Il commento al nostro sondaggio da parte di Corrispondenza Romana
La Doxa, uno dei più importanti istituti di sondaggio in Italia e riconosciuto per il rigore scientifico del suo lavoro, ha svolto un sondaggio, commissionato da Paix Liturgique e dal sito internet “Messa in latino” (messainlatino.it), sulla recezione del Motu Proprio Summorum Pontificum nel nostro Paese. L’indagine è stata realizzata il mese scorso su un campione di 1001 persone di più di 15 anni (campione standard per un sondaggio rappresentativo a livello nazionale). Ecco il risultato del sondaggio.
- Alla domanda: «Nel luglio 2007 Papa Benedetto XVI ha ribadito che la Messa può essere celebrata sia nella forma moderna detta “ordinaria” o “di Paolo VI” – cioè in italiano, il sacerdote è rivolto ai fedeli e la comunione si riceve in piedi – sia sotto la sua forma tradizionale detta “straordinaria” o “di Giovanni XXIII” – cioè in latino e gregoriano, con il sacerdote rivolto all’altare. Lei personalmente ne ha sentito parlare?», il 64% dei praticanti – cattolici, che dichiaravano di andare almeno una volta al mese alla Messa – rispondeva “si”, contro un 36% che non ne sapeva nulla. Se si considera invece l’insieme dei cattolici, praticanti e non, solo il 58% ne era a conoscenza. In Francia, secondo il sondaggio effettuato dall’istituto CSA il 24 e il 25 settembre 2008, sempre su richiesta di Paix Liturgique (sondaggio CSA 08 01 153 B), l’82% dei cattolici praticanti ne era a conoscenza contro il 58% dell’insieme dei cattolici.
- Alla seconda domanda: «Le sembra normale o anormale che entrambe le forme liturgiche (ossia quella moderna detta “ordinaria”, in italiano, e quella tradizionale detta “straordinaria”, in latino e gregoriano) possano venire celebrate nella sua parrocchia?», il 71% dei praticanti e, ugualmente, dell’insieme dei cattolici è favorevole alla coesistenza delle due forme liturgiche nella propria chiesa. In Francia, sempre secondo il sondaggio CSA effettuato nel 2008, il 61% dei cattolici praticanti e il 62% dell’insieme dei cattolici si dichiara favorevole a questa situazione di mutuo riconoscimento.
- Alla domanda: «Se la Messa detta “straordinaria”, in latino e gregoriano, venisse celebrata nella sua parrocchia, lei ci andrebbe? Se sì, con quale frequenza?», il 63% dei praticanti italiani dichiara che lo farebbe almeno una volta al mese (il 33% per l’insieme dei cattolici). Una cifra che si suddivide così: il 40% ci andrebbe tutte le settimane e il 23% almeno una volta al mese.
In sé il numero dei cattolici italiani legati alla forma straordinaria del rito romano è già una piacevole sorpresa: un terzo. Ma se si considerano i praticanti, questo risultato è semplicemente eccezionale: il 63%. Circa il doppio che in Francia! In Italia, dove è ancora quasi imprescindibile il sentimento di appartenenza alla parrocchia e dove le cerimonie religiose sono sempre molto frequentate, si potrebbe pensare che i cattolici siano pienamente soddisfatti della Messa di Paolo VI, e nonostante ciò, questo risultato indica che la Messa di Papa Giovanni sarebbe apprezzata in una proporzione addirittura insospettabile. Infine, considerando che l’attaccamento alla liturgia antica è spesso giudicato come una semplice reazione agli abusi degli scorsi decenni, il fatto che più di due praticanti italiani su tre considerano la forma straordinaria come assolutamente “normale” dimostra che una celebrazione “degna” della forma ordinaria, come peraltro avviene in prevalenza in Italia, non rende affatto obsoleta la domanda della forma straordinaria, ma, al contrario, la consolida.
- Alla domanda: «Nel luglio 2007 Papa Benedetto XVI ha ribadito che la Messa può essere celebrata sia nella forma moderna detta “ordinaria” o “di Paolo VI” – cioè in italiano, il sacerdote è rivolto ai fedeli e la comunione si riceve in piedi – sia sotto la sua forma tradizionale detta “straordinaria” o “di Giovanni XXIII” – cioè in latino e gregoriano, con il sacerdote rivolto all’altare. Lei personalmente ne ha sentito parlare?», il 64% dei praticanti – cattolici, che dichiaravano di andare almeno una volta al mese alla Messa – rispondeva “si”, contro un 36% che non ne sapeva nulla. Se si considera invece l’insieme dei cattolici, praticanti e non, solo il 58% ne era a conoscenza. In Francia, secondo il sondaggio effettuato dall’istituto CSA il 24 e il 25 settembre 2008, sempre su richiesta di Paix Liturgique (sondaggio CSA 08 01 153 B), l’82% dei cattolici praticanti ne era a conoscenza contro il 58% dell’insieme dei cattolici.
- Alla seconda domanda: «Le sembra normale o anormale che entrambe le forme liturgiche (ossia quella moderna detta “ordinaria”, in italiano, e quella tradizionale detta “straordinaria”, in latino e gregoriano) possano venire celebrate nella sua parrocchia?», il 71% dei praticanti e, ugualmente, dell’insieme dei cattolici è favorevole alla coesistenza delle due forme liturgiche nella propria chiesa. In Francia, sempre secondo il sondaggio CSA effettuato nel 2008, il 61% dei cattolici praticanti e il 62% dell’insieme dei cattolici si dichiara favorevole a questa situazione di mutuo riconoscimento.
- Alla domanda: «Se la Messa detta “straordinaria”, in latino e gregoriano, venisse celebrata nella sua parrocchia, lei ci andrebbe? Se sì, con quale frequenza?», il 63% dei praticanti italiani dichiara che lo farebbe almeno una volta al mese (il 33% per l’insieme dei cattolici). Una cifra che si suddivide così: il 40% ci andrebbe tutte le settimane e il 23% almeno una volta al mese.
In sé il numero dei cattolici italiani legati alla forma straordinaria del rito romano è già una piacevole sorpresa: un terzo. Ma se si considerano i praticanti, questo risultato è semplicemente eccezionale: il 63%. Circa il doppio che in Francia! In Italia, dove è ancora quasi imprescindibile il sentimento di appartenenza alla parrocchia e dove le cerimonie religiose sono sempre molto frequentate, si potrebbe pensare che i cattolici siano pienamente soddisfatti della Messa di Paolo VI, e nonostante ciò, questo risultato indica che la Messa di Papa Giovanni sarebbe apprezzata in una proporzione addirittura insospettabile. Infine, considerando che l’attaccamento alla liturgia antica è spesso giudicato come una semplice reazione agli abusi degli scorsi decenni, il fatto che più di due praticanti italiani su tre considerano la forma straordinaria come assolutamente “normale” dimostra che una celebrazione “degna” della forma ordinaria, come peraltro avviene in prevalenza in Italia, non rende affatto obsoleta la domanda della forma straordinaria, ma, al contrario, la consolida.
Bisognerebbe far conoscere i risultati di qs sondaggio alla Fininvest.
RispondiEliminaQuesti ragionano in termini di mercato, quindi se reputano che il mercato potenziale è abbastanza ampio, potrebbero prendere in considerazione di trasmettere la Messa forma straord la domenica mattina.
Guido
Considerazione ineccepibile anche se, forse, inadatta ad un tema religioso. In religione non esistono consumatori, ma fedeli, e parlare di "mercato potenziale" per veder trasmessa una Messa Gregoriana su Rete 4 lo trovo piuttosto blasfemo. Non dobbiamo dimenticare che il principio machiavellico secondo cui il fine giustifica i mezzi è, o almeno dovrebbe essere, completamente estraneo al cristianesimo. Se invece se ne asserisce la validità anche in campo tradizionalista, allora vuol dire ch siamo messi proprio male.
RispondiEliminaOvviamente la penso anch' io come te, ma non trovo ci sia nulla di male nel toccare la corda più sensibile.
RispondiEliminaguido
Mi chiedo: come mai in nessuna chiesa (dalle mie parti) é stato pubblicizzato il M.P.? Ordini di scuderia o veti dall'alto? Io non leggo giornali e solo casualmente sono venuto a conoscenza della possibilità di poter partecipare alla Santa Messa V.O. Mi chiedo però che ci sta a fare il vescovo, che avrebbe dovuto, lui per primo, verificare, dopo un sondaggio da lui medesimo effettuato tra i fedeli tramite le strutture cui è preposto, il gradimento della applicazione del Vestus Ordo. L'impressione é che questi signori (o signorotti) siano talmente distratti da altre incombenze (curare il proprio orticello, fare politica, e tante altre occupazioni terrene) che non hanno proprio tempo di seguire le bazzoccole di pochi(?) sentimentali. Eppure il nostro amato Papa ha avuto parole anche per loro!
RispondiEliminaIl vostro impegno è fuori discussione. Il problema del sondaggio è il campione. Non può essere attendibile perchè troppo basso (mi pare 1.001 persone). Inoltre, a mio modesto avviso, questo tipo di monitoraggio lo dovrebbe fare su vasta scala (tutte le diocesi) il Vaticano stesso, magari attraverso l'Ecclesia Dei o la Congregazione per il Culto Divino. In tal modo, ogni vescovo di ogni fiocesi dovrebbe stilare una relazione entro una data prefissata ed il "sondaggio" sarebbe alquanto plausibile.
RispondiEliminaWelcome dice cose pertinenti.
RispondiEliminaSecondo quello che appare, purtroppo la Messa tridentina, espressione dell'unica fede cattolica, non adulterata in senso protestante o ecumenico, unica chiara espressione del Sacrificio di N.S. Gesù Cristo trova questi problemi perchè non è stata restaurata la dottrina, ma si è voluto procedere in senso inverso. L'Autorità, nella Chiesa, sarebbe in mano al legittimo successore di Pietro. Cristo ha voluto il Suo Corpo Mistico monarchico e gerarchico, non collegiale. Gettando il concilio e il N.O.M. nella pattumiera, tornando al catechismo di San Pio X, al Codice di diritto canonico del 1917, si sarebbe giunti naturalmente all'unica Messa espressione della Fede Cattolica. Invece si è fatto un pasticcio ecumenico per tenere anche il "carisma" tradizionale sotto il cupolone ratzingeriano. Unità nella diversità, come insegna il concilio. Tendenza ereticale per un cattolico.
Naturalmente, Matteo, sulle tue frasi sul Concilio, il NOM e il codice di diritto canonico, non siamo punto d'accordo.
RispondiEliminaInfatti, cara redazione, il punto di disaccordo è fondamentale. E' il discrimen tra chi è dentro e chi è fuori dalla "chiesa conciliare". Mons. Lefebvre nel 1987 disse al card. Ratzinger: noi siamo per la cristianizzazione della società, per l'unica Messa ed il sacerdozio cattolici. La chiesa conciliare, governata da anti-cristi è per la scristianizzazione. Per questi motivi, non possiamo intenderci". E il Vostro "non siamo punto d'accordo" lo dimostra. I tempi non sono cambiati, anche se lo stile, rispetto a quello wojtiliano, è diverso. Prima i tradizionalisti erano demonizzati, ora li si vuole inglobare nell'alveo conciliare. Tutti insieme appassionatamente. Noi diciamo NO! Vogliamo restare cattolici, apostolici, romani e con la "chiesa conciliare" non possiamo intenderci per il principio di non contraddizione e identità.
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