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domenica 20 settembre 2009

La decadenza artistica della Chiesa

Il blog del barnabita Padre Scalese pubblica una lunga lettera di un lettore che torna sull'argomento dell'attuale decadenza artistica ecclesiale. Sono osservazioni estremamente interessanti che riprendiamo qui: cliccate al link indicato per leggere le osservazioni in replica di Padre Scalese.

«Caro Padre, ti prego, non pensare che voglia sempre dire la mia sul tuo (interessantissimo) blog, ma la questione delle chiese brutte mi appassiona da parecchio. Credo che il problema abbia radici profonde, al di là della formazione estetica dei parroci e delle diocesi che si rivolgono ad architetti e geometri laicisti. Verrebbe da dire: e dove lo troverai mai un progettista e esecutore di chiese di formazione cristiana? Questo è un fronte su cui la Chiesa cattolica ha abdicato da parecchio tempo... Hai notato che in Europa nessuna delle università cattoliche ha una facoltà di architettura? Né il Sacro Cuore né quelle dell’Opus Dei e degli ordini religiosi, tanto meno le università pontificie! Per non parlare poi del design e della moda: quelli sono campi che il clero guarda ancora con disprezzo, quando non con disgusto, lasciandoli spesso nelle mani di depravati e di laicisti.

C’è da chiedersi come sia possibile che chi ha inventato tutti gli stili architettonici e ispirato tutti i movimenti artistici per quasi quindici secoli possa disinteressarsi tanto alla formazione di architetti, ingegneri e designer... Forse il Signore non ha ammonito che se la Chiesa non predicherà il Vangelo del Regno, “grideranno le pietre”? Forse non erano Lui e il padre putativo costruttori o decoratori di case e di strade? Forse non indossò durante la Passione un magnifico abito “tessuto tutto d’un pezzo” che i soldatacci romani seppero apprezzare subito e che sicuramente era passato per le mani di Maria?

Eppure, le chiese oggi sono il trionfo della decorazione minimalista, del cemento armato, delle forme geometriche piú assurde... Già, assurde... perché l’opposto del Mistero, che sta dietro la Fede, non è la ragione, che anzi della Fede è spesso ancella, ma l’assurdo, la sciocchezza esaltata come verità, l’idiozia spacciata per bellezza. E cosí ci troviamo con chiese a forma di libro, di barca, di... astronave. Mi è capitato di passare per Via Baracca a Firenze e pensare che la sede locale di una banca fosse una chiesa e ne ho riso amaramente perché... tante chiese fra Prato e Firenze mi sembrano banche, biblioteche o fabbriche!

La cosa triste è aver perso quello che gli esperti di marketing chiamano il family style: quei pochi elementi comuni a diversi prodotti che rendono riconoscibile la marca. Pensa alle chiese come prodotto (delle loro epoche) e vedrai che ci sono alcuni elementi caratterizzanti tutte le generazioni: l’altare, il tabernacolo, la navata, il crocifisso, gli altari laterali... Se entro in un edificio dove non trovo il Padrone di Casa ad aspettarmi al centro (il tabernacolo) dove l’occhio cade appena oltrepasso la soglia, né trovo distintamente i segni della sua presenza nella vita della casa (altare, pulpito, ambone...), né riesco a identificare tutto attorno altri elementi distintivi di quella dimora (altari laterali, fonte battesimale, santi...), come posso identificarmi io stesso in quel luogo, nella sua storia, integrarmi nella vita del Padrone di Casa? Perché le merendine per bambini e le automobili tedesche si caratterizzano per un’identità piú marcata della Chiesa? Certo, come marketing siamo sempre stati scarsi: ti immagini una religione dove il Fondatore — che conosce tutto, dall’infinitamente piccolo degli atomi all’estremità delle galassie — sceglie un traditore fra i suoi seguaci piú intimi? E un omuncolo come Pietro come suo successore? Come minimo l’ufficio marketing di un’altra religione (Islam, gli stessi evangelici) avrebbe fatto sapere a tutti che il traditore si era sostituito a un giusto inizialmente scelto dal Capo (nel Corano, Giuda è crocifisso al posto di Gesú!). E che Simon Pietro — lungi dal rinnegare il Maestro e darsela a gambe — era in realtà stato catturato con lui e aveva vinto la morte con Lui. Ma scherziamo? Però, la Chiesa non è così...

Quei grandi capolavori che sono le cattedrali gotiche e le certose sono cresciute nel corso dei secoli, spesso finendo in rovina per la miseria (morale, non materiale) degli uomini che le abitavano. Magari sarà cosí anche stavolta: nel corso delle generazioni le chiese brutte saranno abbellite col dono di statue e dipinti, con migliori decorazioni, con interventi architettonici saggi. Intanto, stanno lí, monumento alla nostra epoca. In attesa che lo spirito le riempia di vita come ossa inaridite. Sí, “vieni Spirito dai quattro venti!” E magari fai aprire un politecnico cattolico...»


Il merito di queste osservazioni è che non si limitano a considerare la struttura muraria delle chiese, ma affrontano anche il tema della "architettura di interni" delle stesse. A questo proposito, vogliamo infliggervi due immagini significative della decadenza simbolica e pure funzionale dell'arredo ecclesiastico. La prima mostra il semaforo penzolante sopra il tabernacolo della avvenieristica St. Lukas Kirche di Graz, semaforo che fa le veci del tradizionale lumino della custodia eucaristica (fonte: Unavox, ove altre foto). La seconda immagine ci pare ancora più scandalosa, perché mostra come si possa intaccare l'anima di antichi edifici d'arte: maxischermo e squallide seggiole in plastica da sala d'aspetto di seconda classe, piazzate davanti alla Porziuncola (Assisi) al posto delle preesistenti panche con inginocchiatoio: non sia mai che a qualcuno possa venire la malsana idea di pregare!


31 commenti:

  1. il bello in se non vuol dire un bel nulla .

    che significa ha , che vuol dire '' guarda quant' è bello ,,!!!!!!!
    lo posso dire di fronte un paesaggio , non lo posso fare di fronte un albero , che è semplicemente '' L' ARTE PERFETTA ,, non significa nulla di fronte una statua , un quadro , un architettura .
    mi commuove piu' un vetusto albero che un' opera d' arte .

    si l' impatto estetico c'è , ma va considerato il pensiero del periodo in cui è stata concepita un opera d' arte , la committenza .
    senza queste due cose fondamentali l' opera d' arte non mi dice nulla .......

    morta la vecchia generazione , CHI L'ha sostituita , da quali persone ????

    sono gli uomini che fanno la storia . e sempre peggio sarà , ne sono sicuro ......

    almeno per quello che era la vecchia cara EUROPA ormai , che anche se decaduta E ' STATA E SEMPRE SARA' MAESTRA DI CIVILTA'

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  2. E' un grave errore quello di ritenere che le persone pie e devote, o più semplicemente cattoliche, siano migliori candidati alla creazione di buona arte sacra. Un grave errore. A dimostrarlo, al di la di qualsiasi teoria estetologica, la lunga lista dei miscredenti o degli "eretici" titolari di straordinari capolavori capaci di elevare l'anima a Dio - il Perugino come il Rembrandto - e l'altrettanto lunga lista dei devotissimi mediocri (Lorenzo Perosi, mettiamo).

    Per fare buona arte sacra bisogna essere capaci di buona fare arte. E' un principio generale. Chi di voi si farebbe operare da un chirurgo sul conto del quale qualcuno vi dicesse: "Non è molto capace, ma è tanto una brava persona!". Chi di voi salirebbe su un aereo se sul conto del pilota vi dicessero: "Non ha il brevetto, ma è tanto pio!".

    I faldoni dell'empiria attestano, inoltre, che mediamente i sacerdoti NON sono buoni artisti e NON sono i migliori dispensatori di predicati di valore estetico. E' vero, cospicue eccezioni ci sono state, specie nella sfera della didattica (tra le prerogative più caratteristiche dei preci c'è la pedanteria, che è strumento didattico formidabile), ma si tratta appunto di eccezioni. Tra i meriti dell'ormai desueta teoria crociana dei distinti, c'era anche quello di offrire una decifrazione teoretica di questo fenomeno, ma non è necessario scomodare don Benedetto per capirne l'origine.

    L'arte, poi, non è sacra soltanto perché ha per oggetto temi sacri. Questa condizione non è non solo sufficiente ma, a rigore, nemmeno necessaria. Ma qui entriamo in un terreno assai delicato, in merito al quale fare chiarezza con un commentino da blog non è possibile. Accontentiamoci di esercitarvici sopra la nostra privata riflessione.

    E infine. Tipicamente gli uomini di chiesa e spesso anche le ranocchie di sacrestia ritengono assegnano alla sfera estetica un ruolo gregario, liquidandola come qualcosa di accessorio e marginale. Senza voler discutere la causa, le implicazioni e soprattutto la fondatezza di questa persuasione, non possiamo però non constatare che il Sommo Artefice non è, per nostra fortuna, del medesimo avviso: come scrive qui sopra Vittorio, il cosmo creato è anzitutto un inarrivabile capolavoro di bellezza. Al punto che per emendare atrocità cementizie quali la ka'ba di Fuksas sarebbe sufficiente una bella cortina di edera.

    Sullo

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Leggo:
    "Verrebbe da dire: e dove lo troverai mai un progettista e esecutore di chiese di formazione cristiana? Questo è un fronte su cui la Chiesa cattolica ha abdicato da parecchio tempo..."

    D`accordo...MA altri la pensano diversamente.
    Possiamo negare che è stata autorizzata la costruzione di chiese progettate da architetti appartenenti al movimento che non vuole essere chiamato movimento con la direzione e supervisione teologica (sic) e artistica(sicsic) del fondatore e secondo la sua nueva estetica(olè)?
    E quando ancora non esisteva nessuno statuto?
    Chiese progettate e costruite e altre trasformate, come la chiesa della Natività che ha visto rivoluzionata l´architettura del suo interno in conformità ai dettami del fondatore del movimento che....e così ecco che la navata simboleggia il corpo di una gestante, gravida dei suoi figli rinati.
    Il vecchio altare sparisce e al suo posto c'è «la bocca», l'ambone con la Bibbia.
    Più giù c'è «lo stomaco», una grande tavolata quadrata su cui si dice messa e si fa la comunione con focacce non lievitate e gran numero di calici di vino.
    E più giù ancora «l'utero», la vasca scavata nel pavimento, dove il battezzato si immerge per uscirne fatto uomo nuovo.
    .....

    http://www.unavox.it/FruttiPostconcilio/NuoviPreti/NeocatMessaPSGiorgio.htm

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  5. Caro Sullo.Condivido,ma solo in parte,cio' che tu sostieni.L'arte figurativa ed ancor piu' quella musicale,quando sono funzionali all'azione sacra,si debbono finalizzare ad essa.E' un terno all'otto avere un capolavoro(ex se) che sia al contempo idoneo al 100 per cento al fine specifico d'uso(secundum quid).Lo stesso problema -di pressante esigenza estetica-si ha nella tipologia del melodramma:musiche oggettivamente mediocri ma funzionalissime all'azione drammatica e musiche eccelse ma del tutto disadatte all'evento scenico.Lo stesso Mozart,genio eccelso in ogni genere musicale,non compone all'ISTESSO MODO i quartetti e l'opera,ma si adatta al diverso genere talora rattenendo la propria libera ispirazione per non pregiudicare l'effetto SPECIFICO che intende realizzare.Non tutta l'arte bella e' adatta al culto e non sempre l'arte mediocre e',solo per cio' stesso,inadatta ad esso.Purche' sia specificamente acconcia agli stilemi convenzionali che distinguono e contrannotano il GENERE.Ti esemplo:una delle Missae pontificales di Perosi e' stilisticamente molto piu' adatta per organico,stile,durata,toni ed accenti alla Santa Messa che la ciclopica e magniloquente Missa solemnis di Beethoven.La seconda e' senz'altro un capolavoro,la prima e' forse solo opera di squisito artigianato,ma io ritengo che non dobbiamo trasformare il Tempio in una discoteca(e su questo siamo tutti d'accordo),ma nemmeno in una sala da concerto,anche se di altissima qualita'.Tra l'altro,l'ammirazione,sentimento nobile ma pur sempre profano,di capolavori del genio umano,potrebbe distogliere l'attenzione dei fedeli dall'Evento liturgico per eccellenza,che avviene sull'ALTARE.Eugenio

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  6. Ecco che cosa disse Benedetto XViI nel monastero di Heiligenkreutz agli 80 monaci cistercensi che celebrano l'ufficio divino in puro gregoriano e integralmente in latino :

    "Nella bellezza della liturgia, [...] là dove insieme cantiamo, lodiamo, esaltiamo ed adoriamo Dio, si rende presente sulla terra un pezzetto di cielo. Non è davvero temerario se in una liturgia totalmente centrata su Dio, nei riti e nei canti, si vede un’immagine dell’eternità. [...] In ogni forma di impegno per la liturgia criterio determinante deve essere sempre lo sguardo verso Dio. Noi stiamo davanti a Dio: Egli ci parla e noi parliamo a Lui. Là dove, nelle riflessioni sulla liturgia, ci si chiede soltanto come renderla attraente, interessante e bella, la partita è già persa. O essa è opus Dei, opera di Dio, con Dio come specifico soggetto, o non è. In questo contesto io vi chiedo: realizzate la sacra liturgia avendo lo sguardo a Dio nella comunione dei santi, della Chiesa vivente di tutti i luoghi e di tutti i tempi, affinché diventi espressione della bellezza e della sublimità del Dio amico degli uomini".

    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/166922

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  7. E infatti, Eugenio, non ho inteso certo affermare che l'arte concepita per l'azione liturgica - o anche solo per lo spazio liturgico - possa o debba essere a tema profano. Ci mancherebbe!

    I miei volevano essere rilievi più ampi, e avevano il senso di un monito rammemorativo circa la generale inanità dei sacredoti (e dei laici bigotti) in materia squisitamente estetica.

    Tanto più che per il culto la grande arte la possediamo già, fortunatamente. Per quanto concerne la musica si chiama "canto gregoriano" (ha ragione Antonello: la polifonia tiriamola fuori dallo scrigno rade e ben meditate volte) e per quanto riguarda l'architetture e le arti figurative si chiama "tutto ciò che è stato prodotto dal I al - con l'aiuto di un buon digestivo - XIX secolo d.C.". E' un patrimonio immenso e prezioso, di fronte al quale c'è veramente da chiedersi che senso abbia continuare a costruire nuovi hangar-chiesa e a scrivere nuove canzonette "devozionali".

    Sullo

    P.S. Sulla Missa beethoveniana - senz'altro un capolavoro a petto dei vagiti di Perosi - il soprascritto la pensa allo stesso modo di un celebre pianista: la cederei senza indugio per anche solo un quarto di oratorio mendelssohniano (e, per completare il mercato dei cambi, per una mezza aria della Matthaeuspassion di Bach). Udire per credere!

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  8. Interessante quel semaforo vicino al tabernacolo....c'è qualcuno che può spiegarmi quando si accende il rosso, il giallo e il verde, e che cosa significa? Da quando in qua i credenti sono come le automobili? Deo gratias! Il Signore ha posto il mio ministero parrocchiale in una splendida chiesa barocca...spero di non dover mai essere destinato in una chiesa moderna!

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  9. In questi giorni mi sono posto il problema di fronte un immagine sacra in bronzo rafffigurante la Vergine, fatta da un mussulmano
    Nessuna indicazione nella cappelleta ove e' posta, addiritura il viso non esprime nulla di femminile. capisco dal contesto che e' una Madonna.

    Sembra sia anche un'opera d'arte.

    Ma solo da uno sforzo intellettuale si puo' capire che e' una Madonna, potrebbe rappresentare anche le fattezze di un uomo o donna angoscita,

    Mi chiedo se in questo caso nn influisca anche la religione del realizzante.

    Ritengo comunque che sia neccessario vedere espressa la maternita' della Vergine... nn si puo' pregare davanti a cio' che sfugge alla realta' o rimane nell'ambiguo.

    Cosa ne pensate? Non e' mia intenzione giudicare ma vorrei un vs. giudizio

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  10. Nella Sacramentum caritatis, Benedetto XVI afferma:

    "La Chiesa, nella sua bimillenaria storia, ha creato, e continua a creare, musica e canti che costituiscono un patrimonio di fede e di amore che non deve andare perduto. Davvero, in liturgia non possiamo dire che un canto vale l'altro. A tale proposito, occorre evitare la generica improvvisazione o l'introduzione di generi musicali non rispettosi del senso della liturgia. In quanto elemento liturgico, il canto deve integrarsi nella forma propria della celebrazione. Di conseguenza tutto - nel testo, nella melodia, nell'esecuzione - deve corrispondere al senso del mistero celebrato, alle parti del rito e ai tempi liturgici. Infine, pur tenendo conto dei diversi orientamenti e delle differenti tradizioni assai lodevoli, desidero, come è stato chiesto dai Padri sinodali, che venga adeguatamente valorizzato il canto gregoriano, in quanto canto proprio della liturgia romana" (numero 42).

    Altre perle del pensiero del Papa:

    "[...] è divenuto sempre più percepibile il pauroso impoverimento che si manifesta dove si scaccia la bellezza e ci si assoggetta solo all'utile.

    L'esperienza ha mostrato come il ripiegamento sull'unica categoria del "comprensibile a tutti" non ha reso le liturgie davvero più comprensibili, più aperte, ma solo più povere.
    Liturgia " semplice " non significa misera o a buon mercato: c'è la semplicità che viene dal banale e quella che deriva dalla ricchezza spirituale, culturale, storica".
    "Anche qui si è messa da parte la grande musica della Chiesa in nome della" partecipazione attiva ": ma questa " partecipazione " non può forse significare anche il percepire con lo spirito, con i sensi? Non c'è proprio nulla di " attivo " nell'ascoltare, nell'intuire, nel commuoversi? Non c'è qui un rimpicciolire l'uomo, un ridurlo alla sola espressione orale, proprio quando sappiamo che ciò che vi è in noi di razionalmente cosciente ed emerge alla superficie è soltanto la punta di un iceberg rispetto a ciò che è la nostra totalità? Chiedersi questo non significa certo opporsi allo sforzo per far cantare tutto il popolo, opporsi alla " musica d'uso ": significa opporsi a un esclusivismo (solo quella musica) che non è giustificato né dal Concilio né dalle necessità pastorali". 
 

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  11. Un musulmano che produce raggifurazioni di esseri umani? Mmmmmmmm....

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  12. chiedo un vs. parere per capire se la mia criticita' e' dovuta ad un preconcetto.
    Non vi e' un filo di femminilita' e' una cosa con un capo di cui nn si capisce ne' il sesso, ne' l'eta'.

    Tolto il contesto di cappella cattolica, edicola, non avrebbe nessuna capacita di farsi riconoscere come Madonna.

    E' giusto proporre simili figure alla ns. devozione e preghiera.

    Perche' ci devono affaticare cosi'??

    E' un caso concreto. spero di vedere anche le vs. riflessioni.

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  13. A Sullo.La magniloquenza,in se' stessa,non e' quasi mai sinonimo di vera arte.In cio'aderisco alla Poetica dello Stravinsky.Non ricordo chi(non posso stare tutto il giorno ad arrampicarmi sugli scaffali della biblioteca),ma ne son sicuro,la Messa beethoveniana fu definita "par hazard" la prima opera del Wagner.A 'sto punto,meglio assai i due requiem di Cherubini.Che genio musicale!Il suo primo Agnus Dei,tutto urlato,e', nel suo genere, la cosa piu'squisita ed anticonvenzionale(in genere le due cose fanno a pugni:qui no!)di tutta la Grande Musica.Un caro saluto.Eugenio

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  14. Eh sì, caro Eugenio, consigliamoli, consigliamoli agli amici del blog che non ne siano già a conoscenza i due requiem di Luigi Cherubini. E specialmente il secondo, concepito per officio liturgico (le esequie dell'Autore stesso) e perciò instrutto per sole voci virili. La Missa... il Beethoven cantato... mah, sta a Wagner come Fra' Lampredone sta a Dante Alighieri.

    Sullo

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  15. FRA' LAMPREDONE (et gionta apocrifa)21 settembre 2009 alle ore 19:50

    Di Dante Patre comparar non lice
    l'opra divina al farfullar de Frate
    Lampredone da gli Horti: cum pernice
    saria metter piccion d'ale espennate.

    [Per che la tua sententia non annullo
    ancor ch'a nui funesta, messer Sullo]

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  16. cari EUGENIO E SULLO

    mi fa piacere al massimo sentirvi dire cose egregie su CHERUBINI lo adoro ........
    la MESSA DA REQUIEM IN MEMORIA DI LUIGI XVI è fra le mie PREFERITE , la parte finale terribile , con quei bassi che divorano tutta l' opera come se risucchiata da un BUCO NERO , distrugge la MATERIA , e non so se conoscete la MESSA PER L' INCORONAZIONE CARLO X . LA MARCIA EUCARISTICA per il RE , è CELESTIALE ........

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  17. All'epoca era, non a torto, considerato un gigante. Abraham Mendelssohn, il babbo di Felix (altro genio sublime), portò il figluolo a Parigi proprio per fagli incontrare Cherubini, da lui ritenuto il massimo compositore vivente. Ma poi quanti splendidi compositori, anche di musica sacra, abbiamo noi italiani, e non li conosciamo. E' certamente stata una costante di tipo politico e nazionalistico a far passare alla storia taluni mediocri compositori stranieri e a cacciare nell'oblio un intero Parnaso di genii italiani: ma pensate a Scarlatti padre o a Tommaso Traetta (consiglio vivissimiamente lo Stabat Mater)... e noi... con l'alleluia delle lampadine... lasciamo stare, lasciamo stare...

    Sullo

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  18. B SERA SULLO

    CHERUBINI , non dimentichiamolo , era legittimista ,
    la MESSA IN MEMORIA DI LUIGI XVI è un punto di riferimento per le stesse a venire ed ha avuto grande impatto emotivo all' epoca suscitando le lodi anche dei nemici , BERLIOZ in testa .
    ha superato i limiti , è un opera eterna .........

    abbiamo gli archivi dei nostri conservatori ancora inesplorati per la maggior parte ......

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  19. Caro Sullo.E' raro trovare persone come te che sappiano andare al sodo(anche nel mondo della musica ci sono i Bugnini ed i Marini senior...).Il Beethoven cantato?Il giudizio di Cherubini,Rossini e Verdi,irriso ai todescomani,e'fondato.Ma c'e' tanta ignoranza,anche nei "competenti".A proposito di autori italiani,quando si scandagliera' la miniera d'oro delle composizioni ESPRESSAMENTE da Chiesa(e NON da concerto)di tanti autori del sette ed ottocento?I piccoli "assaggi" da me fatti(ho studiato musica,in gioventu'...)non m'hanno mai deluso!Eugenio

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  20. A Vittorio.Stravedo per Cherubini,ma egli non era legittimista,era come il Monti:cercava di lavorare con chi comandava.Ebbe un periodo di bassa con Napoleone e si mise a fare il pittore(!).Poi ,sommo contrappuntista,si riprese e fondo' il Conservatoire(la massima istituzione musicale del tempo):nel regolamento proibi',lui straniero,l'accesso ai non francesi.Liszt non pote' quindi iscriversi!Resta uno dei sommi musicisti di tutti i tempi:due o tre soli gli son pari.Il secondo Requiem lo dovette fare,come da te accennato,appunto perche' non tutta la musica "sacra"(con buona pace della Redazione)e' acconcia ai riti.Fraterni saluti.Eugenio

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  21. L'accenno era di Sullo,non di Vittorio.La stima per entrambi mi fa confondere.Eugenio

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  22. A Vittorio(rischiamo la scomunica da parte della Redazione!).Berlioz,di tutti parlo' mal fuorche' di Cristo scusandosi col dire non lo conosco!Ebbe sentito rispetto solo con Paganini,cui dedico' l'Aroldo.Eugenio

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  23. A Luisa(rientrando dal fuori tema*):fino a tutto il pontificato di Pacelli le chiese,pur "moderne",riproducevano la tipologia caratteristica all'edilizia sacra.Cosa forse disdicevole in termini di estetica pura(anche se,con quello che passa il convento,e' meglio un bel falso ad un orrificante originale!)ma funzionalissima alla "resa visiva" della tradizione.E' cio' che avviene nell'Ortodossia:SEMPER IDEM.Piu' o meno tutte le creazioni postconciliche sono-a parte una discutibilissima validita' estetica-dei mostri incubifori che invertono,deformandoli per giunta,i canoni di simmetrica claritas e luminosa laetitia da sempre vincoli espressivi,dovunque e comunque, dell'arte sacra.Una cosa va riconosciuta:con questa architettura si rende visiva e plastica evidenza alla deformata e contorta dottrina pirronistica della rinnovata religione.Anche il mostruoso ha da pagare in termini di sua coerenza!Eugenio

    *Non m'e' stato mai chiaro perche' l'inculturazione ed il connesso volgarizzamento,ora imperanti nei sacri riti, non s'abbian da applicare anche in rete con l'abbandono di termini stranieri,per giunta di nessunissimo valore fonico:oftopic pare il nome di un preparato veterinario o tuttalpiu' di un eroe da fumetti!

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  24. a no EUGENIO

    CHERUBINI era legittimista . questa etichetta di opportunista glie l' hanno affibbiata dopo ..... si è ritirato dal mondo proprio per questo , ed io lo ammiro .

    quel NAPOLEONE , padre di tutti i dittatori lo aveva relegato , per dileggio a suonare il triangolo nell' orchestra ed entrambi si odiavano .
    BERLIOZ , che mi sta ampiamente antipatico COME UOMO
    , tutto pom pom , grandeur , '' arcimonarchico ,, come era nello '' stile , di quelli che hanno sostenuto la rivoluzione e sono venuti dopo .NAPOLEONE ne è l' esempio .
    i padroni sono venuti dopo , dopo LUIGI XVI
    B giornata ...VITTORIO

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  25. Troppo gentile, caro Eugenio.
    E' vero Berlioz era una malalingua. Vi fu una singolare eccezione: ancora Mendelsshon, per il quale ebbe parole egregie; ricambiato da vivi sentimenti d'affetto... ma non di stima; Mendelssohn disse infatti della sua musica che era fracassona (ascoltare il Requiem di Berlioz per realizzare che Mendelssohn era un genio anche come critico).

    Sullo

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  26. Una volta consultai una mastodontica Histoire de la Musique inizio 20° secolo:era divisa in due grandi parti,ante Berlioz e post Berlioz,come a dire a.C. e p.C.!I frati di Betlemme mi dissero un aneddoto(inventato in forma,ma plausibile in re):ai tempi del Generalone Vivlafrons arriva a Natale,come d'uso,una corbeille di fiori con un nastro tricolore che reca evidente UN GRANDE FRANCESE AD UN PICCOLO EBREO!Che macchietta i nostri cugini di Gallia!Da scompisciarsi!Mille volte piu' aristocratica la nostra provinciale e menefreghistica sciatteria!Eugenio

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  27. A Sullo(istigatore al fuori tema).Nonostante tutta la retorica che s'e' fatta al riguardo,lo stesso Autore era convinto d' aver,col quarto movimento della nona,scritto una gran c....a.Ci son documenti(Carli Ballola)che attestano il "male expedit" di B. e la sua volonta' di scriverne uno nuovo,solo strumentale.Ma tant'e'!La massa s'affeziona all'agiografico,anche in seculari!Eugenio

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  28. Per penitenza-sto meditando sull'apparecchio alla morte del Bellarmino-tacero' sul blog per una settimana!E,per evitar l'occasione,non lo leggero' neppure!Ne intendo trarre un doppio merito:penitenza per me e carita' pel prossimo.Eugenio

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