Giovedì 7 ottbre alle ore 16, presso il
Santuario mariano di Graglia, provincia di Bi,
sarà celebrata da don Marco Pizzocchi
una Santa Messa in onore della Madonna del Rosario,
nonostante il Vescovo
mons. Mana non sia d'accordo che si celebri la Messa antica in diocesi.
RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE..
RispondiEliminanonostante il Vescovo mons. Mana non sia daccordo che si celebri la Messa antica in diocesi.
RispondiEliminaMa che strano...è la prima volta che un Vescovo sia contrario...che siano immediatamente scomunicati tutti quelli che osano parteciparvi!
vergogna e infamia eterna al vescovo Gabriele.
RispondiEliminaTuttavia non credo che un Sacerdote che va cercare grane in altre diocesi -pur animato dalle migliori intenzioni del mondo- faccia esattamente una cosa positiva per la tradizione in generale... poi per carità, si sa che gli unici peripatetici ammessi dalla chiesa di oggi sono certi commercialisti barbuti dalla vocina soave che, guarda caso, hanno la loro lercia tana proprio nella diocesi biellese...
<span>Vergogna e infamia eterna al vescovo Gabriele, disubbiedente al Papa.
RispondiEliminaTuttavia non credo che un Sacerdote che va cercare grane in altre diocesi -pur animato dalle migliori intenzioni del mondo- faccia esattamente una cosa positiva per la tradizione in generale... meglio anche per lui se rimane nell'ambito dei pur vasti domini del corto lecchese.</span>
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<span>Poi per carità, si sa che gli unici peripatetici ammessi dalla chiesa di oggi sono certi commercialisti barbuti dalla vocina soave che, guarda caso, hanno la loro lercia tana proprio nella diocesi biellese... e che da lì vanno per ogni dove a proclamare il disgustoso verbo tardo-dossettiano, del tutto indsiturbati e, anzi, con l'inorgoglita acquiescenza di troppi vescovucci, onorati dalla visita di cotanto eretico nel proprio feudo.... </span>
<span><span>Vergogna e infamia al vescovo Gabriele, disubbidiente al Papa.
RispondiEliminaTuttavia non credo che un Sacerdote che va cercare grane in altre diocesi -pur animato dalle migliori intenzioni del mondo- faccia esattamente una cosa positiva per la tradizione in generale... meglio anche per lui se rimane nell'ambito dei pur vasti domìni del corto lecchese.</span>
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<span>Poi per carità, si sa che gli unici peripatetici ammessi dalla chiesa di oggi sono certi commercialisti barbuti dalla vocina soave che, guarda caso, hanno la loro lercia tana proprio nella diocesi biellese... e che da lì vanno per ogni dove a proclamare il disgustoso verbo tardo-dossettiano, del tutto indsiturbati e, anzi, con l'inorgoglita acquiescenza di troppi vescovucci, onorati dalla visita di cotanto eretico nel proprio feudo.... </span></span>
VERGOGNOSO!!!!!!! mandatelo VIA!!!!!! La Chiesa e' di DIO e della sua Madre!!!!! NON SUA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaBiella, città di soli 48.000 e al altissma densità massonica: ben cinque logge.
RispondiEliminaChe poi Mana sia contrario al Motu proprio ... chissenefrega ... l'importante è comunciare.
quanto a Bose ... fu sdoganata nel 1986 dal vescovo Giustetti, prima i rapporti fra Enzo bianchi e la diocesi erano pessimi ma si sa ... il vescovo che li sdoganò (Giustetti) era pellegriniano per cui ...
Trovo molto sconveniente annunciare la celebrazione di una Messa come se si trattasse di una sfida al vescovo.
RispondiElimina<p><span>È </span>inoltre assai inverosimile che ciò sia nelle intenzioni del sacerdote celebrante, al quale in questo modo si reca danno.</p>
Concordo. Il venerabile Rito di sempre è talmente grande e alto che usarlo -pur a ragione- ne offende il valore. Suggerisco di raccomandare alla Madonna del Rosario, nel corso della S. Messa, la mente e il cuore del vescovo riottoso, affinché si converta.
RispondiEliminaIo trovo più sconveniente che un vescovo non sia in sintonia con le indicazioni del Sommo Pontefice. Ma almeno mons. Mana ha il coraggio di dire pubblicamente come la pensa. In altre diocesi confinanti nessuno è contrario a parole, ma poi l'applicazione del Motu Proprio è boicottata con i metodi più subdoli e insultanti per la Messa.
RispondiEliminaL'inciso "nonostante il Vescovo ecc. ..." è stato inserito d'iniziativa dei promotori (in tale caso si tratterebbe, se mi è concessa la franchezza, di una pessima iniziativa, inutilmente provocatoria e assai dannosa per la buona battaglia), ovvero perché il Vescovo desidera rendere nota la sua disapprovazione (ciò che mi pare assai improbabile; ma la realtà supera talora anche la più fervida fantasia)?
RispondiEliminaCordialità
ms.
Capirei anche la frustrazione sottostante l'inciso dei biellesi (trattati come lebbrosi, per citare il Cardinal Ratzinger in lettera al p. Augè), ma per fare il promotore bisogna (purtroppo) avere la pazienza di un convento intero di certosini. Potrei scriverne un libro =-X ;) . Fatto sta che in questo modo si sta facendo del male (involontariamente) a don Marco, un ottimo sacerdote che non lo merita.
RispondiEliminacredo che questa S. Messa non voglia essere una sfida. E' il coraggioso esercizio di un diritto riconosciuto dal Santo Padre.
RispondiEliminaIl fatto che venga specificato "nonostante il vescovo sia contrario" è un dato di cronaca, purtroppo troppo ricorrente. E che questo debba esser visto necessariamente come una sfida mi spiace.
Preghiamo per il sacerdote coraggioso e per il vescovo
... e speriamo in una contibìnuità e non nell'occasionalità dell'evento.
RispondiEliminaFateci sapere...
<span>... e speriamo in una continuità e non nell'occasionalità dell'evento.
RispondiEliminaFateci sapere...</span>
Esprimo il mio modesto parere anche se non conosco direttamente la situazione locale.
RispondiEliminaSecondo me hanno fatto bene gli organizzatori a portare a conoscenza di tutti che il vescovo locale "non è daccordo che si celebra la messa antica in diocesi". Da ammirare ed imitare il comportamento del sacerdote che ha accettato di celebrare la Santa Messa in rito antico. E' tutto contemplato e previsto nel Motu Proprio, non ci serve nessun permesso vescovile ed è giusto che noi sacerdoti ci avvaliamo del diritto che ci viene conferito dal Sommo Pontefice supremo legislatore sia per obbedire a lui, sia per venire incontro ad una legittima richiesata dei fedeli per la loro santificazione.
E' giusto denunciare pubblicamente quei vescovi che si oppongono al volere del Papa e quindi alla volontà di Dio. Il vescovo può sempre fare un comunicato stampa in cui spiegarsi. ma per me è giusto e doveroso denunciare da parte dei laici soprattutto, mentre da parte dei sacerdoti bisogna andare avanti ed infischiarsene del pensiero dei vescovi, altrimenti ci facciamo complici della loro disobbedienza.
don Bernardo
preghiamo pera la..... conversione del vescovo.
RispondiEliminasta parlando con cognizione di causa.
RispondiEliminaMa è arrivato, credo, il momento di cercar di distinguere quanto sia da attribuire alla Pazienza e alla Prudenza e quanto al coraggio, pur sempre nel rispetto (non della volontà contraria, in questo caso, che non esige rispetto perché è disobbedienza al Papa, ma innanzitutto la Signore)
Il problema, al solito, probabilmente saranno le possibili conseguenze, se chi gestisce il potere (e non un servizio) vorrà farlo pesare
E' anche questione di stile. Non caliamoci nella parte che gli altri ci vorrebbero veder recitare ma andiamo ai risultati: c'è la S. Messa e questo è una grandissima cosa.
RispondiEliminaPestando sistematicamente i calli altrui che s'ottiene? Il coraggio senza la tattica, fa solo degli eroi morti; ci vogliono eroi vivi e vincenti!
Sì, sarà; per carità, lo spero. Non conosco la situazione e mi chéto subito; dico solo: gli organizzatori dopo una stilettata (giusta, per carità) del genere troveranno clero diocesano talmente motivato da scivolare su questa dichiarazione di "ostilità" verso l'ordinario del luogo? Noi laici non cerchiamo di complicare la vita ai preti (che già le complicazioni ce le hanno propinate dai vescovi).
RispondiEliminaA mostrare i denti si fa presto, a tirare il morso ce ne vuole....
<span>Sì, sarà; per carità, lo spero. Non conosco la situazione e mi chéto subito; dico solo: gli organizzatori dopo una stilettata (giusta, per carità) del genere troveranno clero diocesano talmente motivato da sorvolare su questa dichiarazione di "ostilità" verso l'ordinario del luogo? Noi laici cerchiamo di non complicare la vita ai preti (che già le complicazioni ce le hanno propinate dai vescovi).
RispondiEliminaA mostrare i denti si fa presto, a tirare il morso ce ne vuole....</span>
Quando un sacerdote "rompe le scatole" a casa propria (leggi nella propria diocesi) è un fatto che si risolve in famiglia (vescovo col proprio prete) magari a cazzotti, ma tutto resta lì.
RispondiEliminaQuando invece avviene un invasione di territorio (ripeto, foss'anche con le più valide ragioni e le migliori intenzioni), il vescovo competente per territorio può levare delle rimostranze al vescovo presso cui è incardinato il Sacerdote. Il quale vescovo si trova a doversi scusare col confratello e a promettere che non avverrà mai più. Quindi, il "reo" rischia effettivamente dei provvedimenti canonici o, per lo meno, una solenne lavata di capo. E con ben 2 vescovi dalla parte della quasi-ragione.
La triste realtà e che per ora sono i fedeli ed i sacerdoti Tradizionalisti ad essere dei vasi di coccio in mezzo a vasi di ferro... non cerchiamo il martirio se questo non dovesse giovare alla causa: sarebbe solo una mancanza di un minimo di prudenza che è pur sempre una virtù cardinale...
Ancora non capito quali possono essere i motivi per i quali tanti vescovi, in modo più o meno esplicito, ostacolano la diffusione della messa in latino...chi tra i frequnetatori abituali del blog se la sente di colmare questa mia lacuna ?
RispondiEliminaMa dico, celebrare una messa in un santuario significa andarsi a cercare grane?! Non scherziamo! Questo sacerdote fa soltanto... il sacerdote, e cioè officia il culto divino. Nella fattispecie lo fa nella forma straordinaria del rito, pienamente legittima.
RispondiEliminaChe l'ordinario di questo o quel luogo sia contrario è del tutto ininfluente. Al massimo può valere come autocertificazione di infedeltà al Pontefice e alla Tradizione.
io non capisco affatto questa spiegazione....nè il tenore dei termini usati !
RispondiElimina<span>"rompe le scatole" ??
</span>
<span> levare delle rimostranze ....?? </span>
<span>non avverrà mai più ....?
</span>
ma perchè, ditemi: quel sacerdote, ha per caso commesso un REATO ? ha recato oltraggio a qualcuno ?
e quale, di grazia ?
<span>io non capisco affatto questa spiegazione....nè il tenore dei termini usati !
RispondiElimina<span>"rompe le scatole" ?? </span>
<span> levare delle rimostranze ....?? </span>
<span>non avverrà mai più ....? </span>
ma perchè, ditemi: quel sacerdote, ha per caso commesso un REATO ? ha recato oltraggio a qualcuno ?
e quale, di grazia ?</span>
Io per esempio non sapevo che il vescovo di Biella fosse contrario al Motu Proprio. Non che sia un dato vitale, ma anche questa informazione, ammessa che sia vera (immagino sia suffragata da qualche episodio), aiuta a comporre la mappa delle diocesi ribelli al Papa e ostili alla Tradizione, quindi non la trovo affatto sconveniente. L'unico effetto che sortisce in me è quello di alimentare solidarietà, stima e simpatia per questo sacerdote, che, a quanto sembra, rende testimonianza alla Tradizione cattolica (e onore alla Santa Vergine) in una terra sfortunata.
RispondiEliminala tattica spesso, molto spesso, si traduce in rinuncia al diritto sancito nel MP: semplicemente.
RispondiEliminane abbiamo già tanto parlato....ma è un tale mysterium iniquitatis, dai confini così inafferrabili, che nessuna spiegazione razionale è bastevole: e appena enunciata, essa viene subito dimenticata, tanto grande è la mostruosità dell'opposizione, e <span>tanto meschini i pretesti addotti</span> per il divieto, nelle varie occasioni, da coloro che odiano la Messa antica, e così vorrebbero che tutti i cattolici la odiassero e la considerassero damnata e obliata per sempre, come per 42 anni il regime da allora insediato ha tentato di fare ....con successo fino al 2007 !
RispondiEliminaDon Bernardo, sono pienamente d'accordo con lei. La cautela e le ragioni dell'opportunità non possono essere usate come - perdonate la metafora un po' contubernale - un par di mutande per coprire le vergogne. Se qualcuno queste vergogne ha scelto di mostrarle, se ne deve assumere la responsabilità. Non possiamo continuare a fingere che questo o quel reuccio non siano ignudi, quando vediamo che invece lo sono. Il confine tra l'opportunità e l'ipocrisia è alquanto labile. Se poi qualcuno cercherà di rivalersi su questo sacerdote perché ha "osato" celebrare in rito antico, vorrà dire che oltre al nudismo c'è anche il malanimo, per non dire di peggio.
RispondiEliminaDon Marco è stato estromesso dalla sua parrocchia 2 o3 anni fa per aver scelto di celebrare esclusivamente il rito tridentino e vive con la mamma. Peggio di così!
RispondiEliminaAreki ha ragione, i sacerdoti devono essere soldati del Papa, il quale deve pur essere in grado di contare le sue truppe. Si vive una volta sola e come si vede, il martirio non è fuori moda.
ostilità ?
RispondiEliminaancora ?!....
ancora dobbiamo sentire queste parole riguardo alla Messa antica ? ?
ma allora, scusate, il Papa, in quel benedetto anno 2007,
avrebbe APERTO LE OSTILITA' verso i Vescovi ?
è così dunque ? sta in questi termini la questione ?
(aiutatemi a capire.... :-[ )
<span>ostilità ?
RispondiEliminaancora ?!.... </span>
<span>.... </span><span>ancora dobbiamo sentire e usare queste parole riguardo alla Messa antica ? ?
e riguardo alla possibilità e al sacrosanto diritto di celebrarla ?</span>
<span>ma allora, scusate, il Papa, in quel benedetto anno 2007,
avrebbe APERTO LE OSTILITA' verso i Vescovi ? come in una dichiarazione di guerra ?
è così dunque ? sta in questi termini la questione ?
(aiutatemi a capire..... </span>:-[)....)
<span><span>ostilità ?
RispondiEliminaancora ?!.... </span>
<span>.... </span><span>ancora dobbiamo sentire e usare queste parole riguardo alla Messa antica ? ?
e riguardo alla possibilità e al sacrosanto diritto di celebrarla ?</span>
<span>ma allora, scusate, il Papa, in quel benedetto anno 2007,
avrebbe APERTO LE OSTILITA' verso i Vescovi ? come in una dichiarazione di guerra ?
è così dunque ? sta in questi termini la questione ?
(aiutatemi a capire..... </span> :-[ .....)</span>
Soldati del Papa?
RispondiEliminaDomanda: Ma chi è che ha permesso la sua, e non solo la sua, rimozione?
Ringrazio per la risposta solerte, che conferma il mysterium iniquitatis che in parte avevo subodorato. " Frequento " il blog da qualche giorno e sto imparando tante cose . Mi complimento con tutti voi per i giudizi espressi spesso dotti, ma anche divertenti, pungenti ma anche accorati. Grazie ancora .
RispondiElimina... oh, no! è l'esatto contrario.
RispondiEliminaRipeto: non conosco la situazione e forse son io a non aver capito; dalla lettura degli interventi <span>avevo inteso che il celebrante viene da fuori diocesi.... Correggetemi se sbaglio</span>. E il dettaglio non sarebbe di poco conto.
RispondiEliminaSe questa tecnica funzionasse mi compiacerei assai d'esser smentito: e allora tutti con mestoli e pignatte sotto le finestre del vescovado.
E' più probabile che un sacerdote fedele al Papa e alla Tradizione oggi <span>venga</span> oltraggiato e <span>subisca</span> reati (diffamazione, mobbing, eccetera).
RispondiEliminaLa risposta ve la do io:
RispondiEliminaE' Benedetto XVI che ha permesso la sua rimozione!
E' vero, è anche questione di stile: anziché "nonostante" sarebbe stato meglio "ancorché"...
RispondiEliminaQuest'ultimo è un commento da rimuovere.
RispondiEliminaSei tu da rimuovere!
RispondiEliminaNon possono rimuoverlo perché la Redazione sa che è Vero!
perchè, dire Messa in un'altra diocesi è vietato? oppure si devono pagare dei dazi feudali? una messa, oltrettutto in un santuario, non è mica l'invasione della Polonia!!!
RispondiEliminaVi prego non confondiamo le due questioni: un conto è celebrare la Santa Messa di sempre secondo i dettami del Motu Propio, un conto è voler celebrare sempre esclusivamente col Messale di San Pio V. Questa seconda scelta molto coraggiosa purtroppo espone i parroci ad essere rimossi dalle parrocchie. Con ciò a don Merco va tutta la mia ammirazione per il suo coraggio in una scelta difficile (celebrare tutte le messe col messale tridentino).
RispondiEliminaVi prego non confondiamo le due questioni: un conto è celebrare la Santa Messa di sempre secondo i dettami del Motu Propio, un conto è voler celebrare sempre esclusivamente col Messale di San Pio V. Questa seconda scelta molto coraggiosa purtroppo espone i parroci ad essere rimossi dalle parrocchie. Con ciò a don Merco va tutta la mia ammirazione per il suo coraggio in una scelta difficile (celebrare tutte le messe col messale tridentino).
RispondiEliminaGaston, la tua è una verità gravemente parziale: è vero nel senso che tutto ricade sul Papa perchè - in astratto - su tutto potrebbe intervenire con la sua autorità. Ti sembra realistico? Suvvia, lo sai da solo che si tratta di polemizzare alzando l'asticella.
RispondiEliminaA proposito, le verità volutamente parziali sono menzogne.
Scrive bene l'ospite delle 17.15 sopra, non c'è nulla da aggiungere.
RispondiEliminaRimosso con lettera del Segretario di Stato che ha sentito esplicitamente il Papa!
RispondiEliminaPossiamo fornire i documenti!
Chiaro?
Ha ragione l'Ospite delle 17.15; null'altro da aggiungere.
RispondiEliminaHa ragione l'Ospite delle 17.15, null'altro da aggiungere.
RispondiEliminaNon c'è alcuna volontà di sfida o di invasione. Un gruppo di fedeli invita un sacerdote loro amico a celebrare la s.Messa in un noto santuario mariano, con l'autorizzazione ( e vorrei dire la compiacenza) del rettore che concede anche di celebrarla all'interno dell'antico sacello (il cuore del santuario). Che poi il vescovo non faccia salti di gioia per la messa antica e che nonostante per 8 mesi sia stata celebrata per suo incarico da un diocesano, in una chiesa "scomoda" e alle 9 del mattino, da un prete complessato che sembrava avesse l'obbligo di morire, che non voleva alcun tipo di pubblicità e che faceva parti della predica in latino e poi diceva : volete la messa in latino e non capite neanche la predica? questo è un altro discorso.
RispondiEliminaLasciate perdere massoneria , bose o robe simili, pregate per la nostra situazione. E se viene don Marco è perchè NESSSUNO vuole celebrare la messa antica e perchè PARE ( e dico Pare, non sono sicuro al 100%) che il vescovo in una riunione abbia scoraggiato dall'accettare richieste di messe antiche in diocesi.
Se il vescovo e' contrario alla Messa V.O. peggio per lui e se ne faccia una ragione. Quello che conta e' che il Papa abbia autorizzato questa celebrazione, e davanti a quella del Papa, la volonta' del vescovo conta zero.
RispondiEliminaquanta confusione ... povera Chiesa, povero Papa, poveri noi
RispondiEliminanessun reato ci mancherebbe, anzi!
RispondiEliminaMa se io vengo a casa tua a fare una cosa indiscutibilmente buona ma non sono stato invitato a farlo, tu come reagiresti? Tantopiù se il padrone di casa non condivide la mia concezione di "cosa buona".
Ecco dov'è il punto.
Noi tutti sappiamo -e ne siamo più che convinti- che la S. Messa di sempre è un'espressione del Bene Assoluto. MA non tutti la pensano così. Perché andare a cercarsi i problemi quando se ne hanno già abbastanza nella propria diocesi? Nella propria diocesi almeno questo ottimo Sacerdote fa parte a tutti gli effetti del clero diocesano, non è un "estraneo invasore" di orticelli altrui...
La cosa indiscutibilmente buona (la Santa Messa di sempre) può essere usata come un randello da qualche vescovo malintenzionato. Sa Iddio quanti ne allignano nelle nostre povere e sinistrate diocesi...
A termini del motu proprio (che prevede la coesistenza dei due riti, non l'abbandono di quello nuovo) la decisione in tal senso era obbligata.
RispondiEliminaEnrico
Chiunque lo conosce sa che don Marco ha di Benedetto XVI un'opinione altissima, che il fatto che il papa non abbia impedito la sua rimozione non ha minimamente incrinato.
RispondiEliminaMacché padrone e padrone! I vescovi non sono pardoni di un bel niente. Se poi c'è qualche vescovo malintenzionato che vuole usare randelli, è meglio ci pensi su bene, perché chi di randello colpisce di randello perisce.
RispondiEliminaIl problema è che anche nel Motu Proprio non mancan ambiguità e cedimenti. Un prete non può esser obbligato a celebrar il Rito Antico, ma chi vuol celebrar solo quello viene rimosso. Alla faccia della pari dignità delle due forme dello stesso rito.
RispondiEliminaTeoricamente sì, in pratica no.
RispondiEliminaMa calando le brache la pratica non migliora. Perciò teniamole su e andiamo dritti alla meta.
RispondiEliminaTu senz'altro.
RispondiElimina...evidentemente non riesco a spiegarmi. La S. Messa è una cosa ottimamenteultrastrabuonissima; non servono dazi né atti di sottomissione alcuna. Dico che è più opportuno guardare alla sostanza e non alle scaramucce da due righe in calce; episodi polemici destinati a soddisfare umane soddisfazioni fugaci e non a risolvere i problemi. E i problemi non son di poco conto coll'episcopato che ci troviamo.
RispondiElimina"soddisfare umane soddisfazioni "
RispondiElimina...chiedo scusa per l'accusativo dell'oggetto interno....
rimuovere il sacerdote che decide di celebrare solo secondo il messale di San Pio V? a bene, allora si invochi la reciprocità: rimuovere i sacerdotio che celebrano solo la messa luetrana del massone montini. In mancanza è un indizio grave preciso e concordante circa la scarsa incisività del summorum pontificum del 2007
RispondiEliminaOso avanzare l'ipotesi che la predica di un sacerdote animato da uno spirito, quale quello che sopra ci descrive Informatore, non valesse davvero la pena di essere compresa e, forse, nemmeno ascoltata.
RispondiEliminaVabbè, e allora la Trahison des clercs qui allato? Se dobbiamo essere cauti, allora dovremmo rinunciare a fare l'elenco dei traditori. E invece è bene che i nomi di questi signori siano fatti e che le loro posizioni siano notificate.
RispondiEliminaSi impara di più ascoltando una scorreggia.
RispondiEliminaDa noi si dice: "mangiasti minestr'a fette e pan'a cucchiaiate": nel senso che gli atteggiamenti e le tattiche -per definizione- vanno attagliate caso a caso.
RispondiEliminaSe mi dite che l'aggiunta della nota a denuncia della contrarietà del vescovo sorte un qualche effetto positivo, non ho problema alcuno a ritener errato quanto ho detto né ad ammetterlo pubblicamente.
don Marco non e' stato sospeso ad divinis, e non mi risulta che occorrano dei permessi per dire la Messa Tridentina; con il MP il Santo Padre ha tolto l'obbligo del permesso del Vescovo che c'era nel precedente MP della Messa dell'Indulto (sic!).
RispondiEliminaCosa deve fare un Sacerdote se ci sono delle richieste da parte dei fedeli per la Messa Tridentina? Ignorarli?!?
Hai ragione Peter!
RispondiEliminaQuesto post e' stato formulato PESSIMAMENTE, cara Redazione!
don Marco dira' la Messa Tridentina per soddisfare le richieste dei fedeli locali, deliberatamente osteggiate dal loro Vescovo, e non per andare a sfidare qualcuno! Per favore correggete il tiro, questo rischia di danneggiare il gia' maltrattato don Marco.
Gaston è sempre in battaglia.....e sa che ciò che scrive non è parziale verità, ma lucida fotografia della realtà che accade!!!!!! ;)
RispondiEliminaL'ospite diceva di rimuovere il suo commento non la sua persona. Ma Gastone ha risposto da cafone.
RispondiEliminaNon è questione di non calar le brache e andar dritti. Perché non c'è connessione logica tra il calarle e il raggiunger la mèta. Se te le cali non vai da nessuna parte e se non te le cali lo stesso sti lì perché -attualmente- le cose non vanno come dovrebbero: è un dato di fatto che non piace a nessuno ma tant'è.
RispondiEliminaMa 'ndo vai se il celebrante non ce l'hai?
Allora: occorre muoversi con le forme adeguate e con i debiti passaggi (lunghi, defatiganti, pieni d'insidie).
Che la S. Messa venga celebrata nel Santuario è una cosa bellissima, e si deve esser grati a Don Marco; il problema son quelle due righette polemiche che possono far più danni della grandine e che non son certo una garanzia del tener ben sù le brache.
Ma 'ndo vai se il celebrante non ce l'hai?
RispondiEliminaAllora: occorre muoversi con le forme adeguate e con i debiti passaggi (lunghi, defatiganti, pieni d'insidie).
Che la S. Messa venga celebrata nel Santuario è una cosa bellissima, e si deve esser molto grati a Don Marco; il problema son quelle due righette polemiche che possono far più danni della grandine e che non son certo una garanzia del tener ben sù le brache.