Riproponiamo qui un'altra serie di fotografie del cambiamento di stile delle vesti e della prassi liturgiche del Sommo Pontefice, abilmente coadiuvato dal sapiente e colto Mons. Guido Marini.
Questa carrellata non è fine a sè stessa, e non è stata realizzata per soddisfare il mero senso estetico di taluni, o per la curiosità di talaltri.
Come ormai è noto, il giusto culto a Dio, liturgicamente parlando, passa anche attravero la devota gestualità, il decoroso utilizzo dei paramenti giusti indossati nelle giuste circostanze, la sobria solennità, e, perchè no, l'utilizzo di antichi paramenti e/o vasi sacri utilizzati in passato, nel rispetto del loro antico significato e immutata funzione.
Questo per sottolineare ancora una volta i messaggio tanto cari al Papa (così ben assecondati e realizzati dal suo attuale Maestro di Cerimonia): l'ermeneutica della continuità, il giusto equilibrio tra rinnovamento e tradizione, tra sguardo al futuro ma col rispetto e il sostegno del passato, rinnovamento dell'antico contestualizzato con sapienza nel presente.
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Si inizia col pallio, che riprende una forma arcaica dei primi secoli (frutto di quell'acheologismo liturgico condannato chiaramente dal venerabile Pio XII nella mediator Dei) sponsorizzato da Piero Marini e dal suo maestro e "padrino", Mons. Crispino Valenziano
.prima ...
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... e dopo
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Una foto storica è sicuramente quella del mosaico tondo, ultimo della fila che corre la trabeazione interna delle navate dell'Arcibasilica Maggiore Papale di San Paolo extra moenia e che raffigura tutti i Sommi Pontefici, da Pietro all'attuale, felicemente regnante. Il Papa non ha voluto consegnarsi alla storia abbracciato dall'archelogistico pallio mariniano, e ha fortemente voluto che la sua effige fosse modificata, raffigurandolo con il pallio della Tradizione.
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prima...
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.......nunc et usque in saeculum, ad imperituram rei memoriam .
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...Ci sia concessa un faceto e ... sardonico accostamento di due immagini: accostamento che sembra tradurre allegoricamente la fase di passaggio, di correzione e di vigorosa virata del magistero papale.
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La prima ritrae il momento, durante la S. Messa inauguratio pontificatus, dell'imposizione del pallio "mariniano" (che ha sostituito l'incoronazione con la tiara) per mano del Cardinal ProtoDiacono Mons. Medina Estevez (dalle cui mani fu irruentemente strappato dall'ineffabile Marini, che si infishiò del tradizionario atto solenne, riservato da secoli proprio al ProtoDiacono, quale momento di inizio del pontificato del neoeletto) ...
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L'inizio...
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... la seconda rappresenta lo stesso pallio donato dal Benedetto XVI alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila che conserva le spoglie di Celestino V e destinato quindi ... a giacere per sempre nel sacello che custodisce il corpo del papa che "fece per viltade gran rifiuto".
Parimenti sembrerebbe che anche Benedetto XVI rifiuti il pallio mariniano (non il pontificato, da esso simboleggiato, ben inteso!) e con esso tanto altro, per rimettere un po' le cose a posto!
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...la fine!
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Modus Marini Pietro
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Modus Marini Guido
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nuova Ferula
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Santa Comunione ricevuta in bocca e in ginocchio
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il trono e la cattedra nella Arcibasilica di San Pietro
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L'altare papale con i 7 candelieri e la croce
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sopra e sotto, i Cardinali-diaconi
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il trono e la mozzetta bianca per la settimana in albis
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La riscoperta del corretto uso delle pianete antiche...
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e delle pianete nuove, con le dalmatiche
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La riscoperta della funzione del camauro,
tipico copricato dei Papi per ripararsi dal freddo
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e infine: il coraggioso ripristino dell'Ombrello,
segno di venerazione e decoroso rispetto
per il Ss.mo Sacramento
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Tutto giusto.
RispondiEliminaPerò che dire della nuova ferula? Per me è orrenda!
alla REDAZIONE: Parcere subiectis. Auguriamo il bene più grande a mons. Piero Marini e guardiamo al presente e al futuro. Smettiamola di girare la testa per guardare solo indietro. Guuardiamo avanti. Ve lo dice uno che sa di essere molto polemico.
RispondiEliminaSiamo a corto di notizie, eh?!
RispondiEliminaecco una notizia tratta dalla cronaca di Roma del Corriere della Sera: da ieri si celebra tutti i giovedì alle 16.00 una messa in arabo rito melchita nella chiesa di S.Maria in Cosmedin. Nell'articolo si legge "fra i fedeli...anche qualche italiano 'è molto più coinvolgente, nonostante la lingua per noi incomprensibile, di tante messe nelle nostre parrocchie -spiega una coppia - Qui si avverte il calore della fede, il coinvolgimento'
RispondiEliminaAlmeno informatevi: secondo la più recente critica dantesca, "ccolui che fece per viltade 'l gran refiuto" non è affatto Celestino V...
RispondiEliminaPer il resto: moda passeggera, stle vintage, che cambierà (ce lo auguriamo) con il nuovo papa.
finalmente è passato lo stile "casual" di Piero Marini = sciatteria e pacchianeria di forme e colori...e come per tutte le mode kitch è finita la sua stucchevole stagione!
RispondiEliminaViva Papa Benedetto e il ritorno ai paramenti ispirti alla bellezza armonica, ornata e sobria DI SEMPRE, perchè il vero Bello è al di fuori del tempo !
<span>finalmente è passato lo stile "casual" di Piero Marini = sciatteria e pacchianeria di forme e colori...e come per tutte le mode kitch è finita la sua stucchevole stagione!
RispondiEliminaViva Papa Benedetto e il ritorno ai paramenti ispirati alla bellezza armonica, ornata e sobria DI SEMPRE, perchè il vero Bello è al di fuori del tempo !</span>
Al Crispino anonimo gli rode che quel pallio "capriccioso" da lui inventato (ops, da lui riscoperto....) sia stato preso a picconate (è un mosaico non un dipinto) per essere sostituito da un pallio più cattolico, eh!
RispondiEliminache bello sarebbe tornare a vedere un Corpus Domini decente: ombrellino, chierichetti ben vestiti, paramenti solenni e ostensori decorosi...purtroppo, nella maggior parte dei casi, non è più festeggiata questa sacra ricorrenza
RispondiEliminaRingrazio la Redazione di Messainlatino per questo stupendo articolo corredato da belle foto.
RispondiEliminaConfesso che non sapevo che il mosaico di San Paolo fuori le Mura fosse stato ritoccato alla "maniera giusta".
Questa è una notizia che fa anche onore all'Ente che ha patrocinato il mosaico per amore e devozione nei confronti del Papa : la Fondazione Internazionale Musica Sacra.
Ovvio che il Sommo Pontefice, fin troppo buono e mite, con l'avvento di Mons. Guido Marini sta vivendo in una specie di rinnovata primavera.
Sono lontani i foschi incubi della casula azzurra sporcata di macchie gialle...
Facendo vedere quell'orrore ai miei alunni, nel maxi schermo, un ragazzino ha detto " Prof, perchè hanno conciato così il Papa ?"
Io non sono stato capace di dare una risposta .
Ho preferito il silenzio ...
Quella che avete chiamato "pianeta nuova" in realtà è appartenuta a Paolo VI. La "tunicella" è una dalmatica e il camauro è stato usato nel 2005.
RispondiEliminaSono proprio contento di questo articolo e per la ricchezza delle immagini! E' proprio vero che una immagine è più eloquente di molte parole!
RispondiEliminaSono un appunto è intollerabile la stola bianca nel tempo di Pasqua o quella utilizzata a piazza di spagna poco tempio fa! Ricordo umilmente che la stola rossa è segno del desiderio di Pietro di dare la sua vita per la Verità fino all'effusione del SANGUE! Ecco perchè il PAPA SEMPRE PORTA LA STOLA ROSSA! Non è UN BUON SEGNO! spero che capisca e ritorni a questo uso Tradizionale ERNENEUTICO DI CONTINUITA'... il DOGMA-tempo-liturgico lasciamolo alle povere parrocchie.
Mi si permetta sottolineare come il titolo di Arcibasilica dato dalla Redazione alla basilica di San Pietro è alquanto strano. Tale titolo in passato è sempre stato riservato alla Cattedrale romana. Sono a conoscenza di un precedente (nel caso ce ne siano altri non lo so); quando Paolo VI fece prelevare alcune reliquie di san Pietro dalla sua tomba sotto l'altare tali reliquie vennero poste in un cofanetto argenteo con sopra scritta una frase dove la basilica di san Pietro viene indicata come "arcibasilica". Ma tale titolo per san Pietro non è tradizionale e forse nemmeno corretto.
RispondiEliminaDetto questo una parola sul pallio usato da Benedetto XVI per i primi anni di pontificato. La foggia di tale pallio è senza dubbio quella che ilpallio aveva in origine. Se il risultato pratico è stato alquanto scadente e deludente (col pallio che scivolava da tutte le parti) è perché -come ogni cosa antica riportata in uso dai progressisti- è stata realizzata o usata male. Le acicule che mons. Piero Marini dispose come ornamento e mettendole di quà e di là, in origine avevani una collocazione ben precisa (collocoazione sempre rimasta immutata nei secoli fino a Giovanni Paolo II, e tuttora immutata nei palli dei Metropoliti): queste acicule avevano il duplice scopo di fissare tra di esse le striscie del pallio e di assicurare il tutto alla penula (l'antica forma della pianeta o casula) per tenerlo ben fermo.
Detto questo, per quale motivo il pallio antico venne gradatamente rimpicciolito fino ad arrivare alle dimensioni attuali?
Per comodità: propio perché se non fissato bene era scomodo in quanto scivolava da tutte le parti.
Inoltre, indipendentemente dall'essere ben fissato o meno, la lunga striscia che pende davanti, può veramente dare fastidio. Se si osservano i dipinti antichi infatti tale striscia è spesso tenuta sul braccio.
A me la foggia antica del pallio piace molto, ma va usato bene ed assicurato bene alla pianeta. Se no è brutto e sgraziato da vedere.
Il formalismo deve essere successivo alla sostanza. Sostanza conciliare e forma semi-tradizionale? Un orrendo pasticcio!
RispondiEliminaIo invece mi auguro che non sia moda passeggera (anche se, sinceramente, non sono troppo ottimista a riguardo...), perché non avverto la necessità di rivedere un papa vestito da pagliaccio...
RispondiElimina<span>Per curiosità, secondo la critica più recente, chi sarebbe "ccolui che fece per viltade 'l gran refiuto"? </span>
Il camauro, disgraziatamente, è stato adoperato un'unica volta da Benedetto XVI, in occasione di una udienza generale all'inizio del pontificato. Credo che il motivo per cui non sia più stato utilizzato sia il timore che, specie se usato con la mozzetta di velluto rosso, potesse conferire al Papa una parvenza vagamente "babbo natale", ma, in realtà, si tratta di un timore infondato, dal momento che è stato adoperato per secoli e secoli da decine di Pontefici.
RispondiEliminaContrariamente ad Alessandro, io non mi sento di augurare alcun bene a Piero Marini, anzi, auspico che venga dimenticato fino al suo pensionamento.
Ottima scelta il ripristino dei due troni papali in legno dorato e velluto rosso e della stupenda cattedra utilizzata per tutte le celebrazioni liturgiche in S. Pietro al posto di quella miserabile seggiola liturgica adoperata da Giovanni Paolo II.
L'unica cosa che ancora attende un cambiamento è la brutta e minimalistica poltroncina bianca ancora adoperata da Benedetto XVI per le udienze generali in aula Nervi e in Piazza S. Pietro: è la stessa del santosubito, speriamo che Mons. Guido se ne avveda e la faccia sostituire con un'altra più decorosa.
Piove in chiesa? E perchè non si fa riparare? L'ombrellino? Il papa sotto l'ombrellino?
RispondiEliminaaiuto aiuto
help me
semplicemente...stupido! =-X
RispondiEliminaOttima e rinfrancante notizia... ma che tristezza la maggior parte dei commenti.
RispondiEliminaBuona notizia, per due motivi:
RispondiElimina1. Si chiarisce, anche per i distratti, che arabo non è automaticamente musulmano (anche se non ci sarebbe nulla di male).
2. Si da spazio ad un rito tradizionale (cattolico, anche se non latino) in una terra, l'Italia, intrisa di un modernismo urticante e sempre più spesso blasfemo.
Chissà che l'esempio non giovi anche al VO.
Oltre al camauro, il Santo PAdre in un paio di occasioni usò anche un altro berretto rosso con visiera, simile al saturno. si chiamava così?
RispondiEliminaL'articolo è interessante. Peraltro, dai commenti di alcuni sembrerebbe quasi che la scelta di un colore o di un altro, di un pallio, di un copricapo o di un ombrellino fossero essi stessi, in quanto tali, il risultato a cui tendere. Quello che a mio avviso è importante, invece, è che tale "sterzata" formale deriva da un approccio dottinale nuovo (con riferimento al recente passato) che ovviamente provoca reazioni stizzite ma impotenti, come il sarcasmo di "piove?". In altre parole, credo sia necessario capire che la forma è al servizio della sostanza, e che ribadire l'importanza di tale forma in una società ideologicamente casual e trasandata come l'attuale rappresenta già di per sé una forte e santa presa di distanza dai disvalori moderni. In altre parole, è un'affermazione di identità, alla faccia di chi vorrebbe annacquarla per favorire un melting pot religioso che soffocherebbe il Cattolicesimo. A questo punto, l'irrisione dei cattolici adulti, così giustamente informali, così liberi (anzi "free") da ogni schema, così saggiamente disincantati non può che farci "un baffo". Procediamo per la nostra strada. Loro, prima o poi, seguiranno.
RispondiEliminama che vaje dicenne, o sarracino?
RispondiEliminaTieni na bella forma e scrivere ma n'da sustanza, tu nun dice niente,
dice solo e solite quattro parole ca dicene sempre tutti chilli ca scrivene cca.
scusi, che cosa ha detto? può ripetere in italiano, per favore?
RispondiElimina(sono pronto a scrivere appunti dalla sua dotta lezione, grazie...)
O:-)
Più che stupido (forse anche stupido, la mia è carità cristiana) ignorante: c'è il Santissimo Sacramento, coperto col piviale! Ma "piove?" forse non crede nella presenza reale. Forse non è cattolico e non lo sa!
RispondiEliminail pallio usato da Giovanni Paolo II altro non è che il pallio usato dai pontefici negli ultimi secoli. Certamente è migliore esteticamente di quello attualmente in uso.
RispondiEliminaIl pallio ora in uso si ispira a una foggia di transizione tra il pallio antico (quello rispolverato maldestramente da mons. Piero Marini) e il pallio moderno usato fino a Giovanni Paolo II. Tra il pallio attuale e quello di mons. Piero Msrini preferisco quest'iltimo anche se scomodo purché con le acicule al loro posto ed usate per lo scopo per cui ci sono.
Vedi, caro scolaretto, u "bellu guaglione" è più esperto nei testi delle canzoni di Carosone che in argomenti religiosi... Però la boria è tipicamente modernista, solo che è passato dalla lingua volgare al dialetto. A quando una messa in "lingua napoletana"?
RispondiEliminaNon si tratta (probabilmente) di un singolo personaggio "concreto", ma di un emblema, termine allusivo di una disposizione polemica che investe non un uomo singolo, ma tutta la innumerevole schiera degli ignavi.
RispondiEliminaLa ferula, a nostro avviso, è bella. E ancor più belli e significativi sono i simboli in essa raffigurati.
RispondiEliminaGrazie per la correzione sulla tunicella.
RispondiEliminaNell'ottava di Pasqua tradizionalmente il Sommo Pontefice indossava sempre mozzetta e stola bianca. Prova ne sia il fatto che a volte Benedetto XVI ha indossato stole bianche con lo stemma di Leone XIII.
RispondiEliminaFigurati, don Camillo. Anzi mi fa piacere che sia tornato il vecchio pallio alla Bonifacio VIII di Arnolfo di Cambio (sai chi sono, sì, vero?). Sei tu che forse hai qualcosa che ti rode. Se hai tanta voglia di usare il piccone, ti posso capire. C'è chi vien fatto re anche se è da sermone, e chi vien fatto prete anche se è da piccone.
RispondiEliminaDon Camillo, te l'ho detto che sei da piccone. Non ne azzecchi una. Nel Sulcis c'è tanto lavoro per te...
RispondiEliminaIn effetti, il pallio di Piero ricordava molto le raffigurazioni dei bellissimi mosaici ravennati, tutto sommato, pur rappresentando una forma di archeologismo non era poi così malvagio, forse l'unica cosa decente introdotta da Marini Piero.
RispondiEliminaRiguardo all'intruso che si è industriato nella parlata partenopea (sarò anche razzista ma considero semplici "parlate" i dialetti del centro-sud, mentre attribuisco solo a quelli del Nord lo status di lingue) lo considero il solito burino che cerca di provocare non avendo argomenti più seri da trattare.
Sono veramente sorpreso dal profluvio di parole e di discussioni su questo tipo di problemi (ammesso che lo siano): possibile non ci sia niente di più importante di questa sfilata di moda ecclesiastica che avrebbe mandato in visibilio Fellini? I camauri, i pallii, gli amitti fanno parte anche loro del depositum fidei da difendere? La discriminante per esser cattolici passa dalla foggia delle pianete? Ma siamo seri!
RispondiEliminaI palli, le mitrie, le pianete etc., sono dei simboli necessari; altrimenti i preti potrebbero celebrare la Messa vestiti anche in tuta , in pigiama o anche nudi.
RispondiEliminaPer quel che riguarda la brevissima parentesi in cui è riapparso il Camauro, esso è stato utilizzato in modo improprio, ovvero con l'abito piano, mentre si tratta di un copricapo da indossare con l'abito corale. Con l'abito piano, il copricapo da indossare, quando il Papa è all'esterno, sarebbe il capello a falda larga, cioè il Saturno, che Bendetto XVI sta utilizzando, a quanto pare, solo nella forma estiva e solo in determinate occasioni. Ovviamente, il Camauro ,il Saturno etc., non sono elementi fondamentali, dei simboli del Papato come lo è, invece, la Tiara. La cosa inquietante è che la Tiara, non è presente nello stemma di Benedetto XVI, papa post-conciliare, che dovrebbe incarnare la continuità coi papati pre-conciliari.
Sono assolutamente d'accordo con Filippo sulla necessità di correggere lo stemma papale. Chiedo alla Redazione se ha notizie di una eventuale intenzione del Papa in questo senso.
RispondiEliminaQuanto al trono o alla sede, purtroppo la mentalità postconciliare ne sta enfatizzando troppo l'importanza: nella vecchia liturgia non aveva certo il ruolo di fulcro celebrativo; ce l'ha nella nuova e ciò provoca gravi scompensi rituali. Comunque consilglio la lettura di questi link di qualche tempo fa:
1. http://duquedegandia.blogspot.com/2008/12/rintrono-papale-2.html
2. http://duquedegandia.blogspot.com/2009/01/rintrono-papale-3.html
Davvero questioni fondamentali....somigliate tanto a quelle donnine che passano le loro giornate a chiedersi se il rossetto si intona con le scarpe e la borsetta...
RispondiEliminaper fortuna c'è stato l'avvenimento provvidenziale di porta pia, anche se alcuni sembrano non conoscere la storia...
Roditi, roditi, don Camillo. Non siamo sereni.
RispondiEliminaPorta Pia provvidenziale? ecco il solito laicista, che pretende di giudicare una generazione di tradizionalisti da pochi post e da poche parole, sicuro di averci colto in castagna sulle sciocchezze. di laicisti così ne ho incontrati: sbruffoni, superficiali, pieni di sé, ma sostanzialmente ignoranti...
RispondiEliminavenendo a cose serie: preghiamo che la tiara torni ad essere indossata presto da un papa; il santo subito non lo fece mai; preferiva vestire di bianco, visto che conosceva il terzo segreto di fatima; il recupero da parte di Benedetto XVI del rosso papale, del camauro, del saturno e delle stole, nonché della messa di sempre, fa ben sperare che prima o poi un papa osi l'inaudito. come se portare una tiara fosse una bestemmia... mah! di sicuro lo è verso l'ecumenismo facile.
No, la discriminante non passa per queste cose; tuttavia l'attenzione al bello fa sì che sia più facile stimare il papa come Vicario di Cristo e Successore di Pietro se porta abiti degni, e non palandrane bucate e lise come un poveraccio; l'attenzione a piviale e ombrello liturgico mi fa pensare che sia più facile per chi celebra e chi segue credere nel Mistero dell'Eucaristia; parimenti l'uso dell'incenso mi fa pensare che veramente presente è Colui a cui l'incenso venne donato circa 2000 anni fa; eccetera.
RispondiEliminaCerto, gestualità e vesti non sono essenziali, ma educano la fede, almeno quella di chi non è teologo. Come stanno a testimoniare un millennio di Europa cristiana, svanita in pochi anni dopo le riforme di chi intellettualizzava troppo la fede.
una precisazione linguistica: napoletano, siciliano e veneto sono lingue, perché presentano una letteratura abbondante e venivano parlate nelle ambasciate dei diversi paesi; tutti gli altri sono dialetti, solo il toscano -che è l'italiano- è una lingua. Sardo, ladino e friulano vengono considerate lingue diverse dall'insieme dell'italiano.
RispondiEliminaUn pezzo alla volta! D'altra parte che i modernisti e i laicisti abbiano visto con paura il riutilizzo di saturno e camauro la dice lunga! se si trattasse -per loro- di semplici copricapi folklorici, perché reagirono in quella maniera? pensa a quanto si stracceranno le vesti e si flagelleranno se un papa reintroducesse l'uso della tiara!
RispondiEliminaPolemico? siamo abituati a ben di peggio!
RispondiEliminaun appunto: un cristiano non deve guardare avanti, deve guardare a Cristo; e Quello è sempre lo stesso, ovvero non cambia mai. traine le riflessioni che vuoi.
A me pare che siano i modernisti e i laicisti che si rodano il fegato; noi ce ne stiamo nel nostro piccolo sito, sono gli altri che vengono qua a offenderci.
RispondiEliminasi le "lingue" ce le avete solo voi al nord .......
RispondiEliminae che "lingue"..........
Basterebbe che stesse nello stemma, per le motivazioni teologiche che diede Giovanni Paolo II nell'omelia della messa di inaugurazione del pontificato.
RispondiEliminaSe sta nello stemma, non vedo perché non possa stare in testa.
RispondiEliminaAnzi, visto che anche a te piace il grassetto:
Se sta nello stemma, non vedo perché non possa stare in testa.
Tutto interessante, e' evidente che c'e' uno sforzo di equilibrio, verso un recupero anche di forme estetiche di bello.
RispondiEliminaOltre che ad avere un chiaro indirizzo di comunicazione attraverso i segni.
Tuttavia tutto questo rischia di essere inutile, se nn si presta attenzione ad altri dettagli.
Come alla Sinagoga, dove il papa ha detto tra l'altro che ebrei e cattolici pregano lo stesso Signore.
Solo che il Dio dei cattolici e' uno e trino e quello degli ebrei non lo so.
A volte temo che l'ermeneutica della continuita' serva sempicemente a sostenere meglio concetti che da soli franerebbero in fretta.
Napoletano, siciliano e veneto sono lingue, ma non per il motivo che dice lei: lo sono perché non c'è la "mutual intelligibility" con l'Italiano. Infatti, il piemontese e il lombardo sono lingue e non sono dialetti: per esempio, nella classificazione ISO 639-3 il lombardo è la "lingua individuale" di codice lmo. L'ISO esiste proprio per standardizzare anche classificazioni come queste. http://www.sil.org/iso639-3/default.asp
RispondiEliminaIl toscano non è l'italiano.