Intervento sull’atto magisteriale e di supremo governo compiuto dal Papa Benedetto XVI con il Motu Proprio “ Summorum Pontificum ”, sui contenuti teologici della Liturgia antica
Rev.do e Caro Padre Nuara,
La Sua calorosa proposta, presentatami anche per iscritto, di un mio intervento al III Convegno sul Motu Proprio “Summorum Pontificum”, che avesse come argomento i contenuti teologici della Liturgia antica, non ha lasciato il mio animo indifferente, ma non ho – con mio grande rincrescimento – trovato la forza di superare una grossa difficoltà che proviene dalle condizioni di salute di un mio fratello, grande invalido, al quale mi lega un primario dovere di fraterna assistenza.
Poiché dovrò assentarmi da mio fratello dal 23 al 27 Maggio, per partecipare questa volta imperativamente all’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana (per le ragioni familiari menzionate, sono già stato assente dall’Assemblea Generale Straordinaria dello Scorso Novembre), creerebbe grave ed insuperabile disagio la mia lontananza da casa anche nei giorni 13-15 Maggio.
Con tutta sincerità, posso dire che avrei partecipato molto volentieri al III Convegno sul “ Motu Proprio”, poiché sarebbe stata per me la felice – e credo feconda – occasione per esprimere ad un pubblico qualificato, ed avendo una “audience” molto ampia, le profonde convinzioni del mio animo di Vescovo circa la straordinaria importanza per la vita della Chiesa dell’atto magisteriale e di supremo governo compiuto dal Papa Benedetto XVI con detto “Motu Proprio”. Avrei potuto esporre le ragioni che hanno generato e generano in me tale convinzione. Voglia permettermi, caro Padre, di formularle brevemente con questo scritto, e quindi – se lo riterrà opportuno – farle risuonare in qualche momento del Convegno.
In tutto ciò che tocca la vera essenza della Chiesa è di vitale importanza mostrare in ogni tempo, ma ancor più nei momenti storici in cui si è data l’idea che tutto sia in perenne cambiamento, che non sono possibili mutamenti radicali che intacchino la sostanza degli elementi costitutivi della Chiesa stessa, e cioè la sua Fede, la sua realtà soprannaturale e dunque i suoi Sacramenti e quindi la sua Liturgia, il suo sacro ministero di governo (cioè la sua capacità soprannaturale di trasmettere tutti i doni da Cristo dati alla sua Chiesa per mezzo dei suoi Apostoli e perpetuati mediante la Successione Apostolica).
Il Motu Proprio “Summorum Pontificum”, dichiarando che la Liturgia può essere celebrata nella sua forma antica, cioè nella forma in cui è stata celebrata per secoli sino alla “riforma” messa in atto dopo il Concilio Vaticano II, ha in maniera solenne sancito:
a) L’immutabilità del contenuto della Divina Liturgia, e che quindi i cambiamenti che in qualche suo esteriore elemento o forma possono introdursi non possono mai essere tali da mutare la Fede della Chiesa che la Liturgia esprime, o da mutare il suo contenuto divino-sacramentale, il suo contenuto di grazia soprannaturale. Per portare un esempio: le variazioni esteriori nel Rito della Santa Messa, o della Divina Eucaristia, non possono indurre o spingere ad avere un’altra concezione di fede circa il contenuto di Essa, né possono legittimamente indurre a pensare che nella sua celebrazione diventi superfluo o non necessario il ruolo celebrativo che compete soltanto a chi ha ricevuto sacramentalmente la capacità soprannaturale di agire “in persona Christi”; non possono soprattutto offuscare il carattere sacrificale della Santa Messa;
b) Che la “riforma” post-conciliare non può legittimamente interpretarsi come una mutazione “in substantialibus”: se così è stato ritenuto, se qui o là si celebra nella forma che il Motu Proprio chiama “ordinaria” in modo da poter indurre in errore circa il vero contenuto della Divina Liturgia, in modo da offuscare anche minimamente la vera fede nel vero contenuto della Santa Messa o di altri Sacramenti, è necessario che avvengano delle correzioni, è quanto mai urgente addivenire ad una “riforma della riforma”,studiando accuratamente quali elementi della “riforma”post-comciliare siano tali da potersi interpretare non in continuità con la Liturgia antica, quali possono facilitare – se non indurre – celebrazioni non corrette; nell’immediato è necessaria una catechesi liturgica che dissipi ogni nebbia; è necessario che tutti gli abusi nella celebrazione non siano tollerati ma chiaramente corretti.
c) È divenuto particolarmente imperativo rispettare chiarissimamente il legame inscindibile tra Fede e Liturgia, tra Liturgia e Fede; l’offuscamento della fede genera devastazione liturgica, devastazione nella “lex orandi”, e questa devastazione corrompe la fede, o almeno la offusca, la rende incerta.
Queste considerazioni avrebbero potuto essere in concreto mostrate da uno studio comparativo tra l’antica e la nuova forma del conferimento dell’Ordine Sacro, del Sacramento dell’Ordine, ma sono certo che ben saranno esposte e sviluppate con saggezza e competenza dagli Em.mi ed Ecc.mi Relatori del Convegno. Ad essi mi unisco con tutto l’animo e ad Essi dico la mia profonda comunione spirituale.
Invoco l’assistenza dello Spirito Santo sullo svolgimento del Convegno ed auspico che esso sia apportatore di molto bene alla Chiesa, a noi Vescovi ed a tutti i suoi ministri che debbono operare avendo ben presente che culmine e fonte di tutta la vita e missione della Chiesa è la Divina Liturgia, la Celebrazione dei Divini Misteri.
A Lei, caro Padre, la mia distinta e devota stima.
Albenga, 8 Febbraio 2011
Suo aff.mo in Domino
+ Mario Oliveri
Vescovo di Albenga-Imperia
Membro della Congregazione per il Culto Divino
Vescovo di Albenga-Imperia
Membro della Congregazione per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti
Fonte: Diocesi di Albenga
Pare, secondo molti, che l'invalidità del fratello sia stata il motivo principale che indusse Oliveri a non accettare la proposta di una sua promozione alla sede di Genova nel 2002 (e che lo indurrà, giusto per chiarire, a non accettare un'eventuale promozione a Genova nel caso in cui, stando alle varie voci presenti sul web, Bagnasco dovesse essere spostato a Milano).
RispondiEliminaE' un vero peccato che un vescovo tanto saggio come Oliveri debba restare confinato a vita ad Albenga. Ma, se la questione è accudire il fratello invalido o accettare un cappello rosso, la sua scelta gli fa onore e lo rende ancora più santo.
divenuto particolarmente imperativo rispettare chiarissimamente il legame inscindibile tra Fede e Liturgia, tra Liturgia e Fede...
RispondiEliminasono tutte bellissime e appassionate parole di un ottimo pastore di anime che sente l'urgenza di tornare al giusto senso di adorazione e vero e perenne culto dovuto a Dio, secondo la Chiesa di sempre, ma....
chi (dopo tanto parlare del problema annoso) si deciderà a spezzare quel <span>cerchio vizioso</span> che si è creato in seguito al gran concilio, e chi potrà farlo con vera autorità, se il papa stesso non se la sente di farlo ?
Sentiamo parlare di riforma della riforma, gli anni passano, ma non si vede un cambiamento deciso di direzione rispetto alle avanzanti derive e celebrazioni degradate, che spengono la Fede, giorno dopo giorno....
e mi pare che quella stessa definizione -riforma della riforma- sia un gioco-girotondo di parole, che si può prolungare con una coda infinita (=....della riforma della riforma della riforma....) e ancora sia sempre un cerchio chiuso su se stesso, come una specie di "rimpasto" continuo di materiali che già si è visto che non sono buoni, neanche così, tante volte "rimpastati", anzi....diventano sempre meno idonei a "costruire" un nuovo edificio, che sia più solido e rassicurante di quello che fu fatto a pezzi (secondo le parole del card. Ratzinger).
Scusate se mi esprimo con semplicità, secondo le impressioni di gran parte dei semplici fedeli delle parrocchie, quelli che non hanno cultura teologica, ma vedono un continuo (qui appare la continuità concreta) andare avanti nello stato di cose di 45 anni e passa, navigando "a vista", senza approdare mai a cambiamenti seri, nè risolutivi dello sfacelo in atto da decenni: non si intravede un porto neanche da lontano, e pare di navigare in una nave che stia girando in tondo, intorno ad un grosso scoglio, quasi in gravitazione verso di esso, ma senza guardarlo con coraggio, nè misurarlo esattamente, nè volerlo descrivere e definire con coraggio, nè allontanarsene decisamente, una volta per tutte: e quello scoglio certamente è il mitico concilio vatican-secondo !
Grazie di averlo pubblicato!
RispondiEliminaChe piacevole sorpresa leggere parole così chiare da parte di un Vescovo!!
RispondiEliminaU R G E N T E U R G E N T E U R G E N T E U R G E N T E U R G E N T E U R G E N T E
RispondiEliminaSentite, per favore aiutatemi: vorrei aprire una iniziativa a favore del vescovo Mario Oliveri. Egli è stato ostracizzato e spesso denigrato a mezzo stampa perché uomo mite e mansueto. Mi piacerebbe aprire una specie di blog sulla scorta di quelli di tanti soloni vescovi che vi mettono ogni cosa di sè per fare carriera. Lo scopo ovviamente non sarebbe lo stesso, ma quello di far conoscere il suo pensiero e il suo messaggio. Il sito della diocesi di Albenga è del tutto insufficiente.
Per favore, datemi una mano perché non ce la faccio da solo.
Esiste già un ottimo e ricchissimo gruppo che raccoglie immagini e testi di e su monsignor Oliveri: http://www.facebook.com/group.php?gid=149297755107450&v=wall
RispondiEliminaNo, no e poi no. Lodevole l'iniziativa di facebook, ma occorre essere iscritti per vederlo. No, io intendo qualcosa di più, una pagina pubblica, un blog. I vescovi se lo fanno per conto loro, hanno canali youtube, etc... invece a lui glielo facciamo noi.
RispondiEliminaVi prego di presentare la vostra adesione e il vostro aiuto (non chiedo soldi, ci mancherebbe)
Cercare "quali elementi della “riforma”post-comciliare non sono in continuità con la Liturgia antica" non sarà di certo coma trovare un ago in un pagliaio. Almeno il 60% del NO rientra nella categoria...
RispondiEliminadal Breve esame critico del N.O.M. dei card ttaviani e Bacci http://www.unavox.it/doc14.htm
" il Novu Ordo Missæ ... rappresenta, nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i «canoni» del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero"
"Le ragioni pastorali addotte a sostegno di tale gravissima frattura non appaiono sufficienti..."
"Quanto di nuovo appare nel Novus Ordo Missæ potrebbe dar forza di certezza al dubbio - già serpeggiante in numerosi ambienti - che verità sempre credute dal popolo cristiano possano mutarsi o tacersi senza infedeltà al sacro deposito dottrinale cui la fede cattolica è vincolata in eterno. ...nuovi mutamenti nella liturgia porterebbero al totale disorientamento dei fedeli che già danno segni di insofferenza e di inequivocabile diminuzione di fede. Nella parte migliore del Clero ciò si concreta in una torturante crisi di coscienza di cui abbiamo innumerevoli e quotidiane testimonianze!
NeL 1969, i sacerdoti avevano già problemi di coscienza per celebrare il NOM...
Notare che quando Ottaviani e Bacci scrissero questa critica, la fsspx non esisteva ancora...
Mons. Oliveri parla di "urgente" necessità di una "riforma della riforma" per correggere tutto ciò che nel NO appare in discontinuità con la liturgia antica. Bene, poiché lavora in Congregazione, perché non se ne fa egli stesso "concreto" promotore?
RispondiEliminaFariseo! Ma non sai come funzionano le cose nelle congregazioni? Lui è l'UNICO, e sottolineo l'UNICO che ha fatto qualcosa concretamente. Come mi chiederai, fariseo? Celebrando.
RispondiEliminaQuesto è l'unico modo per agire, e Mario Oliveri, nella sua profonda umiltà e sapienza, ha risposto incurante delle critiche e delle persecuzioni che puntualmente gli sono piovute addosso. Perché cosa credi, che dei tanti demoni che l'hanno perseguitato, i primi non fossero in seno alla Chiesa?
Illuso fariseo.
dice il buon Mgr Olivieri: "è di vitale importanza mostrare in ogni tempo che non sono possibili mutamenti radicali che intacchino la sostanza degli elementi costitutivi della Chiesa stessa, e cioè la Fede, i Sacramenti la Liturgia..." ma é esattamento cio' che ha fatto PaoloVI bocciando l'esame critico dei card. Ottaviani e Bacci e approvando il N.O.M ha affermato e mostrato concretamente che SONO possibili mutamenti
RispondiEliminaradicali nella Chiesa che ne intaccano (e stravolgono) la sostanza.
Non entro nel merito se il papa l'abbia fatto in buona fede o meno (ci mancherebbe, il guidizio spetta solo a Dio) ma é chiaro che finché non si accetta di rimettere in discussione certi atti anche se li fa il papa e con essi il mito CVII, continueremo tutti a applaudire il bel vestito dell'imperatore (nudo).
<span>dice il buon Mgr Olivieri: "è di vitale importanza mostrare in ogni tempo che non sono possibili mutamenti radicali che intacchino la sostanza degli elementi costitutivi della Chiesa stessa, e cioè la Fede, i Sacramenti la Liturgia..." ma é esattamento cio' che ha fatto PaoloVI bocciando l'esame critico dei card. Ottaviani e Bacci e approvando il N.O.M ha affermato e mostrato concretamente che SONO possibili mutamenti radicali nella Chiesa che ne intaccano (e stravolgono) la sostanza.
RispondiEliminaNon entro nel merito se il papa l'abbia fatto in buona fede o meno (ci mancherebbe, il guidizio spetta solo a Dio) ma é chiaro che finché non si accetta di rimettere in discussione certi atti (anche se li ha fatti il papa!) e con essi il mito CVII, continueremo tutti a applaudire il bel vestito dell'imperatore (nudo).</span>
Ringrazio MIL per l'opportunità che ci offre di leggere questo testo di altissima tenura di Mons Oliveri, il quale con una teologia chiara, limpida ed ortodossa mette i puntini sulle i con mitezza.
RispondiEliminaLa sua frase chiave, la cui ermenutica è ecclesiologicamente ineccepibile, appare quando scrive "<span>L’immutabilità del contenuto della Divina Liturgia, e che quindi i cambiamenti che in qualche suo esteriore elemento o forma possono introdursi non possono mai essere tali da mutare la Fede della Chiesa che la Liturgia esprime, o da mutare il suo contenuto divino-sacramentale, il suo contenuto di grazia soprannaturale."</span>
In effetti, <span>non è possibile che la Chiesa possa mutare la Fede della Chiesa che la Liturgia esprime</span>: ecco uno dei pilatsri della fede del cattolico e continua con la logica consequenza di quest'affermazione: "<span>Che la “riforma” post-conciliare non può legittimamente interpretarsi come una mutazione “in substantialibus”" e luminosamente ricorda che la forma straordinaria risponde a questa necessità malgrado "</span><span>se qui o là si celebra nella forma che il Motu Proprio chiama “ordinaria” in modo da poter indurre in errore circa il vero contenuto della Divina Liturgia". E si concentra sull'essensiale, cioè "</span><span>nell’immediato è necessaria una catechesi liturgica che dissipi ogni nebbia; è necessario che tutti gli abusi nella celebrazione non siano tollerati ma chiaramente corretti."</span>
Certo, come ricorda benissimo il catechismo di S. PioX, la Chiesa Docente non può errare ne far errare e quindi la Divina Liturgia che Lei riforma non può essere sorgente di mutazione della fede se praticata senza abusi; l'essenza delle due forme e loro mutuale fondamento si inradica nel fatto che sono due espressioni dello stesso unico rito; e, in particolare, l'usus antiquor può essere anche un veicolo pedagogico alfin di ben capire e di ben celebrare la forma ordinaria. I.P.
Mi sembra molto istruttivo: nel 1969, i buoni sacerdoti (si dice infatti la miglior parte del clero) avevano la coscienza torturata celebrando il NOM...
RispondiEliminaPenso che la situazione del 1969 assomiglierebbe a quella di oggi se l'80% dei preti dicesse "BENE" il N.O.M. Cio' non toglierebbe che si avrebbero gravi crisi di coscienza
una volta che si capisce a fondo cosa si sta facendo: <span>si infrange ad ogni messa la barriera invalicabile del Concilio di Trento contro le eresie che attaccano la messa</span> !
Credo che se oggi qualcuno crede ancora che il NOM poosa essere buono perché detto bene, é solo perché ci siamo abituati all'errore, come il naso si abitua alla puzza
per il fenomeno dell'adattamento...
MONS. OLIVIERI:
RispondiElimina* è necessario che avvengano delle correzioni;
* nell’immediato è necessaria una catechesi liturgica che dissipi ogni nebbia;
* è necessario che<span> tutti gli abusi</span> nella celebrazione non siano tollerati ma chiaramente corretti.
*... l’offuscamento della fede genera<span> devastazione</span> liturgica, <span>devastazione</span> nella “lex orandi”,
* questa<span> devastazione</span> corrompe la fede, o almeno la offusca, la rende incerta.
Mi domando: Quanti oggi tra i sacerdoti possono capire la portata di queste affermazioni? Chi mai parla di devastazione? Dov'è l'attenzione a togliere gli abusi? A tutto si pensa meno che a questa 'necessarietà' di sanazione o correzione.
Basti pensare a che fine ha fatto un'Istruzione come REDEMPTIONIS SACRAMENTUM" del 25.3.2004.
VEDO anch'io come la..sorlle Valeria- un continuo
<span> andare avanti nello stato di cose di 45 anni e passa, navigando "a vista", senza approdare mai a cambiamenti seri, nè risolutivi dello sfacelo in atto da decenni: non si intravede un porto neanche da lontano, e pare di navigare in una nave che stia girando in tondo, intorno ad un grosso scoglio...</span>
<span></span>
Certi convegni a certa gente fa l'effetto del fumo. E se ne stanno alla larga. Penso si debbe noi rafforzare la potenza della preghiera fraterna, perchè anch'essi siano figli di benedizione. Adios.
<span></span>
Non è sufficiente, caro Simon, scoraggiare gli abusi o mantenere una forma mentis adeguata nella celebrazione del Novus Ordo. La struttura portante della nuova Messa, nella forma in cui viene ordinariamente celebrata (cioè non in latino, non versus Deum, senza incensazioni, comunione in ginocchio, ecc...) è obiettivamente e manifestamente poco cattolica e simil-protestante.
RispondiEliminaPer questo Mons. Oliveri (e molti altri) sostengono sia necessaria una riforma strutturale del Novus Ordo, che reinserisca alcuni elementi più marcatamente cattolici che attualmente non esistono o, per lo meno, non vengono ordinariamente utilizzati (anche se non espressamente vietati). A mio avviso, il modello a cui si dovrebbe guardare per la riforma del Novus Ordo è costituito dalle Sante Messe solenni officiate da Papa Benedetto XVI, soprattutto quelle che si svolgono "ad Orientem" nelle cappelle Sistina e Paolina.
Nelle attuali Messe ordinarie il "sensus" cattolico è molto flebile, spesso quasi inesistente. Non basta affermare che la Chiesa non può sbagliare e che qualunque cosa decidano i papi va sempre bene (compreso il "Novus Ordo")! Le storture vanno raddrizzate!
<span>Mi sembra molto istruttivo: nel 1969, i buoni sacerdoti (si dice infatti la miglior parte del clero) avevano la coscienza torturata celebrando il NOM... E NON C'ERANO ECCESSI !!!!
RispondiEliminaPenso che la situazione del 1969 assomiglierebbe a quella di oggi se l'80% dei preti dicesse "BENE" il N.O.M. Cio' non toglierebbe che si avrebbero gravi crisi di coscienza
una volta che si capisce a fondo cosa si sta facendo: <span>si infrange ad ogni messa la barriera invalicabile del Concilio di Trento contro le eresie che attaccano la messa</span> !
Credo che se oggi qualcuno crede ancora che il NOM poosa essere buono perché detto bene, é solo perché ci siamo abituati all'errore, come il naso si abitua alla puzza
per il fenomeno dell'adattamento...</span>
<span></span>
<span>(ovviamente parlo del NOM allo stato attuale, senza le correzioni urgenti e necessarie auspicate da Mgr Oliveri...)</span>
Avendo un problema analogo non posso che comprendere e pregare per Mons. Olivieri e suo fratello!
RispondiEliminaAvendo un problema analogo non posso che comprendere e pregare per Mons. Oliveri e per suo fratello.
RispondiEliminaMa caspita, non potrebbe portarlo con sè a Genova o Roma? E' innammissibile vedere un vescovo retto come NEMMENO I CARDINALI finire la sua vita episcopale ad Albenga. Basta, mi sono rotto. Bisogna fare il blog. Milano è "vacante" ma a breve lo sarà anche l'importantissima Dottrina della Fede.
RispondiEliminaPer favore, ascoltatemi.
Caro Francesco B. : quel ch eaffera lei dicendo che la forma ordinaria "<span> è obiettivamente e manifestamente poco cattolica e simil-protestante. " contraddice completamente quel che ci dice mond Oliveri.</span>
RispondiEliminaLibero a lei di avere tali pensieri, ma questi non sono cattolici. Grazie per il Suo intervento. I.P.
<span>Caro Francesco B. : quel che afferma lei dicendo che la forma ordinaria "<span> è obiettivamente e manifestamente poco cattolica e simil-protestante. " contraddice completamente quel che ci dice mons Oliveri.</span>
RispondiEliminaLibero a lei di avere tali pensieri, ma questi non sono cattolici. Grazie per il Suo intervento. I.P.</span>
<span>Caro Francesco B. : quel che afferma lei scrivendo che la forma ordinaria "<span> è obiettivamente e manifestamente poco cattolica e simil-protestante. " contraddice completamente quel che ci dice mons Oliveri.</span>
RispondiEliminaLibero a lei di avere tali pensieri, ma questi non sono cattolici. Grazie per il Suo intervento. I.P.</span>
Ascoltate l'amico: chi può, faccia qualcosa per aiutare Mons. Oliveri, ve ne prego anch'io: o a Milano, o a Genova o altrove, da qualche parte devono promuoverlo...
RispondiEliminaQuindi anche i card. Ottaviani e Bacci (che ci andavano giù ben più pesanti di Francesco B.) non erano cattolici ?
RispondiEliminaChe domanda stramba, hpoirot: Ottaviani e Bacci hanno fatto dei commenti e si sono posti e hanno posto delle domande: hanno avuto le risposte dalla Chiesa, che a loro siano piaciute o meno, essi non hanno creato nessun scisma e si sono sono sottomessi. Sono dei veri cattolici che vivono di quest'ossequio che santifica il fedele, senza impedirgli di utilizzare pienamente la testa.
RispondiEliminaAlcune domande necessitano centinaia di anni prima di avere delle risposte: pensiamo al conone definitivo delle Sante Scritture o a certe definizioni sulla nozione di una Persona con due nature. Amen
Vi chiedo: aiutatemi. Aiutatemi a diffondere la voce. Possibile che ci sono website e blog dedicati a cardinali e vescovi e un povero e mite uomo come Oliveri non meriterebbe niente di tutto questo? Mi ricordo che quando Ratzinger fu eletto papa perfino i telegiornali parlarono del blog degli "Amici del papa" che caldeggiavano la sua elezione.
RispondiEliminaE non possiamo fare qualcosa uguale, anziché stare qua e piangere il morto, denunciando questi e quelli?
Oggi scrivo a maranatha e chiedo di pubblicare l'articolo, ci serve poi youtube, e soprattutto i media stranieri. Io non sono tanto capace, vi chiedo una mano.
...un VERO...Vescovo! Che Dio lo Benedica!
RispondiEliminache risposta ancor più stramba, caro Simon...
RispondiElimina1) le domande che nella Chiesa necessitano centinaia di anni hanno delle risposte <span>difficili</span> ma in un certo senso anche neutre (per es immacolata concezione SI/NO),
non di certo risposte che vanno contro il magistero passato altrimenti la scelta é immediata. (si lo so che per lei c'é continuità ovunque, ma non é cosi'...)
2) le risposte giuste che la Chiesa da' non generano decenni di vuoto spirituale e liturgico nel corpo mistico... "dai frutti li riconoscerete" e i frutti del NO non si discutono, mi sembra...
ps - chi ha creato un scisma?
<span>che risposta stramba, caro Simon...
RispondiElimina1) le domande che nella Chiesa necessitano centinaia di anni hanno delle risposte <span>difficili</span> ma in un certo senso anche neutre (per es immacolata concezione SI/NO),
non si esita di certo tra risposte che vanno SI o NO contro il magistero, altrimenti la scelta sarebbe istantanea ! (si lo so che per lei c'é continuità ovunque, ma non é cosi' ...)
2) le risposte giuste che la Chiesa da' non generano decenni di vuoto spirituale e liturgico nel corpo mistico... "dai frutti li riconoscerete" e i frutti del NO non si discutono, mi sembra...
ps - chi ha creato un scisma?</span>
UN SOLO VESCOVO NON BASTA, COME SI SA, L '80% DEI VESCOVI' E QUESTA E' UNA PERCENTUALE OTTIMISTICA, PROIBISCE ESPLICITAMENTE O IMMPLICITAMENTE AI PROPI SACERDOTI DI CELEBRARE IL RITO ANTICO.
RispondiEliminaPerché i vescovi degni di questo nome sono così pochi.
RispondiEliminaPregate anche voi per la Chiesa di cui faccio parte, la s. Chiesa cremonese, da decenni nelle mani di sacerdoti, docenti di seminario e vescovi modernisti-iconoclasti-novatori... una diocesi fino al 1972 saldamente fedele (esemplarmente fedele) a Roma e per questo con un altissimo numero di vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie, e un altissimo numero di sacerdoti... poi, dal 1973, affidata, si fa per dire, a vescovi 'conciliaristi': il seminario è ai minimi storici (trent'anni fa il numero dei seminaristi teologi era più del triplo dell'attuale!), il clero sta invecchiando.
Il vescovo, mons. Lafranconi, che dovrebbe interessarsi dello stato della diocesi, si trastulla tra tamburelli (anche stamattina in cattedrale) sorrisi alla 'volemmose bbene', tirate alla girotondina, impuntature demagogiche (abolizione della frequentatissima messa domenicale delle 12,15 in cattedrale, perché 'è gente che può alzarsi prima'!), ha provveduto a 'svendere una parrocchia' alla vicina diocesi di Crema perché 'più vicina a Crema'; s'è intestardito con la iniziazione cristiana alla maniera catecumenale (è il modo migliore per allontanare i genitori dalla Chiesa e manetnere nell'ignoranza più totale i ragazzi).... Prego, pregate anche voi, che tutto ciò finisca al più presto, per esempio rimuovendo questo vescovo, che tra l'altro è dichiaratamente disobbediente al Papa, e mandandone un altro cattolico per davvero e non solo sedicente cattolico.
Dio abbia pietà di questa povera santa Chiesa cremonese.
sacerdote che vuole mantenere l'anonimato perché conosce bene il suo vescovo!
<span>Perché i vescovi degni di questo nome sono così pochi.
RispondiEliminaPregate anche voi per la Chiesa di cui faccio parte, la s. Chiesa cremonese, da decenni nelle mani di sacerdoti, docenti di seminario e vescovi modernisti-iconoclasti-novatori... una diocesi fino al 1972 saldamente fedele (esemplarmente fedele) a Roma e per questo con un altissimo numero di vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie, e un altissimo numero di sacerdoti... poi, dal 1973, affidata, si fa per dire, a vescovi 'conciliaristi': il seminario è ai minimi storici (trent'anni fa il numero dei seminaristi teologi era più del triplo dell'attuale! e così le ordinazioni), il clero sta tristemente invecchiando. UNA SITUAZIONE ALLA MANIERA DI MOLTE DIOCESI FRANCESI! La barca va a fondo e i maitre à penser diocesani vogliono farci credere che tutto va bene!
Il vescovo, mons. Lafranconi, che dovrebbe interessarsi dello stato della diocesi, si trastulla tra tamburelli (anche stamattina in cattedrale), scempio della fantastica cattedrale (VENITE A VEDERLA PRIMA CHE VENGA TOTALMENTE DETURPATA) sorrisi alla 'volemmose bbene', tirate alla girotondina, impuntature demagogiche (abolizione della frequentatissima messa domenicale delle 12,15 in cattedrale, perché 'è gente che può alzarsi prima'!), ha provveduto a 'svendere una parrocchia' alla vicina diocesi di Crema perché 'più vicina a Crema' (una motivazione quanto mai di peso!); s'è intestardito con la iniziazione cristiana alla maniera catecumenale (è il modo migliore per allontanare i genitori dalla Chiesa e mantenere nell'ignoranza più totale i ragazzi); lo scorso anno ha insultato pubblicamente i preti diocesani e, sfacciatamente, ha chiesto loro molti soldi... (a Dio piacendo il clero cremonese ha taciuto ma non ha dato!!)</span>
<span>Prego, pregate anche voi, che tutto ciò finisca al più presto, per esempio rimuovendo questo vescovo, che tra l'altro è dichiaratamente disobbediente al Papa, e mandandone un altro cattolico per davvero e non solo sedicente cattolico.
Dio abbia pietà di questa povera santa Chiesa cremonese.
sacerdote che vuole mantenere l'anonimato perché conosce bene il suo vescovo!</span>
<span><span>Perché i vescovi degni di questo nome sono così pochi?!
RispondiEliminaPregate anche voi per la Chiesa di cui faccio parte, la s. Chiesa cremonese, da decenni nelle mani di sacerdoti, docenti di seminario e vescovi modernisti-iconoclasti-novatori... una diocesi fino al 1972 saldamente fedele (esemplarmente fedele) a Roma e per questo con un altissimo numero di vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie, e un altissimo numero di sacerdoti... poi, dal 1973, affidata, si fa per dire, a vescovi 'conciliaristi': il seminario è ai minimi storici (trent'anni fa il numero dei seminaristi teologi era più del triplo dell'attuale! e così le ordinazioni), il clero sta tristemente invecchiando. UNA SITUAZIONE ALLA MANIERA DI MOLTE DIOCESI FRANCESI! La barca va a fondo e i maitre à penser diocesani vogliono farci credere che tutto va bene!
Il vescovo, mons. Lafranconi, che dovrebbe interessarsi dello stato della diocesi, si trastulla tra tamburelli (anche stamattina in cattedrale), scempio della fantastica cattedrale (VENITE A VEDERLA PRIMA CHE VENGA TOTALMENTE DETURPATA) sorrisi alla 'volemmose bbene', tirate alla girotondina, impuntature demagogiche (abolizione della frequentatissima messa domenicale delle 12,15 in cattedrale, perché 'è gente che può alzarsi prima'!), ha provveduto a 'svendere una parrocchia' alla vicina diocesi di Crema perché 'più vicina a Crema' (una motivazione quanto mai di peso!); s'è intestardito con la iniziazione cristiana alla maniera catecumenale (è il modo migliore per allontanare i genitori dalla Chiesa e mantenere nell'ignoranza più totale i ragazzi); lo scorso anno ha insultato pubblicamente i preti diocesani e, sfacciatamente, ha chiesto loro molti soldi... (a Dio piacendo il clero cremonese ha taciuto ma non ha dato!!)</span>
<span>Prego, pregate anche voi, che tutto ciò finisca al più presto, per esempio rimuovendo questo vescovo, che tra l'altro è dichiaratamente disobbediente al Papa, e mandandone un altro cattolico per davvero e non solo sedicente cattolico.
Dio abbia pietà di questa povera santa Chiesa cremonese.
sacerdote che vuole mantenere l'anonimato perché conosce bene il suo vescovo!</span></span>
un mio modesto contributo sull'argomento della riforma liturgica seguita al CVII; utilizzo il verbo seguire, perchè non mi sembra che gli atti del Concilio propongano una riforma della liturgia - tutto al più degli aggiustamenti. la riforma liturgica avvenne dopo il Concilio e, a mio parere, fu dettata da "opportunismo politico" (molto italiano nelle modalità). basta ricordare che alla fine degli anni '60 era convinzione comune (e, per "l'Intellighenzia", non solo convinzione, ma credo assoluto) che il realismo marxista- forte dei continui successi (v. America Latina, Africa, Vietnam etc) stesse per trionfare in tutto il mondo e che, di conseguenza, la stessa religione in poco tempo sarebbe diventata un residuo fossile, deriso dalla storia e dalla scienza. con ogni probabilità la Chiesa ebbe semplicemente "paura". la millenaria saggezza della Chiesa, di fronte ai colpi di maglio della cosiddetta ideologia scientifica, ben più pericolosa di un'intera armata di lanzichenecchi, vacillò fin nella fondamenta e s'ingegnò di sopravvivere (soprattutto di poter sopravvivere come entità "socio-politica", concedendo molto sul piano religioso). di qui la necessità di un vernissage di grande impatto mediatico (la societa "dell'Immagine" iniziava a dettare le sue regole) che obbedisse ai comandamenti della sociologia (e anche della demagogia allora imperante). la riforma liturgica, con il suo "andare al popolo", dovette sembrare lo strumento più efficace e "politicamente corretto" (infatti la riforma liturgica fu aspramente contestata da molti veri intellettuali, che videro il problema con chiarezza, la maggior parte dei quali con nessuna simpatia reazionaria). il prezzo pagato, l'abiura (grave anche agli occhi dei non credenti) dei doveri che la Chiesa aveva nei confronti della propria cultura. finchè non si faranno i conti con "la storia", la discussione sulla liturgia non potrà fare grandi passi avanti.
RispondiEliminawalter
Scrive Mons. Oliveri:
RispondiElimina"Queste considerazioni avrebbero potuto essere in concreto mostrate da uno studio comparativo tra l’antica e la nuova forma del conferimento dell’Ordine Sacro, del Sacramento dell’Ordine,"
Chi può darci il contenuto delle due forme, l`antica e la nuova, del conferimento dell`Ordine Sacro, del Sacramento dell`Ordine?
Grazie.
Fin da ragazzo, onore e vanto della diocesi di Acqui! D'altronde viene da Campo Ligure, vera roccaforte del tradizionalismo liturgico e dottrinale. La cui parrocchia collegiata ha sfornato centinaia di santi sacerdoti: i laicisti d'inizio secolo dicevano che a Campo si seminasse un solco di fagioli...e uno di preti!
RispondiEliminaDisilluso amico, come funzionano le cose in congregazione lo so forse meglio di te. Ho voluto soltanto lanciare una provocazione, non occorre assere così acidi...
RispondiEliminaDisilluso amico, come funzionano le cose in Congregazione lo so forse meglio di te. Ho voluto soltanto lanciare una provocazione con una domanda retorica. Non occorre per questo essere così acidi...
RispondiElimina*** FLASH ***
RispondiEliminaE' già la terza voce che mi arriva a proposito di Scola alla Dottrina della Fede.
INVECE DI MAZZINGA COME LO SI CHIAMERA'? OVVIAMENTE RAZZINGA.... che scemenzaaaaaaaaaaaaaaaaaa...... :-D
RispondiEliminaNella questione della forma ordinaria, non v'è nulla di difficile e l'articolo di Mons Oliveri rispiega pienamente l'insegnamento bimillenario tradizionale della Chiesa e cioè che <span><span>non è possibile che la Chiesa possa mutare la Fede della Chiesa che la Liturgia esprime:</span> con buona pace dei soliti mestatori tradi-protestanti di questo blog.</span>
RispondiEliminaQuanto ai frutti, lei non guarda dalla buona parte: come dice bene Mons Oliveri puo`capitare che "<span><span>qui o là </span>si celebra nella forma che il Motu Proprio chiama “ordinaria” in modo da poter indurre in errore circa il vero contenuto della Divina Liturgia" ma quest'orrore in niente diminuisce la validità ne il contenuto della Divina Liturgia espressa nell'Unico Rito Romano.</span>
(So che non serve a niente rispondere a lei, che tanto viene quindi con la sua ottica di agit-prop anti-cattolico ed anti-papista, ma lo faccio giusto per dovere verso la Fede cattolica). Siamo sempre li: ogni vero cattolico sa perfettamente che Ubi Petrus Ibi Ecclesia. I.P.
Un grazie all'Eccellente Mons. Oliveri, per la fermezza apostolica contro le derive dogmatiche che in modo evidente, quotidiano, oserei dire, ad ogni celebrazione del Sacrosanto Sacrificio dell'Altare, funestano la Dottrina Cattolica, con errori già fulminati dalla amorevole e vigile sollecitudine dei Romano Pontefici e dei Vescovi in comunione. Mi sorge una domanda... quanti Episcopi sono in comunione con il Pontefice regnante? Dunque, i fedeli con docile sottomissione, dovrebbero comunque essere a Loro ubbidienti? L'esercizio della "doverosa" correzione fraterna, da parte dei fedeli, non dovrebbe essere esercitata anche nei Loro confronti? E' necessario il ritorno, senza ibridazioni, ad Divin Sacrificio... alle rubriche particolareggiate, che indicano che il Protagonista è Gesù Cristo, autore e perfezionatore della nostra povera fede. Quante lezioni contro il rubricismo nelle facoltà Pontificie, anni '70 e '80, quanti giudizi critici di professori che volevano permearci nello spiritello dei novatores detto del Concilio... Fidem servavi... sola gratia!
RispondiEliminaSe qualcuno non conoscesse ancora la santità di vita e pensiero di S.E.Mons. Olivieri si legga il documento:
RispondiElimina"La Divina Liturgia" Interventi del Vescovo alla “Tre giorni del Clero”18-20 settembre 2007
è reperibile sul sito della Diocesi di Albenga-Imperia.
Ne riporto aluni passaggi:
"L’altare è il centro della Celebrazione Eucaristica, nella sua parte più specificamente eucaristica e sacrificale; è il luogo dove avviene l’azione divina per mezzo del ministero sacerdotale; quello che lì
avviene è eminentemente rivolto a Dio, Santissima Trinità;
• L’altare è il centro del presbiterio, verso il quale tutta la celebrazione deve essere orientata, ma che deve distinguersi dall’aula assembleare, che contiene la fisica presenza del popolo di Dio partecipante (questo principio esclude la presenza del popolo dentro il presbiterio ed esclude la presenza del presbiterio, e dell’altare quindi, dentro l’aula assembleare);
• La posizione del celebrante all’altare deve primariamente indicare l’orientamento di tutti e di tutto a Dio (in stato di adorazione, di accoglimento dell’azione divina, attraverso parole e segni), e solo secondariamente – ed in assenza di altri modi di realizzazione – può pedagogicamente favorire la maggiore vicinanza dell’animo dei fedeli a ciò che avviene sull’altare (le disposizioni dei “Praenotanda” al
“Missale Romanum” di Papa Paolo VI, riguardanti il distacco dell’altare dalla parete sicché si possa girarvi attorno, e la posizione del celebrante possa essere “versus populum”, non avevano altro scopo se non
quello di favorire la partecipazione dell’animo dei fedeli, e da attuarsi “ubi possibile est” e “expedit”.
Ma la buona logica dice che ove la partecipazione dell’animo dei fedeli sia ugualmente possibile con la posizione del celebrante e del popolo orientati allo stesso modo, cioè “versus orientem” – o “versus
absidem” che simboleggia il “versus orientem” – ciò non è contrario allo spirito della riforma liturgica post-conciliare, ma anzi è significativo che la posizione del celebrante e fedeli indichi l’orientamento
di tutti e di tutto a Dio.(...)
(...) ecco alcune opportunità da applicare nella nostra Diocesi, tenuto conto della disposizione dei presbiterii e degli altari dentro le nostre chiese di antica costruzione:
• È grandemente opportuno giungere quanto prima alla eliminazione degli altari posticci, non pochi dei quali veramente indegni di essere il centro dell’azione liturgico-divina-sacramentale;
• È grandemente opportuno che si provveda a togliere anche gli altari stabili costruiti fuori dei presbiteri o dentro il presbiterio però apportando devastanti modifiche ad esso; certamente con retta intenzione,
ma obiettivamente in modo inavveduto;
• Dentro lo stesso presbiterio è del tutto inconveniente avere due altari stabili, tanto più quando il presbiterio non è di tale ampiezza da potervi svolgere dignitosamente ed agevolmente tutte le azioni liturgiche (...)
• Dove l’altare antico è in posizione centrale e ben visibile per tutta l’assemblea, per cui non v’è ragione che l’azione sacerdotale – sacramentale – divina che in esso si compie non possa essere ben seguita e
partecipata spiritualmente da tutta l’assemblea, ivi si può legittimamente, e per certi aspetti lodevolmente, celebrare il Divino Sacrificio di Cristo, che diventa anche mensa celeste per il Popolo di Dio, mantenendo il Sacerdote la posizione “versus orientem” o “versus absidem”, non quindi “versus [...]
"Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20). Mi pare abbia ci sia scritto "in mezzo" e non "di fronte".
EliminaNon condivido assolutamente le posizioni S.E.Mons. Olivieri. Mi paiono più mosse politiche di avvicinamento alla Fraternità Sacerdotale San Pio X......
<span><span><span>Perché i vescovi degni di questo nome sono così pochi?!
RispondiEliminaPregate anche voi per la Chiesa di cui faccio parte, la s. Chiesa cremonese, da decenni nelle mani di sacerdoti, docenti di seminario e vescovi modernisti-iconoclasti-novatori... una diocesi fino al 1972 saldamente fedele (esemplarmente fedele) a Roma e per questo con un altissimo numero di vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie, e un altissimo numero di sacerdoti... poi, dal 1973, affidata, si fa per dire, a vescovi 'conciliaristi': il seminario è ai minimi storici (trent'anni fa il numero dei seminaristi teologi era più del triplo dell'attuale! e così le ordinazioni), il clero sta tristemente invecchiando. UNA SITUAZIONE ALLA MANIERA DI MOLTE DIOCESI FRANCESI! La barca va a fondo e i maitre à penser diocesani vogliono farci credere che tutto va bene!
Il vescovo, mons. Lafranconi, che dovrebbe interessarsi dello stato della diocesi, si trastulla tra tamburelli (anche stamattina in cattedrale), scempio della fantastica cattedrale (VENITE A VEDERLA PRIMA CHE VENGA TOTALMENTE DETURPATA) sorrisi alla 'volemmose bbene', tirate alla girotondina, impuntature demagogiche (abolizione della frequentatissima messa domenicale delle 12,15 in cattedrale, perché 'è gente che può alzarsi prima'!), ha provveduto a 'svendere una parrocchia' alla vicina diocesi di Crema perché 'più vicina a Crema' (una motivazione quanto mai di peso!); s'è intestardito con la iniziazione cristiana alla maniera catecumenale (è il modo migliore per allontanare i genitori dalla Chiesa e mantenere nell'ignoranza più totale i ragazzi); lo scorso anno ha insultato pubblicamente i preti diocesani e, sfacciatamente, ha chiesto loro molti soldi... (a Dio piacendo il clero cremonese ha taciuto ma non ha dato!!)</span>
<span>Prego, pregate anche voi, che tutto ciò finisca al più presto, per esempio rimuovendo questo vescovo, che tra l'altro è dichiaratamente disobbediente al Papa, e mandandone un altro cattolico per davvero e non solo sedicente cattolico.
Dio abbia pietà di questa povera santa Chiesa cremonese.
sacerdote che vuole mantenere l'anonimato perché conosce bene il suo vescovo!</span></span></span>
I papi nella storia hanno commesso anche errori gravi e l'amore per il Papa è stato espresso anche da diversi santi correggendo pubblicamente l'errore a costo anche di essere scomunicati(e poi santificati).
RispondiEliminaDove c'è Pietro è la Chiesa
ma non si può rimanere indifferenti alla situazione attuale dove la fede di molti è in pericolo o addrittura non nasce a causa della troppa libertà e del relativismo che sfocia nell'ecunemismo politicamnte corretto che ha inizio nel post concilio vaticano secondo.
tardi-protestanti?l'unica cosa che vedo di protestantizzata è la santa messa così come è impostata oggi.
A volte mi chhiedo con quale intenzione scrive sul forum, talvolta pare che scriva per far sentire in colpa o non in comunione con la Chiesa chi si rende conto della grave situazione attuale.
Ancora oggiiCampo Ligure può vantare sia un cospicuo numero di sacerdoti nativi (di cui alcuni relativamente giovani), sia una Insigne Collegiata con celebrazioni capitolari dei Canonici, sia attenzione alla liturgia in entrambe le forme del Rito Romano (il tutto in un paese di soli 3000 abitanti e in una diocesi piemontese).
RispondiEliminaconcetto che é stato chiaramente ribadito da Mgr Fellay in una recente intervista dove diceva: "...tutto il senso della nostra lotta, tutte le ragioni d'essere dei nostri reclami e che vogliamo la fede e la vogliamo dalla Chiesa..." se tutti i protestanti fossero cosi'...
RispondiElimina<span>per quel che mi riguarda questo concetto é stato chiaramente ribadito da Mgr Fellay in una recente intervista dove diceva: </span>
RispondiElimina<span>"...tutto il senso della nostra lotta, tutte le ragioni d'essere dei nostri reclami e che vogliamo la fede e la vogliamo dalla Chiesa..." </span><span>se tutti i protestanti fossero cosi'...</span>