Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

mercoledì 3 novembre 2010

Nihil innovetur

di Baronio

È ben noto che le vicende del postconcilio hanno portato ad un pauroso stravolgimento della dottrina cattolica in tutti i suoi dogmi, non escluso quello dell'Infallibilità Pontificia e del Primato Petrino. Anche in questi giorni vi sono state autorevoli prese di posizione, tendenti a rivisitare le modalità di esercizio di questo Primato: non sfugge a nessuno che, una volta che cambi il modo in cui il Primato del Pontefice Romano si esercita, ne cambia anche l'idea astratta, ossia il dogma. Se il Papa è a capo della Chiesa, ma di fatto esercitano il governo delle assemblee in qualche modo da lui svincolate, de facto chi governa non è più il Papa ma queste assemblee [..]
Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha prestato l'occasione perfetta per colpire nel cuore la Religione, non tanto e non solo per l'opera di affievolimento della dottrina cattolica nella sua totalità, quanto per la formulazione della nuova dottrina della collegialità, che introduce un nuovo soggetto democratico nell'esercizio del governo disciplinare e magisteriale della Chiesa. E questa novità ha trovato un alleato nell'ecumenismo e nella conseguente esigenza di compiacere gli acattolici, per i quali il Papato rappresenta un punto dottrinale di disaccordo con Roma, impossibile da risolvere se non con l'abdicazione del Papato stesso o con la sua riformulazione in senso onorifico.

Non è infrequente sentir farneticare chierici e prelati a proposito del Pontefice Romano, indicato come primus inter pares, a tutto vantaggio dei pares, siano essi riuniti in commissioni, consigli, conferenze o altro. È da notare che questa diminutio della potestà sovrana – direi quasi imperiale – del Papa ha trovato il suo corrispondente nel ridimensionamento della potestà dei Vescovi, anch'essi – sub Petro – sovrani della loro Diocesi: di qui il moltiplicarsi di commissioni, consigli ed assemblee anche a livello nazionale e locale: da un lato le Conferenze Episcopali, dall'altro i Consigli Presbiterali. Ed ecco instaurata la democrazia nella Chiesa, che è monarchica per costituzione divina, sia nella persona del Papa a livello universale, sia nella persona del Vescovo a livello locale.

Prerogativa comune a queste assemblee democratiche è, sostanzialmente, la capacità di legiferare e governare senza l'approvazione del Papa o del Vescovo. O in modo tale da rendere quantomeno difficile al Papa e al Vescovo prese di posizione contro di esse. Lo dimostrano i fatti: dove la Santa Sede ha ordinato ad esempio l'uso del latino nella liturgia, le Conferenze Episcopali hanno di fatto sostituito al latino la lingua vernacolare; dove ha chiesto l'uso della veste talare ai chierici, di fatto si è concesso il clergyman; dove si è raccomandata l'amministrazione della Comunione in bocca, si è autorizzata la Comunione in mano. E se un Vescovo osa esercitare la propria autorità nella Diocesi che governa, la Conferenza Episcopale non esita a trovare validi argomenti per dissuaderlo, sino a farlo rimuovere o ad impedirne la legittima carriera se egli non si adegua allo strapotere di un organo che – occorre ribadirlo – non fa parte della struttura gerarchica della Chiesa. È esemplare che Benedetto XVI continui a comunicare i fedeli in bocca e in ginocchio, nell'assoluto disinteresse delle Conferenze Episcopali, che si suppone dovrebbero tradurre in pratica e disciplinare nelle varie nazioni ciò che il Papa esplicitamente dà come esempio da seguirsi. Anche gli ordini espliciti del Pontefice vengono impunemente ignorati: si pensi all'applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, o ad altre non meno importanti disposizioni in materia liturgica contenute negli atti del Magistero papale.

Questa situazione rimane tuttavia imperfetta, perché se nella pratica l'esercizio dell'autorità è nelle mani di organi terzi, nella teoria il Papa rimane l'unico capo della Chiesa Romana. Per questo acquista un significato a dir poco allarmante la proposta del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede di rivedere le modalità di esercizio del Primato Petrino: è davvero difficile credere che mettere in discussione il modo in cui il Papa è Papa possa aver altra finalità, se non quella di concludere un'opera iniziata durante il Concilio, quando gruppi di esperti fecero strame degli atti preparatori di quell'assise, sostituendoli con nuovi schemi di ben altra matrice: i primi erano frutto di un lungo lavoro genuinamente democratico, avendo richiesto la partecipazione dei Vescovi di tutto il mondo; i secondi erano opera della destrezza di pochi anonimi burocrati, appartenenti a gruppi di potere privi di qualsiasi autorità, se non quella ch'essi avevano usurpato, ottenendone quasi a forza il placet di Giovanni XXIII prima e di Paolo VI poi. E che queste affermazioni non siano frutto di congetture, lo si evince dalle innumerevoli testimonianze di chi su entrambi i fronti partecipò al Concilio, non ultimo quell'Annibale Bugnini che nei suoi diari ci ha fornito ampia prova di quanti e quali stratagemmi dovette adottare per perseguire i suoi scopi, coadiuvato da carrieristi senza scrupoli che ancor oggi ci deliziano con la loro grimasse indispettita.

Certamente l'opera congiunta e su diversi fronti si è rivelata vincente: l'abolizione del triregno dallo stemma papale e la rinuncia del Papa al titolo di Patriarca d'Occidente sono chiari segnali di un trend che dovrebbe portare inesorabilmente Benedetto XVI verso una sorta di parziale abdicazione, col pretesto di ammorbidire gli Anglicani e gli Eterodossi d'Oriente, ma in verità con lo scopo ben preciso di consolidare il potere delle assemblee, ovvero di coloro che le manovrano, forti dei loro legami con la stampa e forse anche con quelle lobbies a cui sta tanto a cuore democratizzare la Chiesa. E dove il Papa si dimostri poco incline ad assecondare questi piani, non sarà loro difficile suscitare scandali veri o presunti – pedofilia ieri, IOR domani – di cui, paradossalmente, il mondo chiederà conto al Papa, e che lo terranno occupato, ne indeboliranno l'immagine, e magari ne causeranno anche la prematura scomparsa per i grandi dolori da sopportare.

Benedetto XVI è un fine stratega: chi gli ha mosso guerra si esalta per aver avuto la meglio in battaglie da nulla e non si accorge che, anche con il prossimo Concistoro, si sta preparando una sconfitta tremenda e inesorabile, pacifica come solo la guerra di Cristo contro le porte degli Inferi può esserlo. Dimenticano, i meschini, che stanno giocando col fuoco, perché il Salvatore non ha promesso assistenza alle conferenze, ai consigli, ai dicasteri, alle assemblee, ma al solo Principe degli Apostoli e ai suoi successori. Nihil innovetur.

33 commenti:

  1. <span> si sta preparando una sconfitta tremenda e inesorabile, </span>
    ah....davvero ?
    mah....vedremo: io non ci conterei troppo che sia così  vicina e inesorabile....dato che la china dello sfacelo è ancora tutta da percorrere fino in fondo,
    prima che venga....la promessa Provvida man dal Cielo !
    *DONT_KNOW*

    RispondiElimina
  2. se davvero si prepara la vittoria col prossimo concistoro, forse era meglio postare quest'articolo a concistoro avvenuto... altrimenti il nemico che spia fa la contromossa...

    RispondiElimina
  3. Alexander Von Trotta3 novembre 2010 alle ore 09:11

    La democrazia nella Chiesa comunque non mi pare sia per nulla aumentata con il postconcilio: vescovetti e pretonzoli che della democrazia magari si riempiono la bocca sono sempre signori e padroni che fanno a loro comodo il bello e cattivo tempo a casa loro, senza neanche più il freno di un potere superiore. Un papa con piena autorità è ben più "democratico" di migliaia di vescovetti autocrati, perché vede le cose da un punto di vista più ampio, lontano da beghe localistiche, e deve tenere conto delle esigenze di tutta la cattolicità.

    RispondiElimina
  4. ... il mondo, pervaso da una forma particolarmente tossica di sedicente democrazia, ad essere allo sfacelo. Una sedicente democrazia che non si ferma neppure di fronte alla sovranità degli Stati ed ha la pretesa di imporsi omogeneamente in tutti gli angoli della terra, senza distinzione di civiltà, tradizione e religione tra i popoli: altrimenti, bombe! E l'Italia è messa peggio degli altri, per gli attacchi contro di essa da parte di chi credeva, a ragione, che indebolendone tensione morale e tradizione si intaccasse la solidità della Chiesa cattolica in essa ospitata. Basta constatare che le nostre tradizioni non sono state semplicemente annullate, ma addirittura ribaltate: crisi demografica, imbarbarimento dei costumi, maleducazione, proposizione della sodomia quale valore, persino disprezzo del nostro retaggio storico e imbrattamento delle vestigia della civiltà più grande di tutti i tempi ne sono la prova. Con la scusa di consegnare il potere al popolo, si è data la stura ai peggiori e più bassi istinti e con la scusa del diritto di cronaca e del dovere di informare, si lanciano messaggi depravati e deviati a tutti, senza curarsi di controllare se l'uditorio è in grado di discernere (anzi, meno è in grado più violenti e devastanti sono tali messaggi). Al tempo stesso, chiunque è autorizzato a  elaborare le proprie verità, per il principio che la coscienza umana è incomprimibile (tranne quella dei medici obiettori, ovviamente) e non gli si può impedire di esprimersi secondo la propria "sensibilità" ("oddio, oggi mi sento donna!"). Così, falsi uomini e false donne, con le puppe di silicone e col pisello nascosto tra le gambe, accampano la stessa dignità degli originali e si scandalizzano se ti scandalizzi di fronte alle loro provocanti manifestazioni. Non c'è potere politico che osi anche solo criticarli e se uno ci prova (vedi Berlusca, che peraltro ha una certa responsabilità in questa degenerazione) sassate da parte di tutti. Solo la Chiesa continua a proclamare le proprie inossidabili verità di sempre, in splendido isolamento. La sua pericolosità, in questo contesto e per questi figuri, è dovuto proprio al fatto che proclamando verità oggettive non passibili di "discussione" si pone come realtà a-democratica per antonomasia: una ostinata incrostazione del vecchio mondo che non vuole cedere al "progresso". Da abbattere per insediare finalmente l'immaginazione al potere e per mettere nel cassetto la realtà.

    RispondiElimina
  5. il tutto fra duemila anni ......... è una  '' CHIESA ,,  di burocrati ........ i meglio deve ancora venire ......


     ma chi se ne frega , i miei punti di riferimento ce li ho , mico do retta a sta gente !!!!!!!!! ..........

    RispondiElimina
  6. In epoca preconciliare il vescovo diocesano era invitato dalle leggi della Chiesa a tenere un sinodo diocesano a distanza abbastanza ravvicinata uno dall'altro.
    Il problema quindi non è la cosiddetta sinodalità, ma la trasformazione e degenerazione di esso  attraverso la costituzione di nuove centrali di potere, dalle varie conferenze episcopali ai vari consigli e a tutti i conseguenti uffici.
    In parole povere il problema è la burocratizzazione della Chiesa avvenuta in epoca postconciliare; vero e propio cancro da estirpare.
    La democratizzazione invece  trasformando diocesi e parrocchie da ovili con pastori e pecore in cooperative, dove ha la meglio chi sa far la voce grossa, chi è più abile, più scaltro e chi sa usare i meccanismi assembleari.
    Altro cancro da estirpare.
    In oriente i sinodi sono ottimi argini ad un eventuale abuso di potere del patriarca. In occidente tutta questa democratizzazione non ha creato alcun argine ma ha contribuito anzi ad acuire e rendere più odiosi e dannosi gli abusi di potere diventati oserei dire la norma.

    il Diritto deve ritirnare ad essere il sovrano. fino a quando i vescovi e i vari consulenti presbiteri e laici crederanno di essere al di sopra del Diritto, o usano il Diritto per i loro fini, le cose andranno sempre di male in peggio.

    RispondiElimina
  7. :-[  magari ce ne potessimo fregare!!!
    il monito di Dio in Ezechiele cap. 3 vv. 18-21 ci obbliga ad un coinvolgimento ECCLESIALE!
    ;)

    RispondiElimina
  8. Dioce il proverbio:" Chi è causa del suo mal pianga se stesso". Ora 1) l'allora giovane esperto conciliare Ratzinger era fra i propunatori  di una diversa concezione del primato petrino, cosa che è avvenuta con il governo collegiale della chiesa infischiandosene del mandatao di NSGC. 2) Chi ha nominato l'attuale prefetto dell'ex Sant'Uffizio? Come si vede BXVI continua sulla strada intrapresa in gioventù ed è per questo che le sue disposizioni non vengono prese in considerazio da quasi nessuno. E chi le osserva spesse volte è un tradizionalista.

    RispondiElimina
  9. A sua Eminenza reverendissima
    il Cardinal Cesare Baronio, C.O.

    Lei è senzadubbio un fine storico e dunque non posso che inchinarmi dinanzi alla sua analisi. Posso solo augurarmi, pur nutrendo qualche ansia a riguardo, che Ella abbia realmente ragione nel prospettare il prossimo trionfo della sana visione del Papato e il ripristino in tutta la sua integrità (anche pratica) del Dogma del Primato Petrino.
    Certo molti segnali non sono incoraggianti.... ma se lo dice un Cardinale.

    Mi confermo dell'Eminenza Vostra devotissimo, chinandomi al bacio della Sacra Porpora.

    D.L.

    RispondiElimina
  10. *DONT_KNOW*  concordo..... assistiamo ad una situazione paradossale e contraddittoria dello stesso movimento modernista interno alla Chiesa: da una parte la rivendicazione di una chiesa democratica con la richiesta di nomine vescovili da parte del popolo... e dunque con Diocesi pronte a dissociarsi da Roma insegnata oramai come una sorta di NEMICA o di SOVIET.... dall'altra abbiamo invece Vescovi che nelle Diocesi non vigilano, ma fanno il bello o il brutto tempo a seconda di chi compiacere, a seconda di certe maggioranze comunitarie che non hanno nulla di ECCLESIALE, leggasi come esempio la NON applicazione del Motu Proprio del Pontefice valido per tutta la Chiesa...
    Un Papa con pieni poteri è infatti LA GARANZIA di una autentica "democrazia" ECCLESIALE.... purtroppo ciò non avviene proprio perchè si interpreta il concetto di "democrazia" come è nella politica degli uomini DI QUESTO MONDO, dimenticando che noi non siamo di questo mondo....
    Si penalizza L'OBBEDIENZA CHE E' UNA DELLE VIRTU' FONDAMENTALI sulla quale Cristo stesso: "OBBEDIENTE FINO ALLA MORTE" ha fondato la sua Chiesa mettendo a guida Cefa!
    E paradossalmente non pochi Vescovi PRETENDONO tuttavia questa obbedienza spesse volte manovrata CONTRO L'OBBEDIENZA A CEFA E CONTRO L'OBBEDIENZA ECCLESIALE!

    RispondiElimina
  11. ed è vero ma forse avrei dovuto usare il termine , ..... distaccato o indifferente ...........

    RispondiElimina
  12. :-D  forse Baronio ha letto la beata Caterina Emmerich?
    battute a parte, proprio nelle sue Visioni c'è la descrizione di questa crisi, specialmente di un crollo del ruolo petrino....specialmente sulla devastazione liturgica e sulla falsa interpretazione di un certo ecumenismo, ma tuttavia anche in queste Visioni è il papato che ritornerà a splendere, è la Liturgia di sempre che ritornerà a splendere....saranno i non cattolici a riconoscere la vera Chiesa...

    RispondiElimina
  13. certo.....
    ritornerà a splendere solo dopo lunghe e aspre tribolazioni, che dovranno manifestarsi ancora per decenni  !

    RispondiElimina
  14. ...non sono piu' credibili................!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  15. monarchica per costituzione divina!!??

    RispondiElimina
  16. rupubblica democratica fondata sui raccomandati ....... e con che curriculum !!!!!!!!!!!!!!! ........

    RispondiElimina
  17. Quando si parla della Chiesa non si parla della Città del Vaticano ma si parla di quella istituzione fondata da Cristo sulla Pietra angolare scartata dai costruttori: Pietro era irascibile, volubile, sposato, voltagabbana non cero uno stinco di santo ma aveva un dono enorme la FEDE credeva in Cristo e cio che Cristo diceva e faceva; tanta era la Sua fede da venire a morire a Roma mentre avrebbe potuto continuare il Suo apostolato in Palestina e morire tranquillo nel suo letto. Gesù che amava Giovanni da indicarlo a Maria come figlio ha preferito e scelto a capo della Chiesa Pietro. Ecco perchè lo Spirito Santo guida la Cjhiesa non secondo gli occhi degli uomini ma secondo la volontà di Cristo :le Conferenze Episcopali posssono fremere, agitarsi, pensare di averla vinta sul Papa ma se Cristo non vuole  e non permette nulla può intaccare il Suo Vicario.

    RispondiElimina
  18. E' confortante apprendere che Baronio ha smesso di occuparsi di religione per dedicarsi alla fantascienza.

    RispondiElimina
  19. <span>temo che Nostro Signore potrà permettere una epocale Via Crucis della Chiesa (già in atto)<span> e anche</span> il martiro di Pietro (non so quale Pietro del futuro) così come permise quello del grande Apostolo primo Papa: crocifissione a testa in giù...(foss'anche metaforica)....</span>

    RispondiElimina
  20. Scusate, un inciso per Pastorelli, sperando che lo legga:
    Stato e società civile sono due cose completamente diverse. Potrei dire che un po' di sano liberalismo fa bene, ma, per evitare strilli, dirò che il principio di sussidiarietà è pienamente cattolico.

    RispondiElimina
  21. Non ho letto il riomanzo e certo non lo leggerò perché non amo tal genere di letteratura. E' notorio, però, che piangendo Paolo VI abbia pronunciato quelle parole quando alcuni membri del Coetus Internationalis Patrum gli fecero notare l'errore contenuto nella Lumen Gentium in materia di collegialità, che in quella formulazione portava a due l'unico potere supremo nella Chiesa che è quello - esclusivo - del Papa: questi può, quando e se vuole, condividerlo col collegio episcopale che è tale se riunitosi con lui e sotto di lui. Da qui nacque la Nota Praevia che in qualche modo rattoppò un errore in una  costituzione "dogmatica" già promulgata e sottoscrittta. La nota fu stesa sotto la sovrintendenza del card. Ottaviani.

    RispondiElimina
  22. Prenditela con i cardinali Roberti e Palazzini, che, si sa, eran degli emeriti ignoranti, ch'io ho citato.
    Ti riporto qui due parole dello Zoffoli, teologo e canonista, autore anche di opere  di Filosofia, altro ignorante matricolato: "Lo Stato è la società civile, con territorio proprio, organizzazione secondo leggi, avente un'Autorità che provvede ai suoi interessi temporali, in base ad un certo regime di governo, scelto a tale scopo e che varia con le culture e i più differenti fattori e momenti storici. Società dunque perfetta, sovrana nel suo ordine..." (da Dizionario del Cristianesimo s.v.).
    Per problemi giuridici più specifici - diverse definizioni, materialità ed immaterialità, elementi costitutivi, struttura, formazione, organizzazione e diatribe varie ecc.- ti lascio volentieri ai tuoi libri di Diritto. Io ne ho qualcuno, ma di quelli scolastici, come lo Zagrebelsky. Interessante anche la voce su Enciclopedia Cattolica.
    P.S. E chi strilla? Di polemiche giuridiche io ne fo volentieri a meno, e le lascio, oltretutto, a chi n'abbia capacità e voglia.

    RispondiElimina
  23. NB. Avevo letto il tuo commento nel post sul Vescovo di Livorno ma non avevo voglia di continuare a discutere. Lo riposti qui pari pari. E scrivo le poche cose che sono in grado di comprendere. A te non basteranno e quindi non ti resta che disquisire con persone alla tua altezza, che  qui non mancano, o magari su blog a carattere scientifico specifico. Non capisco che senso abbia questo inseguir le persone da un thread all'altro se non per sterili polemiche addirittura sull'età, come in altro commento. E non è la prima volta.

    RispondiElimina
  24. sono reduce da mezz'ora di ascolto di una trasmissione del neo-card Ravasi su Radio Maria... che barba-che noia.... Ma chi potrà mai essere convertito da tanto compiaciuta erudizione? Cosa aggiunge alla nostra fede diffondere a livello popolare tutte le varianti di stesura del libro dei Re?

    RispondiElimina
  25. A me sembra che l'idea di papato che ha Baronio non corrisponde a quella del Concilio (la cosidetta nota esplicativa previa è in realtà poco meno che un'aggiunta eteroclita), ma nemmeno a quella di Ratzinger, che sosteneva una forma di primato molto più "Light" o "Fuzzy". Quello poi che non si capisce proprio è perchè si ostina a voler fare del Papa un super vescovo, un supermonarca, dimenticando la radice: è il vescovo di Roma, che presiede nella carità (ogni altra aggiunta sfigura l'Evangelo).

    RispondiElimina
  26. E prenditi un buon testo di teologia e impara qualcosa! Così da S. Ignazio d'Antiochia, a S. Ireneo da Lione, a S. Cipriano, a Clemente I capirai come il potere del romano pontefice non era solo quello di chi presiede nella carità. Leggiti anche la Sempiternus Rex di Pio XII. Il Vaticano II solennemente afferma i caratteri del Primato petrino: autorità giurisdizionale, piena, suprema, universale, immediata, ordinaria sia per quanto concerne la fede che per quanto concerne i costumi.
    Nel concilio di Calcedonia (451) si pronunciò la celebre sentenza: Petrus per Leonem locutus est.
    Il primus inter pares in quanto presiede solo nella carità, che è la bandiera lacera di voi modernisti, degli eretici e scismaitici, è la negazione della costituzione divina della Chiesa: e se non ti piace definirla "monarchica", definiscila piramidale. In testa, insomma c'è un solo Capo, come nel corpo c'è una sola testa. Salvo il caso di eccezionali disgraziate e mostruose creature.

    RispondiElimina
  27. Mi permetto di invitarVi a leggere, per un approfondimento, un altro mio articolo: http://opportuneimportune.blogspot.com/2010/10/biceps-potestas.html .

    Vorrei introdurre una discussione seria su questi temi, cercando di giudicare i fatti in chiave politica (nella sua accezione etimologica) proprio perché chi si oppone alla costituzione monarchica - direi quasi imperiale - della Chiesa ha un progetto chiaramente politico, che ad altri livelli ha già ottenuto risultati.

    Non credo si tratti di fantascienza: sono osservazioni personali corroborate dai fatti.
    Da un lato abbiamo la dottrina (esplicitata dal Magistero nei termini ben noti ai canonisti), dall'altra il governo della Chiesa. Perdere di vista le modalità in cui si esercita l'autorità - che discende dalla dottrina ma che al tempo stesso ne è anche garante e custode, così come è presidio del diritto - comporta una visione "idealista", per così dire, in cui alla fine non si comprende perché dal Vaticano II sia così cambiata la Chiesa.

    Parliamone, discutiamone, confrontiamoci.
    B.

    RispondiElimina
  28. ...è vero, ma mentre PRIMA i Sacri Pastori esercitavano l'autorità senza ammantarla di democrazia, oggi ci sono tirannelli in veste paonazza che con l'alibi del "popolo" sono esempio del più becero autoritarismo.

    RispondiElimina
  29. Un'alta stima di se stessi espone al lubridio.

    RispondiElimina
  30. Ma è proprio così: l'idea del Papato cui aderisco è quella espressa infallibilmente dal Vaticano I, mentre quella del Vaticano II è una forma annacquata e sciapa di compromesso con le istanze più estreme del progressismo di matrice nordica. Mi fa piacere che si rilevi la differenza, come conferma senza giri di parole e in modo molto diretto anche Dante Pastorelli.

    RispondiElimina
  31. Tripparò, io non so chi sia Baronio - confesso la mia ignoranza del resto già notoria - ma non mi sembra che si stia vantando ed autoincensando. Ha riportato il link di suoi interventi: chi vuole, ha tempo ed occhi buoni va a leggerli, altri ne facciano a meno. Non mi sembra che abbia imposto la sua visione a nessuno: ha parlato di confronto.
    Per quel che mi riguarda, la monarchia l'ammetto solo nella Chiesa. Non vedo perché Dio possa dare il potere ad un monarca in via ereditaria e non ad un presidente della repubblica, ad un premier, ad un parlamento espressi dal voto popolare: insomma Dio non può agire attraverso il popolo? E che, Gli mettiamo limiti?

    RispondiElimina