Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

mercoledì 3 febbraio 2010

Foto del Pontificale di S. E. Mons. Burke ad Artallo

I nostri amici di maranatha.it hanno inserito sul loro blog le meravigliose foto ch hanno scattato il 24 gennaio scorso nella chiesa di Artallo, dedicata a S. Sebastiano, titolare della parrocchia, durante il pontificale di S. E. Mons. Burke.
Eccone qui solo tre, per invogliarvi ad andare a gustarvi le moltissime altre che trovate al LINK. Guardatele, ne vale la pena!
.
.
.
.
.
.

20 commenti:

  1. tanti pavoni per 4 gatti....bah!

    RispondiElimina
  2. mi viene sempre un dubbio quando vedo spesso in questo sito le foto di celebrazioni secondo il rito straordinario: che siano fatte per fare pubblicità... o comunque per dire: Vedete quanto siamo belli e bravi?
    Lo dico senza ironia e con serenità, spero non sia preso come un'offesa.
    Sì, anche nella mia parrocchia quando viene il vescovo o un altro vescovo o cardinale facciamo qualche foto, ma così, magari alla fine della Messa, o durante l'omelia... non però in ogni singolo momento...
    Qui sembra un po' una vetrina.
    Mi sbaglio?
    saludus

    RispondiElimina
  3. Mi stupiscono i primi due commenti: mi pare ovvio che trattandosi di cerimonie di tenore "straordinario", è più che evidente l'opportunità di una loro puntuale documentazione fotografica, a principale beneficio di quegli sfortunati che non ne possano direttamente usufruire.

    RispondiElimina
  4. Non ci vedo nulla di male. Qui non si tratta di pubblicità in senso commerciale: è cosa buona e giusta utilizzare tutti i mezzi possibili per divulgare il felice esito di iniziative preziose quanto rare, come nel caso di questo solenne pontificale al trono. C'è da dire che il "soggetto" è assai degno di menzione: va quindi apprezzato il gesto di chi mette a disposizione di tutti coloro i quali non hanno potuto parteciparvi immagini che esaltano il sano fasto liturgico - non per glorificare gli uomini, bensì Iddio - , quasi a scopo medicinale, quale antidoto al piatto e grigio pastone liturgico a cui da quasi cinquant'anni siamo avvezzi. Forza e coraggio, bravi organizzatori, andate avanti così!

    Per l'ospite a cui i pavoni stanno indigesti ... contro i dolori di stomaco (delicato), suggerisco l'assunzione di qualche pillola di "fruttidelconcilioecumenicovaticanosecondo". Attento, però, agli effetti collaterali. Ad ogni modo, relax yourself!

    RispondiElimina
  5. <span>Mi stupiscono i primi due commenti: mi pare ovvio che, trattandosi di cerimonie di tenore "straordinario", è più che evidente l'opportunità di una loro puntuale documentazione fotografica, a principale beneficio di quegli sfortunati che non ne possano direttamente usufruire. In fondo,anche tale pratica può adeguatamente collocarsi all'interno di quell' actuosa partecipatio che tanto parrebbe piacere ai neoterici, per cui, anche alla luce di quest'ultima riflessione: quale mai senso compiuto possono rivestire i precedenti rilievi critici? </span>

    RispondiElimina
  6. Redazione Messainlatino3 febbraio 2010 alle ore 14:37

    Caro Maioba, non preoccuparti, non ci offendiamo.
    Con tanta serenità tu hai esposto un tuo dubbio, e noi con altrettanta serenità rispondiamo.
    Non perchè ci sentiamo in obbligo di dover rendicotare del nostro operato. La tua domanda ci dà occasione di spiegare un'altra volta il perchè della pubblicazione di foto ritraenti celebrazioni secondo la forma straordinaria del Rito Romano. Il nostro lettore "summorum" ha sicuramente colpito nel segno e ci ha anticipati nell'esposizione dei nostri sinceri intenti.
    1. Principalmente per far conoscere, e illustrare i riti ai molti lettori che, per motivi di lontananza o di salute, on possono recarsi nei posti dove si celebrano, e che ci chiedono di fare foto per poter vedere, come se fossero stati presenti, lo svolgimento della celebrazione.
    2. I riti "ordinari" ormai li conoscono tutti (gli interessati), e non c'è bisogno di illustrare più di tanto, le fasi della celebrazione. Discorso diverso è invece per i riti "straordinari". Molte persone, che ne apprezzano le qualità spirituali, che partecipano alle S. Messe dei sacerdoti, ma non ne conoscono, nel concreto suo svolgersi, il rito per quanto riguarda pontificali, o riti solenni. In questo modo, quindi, si fa conoscere ciò che molti non conoscono ancora o hanno dimenticato: riti, paramenti, gesti, ecc. Tutto con il finale scopo della lode liturgica a Dio, ovviamente!
    3. Come ben dice il successivo commento di Summoru, la testimonianza delle foto divulga a quanti ne son interessati (ma anche a chi non) l'esito positivo e festoso delle iniziative che spesso si tende a tenere sotto silenzio (per motivi che non vogliamo qui riprendere con tono polemico). 
    Spero tu abbia capito i nostri intenti  per cui diamo ampio spazio alle molte celebrazioni tridentine, sia con gli annunci, sia con la pubblicazione di molte foto. Non per vanità, o per superbia. Ma per i sovraestesi motivi.
    Ci affidiamo al tuo buon cuore, e siamo sicuri che comprenderai.

    RispondiElimina
  7. grazie della vostra risposta.
    don Marco

    RispondiElimina
  8. Don Marco, sono curiosa (perdonami): hai mai, non dico offerto la Messa di Tutti i Tempi, letto - come preghiera - il Messale 'antico'?
    Il mio prete 'novus ordo' è rimasto sorpreso quando ha visto il mio ;)

    RispondiElimina
  9. certo che l'ho letto Gabriella!
    Non ho mai celebrato col rito straordinario, ma l'ho letto. Forse non come preghiera ma con molta attenzione e disposizione

    RispondiElimina
  10. le osservazioni di maioba sono pertinenti; pure io provo molto fastidio nel vedere i fotografi girare in chiesa come fossero in uno studio fotografico; in genere quando a fotografare il rito antico sono persone tradizionali, lo fanno con estrema discrezione, in modo quasi impercettibile agli altri.

    Aggiungo, senza spirito polemico nei confronti di maioba che è stato così gentile nell'esporre le propie riserve: nel Novus Ordo non è che ci sia comunque molto da fotografare, il rito è tremendamente statico, quasi ingessato (e quando hai fotografato il prete a mezzo busto dietro l'altare, hai fotografato tutto); e anche l'andirivieni di laici non  "movimenta" il rito in senso estetico, in quanto sono movimenti non rituali ma di semplice spostamento; il rito antico invece, anche nella forma bassa, è enormemente "movimentato", in esso l'aspetto estetico è uno dei tanti aspetti (assieme ad altri ben più importanti e di ben altro valore) che contribuiscono  al "risultato complessivo"; basti pensare al solo utilizzo dell'altare:nel rito antico lo si "usa" tutto,  nel rito nuovo se ne usa un "pezzettino";

    maioba sottolinea un aspetto, quello delle tante fotografie che si fanno nella celebrazione del rito antico, e quasi lo biasima;  lo biasimo pure io, questo aspetto,  insieme a lui e dico: quando ci sarà una messa antica in ogni chiesa e la celebrazione della liturgia romano-apostolico-gregoriana sarà una cosa talmente normale che chiunque potrà parteciparvi nella chiesa sotto casa e a nessuno interesserà più fotografare ciò che non è più una rarità, se non a qualche turista giapponese che sarà entrato per caso in quella chiesa?

    Il motu propio Summorum Pontificum punta a questo (almeno una messa antica in ogni chiesa a fianco delle altre celebrazioni in rito novo); l'opposizione di tanti vescovi e preti punta a "catacombizzare" il rito antico, ad isolarlo il più possibile, ad emarginarlo e/o impedirlo in ogni modo, anche disonesto. Lo so che i nostri vescovi così facendo non fanno altro che far aumentare l'interesse verso una liturgia (quella antica) che affascina non solo per la ricchezza spirituale, rituale e culturale, ma anche perché è una sorta di "frutto proibito", ma tale ostracismo, non fosse altro che per serietà ed ubbidienza, dovrà pur finire.

    RispondiElimina
  11. l'ospite del primo commento  abbiamo capito che preferisce molti gatti e nessun pavone. de gustibus..

    RispondiElimina
  12. Belle immagini, ma quando avremo il piacere di vederle anche in diretta TV?

    RispondiElimina
  13. immagini simili, più che vederle in tv io preferirei "vederle" dal vivo nella mia cattedrale; ma per ora è un'utopia.

    RispondiElimina
  14. Est modus in rebus. 

    Se la fotografia o cinefotografia e` discreta e non distrae  il celebrante, i ministranti ed i fedeli, ben venga! Io evito di usare il flash e nessuno si e` mai lamentato. Quante  cresime, matrimoni, e prime comunioni nel Novus Ordo diventano invece fastidiose passerelle! 

    RispondiElimina
  15. Non è nostro costume prender foto in Chiesa durante le celebrazioni. Il momento che viviamo però lo richiede, lo facciamo con amore e con molta delicatezza, sopratutto per diffondere la nostra Sacra Liturgia dimenticata ed abbandonata. Lo facciamo con uno spirito missionario verso i nostri fratelli fedeli e sopratutto per la stragante maggioranza di preti cui è stato precluso in questi quarantanni di conoscere la Messa di Sempre. Non ci limitiamo ovviamente alle foto: in Maranatha.it abbiamo vari sussidi che aiutano i preti ad imparare a celebrare il Rito Antico. Non avete un'idea di quanti preti e seminaristi scaricano migliaia di pagine ogni giorno: lo fanno in silenzio, guai a farsi riconoscere e voi capite il perchè. Un giorno, uno alla volta usciranno allo scoperto e non ci sarà nessun despota a fermarli. Quando avremo ufficialmente la Santa Messa di Sempre nelle nostre PARROCCHIE, allora con grande gioia ci fermeremo di fare Photo Gallery.

    RispondiElimina
  16. Se solo il Santo Padre imponesse una Messa Vetus Ordo in ogni parrocchia! Ma fintanto che rimarrà una cosa facoltativa resterà sempre un evento rarissimo e non illudiamoci che siano molti i sacerdoti giovani interessati alla liturgia di sempre. Pensate che, pochi mesi fa, mi sono recato alla Basilica del Santo, a Padova, sono entrato in sacrestia e ho chiesto ad un giovane frate francescano (avrà avuto trent'anni) se in Basilica venissero celebrate Messe secondo il rito straordinario. Ebbene, sapete cosa mi ha risposto? Sic:"Cosa intende per rito straordinario? Ah! La messa in latino! Sinceramente non lo so, lo chieda al mio superiore qui accanto"!

    RispondiElimina
  17. Ho già sostenuto in qualche occasione che l'enfasi posta da qualcuno sugli aspetti formali del cerimoniale si presta ad essere criticato da chi, al contrario, col N.O. predilige l'informalità, la familiarità, quasi che quest'ultima fosse incompatibile col V.O..
    In ogni caso, sottolineerei che l'attenzione che queste foto destano (anche in chi non le apprezza) è sintomatica di un entusiasmo nuovo per i tanti che si erano quasi rassegnati ad una deriva dottrinale e liturgica che sembrava inarrestabile. Chi avrebbe mai detto, solo pochi anni fa, che avremmo rivisto immagini come quste e che avremmo potuto sperare di tornare a pregare come i nostri padri e i nostri nonni? Un'ipotesi del genere apparteneva alla dimensione del politicamente (e religiosamente) scorretto ed "andava" accantonata.
    Ora, tutto si è rimesso in movimento, dopo decenni di ibernazione, e questo scalda i cuori di tanti.
    Ci si perdoni, quindi, la passione. E' da innamorati, non da fanatici.

    RispondiElimina
  18. A me le foto delle messe in rito antico piacciono quando son belle - come la grande immagine di apertura (maestà di balaustre marmoree e colonne tortili) - e spiacciono quando sono brutte - come nella foto con l'infilata di ragazzotti a mani giunte (che fa un po' pennelloni).

    Battute a parte, però, credo che Antonello abbia ragione. Questo scattare foto a ogni piè sospinto, magari al momento della consacrazione, mi sembra fuori luogo. Attesta un'inconsapevole perdita della coscienza dello spazio sacro, specie quando non è un atto sporadico ma una prassi piuttosto regolare. D'altronde l'uso di fare conferenze, concerti di musica profana (o di musica sacra vissuta in modo profano), gite turistiche, chiacchierate, persino rinfreschi in chiesa è assai diffuso, sicché i servizi fotografici poco aggiungono e poco tolgono (un po' come le messe trasmesse dalla radio o dalla tivù). L'elevatissimo tasso di desacralizzazione (e dissacrazione) che oggi più che mai contraddistingue il mondo "esterno" dovrebbe indurre a trattare i sacri templi con accresciuta avvedutezza. Ciò non accade.

    RispondiElimina
  19. Il visetto giallo che strizza l'occhiolino è venuto da sé.

    RispondiElimina