Il blog New Liturgical Movement pubblica la parte "liturgica" di una recente intervista rilasciata dal cardinal prefetto della Congregazione per il Culto Divino, Antonio Cañizares Llovera:
- A breve sarà trascorso un anno dalla Sua nomina a prefetto della Congregazione per il Culto Divino ... Come valuta il suo debutto nella Curia romana?
Non spetta a me valutare il mio operato. Tutto ciò che ho da dire è che è un periodo molto importante per tutti, c’è un lavoro intenso ed ha avuto luogo una plenaria della Congregazione, sono state avanzate delle proposte che il Santo Padre ha approvato e costituiscono la nostra base di lavoro [NLM: questo sembra riferirsi alle “proposte di riforma della riforma” menzionate da Andrea Tornielli in agosto, cfr. qui]. Il grande obiettivo è ravvivare lo spirito della liturgia nel mondo
- Quali sono state le prove più urgenti che ha dovuto affrontare?
Qui c’è ogni mattina un affare urgente, relativamente agli eccessi ed errori che vengono compiuti in campo liturgico, ma al di sopra di tutti, la sfida più urgente ovunque è il recupero del senso della liturgia. Non si tratta di cambiare le rubriche o introdurre cose nuove, si tratta semplicemente di vivere la liturgia e metterla al centro della vita della Chiesa. La Chiesa non può esistere senza la liturgia, poiché la Chiesa è qui per la liturgia, per lodare, ringraziare, offrire il sacrificio del Signore, per glorificare... Questo è fondamentale, senza tutto ciò non ci sarebbe la Chiesa. Anzi, non ci sarebbe l’umanità. Pertanto questo è un compito estremamente urgente e pressante.
- Come si può recuperare il senso della liturgia?
Al presente lavoriamo con calma su diverse questioni relative a progetti educativi. Questa è la prima necessità: una buona e genuina formazione liturgica. Il soggetto della formazione liturgica è critico perché in realtà non c’è sufficiente educazione [al momento]. La gente crede che la liturgia sia una questione di forme e realtà esteriori, e noi crediamo sia necessario recuperare il senso del culto, ad esempio il senso di Dio in quanto Dio. Questo senso di Dio può essere riscoperto solo attraverso la liturgia. Di conseguenza il Papa è molto impegnato a sottolineare la priorità della liturgia nella vita della Chiesa. Quando uno vive lo spirito della liturgia, entra nello spirito del culto, nella riconoscenza verso Dio e in comunione con Lui, ed è questo che trasforma l’uomo in una persona nuova. La liturgia è sempre rivolta a Dio, non alla comunità; non è la comunità che fa la liturgia, ma Dio. È Lui che viene ad incontrarci e a offrirci di partecipare alla Sua vita, alla Sua grazia e al Suo perdono... Quando si vive davvero la liturgia e Dio è davvero al centro di essa, tutto cambia.
- Siamo così lontani oggi dal vero senso del mistero?
Sì, attualmentec’è una grande secolarizzazione, il senso del mistero e del sacro è andato perduto, non si vive più secondo lo spirito di rendere culto a Dio e di lasciarLo essere Dio. Allora crediamo necessario fare continui cambiamenti in liturgia, innovare e rendere creativa ogni cosa. Non è necessario questo nella liturgia, bensì rendere vero culto, cioè riconoscere Colui che ci trascende e che si offre per salvarci. Il mistero di Dio che è l’incredibile mistero del Suo amore, non è qualcosa di vago, ma è Qualcuno che viene ad incontrarci. Dobbiamo riscoprire l’uomo che adora. Dobbiamo riscoprire il senso del mistero. Dobbiamo recuperare ciò che non si sarebbe mai dovuto perdere. Il più grande male che può essere fatto all’uomo è tentare di eliminare dalla sua vita la trascendenza e la dimensione del mistero. Oggi ne sperimentiamo conseguenze in tutti gli ambiti della vita. Sono la tendenza a rimpiazzare la verità con l’opinione, la confidenza col disagio, il fine con i mezzi… Per questo è così importante difendere l’uomo contro tutte le ideologie che ne intaccano la triplice relazione col mondo, con Dio, con gli altri e con Dio. Mai prima si era tanto parlato di libertà e mai c’erano state così tante schiavitù.
- Dopo molti anni vissuti tra l’insegnamento e il ministero episcopale, come ha vissuto la chiamata a servire nella Curia Romana come “ministro del Papa”?
L’ho accettata con grande gioia, perché significa compiere la volontà di Dio. Quando uno fa la volontà di Dio è felicissimo, benché devo ammettere che non mi aspettavo qualcosa del genere. Allo stesso tempo il fatto di lavorare insieme al Papa mi permette di vivere intensamente il mistero della comunione. Mi sento davvero unito a lui, lieto di aiutarlo a realizzare le sue richieste e come è noto, uno dei suoi obiettivi principali riguarda la liturgia.
Cañizares non scende nei dettagli ma, dell'intervista si è occupato anche il giornalista Marco Tosatti (La Stampa, 29 ottobre 2009) il quale ripete che "Secondo indiscrezioni pubblicate da “Il Giornale” ad agosto, la Plenaria avrebbe deciso in favore di una maggiore sacralità del rito, di un recupero del senso dell’adorazione eucaristica, di un recupero della lingua latina nella celebrazione e del rifacimento delle parti introduttive del messale per porre un freno ad abusi, sperimentazioni selvagge e inopportune creatività. Si sarebbero anche detti favorevoli a ribadire che il modo usuale di ricevere la comunione secondo le norme non è sulla mano, ma in bocca. C’è, è vero, un indulto che permette, su richiesta degli episcopati, di distribuire l’ostia anche sul palmo della mano, ma questo dovrebbe in futuro rimanere un fatto straordinario. Il «ministro della liturgia» di Papa Ratzinger, Cañizares, starebbe anche facendo studiare la possibilità di recuperare l’orientamento verso Oriente del celebrante almeno al momento della consacrazione eucaristica, come accadeva di prassi prima della riforma, quando sia i fedeli che il prete guardavano verso la Croce e il sacerdote dava dunque le spalle all’assemblea."
Sono anticipazioni che creano enorme curiosità (mi riferisco a quelle di Tosatti, perché Canizares è molto abbottonato). "Recupero della lingua latina" (per il kyriale?), modifica delle parti introduttive della messa (tra le più massacrate), recupero dell'orientamento, e quindi si suppone anche dell'altare antico, almeno durante la consacrazione... Per ora non possiamo che fantasticare. E tifare.
RispondiEliminaIo sono fiduciosa ma, quando si metteranno in moto questi "cambiamenti" :-) ..., si scateneranno le furie progressiste contro il Santo Padre!
RispondiEliminaMa non importa: lui sa benissimo che la Chiesa è malata e bisogna che guarisca!
spero tanto d vedere questo cambiamento.....di vedere il nostro altare grande in tutto il suo splendore....
RispondiEliminaSono un medico e posso dire che tanto più la malattia è grave tanto più la terapia deve essere appropriata. Per le cose dello spirito penso ci si debba comportare nello stesso modo. L'epoca dei pannicelli caldi, ee si vuol salvare qualcosa, penso debba tramontare definitivamente.Le riforme scaturite dal Vaticano II hanno spazzato via tutto come il disastro del Vaiont e nella intervista al Cardinal Canizares, sia pure in curialesco, appare la drammatica e tremenda realtà in cui si dibatte la chiesa cattolica tradita ed umiliata anche da chi dovrebbe agire per essa usque ad effusionem sanguinis. Domine, spes nostra, adiuva nos.
RispondiEliminaDomani preghiano tutti i Santi affinché illuminino la mente del Papa sì che acceleri il moto riformatore la cui conclusione non può aspettare secoli.
RispondiEliminaSi può cominciar dalle "piccole" cose: comunione in ginocchio e sulla lingua abolendo ogni indulto, uso del piattino, obbligo della talare almeno in chiesa e, fuori, della talare o del clergyman, stretta osservanza delle rubriche in modo che la Messa non diventi un circo, abolizione della "pace" con le sue girandole di baci e abbracci,
obbligo per i vescovi di applicare queste "piccole" riforme, appello al popolo fedele di vigilare sull'applicazione delle norme e deposizione dei vescovi che non provvedono allaloro applicazione.
Bastano poche righe, ma decise: we decise punizioni per i trasgressori. Si cominci con un avvertimento e drastica decurtazione dello stipendio a vescovi e preti: poi l'ammonizione e sospensione dello stipenmdio; poi la deposizione.
Obbediranno: non hann'arte né parte per campare.
cosa ne uscirà? una messa i brida un po' di nuovo un pò di antico e poi ci saranno 2 altari uno per l' inizio ed uno per la consacrazione. Quando si fanno ste compromessi non escono mai bene ...peggio la toppa del buco.
RispondiEliminacaro anonimo...meglio una messa ibrida come dici tu...che questa attuale...senza senso e senza anima....
RispondiEliminaPer l'introduzione della messa e per le letture non c'è bisogno di un altare, per cui di altare alla fine ce ne dovrebbe essere uno solo (quello vero).
RispondiEliminaAll'anonimo delle 18,14 vorrei sapere dove ha letto che per le preghiere introduttive e le letture non c'è bisogno dell'altare. Nella nuova messa naturalmente. Nel VO l'Altare è il centro di tutta la liturgia. Ha volte mi stupisco di quanta segatura ci sia nella testa di certi tradizionalisti.
RispondiEliminaScusate l'a con l'h davanti. E' un errore di battitura.
RispondiEliminaPrima di accusare gli altri di dendrocefalia, controllare la propria: se si parla di riforma della riforma, e di introduzione dell'orientamento versus Deum per offertorio e consacrazione, è ovvio che si tratta del messale nuovo.
RispondiEliminaQuindi l'osservazione dell'anonimo delle 18.14 è del tutto pertinente.