MESSA IN LATINO, PROTESTE DOPO LO STOP AL CONVEGNO
Questo convegno non s'ha da fare. La parrocchia di Mandas aveva organizzato un convegno-dibattito di due giorni incentrato sull'invito di papa Ratzinger a rivalutare la celebrazione della messa in latino. La prima giornata di lavori doveva essere sabato, ieri era in programma la conclusione del convegno con la partecipazione di due relatori in arrivo da Francia e Spagna. Ma non se n'è fatto nulla.
A bloccare l'iniziativa è arrivato puntuale [mica tanto; piuttosto fuori tempo massimo, almeno per le regole della decenza] lo stop dell'arcivescovo Giuseppe Mani che ha inviato una lettera al parroco di San Giacomo, don Pascal Manca, tra lo sconcerto e la delusione degli organizzatori. «Non potevamo far altro che obbedire, così abbiamo annullato il convegno», ha detto il parroco ai fedeli.
Il divieto dell'arcivescovo ha mandato su tutte le furie numerosi nostalgici della messa in latino che, nei giorni scorsi, hanno quasi mandato in tilt il blog www.messainlatino.it con una miriade di commenti e giudizi non teneri (tutti anonimi) indirizzati a Monsignor Mani. Motivo del divieto? Alcuni parrocchiani, contrari all'iniziativa, si sono rivolti direttamente all'arcivescovo chiedendo di far saltare il convegno o comunque di spostarlo lontano da Mandas. Fatto sta che ora, nel centro dell'alta Trexenta, si sta formando un piccolo comitato spontaneo che sta preparando una richiesta di segno opposto.
Don Pascal Manca si è sempre dimostrato favorevole alla riproposta della messa tridentina in lingua latina, così come indicato dal Papa Benedetto XVI nel "Motu proprio". La messa all'antica (uso esclusivo del latino e celebrante spalle ai fedeli) può aver luogo nei giorni feriali, nelle domeniche e nelle festività. Inoltre il parroco deve permettere la celebrazione della messa in latino anche in circostanze particolari, come in caso di matrimoni o battesimi. Di tutto questo si sarebbe dovuto discutere nel convegno di Mandas.
SEVERINO SIRIGU
"Fatto sta che ora, nel centro dell'alta Trexenta, si sta formando un piccolo comitato spontaneo che sta preparando una richiesta di segno opposto."
RispondiElimina----------------
Il testo non è molto perspicuoi: cosa significa di "segno opposto"?
Una voce dal sen fuggita assai significativa è la sottolineatura della puntualità dello stop. episcopale.
Quanta pubblicità: e pure gratis!
RispondiEliminaGrazie a mons. Mani.
Antonello
Speriamo che "il segno opposto" sia una richiesta sul N O, e un bel convegno sui movimenti organici alla Chiesa.
RispondiEliminaDa aspettarsi comunque altre novità e-------
provvedimenti------
NO, come sei ben informato
RispondiEliminaMa che ben informato. Mi butto ad indovinare e uso il verbo "sperare".
RispondiEliminapubblicità sì, ma quanta negatività 'passa' attraverso le righe dell'articolo!
RispondiElimina-La Messa di Sempre, al solito liquidata con il semplicistico "messa in latino"
-il puntuale stop (che sottintende opportuno)
- le furie dei "nostalgici" (non amanti della Tradizione). Furie, poi!?
- giudizi "non teneri" (tutti anonimi). Bell'amore della verità: chi scrive se li è letti?
- "richiesta di segno opposto": vengono radicalizzati due fronti contrastanti e non due diverse espressioni di spiritualità ecclesiale (a chi la maggiore responsabilità?)
- celebrante "spalle ai fedeli": chiaro che chi legge recepisce alla lettera e certo non interiorizza la realtà
bisognerebbe che qualcuno scrivesse un articolo decente e ne chiedesse la pubblicazione a più di un giornale amico e diffuso, se possibile: chi meglio del Parroco di Mandas o di uno dei relatori?
Tu, sig. NO, sei come il lupo che accusava l'agnello di inquinargli l'acqua.
RispondiEliminaPerchè i fautori esclusivi del NO
RispondiEliminanon possono lasciar vivere in pace i fedeli tradizionali e li ostacolano, pronti anche
a soffocare le loro libere espressioni,
mentre loro non vengono ostacolati?
Perchè i tradizionali
fanno tanta "ombra" ai modernisti
(perlomeno a tanti di loro...)?
?
A me viene in mente la scena del
Genesi, 3-5:
3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto....
No.... No è con ogni verosimiglianza membro di uno di quei gruppi, o movimento che non vuol essere chiamato movimento...
RispondiEliminaLo mostra la sua ignoranza, nel senso di ignorare, la su arroganza e tutto il resto ne derivano.
Come stupirsi ?
Quando una coscienza è stata deformata da certi insegnamenti non si può pretendere meglio o altro.
Resta comunque che certe prestazioni restano deplorevoli.
Eh, no, NO, non hai scritto "sperare" (da te virgolettato), bensì "Da aspettarsi comunque altre novità e-------
RispondiEliminaprovvedimenti------".
Il sacrestano furbacchione fallo altrove. Ridi... con quel che segue.
CAINO ha una grandezza tragica che certi omuncoli non hanno.
RispondiEliminaAutorità, autoritarismo, ignoranza, testardaggine, sono parole in cui mi compiaccio.
RispondiEliminaVizi o virtù che siano, dipende da uno in che posizione si trova.
Schiavi tiranni di altri schiavi:
RispondiEliminama che bella prospettiva, quasi quasi
più bella della
Jihad !!!
schiavo si------
RispondiEliminaper-------
ben servirvi------
@ ingenuo
RispondiEliminama quale "vietato vietare"
non è questa la mia filosofia io sono per vietare eccome, oh si se lo sono!
vietare certe cose è fondamentale
vietare e basta, stop, senza spiegazioni, autorità (o /rismo, come preferisce) è proprio questo.
Non so se i fedeli di Mandas faranno bene a fare una raccolta di firme pro VO. Non c'entro niente con la faccenda, ma ovunque, non appena si fa una raccolta di firme, ecco che si passa alla conta nella parrocchia, e di conseguenza il vescovo ferma tutto per timore della "divisione", certificata proprio dai "tradizionalisti". A Mandas, poi, potrebbe non fare altro che sancire la correttezza della brutta decisione del vescovo. La quale, tra parentesi, ha tanto l'aspetto di un "ballon d'essai"; pensateci, gli elementi ci sono: vescovo vecchio che non ha molto da rischiare; raccolta di firme (7!) giusto pro forma, che non giustifica di solito l'azione di un vescovo contro un suo presbitero; decisione presa a ridosso, quando si è sicuri che il caso sarebbe montato.
RispondiEliminaTemo che il caso di Cagliari farà scuola, nel bene e nel male, e da lì l'episcopato si regolerà per sapere fin dove può agire. Che ne pensa prof. Pastorelli? Certo, la realtà fiorentina non ha di questi problemi, ma altrove la situazione è quasi universalmente meno felice.
1 sarebbe bene che la redazione di messainlatino chiarisca in modo conveniente al giornalista dell' articolo , chi sono gli anonimi e chi no , visto e considerato che ognuno di noi indistintamente per entrare in chat su questo sito deve rilasciare il proprio indirizzo email .
RispondiEliminaed a proposito per pare mia ho dato piu volte il mio indirizzo email , chi vuole mi contatti , ma avverto che su certi argomenti non sono disposto a fare sconti , rispondo e senza troppi peli sulla lingua ......
2 per il fatto dei nostalgici della messa in latino , gradirei sapere dall' autore dell' articolo che differenza c' è fra la messa in latino e la messa in vernacolo ...
Dice Mic:
RispondiElimina- le furie dei "nostalgici" (non amanti della Tradizione). Furie, poi!?
- giudizi "non teneri" (tutti anonimi). Bell'amore della verità: chi scrive se li è letti?
Ricordi quello che prevedevo accadesse? Ecco che è accaduto.
L'articolo è decisamente semplicistico, ma vedi come si strumentalizza la reazione?
E ti assicuro che certamente farà "giurisprudenza".
Lo spauracchio delle "liti" sarà sventolato ancora più forte sotto il naso del Papa.
Esaminiamo anche noi stessi.
Vittorio: se uno è anonimo, è del tutto anonimo. Noi non abbiamo le mail.
RispondiEliminaSolo gli iscritti a Google (come te) si registrano con i loro dati. Ma Google conosce i dati, non noi.
Ciò detto, la tradizione degli attacchi anche anonimi ai potenti è parte fondante del diritto di critica, quando non trascende (e su questo, siamo stati alquanto vigilanti): perfino ai tempi dell'ancien régime c'erano sistemi in tal senso, come Pasquino a Roma.
A Mic e Stefano78.
RispondiEliminaLa vostra analisi è troppo pessimistica e non tiene conto dell'ordinaria poca conoscenza liturgica delle persone, e quindi del giornalista medio. Se leggete, vedrete che non vi sono riferimenti così negativi tranne, forse, quello all'anonimato delle critiche.
Normale che si parli genericamente di "messa in latino", di "spalle al popolo", di "nostalgici" (nell'opinione corrente, amare una cosa che non esiste più da decenni non può che esssere "nostalgia").
E non dice "furie dei nostalgici". Dice che la proibizione ha mandato i nostalgici su tutte le furie: espressione idiomatica, quest'ultima, che non ha connotazione negativa.
Insomma: l'articolo ci pare abbastanza onesto. Parlare di giudizi "non teneri" è pefino un understatement.
Aggiungo per Stefano: l'acquiescenza alle bastonate progressiste ha già dimostrato che non conduce da nessuna parte, anzi rende più agevole il gioco avversario di soffocare le legittime istanze dei fautori della riforma di Papa Benedetto.
Per una volta in cui il prelato-caporale di turno fa le cose non alle spalle e di nascosto, ma a viso aperto e con tanto di dichiarazioni scritte (e su questo, merita l'onore delle armi l'arcivescovo Mani: d'altronde lui è l'ex ordinario castrense, quindi un generale, per cui sa esporsi coraggiosamente), è sacrosanto denunziare con la massima energia il sopruso.
Come osserva Antonello, tutta pubblicità positiva in più. Del convegno di Mandas si deve ora occupare Roma (ma non aspettatevi aperte sconfessioni dell'arcivescovo, ovviamente) e si sa ai 4 angoli della terra (avete visto l'elenco di blog che hanno ripreso la notizia?). Un risultato che il convegno, se si fosse tranquillamente tenuto, mai avrebbe potuto ottenere.
Alla fine saremo costretti a ringraziare mons. Mani, suo malgrado...
Ho letto, fin dall'inizio della vicenda, tutto quanto è stato scritto al riguardo al mancato Convegno sulla liturgia straordinaria della Chiesa.
RispondiEliminaNon ho voluto , fin ora, commentare perchè ho preferito affidare alla preghiera personale la mia amarezza.
Oggi ho letto lo stupendo commento di Padre Scalese sul suo blog http://querculanus.blogspot.com/2009/08/considerazioni-sul-caso-mandas.html
Nell'intervento dell'ottimo Padre ho preso, come spunto di riflessione, una frase che l'Arcivescovo di Cagliari ha pronunciato nell'intervista giornalistica «Se qualcuno pensa che io sia contrario, vada la domenica mattina alle dieci alla basilica di Santa Croce, dove si celebra il rito nella lingua antica. Liberissimi di farlo, solo che domenica scorsa i fedeli erano quindici...»
Quindici fedeli ad una Messa festiva in un'orario normale, ore 10, in una grande città come Cagliari?
C'è da rimanere allibiti!
Carissimi penso che è tempo di pregare la Madonna Santissima affinchè la Messa,nel rito che amiamo tanto, possa ritornare nel cuore dei fedeli come lo era un tempo.
Riflettiamo, carissimi, sui quintici fedeli che pesano sulla riuscita del Motu Proprio come pesantissimi macigni.
Riflettiamo e preghiamo ricordandoci che fra un anno i Vescovi dovranno riferire al Santo Padre sull'applicazione del Motu Proprio.
A riguardo so che alcuni vescovi della mia regione diranno ( a ragione) di non aver avuto richieste di Messe quindi nel rapporto al Papa diranno la verità " nella mia Diocesi nessuna richiesta della Messa antica".
Ma come si fa a richidere una liturgia che non si conosce oppure che, a detta di Cardinali o riviste cattoliche , " sa di chiuso" ?
Preghiamo, preghiamo e preghiamo !
Siamlo tutti sulla stessa barca !
In Domino.
Andrea Carradori
www.missaleromanum.it
NO, da buon ignorante di stampo nazi-stalinista, confonde autorità con arbitrio. Ma son distinzioni troppo sottili.
RispondiEliminaLa vostra analisi è troppo pessimistica e non tiene conto dell'ordinaria poca conoscenza liturgica delle persone, e quindi del giornalista medio. Se leggete, vedrete che non vi sono riferimenti così negativi tranne, forse, quello all'anonimato delle critiche.
RispondiEliminaOK, questo è vero. Ma perché non cominciare con un'adeguata informazione a partire dalla Stampa? Anche da altri media, se sono propensi a dare spazio senza strumentalizzazioni?
Io ho provato in qualche parrocchia (compresa la mia ex: ora frequento S. Trinità dei Pellegrini); ma mi è andata buca :(
per questo anche occasioni come il Convegno si spera vengano favorite d'ora in poi, piuttosto che vietate.
E' evidente che il gap di 40 anni è stato troppo lungo per non cancellare la Messa di Sempre dalla memoria di una generazione intera; ma per rimediare occorre anche promuovere e occorre farlo con impegno: se ami Qualcosa vuoi farla conoscere e condividere, poi sta agli altri la scelta. E qui non si tratta di qualcosa di banale! Chi non conosce non può amare.
Notate quanta ignoranza e quanti pregiudizi non tanto da parte del giornale, che come giustamente osservate è più scusabile, ma da parte di 'credenti' e di vescovi e di sacerdoti?
Si dovrebbe riflettere anche sui 10presenti ai pontificali, e ai 20 presenti ai vespri dell'arcivescovo Mani.
RispondiEliminaIl decentramento o la difficoltà di raggiungere le chiese o cappelle dove si celebra il VO non è da sottovalutare.
Ad es., per venire a S. Francesco Poverino i fedeli non possono usar la macchina e devono prendere anche tre autobus a seconda della distanza. Lo stesso dicasi di S. Gaetano.
Se le messe fossero celebrate nelle parocchie in orario non punitivo, la presenza sarebbe ben più cospicua.
purtroppo il marcio sta alla radice... ancora sento cocente la delusione di fronte alla chiusura TOTALE, assoluta, intransigente dell'ufficio catechistico del Vicariato di Roma.
RispondiEliminaMa bravo N O!
RispondiEliminaStupendo! Sempre più su!
Vietare e basta: anche vietare al Papa di "promuovere" la Messa Gregoriana, questo non lo dici?
Oh, no...che sciocchi siamo:
il Papa, quel povero vecchio insignificante, che sta lì ...
e parla... e promuove...
e Motu suo ecc. ecc.
ma sì...
lasciamolo dire, tanto poi
ci pensa la dittatura kikiana
a far carta straccia delle sue direttive, vero, sig. neo-catt
(che non ha mai aperto un dizionario per leggere due parole così diverse come le citate)?
Il Papa, per voi, cos'è,
un burattino...o una figurina
di carta su un libro di favole
della nonna?
Acclamiano la Nueva Iglesia che avanza!
Caro FABRIZIO, la figura di Mani è trascurabile, non può far scuola né nel bene né nel male.
RispondiEliminaE nessuno credo abbia pensato a lui per lanciar un ballon d'essai.
Chi manovra alle spalle del papa ha ben altri calibri da sparare.
Semmai molti sacerdoti apriranno gli occhi e, a Dio piacendo, troveranno il coraggio di esporsi in prima persona.
Non capisco i motivi di certi loro timori.
La S. Sede tollera che nelle parrocchie operino preti sediziosi ed immorali perché non sa con chi sostituirli.
Se i sacerdoti che voglion tornar all'antico rito si unissero in associazione permanente e volessero davvero quel che dicono o sussurano, nesssuno potrebbe toccarli.
Chi pecora si fa lupo lo mangia.
Ma possibile che i neocatecumenali vengano evocati sempre, anche quando si parla d'altro?
RispondiEliminaPer fortunona NO non è solo: chi ha ha cuore per l'unità della chiesa del concilio dove operare in ogni modo perchè siano impediti i danni che l'applicazione di un atto papale al limite dell'arbitrariettà farebbe; bisogna che faccia la fine delle grida manzoniane o, paragone recente, come la famosa in negativo veterum inspientia.
RispondiEliminaqui l'insipienza più dei "veterum" è dei "novorum.
RispondiEliminaAntonello
O ancor meglio:
RispondiEliminaveterum satientia
novorum insipientia
Sembra strano, si contesta chi invoca e compie atti d'imperio. Eppure atti d'imperio che andassero in altra direzione credo siano desiderati.
RispondiEliminaLo scrivevo alle ore 17,04:
"Autorità, autoritarismo, ignoranza, testardaggine, sono parole in cui mi compiaccio.
Vizi o virtù che siano, dipende da uno in che posizione si trova"
Per me che mi trovo in una certa condizione sono virtù, per chi li subisce vizi.
Ma basterebbe cambiare la posizione, i ruoli, e allora tutte le lagne di chi si lagna, diverrebbero dolci esercizi di virtù e carità.
Scrive MERCENARO... "bisogna che faccia la fine delle grida manzoniane...".
RispondiEliminaRipassa l'italiano.
Quelle manzoniane non sono "grida" che è plurale di "grido", ma "gride", plurale di "grida".
Una "grida" (legge, editto ecc.) due "gride". OK?
Quanto alla chiesa del concilio, è un'altra chiesa, diversa dalla Chiesa Cattolica?
Però ad una domanda MERCENARO non rispondi mai: nome e diocesi e parrocchia. Sarebbe utile saperlo per non confonderti con qualcun altro che m'è tornato alla memoria.
Sai, l'età fa alcuni scherzi, ma quel he s'è visto o letto torna a galla.
Bravo MERCENARO: il Motu proprio è un atto del Papa al limite dell'arbitrario. Scommetto che se aprisse al sacerdozio delle donne e dei trans saresti entusiasta.
RispondiEliminaDivieti, interdizioni...convegno saltato...OMNIA IN BONUM!
RispondiEliminaL'autorità ecclesiastica deve compiere atti d'imperio per la difesa della fede quando occorra.
RispondiEliminaMa mai questi atti devon ledere i diritti dei "sudditi", specie nelle loro legittime e sante aspirazioni. Creerebbe divisioni e fratture nel gregge e sarebbe gravissina colpa.
NO faccia quel che vuole: è un briciolo di polvere.
Tutti noi fortunatamente siamo accomunati in questo: essere polvere.
RispondiEliminaInfinita misericordia di Dio cheCi ricorda che polvere siamo e polvere diventeremo.
Se qualcuno poi e da più, lo dica che lo escludo da tale affermazione scusandomi con lui.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaE intanto, qualunque sia la valutazione dei fatti, bisogna davvero fare i complimenti ai gestori del nostro blog. Cavalcando con coraggio il caso Mandas sono già riusciti a far uscire due articoli su quotidiani in Sardegna. Continuo però ad attendere un articolo su qualche giornale o rivista nazionale. Il caso ne giustificherebbe ampiamente l'interessamento.
RispondiEliminaInvito quindi la redazione, così come ha fatto fino ad oggi, a non far cadere la tensione morale sull'argomento. Un post al giorno su mons. Mani potrebbe contribuire a creargli forse qualche piccolo problemino in più!
Grazie, mi auguro mi tocchi anche domani!
RispondiEliminaUn N O, al giorno, toglierà qualche
RispondiEliminaparroco di torno-----
a volte far cambiar aria giova-----
A proposito della liturgia della riforma conciliare occorre anzitutto spazzare via una serie di equivoci che ancora gravano pesantemente sul modo con cui la comprendiamo: questo a causa di un nuovo fenomeno di arretramento ritualistico, che per sconfiggere il revival tridentino, cerca di farne proprie alcune posizioni.
RispondiEliminaCosì si afferma che la liturgia, per restare se stessa, non possa essere ridotta a “funzione” o “occasione” per una “comunicazione diversa”: ma questo non è altro che panliturgismo sotto mentite spoglie e chiusura alla vita: non è il rito che giudica la vita dall’esterno, ma la vita che giudica il rito e lo sconfessa quando sconfina nel magismo e nella superstizione. Gesù non ha cert fondato una liturgia, quindi è scorretto e viziato di tridentinismo dire che la liturgia
essa “comunione originaria”con lui. L’ideologia della liturgia come fonte e culmine cancella l’esperienza dello Spirito che soffia dove vuole, quindi non necessariamente soffia nella liturgia. Non ha senso parlare come i tridentini fanno di ex opere operato, anche nella ritrascrizione caseliana come Mistero che rende presente l’Evento. Simili teorie smentiscono la rivoluzione rahneriana: non è certo il sacramento la via privilegiata di comunicare con il Signore.
Checchè ne dica il tridentinismo di ritorno che si veste di ritualismo nonvusordo, la liturgia non è “culmen et fons”, “culmen et fons” è la vita terrena ripiena di Spirito anche in modo atematico: questo è il vero sacramento fondamentale.
La chiesa, nella versione ritualistica tridentina o postconciliare, teme il mondo e lo rifiuta, oppure o strumentalizza per interessi di potere. La società secolare ha dimostrato l’inutilità di ogni strategia di manifestazione e copertura, rifiuta una chiesa esoterica, intimistica e pudibonda, come rifugge da ogni chiesa compromessa col Potere ed essa stessa Potere. Oggi è il seculum che ha da dire, come capì Bonhoeffer. Non basta dirci conciliari per non essere integralisti, se non si assume come teologumeno e liturgoumeno il mondo profano!
@ d.mercenaro
RispondiEliminaSu alcune cose mi trova d'accordo, ma su altre proprio NO.
Assolutamente poi non accetto "non necessariamente ( lo Spirito Santo, che è Dio) soffia nella liturgia".
Soffia invece, eccome se soffia. Sinceramente il problema liturgico (Vetus o Novus) è marginale. Il problema è l'ecclesiologia che sottende e ancor più "l'uso" che alcuni ne vogliono fare.
NO, una cosa è esser polvere impastata da Dio e vivificata dall' anima, un'altra è essere un briciolo di polvere. Ma anche questo t'è difficile intendere.
RispondiEliminaE MERCENARO continua i suoi vacui sproloqui rappattumati dalla teologia della liberazione e da ogni settarismo gnostico che annichiliscono la Chiesa nella sua essenza.
RispondiEliminaMi convinco sempre più che il nostro MERCENARO l'ho già visto e sentito, ma non in veste di prete. Mi tornerà in mente anche il nome, prima o poi.
Caro NO, oggi ha ancora senso parlare di ecclesiologia? Non è la chiesa il fonfamento, ma l'assunzione dell'umano e del mondano da parte di Dio. Bisogna prendere sul serio questa assunzione, se no è liturgismo e clericalismo. Ha ragione Mercenaro.
RispondiEliminaI nodi vengono al pettine: il NO, secondo NO, è sotteso da una ecclesiologia diversa da quella che sottende il VO.
RispondiEliminaDunque è nata, col NO, una nuova chiesa o il NO esprime ed incarna una nuova chiesa. Non più la Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica.
Stateci pure comodi in una chiesa che non è la Chiesa. Noi preferiamo la Chiesa che poggia sulla Roccia e che quattro scalmanati non possono neppur scalfire..
Scrive MERCENARO:
RispondiEliminaPer fortunona NO non è solo: chi ha ha [sic] cuore per [sic] l'unità della chiesa del concilio ...
Italiano? No, italo-mercenaro.
Torna ad uscir dall'antro l'ombra di colui, e torna con i cascami panteistici e gnostici.
RispondiEliminaRientra nell'antro, il caldo ti fa male.
@ Pastorelli
RispondiEliminaMi sottometto a lei che èpolvere impastata da Dio e vivificata dall' anima, mentre io sono solo un briciolo di polvere.
Detto questo, il fatto dell'ecclesiologia è diverso.
Per me la Chiesa e la sua tradizione è la stessa (e quindi l'ecclesiologia).
Sembra invece che per alcuni "tradizionalisti" valga il contrario (e non dico che lei sia tra questi), cioè che col Conciio Vaticano II sia nata una nuova Chiesa e di qui le difficolta ad accettare i diversi approcci apportati in materia ecumenica e liturgica e le critiche talvolta pesanti e inaccettabili (e ripeto, non necessariamente da parte sua) ai pontefici post conciliari ( per non dire talvolta di "offese" o insinuazioni gravissime).
Questo è il mio pensiero. La pregherei anticipatamente, per la cultura e l'intelligenza che ha, di non appigliarsi sulle parole "diversi approcci", senza dovermi fare reintervenire per spiegare cosa io intendo, onde venga mal interpretato il senso delle mie affermazioni. E' materia già dibattuta, all'infinito direi.
Prego accettare l'altrui opinione, come io accetto la sua.
Ma scusate un attimo cari amici (NO e company), voi che pare siate paladini dello spirito del concilio vat. II (vi ricordo che i venti che lo hanno preceduto sono tutti dogmatici, cioè ci dovete credere altrimenti siete fuori dalla chiesa), come potete negare a vostri fratelli la libertà di riunirsi per parlare?La chiesa (oltre che lo STATO) garantisce la libertà religiosa e di pensiero. Non avete letto il Concilio Vat II?o leggete solo quello che vi fa comodo?
RispondiEliminaIo non sono tradizionalista, semplicemente credo e obbedisco a quello che la chiesa dice. Voi mi pare vogliate una chiesa fatta a vostra immagine e somiglianza. E siete in grande errore..
Se la chiesa è diventata un covo di cani pronti a sbranare chiunque la responsabilità è anche di persone come voi che pensano di avere la verità in tasca!
E non lamentiamoci se la chiesa di Dio è afflitta.
Buona notte-----
RispondiEliminaeh vai a dormire che è meglio!
RispondiEliminaSi sta organizzando un convegno dal titolo" I capolavori dell'arte contemporane nei nuovi lezionari della Conferenza Episcopale Italiana" .
RispondiEliminaMon Mani, tesserà l'elogio dell'opera che ha per titolo "Natività".
Quante cose da dire su una piccola stella in un cielo nero .
L'opera "natività" si presta bene a tante interpretazioni, sicuramente quella che darà il coraggioso vescovo di Cagliari avrà un peso tutto speciale.
NO, questo l'hai scritto tu, non io:
RispondiElimina"Sinceramente il problema liturgico (Vetus o Novus) è marginale. Il problema è l'ecclesiologia che sottende e ancor più "l'uso" che alcuni ne vogliono fare."
Sappiamo appunto qual sia la vostra ecclesiologia e l'uso che ne volete fare.
Quanto all'accettazione del pensiero altrui, rileggiti tutti i tuoi interventi che sono un no, sprezzante ed irridente, al VO e l'attesa- minaccia di provedimenti e restrizioni contro i fedeli che vi trovano i più profondi elementi di santificazine.
Lupo. non ti far agnello. Tal genere di gioco con me non attacca.
Per il resto, esiste un Magistero, anche il Magistero recente e vivente che in tanto è tale in quanto ribadisce, approfondendolo se del caso, ma eodem sensu eademque sententia, il precedente.
Provvedimenti contro i fedeli mai. Contro i loro pastori o "guide" si invece, eccome.
RispondiEliminaOvviamente intendo sempre le "guide" che ritengono la chiesa ferma al pre-concilio e che offendono i pontefici post Concilio.
Ora è tempo che questa ambiguità sia terminata.
Soffia invece, eccome se soffia. Sinceramente il problema liturgico (Vetus o Novus) è marginale. Il problema è l'ecclesiologia che sottende e ancor più "l'uso" che alcuni ne vogliono fare.
RispondiEliminase è vero che lo Spirito soffia (eccome se soffia) nella Liturgia, come mai lo Spirito non ci dona lo stesso linguaggio?
Ormai è assodato che ci troviamo di fronte a due forme rituali dalle quali scaturisocno telogia ed ecclesiologia diverse e siamo caduti nella confusione delle lingue.
Ma c'è da precisare: devo credere, perché così dice e dimostra il Papa che il NOM ben celebrato è portatore -anche se li ha di molto diluiti- dei fondamenti della fede cattolica; ma è proprio questa "castrazione" (è il termine giusto) dell'Antica Forma con in più le "facoltatività" introdotte, che rende possibili le omissioni e gli sviamenti che sono sotto gli occhi di tutti e tutti i NO di turno non comprendono che solo conoscendo ciò che ACCADE nell'antico Rito si può riuscire a partecipare con spirito cattolico (anche se con molta sofferenza) al nuovo.
Ma al di là del 'sentire' personale che, per quanto dettato non da 'gusti' riferiti a sensazio ni o sentimentalismo ma da moti profondi del cuore e dello spirito, è sempre un elemento soggettivo ed è sempre un mettere al centro del problema noi stessi,
la precisa domanda che mi faccio è questa, perché è questo il punto centrale del discorso: il NOM rende autentico culto al Signore? E posso io sentirmene esentato, anche se ci soffro, quando non riesco a frequentare il VOM che purtroppo non è così a portata di mano?
NO invoca provvedimenti contro i pastori o le "guide" che ritengono la chiesa ferma al pre-concilio e che offendono i pontefici post Concilio. Sono certo d'accordo.
RispondiEliminaMa visto che è ora che le
ambiguità siano terminate, bisogna che noi conciliari facciamo autocrittica.
Troppi convegni sull'ars celebrandi, troppe lamentele sulla sciatteria delle celebrazioni etc.
Si è dimenticato che la Sacrosantum Concilium è la meno progressiva delle costituzioni conciliari, risente troppo della lingua tridentina di Pio 12, riveduta e corretta dalla vulgata di O.Casel, con la sua rimasticatura irrazionalistica e romantico-reazionaria dello pseudo-tomista ex opere operato.
Si è data troppa importanza alla liturgia, addirittura oggi si osa dire che la riforma liturgica non è il mutamento di testi e riti , ma è la liturgia a dare forma, a riforma l'identità cristiana.
Tutta questa sacramntalizzazione ed enfasi inutile ha creato il terreno per il nuovo tridentinismo.
Ben vengano vescovi come autentiche guide e pastori che guidino con polso fermo il popolo di Dio fuori dalle secche del ritualismo cociliare o preconciliare, purchè i buoi non siano già scappati via dalla stalla
è tempo che questa ambiguità sia terminata.
RispondiEliminaChi ha creato l'ambiguità?
PERCHE' abbiamo dovuto scoprire, SOLO grazie a Papa Benedetto (e ad internet, ma i parroci...MUTI!
Guai a dare spiegazioni!
GUAI A CHI FA DOMANDE!)
che la Messa VO non era mai stata abrogata,
ma di fatto impedita
(e perseguitato chi la celebrava
fin dai primi anni '70) e negli anni considerata sempre più "proibita" e percepita come superata e archiviata dalla massa dei fedeli considerati buoi o burattini
decerebrati da manovrare, anzichè figli di Dio da informare e FORMARE alla retta dottrina e Liturgia, anzichè a cento e una stravaganze
(comprese le canzoni di Vasco Rossi, che qualche parroco ha creduto bene di far cantare in Chiesa)?
Chi ha orchestrato tutto questo
e chi continua a spingere in questa
direzione, auspicando divieti
liberticidi inauditi,
accusando il Papa di
"arbitrarietà" ?!?
aìò, basta col vittimismo
RispondiEliminaAggiungo che
RispondiEliminaIl vescovo MANI si è rivelato un ottimo stratega nella difesa della profezia umanistica del Concilio; ha detto infatti “celebrate pure la vostra messa in latino da soli o per pochi e sempre meno intimi, ma non pretendete che possiate farne propaganda”. Questo vale anche per i tanti liturgisti cattedratici e improvvisati che siano, che vanno diffondendo il nuovo ritualismo postconciliare; sono avversi al motuproprio solo perché potrebbe rubare spazi di mercato: invece è sempre la stessa cosa, solo diversa confezione.
Mic è semplice:
RispondiEliminaperchè si celebra l'Eucaristia.
E' quello il "centro" di tutto.
con il loro comportamento 2 sacerdoti hanno rischiato di delegittimare il loo vescovo, quando mettono in dubbio che il loro vescovo rappresenta per loro Chi li ha fatti sacerdoti e ha dato loro il titolo per cui presumono di dover essere ascoltati. Non ho dubbi sulla buona fede e sull'autenticità della loro ispirazione evangelica. Non mi meraviglio nemmeno che a tanti sia sufficiente e anzi che a loro paia di respirare finalmente il vero cristianesimo. Un respiro però corto per loro e per gli altri (da qui i tanti dubbi che lascia in chi legge gli scritti tradizionalisti: qualche volta l'inconsistenza intellettuale ha è dimostrata ipso facto. Meglio non infierire e limitarmi a considerarli brave persone e basta.
RispondiEliminaMERCENARO E NO, la coppia anti-Chiesa del blog, scrivono:
RispondiElimina"Ma visto che è ora che le
ambiguità siano terminate...".
Grammatica in libertà come le loro elucubrazioni.
Dottor Pastorelli, mi va bene che lei essendo un professore nonchè preside, faccia le debite correzioni grammaticali e ortografiche.
RispondiEliminaNon le chiedo umiltà, ma un po di autocritica:
le sembra corretto affibiare a tutti patenti anti-Chiesa?
Capisco il carattere toscano, ma sembra lei sia un toscano acquisito.
Non dimentichi la cordialità delle origini.
Se sbaglio mi corregga pure.
Oltretutto, a onor del vero (dalle piccole si arriva a quella "unica", assoluta), io ho scritto 12 agosto 2009 8.48:
RispondiElimina"Ora è tempo che questa ambiguità sia terminata."
Essendo incuriosita da d. mercenaro...appurato che Mercenaro è il suo vero nome che egli difese con lettere maiuscole a chi come me aggiunse un inopportuno "i", sono andata su Google e ho trovato delle informazioni che, essendo molto personali, evito di riportare qui ma che mi danno un`eventuale chiave di lettura dei suoi interventi.
RispondiEliminaHo letto altri suoi contributi altrove, d. Mercenaro ama i siti legati alla tradizione, ed è sempre il solito noioso ritornello.
Se così fosse, appena vedrò un suo commento, installo immediatamente il decoder, o ancor meglio salto e vado oltre.
Diceva Lutero: "Affermo che tutti gli omicidi, i furti, gli adulterii sono meno cattivi che questa abominevole Messa (Sermone della 1° domenica d’Avvento)
RispondiElimina"La loro Messa (quella cattolica) è sacrilega e abominevole. Io dichiaro che tutti i bordelli, gli omicidi, i furti, gli assassinii e gli adulterii sono meno malvagi di quella abominazione che è la messa papista( Trattato contra Henricum )
Meditate gente, meditate!
Anonimo ricorda:"La loro Messa (quella cattolica) è sacrilega e abominevole. Io dichiaro che tutti i bordelli, gli omicidi, i furti, gli assassinii e gli adulterii sono meno malvagi di quella abominazione che è la messa papista( Trattato contra Henricum ).
RispondiEliminaInfatti proprio perche' "abominevole" hanno creato in laboratorio il NO. Ribaltando l'altare (de captivitate Babiloniae" vorrebbero ribaltare la Chiesa.
Non praevalebunt!
N O ha detto...
RispondiEliminaOltretutto, a onor del vero (dalle piccole si arriva a quella "unica", assoluta), io ho scritto 12 agosto 2009 8.48:
"Ora è tempo che questa ambiguità sia terminata."
Identica grammatica in libertà. Correttamente:
è tempo che....termini.
Anche il resto èda rebus.
Rem tene, verba sequentur.
NO, affibbiare patenti di anti-Chiesa a tutti?
RispondiEliminaOh, no, mai a tutti: solo a coloro che tali si dimostrano.
Quando, ad es., s'invocan provvedimenti autoritari contro sacerdoti, e di conseguenza contro fedeli che son riconosciuti dal Papa cattolici a tutti gli effetti e la cui ortodossìa nessuno può contestare, s'è portatori di divisione nella Chiesa. E quando si scrive: Dican pure la loro messa per pochi, ma s'impedisca loro di far propaganda, ci si schiera superbamente contro la Chiesa che quel rito ha venerato per secoli e che il Papa vuole che tutti conoscan perché è un tesoro inestimabile di fede e santità. Potrei andar a ripescar addirittura affermazioni panteistiche (assunzione dell’umano e del mondano nel divino per eliminar il liturgismo) ecc. ma proprio non ho voglia di rilegger certi post (ovviamente non tutti tuoi).
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RispondiEliminaOhibò! MESSER APRILE fa il rubacuor, non il rubamoney! Narciso Parigi non capirebbe.
RispondiEliminaOh Dantaccio! Ma qui si è sol noi due anziani ad aver i dischi del Parigi Narciso.
RispondiEliminaMi ricorda i bei tempi a Costa San Giorgio...
Oh Guardia, finalmente sei tornato!
RispondiEliminaMister NO e company mi stavano annoiando
Ma tu hai quelli del nonno.
RispondiEliminaUno dei miei nonni aveva i dischi di Lydia Johnson, madre di Lucy d'Albert ("mi chiamo Johnson, Johnson ecc) e Anna Fougez: chissà dove son finiti. In compenso abbiamo le cantilene in chiesa. La Johnson, negli anni 40-50 insegnava catechismo ai bambini della sua parrocchia, dopo aver furoreggiato per il mondo.
NO mi ricorda sempre piu' il personaggio del film di James Bond.
RispondiEliminaSembra la guardia di Anna che schiaffeggia nostro Signore dicendo "rispondi cosi' al sommo sacerdote". La risposta di Nostro Signore lo inchiodo', ma e' la stessa assenza di argomentazioni.
FdS
’ari amishi,
RispondiEliminaall’opportunamente radiosa lushe di ’uesta Pas’ua della Madonna ’e shi ashinjiamo a shelebrare, forse sono finalmente riuscito a ’apire il mmotivo della sconshertante ’ontraddizione tra il mons. Money ’uale appariva ddue anni fa dalle pajine del suo ggiornaletto personale e ’uello odierno, impietosamente descrittoshi dai ’uotidiani sardi.
Ddando naturalmente per s’ontata (shi man’erebbe!) la sua sinsherità iniziale, bisognava ’iedersi ’e ’osa, nel ’orso del tempo, potesse avegli fatto ’ambia’ pparere riguardo alla “messa in latino”.
Fashendo pulizia nel mmio s’affale, m’è venuto tra mmani il sussidio liturjico a suo tempo realizzato per l’ordinazione presbiterale di don Lavanda Gastrica. Stavo per jettarlo nella spazzatura ’uando il mio sguardo è stato attirato da una pajina con tre rrighe sher’iate di rosso. Rileggiamole tutt'assieme:
Ut hunc electus (sic!) benedicere digneris, te rogamus audi nos.
Ut hunc electus (sic!) benedicere et sanctificare digneris, te rogamus audi nos.
Ut hunc electus (sic!) benedicere, sanctificare et consecrare digneris, te rogamus audi nos.
Horribile visu (et olim auditu), durante l’ordinazione di don Dodici Litri (s’intende, della lavanda di ’ui sopra), pe' bben tre vvolte, s’è supplicato il Signore di benedire etc. uno sgrammaticato “hunc electus” invece del canonico (perlomeno, a ppartire dalla ’uarta jinnasiale in poi) “hunc electum”... E ’osì mi sono ritornati alla memoria, shini’amente nitidi, gli sghignazzi e ’achinni di tutto il presbiterio, durante la sherimonia, alle spalle dell’allora già promettentemente tronfio e volumetri’o ’andidato e del latinista 'antore...
Appurata, dunque, l’ignoranza radi’ale della lingua latina, da parte di ’otesto ben noto liturjista e ancor più noto ardente ’appellano della ’onfagri’oltura, settore pastorizia, non sorprende più ’e $ua €ccedenza, avendolo nel frattempo preso particolarmente a bben volere, abbia sher’ato di mettere al riparo il suo pupillo da una serie di sistemati’e bbrutte figure, “liberando” ab ovo la dioshesi da situazioni (quali l’auspicabile ritorno alla “messa in latino”) ’e jeneralizzandosi avrebbero potuto rivelare a tutti i ddesolanti limiti ’ulturali del soggetto...
Dun’ue possiamo di’ tutto di mons. Money, tranne che non sia un padre adottivo ricchissimo di premure pe’ la ssua pingue e violashea prole (e tutti gl'altri, s’impiccassero pure)!
Madonna Bice
TRADUZIONE DAL FESULAN-ROMANESCO
RispondiEliminaCari amici,
all’opportunamente radiosa luce di questa Pasqua della Madonna che ci accingiamo a celebrare, forse sono finalmente riuscito a capire il motivo della sconcertante contraddizione tra il mons. Money quale appariva due anni fa dalle pagine del suo peripatetico giornaletto personale e quello odierno, impietosamente descrittoci dai quotidiani sardi.
Dando naturalmente per scontata (ci mancherebbe!) la sua sincerità iniziale, bisognava chiedersi che cosa, nel corso del tempo, potesse avergli fatto cambiare parere riguardo alla “messa in latino”.
Facendo pulizia nel mio scaffale, mi è venuto tra le mani il sussidio liturgico a suo tempo realizzato per l’ordinazione presbiterale di don Lavanda Gastrica. Stavo per gettarlo nella spazzatura quando il mio sguardo è stato attirato da una pagina con tre righe cerchiate di rosso. Rileggiamole tutti assieme:
Ut hunc electus (sic!) benedicere digneris, te rogamus audi nos.
Ut hunc electus (sic!) benedicere et sanctificare digneris, te rogamus audi nos.
Ut hunc electus (sic!) benedicere, sanctificare et consecrare digneris, te rogamus audi nos.
Horribile visu (et olim auditu), durante l’ordinazione di don Dodici Litri (s’intende, della lavanda di cui sopra), per ben tre volte, si è supplicato il Signore di benedire etc. uno sgrammaticato “hunc electus” invece del canonico (perlomeno, a partire dalla quarta ginnasiale in poi) “hunc electum”... E così mi sono ritornati alla memoria, cinicamente nitidi, gli sghignazzi e cachinni di tutto il presbiterio, durante quella cerimonia, alle spalle dell’allora già promettentemente tronfio e volumetrico candidato...
Appurata, dunque, l’ignoranza radicale della lingua latina, da parte di cotesto ben noto liturgista e ancor più noto ardente cappellano della Confagricoltura, settore pastorizia, non sorprende più che $ua €ccedenza, avendolo nel frattempo preso particolarmente a ben volere, abbia cercato di mettere al riparo il suo pupillo da una serie di sistematiche brutte figure, “liberando” ab ovo la diocesi da situazioni (quali l’auspicabile ritorno alla “messa in latino”) che generalizzandosi avrebbero potuto rivelare a tutti i desolanti limiti culturali del soggetto...
Dunque possiamo dire tutto di mons. Money, tranne che non sia un padre adottivo ricchissimo di premure per la sua pingue e violacea prole (e tutti gli altri, che s’impicchino pure)!
Madonna Bice
Cara Bice , ecco perche' , voleva vessare il comitato pro Missa Antiqua con l'esame di latino!
RispondiEliminaSi sarebbe donuto invitare , per avere il beneplacito Suo al convegno, Cecchi Paonazzo, quale relatore. Pitticcu su prexu de Maria Bonaria et ali(g)a....!
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