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sabato 15 maggio 2010

Il card. Cañizares: il motu proprio è per tutti, non solo per i tradizionalisti





Si è svolto a fine aprile scorso, a Madrid, un convegno sul motu proprio e la liturgia tradizionale. Il servizio liturgico era affidato all'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, dal cui sito (sempre curatissimo) abbiamo tratto queste magnifiche fotografie.

Tra gli interventi, segnaliamo quello di mons. Juan Miguel Ferrer, sottosegretario della Congregazione per il Culto Divino, il quale ha ricordato che il Papa non ha promulgato il motu proprio solo per venire incontro alle richieste dei tradizionalisti, ma per arricchire tutta la Chiesa.

Mons. Nicola Bux ha affermato l'irriducibilità in unum dei due Messali e quindi l'impossibilità di una loro fusione, ma altresì evidenziato la possibilità di proficui reciproci arricchimenti, citando come esempio la possibilità che nel nuovo rito si ritorni al canone submissa voce e all'orientazione versus Deum

Il reverendo Gabriel Diaz Patri (che potete vedere nella prima foto, nel ruolo di suddiacono, con la barba ieratica) ha deprecato l'affollamento all'altare le continue spiegazioni dei simboli liturgici che avvengono nel rito moderno, e ha poi ridicolizzato coloro che accusano gli amanti della Tradizione di estetismo, visto che quegli stessi critici sono i più accaniti difensori di una loro particolare (e noi aggiungeremmo: degenerata) estetica. Ma consentiteci qualche parola di presentazione di questo eccezionale sacerdote di origina argentina che abbiamo il bene di conoscere personalmente: straordinario sotto molti aspetti, in particolare per quello di essere parroco a Parigi della parrocchia degli ucraini greco-cattolici, sicché ha modo di alternare (e approfondire) il rito orientale e quello latino tradizionale: cosa che gli consente una cognizione estesissima dei due riti più importanti della Chiesa.

Ai partecipanti al convegno ha inviato una lettera il card. Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, che qui riportiamo nella traduzione che Luisa ha cortesemente curato:

Saluto gli organizzatori e i participanti.

È per me una grande gioia rivolgere a voi tutti, nell`occasione del quinto anniversario del Ministero petrino del nostro amato Benedetto XVI, il mio cordiale saluto e i miei incoraggiamenti.

Ringrazio l`Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote per l`iniziativa di celebrare in oggi questo colloquio sul Summorum Pontificum; ringrazio anche i conferenzieri per la loro participazione e per il loro lavoro, così ccome i partecipanti per il loro interesse ed il loro sostegno.

Nel cuore del Santo Padre e al centro delle sue preoccupazioni come pastore della Chiesa, si trova la conoscenza profonda del mistero della Liturgia e il desiderio che sia celebrata e vissuta da tutta la Chiesa con delicatezza e fervore, e che così facendo generi e comunichi quel dinamismo soprannaturale, desiderio di Cristo stesso, affinchè la testimonianza di tutti i cattolici sia unanime e efficace per trasformare le realtà del nostro mondo.

Il Motu proprio Summorum Pontificum deve essere inteso in questa visione d`insieme dell`insegnamento e degli atti del Santo Padre, e mai come qualcosa di isolato o di semplicemente `anedottico' destinato ad alcuni per delle situazioni particolari. Favorire l`accesso alla forma liturgica del Rito Romano ufficiale fino alla riforma desiderata dal Vaticano II, non è una concessione alla nostalgia o all`integrismo, è piuttosto un passo per favorire la Comunione Ecclesiale e un aiuto per orientare e meglio capire l`attuale "forma ordinaria" della LIturgia Romana secondo un`ermeneutica della continuità.

L`interesse suscitato dalla celebrazione della "forma straordinaria" del Rito Romano, specialmente fra i giovani che pur non l`hanno mai conosciuta, va senza dubbio oltre la semplice curiosità o l`ammirazione estetica. Al contrario, è probabile che si tratti, per buona parte dei nostri giovani, di soddisfare una sete e che per ciò siano necessari dei "linguaggi" che siano "differenti" e che ci spingano verso nuove frontiere, imprevedibli per molti pastori della Chiesa. Non credo che sia una questione da confondere o da analizzare prendendo in considerazione le ideologie integriste.

È evidente che queste iniziative pastorali del nostro Santo Padre Benedetto XVI, per portare frutti, devono esser accompagnate da un`intensa attività di formazione, e da un approfondimento teologico, storico, pastorale, giuridico, e spirituale, alla luce del tesoro della Liturgia cattolica e degli insegnamenti dei Padri e dei Santi Pastori della Chiesa durante i secoli. Spero, e già me ne rallegro, che delle iniziative come il presente colloquio aiuteranno senza dubbio a contribuire a questa formazione.

A tutti, una volta ancora, organizzatori, conferenzieri e partecipanti, rivolgo il mio affettuoso saluto e la mia Benedizione.


Dal Vaticano, 20 aprile 2010
+ Antonio Card. Cañizares Llovera

9 commenti:

  1. <span>Non credo che sia una questione da confondere o da analizzare prendendo in considerazione le ideologie integriste.</span>
    il vero "nuovo che avanza", quello di sempre : cfr. "<span>Ecco, io faccio nuove tutte le cose";</span>
    ottimo! però staremo a vedere chi gli darà retta su questo punto: i pregiudizi sono durissimi a morire (tenendo conto che questa specie di pregiudizio continua ad essere seminato da tutte le cattedre mediatiche.....);
    tempi non brevi....purchè si giunga alla Meta!
    *DONT_KNOW*

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  2. " un`ermeneutica della continuità". Quale continuità c'è tra la "Mortalium animos" e le giornate di preghiera interconfessionali?

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  3. Quale continuità tra l'idiosincrasia dei vescovi tedeschi nei confronti del motu proprio e la loro recente contestazione proprio del Summorum Pontificum e della Dominus Iesus in occasione dell'appena concluso Kirchentag, la giornata ecumenica tenutasi a Monaco di Baviera?

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  4. Ben venga una Santa Messa vera, e non la mini messa celebrata in fretta per non sottrarre troppo "prezioso" tempo ai fedeli oberati dagli impegni consumisti. Grazie per quello che fate.

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  5. mi aveva subito incuriosito il suddiacono, per il suo aspetto da " conteplativo" e da " quasi monaco", con lo sguardo che ha e il portamento sembra un ritratto di San Carlo Borromeo! :-D
    Uno così non ha neppure bisogno della talare perchè si capisca che è un prete! ( benchè, se la porta, si riesca ad identificarlo anche a distanza).

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  6. OblatusRooc, Al Pater Diaz Patri è affidata la parrochia cattolica-Russa di Parigi, percui celebra in Rito Bizantino. Non è strano che abbia una barba così famosa... :)

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  7. in che via a PARIGI ??

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  8. Viva Canizares, che ha detto le stesse cose dei neocatecumenali che rifiutano il concilio di Trento: dono per la Chiesa!

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