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lunedì 22 marzo 2010

Intervista a don Nicola Bux sullo stato della liturgia

di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 19 marzo 2010 (ZENIT.org).- Nel luglio del 2007 con il Motu Proprio "Summorum Pontificum" il Pontefice Benedetto XVI ha ripristinato la celebrazione della Messa in latino. L’evento ha suscitato scalpore. Si sono levate vibranti voci di protesta, ma anche coraggiose acclamazioni. Per spiegare il senso e la pratica delle riforma liturgica di Benedetto XVI, don Nicola Bux, sacerdote, esperto di liturgia orientale e consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, ha pubblicato il libro “La riforma di Benedetto XVI. La liturgia tra innovazione e tradizione” (Piemme, Casale Monferrato 2008), con prefazione di Vittorio Messori. Nel libro don Nicola spiega come la ripresa del rito latino non sia un passo indietro, un ritorno ai tempi precedenti il Concilio Vaticano II, bensì un guardare avanti, riprendendo dalla tradizione passata quanto di più bello e significativo essa può offrire alla vita presente della Chiesa. Secondo don Bux quello che il Pontefice vuol fare nella sua paziente opera di riforma è rinnovare la vita del cristiano, i gesti, le parole, il tempo del quotidiano restaurando nella liturgia un sapiente equilibrio tra innovazione e tradizione. Facendo con ciò emergere l’immagine di una Chiesa sempre in cammino, capace di riflettere su se stessa e di valorizzare i tesori di cui è ricco il suo scrigno millenario. Per cercare di approfondire il significato ed il senso della Liturgia, i suoi cambiamenti, il rapporto con la tradizione e il mistero del linguaggio con Dio, ZENIT ha intervistato don Nicola Bux.

- Che cos’è la liturgia e perché è così importante per la Chiesa e per il popolo cristiano?
Bux: La sacra liturgia è il tempo e il luogo in cui sicuramente Dio si fa incontro all’uomo. Pertanto il metodo per entrare in rapporto con lui è proprio quello di rendergli culto: egli ci parla e noi gli rispondiamo; gli rendiamo grazie ed egli si comunica a noi. Il culto, dal latino colere, coltivare un rapporto importante, appartiene al senso religioso dell’uomo, in ogni religione sin dai primordi. Per il popolo cristiano, la sacra liturgia e il culto divino attuano dunque il rapporto con quanto ha di più caro, Gesù Cristo Dio – l’attributo sacra significa che in essa tocchiamo la sua presenza divina. Per questo la liturgia è la realtà e “attività” più importante per la Chiesa

- In che cosa consiste la riforma di Benedetto XVI e perché ha suscitato tanto scalpore?
Bux: La riforma della liturgia, termine da intendere secondo la Costituzione liturgica del Concilio Vaticano II, come instauratio ossia ristabilimento al posto giusto nella vita ecclesiale, non comincia con Benedetto XVI ma con la storia stessa della Chiesa, dagli apostoli all’epoca dei martiri con papa Damaso fino a Gregorio Magno, da Pio V e Pio X a Pio XII e Paolo VI. La instauratio è continua, perché il rischio che la liturgia decada dal suo posto, che è quello di essere sorgente della vita cristiana c’è sempre; la decadenza avviene quando si sottomette il culto divino al sentimentalismo e all’attivismo personali di chierici e laici, che penetrando in esso lo trasformano in opera umana e intrattenimento spettacolare: un sintomo oggi è dato dall’applauso in chiesa che sottolinea indistintamente il battesimo di un neonato e l’uscita di una bara dal funerale. Una liturgia diventata intrattenimento, non necessita di riforma? Ecco quanto Benedetto XVI sta facendo: l’emblema della sua opera riformatrice rimarrà il ristabilimento della Croce al centro dell’altare al fine di far comprendere che la liturgia è rivolta al Signore e non all’uomo, ancorché ministro sacro. Lo scalpore c’è sempre ad ogni giro di boa della storia della Chiesa, ma non bisogna impressionarsi.

- Quali sono le differenze tra i cosiddetti innovatori e i tradizionalisti?
Bux: Questi due termini vanno chiariti in premessa. Se innovare significa favorire l’instauratio di cui parlavo, è proprio quella di cui c’è bisogno; come pure, se traditio significa custodire il deposito rivelato sedimentato anche nella liturgia. Se invece innovare volesse dire trasformare la liturgia da opera di Dio ad azione umana, oscillando tra un gusto arcaico che ne vuole conservare solo gli aspetti che aggradano e un conformismo alla moda del momento, andiamo fuori strada; o al contrario, essere conservatori di tradizioni meramente umane che si sono sovrapposte a mo’ di incrostazione sul dipinto non facendo più cogliere l’armonia dell’insieme. In realtà i due opposti finiscono per coincidere e rivelare la contraddizione. Un esempio: gli innovatori sostengono che la Messa in antico era celebrata rivolta al popolo. Gli studi dimostrano il contrario: l’orientamento ad Deum, ad Orientem, è quello proprio del culto dell’uomo a Dio. Si pensi all’ebraismo. Ancora oggi tutte le liturgie orientali lo conservano. Come mai gli innovatori, amanti del ripristino degli elementi antichi nella liturgia postconciliare non l’hanno conservato?

- Che significato ha la tradizione nella storia e nella fede cristiana?
Bux: La tradizione è una delle due fonti della Rivelazione: la liturgia, come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica (1124), ne è elemento costitutivo. Benedetto XVI nel libro Gesù di Nazaret, ricorda che la Rivelazione si è fatta liturgia. Poi ci sono le tradizioni di fede, di cultura, di pietà che sono entrate e hanno rivestito la liturgia, sì che oggi conosciamo varie forme di riti in Oriente e in Occidente. Tutti comprendono quindi perché la Costituzione liturgica, dopo aver ricordato che solo la Santa Sede è l’autorità competente a regolare la sacra liturgia, al n 22, § 3 affermi perentoriamente: “nessun’altro, assolutamente, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica”.

- Sarebbe possibile secondo lei tornare oggi alla messa in latino?
Bux: Il Messale Romano rinnovato da Paolo VI è in latino e costituisce l’edizione cosiddetta tipica, perché ad essa devono far riferimento le edizioni in lingua corrente curate dalle Conferenze Episcopali nazionali e territoriali, approvate dalla Santa Sede. Pertanto, la Messa in latino s’è continuata a celebrare anche col nuovo Ordo, sebbene raramente. Ciò ha finito per contribuire all’impossibilità per un’assemblea composita di lingue e nazioni, di partecipare ad una Messa celebrata nella lingua sacra universale della Chiesa Cattolica di rito latino. Così, al suo posto sono nate le cosiddette Messe internazionali, celebrate in modo che le parti di cui si compone la Santa Messa, si recitino o cantino in più lingue; così ciascun gruppo capisce solo la sua! Si era sostenuto che il latino non lo capiva nessuno; ora, se la Messa in un santuario è celebrata in quattro lingue, ciascun gruppo finisce per comprenderne solo un quarto. A parte altre considerazioni, come ha auspicato il Sinodo del 2005 sull’Eucaristia, si deve tornare alla Messa in latino: almeno una domenicale nelle cattedrali e nelle parrocchie. Ciò aiuterà, nella conclamata società multiculturale odierna, a recuperare la partecipazione cattolica sia quanto al sentirsi Chiesa universale, sia quanto al radunarsi insieme ad altri popoli e nazioni che compongono l’unica Chiesa. I cristiani orientali, pur dando spazio alle lingue nazionali, hanno conservato il greco e lo slavo ecclesiastico nelle parti più importanti della liturgia come l’anafora e le processioni con le antifone per il Vangelo e l’Offertorio. A instaurare tutto ciò contribuisce sommamente l’antico Ordo del Messale Romano anteriore, ripristinato da Benedetto XVI col Motu proprio Summorum Pontificum, che, semplificando, viene chiamata Messa in latino: in realtà è la Messa di S. Gregorio Magno, in quanto la sua struttura portante risale all’epoca di quel Pontefice ed è rimasta intatta attraverso le aggiunte e semplificazioni di Pio V e degli altri pontefici fino a Giovanni XXIII. I padri del Vaticano II l’hanno celebrata quotidianamente senza avvertire alcun contrasto con l’aggiornamento che stavano compiendo.

- Il Pontefice Benedetto XVI ha sollevato il problema degli abusi liturgici. Di che cosa si tratta?
Bux: Per la verità, il primo a lamentare le manomissioni nella liturgia fu Paolo VI, a pochi anni dalla pubblicazione del Messale Romano nell’udienza generale del 22 agosto 1973. Paolo VI poi, era convinto che la riforma liturgica attuata dopo il Cconcilio, veramente avesse introdotto e sostenuto fermamente le indicazioni della Costituzione liturgica (discorso al sacro collegio del 22 giugno 1973). Ma la sperimentazione arbitraria continuava e acuiva all’opposto la nostalgia dell’antico rito. Il Papa nel concistoro del 27 giugno 1977 ammoniva “i contestatori” per le improvvisazioni, banalità, leggerezze e profanazioni, chiedendo loro severamente di attenersi alla norma stabilita per non compromettere la regula fidei, il domma, la disciplina ecclesiastica, lex credendi e orandi; nonché i tradizionalisti, perché riconoscessero l’“accidentalità” delle modifiche introdotte nei sacri riti. Nel 1975, la bolla Apostolorum Limina di Paolo VI per l’indizione dell’anno santo, a proposito del rinnovamento liturgico aveva annotato: “Noi stimiamo estremamente opportuno che questa opera sia riesaminata e riceva nuovi sviluppi, di modo che, basandosi su ciò che è stato fermamente confermato dall’autorità della Chiesa, si possa vedere ovunque quelle che sono veramente valide e legittime e continuarne l’applicazione con zelo ancora maggiore, secondo le norme e i metodi consigliati dalla prudenza pastorale e da una vera pietà”. Tralascio le denunce di abusi e ombre nella liturgia da parte di Giovanni Paolo II in più occasioni, in particolare nella Lettera Vicesimus quintus annus dall’entrata in vigore della Costituzione liturgica. Benedetto XVI, quindi, ha inteso riesaminare e dare nuovo impulso proprio aprendo una finestra col Motu proprio, affinché pian piano cambi l’aria e riporti sul giusto binario quanto è andato oltre l’intenzione e la lettera del Concilio Vaticano II in continuità con l’intera tradizione della Chiesa.

- Lei ha più volte affermato che in una corretta liturgia bisogna rispettare i diritti di Dio. Ci spiega cosa intende sostenere?
Bux: La liturgia, termine che in greco indica l’azione rituale di un popolo che celebra, per esempio, i suoi fasti, come avveniva ad Atene o come avviene ancora oggi per l’inaugurazione delle Olimpiadi o altre manifestazioni civili, evidentemente è prodotta dall’uomo. La sacra liturgia, reca questo attributo, perché non è a nostra immagine – in tal caso il culto sarebbe idolatrico, cioè creato dalle nostre mani – ma è fatta dal Signore onnipotente: nell’Antico Testamento, con la sua presenza indicava a Mosè come doveva predisporre nei minimi particolari il culto al Dio unico e vero insieme al fratello Aronne. Nel Nuovo Testamento, Gesù ha fatto altrettanto nel difendere il vero culto cacciando i mercanti dal Tempio e dando agli Apostoli le disposizioni per la Cena pasquale. La tradizione apostolica ha recepito e rilanciato il mandato di Gesù Cristo. Dunque, la liturgia è sacra, come dice l’Occidente, e divina, come dice l’Oriente, perché istituita da Dio. San Benedetto la definisce Opus Dei, opera di Dio, a cui nulla va anteposto. Proprio la funzione mediatrice tra Dio e l’uomo propria del sommo sacerdozio di Cristo, ed esercitata nella e con la liturgia dal sacerdote ministro della Chiesa, sta ad attestare che la liturgia discende dal cielo, come dice la liturgia bizantina in base all’immagine dell’Apocalisse. E’ Dio che la stabilisce e quindi indica come lo si deve “adorare in spirito e verità”, cioè in Gesù Figlio suo e nello Spirito Santo. Egli ha il diritto di essere adorato come Lui vuole. Su tutto questo è necessaria una profonda riflessione, in quanto la sua dimenticanza è all’origine degli abusi e delle profanazioni, già descritte egregiamente nel 2004 dall’Istruzione Redemptionis Sacramentum della Congregazione per il Culto Divino. Il recupero dello Ius divinum nella liturgia, contribuisce molto a rispettarla come cosa sacra, come prescrivevano le rubriche; ma anche le nuove devono tornare ad essere seguite con spirito di devozione e obbedienza da parte dei ministri sacri ad edificazione di tutti i fedeli e per aiutare tanti che cercano Dio a incontrarlo vivo e vero nel culto divino della Chiesa. I vescovi, i sacerdoti e i seminaristi tornino ad imparare e ad eseguire i sacri riti con tale spirito e contribuiranno alla vera riforma voluta dal Vaticano II e soprattutto a ravvivare la fede che, come ha scritto il Santo Padre nella Lettera ai Vescovi del 10 marzo 2009, rischia di spegnersi in tante parti del mondo.


Fonte: Zenit

76 commenti:

  1. Si parla troppo e si fa troppo poco. Bux dice cose sane, ma contrapporre i suoi argomenti agli stravolgitori del rito è inutile, perché la loro presa di posizione è dettata da insensibilità al sacro e non da inconsapevoli sviste. Le rettifiche vanno calate dall'alto, cioè dal Papa, cui le attuali condizioni offrono una imperdibile occasione per ristabilire la catena gerarchica, anche a costo di qualche scisma. Benedetto XVI trovi la forza di vincere la sua innata mitezza e agire con la risolutezza che il tempo richiede. RUIT HORA!

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  2. <span>anche a costo di qualche scisma. </span>
    ....e prendendo atto finalmente che qualche scisma C'E' GIA', ed è solo sommerso, occultato sotto un'apparenza di concordia ed obbedienza ecclesiale, infido e doppio, come un giano bifronte !

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  3. <span><span>contribuiranno alla vera riforma ....</span>  
    ma quale " riforma "?... quella che rischia ormai, col passare degli anni, di diventare una leggenda ?  
    quella insita nei documenti datati 45 anni fa, ancora da esplicare, o la "riforma della riforma" di recente annuncio ?  
    Non mi stupisco che possano aumentare gli scettici e gli scoraggiati, dal momento che abbiamo letto, su qualche sito cattolico vicino al Vaticano, detto da chi parlava con grande sicumera, con voce direttamente informata alla "fonte" delle grandi manovre, con l'aria di chi sa qual è il <span>vero stato dei lavori in corso,</span> e volendo dissipare ogni speranza nei fedeli amanti della Tradizione, questa dichiarazione-dissuasione:  
    "Non v'illudete: la "riforma della riforma" NON ci sarà!"  
    (un potente "megafono" del Potere effettivo, evidentemente... non certo dell'Autorità de iure....)</span>

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  4. <span>ristabilire la catena gerarchica</span>
    punto dolente ! e come potrà farlo, se "contro la forza la ragion non vale" ?

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  5. "si deve tornare alla Messa in latino: almeno una domenicale nelle cattedrali e nelle parrocchie."

    Sono speranzoso che sia il prossimo passo per una maggiore consapevolezza liturgica. Le traduzioni, secondo me, sono state il maggior impulso al fai-da-te liturgico, sia per COME sono stati tradotti certi passi (vedi: pro multis, domine non sum dignus...), sia perchè con una Messa in latino, bisogna essere dei latinisti per improvvisare e modificare.

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  6. il cerchio chiuso (che non si riesce a spezzare):
    se il Concilio stesso ha inteso diminuire l'Autorità suprema del Papa, a favore della collegialità (attuata poi come "elettroni liberi tutti"), QUALE AUTORITA' mai potrà imporre l'attuazione delle disposizioni conciliari, se quell'Autorità verticale non ha più la forza di prima, perchè la catena è stata spezzata, a partire dall'alto ? e se la catena ha perso il suo aggancio più Alto, come può reggersi ancora ? qual era il VINCOLO che univa gli anelli della catena, vincolo che non si vede più e NON FUNZIONA più ?
    QUALE la forza gravitazionale che teneva gli elettroni costantemente attratti nella loro orbita dal nucleo, forza che non si sente e non si vede più ?

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  7. <span>si deve tornare alla Messa in latino:</span>
    ma questo <span><span>si deve , </span></span>
    che è un'enunciazione legislativa,
    CHI lo potrà rendere esecutivo, se resta solo proposto, ma non imposto ?
    Se il <span> </span>Papa non impone d'autorità questa celebrazione in latino, e lui stesso non ne dà l'esempio, spera forse che dal basso se ne possa affermare di nuovo l'uso, che poi col tempo si estenda e diventi "normale"
    (da straordinario quale ora è detto) ?....e in quanto tempo ?
    Esiste questa forza che "parte dal basso", in grado di contrastare quella del Potere effettivo ?

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  8. A rega', e allora bbuttamose a ffiume!

    Letti certi commenti a questa splendida intervista parerrebbe che non ci sia alternativa al suicidio di massa! Ma possibile che certuni siano contenti solo quando possono essere scontenti? O così infantili da credere davvero che i danni che sono stati fatti si possano correggere in due minuti? Il Papa si alza una mattina e bang! Tutto sistemato. Ho capito che è tanto che soffriamo, e allora?  A Cristo e i suoi martiri è andata peggio! Ave Maria e avanti! diceva Don Bosco (troppo morbido pure lui? No, dico, con quella tonaca lisa lisa avrebbe scandalizzato chssà quanti "tradizionalisti" di oggi!!!)

    Alla fine si dimostra che la visione realistica della situazione ce l'ha chi sostiene Benedetto e quanto sta facendo (e quanto fatto da Giovanni Paolo II): ma lo sapete da chi è circondato il Papa dopo 40 anni di pazzia postconciliare? E secondo voi con chi le cambia le cose il Papa prima che ci siano abbastanza vescovi che gli danno retta? E come si fa ad avere abbastanza vescovi senza preti? E senza nunzi che segnalano quelli giusti? E come si fa ad avere abbastanza preti se nemmeno nascono abbastanza bambini, e quelli che nascono quasi mai sono educati cristianamente? Ma davvero pensate che basti un diktat papale per ogni singlo problema degli ultimi decenni? Ma la civiltà cristiana è nata il giorno dopo la caduta di Roma per mano delle orde barbariche? L'anno dopo? Il decennio dopo? E l'ha fatta nascere in 24 ore un Motu Proprio, una scomunica, un restyling della Curia? O <span>secoli</span> di evangelizzazione a caro prezzo? Siete davvero ottimisti nel vostro nero pessimismo qualunque cosa Roma dica o faccia!

    Questa intervista ci dice una volta di più che Pietro e i suoi hanno le idee ben chiare sulla situazione: la diagnosi è quella giusta. E noi, invece di aiutarli a curare il paziente che facciamo? Ci lamentiamo e diamo addosso. Quando il papa sembrava silenzioso verso i mali del postconcilio (sembrava, perchè in realtà anche Paolo VI li denunciava), chiedevamo parole chiare. é arrivato GIovanni Paolo II che quasi da solo ha rilanciato il Magistero in ogni campo e gli davamo addosso perchè non faceva abbastanza, mentre invece ha fermato la caduta a picco delle vocazioni, la teologia della "liberazione" e rimesso al centro il Papa (persino col suo funerale!). Dicevamo che non avrebbe concesso nemmeno un indulto e invece poi lo diede nonostante tutto, e allora abbiamo cominciato a lamentarci che non era abbastanza. Poi dicevamo che Ratzinger non sarebbe mai stato eletto. E l'hanno eletto. Poi che non avrebbe mai liberalizzato la Messa antica. E l'ha fatto (però quanto ci ha messo, quel liberale!) E poi giù a lamentarsi che che il Motu Proprio è difettoso. Anzi io sento già discorsi del tipo "Summorum Pontificum farà più male che bene perchè è equivoco"!!! Quando assisterà pontificalmente ad una Messa antica diremo: "Eh, ma non la celebra lui, è debole, non ha coraggio!". Poi la celebrerà (o magari il suo successore, perchè mi sa che lui lo facciamo morire prima di crepacuore, Deus avertat!!) e allora diremo "Eh, ma non si mette il Triregno, non usa la sedia gestatoria, quel modernista!". Poi userà il Triregno e diremo che è debole perchè non fa bruciare vivo Vito Mancuso a Campo de' Fiori.

    Ah, se in questi 40 anni avessimo dedicato alla preghiera, il digiuno e l'elemosina per il Papa (tutti i Papi che abbiamo avuto) un decimo, non dico tanto, del tempo che abbiamo speso a criticarlo e spargere zelo amaro (io per primo, sia chiaro), e avere fede in Cristo che regge la Chiesa, chissà che grazie avremmo potuto ottenere!

    A me questa intervista così, di prima mattina mette di buon umore, mi sprona ancor di più a combattere col [...]

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  9. Mai una volta che si ragioni iin termini di conseguenze del nostro agire!
    Se il Papa facesse così si troverebbe tutta la masnada compatta contro, con i tradizionalisti ancora fuori, ciò equivarrebbe a dire una rottura totale della Chiesa! Ed essendo minoranza chi sta con il Papa ed, ancora e di più, essendo il modo di valutare delle persone influenzato dai media, il Papa verrebbe messo alla berlina. Cosa che al Papa non interessa, ma quante anime andrebbero perse? Quale sarebbe il futuro della Chiesa? Quanti non crederebbero più? Occhio! Abbiamo già visto cosa è successo quando hanno dato in pasto alle folle Cristo! Di fronte a Barabba hanno scelto Barabba! Ergo! Lavorare di cesello! Riportare più persone possibili nella piena comunione e iniziare il lento lavoro di ricostruzione partendo da una sana discrezione, una perfetta cnoscenza dei problemi e chiedendo fiducia ai pi umili!
    Quindi al posto di dare suggerimenti lavoriamo con LUI!!!!
    Matteo Dellanoce

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  10. <span>hai ragione, Quirinus: ormai l'Autorità deve essere propositiva. Sono passati i tempi in cui l'illuminata volontà di un Pontefice che guidava tutto il Gregge si faceva rispettare ed eseguire, contando sull'obbedienza dovuta ai superiori, nella struttura gerarchica. 
    Bisogna prendere atto della realtà.</span>

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  11. si vabbè, sai le pernacchie? E poi che fa, manda gli svizzeri in costume cinquecentesco con le alabarde ad arrestare chi non obbedisce? "Preco, eczelentza  referendissma, mi secua a Caztel Zant'Ancelo! Schnell!". Ma pensi che il Papa sia idiota che non vede la "semplicità" della tua "soluzione"? Oppure pensi che il Papa sia il problema?

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  12. vede, Bartimeo, stavo osservando e sottolineando semplicemente che "lavorare con" il Papa non è possibile (salvo la preghiera) se di fatto la forza di chi "lavora contro" è immensamente superiore: schiacciante.

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  13. essa schiaccia i piccoli di buona volontà con il peso della menzogna che fa dire ai più: "Dovete/dobbiamo obbedire sì, ma ai potenti effettivi, NON al Papa: lui sta a Roma, QUI sappiamo chi comanda!"

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  14. il commento qui sopra era diretto ad un altro che ora pare cancellato, chiedo scusa

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  15. Il solito, con rispetto parlando, sfigato!
    Ci si avvicina, ci si confronta e si convincono le persone della bontà del Papa.
    A meno che Lei non voglia le seggiole e gli scranni...ma allora questo non è servire ma, seculare volontà di potenza!
    Io giro alla larga dai soloni, ma parlo con tutti......lo faccia anche Lei!
    E poi la preghiera è FONDAMENTALE!!!!
    Matteo

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  16. <span>ho letto tutto ciò che hai scritto, Quirinus, riconosco sensate e condivisibili tutte le realtà da te esposte  
    (e mi hai anche suscitato ilarità con la scenetta degli svizzeri...   :)  ...)  
    poi ti ho precisato (ultimi 3 sopra) i motivi del pessimismo sull'azione dal basso...</span>

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  17. Qui non si parla della forma "straordinaria", ma della forma ordinaria del rito romano. Don Bux è consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, quindi come "autorità" non ha nessun compito, ma se l'orientamento è questo c'è da sperare che al termine dei tre anni di prova del MP, vi sia un ulteriore Motu Proprio con cui si ordini, si chieda, si favorisca, il messale di Paolo VI in originale latino.
    Ripeto, sarebbe un ulteriore passo avanti per una consapevolezza liturgica, non certo la fine dei mali, ma un passo avanti!

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  18. <span>ci si confronta ?? 
    bella questa!.... 
    e io le ridico, come già le è stato detto, che lei forse non è mai capitato in quelle diocesi  dove i sacerdoti -in sede di omelia- minacciano i fedeli (che zittiscono terrorizzati sui banchi, poichè mai nessuno ha replicato ad un'omelia!...) di non azzardarsi mai nè a chiedere nè a nominare la Messa antica perchè essa è causa (come si evince da tutto lo svolgersi del discorso) di "idolatria"!</span>

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  19. <span><span>si ordini, si chieda, si favorisca, ...</span> 
     
    vedo che in questa previsione-auspicio c'è un calo costante di 3 gradini di imposizione 
    (o piuttosto "proposizione" ?...) 
    :)  .....  :) </span>

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  20. Certo, non sono il Papa, non so come voglia muoversi. Credo che lo Spirito ispiri meglio lui di me! :)

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  21. Perchè Lei non si è mai alzato in piedi contro il Parroco? Non è mai andato in oratorio e risposto a tono al parroco? Non ha mai scritto mail al vescovo? Io lo faccio regolarmente. E che ci provino a sbattermi fuori...
    Mah! E' il Parroco che terrorizza o sono pavidi i fedeli?
    Mah!
    C'era una volta il martirio adesso c'è il terrore! E che mi fa il Parroco? Mi picchia? Mi somunica? Mi scaccia?
    siamo seri! Dai! Se uno vuole di pretesti mentali per giustidicare il suo comportamento ne trova a bizzeffe! E ne trova anche per deresponsabilizzarsi!
    Matteo Dellanoce

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  22. Errata corrige: "<span>al termine dei tre anni di prova del MP"</span>

    Il Summorum Pontificum non prevede nessun periodo di prova. Nella lettera ai vescovi allegata, invece, Benedetto XVI dice: "Inoltre, vi invito, cari Confratelli, a scrivere alla Santa Sede un resoconto sulle vostre esperienze, tre anni dopo l’entrata in vigore di questo Motu Proprio. Se veramente fossero venute alla luce serie difficoltà, potranno essere cercate vie per trovare rimedio."
    Quindi un ulteriore intervento sarà solo per sanare eventuali difficoltà. Che sia un bene o un male, non lo so. Vedremo.

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  23. Se l'autorià pontificia è stata dimezzata e comunque offuscata è perché i Papi l'han permesso. Benedetto XVI, quindi, non ha da far altro che, con la stessa rislutezza con cui ha condannato preti pedofili e vescovi compiacenti, ristabilire l'ordine gerarchico ed agire di conseguenza, spiegando in modo a tutti comprensibile le sue motivazioni con una enclica rivolta a tutti i fedeli, e insistendovi dalla sua "finestra" sino a quando non sarà entrata in tutte le teste. Non ci sarà scisma, o quanto meno si tratterà di defezioni di trascurabili frange, perché perder le prebende è un valido antidoto alle velleità. E i fedeli avrebbero dalla loro la volontà esplicita del papa.

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  24. Carissimo "quale",

    l'azione non è mai solo dal basso. Ma è come quella goccia d'acqua che il sacerdote mette nel calice. Come dice San Tommaso, la Grazia presuppone e perfeziona la natura, ma se la natura non c'è per niente, la Grazia che fa? Le caldarroste? Come dice S. Giovanni Battista, Dio può suscitare figli d'Abramo pure dalle pietre, ma non lo fa. Dio vuole un cenno di fede da parte nostra, dai figli di Abramo che sono nati come lui ha disposto che nascessero, vuole però la rinucia alle nostre vie, perchè le sue vie sovrastano le nostre, perchè lui sa cosa è bene per noi e noi no.

    Ora, come ho sentito da un amico tempo fa, le nostre azioni sono povere e insignificanti (e spesso inquinate dal peccato anche quando sono buone o ben intenzionate), ma sono come i pani e i pesci della parabola. Che potevano fare migliaia di persone affamate con 5 pani e due pesci? Anche solo ad annusarli sarebbero finiti presto! E' il Signore che fa i miracoli, non noi. Ma vuole che noi gli presentiamo con fede il poco che abbiamo e lui farà meraviglie.

    Per quello insisto tanto che nel nostro ambiente si smetta di andare avanti a travasi di bile e si faccia quel che si può, sia pure una sola parola buona, una rinuncia, un fioretto. Noi dovremmo essere un'oasi di ristoro per il Santo Padre, non un'altra sorgente di amarezze. Questi 40 anni di cattività babilonese non sono arrivati per caso, e il Signore li ha permessi per purificarci. Chi può dubitare che adesso le Messe antiche siano tra quelle celebrate e seguite con più amore e devozione? Ma ADESSO, però. Prima non era così. Non così spesso almeno. Lo stesso amico mi faceva osservare quegli anni di Messe "contro", alle quali si andava più per dispetto contro i modernisti che per amor di Gesù.

    Mettiamoci l'anima in pace: sono tempi brutti, e lo saranno ancora per un pezzo. Ma qualche raggio di sole tra le nuvole si vede. Migliorerà? Peggiorerà? Boh! Dipende da quanto gli uomini si lasceranno riconciliare con Cristo, da come la Grazia divina e la buona volontà umana si incontreranno. Non c'è una scorciatoia per il ritorno alla "normalità". Si dissoda prima il terreno, lo si pulisce, si ara, si semina e si cura aspettando la fruttificazione delle piante, se non grandina e non gela e non c'è la siccità. E ci vuole tempo e fatica. Tanto tempo e fatica. E divina provvidenza.

    I liberali devono solo distruggere, per loro è più "facile" umanamente parlando. Ma per costruire su basi salde ci vuole tempo, una conoscenza della materia (uomini) e tanta buona volontà. Si deve conquistare un cuore alla volta. Come diceva il Conte De MAistre, la contro-rivoluzione non è una rivoluzione al contrario, ma IL CONTRARIO della rivoluzione. Cioè, dove c'è stata mancanza di carità, doppia carità, dove menzogna, verità, dove crudeltà, mitezza, dove impazienza, mansuetudine e penitenza, dove orgoglio, umiltà. Quando avremo costruito abbastanza sulla roccia di solide virtù e buona dottrina, allora sì che potremo tornare a salaccare i cattivi come si deve, quando si deve! Pensa all'ideale Templare: non è un caso che sia sorto all'apogeo della civiltà cristiana e non ai suoi inizi: richiede tutto un mondo, una cultura, un' "atmosfera" per essere compreso. Eci vogliono generazioni di buona semina e buona coltivazione! "Le radici profonde non gelano" o più prosaicamente "ha dda passa' a nuttata!". MA se anche non passasse prima che chiudiamo gli occhi su questa valle di lacrime, embè? Mica ci giudicherà sui risultati, ma sulla purezza di cuore, sulle virtù (e qui tremo, e prego Maria!). Se potremo dire "ho combattuto la buona battaglia" e non ho perso la carità, beh non solo avremo salvato l'animaccia nostra, ma avremo pure lasciato un sacco di munizioni per [...]

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  25. <span>Se l'autorià pontificia è stata dimezzata e comunque offuscata è perché i Papi l'han permesso. Benedetto XVI, quindi, non ha da far altro che, con la stessa rislutezza con cui ha condannato preti pedofili e vescovi compiacenti, ristabilire l'ordine gerarchico ed agire di conseguenza, spiegando in modo a tutti comprensibile le sue motivazioni con una enclica rivolta ai fedeli e al clero, e insistendovi dalla sua "finestra" sino a quando non sarà entrata in tutte le teste. Non ci sarà scisma, o quanto meno si tratterà di defezioni di trascurabili frange, perché perder le prebende è un valido antidoto alle velleità. E i fedeli avrebbero dalla loro la volontà esplicita del papa.</span>
    Io resto dell'avviso che se si comincia a "tagliar qualche testa", costringendo i vescovi ribelli alle dimissioni o colpendoli duramente, due o tre per nazione, molti altri cominceranno a capir che il Papa fa sul serio. Nel frattempo sorgerà una nuova generazione di vescovi scelti dai sinceri amici del papa. I "nemici" interni, quelli attuali, si posson licenziare ad uno ad uno. Non credo che molti insorgerebbero se Re e Filoni, ad es., fossero spodestati e giubilati con un canonicato in qualche basilica o relegati in qualche parrocchietta.

    Com'è che tanti "nemici" del papa, della Chiesa, sono arrivati ai vertici della S. Sede? Chi li ha voluti? Chi li ha tollerati?

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  26. Io mi chiedo cosa avremmo ottenuto senza le battaglie condotte per 40 anni, pur con atteggiamenti talvolta eccessivi di certe frange.I problemi non sono la sedia gestatoria o il triregno, ma la fede, la dottrina, la liturgia, la morale, la disciplina, la gerarchia della Chiesa, l'essenza stessa della Chiesa: insomma è in predicato la Chiesa, la sua funzione, la sua missione. Non son io ad ignorare il valore della preghiera. Ma la passività dinnanzi alla distruzione della nostra religione non può esser gradita a Dio.

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  27. le tentazioni peggiori di oggi sono quelle sulla fede e sulla fedeltà alla VERITA', e fanno presa su cuori e menti deboli, in nome di una falsa carità, il pernicioso buonismo seminato a piene mani dal Concilio in poi !

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  28. e si è scambiata quella mortale passività, che meglio sarebbe chiamare IGNAVIA, con amor di pace e unione, dimenticando le parole di Nostro Signore, sulla falsa pace:
    "<span><span>Pensate che siavenuto a portare<span></span> la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera.</span></span>
    <span>(Lc 12, 51-53)</span>

    la Chiesa docente e discente è oppressa e offuscata, soffocata e paralizzata da questa falsa pace, esattamente da 45 anni, da quando si disse che misericordia equivale a NON CORREGGERE, mentre è  proprio il contrario:

    INSEGNARE AGLI IGNORANTI,
    AMMONIRE I PECCATORI !

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  29. <span>e si è scambiata quella mortale passività, che meglio sarebbe chiamare IGNAVIA, con amor di pace e unione, dimenticando le parole di Nostro Signore, sulla falsa pace:  
    "<span><span>Pensate che sia venuto a portare<span></span> la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera.</span></span>  
    <span>(Lc 12, 51-53)</span>  
     
    la Chiesa docente e discente è oppressa e offuscata, soffocata e paralizzata da questa falsa pace, esattamente da 45 anni, da quando si disse che misericordia equivale a NON CORREGGERE, mentre è  proprio il contrario:  
     
    INSEGNARE AGLI IGNORANTI,  
    AMMONIRE I PECCATORI !</span>

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  30. Caro Dott. Pastorelli,

    non so se si riferiva alle mie considerazioni, ma nel caso risponderei che:

    1) non voglio riaprire qui una discussione fuori tema rispetto all'intervista che ci porterebbe lontano, ma ho già sostenuto e sosterrò sempre, per convinzione ed esperienza personale che "certe frange" sono state un ostacolo quasi fatale e non un aiuto in questa battaglia. Naturalmente per "certe frange" non intendo tutti i gruppi "tradizionalisti" indiscriminatamente, religiosi o laici, ma sicuramente lo scisma lefebvriano ha aiutato i modernisti a bloccare e quasi uccidere il Motu Proprio per altri venti anni, e poi lo zelo amaro di tanti che sanno solo parlar male del papa  e di "Roma" e poi si ergono a maestri di tradizione. Non se ne può più. Io vedo tanti giovani che non sanno niente delle nostre battaglie, e sofferenze, degli anni '60, '70 e '80 perchè manco erano nati e sono cresciuti - beati loro - sotto "er Polaccaccio de fero" come diciamo noi. Sanno solo che capiscono quello che la Chiesa dice della Liturgia (la Chiesa, quella di ora, non i bollettini cripto-lefevriani e quasi-sedevacantisti) e allora trovano normale frequentare la Messa antica, e restano malissimo quando sentono proprio noi parlar male di tutto e di tutti e specialmente del Papa che a loro pare, giustamente, un padre e un santo.

    2) La preghiera non è certo passività. Anzi, come spiega il Catechismo al n. 2725 è un combattimento, da sempre è il primo campo di battaglia del cristiano edè lì che si vince o si perde. Personalmente voglio piuttosto perdere su tutto che su quello. Se lo dicono tutti i Papi e i Santi, con il Signore, mi fido. Queste non sono illusioni autoconsolatorie, ma carne e sangue del Corpo Mistico di cui Cristo è il Capo.

    3) Sempre nell'ipotesi che si riferisse ai miei commenti, la sedia gestatoria etc. faceva parte di un discorso sul Papa. Ora sulla sua fede e sulla sua dottrina mi pare ci sia poco da discutere, e certo la sua difesa di entrambe è al di sopra di ogni ragionevole sospetto. Poi la Chiesa è per definizione indefettibile. Se finisce lei allora è finito il mondo e quindi abbiamo poco da preoccuparci, anche perchè davvero non poteremmo farci niente.

    Io dico che per quanto terribile, quello che è accaduto è la naturale conseguenza di un processo plurisecolare di agonia e morte della civiltà occidentale che ha intaccato profondamente la componente umana della Chiesa. Un processo che non è cominciato ben prima del vituperato Concilio. Ma poichè è un processo e poichè dipende da uomini, sta agli uomini invertirlo, con l'aiuto di Dio, che ha fatto cielo e terra e quindi, se gli diamo retta e ci diamo da fare senza zelo amaro e illusioni, sanerà la sua Chiesa, con il Papa e non senza di lui. E col Papa che c'è, non quello dei sogni (il quale, ne sono convinto, sarebbe criticato aspramente se certi figuri fossero vissuti al suo tempo, nella concretezza delle situazioni reali e non nella fantasia). Voglio dire che leggendo le pagine del Vangleo di queste settimane, si vede che i primi 12 vescovi li aveva scelti qualcuno che qualcosina ne capiva, eppure non è che siano partiti con una performance sfolgorante, a parte quello ladro e venduto che si è impiccato e di cui l'Autore della Vita disse "sarebbe meglio che non fosse mai nato" (brrrr!!!), quanti ce n'erano sul Calvario con lui? Vogliamo dire che erano stai scelti da qualcuno con poco senso della Chiesa?

    Insomma, la mia polemica è sugli atteggiamenti e l'irrealismo che induriscono i cuori e rendono sterili. Su tutto il resto siamo in genere d'accordo, fatte salve le legittime differenze.

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  31. <span>cominciamo dal poco, va'...  </span>

    dice bene Quirinus: e quale sarebbe questo poco, quando anch'esso ci viene impedito -con la forza e con le minacce- dal potere della Menzogna, che ha detronizzato da molto tempo la Verità ?

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  32. si tratterà allora, quando ci troveremo, come già accade (e non tutti possono raccontarlo apertis verbis) secondo le parole di S. Paolo "tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; sconvolti, ma non disperati; ..." affrontare a viso aperto la testimonianza, il martyrion: quello è da mettere in conto!
    (oppure decidere di mettere sotto silenzio tutte le aspirazioni a "fare" anche un piccolo passo in accordo col Papa, per "non dare scandalo" (come dice talora qualcuno qui, con la forza del capovolgimento epocale delle parole e di tutti i significati !...)

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  33. <span>Caro Dott. Pastorelli,  
     
    non so se si riferiva alle mie considerazioni, ma nel caso risponderei che:  
     
    1) non voglio riaprire qui una discussione fuori tema rispetto all'intervista che ci porterebbe lontano, ma ho già sostenuto e sosterrò sempre, per convinzione ed esperienza personale che "certe frange" sono state un ostacolo quasi fatale e non un aiuto in questa battaglia. Naturalmente per "certe frange" non intendo tutti i gruppi "tradizionalisti" indiscriminatamente, religiosi o laici, ma sicuramente lo scisma lefebvriano ha aiutato i modernisti a bloccare e quasi uccidere il Motu Proprio per altri venti anni, e poi lo zelo amaro di tanti che sanno solo parlar male del papa  e di "Roma" e poi si ergono a maestri di tradizione. Non se ne può più. Io vedo tanti giovani che non sanno niente delle nostre battaglie, e sofferenze, degli anni '60, '70 e '80 perchè manco erano nati e sono cresciuti - beati loro - sotto "er polaccaccio de fero" e sotto "er tedescaccio" come diciamo noi. Sanno solo che capiscono quello che la Chiesa dice della Liturgia (la Chiesa, quella di ora, non i bollettini cripto-lefevriani e quasi-sedevacantisti) e allora trovano normale frequentare la Messa antica, e restano malissimo quando sentono proprio noi parlar male di tutto e di tutti e specialmente del Papa che a loro pare, giustamente, un padre e un santo.
     
    2) La preghiera non è certo passività. Anzi, come spiega il Catechismo al n. 2725 è un combattimento, da sempre è il primo campo di battaglia del cristiano ed è lì che si vince o si perde. Personalmente voglio piuttosto perdere su tutto che su quello. Se lo dicono tutti i Papi e i Santi, con il Signore, mi fido. Queste non sono illusioni autoconsolatorie, ma carne e sangue del Corpo Mistico di cui Cristo è il Capo.  
     
    3) Sempre nell'ipotesi che si riferisse ai miei commenti, la sedia gestatoria etc. faceva parte di un discorso sul Papa. Ora sulla sua fede e sulla sua dottrina mi pare ci sia poco da discutere, e certo la sua difesa di entrambe è al di sopra di ogni ragionevole sospetto. Poi la Chiesa è per definizione indefettibile. Se finisce lei allora è finito il mondo e quindi abbiamo poco da preoccuparci, anche perchè davvero non poteremmo farci niente.  
     
    Io dico che per quanto terribile, quello che è accaduto è la naturale conseguenza di un processo plurisecolare di agonia e morte della civiltà occidentale che ha intaccato profondamente la componente umana della Chiesa. Un processo che è cominciato ben prima del vituperato Concilio. Ma poichè è un processo e poichè dipende da uomini, sta agli uomini invertirlo, con l'aiuto di Dio, che ha fatto cielo e terra e quindi, se gli diamo retta e ci diamo da fare senza zelo amaro e illusioni, sanerà la sua Chiesa, con il Papa e non senza di lui. E col Papa che c'è, non quello dei sogni (il quale, ne sono convinto, sarebbe criticato aspramente se certi figuri fossero vissuti al suo tempo, nella concretezza delle situazioni reali e non nella fantasia). Voglio dire che leggendo le pagine del Vangleo di queste settimane, si vede che i primi 12 vescovi li aveva scelti qualcuno che qualcosina ne capiva, eppure non è che siano partiti con una performance sfolgorante: a parte quello ladro e venduto che si è impiccato e di cui l'Autore della Vita disse "sarebbe meglio che non fosse mai nato" (brrrr!!!), quanti ce n'erano sul Calvario con lui? Vogliamo dire che erano stai scelti da qualcuno con poco senso della Chiesa?  Ovviamente la sto mettendo sul paradossale, ma la mia polemica è sugli atteggiamenti e l'irrealismo che induriscono i cuori e rendono sterili e fanno il gioco del nemico facendoci ragionare come modernisti di segno [...]

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  34. <span>si tratterà allora, quando ci troveremo, come già accade (e non tutti possono raccontarlo apertis verbis) secondo le parole di S. Paolo "tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; sconvolti, ma non disperati; ..." affrontare a viso aperto la testimonianza, il martyrion: quello è da mettere in conto! 
    (oppure decidere di mettere sotto silenzio tutte le aspirazioni a "fare" anche un piccolo passo in accordo col Papa, per "non dare scandalo" , come dice talora qualcuno qui, con la forza del capovolgimento epocale delle parole e di tutti i significati !...</span>
    <span>o forse proprio a conferma cruciale di quella parola SCANDALO, ricordando a questi testimoni di oggi  che Cristo stesso sapeva di dover essere pietra di SCANDALO per i potenti dottori della Legge, e dovette dire ai suoi discepoli: "beato chi non si scandalizza di Me!"; forse ci aspetta proprio la prova di essere osteggiati perchè visti come seminatori di scandalo....e penso che nessuno di noi sia allietato da questa prospettiva, e molti si scoraggiano e rinunciano, se anche quel poco deve causare tormento e turbamento a sè e ai propri familiari e amici, che persone amate debbano essere "malviste" e "prese di mira" insieme con noi e a causa nostra...: è realtà, non fantasia)</span>

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  35. <span><span>si tratterà allora, quando ci troveremo, come già accade (e non tutti possono raccontarlo apertis verbis) secondo le parole di S. Paolo "tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; sconvolti, ma non disperati; ...", di affrontare a viso aperto la testimonianza, il martyrion: quello è da mettere in conto!</span></span>
    <span><span>(oppure decidere di mettere sotto silenzio tutte le aspirazioni a "fare" anche un piccolo passo in accordo col Papa, per "non dare scandalo" , come dice talora qualcuno qui, con la forza del capovolgimento epocale delle parole e di tutti i significati !...</span>  
    <span>o forse proprio a conferma cruciale di quella parola SCANDALO, ricordando a questi testimoni di oggi  che Cristo stesso sapeva di dover essere pietra di SCANDALO per i potenti dottori della Legge, e dovette dire ai suoi discepoli: "beato chi non si scandalizza di Me!"; forse ci aspetta proprio la prova di essere osteggiati perchè visti come seminatori di scandalo....e penso che nessuno di noi sia allietato da questa prospettiva, e molti si scoraggiano e rinunciano, se anche quel poco deve causare tormento e turbamento a sè e ai propri familiari e amici, che persone amate debbano essere "malviste" e "prese di mira" insieme con noi e a causa nostra...: è realtà, non fantasia)</span></span>

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  36. ancora  ?...continua la mistificazione di segnalare come "<span><span>parlar male di tutto e di tutti " laddove qualcuno NON  sta parlando male per gusto vizioso di maldicenza come fosse una specie di tiro al bersaglio, ma dice che si tratta di aprire gli occhi e metter il dito su certe piaghe mai sanate, e tuttora misconosciute e NON-curate, perchè sottovalutate !</span></span>

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  37. ancora  ?...continua la mistificazione di segnalare come "<span><span>parlar male di tutto e di tutti " laddove qualcuno NON  sta parlando male per gusto vizioso di maldicenza come fosse una specie di tiro al bersaglio, ma dice che si tratta di aprire gli occhi e metter il dito su certe piaghe mai sanate, e tuttora misconosciute e NON-curate, perchè sottovalutate !</span></span>

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  38. See, vabbè, ciao core!

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  39. Incominciamo con il dire che se il tuo Parroco non ti va puoi cercarne un'altro! E questo è bene!
    A meno che il vizio della comodità e della autogiustificazione non pervada! Ed allora o la Messa sotto casa o nulla!
    Matteo Dellanoce

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  40. Quirinus...bene, bravo, bis!
    Matteo Dellanoce
    Manco lo avessi scritto io :-D :-D :-D :-D

    RispondiElimina
  41. Ma è chiaro che la faccenda sta proprio così. Bisogna cominciare a tagliare qualche testa (di rapa), imponendo dimissioni e inibendo l'azione nefasta dei vescovi ribelli. I vescovi devono essere rieducati a sottostare all'autorità di Pietro. Diversamente prolifererà il caos. Benedetto XVI, il migliore dei Papi che abbiamo visto dopo Pio XII, è di indole mite e remissiva ma non incapace di interventi duri e decisi. Preghiamo e speriamo.

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  42. cercarne un'altro....?

    :) ---- :-D --- :-D ----

    RispondiElimina
  43. Gli atteggiamenti radicali e le prese di posizione estreme sono sempre spiacevoli, ma date le circostanze in cui versa oggi gran parte del clero sono necessari. Un tempo anch'io, come Quirinus, li consideravo con relativa perplessità, ma alla luce della violentissima fronda insorta contro Benedetto XVI in seno alla vescovaglia e alla pretaglia di mezzo mondo, mi sono convinto che senza fughe in avanti e senza azioni risolute non si caverà un ragno dal buco. Ed essendo il buco pieno di ragni, è proprio il caso di cominciare a cavarneli.

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  44. Devo dire la verità: a me don Bux fa l'effetto delpesce in barile. D'altra parte come fa ad essere chiaro e netto uno che deve mantenersi ben stretto il suo posticino in Vaticano? E' il classico ermeneuta  della continuità ed estimatore delle riforme liturgiche del VII sempre che siano fatte correttamente e senza voli pindarici ed interpretazioni personali. Fanno più danno i preti come lui che i modernisti spinti perchè da questi possiamo difenderci mentre da quelli come lui rimaniamo fregati.

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  45. proprio così!
    e io non credo che le azioni risolute siano da dconsiderare "fughe in avanti" con la connotazione di imprudenza che questo comporta: sono semlicemente<span> risolute</span>, dove i più rimangono in una irresolutezza che non giova affatto alla guarigione di un malato, dove il ritardo nella cura gioca nettamente" a favore" della malattia !
    "Il medico pietoso fa la piaga cancrenosa".

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  46. <span>proprio così! 
    e io non credo che le azioni risolute siano da considerare "fughe in avanti" con la connotazione di imprudenza che quest'espressione comporta: sono semplicemente<span> risolute</span>, dove i più rimangono in una irresolutezza che non giova affatto alla guarigione di un malato, dove il ritardo nella cura gioca nettamente" a favore" della malattia ! 
    "Il medico pietoso fa la piaga cancrenosa".</span>

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  47. Avevo scritto una risposta a Quirino, ma nelll'inviarla m'è sparita. Riassumo

    Sì, Quirino, le mie osservazioni son nate dalla lettura dei tuoi commenti, ma non solo: son posizioni che ritornano periodicamente nel blog e ritornano le stesse osservazioni.
    PREGHIERA. Non mi sembra d'aver sottovalutato la preghiera. Quando parlavo di passività intendevo la passività nell'operare. Lo Spirito Santo non basta invocarlo: bisogna assecondarlo con la nostra attiva partecipazione. Se un Papa, ad es. si limitasse a pregare senza governare la Chiesa sarebbe anche un sant'uomo, ma certo non un degno Papa.

    Non PASSIVITA'. I fedeli non possono assistere sospirando alla distruzione sistematica della loro fede. Non son così cieco da non aver visto nel passato e nel continuarvi a veder dalle mie pur scarse letture, il marcio che nei secoli ha sfigurato la Chiesa: ma proprio per non ripetere errori del passato i fedeli devono reagire e far presente a chi di dovere i loro errori e le loro responsabilità davanti a Dio ed alla Chiesa.
    Non è dannoso o pericoloso denunciare la crisi, e gli aspetti concreti d'essa, in campo morale, teologico, dottrinale, liturgico, disciplinare ecc. Se avanziamo queste denunce al papa e lo invitiamo ad intervenir con maggior decisione è perché abbiamo fiducia in Lui e vogliamo che Egli impedisca con l'esempioe l'agire che il popolo di Dio, scandalizzato e deluso si allontani. Una parte dei fedeli, la più ebole, si allontana perché colpita dalla vergogna di diffusi episodi d'immoralità ad ogni livello della gerarchia; altri, che meglio conoscono la distinzione tra Chiesa e uomini di Chiesa, per annosa desistenza dell'Autorità che ha lasciato campo libero all'espandersi di eresie che per esser arginate non abbisognano soltanto di qualche generico richiamo o qualche documento dottrinale, ma anche di iniziative che quei documenti mettano in essere. E' inutile pubblicare l'Ecclesia de Eucharistia se non si metton in attoadeguati  provvedimenti per la sua applicazione.

    Le nostre denunce vogliono significare che siamo nella Chiesa, che vogliamo restarci, che vogliamo trattenere i fratelli che, stanchi e delusi disertano il campo, che amiamo il Papa e che vogliamo che lui sappia che gli siamo vicini e ancor più gli saremo vicini quando arriverà il momento (ma per me è già arrivato) in cui riprendendo lo scettro spirituale lo abbatterà con durezza e pietà sui colpevoli di tradimento, in modo chiaro ed inequivoco sì che sia segno incontrovertibile di carità per il gregge percosso e smarrito.
    E se il male, come scrivi, proviene dagli uomini ed essi devon invertir il corso, noi che ci sentiamo Chiesa, membra del Corpo Mistico, dobbiamo a questo fine consacrarci ed è nostro obbligo morale riprendere anche pubblicamente ed in tono adeguato al pericolo, quella parte di gerarchia che opera a detrimento della fede. Se non avessimo la certezza che la Chiesa è fondata da Cristo su Pietro, chissà dove oggi sarebbero tanti di noi.

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  48. Caro Quirino,- 1

    io son Dante per tutti.
    <p>E’ la terza volta che scrivo la mia risposta, perché<span>  </span>l’invio e mi sparisce. Sarà segno che devo tacere? Più di qualcuno ne gioirebbe. Ma, riprendo a scrivere, a distanza di oltre un’ora anche se non ricordo bene come avevo articolato l’intervento, che riassumo in fretta
    </p><p>Sì, le mie osservazioni nascevano dalla lettura dei tuoi commenti, peraltro interessanti e presentati in modo pacato, corretto e rispettoso, il che non è poco.
    </p><p>Via via emergono commenti come il tuo in queste pagine e le risposte non possono variare.
    </p><p>PREGHIERA e AZIONE – Non mi sembra d’aver sottovalutato l’importanza, la necessità della preghiera. Ma se un Papa si limita a pregare e non governa la Chiesa? Sarà senz’altro un sant’uomo, ma non un santo Papa. La stessa cosa si deve dire per i fedeli: la preghiera è un’arma formidabile, ma non si può restar passivi nell’azione. Questo era il senso del mio rifiuto della PASSIVITÀ, e dal contesto si evince agevolmente. Non sostenevo, quindi, che la preghiera sia passiva. Ma c’è il momento della preghiera e c’è il momento dell’agire. E c’è il momento di pregare e agire contemporaneamente. Come c’è il momento dello studio che prelude o conclude la preghiera e l’azione.
    </p><p>Se non fossimo sicuri che lo Spirito Santo guida la Chiesa – nonostante la fragilità e le colpe dei suoi membri, gerarchia ecclesiastica e papi inclusi – molti di noi non sarebbero qui e non sarebbero e non vorrebbero restare neppure nella Chiesa.
    </p><p>Ma l’opera Spirito Santo non basta invocarla, bisogna assecondarla, e noi fedeli che crediamo fermamente in tutte le verità della Chiesa non possiamo sottrarci a questo obbligo morale: aprire le menti all’azione dello Spirito. E ciò può avvenire se esaminiamo oggettivamente la situazione della Chiesa, prendiamo coscienza dei mali che l’affliggono e proponiamo soluzioni o almeno leviamo la nostra voce ad implorare l’intervento di chi ha il compito di guidare il gregge e difenderlo dai mercenari e dai lupi, interni ed esterni, e a fargli presenti situazioni che talvolta gli vengon nascoste.
    </p><p>Se, come scrivi, i mali derivano dall’uomo e dall’uomo va invertito il corso, noi che siamo uomini non possiamo esimerci, ciascuno nel suo campo e tutti nella Chiesa dal consacrarci alla ricostruzione, per la parte che ci riguarda, delle stanze devastate: disciplina, teologia, dottrina, morale, liturgia ecc. ecc. Né possiamo esimerci dal mettere la gerarchia dinnanzi alle sue gravissime responsabilità. E se la gerarchia non ci ascolta, a chi dovremmo ricorrere se non al Papa? Le nostre denunce, le nostre richieste d’intervento non son dettate da malanimo, ma dall’amore per il Papa e per la Chiesa. Se insistiamo nel richiamar la sua attenzione sui venti che scuotono la Chiesa è per dirgli che su di noi può contare come noi contiamo su di lui, che gli siamo vicini e lo saremo ancor di più per fargli da scudo nel momento in cui (e per me è già arrivato) dovrà necessariamente riprendere in mano lo scettro spirituale e abbatterlo sul clero traditore con durezza e pietà, come punizione e apertura al riscatto sì, ma anche come atto di carità verso i fedeli smarriti. Già, perché abbiamo il dovere di far presente anche al Papa il nostro sbigottimento dinnanzi alle defezioni: molti si allontanano, i più deboli, nauseati dalla corruzione che sfregia il volto della Sposa di Cristo, perché, non sapendo distinguere tra Chiesa e uomini di Chiesa, [...]

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  49. Caro Quirino - 2


    <p>INDEFETTIBILITA'. Se non fossimo di ciò convinti, a che pro pregare, combattere, amare, soffrire? Ma proprio perché questa indefettibilità risplenda in tutta la sua luce è necessaria la nostra vigilanza operosa. Dobbiamo diradare le tenebre che offuscan la luce. Non si parla tanto, oggi, dei doveri e della funzione del laicato? Questa funzione il popolo di Dio l'ha sempre svolta, anche cacciando a pedate vescovi eretici.
    </p><p>SCISMA LEFEBVRIANO - A parte il fatto che l'attuale Papa mai ha voluto usar il termine "scisma", se non ci fosse stata la reazione di mons. Lefebvre saremmo stati fagocitati dal modernismo imperante e schiacciati da una gerarchia oppressiva e arrogante.
    </p><p>Certo, prima di Lefebvre gruppi come Una Voce Internazionale avevano iniziato e condotto per alcuni anni la battaglia sulla liturgia, ma il problema s'è imposto in tutta la sua tragica gravità per la vita della Chiesa con la costituzione e la lotta della FSSPX. Questa reazione ha dato armi ai modernisti? Sì, ma essi avevano già in mano le leve del comando ed emarginavano come gruppetti di nostalgici le associazioni, appunto come Una Voce, che si mantenevano su di un piano teorico liturgico-dottrinale.
    </p><p>Se non ci fosse stata la battaglia di Lefebvre avremmo avuto  Quattuor abhinc annos? Non era nato questo indulto (e perché l’indulto quando il messale di S. Pio V mai era stato giuridicamente abrogato e quindi sempre rimasto in pieno vigore?) per allontanare i fedeli da questa Fraternità? E il M.P. Ecclesia Dei non nacque a seguito delle consacrazioni episcopali? Se abbiamo ottenuto qualcosa lo dobbiamo, volenti o nolenti, a Lefebvre. Senza di lui ci sarebbe stato concesso qualche sporadico e tignoso indulto. E la pur condizionata liberalizzazione del Messale antico siamo sicuri che non è stata una risposta alle richieste della Fraternità come preliminare manifestazione di buona volontà prima di inziare i colloqui dottrinali? Bisognerebbe forse tornare a dire col card. Oddi: Grazie, Monsignore!
    </p><p>Non sottovaluto, sia chiaro, la consapevolezza di Benedetto XVI che già nel 1976 affermava, sgomento, che mai nella Chiesa c'era stata una simile traumatica rottura liturgica, nella sacralità più profonda della Chiesa. Né la sua disponibilità ad ampliare l'indulto, in risposta alle richieste che venivano da più parti, come mi scrisse anni fa, dopo aver letto alcuni articoli sul mio bollettino Una Voce Dicentes, e dopo aver elogiato il nostro lavoro. Ma il grosso del movimento tradizionale s'è sempre raccolto intorno a Lefebvre ed alla sua Fraternità. E da coloro che da Lefebvre si distaccarono son nate altre ma meno importanti o imponenti realtà.
    </p><p>Dunque, diamo a Lefebvre quel ch'è di Lefebvre. E' a lui che si deve anche lo smascheramento dei nemici interni della Chiesa e del Papa.
    </p><p> </p>

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  50. e peccè?
    che gli è se spezzata a sua catena?
    cert de idrauici ce ne sò pochi
    e difficili a trovasse

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  51. <span>Devo dire la verità: a me don Bux fa l'effetto delpesce in barile. D'altra parte come fa ad essere chiaro e netto uno che deve mantenersi ben stretto il suo posticino in Vaticano? E' il classico ermeneuta  della continuità ed estimatore delle riforme liturgiche del VII sempre che siano fatte correttamente e senza voli pindarici ed interpretazioni personali. Fanno più danno i preti come lui che i modernisti spinti perchè da questi possiamo difenderci mentre da quelli come lui rimaniamo fregati.</span>

    Ecco, questo è il perfetto esempio di idiozia calunniosa, rancorosa e suicida che fa il giuoco dei modernisti e isola il Papa e chi serve la Chiesa onestamente convincendoli che anche i tradizionalisti sono una massa di matti esaltati e allo stesso tempo infantili come i progressisti. Si riesce a parlare male anche di chi fa bene. Se l'interivsta di Don Bux non ti pare chiara allora hai bisogno degli occhiali, amico mio. Se poi "chiarezza" significa dire che il Concilio, il Papa e tutti quelli che non obbediscono al tuo infallibile magistero sono eretici, beh allora chiedo scusa, pensavo di parlare tra cattolici qui, non scismatici sedevacantisti.

    Una cosa sono le legittime differenze d'opinione, altro sono le calunnie. E satana gode, e con lui i suoi satelliti modernisti che ci affliggono. Per questi gruppi di rito Tafazzita (mi vengono così  8-) ) il motto l'ha coniato il compagno Nanni Moretti: "Continuiamo così, facciamoci del male".

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  52. ammmagari famo pure quarche rogo.......

    a regazzì
    vattene a ddormì vai

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  53. à sor bartimeo
    questi  (commentatori der genere precedente) nzanno manco
    ndò stà a carità

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  54. a sor pastorelli se lei tace
    più che gioirne noi
    glie giova a lei........
    come se dice........
    er bel tacer

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  55. Caro Dante (un nome caro a ogni Italiano e Cristiano degno del nome!),

    come detto, non vorrei riaprire la discussione, per me dolorosissima, sui Lefebvriani. Dico solo che i meriti di Monsignore mi sono chiarissimi, ma una cosa è il periodo iniziale della sacrosanta reazione agli abusi d'ogni sorta del postconcilio, altra è quella inesorabile deriva che portò allo scisma partendo da posizioni assurde su "Roma" e sul Concilio già all'inizio degli anni 80. E mi spiace, ma se dobbiamo fare i tradizionalisti allora consacrare vescovi contro il Papa è scisma e basta, e del resto così lo chiama giustissimamente il MP Ecclesia Dei, poi ben vengano i linguaggi diplomatici per aprire i cuori e favorire il dialogo, ma la realtà quella resta. Ma lasciamo stare quest'altro cavillo, tolte ormai le pur legittime e inevitabili scomuniche, è pura accademia.

    Non ho mai detto ne mai dirò che Monsignore ha ritardato la liberalizzazione della Messa antica fondando la Fraternità - ci mancherebbe!! - ma facendosi trascinare in quella follia del 1988 sì, eccome! Se prima eravamo reietti, dopo eravamo ipso facto scismatici per il solo fatto di desiderare quello che i nostri padri avevano venerato, e il Papa si trovò di nuovo solo in Curia e sotto scacco delle conferenze episcopali (magari si potessero abolire domani!), a parte il solito J. Ratzinger, il cui discorso in Cile ai vescovi resta la perfetta analisi del gravissimo problema dottrinale dei lefebvriani. Pensavo fosse terribile nel primo post-concilio, ma il periodo peggiore per me resterà sempre il post-scisma, un grandissimo favore al modernismo e una pugnalata al cuore di Giovanni Paolo II. Tanti nella Fraternità, soprattutto tra i più giovani, queste cose le hanno capite (anche perchè leggono - magari di nascosto - pure il Magistero postconciliare senza censure e si sono accorti che è cattolico quanto quello di prima) e io non vedo l'ora di riabbracciarli in piena comunione, col bisogno disperato di bravi preti che abbiamo, anche se i soliti noti dentro e fuori la Fraternità faranno di tutto per fare un altro favore ai modernisti e impedire a questa agognata riconciliazione con Pietro di avere luogo.

    Un'ultima precisazione: per me le deviazioni dottrinali dei Lefebvriani sono gravissime, come ho detto, non perchè siano peggiori di quelle dei modernisti (cui per molti versi assomigliano) ma perchè sono di persone che sento vicine, che avrebbero dovuto essere la punta di lancia dello sforzo titanico compiuto negli ultimi 30 anni, e invece si sono fatte fregare dall'orgoglio come dei Kung e dei Boff qualsiasi (per carità, so benissimo che glie ne hanno fatte di tutti i colori, sono le stesse cose che abbiamo patito tutti, e quelle serpi che le hanno fatte ne dovranno rendere ben conto a Giosafat, ma due torti non fanno una ragione). Sono peggiori perchè indeboliscono il Papa dando credibilità a chi dice che noi siamo una manica di nostalgici biliosi e ignoranti. Mi batterò sempre  perchè il nostro modo, lo ripeto, sia per Pietro un'oasi ristoratrice di amore, serenità, serietà, studio e dedizione alla sposa di Cristo, e non la continua doccia di bile che non serve anulla se non al diavolo. Il resto l'ho già detto negli altri commenti e non vorrei venire a noia più di quanto non abbia già fatto.

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  56. io invece a leggerte
    mme viene da grattarme......

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  57. ma à ormai
    mme ora de annattene a ddormì !!!!!
    aò er gufo te fà n'baffo!

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  58. Tu dimentichi che Monsignor Lefebvre agì per preservare il sacedorzio ed i sacramenti della chiesa dalla distruzione incalzante. All'epoca sembrava ancora che tutto potesse cambiare, che la Chiesa stesse rivoluzionando se stessa. Era il 1988, solo due anni prima Giovanni Paolo II scandalizzò i cristiani del mondo intero con l'obrobrio di Assisi. Poco dopo, anche in Italia, fu concessa la Comunione sulla mano. Lefebvre aveva perduto fiducia in Giovanni Paolo II. Quando si approssimava a ratificare il protocollo d'accordo con Ratzinger, gli fu detto che doveva scrivere una lettera in cui  avrebbe dovuto chiedere  perdono al papa per quello che aveva fatto. Egli allora  si rifiutò di  sconfessare tutta la sua battaglia antimodernista con quella lettera, in cambio di un effimero riconoscimento canonico.

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  59. I parroci non possiamo sceglierceli, così come i vescovi. Non funziona come al supermercato o come quando si cambia un'auto perchè non corrisponde alle nostre esigenze.

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  60. Meglio caldi o freddi che...tiepidi.

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  61. Le circonlocuzioni sullo scisma son tante: atto di natura scismaitica, atto scimatico, scisma ecc. E per l'attuale Papa c'è un processo di allontanamento, un pericolo di scisma. Egrandi canonisti vicini al papa come Cassidy e Castillo Lara sostenevan che la consacrazione di vescovi senza mandato pontificio non comporta di per sé uno scisma. E infatti affermavan che la Fraternità era nella Chiesa, ma in posizioe di irregolarità. Si ha scisma quando si crea una gerarchia parallela.
    Ma lasciando perder questo e lasciando anche perder gli errori gravissimi della Fraternità (nessuno ha mai parlato di loro posizioni ereticali) resta il fatto inoppugnabile che solo dopo le consacrazione dei quattro vescovi ci fu promulgato l'Ecclesia Dei e da lì partì l'apertura alla liturgia tradizionale. Si dice (credo che lo abbia deto lo stesso Ratzinger) che anche G.P.II volesse liberalizzar la Messa di Pio V, ma poi, come molte volte gli accadde, ebbe a cedere alle pressioni e vi rinunciò. A me e ai miei amici di scismatico non l'ha dato mai nessuno! Certo, se si tace le vulgate girano, con la complicità di cardinali, vescovi e preti, oltre che dalla stampa interessata.

    Quanto al discorso cileno, stranamente nella versione italiana è scomparsa la frase ch'era nell'originale: non uso consapevolmente  il termine errato scisma che a suo tempo lessi. Ma se si va a guardar bene l'analisi di Ratzinger sulla situazione della Chiesa in quel discorso sembra presa pari pari dalle critiche lefebvriane. E successivamente non ha fatto di meno.
    Non conosco giovani della Fraternità:, salvo uno recentemente ordinato suddiacono, ma solo di vista e due parole. Non so quel che pensano. Ma fonti affidabili mi dicono che sono tra i più duri.
    Come sempre ho detto e scritto, è da perseguire con ogni sforzo la concilizione con amore filiale da una parte e amore paterno dall'altra, nella carità e nella verità.
    Enorme sarebbe il capitolo sulla corrispondenza tra magistero preconciliare e postconciliare. I recenti libri di mons. Gherardini e tanti suoi articoli, oltre a quelli di diversi autori apparsi su Divinitas, attestano il contrario.

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  62. Appunto. Taci, anche in romanesco.

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  63. Non rifiutò di scrivere una lettera di sottomissione, ma di sconfesione di tutto il suo operato. La fiducia era venuta meno anche dopo l'esperienza del fallimento della riconciliazione imbastita da Siri e fallita per uno dei cedimenti di Gio. P. II, questa volta a Seper.
    Se si leggono le lettere di Lefebvre a GP II appena eletto, si vede già che la sottomissione e la richiesta di perdono ove l'avesse ferito era realtà.
    Ancora una realtà  positiva venuta dall'atteggiamento di Lefebvre: le discussioni sui problemi positi dai testi conciliari e dalla loro interpretazione che mai la Chiesa ha ufficializzato, come richiesto da tante parti, punto per punto. Questo ora si dovrebbe star facendo. Perché mai è stato fatto in 40 anni? Se chiawezza sarà fatta e tutti potremo aver le idee più chiare a chi lo dovremo?

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  64. Sempre la stessa battuta cretina. Gira pagina e trovane qualcuna un po' più decente.

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  65. Sì, ma si può frequentare altra chiesa.

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  66. Questa è la sua interpretazione dei fatti che è viziata da pregiudizio!
    Come già detto da altre parti, Mons. lefebvre rifiutò di sottoporsi al giusto esame del tribunale formato da 5 cardinali  ritenendo Lui lo avessero già giudicato. Non c'è cedimento di Papa di fronte all'applicazione delle regole. C'è la fuga di chi, nel nome delle regole, poi non si vuole ad esse sottoporre!
    Matteo Dellanoce 

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  67. A me sembra che i cedimenti, supposti, di GPII siano un buon pretesto mentale per evitare di affrontare i problemi causati dalla Fraternita alla Chiesa.
    Matteo Dellanoce

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  68. I metodi risoluti oggi non farebbero che dare la stura ai neomodernisti di dire visto che parla di Carità e di perdono ed invece è "cattivo". Noi siamo la Chiesa ( con evidente riferimento a Noi siam Chiesa) che ama, siamo la Chiesaa del mondo ecc ecc ecc.
    Duro a capirsi perchè, come al solito, non si ragiona mai in termini di "fumoso" Villaggio Globale! Lo strapotere dei MassMedia nel plasmare mentalità anticattoliche in senso Benedettino è sotto gli occhi di tutti, poi c'è chi vuol vedere e cho no! C'è chi fa il "marchese del Grillo" e chi si mette in silenzio alla sequela di Bendetto XVI! I problemi nascono da tutte le parti ma quello che più mi stupisce è la cecità del mondo tradizionale!
    Matteo Dellanoce

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  69. Meglio caldi! Freddi e tiepidi vanno a scaldarsi laggiù!
    Matteo

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  70. Egregio Tripparolo,
    una precisazione sul "grattarme".
    1) Il Prof. Pastorelli le procura l'orticaria ed allora lei si deve grattare
    2) Il Prof- Pastorelli "mena sfiga" ed allora LEi si tocca in quel posto?
    E' necessaria una precisazione per capire meglio il senso della sua battuta. A seconda della spiegazione può essere una cretinata oppure una bella battuta!
    Matteo Dellanoce

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  71. come non condividere quanto affermato da don Bux. a questo punto si tratta di tradurre in fatti, visto il boicottaggio del 99% degli episcopati si inizi a fare pulizia. occorre una profonda pulizia, ci sono troppi antipapi a capo delle diocesi. il papa è bene che inizi a fare il papa anche in materia liturgica, lui ha dalla sua parte lo spirito santo, e modestamente, anche le preghiere dei cattolici di sempre. le porte dell'inferno non prevarranno. adesso i conciliari si affannano, sono nervosi, assestano i loro colpi di coda, ma il destino del diabolico concilio è segnato dalle parole del Verbo che si è fatto carne. viva benedetto XVI! 

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  72. Benedetto XVI si è scaglòiato con foga contro i preti pedofili perchè hanno tentato di coinvolgere lui e suo fratello. Vorremmo che tanto coraggio, che tira fuori quando è colpito in solido, lo riservasse per rimuovere vescovi e cardinali che ormai si sono proclamati papi nelle loro diocesi. Ma siccome anche a lui il primato di Pietro sta stretto, questi continueranno ad imperversare e la chiesa sprofonderà sempre più in basso sino a che rimarranno solo gli eletti perchè i molti chiamati si saranno dileguati. Solo allora la chiesa potrà risorgere.

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  73. pecchè?
    sennò ce arisoffri?
    ognuno ccià a sù pena

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  74. La scabbia è una brutta bestia, tripparolo. Ma se grattarsi dà sollievo, ben vengano le grattate.

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  75. Questo commento è proprio indecente.

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  76. Le offese contro il Santo Padre non dovrebbere aver posto in questo blog! >:o

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