Grazie ad una segnalazione di Claudio, leggiamo questo articolo insolitamente (per un giornalista...) preciso e approfondito. Ha causato un certo scalpore il riferimento, nel libro intervista a Benedetto XVI, alla possibilità per un Papa di dimettersi. In realtà l'abdicazione del Papa è un'ipotesi che non ha niente di strano o rivoluzionario; è semplicemente inusitata negli ultimi 5 secoli. Eppure, nell'epoca della decadenza fisica e intellettuale di Giovanni Paolo II l'allora card. Ratzinger parlò pubblicamente dell'eventualità di dimissioni di quel Papa. La "Banda dei Quattro" che all'epoca, dietro la maschera di un Woityla ormai inabile, comandava tutto in Vaticano (un po' come quella che aveva retto la Cina negli ultimi anni di Mao), e costituita dai quadrumviri Dziwisz, Sodano, Re e Pier Marini, insorse indignata e Ratzinger dovette ritrattare. Ma aveva ovviamente ragione. Anche se, chissà, se non fossero maturati i tempi (e la crisi nella Chiesa peggiorata: la sconsolante realtà di quegli anni, pedofilia in primis, si inizia a intravvedere oggi) forse al conclave sarebbe stato eletto... un Giovanni XXIV o un Giovan Paolo III.
di Marco Bertoncini
Quando si parla di dimissioni del Papa, il ricordo di chiunque abbia svolto studi liceali va a Celestino V e al dantesco «gran rifiuto». Di abdicazioni al soglio pontificio, invero, la storia bimillenaria del papato ne conosce altre, così come di deposizioni e perfino di omicidii (per tacere dei martirii).
Il primo esempio che si cita risale al lontano 235, quando papa Ponziano si dimise poco prima di subire il martirio. E l'ultimo resta quello di Gregorio XII, il quale rinunciò nel 1415, contribuendo così a risolvere la gran buriana dei tre papi contemporaneamente assisi al trono e a chiudere il pluridecennale scisma d'Occidente.
A riportare l'attenzione giornalistica sulla possibile abdicazione del successore di san Pietro sono le parole dello stesso Benedetto XVI nel suo recente libro intervista Luce del mondo. All'esplicita domanda di Peter Seewald «Ha mai pensato di dimettersi?», il Papa risponde: «Quando il pericolo è grande non si può scappare. Ecco perché questo sicuramente non è il momento di dimettersi. È proprio in momenti come questo che bisogna resistere e superare la situazione difficile. Questo è il mio pensiero. Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più. Ma non si può scappare proprio nel momento del pericolo e dire: Se ne occupi un altro». Alla chiara replica dell'intervistatore («Quindi è immaginabile una situazione nella quale Lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?»), Benedetto XVI precisa con altrettanta chiarezza: «Sì. Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente e spiritualmente di svolgere l'incarico affidatogli, allora ha il diritto ed in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi». Quindi non soltanto il diritto, ma perfino il dovere (sempre ammesso che la traduzione italiana sia fedele: di là dell'errore già rilevato dalla stampa sul «prostituto» dell'originale tedesco divenuto «prostituta», si notano qua e là svarioni e uso di termini astratti insoliti e forse impropri). Mai un pontefice si era così espresso.
Sul piano del diritto canonico, costituzionale, come dicono i canonisti medesimi, non c'è problema. Un pontefice si può dimettere. È avvenuto più volte, come si diceva, e la prima formale costituzione che sanciva la legittimità della rinuncia fu emanata proprio da Celestino V: dopo averla sottoscritta, diede le dimissioni davanti ai cardinali, i quali le accettarono. Attenzione: un secolo prima il collegio cardinalizio aveva respinto le dimissioni di Celestino III. Dopo la costituzione di Celestino V, possiamo citare il Codice di diritto canonico, sia quello del 1917 sia quello del 1983, che statuirono la possibilità, per il Papa, di rinunciare al soglio pontificio, purché le dimissioni siano liberamente espresse e debitamente manifestate, senza necessità di accettazione da parte di alcuno (collegio cardinalizio compreso).
Costituzionalmente, dunque, da Celestino V (e dal suo successore Bonifacio VIII, non a caso grande perito in diritto canonico) in poi non vi sono riserve della dottrina sulle dimissioni di un pontefice. Teologicamente, la questione è diversa. La tesi di fondo contro la rinuncia papale è semplice: il pontefice è spiritualmente sposato con la Chiesa romana, matrimonio che soltanto la morte può sciogliere. Non sarebbe lecito un divorzio. Tale tesi venne sostenuta da Innocenzo III e, in certa misura, è alla base di uno studio che il cardinale Vincenzo Fagiolo stese per Giovanni Paolo II sull'abdicazione del papa. Secondo Fagiolo, essendo l'incarico del Papa non un normale ufficio ecclesiastico bensì un compito di origine apostolica, poiché il pontefice è vicario di Cristo, non può il successore del principe degli Apostoli ritenersi libero di rinunciare senza proporzionate cause. Tali cause, secondo Fagiolo, dovrebbero essere richieste non soltanto per la liceità (morale) della rinuncia, bensì per la legittimità (giuridico-costituzionale) dell'atto medesimo di abbandono dell'incarico.
Insomma: per rinunciare legittimamente al ruolo di successore di san Pietro occorre che il romano pontefice abbia una maturata e consapevole coscienza d'essere incapace a guidare la comunità dei fedeli. Non basta l'età a motivare la rinuncia. Infatti Paolo VI introdusse sì la “pensione” per vescovi e cardinali, ma non fissò alcun limite di età per il vescovo di Roma, siccome dotato del primato petrino. Occorre la consapevolezza della propria incapacità a regnare: esattamente quel che dichiara Benedetto XVI, quando parla di “chiara” coscienza dell'impossibilità di svolgere il proprio compito, per carenze fisiche e spirituali. Celestino V sapeva di non essere in grado di reggere il mandato affidatogli: non tanto per ragioni fisiche (pur essendo più che ottuagenario), quanto per la conclamata inidoneità a ricoprire un ruolo per il quale necessitano anche doti amministrative, politiche, giuridiche e quel che si definisce carisma.
È noto che Giovanni Paolo II affidò alla Provvidenza la prosecuzione del proprio mandato, anche quando le condizioni fisiche erano debilitate. Come scrisse Vittorio Messori (Corriere della Sera, 29 giugno 2002), «La forza per continuare non è un problema mio, bensì di quel Cristo che ha voluto chiamarmi a essere suo Vicario in terra». Ed è noto che si discettava, fra teologi e canonisti, sulla possibilità di reggere la Chiesa in sedia a rotelle, con difficoltà di parola, con incapacità di movimento, perfino da muti. Certo Giovanni Paolo II non rinunciò mai, non volle mai rinunciare.
Tuttavia, di là delle riflessioni sia canonistiche sia teologiche, si poneva il problema dell'incapacità fisica di reggere il peso. Non sapremo probabilmente mai in quali condizioni il defunto pontefice guidasse la Chiesa nell'ultimo lustro della sua esistenza: occorrerebbe un diario dei pochi che gli erano intorno, un diario in cui fosse confidata la realtà. Per intenderci, una sorta di archivio come quello di mons. Renato Dardozzi pervenuto al giornalista Gianluigi Nuzzi, che ne ricavò il fortunatissimo libro Vaticano SpA.
In mancanza di testimonianze e documenti, ci restano non poche domande senza risposta. Quanto realmente comprendeva il papa polacco di quel che gli si diceva? Quanto era conscio degli atti che formalmente svolgeva? Quanto decideva da sé e quanto recepiva acriticamente di quel che gli sottoponevano il segretario particolare, i collaboratori diretti, i cardinali più vicini? Azzardiamo un'ipotesi. Fra coloro che più stavano accanto al trono papale era il cardinale Joseph Ratzinger. La diretta esperienza della consunzione fisica (e conseguentemente anche psichica) di un papa ha indubbiamente segnato l'attuale pontefice. Il quale si chiede se non sia il caso di passare la mano, senza quindi affidarsi alla Provvidenza, una volta che ci si renda conto della reale, compiuta, definitiva incapacità di svolgere il proprio mandato.
Il Papa emerito, quindi, non è più un'eventualità remota e teorica, insussistente dal 1415. Se ne dibatte. Si noti che nel Medio Evo le discussioni teologiche e canonico-costituzionali erano ben più sviluppate di oggi: il papa eretico, il papa demente, il papa dimissionario, il papa deposto, erano altrettante figure sulle quali si discettava con fior di riferimenti biblici, ecclesiali, patristici, teologici. Benedetto XVI ha dato una scossa e, dal più alto livello, ha lanciato una pietra nello stagno. Probabilmente, ripetiamo, per quel che direttamente ha vissuto e che non vorrebbe si ripetesse: nel suo caso, come nel caso di un suo successore.
Fonte: Italia Oggi
No amo molto simbologie e araldiche, ma mi pare che le scelte teologiche, simbolistiche (stemma) e pratiche di questo papa, anche da cardinale (quando parlò di nuovo modo di fare il Pietro), vadano sempre più verso gli intendimenti del Concilio (in particolare: Lumen Gentium autentica, senza Nota esplicativva previa!). In queste cose (e in altre: profilattici, ebrei) è molto più conciliare di quanto prima sia sembriato a molti, me compreso. Pace e bene.
RispondiEliminaE' IL PAPA MIGLIORE CHE POTESSIMO AVERE. LA PROVA : ALTRI NOMI TI RENDERESTI CONTO NON ESISTEVANO E CON LUI IL PROBLEMA DELLA TRADIZIONE E' RISUSCITATO.
RispondiEliminaEcco perchè alcuni Vescovi "carismatici" invocano in continuazione il 2011... che siano dei profeti oppure dei pezzi di un ingranaggio che vorrebbe che l'amato Papa, la cui via crucis è interminabile, dia le dimissioni?
RispondiEliminaRicordo che appena eletto Benedetto XVI ci ritrovammo in una chiesetta rurale e nascosta per assistere al Santo Sacrificio della Messa, nel pericolosissimo rito antico, e cantare poi il Te Deum.
Il benemerito Sacerdote in sagrestia ci disse " Lo faranno fuori - riferendosi al Papa appena eletto - ci sono molti modi per far fuori una persona, metodi e modi ancor più efficaci delle pallottole".
Ebbe inizio la Via Crucis di Benedetto XVI.
Chi potrebbe accettare in futuro di portare la Croce di Cristo senza tradire o senza avere la tentazione di abbandonarla ?
Bah una Chiesa però ridotta alla sola liturgia mi pare veramente riduttivo, la liturgia è sicuramente importante, però, se posso permettermi una critica a questo blog che apprezzo e che seguo sempre, evitiamo di analizzare sempre tutto quasi esclusivamente dal grado di gradimento verso la liturgia tradizionale di tal prelato di tal sacerdoti e addirittura di tal papa. La forma liturgica non può essere il primo dei pensieri per la Chiesa e, permettetemi, neanche per i laici, che invece dobbiamo combattere quotidianamente l'altra categoria di "laici" che di certo non si preoccupano della forma liturgica e che quindi non è quello il campo di battaglia dove dobbiamo schierarci.
RispondiEliminaper evitare ambiguità quando parlo di "liturgia" mi riferisco alla "forma liturgica" non alla liturgia in sé che è ovviamente il fondamento della Chiesa
RispondiEliminaCon buona pace di chi vorrebbe (o avrebbe voluto) un Papa emerito ricordo che il partito delle dimissioni (del Papa) è già stato sconfitto, in tempi recenti, tre volte. Nel 1954 quando Pio XII pensò alle dimissioni per motivi di salute, nel 1977 quando Paolo VI voleva rinunciare al compimento dell'80° anno d'età ed infine nel 2001 quando Lehman, con l'accompagnamento di Arns, dichiarò che il Papa doveva dimettersi. Quanto alla banda dei quattro ... non era di quattro di di tre: Ruini (per l'Italia), Sodano (per la politica estera) e Ratzinger (per l'ortodossia del pensiero cattolico). Non sopravvalutiamo, per favore, Piero Marini. Quanto alle capacità di Giovanni Paolo II di fare il Papa ... la Chiesa non la si governa con le gambe ma con la testa. Ancora nel 2002 affrontò la questione dei preti pedofili negli U.S.A., nel 2003 pubblico la enciclica Ecclesia de Eucarestia e si spese per evitare la guerra in Iraq. Se qualcono crede che Giovanni Paolo II fosse incapace d'intendere e di volere lo dica. Ricordiamoci solo che nel febbraio 2005, durante l'ultimo o penultimo ricovero al Gemelli, il Papa ricevette ancora Ratzinger per il disbrigo di un affare urgente, prova che, al di là del progredire del Parkinson, Ratzinger si trovava davanti un interlocutore ancora in grado di capire ciò che gli si diceva. Se poi Qualche anno prima a Ratzinger qualcuno aveva suggerito di rimangiarsi un'intervista sulle dimissioni del Papa ... ecco ... hanno fatto solo bene a fargliela ritrattare. Perchè puzzano di bruciato le dichiarazioni di un qualsivoglia cardinale che si mette a discettare sulle dimissioni del Papa. Un cardinale è sempre parte interessata, troppo interessata
RispondiEliminaNon si scende dalla CROCE!
RispondiElimina....ma allora dichiamolo che vogliamo un'altro scisma....
RispondiEliminaD'accordo con l'articolo. Del resto, dal punto di vista di fatto: - Celestino V si dimise e poi fu fatto santo.
RispondiEliminaDal punto di vista di diritto: - Un Papa può praticamente fare di tutto, figuriamoci se non può dimettersi. Quale potere sovrano è quello in cui non si è liberi di rassegnare le dimissioni? Del resto il Papa è Papa in quanto vescovo di Roma, quindi non si capirebbe perché qualunque vescovo può dimettersi (e le dimissioni vengono sancite dal Papa) ma il vescovo di Roma (cioè il Papa stesso) no.
Ovviamente la scelta non può essere che del Papa stesso: Giovanni Paolo II ha deciso di rimanere fino alla fine, ed era pienamente legittimato a farlo.
Altra è la questione se in caso di conclamata incapacità mentale del Papa (demenza, pazzia cliniche, prolungamento di una situazione terminale) qualcuno può deciderne la decadenza. Su questo non dico nulla perché il tema fa tremare le vene e i polsi. (Ho la sensazione che però la cosa sia normata, con regole che rimangono segrete. Ma è solo una sensazione, un'illazione.)
Naturalmente Benedetto XVI non dice affatto che pensa di dimettersi: solo che, in teoria, un Papa potrebbe farlo. Nulla di strano.
Solo una notazione: sono curiosi questi articoli inseriti qui solo per aiutare il fedele tradizionalista a superare lo sconcerto dovuto a molte affermazioni del Papa. Affermazioni in sé normalissime. Evidentemente ci si era fatti un'idea del Papa a propria misura, fortunatamente (ma varrebbe per tutti!) non rispondente al Papa reale e felicemente regnante.
Purtroppo è uno di quei casi dove sono vere entrambe le posizioni opposte. E' vero che un Papa fisicamente incapace di svolgere il proprio compito (per il quale non è sufficiente "capire ancora qualcosa") crea una situazione di vuoto di potere penosa e dannosa per la Chiesa, che non è strutturata per gestire a lungo i vuoti di potere. Ma è anche vero che la presenza di un Papa emerito renderebbe il "nuovo Papa" una figura debole, alla quale si potrebbe continuamente obiettare "tu non sei quello vero".
RispondiEliminaMah... Pio XII negli ultimi anni di pontificato autorizzò persino la riforma bugniniana della Settimana Santa... Papa Leone XIII negli ultimi anni era un po' svanito... Ma dopo di loro non hanno cambiato le regole.
RispondiEliminaDetto questo la questione mi sembra posta male. Perché tutte queste storie dalla Tiara al plurale maiestatis, alla possibilità di dimettersi, al Papa che è un vescovo fra tanti e parla in nome di Cristo perché vescovo fra tanti (concetti espressi da Papa Benedetto nel suo libro intervista), mi sembrano tutti metodi per indebolire il Papato e trasformarlo da una monarchia assoluta in una sorta di Repubblica costituzionale. La costituzione sarebbe il Concilio Vaticano II, il Papa è presidente della repubblica, il Segretario di Stato è il Premier, i Cardinali sono il Senato, i Vescovi i parlamentari, i prefetti sono i ministri e i presidenti dei consigli ministri senza portafoglio di neoministeri.
Il democratismo ormai penetrato nel nostro cervello tarla anche le istituzioni divine, assoggettandole ad un pensiero meramente umano ed immanente. Perché quando alla Chiesa gerarchicamente ordinata togli lo specchio del mondo soprannaturale anch'esso gerarchicamente ordinato, tutto si riduce al potere. E il potere lo si può redistribuire, modificare, passare da una mano all'altra, ma resta solo potere e nessun'ombra di Cristo e del Regno di Dio permane...
Giustissimo Andrea! Anche se, dal punto di vista del Diritto Canonico le dimissioni sono previste, non dobbiamo rinunciare all'idea di un Papa che porta la sua croce fino alla fine. Sarebbe poi comunque pericoloso per i fedeli vedere un Pontefice in pensione e un altro in carica, si insinuerebbe l'idea che essere "Vicario di Cristo" è una carica di governo come qualsiasi altra, come se fosse la Presidenza della Repubblica, per esempio. E non sia mai che un fatto del genere possa aprire la strada alla convinzione che il Concilio o il Collegio dei Vescovi siano istituzioni superiori alla Cattedra di Pietro...Altrimenti, ci vorrebbe una nuova bolla "Execrabilis"...
RispondiEliminaIo condivido in pieno l'opinione del papa, e la condivido dalla prima volta che la espresse, cioè con Giovanni Paolo II ricoverato al Gemelli e ormai pressoché incapace di emettere verbo. Ricordo come l'allora card. Ratzinger fu costretto a smentire tra le lacrime cose che non aveva mai detto. E questa intimidazione, nemmeno tanto velata, mi confermò nella condivisione del pensiero dell'attuale pontefice, che ammette le dimissioni in caso di incapacità.
RispondiEliminaNon lo vedo, come don Camillo che certo si rifà alla dantesca memoria, un rifiuto codardo; è una difesa della Chiesa da chi vuole comandare e imporre il proprio pensiero al posto del papa. Sappiamo che di questa gente ce n'è molta, ed anche in quest post è stato sottolineato Non so se ci rendiamo esattamente conto di come può ragionare e comportarsi una persona di 85 anni, con un Parkinson in stadio molto avanzato; non so se tutti abbiamo esperienza di queste persone che, pur capacissime prima di ragionare e di ben ragionare, poi non ce la fanno più. E allora immaginatevi il card. Ratzinger, che frequentava assiduamente papa Giovanni Paolo II, parlava con lui e da lui si aspettava anche delle risposte: per arrivare a dire che è plausibile che, in condizioni di salute estremamente gravi, il papa si possa dimettere, significa a parer mio che era fin troppo evidente chi e come era governata la Chiesa negli ultimi cinque anni del pontificato di papa Woytila.
Poi non dimentichiamo che anche Pio XII aveva pronta una lettera di dimissioni; quindi anche un pontefice che, penso, nessuno possa mettere in dubbio in quanto a fedeltà alla Tradizione (nemmeno don Camillo) credeva plausibile una tale alternativa (e sappiamo in quali condizioni avrebbe fatto valere quella lettera).
Pio XII pensò alle dimissoni anche nel 1945, in ottime condizioni fisiche e mentali, quando i tedeschi fermi davanti a piazza san Pietro aspettando un ordine per catturare il papa. E infatti mandò via da Roma (mi pare in Portogallo) il collegio cardinalizio perché, nell'eventualità che fosse successo l'irreparabile, i tedeschi avrebbero avuto fra le mani un semplice cardinale, e il papa sarebbe stato eletto altrove.
RispondiEliminaScusate l'OT, ma la notizia era succulenta:
RispondiEliminaPARIGI - Carla Bruni-Sarkozy, premiere dame di Francia, si e' detta ''stupita, sorpresa e riconoscente'' dopo le aperture del papa Benedetto XVI sull'uso del preservativo per ridurre i rischi di contaminazione da Aids. Parlando stamattina ai microfoni di RTL per la Giornata mondiale di lotta all'Aids, la Bruni ha detto: ''sono molto emozionata per la recentissima dichiarazione di Benedetto XVI, e riconoscente. Alcuni paesi africani sono cristiani ed ascoltano molto la parola del Papa''.
Nel 1945 i nazisti se ne erano andati da Roma già da un pezzo, dal 4 giugno 1944. Il primato di Pietro non è a tempo determinato o finchè il Papa, tutto sommato, sta bene. Il primato è per sempre. Quanto ad eventuali allucinazioni di cui possa soffrire un parkonsoniano ... derivano dal fatto che i neurologi devono trovare la dose giusta di dopamina da somministraere al paziente. Dosi elevate possono causare temporanee allucinazioni ma tenendo presente da chi era curato il Papa (fermo restando che il Parkinson è inguardibile) ... escluderei che i neurologi del Gemelli avessero toppato. Comunque egli aveva sottovalutato la malattia il cui esordio intervenne tardi,, al 71° anno d'età
RispondiEliminaE per non l'ascolta anche lei? Perchè non ci parla dei guadagni che i produttori di profilattici fanno? Perchè dalla sua augusta bocca non è uscita la parola "fedeltà"? Che sia anche lei come la zarina Caterinna II, donna che mai conobbe il concetto di verginità?
RispondiEliminaQualcuno spieghi alla "signora" che il papa parlava di un prostitutO.......
RispondiEliminaGiusto era il 43, non il 45. In ogni caso le dimissioni (così come "previste" da papa Benedetto XVI) non sarebbero un atto di codardia; non lo sono state per Celestino V (il quale, evidentemente, altrimenti non sarebbe dovuto essere innalzato agli onori degli altari) e non lo sarebbero state per Pio XII nel '43. I gravi motivi di cui parla papa Benedetto non sono semplicemente problemi di salute del tipo "ho la polmonite, è meglio che mi dimetta". Evidentemente sono io che vedo nelle parole del papa un'indicazione non troppo velata sul fatto che un papa incapace di imporre il suo volere, e quindi facile preda del potere degli altri, sarebbe terribile per la Chiesa, indicazione che viene da chi i movimenti in curia li conosce meglio di qualsiasi vaticanista. A quel punto il primato (che pur formalmente rimarrebbe assegnato a una persona, ma solo formalmente) sarebbe esercitato in pratica da altri, quello che (ma è una mia personalissima opinione) è successo negli ultimi anni di pontificato di Giovanni Paolo II. Allora diciamo pure "il primato è per sempre", e ci starebbe anche un bell'applauso, se vogliamo, sono convinto che lo dicano in molti, e personaggi più eminenti di noi.
RispondiEliminaLo sconcerto c'è stato in alcuni settori del tradizionalismo, dai quali sono partite accuse neanche velate di "attentato alla Tradizione" da parte del Papa. I thread di questo blog hanno avuto il lodevole scopo di mostrare che queste accuse sono infondate. Quante alle dimissioni papali, sono un tema di cui si può discutere accademicamente: per qualunque delle due soluzioni si parteggi non si è eretici.
RispondiEliminaPerchè forse non è credente e c'e' da menttere in contro che al mondo c'e' anche chi non è cattolico.
RispondiEliminaOh parbleu! Allora la cosa non mi riguarda ...
RispondiEliminaOh parbleu! Allora la cosa non mi riguarda ...
RispondiEliminasicuramente ma l'uomo e la donna sono esseri razionali e spirituali, capaci d'elevarsi al di sopra della propria pancia
RispondiEliminaLa Liturgia è la prima missione della Chiesa, ma non l'unica: è vero.
RispondiEliminaQuello che ci preoccupa è il fatto che spesso l'antica Liturgia sia legata ( ideologicamente ) ad un'antica Teologia e un'antica Ortodossia: quelli che pensano ( ad alti livelli :) ) che la nuova Liturgia sia migliore della vecchia, spesso pensano anche che esistano delle nuove, e migliori, Teologie e Ortodossie.
Insomma, quel che ci preoccupa è la salvezza delle anime ( come spero tutti); crediamo che l'antica Liturgia sia faro e segno dell'Ortodossia.
CONCORDO CON VOI! Il Papa non è l'arcivescovo di canterbury, il Papato è un'istituzione mistica, per la quale molti in passato han versato il sangue, è qualcosa di potente e arcano. è un trono terrestre che regna per mandato di quel Trono Celeste che regge l'universo.il Vicario del Dio Altissimo, il Papa è veramente un Dolce Cristo In Terra, è la nostra guida che tra i marosi di un mondo in tempesta tiene saldo il timone della navicella, sfidando le potenze e i principati di questa terra. Una volta si diceva: il papa muore ma non si ammala... oggi invece l'intimità dei pontefici ci è sbattuta davanti, e credono che ci faccia piacere, credono che sia quello che noi vogliamo: un papa più umano. Ma è esattamente ciò di cui non abbiamo bisogno! E quanto Pio XII lo aveva capito bene! Il mediatore tra Dio e gli uomini non può essere una creatura terrestre, ma deve essere celeste! ANGELICO!
RispondiElimina...questo sarà l'ultimo Papa......
RispondiEliminae l'omaggio del pallio (mariniano) dell'incoronazione (absit iniuria verbi!) offerta al sacello di Celestino V coperto dei detriti del terremoto?
RispondiEliminaFdS
Chissà se nel marasma suscitato dalle parole della Santià di Nostri Signore, qualcuno legge un vago cenno a quanto avvenne dopo il Panteon di Assisi, allorché il Card. Stickler ed altri posero proprio il problema della deposizione di un Papa eretico... Ahimé la minaccia di uno scisma da parte dell'Episcopato progressista fece preferire l'eresia materiale del Vicario di Cristo - più o meno compos sui - ad un po' di chiarezza, con le conseguenze che ancora sono visibili.
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345793 segnalo quest articolo ,
RispondiEliminaOgni volta che la vedo, la signora di cui sopra, mi viene da pensare che forse le toerie di David Icke sui RETTILIANI, potrebbero non essere del tutto infondate
RispondiEliminaQuesta intessente disamina in realtà è una bella professione di ATEISMO!
RispondiEliminaEsempio: quando arrivò il tragico terremoto in Abruzzo una sciocca giovane suora mi disse "Dio è BbbBuono NON è possibile pensare che sia stato Lui a volere il terremoto ma è stato un evento del tutto naturale". Ovviamente cercando di farla ragionare (ma in vano) sul fatto che gli eventi naturali sono soggetti comunque al volere di Dio conclusi ricordandogli che esiste il Paradiso per i buoni. La stupida suora più brutta che mai con gli occhi di fuori mi rispose gridando "ma ora checcentra il Paradiso!?!"
Ora caro cantore, sia tu che la suora avete fatto professione di un Dio immanentista e sostanzialmente impotente di fronte agli eventi naturali (il terremoto per la suora, il PAPA vecchio per te). Ma Dio è DIO, che conosce anche il "numero dei tuoi capelli".
Non vorrei ritornare sulla morte di GP2 se n'è parlato molto dell'importanza di quella testimonianza di "sofferenza" che è servita per parificarlo dei molti peccati commessi. Pio XII è un caso a parte perchè voleva salvare il Papato non scappare dalla Croce, piuttosto mi concentrerei sulla depressione di B16.
<span>Questa intessente disamina in realtà è una bella professione di ATEISMO!
RispondiEliminaEsempio: quando arrivò il tragico terremoto in Abruzzo una sciocca giovane suora mi disse "Dio è BbbBuono NON è possibile pensare che sia stato Lui a volere il terremoto ma è stato un evento del tutto naturale". Ovviamente cercando di farla ragionare (ma in vano) sul fatto che gli eventi naturali sono soggetti comunque al volere di Dio conclusi ricordandogli che esiste il Paradiso per i buoni. La stupida suora più brutta che mai con gli occhi di fuori mi rispose gridando "ma ora checcentra il Paradiso!?!"
Ora caro cantore, sia tu che la suora avete fatto professione di un Dio immanentista e sostanzialmente impotente di fronte agli eventi naturali (il terremoto per la suora, il PAPA vecchio per te). Ma Dio è DIO, che conosce anche il "numero dei tuoi capelli".
Non vorrei ritornare sulla morte di GP2 se n'è parlato molto dell'importanza di quella testimonianza di "sofferenza" che è servita per purificarlo dei molti peccati commessi. Pio XII è un caso a parte perchè voleva salvare il Papato non scappare dalla Croce, piuttosto mi concentrerei sulla depressione di B16.</span>
<span><span>Questa intessente disamina in realtà è una bella professione di ATEISMO!
RispondiEliminaEsempio: quando arrivò il tragico terremoto in Abruzzo una sciocca giovane suora mi disse "Dio è BbbBuono NON è possibile pensare che sia stato Lui a volere il terremoto ma è stato un evento del tutto naturale". Ovviamente cercando di farla ragionare (ma in vano) sul fatto che gli eventi naturali sono soggetti comunque al volere di Dio conclusi ricordandole che esiste il Paradiso per i buoni. La stupida suora più brutta che mai con gli occhi di fuori mi rispose gridando "ma ora checcentra il Paradiso!?!"
Ora caro cantore, sia tu che la suora avete fatto professione di un Dio immanentista e sostanzialmente impotente di fronte agli eventi naturali (il terremoto per la suora, il PAPA vecchio per te). Ma Dio è DIO, che conosce anche il "numero dei tuoi capelli", io sono prete fino alla morte, un padre, una madre saranno genitori FINO alla MORTE! LUI è e sarà PAPA (perchè questo è ciò che Dio a vouto per lui) fino alla morte!
Non vorrei ritornare sulla morte di GP2 se n'è parlato molto dell'importanza di quella testimonianza di "sofferenza" che è servita per purificarlo dei molti peccati commessi. Pio XII è un caso a parte perchè voleva salvare il Papato non scappare dalla Croce, piuttosto mi concentrerei sulla depressione di B16.</span></span>
<span><span><span>Questa intessente disamina in realtà è una bella professione di ATEISMO!
RispondiEliminaEsempio: quando arrivò il tragico terremoto in Abruzzo una sciocca giovane suora mi disse "Dio è BbbBuono NON è possibile pensare che sia stato Lui a volere il terremoto ma è stato un evento del tutto naturale". Ovviamente cercando di farla ragionare (ma in vano) sul fatto che gli eventi naturali sono soggetti comunque al volere di Dio conclusi ricordandole che esiste il Paradiso per i buoni. La stupida suora più brutta che mai con gli occhi di fuori mi rispose gridando "ma ora checcentra il Paradiso!?!"
Ora caro cantore, sia tu che la suora avete fatto professione di un Dio immanentista e sostanzialmente impotente di fronte agli eventi naturali (il terremoto per la suora, il PAPA vecchio per te). Ma Dio è DIO, che conosce anche il "numero dei tuoi capelli", io sono prete fino alla morte, un padre, una madre saranno genitori FINO alla MORTE! LUI è e sarà PAPA (perchè questo è ciò che Dio ha vouto per lui) fino alla morte!
Non vorrei ritornare sulla morte di GP2 se n'è parlato molto dell'importanza di quella testimonianza di "sofferenza" che è servita per purificarlo dei molti peccati commessi. Pio XII è un caso a parte perchè voleva salvare il Papato non scappare dalla Croce, piuttosto mi concentrerei sulla depressione di B16.</span></span></span>
La soluzione adottata da Bonifacio VIII, in effetti, fu efficace, ma non credo sia auspicabile venga ripresa ;)
RispondiEliminaIl problema è che fai dire a Dio cose che Dio non si sogna mai di aver detto. Col tuo stesso ragionamento, perché Dio non dovrebbe volere le dimissioni del Papa?
RispondiElimina(E perché devi dare a Benedetto XVI del depresso solo perché esprime una dottrina corrente e diffusa?)
...e poi ?
RispondiEliminacon grande tristezza segnalo questa notizia di un evento dolorosissimo, che ritengo fosse impensabile fino a qualche anno fa:
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/interni/non_diventa_sacerdote_giovane_diacono_suicida_sono_fragile_scusatemi/vaticano-cronaca-diacono-luca_seidita-orvieto-sacerdote-suicidio/01-12-2010/articolo-id=490795-page=0-comments=2
(impensabile, a mio avviso, in tempi passati, in cui si aveva ben saldo nel cuore il senso della Croce, da portare quotidianamente dietro a Gesù....)
....e mi fa pensare che il Gregge di Cristo sia sempre più sbandato e spiritualmente disperso, mentre il Pastore pare sempre più "percosso" da eventi e discorsi che veloci si susseguono.....le ore della Chiesa e dell'umanità smarrita paiono scorrere sempre più tristi di fronte ad un uomo che non sa più accettare la Croce (e forse non sa più riconoscere il Signore Crocifisso e<span> accoglierlo</span> nella propria vita,<span> con la propria croce da unire alla Sua Redentrice)</span>....
RispondiElimina<span>....e mi fa pensare che il Gregge di Cristo sia sempre più sbandato e spiritualmente disperso, mentre il Pastore pare sempre più "percosso" da eventi e discorsi che veloci si susseguono....</span>
RispondiElimina<span>....le ore della Chiesa e dell'umanità smarrita paiono scorrere sempre più tristi, come lacrime di "perchè?"....di fronte ad un uomo che non sa più accettare la Croce (e forse non sa più riconoscere il Signore Crocifisso e<span> accoglierlo</span> nella propria vita,<span> con la propria croce da unire alla Sua Redentrice)</span>....</span>
L'unica cosa certa è che la S.Sede ha avuto ragione nell'impedire l'ordinazione di quessto povero ragazzo di Orvieto. La cosa incredibile è che il vescovo non se ne renda conto neanche davanti a questa terribile prova del nove. Una prece per la sua anima.
RispondiEliminaC'è il rischio di ritrovarrsi alla bocciofila con il Dalai Lama, che tempo fa ventilò una prospettiva analoga.
RispondiElimina<span>L'unica cosa certa è che la S.Sede ha avuto ragione nell'impedire l'ordinazione di questo povero ragazzo di Orvieto. La cosa incredibile è che il vescovo non se ne renda conto neanche davanti a questa terribile prova del nove. Una prece per la sua anima.</span>
RispondiEliminaToday, 17.07.12<span><span> – </span>Flag</span><span><span> – </span>Mi piace</span><span><span> – </span>Reply</span><span><span> – </span>Delete</span><span><span> – </span>Edit</span><span><span> – </span>Moderate</span>
Oppure non ci si sale, vero don Camillo?
RispondiEliminaNo condivido, le croci si accettano in proprio no si caricano sugli altri. Quel vescovo ha agito come padre, a Roma come Censori. O no? Pace e bene.
RispondiEliminaEh, si, la crisi della chiesa è dovuta a fenomeni oscuri ed incontrollabili, come le meteore che in questi giorni si stanno abbattendo su di noi ....... Chissà cosa sarebbe successo se su di noi non avessero vegliato dei santi pastori!
RispondiEliminaQuante parole spese per nulla!
RispondiEliminaCerti post sembrano scritti da miscredenti!
Lo Spirito Santo non mancherà di dare forza sufficiente al Grande Benedetto XVI perchè possa mantenere saldo il timone della Sua barca.
Lunga vita quindi a Benedetto XVI
Perché non si parla piuttosto delle dimissioni dei vescovi?
RispondiEliminase Papa conciliare vuol dire quello che dici...... allora vuol dire che il Concilio Vat. II è stato un tradimento
RispondiEliminaGià
RispondiEliminaPoteva rifiutarsi prima di essere tra i prescelti... ma si sa... dopo gli "ori" gli ONERI a non tutti fanno piacere!
RispondiEliminaBenedetto XVI è da un po' di tempo che evita ogni incontro "extra" non ha piacere a vedere nessuno e negli incontri istituzionali già da qualte tempo nel "dopo" NON SALUTA PIU' NESSNO e scappa via! Non mi pare che sia un buon segno di serenità mentale ed emotiva e spirituale!
RispondiElimina<span>Benedetto XVI è da un po' di tempo che evita ogni incontro "extra" non ha piacere a vedere nessuno e negli incontri istituzionali già da qualte tempo nel "dopo" NON SALUTA PIU' NESSNO e scappa via! Non mi pare che sia un buon segno di serenità mentale ed emotiva e spirituale!</span>
RispondiEliminaMi stupisce che cert'uni diano ascolto alla Carla!
RispondiEliminaBoh!
MD
Mi rifiuto di credere che certi botoli ringhiosi sempre pronti ad azzannare il Santo Padre siano esponenti della FSSPX. I lefebvriani che ho conosciuto io sono di ben altra lega.
RispondiEliminaPer i Vescovi e' gia' difficilissimo dimettersi a 75 anni, quando si sentono ancora nel pieno vigore...
RispondiEliminaFdS
CVD
RispondiEliminaE' la conferma di cosa capiscono coloro che sono digiuni di tanti distinguo filosofico-teologici. E non ci sarà smentita uffuciale (se mai ci sarà) che basterà a far cambiare idea a questi/queste estimatori/estimatrici.
<span>"Col tuo stesso ragionamento, perché Dio non dovrebbe volere le dimissioni del Papa?"</span>
RispondiElimina<span>Molto semplice: perchè "i doni e le chiamate sono irrevocabili". (Rom 8,29)
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