Disputationes theologicae si distingue sempre per il corposo interesse dei suoi articoli. Questa intervista in esclusiva a mons. Nicola Bux ne è conferma. Il sacerdote pugliese, Consultore sia della Congregazione per la Dottrina della Fede sia dell'Ufficio per le celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, affronta con competenza dottrinale, non disgiunta da profondo senso pratico, le sfide che l'attuale disastro liturgico ci pone innanzi. Riportiamo uno stralcio dell'intervista, che è da leggere per intero a questo LINK.
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- Aldilà di certi utopisti che, con scarso senso pastorale, vorrebbero una restaurazione di tutto e subito, dobbiamo domandarci come si può agire dolcemente, ma fermamente, nel migliorare con gradualità certi aspetti della liturgia. Come agire in questo processo tanto necessario quanto lungo? Come adattarsi alla realtà senza mille compromessi?
Bisogna tener conto del momento storico che viviamo, esso registra una crisi generale dell’autorità, sia essa del padre, dello Stato, della Chiesa (e nella Chiesa); come dicevamo si rischia di finire in una concezione “fai da te”. Siamo oggi in una diffusa anomia (assenza di legge), sebbene tutti ricorrano alla legge quando i propri diritti sono conculcati.
Dei diritti di Dio invece ce ne scordiamo sempre. Come si può chiedere l’osservanza delle norme liturgiche se prima non si spiega cos’è lo “ius divinum” della liturgia? Oggi nessuno lo sa più. Prima di tutto bisogna far capire il senso delle norme. E’ un po’ come in morale, la determinazione di una legge si fonda prima sulla comprensione dei suoi principi, ed è noto che quando si parla di liturgia e di sacramenti vi sono i risvolti morali. Prima, dicevo, bisogna capire che il senso delle norme deriva dalla convinzione che la “prima norma” è adorare Dio - Adorerai il Signore Dio tuo e non avrai altro Dio all’infuori di Me – non si può fare un culto a propria immagine, altrimenti si deforma Dio. Oggi non solo ci immaginiamo un dio e poi inventiamo il culto ad esso, ma addirittura immaginiamo un culto sul quale ci inventiamo il dio. L’idolatria significa “idea distorta di Dio”. Questa è realtà che ci circonda.
Il Papa Benedetto XVI, nella lettera ai Vescovi in cui spiega il senso della revoca delle scomuniche ai Vescovi consacrati da Mons. Lefebvre, voleva far capire a chi lo rimproverava di occuparsi di problemi secondari come quelli relativi alla liturgia, che in un momento in cui il senso della fede e del sacro si sta spegnendo ovunque, è necessario che proprio nella liturgia si trovi la forma privilegiata di incontrare Dio. La liturgia è e resta il luogo più idoneo per incontrare Dio e perciò il Papa, occupandosi di essa, non sta trattando problemi secondari, ma questioni primarie. Se la liturgia parla di cose mondane come si fa ad aiutare l’uomo?
Agli “utopisti”, bisogna ricordare che ci vuole quella che Benedetto XVI chiama: “la pazienza dell’Amore”.
- L’offertorio antico, parlava di Dio all’uomo con l’eloquenza di espressioni profonde sul valore sacrificale, sulla natura della Messa, come sacrificio offerto a Dio. Si potrebbe pensare ad una correzione in questo senso del nuovo rito?
E’ importante che sia conosciuta la Messa antica, detta anche tridentina, ma che è più opportuno chiamare “di San Gregorio Magno”, come ha recentemente detto Martin Mosebach. Essa ha preso forma già sotto Papa Damaso e poi appunto Gregorio, non con San Pio V, il quale ha cercato di riordinare e codificare, prendendo atto degli arricchimenti dei secoli precedenti e tralasciando quanto obsoleto. Con questa premessa va conosciuta anzitutto questa Messa, di cui l’offertorio è parte integrante. Ci sono stati molti lavori di grandi studiosi in questo senso e molti si sono interrogati sull’opportunità di reintroduzione dell’antico offertorio, cui lei fa cenno. Tuttavia solo la Sede Apostolica ha autorità per operare in tal senso. E’ vero che la logica che ha seguito il riordino della liturgia dopo il concilio Vaticano II ha portato a semplificare l’offertorio, perché si riteneva che ci fossero più formule di preghiere offertoriali; così facendo si introdussero le due formule di benedizione di sapore giudaico, è rimasta la secreta diventata preghiera “sulle offerte” e l’orate fratres e si ritennero più che sufficienti. Per la verità questa semplicità, vista come un ritorno alla purezza antica, configge con la tradizione liturgica romana, con quella bizantina e con le altre liturgie orientali e occidentali. La struttura dell’offertorio era vista dai grandi commentatori e teologi del Medio Evo come l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, che va ad immolarsi in offerta sacrificale. Per questo le offerte erano già dette “sante”, e l’offertorio aveva una grande importanza. La successiva semplificazione di cui ho parlato ha fatto sì che oggi molti chiedano il ritorno delle ricche e belle preghiere del “suscipe sancte Pater” e del “suscipe Sancta Trinitas”, solo per citarne alcune. Ma sarà attraverso una più larga diffusione della Messa antica che questo “contagio” dell’antico sul nuovo sarà possibile. Perciò reintrodurre la Messa “classica”, mi si passi l’espressione, può costituire un fattore di grande arricchimento. Bisogna facilitare una celebrazione festiva regolare della Messa tradizionale almeno in ogni Cattedrale del mondo, ma anche in ogni parrocchia: questo aiuterà i fedeli a conoscere il latino e a sentirsi parte della Chiesa cattolica, e praticamente li aiuterà a partecipare alle Messe nei raduni ai santuari internazionali. Nel contempo bisogna anche evitare delle reintroduzioni decontestualizzate, voglio dire che c’è una ritualità legata ai significati espressi, che non può essere reintrodotta semplicemente inserendo una preghiera, si tratta di un lavoro più complesso.
- La gestualità e l’orientamento certo hanno una grande importanza, ciò che il fedele vede è riflesso di una realtà invisibile. La croce al centro dell’altare può essere il modo per ricordare cosa sia la Messa?
La croce al centro dell’altare è il modo per ricordare cos’è la Messa. Non parlo di una croce “minima”, ma di una croce tale che possa essere vista, la croce deve essere di dimensioni proporzionate allo spazio ecclesiale. Essa deve tornare al centro, in asse con l’altare, deve poter essere vista da tutti. Deve essere il punto d’incrocio dello sguardo dei fedeli e dello sguardo del sacerdote, dice Joseph Ratzinger nella “Introduzione allo spirito della liturgia”. Deve essere al centro a prescindere dalla celebrazione, anche se questa avviene “rivolti al popolo”. Insisto su una croce ben visibile, altrimenti, a cosa serve un’immagine che non è fruibile adeguatamente? Le immagini rimandano al prototipo. Sappiamo tutti che c’è stata anche una posizione aniconica, per esempio, Epifanio di Salamina, come pure i cistercensi, ma l’iconodulia ha poi prevalso col Niceno II del 787, in base a ciò che diceva San Giovanni Damasceno: l’immagine rimanda al prototipo. Ciò vale ancor più oggi in quella che si chiama civiltà dell’immagine. In un frangente in cui la visione è divenuta strumento privilegiato per i nostri contemporanei, non si può esporre lateralmente una piccola croce o un abbozzo illeggibile di essa, ma è necessario che la croce, con il crocifisso, sia ben visibile sull’altare, da qualsiasi angolo lo si guardi.
- Davanti alla riscoperta delle esigenze di cui ci ha parlato c’è comunque un difficile passo che è quello delle scelte pratiche. Come muoversi?
A mio sommesso avviso la priorità è far capire il senso del divino. L’uomo cerca Dio, cerca il sacro e ciò che ne è segno, nell’esigenza naturale di rivolgersi a Dio e di venerarlo, si cerca l’incontro con Dio nelle forme sacre del rito. Quando si smarrisce la vera sacralità del culto cristiano l’uomo continua ad andare a tastoni, ma in modo distorto perché è come smarrito. Come allora può l’uomo rispondere correttamente a questa esigenza? Anzitutto deve poter incontrare nella Chiesa ciò che è la definizione per eccellenza del sacro: Gesù eucaristico. Il Tabernacolo deve tornare al centro. E’ vero storicamente, nelle grandi basiliche o nella Cattedrali il tabernacolo era in cappelle laterali. Sappiamo bene che con la riforma tridentina si preferì rimettere al centro il tabernacolo, anche per contrastare gli errori protestanti sulla presenza vera, reale e sostanziale del Signore. Ma è anche vero che oggi la mentalità che ci circonda, non contesta solo la presenza reale, bensì contesta la presenza del divino. Nella religione naturalmente l’uomo cerca l’incontro col divino, ma questa presenza del divino, non può essere ridotta a qualcosa di puramente spirituale. Questa presenza va “toccata” e ciò non si fa con un libro, non si può parlare di presenza del divino solo nei termini relativi alla lettura delle Sacre Scritture. Certo quando la Parola di Dio è proclamata si può giustamente parlare di presenza divina, ma è una presenza spirituale, non è la presenza vera, reale e sostanziale dell’Eucaristia. Di qui l’importanza del ritorno alla centralità del tabernacolo e con esso alla centralità del Corpo di Cristo presente. Il posto centrale non può essere la sede del celebrante, non è un uomo che è al centro della nostra fede, ma è Gesù nell’Eucaristia. Altrimenti si finisce per paragonare la chiesa ad un’aula, ad un tribunale di questo mondo, al cui centro siede un uomo.
Il sacerdote è ministro non può essere al centro, al centro c’è Cristo-eucaristia, c’è il tabernacolo, c’è la croce. Da lì si deve ripartire. Altrimenti si perde il senso del divino. Il tabernacolo è ciò che deve attirare quale centro in una chiesa.
- Il Card. Castrillon nell’omelia del 24 settembre 2007 a Saint Eloi diceva che la Chiesa ha bisogno di istituti “specializzati” nella liturgia tradizionale. Ritiene anche lei che gli istituti oggi legati all’Ecclesia Dei possano avere un ruolo nella formazione dei sacerdoti o nella riscoperta delle ricchezze della Tradizione?
Certamente! Questi Istituti esercitano un carisma, e un carisma è qualcosa che è nella Chiesa a servizio della Chiesa. Una diocesi può trarre grande giovamento dal fatto di avvalersi del loro aiuto. Cosa sarebbe stato il Francescanesimo se il Papa non l’avesse riconosciuto e messo a disposizione per il bene di tutta la Chiesa?
Bisogna tener conto del momento storico che viviamo, esso registra una crisi generale dell’autorità, sia essa del padre, dello Stato, della Chiesa (e nella Chiesa); come dicevamo si rischia di finire in una concezione “fai da te”. Siamo oggi in una diffusa anomia (assenza di legge), sebbene tutti ricorrano alla legge quando i propri diritti sono conculcati.
Dei diritti di Dio invece ce ne scordiamo sempre. Come si può chiedere l’osservanza delle norme liturgiche se prima non si spiega cos’è lo “ius divinum” della liturgia? Oggi nessuno lo sa più. Prima di tutto bisogna far capire il senso delle norme. E’ un po’ come in morale, la determinazione di una legge si fonda prima sulla comprensione dei suoi principi, ed è noto che quando si parla di liturgia e di sacramenti vi sono i risvolti morali. Prima, dicevo, bisogna capire che il senso delle norme deriva dalla convinzione che la “prima norma” è adorare Dio - Adorerai il Signore Dio tuo e non avrai altro Dio all’infuori di Me – non si può fare un culto a propria immagine, altrimenti si deforma Dio. Oggi non solo ci immaginiamo un dio e poi inventiamo il culto ad esso, ma addirittura immaginiamo un culto sul quale ci inventiamo il dio. L’idolatria significa “idea distorta di Dio”. Questa è realtà che ci circonda.
Il Papa Benedetto XVI, nella lettera ai Vescovi in cui spiega il senso della revoca delle scomuniche ai Vescovi consacrati da Mons. Lefebvre, voleva far capire a chi lo rimproverava di occuparsi di problemi secondari come quelli relativi alla liturgia, che in un momento in cui il senso della fede e del sacro si sta spegnendo ovunque, è necessario che proprio nella liturgia si trovi la forma privilegiata di incontrare Dio. La liturgia è e resta il luogo più idoneo per incontrare Dio e perciò il Papa, occupandosi di essa, non sta trattando problemi secondari, ma questioni primarie. Se la liturgia parla di cose mondane come si fa ad aiutare l’uomo?
Agli “utopisti”, bisogna ricordare che ci vuole quella che Benedetto XVI chiama: “la pazienza dell’Amore”.
- L’offertorio antico, parlava di Dio all’uomo con l’eloquenza di espressioni profonde sul valore sacrificale, sulla natura della Messa, come sacrificio offerto a Dio. Si potrebbe pensare ad una correzione in questo senso del nuovo rito?
E’ importante che sia conosciuta la Messa antica, detta anche tridentina, ma che è più opportuno chiamare “di San Gregorio Magno”, come ha recentemente detto Martin Mosebach. Essa ha preso forma già sotto Papa Damaso e poi appunto Gregorio, non con San Pio V, il quale ha cercato di riordinare e codificare, prendendo atto degli arricchimenti dei secoli precedenti e tralasciando quanto obsoleto. Con questa premessa va conosciuta anzitutto questa Messa, di cui l’offertorio è parte integrante. Ci sono stati molti lavori di grandi studiosi in questo senso e molti si sono interrogati sull’opportunità di reintroduzione dell’antico offertorio, cui lei fa cenno. Tuttavia solo la Sede Apostolica ha autorità per operare in tal senso. E’ vero che la logica che ha seguito il riordino della liturgia dopo il concilio Vaticano II ha portato a semplificare l’offertorio, perché si riteneva che ci fossero più formule di preghiere offertoriali; così facendo si introdussero le due formule di benedizione di sapore giudaico, è rimasta la secreta diventata preghiera “sulle offerte” e l’orate fratres e si ritennero più che sufficienti. Per la verità questa semplicità, vista come un ritorno alla purezza antica, configge con la tradizione liturgica romana, con quella bizantina e con le altre liturgie orientali e occidentali. La struttura dell’offertorio era vista dai grandi commentatori e teologi del Medio Evo come l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, che va ad immolarsi in offerta sacrificale. Per questo le offerte erano già dette “sante”, e l’offertorio aveva una grande importanza. La successiva semplificazione di cui ho parlato ha fatto sì che oggi molti chiedano il ritorno delle ricche e belle preghiere del “suscipe sancte Pater” e del “suscipe Sancta Trinitas”, solo per citarne alcune. Ma sarà attraverso una più larga diffusione della Messa antica che questo “contagio” dell’antico sul nuovo sarà possibile. Perciò reintrodurre la Messa “classica”, mi si passi l’espressione, può costituire un fattore di grande arricchimento. Bisogna facilitare una celebrazione festiva regolare della Messa tradizionale almeno in ogni Cattedrale del mondo, ma anche in ogni parrocchia: questo aiuterà i fedeli a conoscere il latino e a sentirsi parte della Chiesa cattolica, e praticamente li aiuterà a partecipare alle Messe nei raduni ai santuari internazionali. Nel contempo bisogna anche evitare delle reintroduzioni decontestualizzate, voglio dire che c’è una ritualità legata ai significati espressi, che non può essere reintrodotta semplicemente inserendo una preghiera, si tratta di un lavoro più complesso.
- La gestualità e l’orientamento certo hanno una grande importanza, ciò che il fedele vede è riflesso di una realtà invisibile. La croce al centro dell’altare può essere il modo per ricordare cosa sia la Messa?
La croce al centro dell’altare è il modo per ricordare cos’è la Messa. Non parlo di una croce “minima”, ma di una croce tale che possa essere vista, la croce deve essere di dimensioni proporzionate allo spazio ecclesiale. Essa deve tornare al centro, in asse con l’altare, deve poter essere vista da tutti. Deve essere il punto d’incrocio dello sguardo dei fedeli e dello sguardo del sacerdote, dice Joseph Ratzinger nella “Introduzione allo spirito della liturgia”. Deve essere al centro a prescindere dalla celebrazione, anche se questa avviene “rivolti al popolo”. Insisto su una croce ben visibile, altrimenti, a cosa serve un’immagine che non è fruibile adeguatamente? Le immagini rimandano al prototipo. Sappiamo tutti che c’è stata anche una posizione aniconica, per esempio, Epifanio di Salamina, come pure i cistercensi, ma l’iconodulia ha poi prevalso col Niceno II del 787, in base a ciò che diceva San Giovanni Damasceno: l’immagine rimanda al prototipo. Ciò vale ancor più oggi in quella che si chiama civiltà dell’immagine. In un frangente in cui la visione è divenuta strumento privilegiato per i nostri contemporanei, non si può esporre lateralmente una piccola croce o un abbozzo illeggibile di essa, ma è necessario che la croce, con il crocifisso, sia ben visibile sull’altare, da qualsiasi angolo lo si guardi.
- Davanti alla riscoperta delle esigenze di cui ci ha parlato c’è comunque un difficile passo che è quello delle scelte pratiche. Come muoversi?
A mio sommesso avviso la priorità è far capire il senso del divino. L’uomo cerca Dio, cerca il sacro e ciò che ne è segno, nell’esigenza naturale di rivolgersi a Dio e di venerarlo, si cerca l’incontro con Dio nelle forme sacre del rito. Quando si smarrisce la vera sacralità del culto cristiano l’uomo continua ad andare a tastoni, ma in modo distorto perché è come smarrito. Come allora può l’uomo rispondere correttamente a questa esigenza? Anzitutto deve poter incontrare nella Chiesa ciò che è la definizione per eccellenza del sacro: Gesù eucaristico. Il Tabernacolo deve tornare al centro. E’ vero storicamente, nelle grandi basiliche o nella Cattedrali il tabernacolo era in cappelle laterali. Sappiamo bene che con la riforma tridentina si preferì rimettere al centro il tabernacolo, anche per contrastare gli errori protestanti sulla presenza vera, reale e sostanziale del Signore. Ma è anche vero che oggi la mentalità che ci circonda, non contesta solo la presenza reale, bensì contesta la presenza del divino. Nella religione naturalmente l’uomo cerca l’incontro col divino, ma questa presenza del divino, non può essere ridotta a qualcosa di puramente spirituale. Questa presenza va “toccata” e ciò non si fa con un libro, non si può parlare di presenza del divino solo nei termini relativi alla lettura delle Sacre Scritture. Certo quando la Parola di Dio è proclamata si può giustamente parlare di presenza divina, ma è una presenza spirituale, non è la presenza vera, reale e sostanziale dell’Eucaristia. Di qui l’importanza del ritorno alla centralità del tabernacolo e con esso alla centralità del Corpo di Cristo presente. Il posto centrale non può essere la sede del celebrante, non è un uomo che è al centro della nostra fede, ma è Gesù nell’Eucaristia. Altrimenti si finisce per paragonare la chiesa ad un’aula, ad un tribunale di questo mondo, al cui centro siede un uomo.
Il sacerdote è ministro non può essere al centro, al centro c’è Cristo-eucaristia, c’è il tabernacolo, c’è la croce. Da lì si deve ripartire. Altrimenti si perde il senso del divino. Il tabernacolo è ciò che deve attirare quale centro in una chiesa.
- Il Card. Castrillon nell’omelia del 24 settembre 2007 a Saint Eloi diceva che la Chiesa ha bisogno di istituti “specializzati” nella liturgia tradizionale. Ritiene anche lei che gli istituti oggi legati all’Ecclesia Dei possano avere un ruolo nella formazione dei sacerdoti o nella riscoperta delle ricchezze della Tradizione?
Certamente! Questi Istituti esercitano un carisma, e un carisma è qualcosa che è nella Chiesa a servizio della Chiesa. Una diocesi può trarre grande giovamento dal fatto di avvalersi del loro aiuto. Cosa sarebbe stato il Francescanesimo se il Papa non l’avesse riconosciuto e messo a disposizione per il bene di tutta la Chiesa?
....tante...tante...belle parole....e solo belle parole......tanti preti...vescovi.....sono sordi!!!!
RispondiElimina"Certi utopisti che, con scarso senso pastorale, vorrebbero una restaurazione di tutto e subito". Nessuno si sente chiamato in causa? Penso che i sordi abbondino non solo tra il clero ma anche tra tanti di noi, io per primo ovviamente!
RispondiEliminaL'autorevolezza dell'intervista rende difficile i commenti che non possono che essere di ampio consenso. Mi limito a dare una interpretazione personale al termine "raddrizzare" la nuova liturgia.
RispondiEliminaCerto primo passo è rimettere Crocifisso e Tabernacolo al centro. Ma col secondo, a stretto giro, "l'altare andrà girato". Sia per il sacerdote che per il servizio. Oltre al Crocifisso al centro nel rito ordinario, da subito i fedeli dovrebbero poter trovare con facilità un buon numero di Messe feriali celebrate coram Deo in ogni diocesi. Peraltro è un diritto per quei fedeli, adusi al coram Deo, che viaggiano per lavoro e che hanno l'impegno di partecipare alla Messa quotidiana. Una buona pratica, contro la sordità, che consigliamo a chi è in viaggio per lavoro, è fare una telefonata all'ufficio liturgico diocesano chiedendo gentilmente luoghi ed ora delle celebrazioni coram Deo....
Con l'occasione faccio una domanda alla gentile e competente redazione: siete a conoscenza dell'esistenza di indicazioni su come servir messa NO coram Deo? Ci si può regolare servendo più o meno come nel VO? Grazie.
Mazzarino da ALMA PREX
Né utopismo, né lassismo, ma realismo!
RispondiEliminaPenso si debba restaurare tutto e tutta la Chiesa, ma la realtà che ci circonda è quella che è.
Ma che regole cerchi? Nella Messa nuova non capiamo le rubriche per celebrarla e tu cerchi quelle per servirla?
RispondiEliminami meraviglio che Bux parli di "certi utopisti"...no! si tratta di amore alla verità, che nei sacramenti è essenziale. Perchè mai, se si è visto il disastroso inganno della Riforma, bisogna attardarsi in diplomazie, queste si UTOPISTICHE! Perchè poi, per un "posto" più in alto? La storia, guidata da Dio, farà piazza pulita di questi attendismi...tanto più gravi se li propone chi ha avuto la grazia di capire il vero. Salvezza delle anime, non finta Pace ecclesiale, di questo dovremo rendere conto.
RispondiElimina<span>bravo istriano !
RispondiEliminaTanti ecclesiastici che ci incoraggiano e sono pieni di buone e belle iniziative, pare che non sappiano qual è la realtà concreta di tante diocesi, dove i vescovi fanno come vogliono loro e obbligano tutti con le minacce a seguire la loro volontà, non quella del Papa, nè quella di chi vuole indicare la giusta Liturgia: tanto, se ognuno fa come vuole.....nessuno è obbligato a seguire il Papa: chi lo ama lo segue (se può...) e chi vorrebbe seguirlo non può, perchè ci sono i più forti che comandano, molto più forti del Papa....
Questa è realtà, altro che utopia.</span>
<span>proprio così; non si capisce chi siano gli utopisti.... forse quelli che chiedono la Messa antica e si sentono dire: "Guai a chi si azzarda a ripetere questa richiesta" ?
RispondiEliminaSarebbero questi gli utopisti ? boh....</span>
esatto: è proprio così.
RispondiEliminaMa sono tantissimi quelli che in alto e in basso preferiscono ripetere a se stessi e rivolti a quelli che vorrebbero che la situazione fosse davvero raddrizzata (non solo a parole...):
"Che bel vestito ha l'imperatore! (ripetete con noi questa frase, su coraggio....); forse non tanto tanto bello, potrebbe migliorare,...beh però non fate gli utopisti, su, da bravi....con un po' d'amore si migliorerà, vedrete...."
(Ma non era iniziata 48 anni fa la "Chiesa umana e amorevole" che dice e fa tutto con amore, non con obblighi e divieti ? non capisco....)
<span>ma...non capisco:
RispondiEliminase da don Bux viene qui rilevato che tanti ormai IGNORANO certi fondamenti di teologia e liturgia, non si dovrebbe usare quella famosa opera di Misericordia spirituale: "Insegnare agli ignoranti", come dire "indicare agli erranti la via" ?
Se un visitatore straniero viene nella mia città e mi chiede un'indicazione per non sbagliare strada, io che faccio, non gliela dò ?
e se vedo che sta prendendo una strada sbagliata, che gli farebbe perdere la GIUSTA DIREZIONE, lo lascio andare a sbagliare ? e questo sarebbe amore, cioè non essere utopisti a voler indicare con CHIAREZZA
la strada giusta, DICENDO ANCHE :
"NON PRENDERE quell'altra, perchè e sbagliata e fuorviante ( e ti porterebbe anche in situazioni pericolose per la salute o per la vita) ?
(sarei utopista a volerlo convincere a scansare l'errore e prendere decisamente il vero e il giusto ?</span>
<span> ma allora la Verità è un'utopia essa stessa !....)
:( ultra-confused....</span>
<span>seguendo il discorso di don Bux si evince che il Papa stesso è il principale "utopista", per il semplice fatto che ha coltivato l'idea stessa di raddrizzare la Liturgia ! se siamo realisti, data la situazione reale della Chiesa, quella di restaurare la Tradizione è una grande utopia, perchè per forza di cose<span> il solo pensare </span>alla Liturgia tradizionale è qualcosa che si oppone alla direzione attuale maggioritaria della Chiesa, dunque un'illusione !</span>
RispondiEliminac'è chi dice:
RispondiElimina<span> "l'altare andrà girato".</span>
ma questa che cosa dovrebbe essere? una regola che qualcuno dispone con obbligo di seguirla, oppure una indicazione facoltativa, cioè chi vuole la faccia, chi non vuole, no.... ?
SE non è obbligatoria, ma facoltativa, essa rispecchia tale e quale ciò che dicevano i documenti conciliari, con quelle frasi "si faccia.... si ponga....",
che erano esortazioni, non obblighi a cui si doveva obbedire: semplici CONSIGLI, non leggi da far rispettare rigorosamente.
Allora tutto rimane come prima: che c'è di nuovo ?
Non si capisce affatto la novità rispetto a 45 anni fa.....
Mons.Bux non si smentisce è il solito demagogo e carrierista.Distrorce il Summorum Pontificum.
RispondiEliminaQuando mai il Papa ha detto che la Messa Tridentina dovrebbe raddrizzare quella moderna?Lo prego di dircelo!Mai è una bufala!Anzi,a dire il vero, nel Summorum Pontificum Benedetto XVI elogia la riforma liturgica post Vaticano II.La Messa Tridentina non è obbligatoria in tutte le parrochie ma si celebra solo se c'è un gruppo stabile di fedeli che la chiede.<span>La Messa che ordinarimaente si deve celebrare è quella di Paolo VI la quale è la FORMA ORDINARIA.S</span>e in una parrochia o Diocesi nessuno chiede la forma straordinaria del Rito Romano ,come nella maggioranza delle Diocesi,perchè celebrarla?La Messa Tridentina interessa pochissimi fedeli!Ma proprio pochissimi.Quindi perchè Mons Bux dice queste cose?La risposta è facile:Perchè vuole fare carriera e sa bene che in questo modo la fa.Godetevela questa Messa Tridentina fino a che vive Benedetto XVI perchè il nuovo Papa rimetterà tutto sotto l'autorità dei Vescovi come è giusto che sia.E allora vedrete che personaggi come Mons. Bux cambieranno opportunisticamente idea.Sono prelati che cercano solo la carriera,ma quando cambiera l'aria,vedrete come cambieranno anche loro.Le cose che dice sono sbagliate e lo sa bene e questo è grave perchè i più semplici ci credono a queste bufale!
Se fosse vero che questi sacerdoti cercano la carriera, come si spiega il fatto che sono così pochi e che la stragrande maggioranza di preti e vescovi, invece, ignora le direttive del Papa? No, io ritengo che i pochi ma buoni che stanno riscoprendo l'importanza di raddrizzare la liturgia ordinaria e di avvicinarla a quella classica lo fanno semplicementi perchè ne sono convinti.
RispondiEliminaI modernisti, invece, cioè la maggioranza, adulano il NO perchè esso permette loro di mantenere influenza e potere all'interno di una compagine ecclesiale che ascolta e obbedisce soltanto chi è cantore del nuovo e dello spirito del concilio.
La liturgia ordinaria (e lo è in tutti i sensi) ha bisogno di aggiustamenti semplicemente perchè è guasta dall'origine, non perchè a chiederlo siano i fedeli. Anzi, la maggior parte dei fedeli sono all'oscuro di tutto, neanche sanno che esistono una liturgia classica e la S. Messa di Gregorio Magno, semplicemente perchè il clero attuale, che è modernista, non glielo dice e mantiene il popolo nell'ignoranza più assoluta, mantenendo un boicottaggio indegno nei confronti del Santo Padre, della Santa Fede, della ragione e della logica.
Ma il Motu Proprio Summorum Pontificum Cura è la vera cura per guarire la Chiesa dalla peste del post-concilio e rappresenta un punto di non ritorno con il quale dovranno fare i conti anche i prossimi Papi, a meno che non decidano di abolirlo, cosa assai improbabile, se non impossibile. L'araba fenice sta pian piano risorgendo sotto le ceneri e le macerie prodotte dal post-concilio.
Siamo solo all'inizio di un processo lunghissimo ma irreversibile. Tante battaglie ci attendono in avvenire, ma ricordiamoci sempre: "Le Porte dell'Inferno non prevarranno contro di Essa!" Gioiamo, speriamo e preghiamo!
Carissimo ospite delle 11:41... non metta limiti alla divina volontà... è superbia farsi storia... l'unico a poterlo fare è NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO... il suo vicario che lo rappresenta sulla Terra sta facendo 'l'umile lavoratore nella vigna del Signore' il suo stato di Grazia lo sta conducendo dove il Signore vuole... non ci sarà mai un futuro Papa che si muoverà o farà qualcosa contraria alla divina volontà... anche perchè Dio è appunto l'unico autore della storia e sono sue le Cose Divine che lo glorificano su questa nostra povera Terra....
RispondiEliminaInoltre anche Mons.Bux sa bene di aver detto una sciocchezza.Il Summorum Pontificum non dice affatto che si deve celebrare la Messa Tridentina in ogni cattedrale nè che la Messa antica deve raddrizzare quella moderna.Quella di Mons.Bux è pura demagogia!Oltretutto benchè vi faccia innervosire e vi provochi crisi isteriche la verità è questa:La Messa Tridentina interessa poco e a pochissimi fedeli.La verità è questa!La maggioranza dei fedeli non chiede nessuna riforma della riforma nè la Messa Tridentina.La Messa di Paolo VI va più che bene!!Questa è la realtà!Poi se volete auto ingannarvi immagginando una realtà diversa beh fate pure.
RispondiEliminaSi ma il Vicario di Cristo non dice affatto quello che dice Mons.Bux!!Il Papa ha liberalizzato la Messa Trodentina per ,mettere pace e per sanare divisioni,non per restaurare il passato.Nei fatti poi è avvenuto esattamente il contrario.Gruppetti di Messa Tridentina assolutamente staccati dalla vita delle Diocesi e della Chiesa in generale.Fedeli che non anno alcun rapporto con gli altri fedeli.Interessati solo alla Messa Tridentina ma senza nessuna interazione con le altre realtà ecclesiali,etc.E' evidente che la spaccatura si è acuita. Probailmente sarà lo steso Papa attuale o quello successivo che ne prenderà atto e riporterà la giurisdizione e la concessione della Messa sotto l'autorità del Vescovo Diocesano.La divina volontà vuole unità,non spaccature,vuole una Chiesa unita non lotte intestine.
RispondiEliminaQuest'ospite arrogante e presuntuoso (ma direi anche cattivo nel vero senso della parola) si esprime con la stessa boria usata da due blogger che frequentano il forum cattoprogressista di Matias Augè, il sig. Alex e il sig. Troisi. Credo che si tratti senz'altro di uno di loro.
RispondiEliminaIn ogni caso, caro ospite, lei ha proprio ragione: sacerdoti come don Bux meriterebbero di essere chiamati a cariche molto più importanti e influenti, sicuramente saprebbero come raddrizzare la Barca di Pietro!
Certo!!Se lei spera in Mons.Bux allora siamo proprio alla frutta!!Amico mio lei non ha risposto!Dove era Mons.Bux durante il pontificato di Giovanni Paolo II?Dove erano questi demagoghi revisionisti?Perchè non hanno detto allora quello che dicono oggi?Che ci vuole la croce al centro dell'altare,e altre scemenze simili!Ma per favore!!!Scommetto qualunque cifra che quando cambierà il Papa se dovesse cambiare l'aria Mons.Bux si adeguerà!Vuole scommettere?Io ritengo che i guasti che si stanno provocando sio pagheranno per i prossimi venti o trenta anni.Una spaccatura,un disordine all'interno della Chiesa che fa paura.
RispondiEliminaDurante il pontificato di Giovanni Paolo II don Bux insegnava con l'esempio quello che oggi e non solo oggi ripete con gli scritti e le parole. Nella sua rettoria già da anni celebra rivolto ad oriente sull'altare monumentale, con la croce ed il tabernacolo al centro e la propria sede su di un lato. Inoltre cura che nelle celebrazioni ci sia un repertorio di vera musica sacra e che i paramenti siano adeguati. Ha reintrodotto il pro multis, come dispone la congregazione del Culto Divino e catechizza le anime a lui affidate. Ribadisco, prima che con la parola ha iniziato molti anni addietro con l'esempio. Se non si conoscono i trascorsi delle persone è sempre meglio tacere. Quanto alla carriera avrebbe fatto meglio ad allienearsi negli anni passati alla corrente, e come molti "incapaci", ignoranti ed eretici sarebbe già vescovo.
RispondiEliminaNon credo, rileggendo l'intervista gli utopisti sembrano essere quelli che, da destra, non smettono di accusare il Papa senza rendersi conto che la siruazione reale è veramente tragica e che del fatto bisogna tenerne conto.
RispondiEliminaNon si può dire: "da domani rimettete l'orologio al 1962"
Non sono d'accordo, ripeto per me gli "utopisti" accusati sono quelli che rifiutano che la restaurazione debba essere graduale e se ne incontrano anche nei nostri ambienti....
RispondiEliminaMagari lo facessero Cardinale! e poi dove Mons. Bux ha scritto che il fatto di dire una Messa in ogni Cattedrale sta scritto nel Motu proprio? Ha detto una sua opinione coraggiosa (che non è nel motu proprio) e allora? Che Dio lo benedica per aver interpretato (bene) il motu proprio!
RispondiEliminaFinalmente ti riveli caro Ospite! All'inizio mi sembravi uno della San Pio X che si sentiva offeso per la parola "utopisti", invece sei uno di quelli che parlano.....come Tettamanzi!...."spaccature"...."unità ecclesiale"......."realtà ecclesiali"......"fedeli che non hanno rapporti con gli altri fedeli"....
RispondiEliminaHo capito i tuoi intenti
Alle 8 e 13 lei sembrava un integralista sedevacantista, ora ci dice che "la croce al centro dell'altare è una scemenza"
RispondiEliminaMa lei che è? Chi la paga per attaccare Bux e le sue coraggiose dichiarazioni?
Mi saluti Bugnini e....salutam' a soreta!
chiedo gentilmente ai vari "ospiti" di scendere nel dettaglio delle falsità che sarebbero state espresse dai contenuti dell'intervista a Mons. Bux. Così possono illuminare gli "ignoranti".
RispondiElimina"Caro" Ospite, così ricco di carità (oltre a saper leggere nel profondo dei cuori) ... Perché non hai almeno il coraggio fi firmarti, almeno con un nick? La risposta la conosciamo tutti: sei un violento e del cristianesimo ha davvero capito ... tutto!
RispondiEliminaCaro Ospite lei ci commuove!
RispondiEliminaQuando parla dei malati che non possono vedere il Papa a causa della croce d'altare mi viene da piangere.
Quando penso che quarant'anni fate la "teologia del piagnisteo" invece di risolvere i problemi liturgici, spero solo che presto siate spazzati via dal "panorama ecclesiale"
Illuminare... alla luce della loro malevolenza e mala fede!
RispondiEliminaMa non ha capito che l' "Ospite" è qualcuno che lavora in Vaticano, tanto da conoscere i problemi pratici dei registi della televisione e tanto da parlare in termini di "teologia liturgica rinnovata" e tanto da essere divorato da una gelosia ecclesiastica spaventosa?
RispondiEliminaNon sarà mica qualcuno dei liturgisti....."mariniani" (quelli di Marini il Vecchio)
Chi dovrebbe essere spazzato via?Per me questa falso revisionismo liturgico assoltamente antistorico e proveniente da oligarchie Vaticane.La gente normale se ne frega altamente di crocifissi,posizione di spalle,latino.La Messa come è ora va benissimo.per la gente il problema no sussiste.Poi chi virà vedrà?Ma per me l'attuale moda non ha una vita lunga perchè non ha un grosso seguito.La Messa Tridentina è per pochi intimi.
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<span><span>Fino al secolo VIII (quindi anche al tempo di Gregorio Magno) l’offertorio o preparazione dei doni conosce, come conclusione una sola preghiera, l’<span>oratio super oblata</span> <span>detta anche</span> <span>secreta</span><span>, solitamente a tema sacrificale</span><span>.</span> <span>Verso il secolo IX/X si introducono delle cosiddette “apologie”, che sono numerose nel secolo XIII. Il Messale di Pio V, ne conserva diverse:</span> <span>Suscipe, Sancte Pater</span><span>;</span> <span>Deus qui humanae substantiae</span><span>;</span> <span>Offerimus tibi, Domine</span><span>;</span> <span>In spiritu humilitatis</span><span>;</span> <span>Dirigatur, Domine, oratio mea</span><span>;</span> <span>Lavabo inter innocentes manus meas</span><span>;</span> <span>Suscipe, Sancta Trinitas.</span> <span>Tutte queste preghiere sono presenti anche nel Messale 1962. Si tratta di orazioni che sono recitate in segreto, perché si configurano come personali del sacerdote, vanno intese, cioè, “come espressione di pietà personale, una specie di liturgia privata del sacerdote, perché in realtà esse anticipano i concetti che verranno poi ufficialmente ripetuti e dalla</span> <span>Secreta</span> <span>e dalla</span> <span>Commendatio</span> <span>del Canone” (</span><span>M. Righetti,</span> <span>La Messa. Commento</span> <span>storico-liturgico alla luce del Concilio Vaticano II</span> <span>(Manuale di storia liturgica III), 2<sup>a</sup> edizione anastatica, Ancora, Milano 2005, 306).</span> </span></span>
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<span><span>Continua</span></span>
<span> <span>Dal Messale 1970-2002 sono scomparse la maggior parte delle orazioni (non tutte) che avevano un carattere di anticipazione prolettica dell’oblazione sacrificale, dimensione che si esprime correttamente e in modo eminente nella preghiera eucaristica. Come si sa, tale anticipazione prolettica la si trova (in un altro contesto però) in alcune preghiere del solenne rito della Proscomidia delle liturgie orientali. Notiamo che lo stesso Card. Joseph Ratzinger, parlando della scomparsa delle preghiere dell’offertorio dell’</span><span>Ordo</span> <span>tridentino, diceva: “Erano preghiere belle e profonde, ma si deve pur riconoscere che esse comportavano un certo grado di equivocabilità (sottolineatura mia). Esse erano sempre formulate come anticipazione dell’evento vero e proprio del canone” (</span><span>J. Ratzinger</span><span>, Il Dio vicino. L’eucaristia cuore della vita cristiana, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003, 67-68)<span>. La soppressione di queste preghiere è stata fatta in ossequio a quanto decreta</span> Sacrosanctum Concilium<span>, al n. 50, quando dice: “Il rito della messa sia riveduto in modo che si manifestino più chiaramente la natura specifica delle singole parti [sottolineatura mia] e la loro mutua connessione…” Credo che si tratta di un caso in cui la riforma risponde ad una esigenza espressa in modo chiaro dalla Costituzione liturgica. Non è la presentazione dei doni a realizzare il sacrificio, ma la preghiera eucaristica con il suo nucleo il racconto dell’istituzione.</span></span></span>
RispondiEliminacontinua
<span>Si noti bene che nel Messale del 1970-2002 è presente tuttora l’orazione <span>In spiritu humilitatis</span><span>: “Umili e pentiti accoglici, o Signore: ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te”. La preghiera si pronuncia</span> <span>aliquantulum inclinatus</span> <span>(Messale 1962) o</span> <span>profunde inclinatus</span> <span>(Messale 1970-2002). E’ fra le più antiche del gruppo, e trae ispirazione dal libro di Dn 3,39-40: “Potessimo essere accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito…” Negli anni della persecuzione di Antioco IV, mentre il tempio di Gerusalemme era in mano ai pagani, nessun rito legittimo poteva essere compiuto come offerta al Dio d’Israele. Il credente offriva allora al suo Dio la propria vita, chiedendo che fosse accolta come olocausto. Questa preghiera è un richiamo al Sal 50,18-19 e troverà nuovi sviluppi in Rm 12,1-2 e Fil 2,17, in cui Paolo applica la metafora sacrificale alla vita cristiana, qualificandola come “culto”.<span> </span></span></span>
RispondiEliminaContinua
<span>Vi è stato sempre uno stretto legame tra offertorio (preparazione dei doni), preghiera eucaristica (dimensione sacrificale) e comunione (dimensione conviviale), che sono parti di un’unica celebrazione. Questo legame è tuttora presente nel Messale 1970-2002, con una sottolineatura della dimensione conviviale. Le due nuove preghiere di questo Messale “Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo…” nella presentazione del pane e del calice esprimono la dimensione conviviale dell’Eucaristia: si chiede che il pane diventi “cibo di vita eterna” e il calice “bevanda di salvezza”, sintagmi che nell’eucologia dei Messali li troviamo riferiti frequentemente all’Eucaristia. Sembra però che non si possa negare che le suddette preghiere esprimono anche un’azione e movimento di natura oblativa: infatti il testo latino adopera la forma verbale <span>offerimus</span> <span>(il Messale italiano traduce: “presentiamo”). D’altra parte, il porre sull’altare è già da per sé un gesto oblativo. In ogni modo, la dimensione sacrificale che esprime compiutamente la preghiera eucaristica, viene evocata più esplicitamente nell’orazione</span> <span>In spiritu humilitatis</span><span>, nell’</span> <span>Orate fratres</span> <span>e nell’</span><span>oratio super oblata</span><span>, recitata ormai a voce alta, che modulando il tema dell’offerta, allude il più delle volte all’offerta vera e propria che si compie nella preghiera eucaristica. Noto che nell’intervista Bux non cita l’orazione</span> <span>In spiritu humilitatis</span> <span>come testo conservato nel Messale del dopo Vaticano II.</span></span>
RispondiEliminaContinua
<span> Una conferma che anche nel Messale 1970-2002 la preparazione dei doni esprime la dimensione di oblazione sacrificale la troviamo nella terminologia che l’<span>Institutio Generalis Missalis Romani</span> <span>adopera quando parla del pane e del vino, che prima della preghiera eucaristica vengono chiamati</span> <span>dona</span> <span>(nn. 72, 74, 178, 190, ecc.),</span> <span>oblationes</span> <span>(nn. 73, 75, 77),</span> <span>oblatio ecclesiae</span> <span>(n. 75),</span> <span>oblatio panis et vini, sive aliorum donorum</span> <span>(n. 140),</span> <span>oblata</span> <span>(nn. 144, 276d),</span> <span>hostia</span> <span>(nn. 321, 331) e simili, e si domanda a Dio di accettarli e di gradirli.</span></span>
RispondiElimina<span>Nel Messale 1962 l’incensazione delle oblate e in particolare quella dell’altare non è solo attestazione di onore, ma si esprime anche come un rito sacrificale, con parole prese dal Sal 140,2-4, pronunciate durante l’incensazione dell’altare: <span>Dirigatur, Domine, oratio mea, sicut incensum, in conspectu tuo: elevatio manuum mearum sacrificium vespertinum…</span> <span>E’ un rito riservato alle celebrazioni solenni. Nel Messale 1970-2002, l’incensazione delle oblate e dell’altare è prevista</span> <span>pro opportunitate</span><span>; si può quindi fare “a volontà”, ma non è più accompagnata da preghiere. In ogni modo, l’</span><span>Institutio Generalis Missalis Romani</span><span>, al n. 75, afferma che questa incensazione si fa “per significare che l’offerta della Chiesa e la sua preghiera si innalzano come incenso al cospetto di Dio”.</span> <span>Il levarsi delle volute di fumo profumato non può che richiamare il tempio e Dio a cui si offre la vittima in olocausto, accompagnandola con soave profumo.</span> <span>Quindi, in continuità con la tradizione anteriore, l’incensazione viene letta in chiave offertoriale, senza dubbio in riferimento all’oblazione culminante, costituita dal sacrificio eucaristico. Sarebbe da desiderare però che fosse accompagnata da parole adeguate al gesto.</span></span>
RispondiEliminaContinua
<span> Alla fine di queste riflessioni sull’offertorio, possiamo parlare di sostanziale continuità tra i due Messali e, al tempo stesso, di un certo sviluppo o sottolineatura della dimensione conviviale dell’Eucaristia attuata dal Messale 1970-2002. Tale sottolineatura non è superflua, se ricordiamo<span> </span> che nella prassi celebrativa anteriore al Vaticano II, la comunione era, di fatto, una realtà distinta della Messa. Era anche invalsa l’abitudine di non comunicarsi durante la Messa, bensì all’inizio e alla fine, oppure in un rito apposito, indipendentemente dalla celebrazione eucaristica. Si manifesta inoltre più chiaramente la natura specifica di questa parte della Messa nonché la sua connessione con il resto della celebrazione. E’ un offertorio che conserva le orazioni del tempo di Gregorio Magno, alcuni elementi del secondo millennio, manifesta più chiaramente la natura specifica delle singole parti della Messa offrendo al tempo stesso una sintesi equilibrata della tradizione romana.</span>
RispondiEliminaEcco la risposta!Poi chi vuole capire capisce!
RispondiEliminaper la Redazione e per gli altri
RispondiEliminama non avete capito che è tornato il Troll neocatecumenale logorroico e multinick?
La protervia e l'odio dimostrati da quest'individuo mi lasciano allucinato. Comunque, ripeto, a mio avviso quest'ospite afflitto dai bollenti spiriti dev'essere uno dei frequentatori del blog di Matias Augè, la stessa persona (credo si chiami Troisi) che con veemenza e violenza ha inveito contro di me un paio di settimane fa rispondendo a quattro o cinque miei interventi su quel forum, che ho inteso pubblicare in difesa della Tradizione e dell'opera benemerita di Benedetto XVI. Credo che il buon Louis Moscardò abbia ben presente ciò di cui parlo, dal momento che anch'egli è intervenuto sullo stesso blog argomentando con intelligenza e competenza le varie questioni sollevate ma invano, visto che il tipo non voleva saperne e non accettava ragioni di alcun tipo. Una cocciutaggine incredibile e mai vista prima, frammista ad astio e livore indegni di un cristiano.
RispondiEliminaSe a qualcuno interessasse approfondire la questione, consiglio di visitare il sito di Matias Augè, sotto il titolo "rivolti al Signore" o qualcosa di simile.
<span> il Summorum Pontificum che voi strumentalizzate facendogli dire quello che no dice</span>
RispondiEliminaè sufficiente questa frase, con il suo condensato di rabbia e odio che traspare contro il MP, a far capire che proviene da un nemico della Messa VO, che non sopporta la sola idea che sia celebrata : ed è di chiara marca NC la frase "no dice", sia per l'idea espressa che per lo stile.....
comunque contribuisce ad aumentare la confusione nei poveri fedeli sbandati!....
Egregio ospite, la cosa fondamentale, che poi è quella che più conta, è che quanto afferma don Nicola Bux corrisponde allo stato di fatto della situazione attuale. Se lui, che è consultore ufficiale del maestro cerimoniere di Sua Santità e quindi ben introdotto nell'anticamera pontificia, afferma ciò che dice, significa chiaramente che questi sono gli obiettivi ultimi del Papa. In fin dei conti, lo stesso Benedetto XVI ha affermato nel Motu Proprio che l'ambizione del provvedimento papale è che le due forme del rito della Santa Messa (quella classica, detta di S. Gregorio Magno e quella moderna, detta di Bugnini o di Montini) si affianchino e si contagino reciprocamente migliorandosi a vicenda. Questo tu non lo dici ma non l'ho inventato io, nè don Nicola: è chiaramente espresso nel Motu Proprio (o nella lettera di accompagnamento indirizzata ai presuli).
RispondiEliminaQuindi, si afferma implicitamente che la Messa nuova necessita di una radicale riforma in senso tradizionalista.
D'altra parte, alcuni mesi fa i giornali riportavano indiscrezioni provenienti dalla Sacra Congregazione per il Culto Divino secondo cui è in corso di studio una serie di provvedimenti migliorativi volti a ridonare alla Messa riformata un minimo di bellezza, di sacralità e di nobiltà che essa ha completamente perduto nei quarant'anni da cui è stata introdotta.
E' chiaro, quindi, che qualcosa bolle in pentola, sarebbe sciocco e ingenuo pensare il contrario. Oltretutto, il motivo per cui i cardinali hanno scelto proprio Ratzinger come successore di Pietro è senz'altro il fatto di rimettere un pò d'ordine in una Chiesa e in una liturgia sconquassate da quarant'anni di rivoluzioni che definire azzardate è un'eufemismo.
Quindi, caro sig. Troisi o comunque si chiami, si metta il cuore in pace e attenda anche lei con fiducia i cambiamenti che questo santo Pontefice e la Divina Provvidenza vorranno donarci negli anni a venire e dei quali la Cattolicità ha immenso bisogno.
W il Papa!
di quello che pensa la gente "normale" chi se ne frega! La gente normale non amava Gesù Cristo, l'ha messo in croce.
RispondiEliminaMi interessa quel che vuole Dio e la Sua Chiesa (che non si identifica con la volonta popolare)
A citare il Righetti ci sono rimasti solo i rincoglioniti o gli ignari di storia liturgica, tutti sanno con chi stava Righetti
RispondiEliminaLeggi San Tommaso sulle orazioni "in persona Ecclesiae" sennò taci.
L'Ospite ne sa più della Chiesa Romana che non ha capito niente fino alle dotte (e noiose) spiegazioni dei liturgisti protestantizzanti.
RispondiEliminaLa religione inventata da voi....tenetevela!
Non ci serve avere la verità in tasca, ci basta seguire quel che la Chiesa ha fatto per millenni. Tu vuoi il un rito inventato. Tientelo.
RispondiEliminaScusa la precisione ma Benedetto XVI non l'hanno scelto solo i cardinali, ma anche lo Spirito Santo, quello stesso Spirito Santo che accompagna la Chiesa nei secoli e che seconndo l'Ospite ha lasciato la Chiesa a partire dal II-III secolo per tornarvi solo dopo il Vaticano II.
RispondiEliminaQuest'ospite all'udire il nome di Bux sembra la Bindi da Vespa quando gli hanno detto che la Bonino è stata trombata nel Lazio. E se qualcuno gli (o le) ricorda che il Card. Caffarra il 2 maggio celebrerà tridentino a Bologna? Meglio preallertare la protezione civile!
RispondiEliminaTi piacerebbeee eh. Noi non chiaccheriamo ma ogni giorno lavoriamo perchè sia così! Ne parliamo fra qualche anno. O mese!
RispondiEliminaAll' amico che dice che la Chiesa ha fatto per millenni quello che si fa nella Messa Tridentina dico:Beh quando lo dimostrerai ci crederò.Comunque non è vero.Evidentemente non conosci la tradizione di cui parli tanto altrimenti non parleresti d rito inventato.In ogni caso disprezzi la Messa di Paolo VI?Bravo fai il contrario di quanto vuole il Papa.E comunque continua cosi resterai sempre emarginato nel tuo centro Messa.ma nelle parrochie non verrai mai!!Contento tu?
RispondiElimina<span>X francesco B</span>
RispondiEliminaCaro amcio non vi fate troppe illusioni!Già il Summorum ha apportato una forte tensione nella Chiesa perchè il Papa decida di crerne altra.Non è propio il momento!Il Papa ora è indebolito da tutti questi attacchi del mondo laicista.Sarebbe un suicidio aprire un 'altra polemica
Nella mia diocesi si conservano messali antichissimi, compreso uno datato all'XI secolo, un prete che conosce il rito antico potrebbe dirci Messa, questa si chiama Tradizione.
RispondiEliminaChe il rito nuovo sia inventato e un assemblaggio di reperti archeologici e pezzi di riti orientali è risaputo (dagli onesti). Tuttavia resta un sacrificio anche se espresso molto male, in maniera nuova e a volte ambigua, se è questo che vuoi sapere.
Ma chi sei? Un funzionario della Segreteria di Stato? Chi ti paga? ......e dai diccelo!
RispondiEliminaIl Papa è indebolito (mediaticamente) dagli attacchi che provengono da chi dà i dossier sulla pedofilia o chissà cos'altro alla stampa.
RispondiEliminaTutti a Roma sanno che questi dossier partono dall'interno, dai nemici del Papa, dai nemici della Chiesa che non vogliono che la Chiesa sia restaurata.
Smettila di giocare al buono. Abbiamo capito di che pasta sei fatto. E abbiamo capito anche a cosa servono gli scandali sulla pedofilia. Grazie per l'elucidazione.
Mi sembra che Il Papa abbia paura solo della perdita della fede da parte dei molti!
RispondiEliminaDel resto va dritto sparato per la sua strada! Porporatoni sì, porporatoni no!
Matteo Dellanoce
Mi sembra di riconoscere lo stile dell`amico neocatecumenale ai molteplici nick, qui anche "vuoi una risposta eccola..", sempre fedele all`appuntamento appena si parla di Messa tridentina o di riforma liturgica!
RispondiEliminaIdem di qui sopra, guarda blogger neocat, che il tuo stile è inconfondibile e i tuoi argomenti pure!
RispondiElimina<span>
RispondiElimina<span>Idem di qui sopra, guarda, blogger neocat, che il tuo stile è inconfondibile e i tuoi argomenti pure!</span></span>
<span>"Gruppetti di Messa Tridentina assolutamente staccati dalla vita delle Diocesi e della Chiesa in generale.Fedeli che non anno alcun rapporto con gli altri fedeli. Interessati solo alla Messa Tridentina ma senza nessuna interazione con le altre realtà ecclesial<span>i<span>"</span></span></span>
RispondiEliminaEd è un neocatecumenale che scrive...io ho un`altra versione:
<span>"Gruppetti di neocat assolutamente staccati dalla vita delle Diocesi e della Chiesa in generale.Fedeli che non anno alcun rapporto con gli altri fedeli. Interessati solo al cammino neocat ma senza nessuna interazione con le altre realtà ecclesial<span>i<span>"</span></span></span>
La Croce al centro, una scemenza, senza dubbio, nel suo cammino al centro della tavola-mensa c`è un candelabro ebreo a 9 braccia !
RispondiEliminaE che! i necoatecumenali non hanno diritto di cittadinanza e di espressione?
RispondiEliminaE poi, voi supetradizionalisti, vi lamentate dei modernisti!
ma se siete identici!
Coerenza, coerenza, coerenza ....
Matteo
PS sul fatto che la simpatia non aleggi nei fedeli supertradizionalisti è assolutamente vero.
altro i Legionari di Cristo ( nonostante i loro problemi ... enormi!) ed i francescani dell'Immacolata! aperti ed accoglienti con tutti sia con i pizzi sia senza!
E tu che lo accusi di boria e di arroganza in che cosa sei diverso da lui?
RispondiEliminaQui in casa fai il fenomeno e fuori metti la coda tra le gambe?
Mah!
Coerenza, coerenza, coerenza,
Matteo
Educanda!
RispondiEliminaMatteo
No, è solo una persona che appartiene ad un gruppo che gode di forti appoggi in Vaticano, che continua liberamente il suo cammino, con le sue prassi catechetiche e liturgiche distorte, con testi non pubblicati due annj dopo la consegna di uno statuto incompleto, il tutto dà a queste persone l`illusione di poter dire e fare quello che vogliono,ma qui mica siamo fessi!
RispondiEliminaEh oh non ti stanchi mai? Sempre di vedetta? Cambi nick, ma sei riconoscibile come il lupo bianco!
RispondiEliminaEh oh Pasquale, ancora qui? Su, respira un pò, che stai soffocando.
RispondiEliminaNon dire cazzate Bartimeo!
RispondiEliminaMa con chi ce l'hai? Maestro in Israele
RispondiEliminaIn quanto a non stancarsi mai ... luisa. una stakanovista!
RispondiEliminaMatteo
E tu resterai emarginato nella tua comunità, con i testi di Kiko Arguello,il rituale di Kiko Arguello che celebrerai il sabato sera tardi nella tua comunità, canterai i canti di Kiko Arguello, seguirai l`insegnamento di Kiko Arguello,obbedirai a Kiko Arguello...e resterai indifferente ai richiami del Santo Padre.
RispondiEliminaGià! e per fortuna che la Chiesa non funziona come dice Luisa! Altrimenti salta fuori che il Papa (che non li ha ancora scomunicati) è un fesso!
RispondiEliminaVa da sè! Lo dice Luisa la francofona! Non micio micio bau bau! Una che non casca nel tranello, come fanno i cardinali ed il santo Padre ( che non si accorge di essere preso in giro) Vuoi mettere Papa Luisa!
Lei è Svizzera! TUTTA DI UN PEZZO!
Va da sè! Cattolica!
Matteo
Va da sè, lo dimenticavo, Svizzera e precisina come un orologio!
RispondiEliminaMatteo
Ohhh! Uno che parla chiaro e non fa il finto (tonto!)
RispondiEliminaBravo!
Matteo
Matteo, vedo che ha cambiato post ma che continua dare i numeri, sempre più fine e intelligente!
RispondiEliminaMatteo, lei sta ridicolizzandosi, peccato, penso che lei valga molto di più di ciò ch sta mostrando nei suoi ultimi commenti.
RispondiEliminaSe lei è neocatecumenale, sarebbe preferibile che rispondesse con argomenti e fosse in misura di smentire o rettificare ciò che ho scritto.
Che io le sia antipatica, non mi pone nessun problema, ma rischia di porlo al blog se ad ogni mio intervento reagirà come lo ha fatto adesso, in modo ridicolo e non argomentando in modo intelligente.
E per fortuna, Luisa, :-D :-D :-D che l'Iran si sta dotando dell'atomica. Così ci pensano loro a quei fanatici del candelabro a 9 braccia ( dovrebbe essere bracci! se non sbaglio)
RispondiEliminaMatteo
fuocherello....mi sa
RispondiEliminaTu sempre odiosamente identica!
RispondiEliminaDi qua i buoni e di la i cattivi!
Sai tutti i cristiani hanno i persecutori ... considerami il tuo! Avrai il Paradiso!
Ma, occhio alla coerenza! Sarò spietato!
professoressino a professoressino!
Matteo
Questo è FALSO!
RispondiEliminaMatteo
Perchè? Se fossi neocatecumenale cambierebbe qualcosa?
RispondiEliminaLei non mi è assolutamente antipatica! la considero, come consiglia l'amico Tripparolo, una pecorella smarrita!
e, guai a me, se non la correggessi di fronte alle incoerenze!
ed alle contraddizioni!
Va da sè! E' ormai un assoluto che solo il suo sia un argomentare intelligente! Anche quando non argomenta e giudica!
Sa! Archeologismo per archeologismo! Chi semina vento raccogie tempesta!
Buona nuit! e sogni d'oro!
Matteo
A proposito! Che il Papa è fesso lo ha detto Lei!
RispondiEliminaQuindi in che cosa consisterebbe una mio eventuale argomentare ridicolo?
Ri-posto
<span>No, è solo una persona che <span>appartiene ad un gruppo che gode di forti appoggi in Vaticano</span>, che continua liberamente il suo cammino, con le sue prassi catechetiche e liturgiche distorte, con testi non pubblicati due annj dopo la consegna di uno statuto incompleto, il tutto dà a queste persone l`illusione di poter dire e fare quello che vogliono,<span>ma qui mica siamo fessi</span></span>
<span><span></span></span>
<span><span>ERGO IN VATICANO SONO FESSI! E CHI GUIDA IL VATICANO? IL PAPA! ERGO IL PAPA E' FESSO! LUISA DIXIT ED ARGOMENTO'!</span></span>
<span><span> ( questo lo posto IO)</span></span>
<span>Dimostrare il contrario!</span>
<span>Matteo</span>
grazie a tutti. il tenore del dialogo è la testimonianza più evidente di ciò che ha prodotto il summorum pontificum: discordia, sospetto, insulti. Bux e compagnia dicono cose senza senso e il bravo padre Augè ci mette un attimo a renderli quelli che sono: incompetenti, che si attaccano ai muri per difendere idee senza senso. Povera Chiesa...
RispondiEliminaLogicamente in tutti i post traspare il PAPISMO di LUISA! Va da sè!
RispondiEliminaMatteo
Certo i vescovi, che possono esercitare la propria potestà ma mai indipendentemente dal Papa, cosa che non è vero al contrario (ciò è affermato anche dal Concilio Vaticano II) dovrebbero secondo "Bux è un demagogo" (complimenti per la scelta del nick pacato e che favorisce il dialogo che tanto auspicate) ricattare il Sommo Pontefice e in cambio del naturale appoggio che, ripeto, l'Episcopato deve al Successore di Pietro, senza il quale non ha modo di esistere, in questo particolare momento storico. Io seguo la Messa nella forma straordinaria ogni settimana e ho riscoperto in essa una grande fonte alla quale attingere. Il silenzio che parla del Mistero, il canto gregoriano che riprende i cori celesti, sono veramente il riflesso della liturgia celeste. Credo fermamente che la liturgia abbia una importanza fondamentale nella vita spirituale dell'uomo ed è per questo che va celebrata in modo degno. Anche la messa gregoriana ha avuto i suoi alti e bassi e in determinati secoli aveva perso il suo connaturato carico spirituale. Però la propria struttura consentiva di garantire, passatemi l'espressione, il minimo sindacale. Con la riforma ciò non è stato più possibile. Bisogna ammettere che determinate liturgie oggi non hanno nulla di divino e assomigliano più a varietà di intrattenimento (basti vedere ciò che è accaduto a Los Angeles). Il problema è serio ed è a ciò che si riferisce don Bux quando dice che la forma straordinaria può raddrizzare quella ordinaria facendole per esempio recuperare l'aspetto della giuridicità capace di arginare l'infinità di abusi che si perpetuano. All'indomani della riforma fu lo stesso Paolo VI a denunciarli ed a parlare di fumo di Satana. Quanto a noi non dobbiamo divorarci a vicenda. Se non ci sono in ballo questioni dottrinali di massima importanza bisogna dialogare pacatamente. Si fanno le celebrazioni con ortodossi e protestanti e poi si vuole negare la possibilità a dei fedeli cattolici di celebrare una liturgia dottrinalmente corretta e patrimonio di Santa Romana Chiesa. Il discorso non vale per i Neocatecumenali che hanno vari problemi dottrinale da chiarire. E speriamo che possano allinearsi ai richiami che amorevolmente la Chiesa ha loro indirizzato. Il Signore ci aiuti a sanare i conflitti e ricordiamoci che solo Pietro ama ed unisce e che dobbiamo seguire il nostro pastore che con amore e pazienza ci indica la retta via che porta alla Verità, una e sola.
RispondiEliminaPovero Matteo,con me è caduto molto male,per giocare certi giochi bisogna essere in due, dove c`è un persecutore c`è una vittima, metta il suo orgoglio, il suo narcisismo,la sua arroganza, la sua intelligenza e delicatezza al servizio di altre cause, potrei sperare e vorrei sperare che stia solo giocando ma temo che faccia sul serio, le sue esternazioni, offensive e ineleganti, mi lasciano indifferente, se poi desidera continuare, lascio alla Redazione il compito di decidere quando avrà oltrepassato i limiti del ragionevole e del tollerabile.
RispondiEliminaPovero Matteo, sempre meno credibile, tutti qui sappiamo, e lei il primo, chi sono i potenti appoggi in Vaticano del cammino neocat.
RispondiEliminaCome lei sa che il Papa ha chiesto la pubblicazione dei testi catechetici di Kiko Arguello, DUE ANNI DOPO la consegna NON sono ancora pubblicati.
Potrei continuare ma non lo farò perchè lei ha perso completamente il controllo dei suoi nervi, il risultato non è bello da vedere o meglio da leggere.
Caro amico è vero che i Vescovi debbono ossequio al Papa ci mancherebbe altro!E' vero anche che il Papa è il successore di Pietro e presiede nella carità.Ma non credi che sarebbe stato più opportuno che prima di promulgare il Summorum Pontificum avesse consultato i Vescovi magari indicendo un sinodo?Invece ciò non è stato fatto i Vescovi si sono trovati a subire il Summorum Pontificum e questo non è un bene.E' vero che qualche Vescovo è contario pregiudizialmente alla Messa Tridentina e che dopo il Vaticano II qualcuno ha esagerato nel ritenere tutto quello che c'era prima del Vaticano II come sbagliato,ma anche questo modo di imporre la Messa del 1962 non è il massimo.E' una forzatura che danneggia la Messa Tridentina stessa.Papa Benedetto XVI doveva agire più collegialmente invece ha deciso di fare da solo e questo,lo dico con affetto e stima per lui,è stato un errore.E' inutile dirlo ma la maggioranza dei Vescovi non condivide nè il Summorum Pontificum nè la revoca della scomunica ai Lefevriani.Certo bisognava ricucire gli strappi e sono anche d'accordo di concedere la Messa Tridentina a chi la vuole ma bisognava proprio farlo con una imposizione?Non se ne poteva discutere?Perchè tanta sfiducia nei Vescovi.la chiusura viene da questo.Dal fatto che voi correste imporre la Messa Tridentina a tutti.E allora la gente normale si allontanerà sempre più da essa.E sia voi che i Lefebrviani fate di tutto per rendervi spiacevoli e per far odiare la Messa Tridentina.
RispondiEliminaSe invece cambiaste atteggiamento se aveste rispetto del Concilio Vaticano II,della riforma liturgica trovereste molte porte più aperte.Invece fate di tutto per auto isolarvi.E allora resterete sempre la nei centri Messa a dire Messe Tridentine ad orari improbabili,come nella mia città dove sono 20 persone tutte appartenenti ad Unavox.Quelli sono e quelli resteranno fino a che non si autoestingueranno o fino a che il Sacerdote si renderà indisponibile ma nelle parrocchie,di questo passo, non entrerete mai.Come la Fraternità Pio X.Ma siete voi gli artefici del vostro stesso destino non i Vescovi.La colpa è vostra,non potete attaccare gloi altri e poi pretendere che vi accolgano a braccia aperte.
Caro amico dici bene il canto gregoriano è bellissmo.Io sono un cultore del canto Gregoriano da anni.Ma anche tra i canti moderni ce ne sono ei buoni.Se ti trovi bene con la Messa del 1962 fai bene ad andarci ma non dovresti farlo in modo polemico.Poi la solennità non è una carattereistica del rito del 1962,se bene celebrata anche la Messa del 1969 può essere molto solenne e sacrale.Dipende anche dallo Spirito con il quale ci si approccia.Tieni conto poi che per te la Messa del 1962 è soprattutto per i giovani una novità.Ma quando ci fu la ruforma la Messa del 1969 fu accolta con entusiasmo dalla maggioranza dei fedeli.Poi con il tempo quando diventa routine anche la Messa Tridentina ti sembrarà avre edei difetti.Chi decise di riformare la Messa non era pazzo come si vuole far credere.Poi Paolo VI quando parlava del fumo di satana non intendeva alludera alla Messa del 1969 che lui aveva approvato e incoraggiato e difeso da Mons.Lefebrve.Questo è un falso storico.Caro amico Mons Bux come ho detto è un demagogo alla ricerca di carriera.Sa benissimo che se si rubricizza la Messa moderna come quella antica torneranno i difetti del passato.Una Messa estremamete rituale,con riti complicati,ritornerà la passività dell' ssemblea liturgica.Inoltre gli abusi c'erano anche con il Messale di Pio V basta leggere l'opuscolo di Sant'Alfonso Maria dei Liguori "La Messa e l'offico strapazzati"xche è del settecento,come anche l'Enciclica di Pio XII Mediator Dei.Gli abusi ci sono sempre stati e ci saranno sempre è praticamente impossibile evitarli.Quello che può fare la differenza non è aumentare le leggi o rubriche ma catechizzare il popolo di Dio.
RispondiEliminaRiprendere la NUOVA EVANGELIZZAZIONE di cui tanto a parlato Giovanni Paolo II.Perchè tanti abusi derivano dalla scarsa fede che deriva dalla scarsa evangelizzazione del popolo di Dio.
Caro amico nessuno vuole negare niente!Non avete capito che l'ostacolo siete voi a innalzarlo.Fino a che la Messa Tridentina significherà per voi No al Vaticano II,NO alla riforma liturgica,No al Messale del 1969 allora sarete sempre messi ai margini.Se invece vivrete la Messa Tridentina secondo quella che era l'intenzione di Benedetto XVI allora sarà diverso.Se da questo celebrare al Messa Tridentina si verdanno frutti buoni per tutta la Chiesa allora si che troverete porte aperte.Ma fino a che vi sentirete i paladini della Chiesa,i migliori di tutti ,fino a che disprezzerete gli altri,il Vaticano II,il Messale del 1969 sarete voi stessi a mettervi fuori dalla Chiesa.
RispondiEliminaVisto che parli dei Neocatecumenali che non c'entrano nulla con questo discorso,e che evidentemente non conosci bene ,ma che evochi nel tentativo di colpirmi ti dico che sei male informato.I Neocatecumenali sono pienamente approvati dalla Chiesa Cattolica e non c'è nessun problema dottrinale pendente nè da chiarire.Tutto è stato esaminato ed approvato definitivamnete dall'autorità della Chiesa ciò è provato.Il Cammino Neocatecumenale quindi è in piena comunione con la Sede Apostolica sotto ogni punto di vista giuridico e dottrinale.Ti basti ricordare l' attestazione di stima del Santo Padre nella udienza del 10 gennaio 2009 nonchè dell'approvazione del direttorio catecheico (2003) e dell' approvazione definityiva degli statuti 2008.Quindi amico mio lascia perdere il Cammino Neocatecumenale che non c'entra proprio nulla.Non c'è alcun richiamo amorevole della Santa Sede.Evidentemente ci stai confondo con qualcun'altro che sta affrontando i dialoghi con la santa sede per appuarne l'ortodossia.Ma non è certo il,Cammino Neocatecumenale
Ti prego di non dire inesattezze e di informarti meglio su argimenti che evidentemente non conosco bene
Chiederemo al Cerimoniere. Che tuttavia non è esperto di Messa riformata (ammesso che... si possa esserlo: sarebbe un po' come essere scultore di sostanza gassosa)
RispondiEliminaLo ha già superato, e non è la prima volta.
RispondiEliminaOra davvero basta, Matteo. Stai veramente mettendo a durissima prova la nostra pazienza.
caro Daniele,
RispondiEliminanon solo non si allineranno mai all'indirizzo che il Papa sta dando alla Chiesa, poichè seguono ciecamente solo il loro leader-despota, avendo fatto della disobbedienza alla gerarchia esattamente il loro programma per disgregare la Chiesa Cattolica e rifondarla come neo-luterana (mantenendo per ora la maschera cattolica, col fine di ingannare gli ignari e adescarli.....), ma fanno e faranno di tutto per combattere con tutte le loro forze la riunificazione della Chiesa, forzando la mano al Papa (come ben si intuisce dalla presenza attiva di certi personaggi vaticani "influenti"....) per seguire essi ostinatamente la loro "nuova" direzione immutata, e (forti anche dell'appoggio di vari prelati) soffocare e stroncare tutte le speranze, le certezze, le iniziative, le attività, le celebrazioni, le aggregazioni, i movimenti d'azione, pensiero e divulgazione della Sacra Tradizione che i fedeli laici e i sacerdoti si sforzino di promuovere, a tutti i livelli del corpo ecclesiale, abbattendo le certezze, seminando confusione negli incerti e timorosi, lavorando per la divisione e il caos, finalizzato al loro scopo di dominio assoluto della Chiesa di Cristo:
e lo dimostrano abbondantemente coi loro discorsi carichi di odio e menzogne demolitrici, imperversando in questo e in altri blog cattolici, mirando ad eliminare gli avversari dalla scena dialettica ed ecclesiale (se non riescono a portarli dalla loro parte con l'inganno...), e non trovano pace finchè no ci riusciranno....
....altro che unità !
<span>caro Daniele, </span>
RispondiElimina<span>i NC, veri settari e finto-cattolici, non solo non si allineranno mai all'indirizzo che il Papa sta dando alla Chiesa, essendo fondati e radicati nella menzogna kikiana, poichè seguono ciecamente solo il loro leader-despota, avendo fatto della disobbedienza alla gerarchia esattamente il loro programma per disgregare la Chiesa Cattolica e rifondarla come neo-luteran-giudaica (mantenendo per ora, da 40 anni, la maschera cattolica, col fine di ingannare gli ignari e adescarli.....), ma fanno e faranno di tutto per combattere con tutte le loro forze la riunificazione della Chiesa, forzando la mano al Papa (come ben si intuisce dalla presenza attiva di certi personaggi vaticani "influenti"....) per seguire essi ostinatamente la loro "nuova" direzione immutata, e (forti anche dell'appoggio di vari prelati) soffocare e stroncare tutte le speranze, le certezze, le iniziative, le attività, le celebrazioni, le aggregazioni, i movimenti d'azione, pensiero e divulgazione della Sacra Tradizione che i fedeli laici e i sacerdoti si sforzino di promuovere, a tutti i livelli del corpo ecclesiale, abbattendo le certezze, seminando confusione negli incerti e timorosi, lavorando per la divisione e il caos, finalizzato al loro scopo di dominio assoluto della Chiesa di Cristo:
e lo dimostrano abbondantemente coi loro discorsi carichi di odio e menzogne demolitrici, imperversando in questo e in altri blog cattolici, mirando ad eliminare gli avversari dalla scena dialettica ed ecclesiale (se non riescono a portarli dalla loro parte con l'inganno...), e non trovano pace finchè non ci riusciranno....
....altro che unità !</span>
Le solite censure che distorcono il tutto!
RispondiEliminaPerchè non censurate chi accusa il Vaticano di fesseria?
Matteo
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RispondiElimina</p><p>Ho l`impressione che, più che gli interventi di alcuni neocatecumenali rapidamente riconoscibili sui blog cattolici legati alla Tradizione, come qui su questo blog, ciò che è carico di conseguenze è lo sforzo o direttiva di mimetizzazione, di ipocrita e sventolata obbedienza al Papa, quando, nella realtà, il cammino neocat e i neocat continuano la loro strada seguendo le direttive e l`insegnamento degli iniziatori (che è "sacro" e intangibile), facendosi i vessilli della nuova evangelizzazione portano il verbo e il rituale kikiano e non l`insegnamento e Liturgia della Chiesa, ovunque si installino,
</p><p>ponendosi come difensori della moralità e della famiglia, riescono a far "dimenticare" le loro prassi, i loro testi, i loro metodi e via dicendo.
</p><p>E perchè si priverebbero di farlo ora dal momento che è da più di 40 anni che possono farlo, perchè lo farebbero ora che il PCL li ha approvati dando, con quello statuto, la possibilita a Kiko Arguello di andare in giro per il mondo o-e convocare i vescovi in Galilea dicendo che parla e agisce a nome della Chiesa?
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RispondiEliminaHo l`impressione che, più che gli interventi di alcuni neocatecumenali rapidamente riconoscibili sui blog cattolici legati alla Tradizione, come qui su questo blog, ciò che è carico di conseguenze è lo sforzo o direttiva di mimetizzazione, di ipocrita e sventolata obbedienza al Papa, quando, nella realtà, il cammino neocat e i neocat continuano la loro strada seguendo le direttive e l`insegnamento degli iniziatori (che è "sacro" e intangibile), facendosi i vessilli della nuova evangelizzazione portano il verbo e il rituale kikiano e non l`insegnamento e Liturgia della Chiesa, ovunque si installino, ponendosi come difensori della moralità e della famiglia, riescono a far "dimenticare" le loro prassi, i loro testi, i loro metodi e via dicendo.
E perchè si priverebbero di farlo ora dal momento che è da più di 40 anni che possono farlo, perchè lo farebbero ora che il PCL li ha approvati dando, con quello statuto, la possibilita a Kiko Arguello di andare in giro per il mondo o-e convocare i vescovi in Galilea dicendo che parla e agisce a nome della Chiesa?
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RispondiEliminaHo l`impressione che, più che gli interventi di alcuni neocatecumenali rapidamente riconoscibili sui blog cattolici legati alla Tradizione, come qui su questo blog, ciò che è carico di conseguenze è lo sforzo o direttiva di mimetizzazione, di ipocrita e sventolata obbedienza al Papa, quando, nella realtà, il cammino neocat e i neocat continuano la loro strada seguendo le direttive e l`insegnamento degli iniziatori (che è "sacro" e intangibile), facendosi i vessilli della nuova evangelizzazione portano il verbo e il rituale kikiano e non l`insegnamento e Liturgia della Chiesa, ovunque si installino, ponendosi come difensori della moralità e della famiglia, riescono a far "dimenticare" le loro prassi, i loro testi, i loro metodi e via dicendo.
E perchè si priverebbero di farlo ora dal momento che è da più di 40 anni che possono farlo, perchè lo farebbero ora che il PCL li ha approvati dando, con quello statuto, la possibilita a Kiko Arguello di andare in giro per il mondo o-e convocare i vescovi in Galilea dicendo che parla e agisce a nome della Chiesa? </span>
Il Santo Padre, ha dato dei forti richiami che per il momento retano inascoltati, come nel 2005 le sue prescizioni, non suggerimenti, sono state disattese, io spero che la forza dell`esempio di Papa Benedetto, del suo Magistero, riusciranno a toccare anche coloro ai quali viene detto che ciò che vale per i cristiani della domenica, non vale per loro perchè son diversi, perchè hanno delle derogazioni, degli indulti, sì lo spero di tutto cuore.
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RispondiElimina</p><p>Riassumendo:
</p><p>-Il Santo Padre Benedetto XVI fa delle scemenze dal momento che vuole la Croce al centro dell`Altare, che poi lo faccia per ricordarci che senza il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo non ci sarebbe banchetto, è un dettaglio senza importanza, anzi seppre secondo il nostro blogger nc, "La gente normale se ne frega altamente di crocifissi", non dimentichiamo poi il Papa con quella fa anche altre "scemenze", come imporre l`inginocchiamento a chi si accosta alla santa Comunione nelle Liturgie papali, come farci riscoprire i tesori della nostra Tradizione e potrei continuare.
</p><p>- Mons Bux è un demagogo che gira come gira il vento.
</p><p>-Il Santo Padre con il Summorum Pontificum sta provocando guasti, disordini e spaccatura.
</p><p>Anche sorvolando sul poco rispetto per il Papa, che questa lezione ci sia fornita da chi appartiene ad un gruppo che porta la spaccatura, la divisione là dove arriva, mostra non solo l`arroganza(e l`ignoranza) di chi scrive ma lo stato di confusione di una Chiesa in cui si è infiltrato il relativismo e si è installata la religione fai da te, con la presenza di cattivi maestri ch stanno sviando il gregge con i loro magisteri paralleli.
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RispondiEliminaDunque e riassumendo:
-Il Santo Padre Benedetto XVI fa delle scemenze dal momento che vuole la Croce al centro dell`Altare, che poi lo faccia per ricordarci che senza il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo non ci sarebbe banchetto, è un dettaglio senza importanza, anzi seppre secondo il nostro blogger nc, "La gente normale se ne frega altamente di crocifissi", non dimentichiamo poi il Papa con quella fa anche altre "scemenze", come imporre l`inginocchiamento a chi si accosta alla santa Comunione nelle Liturgie papali, come farci riscoprire i tesori della nostra Tradizione e potrei continuare.
- Mons Bux è un demagogo che gira come gira il vento.
-Il Santo Padre con il Summorum Pontificum sta provocando guasti, disordini e spaccatura.
Anche sorvolando sul poco rispetto per il Papa, che questa lezione ci sia fornita da chi appartiene ad un gruppo che porta la spaccatura, la divisione là dove arriva, mostra non solo l`arroganza(e l`ignoranza) di chi scrive ma lo stato di confusione di una Chiesa in cui si è infiltrato il relativismo e si è installata la religione fai da te, con la presenza di cattivi maestri ch stanno sviando il gregge con i loro magisteri paralleli.
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<span>Dunque e riassumendo:
RispondiElimina-Il Santo Padre Benedetto XVI fa delle scemenze dal momento che vuole la Croce al centro dell`Altare, che poi lo faccia per ricordarci che senza il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo non ci sarebbe banchetto, è un dettaglio senza importanza, anzi sempre secondo il nostro blogger nc, "La gente normale se ne frega altamente di crocifissi", non dimentichiamo poi che il Papa con quella fa anche altre "scemenze", come imporre l`inginocchiamento a chi si accosta alla Santa Comunione nelle Liturgie papali, come farci riscoprire i tesori della nostra Tradizione e potrei continuare.
- Mons Bux è un demagogo che gira come gira il vento.
-Il Santo Padre con il Summorum Pontificum sta provocando guasti, disordini e spaccatura.
Anche sorvolando sul poco rispetto per il Papa, che questa lezione ci sia fornita da chi appartiene ad un gruppo che porta la spaccatura, la divisione là dove arriva, mostra non solo l`arroganza(e l`ignoranza) di chi scrive ma lo stato di confusione di una Chiesa in cui si è infiltrato il relativismo e si è installata la religione fai da te, con la presenza di cattivi maestri ch stanno sviando il gregge con i loro magisteri paralleli. </span>
Luisa Luisa...........
RispondiEliminaE' risaputo che "La Verità genera odio" ;
RispondiEliminama è la Verità !
(e chi la odia cerca in ogni modo di ucciderla!.....)
Era già noto, da tempi antichi, che
RispondiElimina<span><span>"L' adulazione procura "amici", la verità genera odio" (Publio Terenzio Afro, II sec. a.C.)</span>
(e per questo vediamo sempre che chi la odia cerca in ogni modo di confonderla, zittirla, eliminarla dalla scena, ucciderla: come nell'anno 33, così accade oggi e fino alla fine del mondo...)</span><span></span>
<span>Era già noto, da tempi antichi, che
RispondiElimina<span><span>"L' adulazione procura "amici", la verità genera odio" (Publio Terenzio Afro, II sec. a.C.)</span>
(e per questo vediamo sempre che chi odia la Verità cerca in ogni modo di confonderla, zittirla, eliminarla dalla scena, ucciderla: come nell'anno 33, così accade oggi e fino alla fine del mondo...)</span><span></span></span>
quanta cattiveria gratuita da parte di quel livoroso ospite anonimo nemico della tradizione cattolica. Non so se mi leggerai ma ti dico solo questo: noi amanti della tradizione e della messa di sempre, non vogliamo imporre niente a nessuno. tu con tutta quella maggioranza oceanica da te evocata di seguaci della messa conciliare, potrai sempre e comunque continuare a ritrovarti in seno alla da te tanto amata assemblea, potrai continuare a sentire le chitarre, i bongo bongo e le prediche sulla fame nel mondo e sui diritti dei migranti, ma perchè vuoi impedire a noi, che siamo così pochi e così innoqui, di andare alla nostra messa di sempre, che è la messa di San Pio, di San Francesco, di sant'Antonio e dit tutti i papi, i sacerdoti, i santi e i cristiani che si sono succeduti fino al 1962? perchè ce lo vuoi impedire? in fondo se siamo così pochi e se la messa di sempre non interessa a nessuno, perchè impedire l'esercizio di questa facoltà riconosciutaci dal papa? proprio non capisco. a si in fondo noi siamo i tuoi nemici, perchè sai benissimo che finchè sarà accesa la piccola fiammella della tradizione, ci sarà sempre il rischio (per voi diabolici filoconciliari) di far rinascere la chiesa di Cristo Re
RispondiEliminainfatti, Eraclio,
RispondiEliminaè questa la loro vera paura: tutti questi arroganti sostenitori del Potere egemone sanno benissimo che i pochi diventerebbero in poco tempo di nuovo tanti e poi tanti, da far rinascere rinnovata completamente tutta la Chiesa, nel segno della <span>Tradizione imperitura !</span>
Inorridiscono al pensiero della Forza che anima quei pochi, che non nasce da forze o facoltà umane, ma viene donata dall'Alto, da Dio stesso che vuole tale profondo rinnovamento e lo ha mostrato col grande atto di coraggio ispirato a Papa Benedetto, quello di voltare decisamente una pagina della storia della Chiesa, ormai superata, ritrovando la continuità nella Tradizione (le radici a cui risalire);
essi hanno una paura tremenda di quel piccolo granello di senapa che, seminato dall'uomo nel campo,
"..... è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto; e diventa un albero, tanto grande che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami."
(Mt, 13, 31-32)
-----------
(essi sanno benissimo che quel granello diventerà un immenso albero: e perciò vogliono soffocarlo alla nascita, impedire in tutti i modi che venga seminato!....)
infatti, Eraclio,
RispondiEliminaè questa la loro vera paura: tutti questi arroganti sostenitori del Potere egemone sanno benissimo che i pochi diventerebbero in poco tempo di nuovo tanti e poi tanti, da far rinascere rinnovata completamente tutta la Chiesa, nel segno della <span>Tradizione imperitura !</span>
Inorridiscono al pensiero della Forza che anima quei pochi, che non nasce da forze o facoltà umane, ma viene donata dall'Alto, da Dio stesso che vuole tale profondo rinnovamento e lo ha mostrato col grande atto di coraggio ispirato a Papa Benedetto, quello di voltare decisamente una pagina della storia della Chiesa, ormai superata, ritrovando la continuità nella Tradizione (le radici a cui risalire);
essi hanno una paura tremenda di quel piccolo granello di senapa che, seminato dall'uomo nel campo,
"..... è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto; e diventa un albero, tanto grande che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami."
(Mt, 13, 31-32)
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(essi sanno benissimo che quel granello diventerà un immenso albero: e perciò vogliono soffocarlo alla nascita, impedire in tutti i modi che venga seminato!....)
ti rendi conto che stai parlando della Chiesa come se fosse ad un nuovo inizio?
RispondiEliminaE in fondo, purtroppo, così è perché l'hanno (dovrei dire l'abbiamo!) davvero troppo sfigurata!
Che il Signore ci conceda, a ognuno nel nostro piccolo, che in Lui diventa seme che germoglia e poi produce frutti, di riparare...
<span>ti rendi conto che stai parlando della Chiesa come se fosse ad un nuovo inizio?
RispondiEliminaE in fondo, purtroppo, così è perché l'hanno (dovrei dire l'abbiamo!) davvero troppo sfigurata!
Che il Signore ci conceda - a ognuno nel nostro piccolo, che in Lui diventa seme che germoglia e poi produce i frutti che Lui vuole - di riparare...</span>