e l’importanza del canto nella <span> </span>sacra liturgia, come fra il culto cristiano e la santificazione del popolo . Una funzione, quella della musica, tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  </span></span><span>
    <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Qui c'è un'aporia di fondo. Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose, efficitur imago diversarum bestiarum». Mi chiedo chi si assumerà la responsabilità di questo peccato contro lo S.Santo !?...</span></span>
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  45. <span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo, che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”. Un </span></span><span> </span><span><span>concetto per altro già suffragato dalla Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS”, dove la musica assurge ad un ruolo primario. Da qui l’intimo legame che intercorre fra il dogma, e l’importanza del canto nella <span> </span>sacra liturgia, come fra il culto cristiano e la santificazione del popolo . Una funzione, quella della musica, tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  </span></span><span>  
    <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Qui c'è un'aporia di fondo. Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, cpme quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». Mi chiedo chi si assumerà la responsabilità di questo peccato contro lo S.Santo ...</span></span>  </span>

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  46. <span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo, che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”. Un </span></span><span> </span><span><span>concetto per altro esaustivamente descritto suffragato fin nelle sue pieghe più munite nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS”, dove la musica assurge ad un ruolo primario. Da qui l’intimo legame che intercorre fra il dogma, e l’importanza della musica nella <span> </span>sacra liturgia, come fra il culto cristiano e la santificazione del popolo . Una funzione, quella della musica, tipicamente Angelica [all'unisono con gli Angeli si innalza il nostro"Santo, Santo, Santo".</span></span><span>   <span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Qui c'è un'aporia di fondo. Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». Ora </span></span></span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo, che non è tanto il fungere da tres d'union tra la creatura e il creatore - questo è acclarato- quanto indirizzare a Dio la mente degli uomini”. Un </span></span><span> </span><span><span>concetto per altro già suffragato dalla Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS”, dove la musica assurge ad un ruolo primario. Da qui l’intimo legame che intercorre fra il dogma, e l’importanza del canto nella <span> </span>sacra liturgia, come fra il culto cristiano e la santificazione del popolo . Una funzione, quella della musica, tipicamente Angelica. Cfr. “Conc Oecumenicorum decreta”.  </span></span><span>    </span></span>
    <span><span><span>Allora, cosa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? Qui c'è un'aporia di fondo. Perchè, se è vero com’è vero che la bellezza insita nella musica rispecchia la bellezza degli Angeli  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis [...]

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  47. <span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo : indirizzare a Dio la mente degli uomini. Un </span></span><span> </span><span><span>concetto delo stesso Dogma  esaustivamente descritto e suffragato fin nelle sue pieghe più minute nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS”, dove la musica assurge ad un ruolo primario in quanto </span></span></span></span><span><span><span><span>funzione, quella della musica, tipicamente Angelica. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ? Che è stato violato? Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Qui c'è una "scollatura" di fondo. Perchè, se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». </span></span></span></span><span><span><span><span>Ora: se la Bolla di Pio XI a margine sentenziava un divieto assoluto circa la validità del documento tale che nessuno nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere l' integrità. Un atto imperituro, </span></span></span>fermo, valido ed efficace, nessuna forza contraria avebbe dovuto opporvisi: pena opporsi allo S. Santo che tutto opera. Ecco svelato l'arcano. Il motivo vero di questa agonia della musica sacra. "Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio"! </span>

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  48. <span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo : indirizzare a Dio la mente degli uomini. Tale</span></span><span> </span><span><span>concetto dello stesso Dogma era stato già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica assurge ad un ruolo primario in quanto </span></span></span></span><span><span><span><span>funge nella Liturgia quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui si evince una "scollatura", un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum».Ecco il motivo del Dogma. </span></span></span></span><span><span><span><span>Ora: se la Bolla di Pio XI a margine sentenziava un divieto assoluto circa la validità del documento tale che nessuno nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere l' integrità. Un atto imperituro, </span></span></span>fermo, valido ed efficace che nessuna forza contraria avebbe dovuto opporvisi , è stato invero caplestato. Non si può remare contro lo S.Santo, ecco svelato l'arcano circa l'ipogeo nel quale versa la S.musica. Dico alla gerarchia: "Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio"! </span></span>

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  49. <span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo : indirizzare a Dio la mente degli uomini. Tale</span></span><span> </span><span><span>concetto dello stesso Dogma era stato già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica assurge ad un ruolo primario in quanto </span></span></span></span><span><span><span><span>funge nella Liturgia quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui si evince una "scollatura", un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum».Ecco il motivo del Dogma. </span></span></span></span><span><span><span><span>Ora: se la Bolla di Pio XI a margine sentenziava un divieto assoluto circa la validità del documento tale che nessuno nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere l' integrità. Un atto imperituro, </span></span></span>fermo, valido ed efficace che nessuna forza contraria avebbe dovuto opporvisi , è stato, invero, assolutamente calpestato. L'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano in Liturgia ne attestano il tradimento.  Non si può remare contro lo S.Santo, motivo per il quale la musica sacra versa nel più infimo ipogeo come mai nella storia della Chiesa.  Dico alla gerarchia: "Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio"....e lo avete fatto. Mi domando chi pagherà il prezzo di questo danno incalcolabile!</span></span>

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  50. <span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [quindi verità essenziale delle fede, ribadita tra l'altro nel Conc. Vat. II, in De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo : indirizzare a Dio la mente degli uomini. Tale</span></span><span> </span><span><span>concetto dello stesso Dogma era stato già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica assurge ad un ruolo primario in quanto </span></span></span></span><span><span><span><span>funge nella Liturgia quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui si evince una "scollatura", un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum».Ecco il motivo del Dogma. </span></span></span></span><span><span><span><span>Ora: se la Bolla di Pio XI a margine sentenziava un divieto assoluto circa la validità del documento tale che nessuno nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere l' integrità. Un atto imperituro, </span></span></span>fermo, valido ed efficace che nessuna forza contraria avebbe dovuto opporvisi , è stato, invero, assolutamente calpestato. L'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano in Liturgia ne attestano il tradimento ergo che una forza aliena sia intervenuta nella chiesa tale da remare contro lo S.Santo. Ecco svelato l'arcano, motivo per il quale la musica sacra versa nel più infimo ipogeo come mai nella storia della Chiesa.  Complice, una gerarchia cieca, sorda e muta alla quale dico: "Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio"....e lo avete fatto. Mi domando chi pagherà il prezzo di questo danno incalcolabile!</span></span>

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  51. <span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] firmata il 4 dicembre 87 in cui, citando il Conc. di Nicea II , egli riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra è posta sullo stesso livello di ogni altra opera voluta da Dio ad un preciso scopo : indirizzare a Dio la mente degli uomini. Tale</span></span><span> </span><span><span>concetto dello stesso Dogma era stato già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica assurge ad un ruolo primario in quanto </span></span></span></span><span><span><span><span>funge, nella Liturgia, quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». </span></span></span></span><span><span><span><span>Ora, se la Bolla di Pio XI a margine sentenziava un divieto assoluto circa la validità del documento tale che nessuno nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere l' integrità. Un documento imperituro dunque, </span></span></span>fermo, valido ed efficace che nessuna forza contraria avebbe dovuto opporvisi è stato invero ignorato: la cacciata del m° Bartolucci, l'ignorare Miserachs, L'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano da anni in Liturgia ne attestano il tradimento.  Ergo, che una forza aliena sia intervenuta nella chiesa tale da remare contro lo S.Santo. Ecco svelato l'arcano, motivo per il quale la musica sacra versa nel più infimo ipogeo, complice una gerarchia cieca, sorda, muta alla quale l'esortazione :"Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio", entra da un orecchio ed esce da un altro orifizio.</span></span>

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  52. <span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum]  in cui, citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta,  riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra da "la percezione sensibile che consente di intuire la presenza del signore nella Chiesa", ed è voluta da Dio ad un preciso scopo : indirizzare a Dio la mente degli uomini". S</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span>tesso Dogma, stesso concetto era stato già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario nella tradizione in quanto </span></span></span></span><span><span><span><span>funge, nella Liturgia, quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogmasulla validità della tradizio relativa alla funzione dell'arte non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». S</span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla di Pio XI a margine sentenziava che ne venisse garantita l'integrità, che nessuno, nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere una sola parola di quel documento </span></span></span>fermo, valido ed efficace, ergo che la cacciata del m° Bartolucci, l'ignorare Miserachs, L'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano da anni in Liturgia non possono che  attestarne il tradimento. Quasi che una forza aliena sia intervenuta nella Chiesa tale da remare contro lo S.Santo. E ci stupiamo dell'ipogeo nel quale si trova la musica sacra? Quando a farsi complice è la stessa gerarchia cieca, sorda, muta alla quale l'esortazione :"Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio", entra da un orecchio ed esce da un altro orifizio...</span></span>

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  53. <span><span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum]  in cui, citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta,  riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra da "la percezione sensibile che consente di intuire la presenza del signore nella Chiesa" e dunque, indirizzare a Dio la mente degli uomini". S</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span>tesso Dogma, stesso concetto  già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato, fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario nella tradizione </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogmasulla validità della tradizio relativa alla funzione dell'arte non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». S</span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla di Pio XI a margine sentenziava che ne venisse garantita l'integrità, che nessuno, nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere una sola parola di quel documento </span></span></span>fermo, valido ed efficace, ergo che la cacciata del m° Bartolucci, l'ignorare Miserachs, L'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano da anni in Liturgia non possono che  attestarne il tradimento. Quasi che una forza aliena sia intervenuta nella Chiesa tale da remare contro lo S.Santo. E ci stupiamo dell'ipogeo nel quale si trova la musica sacra? Quando a farsi complice è la stessa gerarchia cieca, sorda, muta alla quale l'esortazione :"Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio", entra da un orecchio ed esce da un altro orifizio..</span></span></span>

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  54. <span><span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum]  in cui, citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta,  riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] nel quale l'Arte Sacra da "la percezione sensibile che consente di intuire la presenza del signore nella Chiesa" e dunque, indirizzare a Dio la mente degli uomini". S</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span>tesso Dogma, stesso concetto  già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato, fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario nella tradizione </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma sulla validità della tradizione relativa alla funzione dell'arte non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». E...s</span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla di Pio XI a margine sentenziava che venisse garantita l'integrità di quel documento, che nessuno, nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere una sola parola. Che dovesse restare </span></span></span>fermo, valido ed efficace perché non ci si è attenuti? Ergo che la cacciata del m° Bartolucci, i vari seiparieti, l'ignorare Miserachs, L'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano da anni in Liturgia ne attestano il tradimento. Quasi che una forza aliena sia intervenuta nella Chiesa tale da remare contro lo S.Santo. E ci stupiamo dell'ipogeo nel quale si trova la musica sacra?L?Arte sacra? Quando a farsi complice di quella "forza aliena" è la stessa gerarchia cieca, sorda, muta alla quale l'esortazione :"Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio", entra da un orecchio ed esce da un altro orifizio...?....Assurdo !</span></span></span>

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  55. <span><span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum]  in cui, citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta,  riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] realtivo all'Arte Sacra che consente di "iindirizzare a Dio la mente degli uomini". S</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span>tesso Dogma, stesso concetto  già ribadito ed esaustivamente descritto, nonché suffragato, fin nelle sue pieghe più minute, nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario nella tradizione </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma sulla validità della tradizione relativa alla funzione dell'arte non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». E...s</span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla di Pio XI a margine sentenziava che venisse garantita l'integrità di quel documento, che nessuno, nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere una sola parola. Che dovesse restare </span></span></span>fermo, valido ed efficace perché non ci si è attenuti? Ergo che la cacciata del m° Bartolucci, i vari seiparieti, l'ignorare Miserachs, L'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano da anni in Liturgia ne attestano il tradimento. Quasi che una forza aliena sia intervenuta nella Chiesa tale da remare contro lo S.Santo. E ci stupiamo dell'ipogeo nel quale si trova l'Arte sacra? Quando a farsi complice di quella "forza aliena" è la stessa gerarchia cieca, sorda, muta alla quale l'esortazione :"Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio", entra da un orecchio ed esce da un altro orifizio...?....Assurdo !</span></span></span>

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  56. <span><span><span><span><span><span>C'è una lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum]  in cui, citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta,  riconferma la definizione del Dogma in esso contenuto [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] realtivo all'Arte Sacra che consente di "indirizzare a Dio la mente degli uomini". S</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span>tesso , stesso concetto,già ribadito, viene esaustivamente descritto, nonché suffragato, fin nelle sue pieghe più minute nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span></span></span></span></span>
    <span><span><span><span><span><span></span></span><span>C<span>osa dedurre alla luce di questo fallimento: che il Dogma, circa la validità della tradizione relativa alla funzione dell'arte, non era valido ?  Questa domanda postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito che questo avvenga? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». E...s</span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla di Pio XI a margine sentenziava che venisse garantita l'integrità di quel documento, che nessuno, nei tempi a venire ne potesse omettere o sconvolgere una sola parola. Che dovesse restare </span></span></span>fermo, valido ed efficace, mi chiedo: perché non ci si è attenuti? Lla cacciata del m° Bartolucci, i vari separietti, l'ignorare Miserachs, l'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano da anni in Liturgia,ne attestano il tradimento. E' intervenuta una forza aliena nella Chiesa tale da remare contro lo S.Santo. E ci stupiamo dell'ipogeo nel quale si trova l'Arte sacra? Quando a farsi complice di quella "forza aliena" è la stessa gerarchia cieca, sorda, muta alla quale l'esortazione :"Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio", entra da un orecchio ed esce da un altro orifizio...?....Assurdo !</span></span></span>

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  57. ...non potevi spiegarti meglio caro Don Magnifico...!!!    :-D :-D :-D

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  58. <span><span><span><span><span><span><span>In una famosa lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta, ne riconferma il Dogma per altro già sancito dal CVII [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] relativo all'Arte Sacra che consente di "indirizzare a Dio la mente degli uomini".  Lo</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span> stesso concetto veniva a suo tempo descritto e suffragato, fin nelle sue pieghe più minute nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span></span></span></span></span>  <span><span><span><span><span>C<span>osa dedurre alla luce del fallimento della musica: che il Dogma, circa la validità della tradizione relativa alla funzione dell'arte, non era valido ? Domanda che postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». S</span></span></span></span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla a margine sentenziava che venisse garantita l'integrità di quel documento nei tempi a venire, e nessuno ne potesse omettere o sconvolgere una sola parola -per cui a tutt'oggi  valido -</span></span></span>mi chiedo: perché non ci si è attenuti? La cacciata del m° Bartolucci, come i vari siparietti cui assistiamo, l'ignorare Miserachs, l'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano, non fanno che attestarne il tradimento. E ci stupiamo dell'ipogeo nel quale si trova l'Arte sacra quando è la stessa Chiesa a cantarne il "De profundis"?.."Guai a trovarvi di dover combattere contro Dio". Esortazione che se da un orecchio entra, da un altro orifizio esce!....</span>

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  59. <span><span><span><span><span><span><span><span>In una famosa lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta, ne riconferma il Dogma per altro già sancito dal CVII [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] relativo all'Arte Sacra che consente di "indirizzare a Dio la mente degli uomini".  Lo</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span> stesso concetto veniva a suo tempo descritto e suffragato, fin nelle sue pieghe più minute nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span></span></span></span></span>  <span><span><span><span><span>C<span>osa dedurre alla luce del fallimento della musica: che il Dogma, circa la validità della tradizione relativa alla funzione dell'arte, non era valido ? Domanda che postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica  -«Anima per bona supernaturalia collata, est imago totius Caelestis Hierarchiae»- è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». S</span></span></span></span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla a margine sentenziava che venisse garantita l'integrità di quel documento nei tempi a venire, e nessuno ne potesse omettere o sconvolgere una sola parola -per cui a tutt'oggi  valido -</span></span></span>mi chiedo: perché non ci si è attenuti? La cacciata del m° Bartolucci,  l'ignorare Miserachs, l'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano, ne sono il tradimento. Mai, la musica sacra raggiunse un tale iipogeo. Quando si rinnegano i Dogmi, ci si allontana dalla tradizione si cade, per logica conseguenza, nella trappola del demonio!</span></span>

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  60. <span><span><span><span><span><span><span><span>In una famosa lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta, ne riconferma il Dogma per altro già sancito dal CVII [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] relativo all'Arte Sacra che consente di "indirizzare a Dio la mente degli uomini".  Lo</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span> stesso concetto veniva a suo tempo descritto e suffragato, fin nelle sue pieghe più minute nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span></span></span></span></span>  <span><span><span><span><span>C<span>osa dedurre alla luce del fallimento della musica: che il Dogma, circa la validità della tradizione relativa alla funzione dell'arte, non era valido ? Domanda che postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». S</span></span></span></span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla di PioXI, a margine, sentenziava che venisse garantita l'integrità della stessa nei tempi a venire, e nessuno ne potesse omettere o sconvolgere non una sola parola -per cui a tutt'oggi  il documento è valido -</span></span></span>mi chiedo: perché non ci si è attenuti? La cacciata del m° Bartolucci,  l'ignorare Miserachs, l'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano, ne sono il tradimento. Mai, la musica sacra raggiunse un tale iipogeo. Quando si rinnegano i Dogmi, ci si allontana dalla tradizione si cade, per logica conseguenza, nella trappola del demonio!</span></span>

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  61. <span><span><span><span><span><span><span><span>In una famosa lettera apostolica di Giovanni Paolo II [la Duodecimum saeculum] citando il Conc. di Nicea II sulla sacralità della tradizione scritta e non scritta, GPII in quella circostanza ne riconfermò il Dogma per altro già sancito dal CVII [De sacra liturgia, n. 122, p. 841.] relativo all'Arte Sacra la quale consente di "indirizzare a Dio la mente degli uomini".  Lo</span></span></span></span></span><span><span><span><span><span> stesso concetto veniva a suo tempo descritto e suffragato, fin nelle sue pieghe più minute nella Bolla di Pio XI, “DIVINI CULTUS” in cui la musica sacra assurge ad un ruolo primario </span></span></span></span><span><span><span><span>quale funzione tipicamente Angelica [Santo, santo, santo]. </span></span></span></span></span></span>  <span><span><span><span><span>C<span>osa dedurre alla luce del fallimento della musica: che il Dogma, circa la validità della tradizione relativa alla funzione dell'arte, non era valido ? Domanda che postula una riflessione: può un Dogma essere sovvertito dalla stessa Chiesa? E' lecito? Perchè, qui c'è un'aporia di fondo. Se è vero com’è vero che la musica riverbera la vita Angelica è parimenti vero il contrario. Che cioè,  la bruttezza della musica, come quella delle immagini, può degradare l'anima e abbrutirla fino alla bestialità «[Anima] si hic vivit vitiose...diversarum bestiarum». S</span></span></span></span></span></span></span><span><span><span><span>e la Bolla di PioXI, a margine, sentenziava che venisse garantita l'integrità della stessa nei tempi a venire, e nessuno ne potesse omettere o sconvolgere non una sola parola -per cui a tutt'oggi  il documento è valido -</span></span></span>mi chiedo: perché non ci si è attenuti? La cacciata del m° Bartolucci,  l'ignorare Miserachs, l'ascesa del pennuto, le tante storture che abbondano, ne sono il tradimento. Mai, la musica sacra raggiunse un tale iipogeo. Quando si rinnegano i Dogmi, ci si allontana dalla tradizione si cade, per logica conseguenza, nella trappola del demonio!</span></span>

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  62. Sì Medea, questo don Magnifico è stato - con l'aiuto del grande Bracardi - icastico!

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  63. ... non la penso come Lei BENEDETTO,l'Introito, l 'Offertorio, il Communio si possono cantare bnissimo con il nuovo rito, il grande Preside del PIAMS Mons Teodoro Ernesto Moneta Caglio diceva " di cantare il proprio gregoriano nella Messa in italiano e di cantare la liturgia delle ore eseguendo in gregoriano le antifone e i salmi in italiano sull'ottoekos anche se si deve fare un pò di fatica, dobbiamo fare questo se non vogliamo che tutto vada perduto..." verranno tempi migliori ? non lo sappiamo , lo speriamo, lavoriamo per questo ma intanto mettiamo il frac anche se ai piedi abbiamo gli infradito del bagnino........

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  64. Che pena mi fate......non volete ammettere che da quando e' stato cacciato Liberto la sistina e' risorta!!......tutto e' migliorato!!finalmente il repertorio e' da SISTINA!!....gregoriano,offertori,graduale!!!non era quello che chiedevate??!!solo perche' non c'e' il vostro Miserachs??....ma pensate che solo dirigire serve alla Sistina?avete idea di cosa c'e' dietro per muoverla??...io sono stato cantore da bambino!!e ci sono mille cose a cui pensare:C'E' UNA SCUOLA DA GESTIRE,PROFESSORI,MAESTRI,LA CUCINA,I VIAGGI,I CONCERTI,TROVARE SPONSOR E MILLE COSE ANCORA!!...credete che Miserachs sarebbe stato in grado??guardate lo sbando del pims e rispobìndetevi!!ipocriti che non ammettete che sarebbe stato la morte di tutto!!...Palombella non e' BARTOLUCCI??...OK,SIAMO TUTTI DACCORDO!!...MA SERVIVA QUALCUNO PER RISOLLEVARE TUTTA LA BARACCA NON SOLO LA MUSICA!!

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  65. Forse serviva qualcuno "che avesse le mani in pasta"? capace di reperire e spendere soldi?

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