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domenica 29 maggio 2011

Il Papa, la liturgia e le critiche. Domande senza risposta

L'instancabile Francesco Boato torna a scrivere al direttore di Gente Veneta, settimanale diocesano di Venezia. Bisogna rendere merito al direttore, don Sandro Vigani, che, pur nella diversità di opinioni, pubblica (senza tagli!) lettere che si allontanano del tutto dalla linea editoriale progressista del suo giornale. Inoltre, in questo caso, la lettera di Boato è un duro attacco al clero veneziano. E' il paradosso di questi tempi strani: i tradizionalisti sono diventati la guardia d'onore del Papa, una sorta di legione di nuovi zuavi, e lo difendono dalle contestazioni clericali... Don Vigani ha scritto in passato di essere stato bersaglio dei blog tradizionalisti. Stavolta è giusto lasciarlo tranquillo. Ci permettiamo solo di annotare che la sua risposta non affronta i problemi sollevati dalla lettera del lettore, ma si sofferma un po' superficialmente solo sull'ultima parte.


Da Gente Veneta del 28 maggio 2011
Egregio Direttore,
Mi permetta di esprimere il disagio e il disappunto che ho provato nel leggere un articolo apparso martedì 10 maggio sul Gazzettino di Venezia, nel quale venivano riportate le dichiarazioni di alcuni sacerdoti della Diocesi di Venezia circa la presunta inopportunità di celebrare la liturgia eucaristica in lingua latina da parte del Papa durante la solenne e bellissima Messa officiata al parco di S. Giuliano a Mestre. Non riesco proprio a capacitarmi di come alcuni uomini di Chiesa, vuoi per superficialità, vuoi per scarsa preparazione storica, vuoi per un vero e proprio travisamento su cosa realmente sia la fede e il culto cattolico, possano criticare la precisa e ben ponderata scelta dell'attuale Pontefice di restituire decoro, sacralità e dignità al culto dovuto a Dio (culto che mirabilmente si eprime nel Santo Sacrificio della Messa) anche attraverso il ripristino del latino nella parte più importante della Messa, la Consacrazione eucaristica.
Forse non ci si rende ben conto che, coloro che hanno simili opinioni, disprezzano, implicitamente, le modalità con cui la Chiesa Cattolica ha celebrato la sua liturgia per quasi duemila anni, cioè fino alle riforme post-conciliari avvenute alla fine degli anni sessanta. La Chiesa ha forse sbagliato per tutti questi secoli e ha ritrovato la "via smarrita" soltanto negli ultimi quarant'anni? Il 99% dei santi che conosciamo e veneriamo hanno sempre assistito e/o celebrato Messe in latino, nella liturgia latina hanno maturato la loro fede, la loro vocazione e la loro santità. Questo non ci dice niente?
La Chiesa di Cristo è "Cattolica", che significa "universale". Ora, la massima espressione, la testimonianza più eccellente della sua cattolicità (cioè universalità) è data senza dubbio dall'uso di un'unica lingua liturgica, immutabile e uguale in tutto il mondo: il latino, la quale è e rimarrà la lingua ufficiale della Chiesa, nella quale sono redatti tutti i libri liturgici compreso il Messale.
Non dimentichiamoci che il tanto decantato concilio Vaticano II (talvolta utilizzato come un vessillo atto a giustificare qualsiasi abuso liturgico e dottrinale in direzione di qualunque novità in rotta col passato) aveva espressamente raccomandato che l'uso della lingua latina e del canto gregoriano dovessero venire conservati nella liturgia, anche in caso di eventuali modifiche che fossero state successivamente attuate (costituzione "Sacrosanctum Concilium"). Questa raccomandazione, purtroppo, è stata tradita nel vortice tumultuoso e assetato di novità degli anni settanta.
Papa Benedetto XVI, nella sua paziente opera di recupero della bellezza e della solennità della liturgia della Messa (la cosiddetta "riforma della riforma"), ha deciso di reintrodurre alcuni elementi della tradizione che, negli ultimi decenni, l'incuria e la sciatteria della grande maggioranza dei celebranti hanno, di fatto, mandato nel dimenticatoio.
Tra questi importanti elementi troviamo, ad esempio, la presenza ben visibile del crocifisso e dei candelieri al centro dell'altare, la comunione data sulla lingua e in ginocchio, il ripristino del latino almeno nella seconda parte della Messa (Liturgia Eucaristica), la valorizzazione del canto gregoriano tanto raccomandato dal concilio, l'uso di paramenti dignitosi e curati, ecc...
Ma tutto questo, il Santo Padre lo fa da anni e ad ogni Messa da lui celebrata, sicuramente auspicando di essere imitato dai confratelli vescovi e sacerdoti. Possibile che il clero veneziano se ne sia accorto soltanto ora?
Alla Messa di S. Giuliano erano presenti tedeschi, croati, ungheresi, ecc....Se la liturgia fosse stata celebrata in italiano queste persone non si sarebbero sentite deliberatamente escluse?
Il Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa, è una unità indivisibile e l'uso del latino nella liturgia esprime in modo perfetto e mirabile questa unicità e universalità.
Inoltre, mi fa altrettanto specie sentir dire da un prete, nello stesso articolo sopra citato, che la Messa di S. Giuliano è stata "ingessata" e poco animata.
Capisco che i parroci d'oggi siano spesso diventati dei veri e propri "show-men" e che le Messe da loro celebrate siano talvolta poco più che intrattenimenti da avanspettacolo che devono divertire e coinvolgere la gente. Ma la Messa è essenzialmente un atto di culto dovuto a Dio, nonchè la riattualizzazione del Sacrificio che Cristo compì con la sua morte in croce sul Calvario per la redenzione degli uomini. Si assiste alla Messa con deferenza, rispetto e silenzio, non con applausi o balletti!
A quanto pare, malgrado i limpidi insegnamenti del Santo Padre, i nostri uomini di Chiesa fanno orecchie da mercante.
Distinti saluti.
Francesco Boato

Contesto totalmente, non solo come direttore di Genete Veneta, ma anche come parroco, queste sue affermazioni: "Capisco che i parroci d'oggi siano spesso diventati dei veri e propri "show-men" e che le Messe da loro celebrate siano talvolta poco più che intrattenimenti da avanspettacolo che devono divertire e coinvolgere le gente".
Può darsi che ci siano alcuni abusi, ma sono certo che la stragrande maggioranza dei preti della nostra diocesi celebra l'Eucaristia nel rispetto totale del rito e del suo significato.
don Sandro Vigani

28 commenti:

  1. Ottima la lettera del Sig Boato, salvo il penultimo paragrafo che esprimendo una generalizzazione un po' troppo facile e superficiale, lasciava la porta aperta all'altrui critica di oltranzismo: porta  che don Vigani non ha, quindi, neanche avuto bisogno di sfondare  per infilarvisi. E sola porta che ha commentato, distruggendo de facto, tutto l'argomentario precedente nello spirito del lettore medio e un po' disattento.
    Bisogna davvero che noi tradizionalisti impariamo a comunicare con le curie ed il loro organi senza acrimonia e con atteggiamento positivo se vogliamo aiutare concretamenteil Santo Padre nel suo progetto di riforma della liturgia. I.P.

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  2. Noi tradizionalisti... :) :-D O:-)

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  3. Non posso che associarmi a quanto scritto dal Sig. Boato che ha espresso, in forma corretta ed efficace, quanto sentono molti frequentatori di questo blog. A volte, osservando quanto avviene nelle parrocchie, verrebbe voglia di scrivere usando termini che non si confanno certamente ad un Cattolico. Quanto alla risposta di don Vigani, verrebbe voglia di consigliargli di ripensare un poco al suo essere cristiano e sacerdote.

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  4. "E' il paradosso di questi tempi strani: i tradizionalisti sono diventati la guardia d'onore del Papa, una sorta di legione di nuovi zuavi"

    Non vedo cosa ci sarebbe di "paradossale" e di "strano" in questo?

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  5. "...Bisogna davvero che noi tradizionalisti impariamo a comunicare con le curie ed il loro organi senza acrimonia e con atteggiamento positivo ..."      Sua eminenza, se lo permette, vorrei esprimere la mia opinione, riguardo alla possibilità, se lei lo desidera e non provoca alcun problema,di assistere ,solo qualche volta,ad una messa vetus ordo.Eventualmente in orario fuori dal normale che seguono i riti ordinari (alle 21 ? alle 22?)Dica lei se sia il caso e quale sacerdote possa officiare, suoi devotissimi  ...Simon de Cyrene, Tripparolo, Gran Maestro,Ova, Concilio.          :-D :-D :-D :-D

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  6. <span>Perchè no? E infatti noi l'abbiamo ogni domenica alle 11 più ogni mercoledì sera alle 18:30 la Santa Messa secondo la forma straordinaria detta da un sacerdote della FSSP.  
    Non solo, ma nella nostra diocesi abbiamo addirittura cinque luoghi dove essa è celebrata.  
    Ah, domenticavo: i nostri vescovi dànno anche la cresima secondo la forma straordinaria.  
    Allora se il metodo dell'educazione e della chiara affezione alla Chiesa e all'Oridnario funziona dalle parti nostre, perchè non lo sarebbe dalle vostre?  
    Ubi Petrus Ibi Ecclesia. I.P.</span>

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  7. Reverendo Don Vigano.... la invito allora ad andare nella Chiesa dei Santi Apostoli per vedere con i suoi occhi la TEATRALITA' della Messa che ivi si celebra, specialmente per matrimoni e il sabato sera.... e a meno che il noto Cammino neocatecumenale è per lei "un'altra chiesa che non fa testo" comprenderà che la teatralità e lo spettacolo, in quelle Messe, è di casa.....e poichè a Venezia ce ne sono circa 4 di Chiese imponenti che celebrano in quel modo, quantifichi lei....
    in Santi Apostoli a parte le poltroncine rosse tutte attorno al SECONDO  altare piazzato fuori dal presbiterio, perchè li non ci celebra sull'altare della Riforma Paolo VI che almeno è nel Presbiterio.... ma con i tamburelli e i balletti attorno all'altare come me la chiama quella Messa?

    Molto rispettoso e dignitoso è invece il rito celebrato nel Santuario di Santa Maria delle Grazie e a san Canciano... anche se questa abitudine alle chitarre è dura a morire....

    Insomma, io non credo che il sig. Francesco volesse fare di tutt'erba un fascio, ma temo che Sacerdoti del suo stampo, impegnati fra le carte, spesso non si rendono conto  che la teatrilità c'è ancora in molte Messe e Venezia non è l'oasi incontaminata....
    Lo dice il Papa per altro nel MP "una certa creatività ai limiti del sopportabile"  per la quale il Pontefice spera con la Messa antica di aiutare questi creativi a capire i loro sbagli....
    Il SIGNIFICATO della Liturgia perde il suo significato, quanto più e maggiormente tale creatività, creatività anche nella lingua, nella forma, nelle parole, nella musica.... non viene debellata definitivamente....

    In Gesù  e Maria

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  8. Difendere il Papa dal clero non è paradossale????

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  9. Concordo, Simone, con lei.... ma come vede Don Vigani non ha ritenuto "ottimo" il "resto" e se ha pubblicato tutta la lettera, ha solo racchiuso il significato su quella frase, come ha fatto lei, e non sarebbe stato ragionevole spezzarla, non si sarebbe compreso il perchè di quella frase..... :-D

    Credo che Don Vigani abbia comunque compreso il cuore del messaggio ivi contenuto, ma per comunicare occorre essere sempre almeno in due ;)  di fronte ai muri o ci si fa male sbattendoci contro, o ci si rimbalza se si sanno fare le acrobazie....

    Auspico anch'io e di cuore che il mondo tradizionalista impari a dialogare con più serenità e fiducia, del resto se il Papa fosse incorso in errori come taluni gli attribuiscono, sarà sempre da un altro Papa che arriveranno le correzioni.... :-D

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  10. <span><span>"E infatti noi l'abbiamo" </span></span>

    "Noi", chi?

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  11. Io con altri, senza lei. E di tasca mia per più anni, perdipiù.

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  12. <span><span>Guardi che dare gli orari della Messa a Ginevra, alla quale lei non viene,  dire quante Messe ci sono nella Diocesi, e riportare la notizia della cresima data da Mons. Farine, è alla portata di tutti e non fa di chi da queste info un tradizionalista.
    Se il "noi" sta per "ginevrini" e se lei abita veramente Ginevra, la sua affermazione è veritiera e corretta, se per "noi" lei intende "noi tradizionalisti" , allora c`è un errore facilmente identificabile da chi è un lettore fedele di questo blog.
    </span></span>

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  13. Può darsi che ci siano alcuni abusi, ma sono certo che la stragrande maggioranza dei preti della nostra diocesi celebra l'Eucaristia nel rispetto totale del rito e del suo significato.

    Buona questa battuta: me la segno.

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  14. Gentile Simon,
    beh c'è da essere tutto sommato abbastanza contenti.
    La Svizzera sembrava persa e invece, inaspettatamente, ci sono motivi per sperare: mons Farine che somministra la cresima, in forma straordinaria, a Friburgo, mons Huonder (a Coira) che è grande amico del rito strordianrio  e non dimentichiamo il novello cardinale Kurt Koch (ora a Roma e fino a pochi mesi fa vescovo di Basilea) che sta facendo un ottimo lavoro.
    Va pure menzionato l'arcivescovo di Vaduz (nel Liechtenstein) mons. Haas, precedentemente a Coira e oggetto, una ventina di anni fa, di attacchi violentissimi attacchi da parte del clero progressista e "antiromano".
    Paradossalmente mi sembra oggi la diocesi di Lugano (di tradizione lombarda: san Carlo Borromeo vi ha lasciato una grande impronta) ad essere oggi la più tiepida verso il rito straordianrio.
    C'è da sperare che il nuovo arcivescovo di Milano porti a un giro di boa.
    Purtroppo la Lombardia vive oggi -  a scoppio ritardato - l'euforia conciliare: quando in altri Paesi e regioni d'Italia si sperimentava e si cambiava per il gusto di cambiare (anni 70 e 80) il clero lombardo era invece compatto, fedele, tradizionale. 
    Ora in alcuni Paesi ci si è fortunatamente accorti dei danni e si cerca di porre rimedio, ma oggi sono proprio le regioni (Lombardia e Veneto) nelle quali il concilio è penetrato più lentamente a viverne l'euforia.
    Ieri ho visto in televisione alcuni sprazzi del funerale della piccola Yara Gambirasio, funerale celebrato dal vescovo Beschi, di Bergamo. Al di là dello strazio per quella morte terribile, il funerale, liturgicamwnte parlando, è stato un disastro. E se si pensa che si fa anche il nome di Beschi per la successione di Tettamanzi, c'è d amattersi le mani nei capelli.
    Io spero che il Papa faccia una scelta coraggiosa, coerente con l'indirizzo e l'esempio che sta dando alla Chiesa in campo liturgico. Se dovesse effettuare una nomina d'apparato, alla "camomilla" ne rimarrei deluso, perchè non riuscirei più a capire.
    Per finire: riguardo alle critiche dei sacerdoti veneziani al troppo "latino" di Benedetto XVI a Venezia, mi chiedo come mai il Patriarca Scola (certo non in odore di progressismo) non educa i suoi preti... 
          

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  15. del rito senza norme di Paolo VI e del suo significato ambiguo se non eretico: non mi pare una battuta

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  16. Come mai, ai funerali di Yara Gambirasio, gli officianti avevano i paramenti bianchi anzichè viola? Dapprima hanno abolito il colore nero (che, teoricamente, sarebbe prescritto o almeno consigliato anche nel Novus Ordo), ma adesso celebrano i funerali adirittura in bianco! Non ho parole: una sciatteria e uno squallore liturgico da pazzi, nella terra della Controriforma...

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  17. Invito don Vigani a farsi un giro per le chiese del Patriarcato durante la celebrazione delle Messe. Forse così avrà un panorama più preciso della situazione in cui si trova liturgia. Mi sa che non l'abbia ancora fatto.
    Don Vigani, niente da dire sulle vergognose affermazioni dei suoi confratelli riportate dall'autore della lettera?

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  18. OSSERVATORE carissimo, condivido con te su ciò che hai scritto sul Vescovo Beschi, io appartengo alla sua Diocesi e veramente sta stravolgendo molte cose.  Ti posso assicurare però che non andrà a Milano, perché non potrebbe reggere. Una cosa di lui non condivido che si veste poco da Vescovo, se non il minimo essenziale e se va a qualche riunione non religiosa, sembra una persona come altri, giacca e pantaloni, senza zucchetto, croce pettorale nascosta. Suvvia, diamine, Monsignor Beschi faccia vedere che è Vescovo, non è vana gloria, ma faccia capire ai suoi fedeli che è Vescovo. Una lancia, però la devo spezzare in suo favore, che ci permette 2 Messe settimanali alla domenica e al venerdì in centro città, con la disponibilità di 2 Sacerdoti che si alternano a secondo degli impegni, uno 67 anni ed uno più giovane 36 anni. Allez ciao.

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  19. E qua, anche su Gente Veneta, uno che si lamenta dei canti durante la Messa papale:

    <span><span>Domenica, 29 Maggio 2011</span>Grazie Santo Padre/3... Tutto bello... ma la scelta dei canti?
    Cara Gente Veneta, che giorno splendido, domenica 8 maggio, a cominciare dalla commovente partecipazione alla santa Messa di san Giuliano! L'organizzazione della giornata è stata impeccabile, bravissimi tutti i volontari! L'unica cosa che mi è dispiaciuta è stata la scelta dell'animazione liturgica, che a mio modo di vedere non aveva nulla a che fare con la Comunità presente. Il coro e l'orchestra sono stati bravissimi, ma l'Assemblea ha faticato moltissimo ad inserirsi, rimanendo solo spettatrice di molti momenti. Mi è tornato alla mente il modo di dire dei miei nonni "sono andato ad ascoltare messa"... Io e mia moglie abbiamo avuto il privilegio di poter partecipare, come delegati parrocchiali, alla conclusione della visita pastorale in basilica. Il nostro amato Papa Benedetto ci ha rivolto incoraggianti, delicate e chiarissime parole "da parroco" di questa nostra Chiesa, ho avuto la netta sensazione che fosse perfettamente a conoscenza della nostra situazione. Che giorno splendido, ieri! Grazie! Franco PiazzonLa redazione di GV
    http://www.gvonline.it/public/articolo.php?id=6533</span>

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  20. Ben detto, caro ospite.
    la diocesi di Bergamo era fino a una ventina di anni fs "anticamera del Vaticano" e la città alta pullulava (me ne ricordo bene) di sacerdoti in abito talare.
    Tutto ciò è oggi scomparso e la diocesi di Bergamo (preti, suore, laici) di distingue per aver cambiato tutto ciò che si poteva cambiare.
    Mi chiedo: perchè per essere conciliari bisogna essere fautori del brutto e del sciatto? Mistero!  

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  21. :-[  Stavo pensando a come Don Viagani avrebbe potuto rispondere alla lettera.... rammentando la SACRAMENTUM CARITATIS  di Benedetto XVI del febbraio 2007.... una Esortazione Apostolica un tantino dimenticata.... ricordiamola a questi sacerdoti allergici al sacro, così dice il Papa:

    62. (...)

    <span>Più in generale, <span>chiedo che i futuri sacerdoti, fin dal tempo del seminario, siano preparati a comprendere e a celebrare la santa Messa in latino, nonché a utilizzare testi latini e a eseguire il canto gregoriano; non si trascuri la possibilità che gli stessi fedeli siano educati a conoscere le più comuni preghiere in latino, come anche a cantare in gregoriano certe parti della liturgia</span>.</span>
    <span></span>
    ***************

    si sta con il Papa solo quando fa comodo? ;)
    ad memoriam ho preparato un ricordino, magari potrebbe tornare utili anche a certi MOVIMENTI....

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  22. I paramenti bianchi, per i funerali dei bambini.

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  23. Bella lettera, scritta rispettosamente e in maniera chiara. Peccato per la risposta "sulle difensive" del don direttore, che non ha saputo cogliere invece la positività dell'intervento del sig. Boato.

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  24. In quanto a creatività nell'adeguamento delle chiese alla riforma conciliare, Venezia città penso abbia un primato in fantasia e poco buon gusto.  

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  25. <span>Scrive Francesco Boato  
    "Capisco che i parroci d'oggi siano spesso diventati dei veri e propri "show-men" e che le Messe da loro celebrate siano talvolta poco più che intrattenimenti da avanspettacolo che devono divertire e coinvolgere la gente"  
     
    Scriveva l`allora card. Ratzinger  
    "La riforma liturgica, nella sua concreta realizzazione, si è allontanata sempre più da questa origine. Il risultato non è stata una rianimazione ma una devastazione. Da un canto, abbiamo una liturgia degenerata in “show”, nella quale <span>si cerca di rendere la religione interessante con l’aiuto di idiozie alla moda </span>e di massime morali seducenti, con dei successi momentanei <span>nel gruppo dei fabbricanti di liturgia</span>, e una attitudine all’arretramento tanto più pronunciata presso coloro che cercano nella liturgia non lo “showmaster” spirituale, ma l’incontro col Dio vivente davanti al quale ogni “fare” diventa insignificante, essendo solo questo incontro capace di farci accedere alle autentiche ricchezze dell’essere." (Prefazione a K. Gamber, La réforme liturgique en question)</span>
    <span>  
    Forse che l`allora card. Ratzinger faceva prova di "una generalizzazione un po' troppo facile e superficiale" che "lasciava la porta aperta all'altrui critica di oltranzismo" o descriveva già allora la situazione drammatica in cui versava la Sacra Liturgia?  
    Francesco Boato usa i canali a sua disposizione per descrivere la situazione reale e non immaginaria che ha sotto gli occhi.  
    Credo che, consapevole della gravità della situazione, più che interpellare il direttore, esprime non solo il suo disagio e disappunto ma cerca di raggiungere con le sue parole i suoi condiocesani, forse per incoraggiare taluni, rassicurandoli che non sono soli a provare quel disapputo, forse nella speranza di spingerne altri alla riflessione.</span>

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  26. <p><span><span>ad memoriam ho preparato un ricordino,</span></span><span></span>
    </p><p><span>interessante, Caterina....</span>
    </p><p><span>ma vedi, in effetti questa immaginetta sarà proprio un semplice e<span> </span><span>pallido ricordino per i posteri,<span> </span></span>ammesso che circolerà ancora tra 10-20 anni (ne dubito): un'immagine sbiadita di come un papa abbia tentato "qualcosa", un<span> </span>timido movimento di ritorno suui propri passi, della Chiesa che si è pentita degli errori "primaverili" e che voleva tornare sulla retta via ...</span>
    </p><p><span>come vedi, le parole usate in quel discorso sono molto significative, soprattutto le FORME VERBALI: </span>
    </p><p><span>->  CHIEDO,<span> </span></span><span>dice il Papa:    ma   <span> </span>A   CHI sta chiedendo ?</span>
    </p><p><span>- >  e PERCHE' chiede e non<span> </span>ORDINA, NON DISPONE  con autorità INDISCUTIBILE  che si faccia ciò che sta indicando come correttivo alle derive ultra quarantennali ?</span>
    </p>

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  27. <span></span>
    <span>ancora. ...-> NON SI TRASCURI LA POSSIBILITA' che gli stessi fedeli  <span> </span>siano educati<span> </span>a conoscere...ecc...</span>
    <span>osserviamo che si tratta di CONGIUNTIVI  ESORTATIVI,  auspici,  desideri,</span><span> pie  e miti  esortazioni: </span>non sono comandi e disposizioni <span>che possono incidere in profondità nelle abitudini cristallizzate da 4 decenni, visto che sono espressioni di un DESIDERIO, NON DI UN COMANDO che possa essere OBBEDITO, e avere la FORZA di dare una svolta alla situazione, mediante la disciplina regolata dall'ALTO,  da una Autorità suprema che regga e governi l'andamento delle cose con mano ferma,<span> </span>che CONDUCE  tutti, in tutti i gradi inferiori della gerarchia, alla DIREZIONE voluta  ;  la  direzione  NUOVA, che dovrebbe cambiare lo stato di degrado attuale, in realtà viene espressa in quelle parole solo come<span> </span>  mite richiesta  e rispettoso  desiderio<span>, non è evidente ?</span></span><span></span>
    <span> "rispettoso" di chi ? prova a chiedertelo: a me sembra che domini sempre, in tutte queste  esortazioni papali, il concetto consolidato (la  "nuova"<span> </span>consapevolezza di Pietro,<span> </span>dal CV2 in poi) di essere un   par inter pares,<span> </span> un "par" che può solo CHIEDERE  che si ascolti, per benevolenza, e che si dia seguito a un suo desiderio,  ma che<span> </span><span>non può più farsi obbedire, </span>perchè<span> </span>non ha più autorità:<span> </span>quella che naturalmente veniva obbedita -con amore filiale, timor di Dio e venerazione del primato di Pietro-   fino al  1960.</span><span></span>
    <span>Ma infatti, non può essere altrimenti:  si chiama    ESORTAZIONE   APOSTOLICA.</span><span></span>
    <span>E tu pensi che la Chiesa sarà cambiata dalle<span> </span> esortazioni  ( dopo che il suo volto è stato cambiato da un golpe 50 anni orsono ) ?</span><span></span>
    <span>quale efficacia vuoi che abbia sui destinatari una esortazione come questa e tante altre simili ?</span><span></span>
    <span>.... già abbiamo preso atto che dal 2007 questa è stata dimenticata, come tutti i congiuntivi esortativi del mitico CV2.</span><span></span>  

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  28. "...Può darsi che ci siano alcuni abusi, ma sono certo che la stragrande maggioranza dei preti della nostra diocesi celebra l'Eucaristia nel rispetto totale del rito e del suo significato."
    don Sandro Vigani

    Ad esempio: nella chiesa dei frati di Marghera (Venezia) dedicata a Sant'Antonio, l'altare dove si celebra la S. Messa è posto sopra una pedana davanti (e non all'interno) al presbiterio con i banchi riservati a i fedeli che quasi l'accerchiano, inoltre ha una forma che ricorda vagamente un cubo o parallelepipedo (o forse è uscito fuori da un tetrix)... non oso immaginare come si svolge la celebrazione... magari don Sandro Vigani ci farà un articolo...

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