Tema? i Laici. Ma quali? Quelli che si sono clericizzati, prendendo il posto dei preti, o i preti che si sono laicizzati, s-clericalizzandosi? (A cui il Papa, tra l'altro continua a dire di riscoprire la loro peculiarità ontologica di ministri di Dio - si veda l'anno santo di santificazione sacerdotale). Scusate la facezia sarcastica, ma davvero al giorno d'oggi non si sa più chi sia laico, chi prete.
L'ordine del giorno del convegno così recita: "il rapporto con la gerarchia, l'impegno nella comunità ecclesiale e la vita cristiana nell’odierna società secolarizzata"; e ancora: "la presentazione dei risultati di un sondaggio svolto localmente sulla laicità e sulle conoscenze relative al Concilio Vaticano II".
Siamo proprio curiosi di sapere quali dotte prolusioni verrano tenute dai due eminenti relatori.
Ma riusciranno essi a leggere i propri interventi? Come da ottima abitudine dei preti moderni, infatti, anche in questa occasione è prevista tutta una cornice di musiche, di video, di suoni, di rappresentazioni teatrali. Un po' come in alcune celebrazioni religiose di oggi, no? Non vorremmo che si creasse un po' di confusione e si perdesse il filo. Esattamente come in alcune celebrazioni religiose di oggi. No?
"Ora come ora, infatti bisogna proprio ridimensionare un po' i ruoli dei laici della Chiesa, e far riscoprire, di contro, il vero e fondamentale incarico dei sacerdoti, che sono insostituibili in molti incarichi del loro ministero, proprio in virtù della consacrazione ricevuta. E una bella conferenza sul laicato, magari potrebbe servire proprio a questo scopo!"
Ecco... questo era stato il nostro, forse troppo roseo, pensiero iniziale. Pensiero roseo che si è infranto subito sugli scogli aguzzi della realtà, quando abbiamo letto il nome di uno dei due relatori che prenderanno parte al convengo.
No, non stiamo facendo riferimento al Chiar.mo Prof. Franco Miano (biografia LINK) docente presso l'Università di Tor Vergata. L'Azione Cattolica, dopo tutto, è un grande movimento cattolico, anche se al suo interno ci sono correnti di deriva "progressiste".
L'avrete capito quindi: ci riferiamo a S. E. Mons. Luigi Bettazzi. Conoscendolo, temiamo che il convegno in programma a San Remo il prossimo 4 giugno, non tratti il tema delicato e serio del laicato così come ce ne sarebbe davvero bisogno (e non solo secondo il nostro incompetente giudizio). Non sarà dato un taglio obiettivo e pacato, e, perchè no? anche un po' critico e severo verso certi eccessi e certi abusi dei laici (spesso però permessi e favoriti dallo stesso clero).
Per esperienza temiamo invece che sarà occasione per l'apoteosi dello status attuale delle cose (oltre che di quello laicale), per il profferimento di frasi di esaltato e compiaciuto entusiasmo per i traguardi raggiunti, e di incoraggiamento a nuovi e migliori (?) risultati.
Sarà trattata l'analisi ai rischi della deriva della Chiesa per la secolarizzazione -avanzata- dei preti, per il calo di vocazioni e per gli aspetti negativi del laicato estremo?
Come mai dubitiamo? Un po' per precedenti partecipazioni a simili conferenze sul medesimo tema, un po' conoscendo la biografia del Vescovo, ed alcune sue dichiarazioni. Quella che ci lascia più sconcertante è quella sull' "individualismo" morale e religioso, sul relativismo. Se si pensa che già i preti sono relativisti... figuriamoci i laici. E un Vescovo "individualista", quali parole non dannose e fuorvianti potrà dire sui laici, ormai molto riluttanti ai precetti, non solo quelli ecclesiastici, ma anche quelli evangelici (a vantaggio di una religiosità personale, individuale e relativa)? Non vogliamo essere disfattisti, pessimisti, e troppo prevenuti. Speriamo che il convegno possa essere ricco ed un'occasione di incontro (?) e di analisi condotta con onestà intellettuale. Attenderemo il termine per trarre giudizi. Ad oggi, però, abbiamo i sopraestesi fondati timori.
Qualche nota sull'eccellentissimo relatore: Mons. Luigi Bettazzi. Nato nel 1923 a Treviso, è ordinato sacerdote nel 1946. Consegue la laurea in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e poi in Filosofia presso l'Università degli Studi Alma Mater di Bologna. Nella giovinezza ha abbracciato le posizioni del personalismo cristiano. Nel 1963 è ordinato vescovo dal cardinale Giacomo Lercaro. Partecipa a tre sessioni del Concilio Vaticano II citando, nel 1965 il filosofo Antonio Rosmini autore dell'opera Cinque Piaghe della Santa Chiesa, allora ancora all'Indice dei libri proibiti della Chiesa. [è uno degli ultimi 6 vescovi italiani viventi che hanno partecipato all'assise conciliare, n.d.r.]. Al termine del Concilio, nel 1966, diviene vescovo di Ivrea. Nel 1968 è nominato presidente nazionale di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, (che attualmente ha come colori, tra gli altri, anche quelli iridati -ma non erano stati banditi dagli ambienti ecclesiastici?) e nel 1978 ne diventa presidente internazionale, fino al 1985. È una delle figure di riferimento per il movimento pacifista di ispirazione cristiana. È presidente del Centro Studi Economico Sociali di Pax Christi Italia.
E fin qui... ma ora viene il bello! Leggete. Intervistato sui Pacs e sui Dico, Mons. Bettazzi, successore degli Apostoli (di cui dovrebbe custodire la Tradizione in dottrina e morale), ha espresso un'idea ermetica, forse, e diciamo forse, non proprio in linea col magistero della Chiesa e dei Papi. Così si legge: (i commenti tra parentesi [ ] e il sottolineato è nostro)
"In questa sede [un'intervista n.d.r.] il vescovo emerito di Ivrea, che prese parte alle ultime tre sessioni del Concilio Vaticano II [ma cos'è? un'indispensabile referenza, l'avervi partecipato? non ne aveva altre?] e fu tra le personalità di spicco della Chiesa cattolica nel dialogo con il mondo comunista, [ah eccola, l'altra referenza!] ha sottolineato con forza il primato della coscienza individuale [ah sì? e i comandamenti? i precetti? i dogmi? tutto superfluo e/o facoltativo? viva il relativismo e l'individualismo!]. Fondamento della vita morale è la coscienza e ci possono essere delle situazioni in cui la mia coscienza mi dice di disobbedire". [in uno stato di regime, può essere giusto, ma in morale e fede, assolutamente no!] Fedele a questo principio, Bettazzi si è quindi espresso a favore delle unioni omosessuali. Per tanto tempo abbiamo detto che il fine primario del matrimonio è la procreazione, fino al punto di negare il sacramento a chi è impotente, ma io credo che il fine del matrimonio sia l’amore. E se ci sono due persone dello stesso sesso che si amano, pur non chiamando la loro unione matrimonio, dobbiamo aiutarle a stare insieme". (link)
"DOMANDA: Due persone diverse, che vengono da paesi diversi, di usanze diverse e quindi anche di religione diversa, se si sposano e hanno un figlio, che educazione devono impartirgli?"
RISPOSTA: "Direi che questo fa parte dell'accordo che c'è tra i due sposi. E' vero che noi in passato, per esempio, dicevamo che non permettevamo a un cattolico, o a lui o a lei, di sposarsi se non c'era l'impegno a battezzare e a far crescere cristiano o cattolico addirittura, il figlio. Io direi che ci deve essere un accordo. E' chiaro che noi auspichiamo, ecco, che ci possa essere una educazione cristiana che, fra l'altro, è più inserita nell’ambiente, nell'atmosfera, nella mentalità, nella sensibilità del nostro, del nostro ambiente, [solo per questo? e cosa dire sulla salvezza mediante il battesimo, sull'appartentenza alla Chiesa, al Popolo di Dio, che si ottiene col battesimo?], di quanto non potrebbe essere invece, se uno crescesse con una mentalità, una sensibilità musumana. Io credo che debba essere un accordo e credo che debba essere un accordo fondamentale: il rispetto reciproco e anche l'accordo, ecco, perché la educazione dei figli venga fatta in maniera, direi, anche corrispondente alla sensibilità, alla mentalità dell'ambiente [eh sì, perchè la salus animae del figlio non conta. l'importante è l'habitat in cui dovrà vivere, non altro!] in cui ci si trova." (LINK).
Mi auguro che gli organizzatori dei corsi d'aggiornamento per gli insegnanti di religione cattolica di Fermo leggano questo articolo per poter essere ispirati per ripetere l'inizativa di San Remo anche nella loro diocesi.
RispondiEliminaLo scorso anno infatti l'edificante testimonianza di Bettazzi, di Melloni e di altri esegeti di W il Concilio era stata fondamento del corso d'aggiornamento per gli insegnanti di r c ( come si evince dagli articoli giornalistici locali).
Allora...quando ero giovane , erano itempi dell'URSS Unione Sovietica) girava voce che per tenere in vita Breznev vi fosse una "maga". ora non vorrei che per tenere in vita gli infausti personaggi cattocomunisti, degli anni 70 si andasse a cercare qualche medicina particolare in modo che i grandi estimatori dell'evento storico, ilpiù importante, in tutta la storia della cristianità, cioè il Concilio Vaticano II , potessero tnere in vita per lungo tempo questi personaggi dallo spessore di Bettazzi, in modo da indotrinare ancora ancora migliaia di anime giovani che non hanno conosciuto a distanza di 20 anni dalla sua fine l'ideologia comunista in Italia e che grazie a bettazzi può ancora presentarsi alle giovani generazioni.
RispondiEliminaBettazzi, è l'uomo idelae dei catto progressiti di stampo marxisista perchè se avesse la forza parteciperebbe alla marcia laico-massonico-radicale francescan Perugia Assisi dove tutto c'è tanne la parola Gesù è il Signore. Gruppi di scout che danzano cantano, inneggiano a cosa? Non certo al Dio cristiano ama ad un dio che possa andare bene da Bonino, a occhetto, passando per capezzone e ritornando al prof marino. Naturalmente la giullare è sempre lei l'indimenticabile pasionaria che tanto male fece alla DC : Rosy Bindi.
Ecco i laici a cui i nostri giovani devono guardare: Bettazzi, Bindi, melloni, Prodi, Forte, Segalini (ahia che figuraccia in tV meglio NIki,e Socci) .
E così pepetuiamo gli anni 70 e gli anni della primavera conciliare. per dirla con il beato Giovanni XXIII
GIOISCI MADRE CHIESA
Bettazzi è uno dei sei vescovi ITALIANI viventi che parteciparono al Vaticano II. Di vescovi viventi che parteciparono a quel Concilio ce ne sono ancora poco più di un centinaio
RispondiElimina<span> mi dice di disobbedire".</span>
RispondiEliminaquesta è chiaramente la DISOBBEDIENZA proclamata come virtù da don Milani,
NON la santa resistenza di MONS. Lefebvre che doveva salvare il DEPOSITUM !
La diabolica confusione continua e dilaga: ciechi che guidano altri ciechi !
Inversione diabolica dei significati delle parole: disobbedienza alla Legge di Dio viene chiamata e ritenuta
OBIEZIONE DI COSCIENZA !
giorno per giorno prosegue la deriva, nell'avveramento degli avvisi di Fatima.
:(
<span>infatti quel papa "buono" disse trionfante: "Gaudet Mater Ecclesia",
RispondiEliminadopo aver zittito e messo fuori della porta la MATER ECCLESI<span>AE</span>, la Vera Madre -incaricata da Nostro Signore sulla Croce-, Madre che genera i figli di Dio e della Chiesa in Cristo Signore, e capace di salvare la Chiesa dal disastro che avanzava !
:( </span>
Concilio Vaticano II: un marchio di garanzia, sempre...
RispondiEliminaA proposito di disobbedienza al Papa mi viene in mente il disobbediente per eccellenza : il terribile Pierino !
RispondiEliminaEccolo con l'eterno titolo di cerimoniere del papa
http://youtube.com/watch?v=3ZrN_exIxdk
Patetici ! Chi è quel chierico che gli ha fatto ottenere quella cittadinanza onoraria ?
Per favore, non esageriamo. E ricorda che Giovanni XXIII è beato.
RispondiEliminaperò, questo vescovo ha fatto una carriera rapidissima, ha ricoperto molti incarichi uno dopo l'altro. Chissà se avrebbe avuto il coraggio di dire quello che ha detto quando è diventato vescovo.
RispondiEliminaL'Azione Cattolica esiste ancora? Pensavo si fosse estinta. Dalle mie parti di cattoazionisti non c'è traccia.
RispondiEliminaQuello che dovrebbe essere il vero laicato oggi è mortificato. Oggi si vuole che il laico faccia il supplente del sacerdote, dalla visita agli ammalati in parrocchia, alla distribuzione eucaristica, alla cura della liturgia. E di converso si vuole un sacerdote sempre più laico, dall'organizzazione di tornei di calcetto e gite, fino a diventare una sorta di assistente sociale (supplente di quelli statali).
RispondiEliminaEppure, guardando la mia città, l'unico parroco che ha rimesso a posto i compiti (e non parlo di un tradizionalista, non potrebbe esserlo per fare il parroco in questa diocesi) ha la parrocchia più fiorente che io conosca. In tutti i campi, da quelli sociali allo svago alla costante possibilità di confessarsi, alla visita degli ammalati da parte del sacerdote, gruppi di preghiera, gruppi per giovani, giovanissimi, famiglie, e potrei dilungarmi.
La città è testimone di come, da quando ci sia lui, una parrocchia frequentata solo per la mezz'ora di rosario dalle anziane della parrocchia, sia diventata un vero punto di riferimento per la Chiesa locale.
Basta lasciare che i laici facciano quello che sono davvero capaci di fare, senza che scimmiottino un ministero che non gli è stato affidato e il sacerdote riprenda in mano il proprio ruolo di guida e pastore.
Bettazzi, voglio che si sappia, ha rovinato la diocesi di Ivrea. E il clero, a aprte qualche sessantottino, non era delle sue idee
RispondiEliminaSarà beato, per l'infinita misericordia del Signore, ma non tutto quello che ha fatto, detto e pensato è infallibile...... o vogliamo diventare più papisti del Papa?
RispondiEliminadon Bernardo
Definito nel video "il più grande liturgista del secolo"
RispondiEliminami verrebbe da dire: "il più grande .......... (metteteci un po' voi quello che vi pare)..... del secolo"
Fanno propio pena.......
Se si vuole vedere la vera liturgia cattolica si guardi ad es. all'Oratorio di Londra, o al Santo Padre Benedetto XVI, o ai monaci di Le Barroux.....
chissà se AVESSE avuto! non "se avrebbe".
RispondiEliminaPiero Marini. Avete visto gli splendidi paramenti liturgici che indossava? E la bellissima mitria che aveva sul capo quando ha benedetto l'assemblea? E la suggestiva processione dei chierichetti in abito corale? Non c'è che dire, una cerimonia toccante, commovente ed edificante! Una liturgia che suscita la fede nei dubbiosi! E che solenne offertorio con quelle genuflessioni e quegli inchini verso il Santissimo! Indubbiamente la vera riforma della riforma liturgica auspicata e promossa dal nostro Papa!
RispondiEliminaguardi, ospite, che Olatus Rooc ha scritto bene: Chissà se avrebbe avuto il coraggio....
RispondiEliminaInfatti questa proposizione è una<span> interrogativa indiretta,</span> o anche <span>dubitativa</span>, che se posta in forma diretta, dallo scrivente, suonerebbe così:
"(Io mi chiedo): Avrebbe avuto il coraggio.... ?" (quel chissà equivale a "chi sa" ? ; "mi chiedo" se avrebbe ecc....) e nel dubbio o domanda simulata fa trasparire la certezza del parlante, cioè:
"Non credo che avrebbe avuto il coraggio...."!
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il se avesse (cong.) si usa invece nella proposizione condizionale:
"se avessi i soldi, comprerei...." che è la protasi del periodo ipotetico.
peccato che, essendo in NO, fosse strutturalmente carente, mancando delle sublimi parti selvaggiamente tagliate da Bugnini & C.
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