E' giunta alla mail della Redazione di MiL questa lettera, con preghiera di pubblicazione.
Noi diamo con piacere spazio a questa notizia, con la speranza di rincuorare un po' i lettori, e che, soprattutto, qualche altro prete tragga forza dall'esempio del sacerdote lucano.
I nostri complimenti e i migliori auguri di buon proseguimento al Reverendo!
I nostri complimenti e i migliori auguri di buon proseguimento al Reverendo!
Roberto
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"Sono don Antonio Mattatelli, parroco di 39 anni. Nella mia parrocchia di Montemurro in provincia di Potenza (diocesi di Tricarico) si celebra periodicamente la messa secondo la forma straordinaria del rito romano.
La celebro con tanto di ministranti e coro e, per la gioia della comunità parrocchiale, mi sono preparato per un anno con il gruppo ministranti e il gruppo liturgico a questa celebrazione che non è facile ma straordinariamente bella e affascinante.
La celebro con tanto di ministranti e coro e, per la gioia della comunità parrocchiale, mi sono preparato per un anno con il gruppo ministranti e il gruppo liturgico a questa celebrazione che non è facile ma straordinariamente bella e affascinante.
Il vescovo è favorevole e mi ha chiesto anche una relazione per i 3 anni del "Summorum pontificum".
Grazie. don Antonio Mattatelli."
Grazie. don Antonio Mattatelli."
altare della Riposizione
la prossima celebrazione in Rito Antico sarò il 31 maggio 2011
Avviso ai naviganti.
RispondiEliminaLa nostra diocesi ha invitato un certo homo martinianus ( cattolico adulto) ed ecco le novità:
ha invitato i catechisti a genuflettersi davanti all'ambone dove viene proclamata la Parola, perchè nella Parola in sostanza c'è la presenza reale di Gesù come nel tabernacolo.
Fa parte di quei cattolici stretti stretti, vicini vicini alla CEi, che accumula un bel mucchietto di incarichi..... e che pensate pensate....ha invitato i presenti di visitare il sito Viva il Concilio in questa maniera si avrà una bella impennata ha detto.... (poverino lamenta che quel sito non è tanto visitato).
Ha detto che non esiste una gerarchia nella Chiesa, ma il popolo di Dio, ha tessuto le lodi al card. Suenes ........insomma è dal Vaticano II che è nata dopo due mila anni la CHIESA.
Perché non fai il nome dell´homo martinianus? Magari anche il tuo?
RispondiEliminaIl mio è jacu: giacomo in sardo.
Questo chiacchiericcio anonimo...
Vivissime felicitazioni a don Antonio e ai suoi fedeli e un plauso particolare al Vescovo. Finalmente un Vescovo e non un quaquaraquà!
RispondiEliminaComplimenti a don Antonio a cui stiamo vicini con l'affetto e con la preghiera !
RispondiEliminaChe il Signore benedica don Antonio. Preghiere fervidissime per tutti, a cominciare da S.E. il Vescovo che tanto benignamente accoglie e incoraggia gli sofrzi di questa comunità e del suo parroco.
RispondiEliminaScusate:
RispondiEliminanel primo post dell' OSPITE vengono riportati fatti abbastanza sui generis....ma non si indica nemmeno la diocesi.
A cosa serve scrivere le cose a metà?
Indicare una cosa non corretta liturgicamente può essere occasione di correzione al singolo sacerdote.......
....altrimenti, si fa il gioco dei "MONOCONCILIARISTI", ovvero quelli che vivono solo il CVII, dimenticando l'esistenza dei precedenti.
Velester
Quale diocesi? Quale "homo martinianus"?
RispondiEliminaSe si ha il coraggio e/o la possibilità di denunciare un chiaro abuso liturgico e chiare deviazioni dottrinali lo si faccia coi mezzi adeguati e tramite le vie istituzionali, sennò la si finisca col gossip liturgico-clericale!
Allora proprio non capite. Volete che non abbia posto in nessuna parrochia?. Non sapete quali rischi realmente si corrono. La deriva post conciliarista vaoltre...i martiniani aspettano il CV III. Adesso invocano che Giovanni XXIII diventi subito santo. Ci si dimentica del mistico Pacelli e del martoriato Montini.
RispondiEliminaMah... su Giovanni XXIII io mi sono fatto un'idea sulla quale vorrei sentire il parere di chi ne sa più di me e dei forumisti. Se fosse vissuto più a lungo e il Concilio fosse continuato e finito sotto di lui, non credo che le cose sarebbero andate come sono andate. Paolo VI era un intellettuale che non aveva fatto vita di parrocchia nemmeno un giorno. Papa Roncalli veniva invece dalla campagna bergamasca e, per quel che riguarda la liturgia, doveva sapere quanto fossero importanti i segni e i simboli. Penso che amasse molto la tradizione della Chiesa e la sua litrugia. Era capace, dietro la sua apparente semplicità, di governare situazioni e persone. Così mi smebra almeno di aver capito, ma, come ripeto, mi piacerebbe sentire cosa ne pensa chi avesse approfondito l'argomento o avesse una conoscenza più approfondita della sua figura e del suo pontificato.
RispondiEliminaIo sono d'accordo con Lei, caro Angelo. Non è difficile pensare che se fosse successo come stiamo pensando, molti 'homines martiniani' (o anche montiniani) avrebbero alzato altissimi lai contro il papa retrogrado, ancorato al camauro e alla tiara: davvero un relitto!!! Il Signore ha pensato diversamente: Sia benedetto il Nome del Signore! Ora e sempre. don achille maria bolli
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