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venerdì 3 settembre 2010

Lettera a un seminarista

Pubblichiamo la lettera aperta che ci invia un cortese lettore, seminarista, indirizzata agli altri giovani leviti.


Spesso mi capita che per articoli, approfondimenti e studio personale, riprenda in mano vecchi e nuovi libri che trattano della spiritualità sacerdotale. Mi accorgo che sull’argomento non c’è che l’imbarazzo della scelta! Dai libri che parlano del sacerdote, a vere e proprie "guide" che ne delineano il profilo umano, culturale e psicologico. Da riflessioni di alti prelati a studi di luminari illustri. Sul prete si è scritto sempre e tanto. E per fortuna, visto che in questo preciso momento storico è la persona più studiata e analizzata. Purtroppo, poco si è scritto su colui che si prepara a essere prete: sul seminarista neppure una riga, mai! Poiché molti, allora, han cercato di parlare del sacro ministero, ho deciso anch’io, da chiamato al presbiterato, di scrivere per te, seminarista, questa lettera, perché possiamo, insieme, comprendere maggiormente quello a cui siamo stati chiamati e che ci prepariamo a ricevere per mezzo dell’imposizione delle mani e della preghiera della Chiesa. Sembra, comunque, bizzarro che un seminarista azzardi a stilare una lettera ad un suo "collega". Non sono degno di scriverti, infatti, questa missiva di carattere umano e spirituale. Lo faccio, quindi, malgrado la mia incapacità e la mia ignoranza, per l’amore che porto alla nostra chiamata e alla nostra futura missione. Sento nel cuore la necessità di parlarti da amico ma ancor più da fratello. Sì, fratello! Giacché condividiamo non solo la stessa figliolanza divina ma anche la stessa chiamata a essere "padri", poiché rigenereremo quotidianamente la comunità cristiana, con la parola e i Sacramenti, alla vita nuova di Colui che ci ha chiamato a servirlo nei suoi fratelli. Dio, nella sua grande sollecitudine paterna, ci darà una grazia straordinariamente preziosa: essere pastori e guide del suo popolo! […] Carissimo amico e fratello, ho voluto inviarti questa lettera spirituale, io che sono l'ultimo dei chiamati, l'ultima indegna e insufficiente persona che Dio, nella Sua amabilissima bontà, poteva scegliere per questo compito così tanto alto e gravoso! Mi accorgo, però, che Egli, chiamandomi a essere prete, ha fatto la cosa più bella per cui non terminerò mai di ringraziarlo. Quello che ho scritto in questa lettera è rivolto anzitutto a me, che mi preparo, nello studio e nella preghiera, a essere sacerdote misericordioso e fedele! Ho voluto indirizzare questi pensieri a te che condividi con me questa medesima chiamata, come fraterna esortazione a fare sempre e meglio, per rendere questa nostra amata Chiesa ancor più bella! ''Madre de' Santi, immagine della città superna. Del Sangue incorruttibile conservatrice eterna (La Pentecoste, Manzoni )''. Ritengo di aver omesso il più e di aver detto male ciò, che magari, più semplicemente si poteva dire molto meglio. C’è un personale incoraggiamento, malgrado: fondamentale non è che uno scriva del prete o sul prete, ma che molti, come i preti, scelgano di servire il Risorto nel volto quotidiano dei fratelli. E, coincidenza, nonostante tutto, questo avviene ancora nel mondo e in questa nostra amata Chiesa. Ti affido al Sacratissimo Cuore di Gesù, modello e stile per ogni chiamato. Ora pro me ut saluetur anima mea de inferno!

9 commenti:

  1. grazie. di incorcoraggiamenti e preghiere siamo sempre bisognosi.
    <p><span><span><span>Signore Gesù, presente nel Santissimo Sacramento,</span>
    <span>che hai voluto perpetuare la tua Presenza tra noi</span>
    <span>per il tramite dei tuoi Sacerdoti,</span>
    <span>fa' che le loro parole siano sempre le tue,</span>
    <span>che i loro gesti siano i tuoi gesti,</span>
    <span>che la loro vita sia fedele riflesso della tua vita.</span>
    <span>Che essi siano quegli uomini che parlano a Dio degli uomini,</span>
    <span>e agli uomini, di Dio.</span>
    <span>Che non abbiano paura del dover servire,</span>
    <span>servendo la Chiesa nel modo in cui essa ha bisogno di essere servita.</span>
    <span>Che siano uomini, testimoni dell'eterno nel nostro tempo,</span>
    <span>camminando per le strade della storia con i tuoi stessi passi</span>
    <span>e facendo a tutti del bene.</span>
    <span>Che siano fedeli ai loro impegni,</span>
    <span>gelosi della propria vocazione e della propria donazione,</span>
    <span>specchio luminoso della propria identità</span>
    <span>e che vivano nella gioia per il dono ricevuto.</span>
    <span>Te lo chiedo per la tua Madre Maria Santissima:</span>
    <span>lei che è stata presente nella tua vita</span>
    <span>sarà sempre presente nella vita dei tuoi sacerdoti. Amen.</span></span></span></p>

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  2. Bella lettera! Grazie mille! Sono seminarista diocesano brasiliano e accompagno ogni giorno con fedeltà questo blog.
    Dio vi benedica.

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  3. Contra animas pulchras3 settembre 2010 alle ore 18:59

    Cari seminaristi, pregate!

    Pregate affinché lo squallore dei seminari non vi vinca: attivismo fine a se stesso, abusi liturgici e castronerie spirituali, banalizzazione (o estrema complicazione) delle cose della fede, teologia astrusa utile solo a coloro che la insegnano...

    Pregate affinché la vostra fede non venga mai meno: alle anime che vi saranno affidate non servirà a niente sapere della posizione di Heidegger rispetto a quella di Kant, non servirà a niente sapere delle sottili distinzioni tra il Suarez e il Lonergan, non servirà a niente tutto quel trito parolame sull'ecumenismo e sul dialogo e sulla pace e sul terzomondo, non servirà a niente discettare di negatività e psicologia, di fede adulta e comunitaria, di shekinah e di solidarietà, di sacra sinassi e di kerygma...

    Pregate affinché la vostra vocazione non sia ridotta a impiegatucci del sacro, clown animatori di noiose parrocchie, direttori d'orchestra di canzonette che qualunque persona sana di mente si vergognerebbe a cantare in pubblico fuori dalla Santa Messa, organizzatori di riunioni con tutto il mondo (dal sindaco ai catechisti, dai disoccupati al comitato festa, dagli anziani del quartiere alle signore della Caritas)...

    Pregate, affinché diventiate sacerdoti piuttosto che macchine da messa, affinché diventate direttori spirituali e confessori, anziché psicologi fai-da-te e distributori di chiacchiere, affinché diventiate guide della fede anziché dispensatori di prediche insulse...

    Pregate, affinché non diventiate arroganti pensando di essere giusti, severi pensando di essere misericordiosi, maniacali pensando di essere precisi, vicini alla gente pensando che bastino le scemenze apprese in seminario per essere interessanti...

    Pregate, perché il demonio non perde tempo con grosse tentazioni, perché ha come obiettivo il rendervi insipidi mestieranti del sacro e, come chiunque può notare, ultimamente c'è riuscito fin troppo bene.

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  4. Pregate e...degnatevi di apprendere la celebrazione della Santa Messa nella forma straordinaria, raccomandata dal Papa e, una volta ordinati, diffondete la Messa di sempre ovunque sia possibile!

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  5. L'autore della lettera.3 settembre 2010 alle ore 19:49

    Ringrazio per aver messo uno stralcio della mia LETTERA AD UN SEMINARISTA...chi ha la pazienza di leggerla tutta può trovarla sul sito Petrus on-line. Grazie.

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  6. Un cattolico terra terra3 settembre 2010 alle ore 21:12

    Carissimo seminarista, carissimi seminaristi, domani le vostre mani faranno scendere Nostro Signore Gesù cristo in mezzo a noi e lo offriranno in sacrificio di lode a Dio Padre, le vostre mani ci assolveranno dai peccati (e da chi altri potremmo andare noi poveri disperati?), le vostre mani ci daranno la benedizione di Nostro Signore Gesù Cristo. Siate sempre il sale della terra, sappiate che vi vogliamo bene e che preghiamo per voi.

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  7. I testi che parlan del sacerdote, dell'ideale del sacerdozio valgono anche per il seminarista, perché gl'indican il punto di arrivo, la nuova vita che gli si apre davanti, la sublimità d'esser ministri di Dio ed i relativi doveri, le difficoltà ecc. ecc.. Ponendosi su questa prospettiva il seminarista comprende se la sua è vera vocazione. Il cammino per giungere al sacerdozio, con lo studio e con l'esempio, lo affronterà negli anni di seminario, piegandosi docilmente alla volontà divina.

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  8. Cari seminaristi, cercate di essere degni del dono del sacerdozio che il Signore vi concederà. Solo voi sarete capaci di far scendere il Signore in terra durante la S.Messa.  Riflettete molto: "voi indegne creature materiali entrare nello Spirito di Dio nostro Padre, Creatore e Signore del cielo e della terra."

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  9. marcelo bien vindo
    io spesso in brasile per missione

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