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lunedì 10 agosto 2009

Benedetto XVI: i campi di sterminio conseguenze dell'umanesimo ateo nichilista. L'apprezzamento ebraico.

di Salvatore Izzo.

Come Papa Wojtyla aveva interpretato la sua ascesa al Pontificato anche come una chiamata per i polacchi a riscoprire la loro dignita' offuscata dalla dittatura comunista, il Pontefice tedesco si sente chiamato a sradicare i germi ancora vivi del nazismo. Ce lo ha confermato oggi, con l'accostamento fatto all'Angelus tra i lager hitleriani e le conseguenze del nichilismo nella societa' di oggi (che ha rafforzato l'allarme lanciato mercoledi' scorso all'Udienza Generale sui rischi della "dittatura del relativismo" che esalta la liberta' individuale e non rispetta la sacralita' della vita). "I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell'inferno che si apre sulla terra quando l'uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa e' bene e che cosa e' male, di dare la vita e la morte", ha detto infatti Benedetto XVI ricordando i due martiri di Auschwitz canonizzati dal predecessore: Edith Stein e Massimiliano Kolbe, per denunciare che "purtroppo questo triste fenomeno non e' circoscritto ai lager. Essi sono piuttosto la punta culminante di una realta' ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti". Nel suo breve discorso, il Pontefice ha esortato a "riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l'umanesimo ateo e l'umanesimo cristiano; un'antitesi che attraversa tutta quanta la storia, ma che alla fine del secondo millennio, con il nichilismo contemporaneo, e' giunta ad un punto cruciale, come grandi letterati e pensatori hanno percepito, e come gli avvenimenti hanno ampiamente dimostrato". "Da una parte - ha rilevato il Pontefice - ci sono filosofie e ideologie, ma sempre piu' anche modi di pensare e di agire, che esaltano la liberta' quale unico principio dell'uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l'uomo in un dio, che fa dell'arbitrarieta' il proprio sistema di comportamento. Dall'altra - ha continuato - abbiamo i santi, che, praticando il Vangelo della carita', rendono ragione della loro speranza; essi mostrano il vero volto di Dio, che e' Amore, e, al tempo stesso, il volto autentico dell'uomo, creato a immagine e somiglianza divina". Negli ultimi mesi, Benedetto XVI e' tornato molte volte a parlare dell'ideologia che ha causato la Shoah e la seconda guerra mondiale ma anche tante sofferenze al popolo tedesco. "La Shoah induca l'umanita' a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo", ha auspicato al termine dell'udienza di mercoledi' 28 gennaio."Il grido delle vittime della Shoah - che per il Papa sono state sei milioni - echeggia ancora nei nostri cuori, e' un grido che si leva contro ogni atto di ingiustizia e di violenza: e' il grido di Abele che sale verso l'Onnipotente", ha detto nella commovente visita allo Yad Vashem di Gerusalemme, l'11 maggio, quando per indicare quanto disumanizzante fosse la follia del nazismo ha esclamato: "per quanto ci si sforzi, non si puo' mai portare via il nome ad un altro essere umano". Tutto questo Benedetto XVI lo aveva riconosciuto lucidamente fin dal viaggio in Polonia del maggio 2006, nel discorso di Auschwitz, facendo sue le domande radicali dei salmisti a un Dio che appare "silente ed assente". E tre anni dopo, lasciando Israele, ha rievocato l'emozione di "quella visita di tre anni fa al campo della morte di Auschwitz, dove cosi' tanti Ebrei - madri, padri, mariti, mogli, fratelli, sorelle, amici - furono brutalmente sterminati sotto un regime senza Dio che propagava un'ideologia di antisemitismo e odio". "Quello spaventoso capitolo della storia - ha scandito - non deve essere mai dimenticato o negato". Del nazismo il Papa ha parlato recentemente anche a partire dalla propria esperienza personale. "La nostra vita e' stata segnata dalle sofferenze del nazismo e della guerra", ha ricordato il 17 gennaio parlando in occasione del Concerto offerto dalla diocesi di Ratisbona per l'85esimo compleanno di suo fratello, mons. Georg. La famiglia Ratzinger fu infatti vittima, come tante altre in Germania, della macchina di morte del regime nazista contro "i malati o i difettosi": un cugino, poco piu' giovane di Joseph e Georg, nato con la sindrome di Down, fu portato via dalla sua casa nella Baviera sud-orientale in base alle nuove disposizioni del Terzo Reich, che proibivano ai figli handicappati di rimanere coi propri genitori. Di fronte alle vibrate proteste dei familiari, gli inviati del Reich si mostrarono inflessibili: nessuno vide mai piu' il ragazzino. Molto tempo dopo la famiglia ricevette la notizia che il piccolo era morto. Questo dramma ha segnato profondamente entrambi i fratelli Ratzinger.Appena un mese dopo quel Concerto, il 21 febbraio, incontrando la Pontificia Accademia della Vita in occasione di un simposio sulle nuove frontiere della genetica, il Papa ha denunciato con forza il rischio di un ritorno a forme di eutanasia eugenetica che il mondo ha gia' conosciuto ad esempio nell'antica Roma, dove i bambini handicappati venivano gettati dalla Rupe Tarpea, e nella Germania nazista. Nella societa' di oggi, ha detto in quell'occasione Benedetto XVI agli scienziati riunti in Vaticano, "si tende a privilegiare le capacita' operative, l'efficienza, la perfezione e la bellezza fisica a detrimento di altre dimensioni dell'esistenza non ritenute degne. Viene cosi' indebolito il rispetto che e' dovuto a ogni essere umano, anche in presenza di un difetto nel suo sviluppo o di una malattia genetica che potra' manifestarsi nel corso della sua vita, e sono penalizzati fin dal concepimento quei figli la cui vita e' giudicata come non degna di essere vissuta".
Il Papa ha ricordato le proprie sofferenze in Germania durante il regime nazista e la seconda guerra mondiale anche nel viaggio dello scorso marzo in Africa. "Provengo - ha confidato nel discorso all'aeroporto di Luanda - da un Paese dove la pace e la fraternita' sono care ai cuori di tutti i suoi abitanti, in particolare di quanti, come me, hanno conosciuto la guerra e la divisione tra fratelli appartenenti alla stessa Nazione a causa di ideologie devastanti e disumane, le quali, sotto la falsa apparenza di sogni e illusioni, facevano pesare sopra gli uomini il giogo dell'oppressione". Ma e' stato nell'omelia della messa crismale, all'inizio della settimana santa di quest'anno, che il Pontefice tedesco ha confidato fino in fondo i suoi timori di un ritorno sotto altre forme di questo spettro: l'esaltazione della liberta' individuale che sembra dominare la cultura contemporanea ha radici in una visione dell'uomo molto pericolosa, quella di Friedrich Nietzsche, l'ispiratore del nazismo. Una denuncia, quella del Pontefice, che scaturisce dall'osservazione che "le opinioni predominanti" sul tema della liberta', ovvero "i criteri secondo cui ci misuriamo", rimangono "in fin dei conti, nella superficialita' di tutto cio' che, di solito, s'impone all'uomo di oggi". E dunque qualunque abominio culturale, a cominciare proprio dalla giustificazione dell'eugenetica, rischia di "passare" nella mentalita' di oggi senza che nessuno faccia nulla per impedirlo.
"Friedrich Nietzsche - ha ricordato il Papa - ha dileggiato l'umilta' e l'obbedienza come virtu' servili, mediante le quali gli uomini sarebbero stati repressi. Ha messo al loro posto la fierezza e la liberta' assoluta dell'uomo". Di "cattivi maestri", infine, e' tornato a parlare nella Veglia di Pasqua : "persone dalle quali promana un'atmosfera come da uno stagno con acqua stantia o addirittura avvelenata".

Fonte: Apcom, via Papa Ratzinger blog

Ed ecco la positiva reazione del Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della quale non possiamo che rallegrarci (nostro commento in rosso):

''Le parole del papa di questa mattina appaiono come una condanna ancora piu' inequivocabile e definitiva della Shoah del popolo ebraico e di qualsiasi altra forma di genocidio e di persecuzione'' [è significativa e giusta, e fa onore al dichiarante, questa equiparazione, operata anche dal Papa, tra i vari eventi di genocidio che la Storia ha purtroppo conosciuto; certo, ciascuno con il proprio differente tributo di morti e sofferenze e varie modalità raccapriccianti]. Questo il commento del presidente dell'Unione delle Comunita' ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna.''Sono parole - ha proseguito - che assumono un significato particolare perche' non appaino ispirate, come in altre occasioni, da fatti contingenti ma dettate invece da una profonda riflessione storica e teologica''. Gattegna ha poi sottolineato: ''Benedetto XVI si era gia' espresso con chiarezza e con fermezza - ribadite poi con il viaggio in Israele e l'impegno a visitare la Sinagoga di Roma - nella scorsa primavera allorche' volle smentire e delegittimare le posizioni di alcuni esponenti del clero cattolico che avevano rilasciato dichiarazioni tendenti a negare la Shoah o a sminuire la gravita' del tentativo di sterminio totale del popolo ebraico''.' 'Le esternazioni di oggi - ha concluso - dovrebbero mettere il suggello e chiudere per sempre lo spazio a teorie o a interpretazioni diverse'' [speriamo!].

Fonte: sempre l'imprescindibile Papa Ratzinger blog

30 commenti:

  1. Mi meraviglio della redazione: fuoco e fulmini se si tratta di difendere la liturgia romana di forma straordinaria e criticare quella di forma orinaria; analisi alquanto poco approfondite per le altre tematiche, come questa.
    Ma leggete cosa ha dichiarato Di Segni oggi E POI PARLIAMONE.
    Piero

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  2. Scusate ho compiuto un errore, anzicchè orinaria intendevo scrivere ordinaria.
    Chiedo venia.
    Piero

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  3. Considerato che la vostra fonte è in questo casi il Papa Ratzinger Blog, vi riporto cosa ha scritto Raffaella oggi:
    "Rapporto Ebrei-Papa: un passo avanti, dieci indietro. Vale ancora la pena di preoccuparsene?

    Cari amici, ieri ho riportato, grazie alla segnalazione di Eufemia, le dichiarazioni di Gattegna che si dice quasi entusiasta delle parole del Papa all'Angelus.
    Per la verita' Benedetto XVI ha ripetuto gli stessi concetti all'infinito, ma tant'e'...
    Oggi, in una intervista a "La Stampa", il rabbino Di Segni afferma: "Non vedo passi avanti. Il problema resta la sua interpretazione della Shoah e del nazismo, cioè una banda di delinquenti che tenne in pugno l’intera nazione tedesca. Rispetto a questa tesi, l’Angelus non porta sostanziali modificazioni. Da varie parti Benedetto XVI è stato contestato nelle visite ad Auschwitz e al Memoriale dell’Olocausto “Yad Vashem” perché tiene ben distinte la Germania e il popolo tedesco dalle responsabilità del nazismo. Rispetto a questo problema, non mi sembra che ora il Papa si sia spostato dalla sua linea".
    Un passetto avanti (quello di Gattegna) e dieci passi indietro fatti da Di Segni.
    Era prevedibile questo atteggiamento. Ecco perche' ieri sera non ho commentato l'entusiamo del presidente della Comunita' ebraiche italiane.
    Francamente non mi interessano piu' certe dichiarazioni.
    Mi provocano semplicemente un'alzata di spalle.
    Dopo il trattamento ricevuto dal Santo Padre, ospite in Israele, non faccio altro che "fare spallucce".
    Il punto e' che il Papa non puo' cambiare il fatto di essere tedesco. Qualsiasi cosa dica o faccia non sara' mai sufficiente.
    Pazienza...io francamente mi sono stancata e mi chiedo che cosa vada a fare Benedetto XVI nella sinagoga di Roma. Tanto non cambiera' nulla.
    Sono troppo diretta ed acida?
    Volevo esserlo...
    R"
    Piero

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  4. Aggiungo ancora una parte dell'intervista a Mons. Vincenzo Paglia riprodotta ancora nel Papa Ratzinger Blog:

    "Nel mondo ebraico imputano a Benedetto XVI di non fare un "mea culpa" da tedesco e di distinguere le responsabilità dei nazisti da quelle del popolo tedesco. E’ una critica fondata?

    «No, perché Benedetto XVI lo ha ripetuto più volte. Queste accuse sono state totalmente smentite dalla visita papale in Israele. Il suo giudizio è molto chiaro: il nazismo rinnega Dio e innalza l’uomo. Nessuno storico dice che l’intero popolo tedesco si sia identificato col nazismo»."
    Piero

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  5. Condivido in toto il commento della Redazione. Circa i vari genocidi la parola del Papa è chiarissima. Roma locuta ...
    Alessandro

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  6. i discorsi di Benedetto XVI sono impeccabili...come sempre!!le sue osservazioni e la sua analisi storica del nazismo e, in generale di ogni altro regime dittatoriale e sanguinario pure!...ed e'positivo che finalmente il presidente dell'Ucei giudichi condivisibili le parole di questo grande Pontefice!...speriamo sia l'inizio di un nuovo percorso anche da parte ebraica!..non sempre infatti certi settori dell'ebraismo si sono dimostrati corretti con Papa Ratzinger,anzi a volte lo hanno accusato gratuitamente!..e ingiustamente soprattutto!!qualcuno un giorno o l'altro avra' l'educazione e il buon senso di chiedergli pubblicamente scusa?..o e' chiedere troppo??

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  7. lasciamo pure che certi esponenti del mondo ebraico esprimano i loro (pre)giudizi. La verità storica, presto o tardi, verrà a galla come nel caso di Pio XII. Non preoccupiamoci se qualche personalità ebraica ha da ridire su Pio XII e su Benedetto XVI: le loro figure e i loro comportamenti sono sempre stati più che cristallini. Alessandro

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  8. il Rabbino Di Segni, che pretende tanto dal Papa è colui (ne sono personalmente testimone) che nell'incontro di commemorazione dei 40 anni della Nostra Aetate (basilare nella riapertura del diologo ebraico-cristiano) si è alzato e se ne è andato solo perché era presente il card Lustiger, notoriamnete convertito al cristianesimo dopo essere styato salvato dalla deportazione.
    Questa è dura e arrogante intransigenza e esclusione di ogni dialogo, perché è ostinata affermazione di quanto sono e dicono e pretendono ormai a ruota libera e purtroppo la Chiesa è acquiescente

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  9. agli ebrei quando si parla della shoa glie ne manca sempre un pezzo .

    benedetto xvi ha detto e ridetto in tutte le salse quanto si può esporre sui campi di concentramento e la shoa .....
    che a proposito chi la mette in discussione lo fa a proprio rischio e pericolo .

    è l' ultimo superdogma rimasto in piedi ancora !!!!

    non sono stati solo gli ebrei ad aver subito la vergogna , gli orrori le bestialita da parte dei nazisti nei campi di sterminio .
    vi sono morti cattolici , zingari , minoranze etniche omosessuali , handicappati .
    NON E' questione di numeri voler pretendere di essere sempre in prima fila col fatto della shoa ...

    mi comincia a puzzare di speculazione la shoa .

    SE CIO' FOSSE VERO . SAREBBE ORRRRRRRRIBLE e VERGOGNOSO !!!!!!!

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  10. Dunque secondo Di Segni la responsabilità della Shoah è da imputare ad ogni singolo tedesco, a tutta la Germania.
    E' curioso che, invece, pretenda che la morte di Nostro Signore Gesù Cristo debba ricadere solamente su di un'infima minoranza...

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  11. Leggendo questo intervento del Papa, ho pensato anche a tutti i Gulag. Eppure il discorso cade sempre principalmente solo sulla vergogna nazista. Di grazia, ma qualcuno ci vuole ANCHE ricordare i gulag sovietici e comunisti, qualcuno tra i cattolici almeno ha ancora un po' di orgoglio per ricordare il genocidio Vandeano??

    Forse sono sei milioni gli ebrei uccisi, ma quanti piu' furono sterminati dalle dittature rosse?? Ai primi anni 90 si parlava di 100 milioni di morti... e il popolo ucraino sterminato con la fame negli anni 50???

    Non e' razionale vedere nella drammatica vicenda ebraica della seconda guerra mondiale, qualcosa di unico e ineguagliabile dal punto di vista dell'orrore.

    La giustizia ci impone di ricordare tutti.... vandeani, armeni, ebrei, handicappati zingari e omosessuali... uccisi....da uomini in preda all'ideologia.

    Credo che l'uomo di oggi ha una necessita' assoluta di verita'. Come diceva Amerio, che ribadiva il primato della Verita' sulla carita'.

    Il dialogo con gli ebrei... nn puo' prescindere da questo....

    Non faremmo il nostro dovere se gli dicessimo, state bene dove siete.......

    Oggi il dialogo con loro procede in questa direzione, ambigua e ovviamente priva di frutti.

    La vicenda del rabbino ebreo di Roma Zolli, convertitosi dopo la guerra al cattolicesimo , prendendo il nome di EUGENIO........ e' ormai scomoda anche ai cattolici di oggi.

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  12. A Piero. Che cosa vedi di poco approfondito in un post che si limita a riportare due interventi?

    Di Segni non fa notizia. E' un disco rotto che riporta sempre le stesse cose e accuse. Gli interessa solo che il Papa vada alla sua sinagoga, così lui può finire in televisione e cercare di calcellare il ricordo del suo predecessore Toaff, che odia (specie dopo che il figlio ha scritto Pasque di sangue, in cui ritiene veridiche le accuse medioevali di infanticidio rituale). Di qui la legittimità di ignorarlo.

    Per contro, quanto afferma il presidente dell'Unione comunità ebraiche (che, forse, è anche più importante di Di Segni) appare estremamente importante. Non soltanto per l'apprezzamento del Papa e l'affermazione che 'ora basta', l'argomento antisemitismo del Papa è chiuso. Ma anche perché (ed è la prima che lo leggiamo detto da un esponente ebraico) appare riconoscere una "eguale importanza" nella sofferenza ai vari genocidi. La tesi della 'unicità' della Shoà (ossia di un male che supera, e quindi inevitabilmente minimizza, tutti gli altri), viene così contraddetta. Ovvio che l'Olocausto abbia avuto caratteri specifici, in particolare la scientificità e l'organizzazione tutta tedesca, che lo rende ancor più agghiacciante. Ma si riconosce in tal modo eguale 'dignità' nella sofferenza ad armeni, hutu, ecc.

    Un bel passo avanti, che meritava, a nostro giudizio, d'esser sottolineato. Non trovi?

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  13. Avete letto il commento di Laras?
    http://paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com/2009/08/nuovi-attacchi-gravi-da-parte-ebraica.html

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  14. A proposito di certi Laras e Disegni.Come autorevolmente dice Raffaella ed un coro di milioni di persone:"CHISSENEFREGA!".Spero che al coro,magari "in pectore",si unisca Joseph Ratzinger.Eugenio

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  15. se Papa Benedetto, come probabile, andrà in Sinagoga, non potrò che rammaricarmene

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  16. Per la redazione e sempre dal Papa Ratzinger Blog:

    ''Sembra dalle parole del Papa che il nazismo nasca dal nulla, e non dal precedente antisemitismo perpetrato per secoli anche dalla Chiesa, cosi' come era stato riconosciuto dal suo predecessore e da lui stesso a quell'epoca''.
    E' quanto ha detto all'ADNKRONOS il rabbino capo di Venezia, Elia Richetti, commentando le parole pronunciate ieri all'Angelus dal Papa sul tema dei lager, del nazismo e sul nesso di questi con le correnti del nichilismo e dell'ateismo del nostro tempo. In quanto alle citazioni di diverse figure di santi che hanno trovato la morte ad Auschwitz compiuta ieri da Benedetto XVI, il rabbino Richetti ha osservato: ''Quella di Massimiliano Kolbe e' una figura magnifica, la figura di Edith Stein e' invece piu' problematica in quanto non viene uccisa perche' convertita al cristianesimo ma perche' ebrea. D'altro canto, dal punto di vista ebraico, con la sua conversione al cristianesimo non e' che la Stein abbia dato prova di particolare attaccamento al suo popolo''.
    In riferimento invece al nesso stabilito dal Papa fra nichilismo, ateismo e nazismo, questo collegamento, secondo il rabbino Elia Richetti, se in parte puo' essere vero, e' pero' ''un'equazione troppo facile. Non e' affatto detto che ateismo significhi nazismo, mentre e' vero che il nazismo e' negazione di Dio''. Non e' quindi condivisibile un'eccessiva ''decontestualizzazione della realta' storica'', in questo modo ''si perde il senso del reale, di cio' che e' avvenuto''; allo stesso tempo l'odio contro l'uomo e' ''anche metatemporale'', sotto questo punto di vista il Papa ha una parte di ragione. Su un piano generale in ogni caso, afferma ancora il rabbino, se e' vero che ''correttamente il Papa parla del nazismo come di un esempio dell'odio contro l'uomo, con un eccesso di generalizzazione si rischia di comprendere sotto uno stesso ambito fenomeni che sono riconducibili ad altri problemi''.
    Ancora, afferma il rabbino, il fatto che il Papa sia tedesco non puo' essere motivo di giudizio critico rispetto al suo pensiero circa l'Olocausto, e' vero piuttosto che Benedetto XVI ''ha sempre separato la responsabilita' fra nazismo e popolo tedesco, mentre sappiamo che il consenso al nazismo e' stato plebiscitario. Anzi i nazisti sono saliti al potere in modo democratico con una forte base di consenso acritico ivi compreso l'odio verso gli ebrei''. D'altro canto, secondo Richetti, la questione e' estremamente complessa sotto il profilo storico e religioso: ''ci sono stati religiosi cristiani che hanno chiesto il permesso di comandare plotoni di esecuzione, e sacerdoti cattolici e luterani, anche in Germania, che si sono esposti fino al martirio per salvare degli ebrei''.

    Ora ditemi che anche quest'altro non fa notizia!
    Non fa testo!
    Sono davvero basito dalle vostre ingenue congetture.
    Piero

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  17. Dimenticavo a motivo dell'ora tarda, sempre per la redazione e sempre dal Papa Ratzinger Blog:

    ''Vorrei ricordare al Papa che i campi di concentramento sono stati messi in piedi dai nazisti che erano dei cristiani e anche loro avevano usurpato a Dio il diritto di dare la vita e la morte, di fare il bene e il male, il Papa dimentica insomma che molti nazisti erano cristiani''.
    E' quanto ha detto all'ADNKRONOS il rabbino Giuseppe Laras, presidente dell'assemblea rabbinica d'Italia. Affrontando questi temi con un taglio solo teologico e filosofico si corre il rischio di ''destoricizzare il fenomeno che invece oltre alla filosofia ha bisogno di un'analisi sociologia e antropologica''.
    Inoltre, osserva il rabbino Laras, ''vorrei dire che Giovanni Paolo II sullo stesso argomento sono sicuro che avrebbe fatto un altro discorso, Wojtyla aveva la capacita' e la volonta' di farsi capire, Benedetto XVI sembra troppo compiaciuto del proprio pensiero e il discorso risulta troppo metafisico''.

    Mi opponete ancora quel discorsetto del tipo "... il presidente dell'Unione comunità ebraiche (che, forse, è anche più importante di Di Segni)..."? Non trovate che il presidente dell'assemblea rabbinica d'Italia possa stare alla pari con il presidente dell'Unione comunità ebraiche italiane?
    Meditate...
    Piero

    RispondiElimina
  18. un ins. di Religione cattolica11 agosto 2009 alle ore 14:22

    a piero ,che afferma che la barbarie nazista sarebbe nata in fondo dal "precedente antisemitismo perpetrato x secoli anche dalla Chiesa"..e che molti nazisti erano cristiani vorrrei dire che sta facendo una gran confusione(non so se in buona o mala fede!) primo perche' la Chiesa non e' mai stata antisemita ma caso mai(in passato) antigiudaica!..la differenza, si badi bene,non e' da poco poiche' antisemitismo vuol dire essere contro la RAZZA,la STIRPE ebraica e sognarne la sua cancellazione(esattamente come volevano i nazisti),...antigiudaismo invece e'opposizione non alla razza,non alla stirpe bensi' alla RELIGIONE ebraica...ora ,si potra' discutere su questa posizione che la Chiesa ha avuto in passato(e ora superata!)ma da qui ad accusarla di essere la responsabile della Shoa ce ne passa!!!! smettiamola di dire idiozie magari con lo scopo di procurare un capro espiatorio che copra anche solo in parte i VERI COLPEVOLI!!!se guardiamo dall'altro lato daltronde anche la religione ebraica in passato non e' stata propriamente "amica"del cristianesimo! prima del Concilio Vat.II infatti non era raro trovare in ambienti ebraici posizioni sprezzanti su Cristo sul Cristianesimo e i suoi seguaci!..e poi mi risulta che x gli errori del passato(chi non ne fa??)la Chiesa cattolica abbia chiesto perdono!...non mi risulta che le altre religioni abbiano fatto altrettanto!!!oppure il loro passato e' cristallino??..per quanto riguarda i nazisti "cristiani"vorrei dire che si,probabilmente molti di coloro che hanno seguito Hitler saranno anche stati battezzati,ma quanti allora anche al giorno d'oggi tra i battezzat tradiscono quotidianamente il messaggio del Vangelo sotto tanti punti di vista?.(pensiamo ad esempio all'aborto o a quelli che ammazzano,rubano stuprano rapinano ecc...e di religine sono cristiani..e' forse colpa del Papa tutto cio'? comunque,e concludo ,se vuole documentarsi sul ruolo della Chiesa e del Papato durante il nazismo le consiglio, sign.Piero, un ottimo libro:"PIO XII,il Papa degli Ebrei"(di Andrea Tornielli ed.Piemme)...si rendera' conto che su Papa Pacelli e la Chiesa cattolica sono state construite ad arte un mare di accuse false e infondate!! e Benedetto XVI, se lo ricordi!!,ama concretamente gli Ebrei molto piu' di tanti che ,a parole ..e solo a parole,sono MAESTRI a riempirsi la bocca!!!

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  19. Questa volta risparmio la redazione, nei confronti della quale voglio esprimere la mia alta considerazione, e mi rivolgo all'insegnante di religione delle ore 14.22 di oggi.
    Prof., Ella ed io siamo sulla stessa barca.
    Io ho semplicemente riprodotto degli articoli pubblicati dal Papa Ratzinger Blog e l'ho pure scritto.
    Non solo, ho distanziato graficamente il mio scritto dal testo che riproducevo ed ho pure utilizzato gli apici.
    Se utilizzassi il suo linguaggio dovrei essere io a consigliarle qualcosa e non Ella a me ma, siccome sono una persona educata, galateo mi impone di sostenere che non ci siamo capiti e che vi sia stato un qui pro quo.
    Spero di "incontrarla" in circostanze migliori,
    Piero

    RispondiElimina
  20. Ora ritorno a fare il cattivo con la redazione.
    Sempre dal Papa Ratzinger Blog.


    "Il Centro rabbinico d'Europa (Rce) esprime "stupore e preoccupazione" per le affermazioni rilasciate dal superiore dei lefebvriani in una recente intervista ad 'Apcom'.
    "L'intero tono dell'intervista è insensibile e confina con l'antisemitismo", afferma in una nota il rabbino Arye Goldberg, vicedirettore dell'organizzazione che supporta i rabbini presenti in Europa e le loro comunità.
    Il superiore della Fraternità sacerdotale san Pio X, mons. Bernard Fellay, affrontava, nell'intervista, il tema del vescovo negazionista Richard Williamson così come quello della preghiera del venerdì santo per la conversione degli ebrei.
    Ritiene che in Vaticano ci sia una sensibilità eccessiva nei confronti delle aspettative del mondo ebraico? "Sì, lo penso", rispondeva Fellay. "Io stesso sono imbarazzato - tranne ciò che è successo sul caso di monsignor Williamson - quando vedo ebrei che si occupano degli affari della chiesa cattolica. Non è la loro religione. Ci lascino in pace. Sono questioni che riguardano la chiesa cattolica.
    Se noi vogliamo pregare per gli ebrei, pregheremo per gli ebrei, nel modo che vogliamo. Non so se loro pregano per noi, ma direi che è un problema loro". Il Papa, per il rabbino Goldberg, "ha trasmesso il forte messaggio che la negazione dell'olocausto non verrà mai tollerata né perdonata.
    Abbiamo diritto di essere ipersensibili su tale questione e reagiremo sempre quando rischierà di essere minimizzata. Consideriamo già grave che un prete osi negare l'olocausto. Abbiamo apprezzato molto la forte posizione del Vaticano su questo tema.
    Che un vescovo se ne esca cercando di bocciarla, aggiunge l'insulto all'ingiuria". Il rabbino Goldberg afferma: "Per dirla con Fellay, il fatto che 'il cattolicesimo non sia la nostra religione e dobbiamo lasciarli in pace' va bene, ma l'olocausto è decisamente una parte della nostra storia e della nostra realtà e lui dovrebbe lasciarlo in pace".

    Cara redazione, permettimi una battutaccia utilizzando la tua logica: il Vice-Direttore Europeo è più importante degli esponenti ebraici italiani, non trovi?
    A proposito, spero di non essere frainteso da nessun altro insegnante di religione.
    Piero

    RispondiElimina
  21. OK, bandiera bianca. Questo Goldberg, di per sé, non direbbe cose sbagliate (ovvio che sull'olocausto siano ipersensibili e intransigenti), ma evidentemente non sa leggere, visto che mons. Fellay aveva precisato "io stesso sono imbarazzato - tranne ciò che è successo sul caso di monsignor Williamson - quando vedo ebrei che si occupano degli affari della chiesa cattolica". Ossia: per quanto concerne Williamson, e quindi il negazionismo, l'intervento ebraico non "lo imbarazza": Fellay lo trova giustificato.

    Sicché Goldberg sfonda, speriamo in buona fede, ma con esiti comunque mediaticamente perniciosi, delle porte aperte.

    Comunque, caro Piero, come scriveva quel rabbino da noi riportato a febbraio, anche gli Ebrei hanno progressisti e conservatori; e mentre questi ultimi sono in sintonia col Papa, sono i primi (come Di Segni e Richetti) a suscitare anche nei più favorevoli sentimenti antisemiti.

    E d'altronde: se uno sentisse solo la campana di, puta, un Melloni, non gli verrebbe voglia di spedire i cristiani ai leoni?

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  22. ins. di Religione cattolica12 agosto 2009 alle ore 10:02

    sign. Piero,e' vero probabilmente c'e' stato un "qui pro quo" nel senso che nel leggere il suo intervento (che si rifaceva al papa ratzinger blog,l'avevo compreso),avevo capito che Lei condividesse le posizioni, in certe parti molto discutibili, dei rabbini Ricchetti e Laras ivi espresse nei confronti della Chiesa e del regnante Pontefice...evidentemente mi sbagliavo e per questo voglia accettare le scuse che le sono dovute!..per il resto confermo tutto quanto ho espresso nel mio precedente intervento: e' davvero triste vedere come ci siano persone anche autorevoli che colgono qualsiasi occasione x attaccare o criticare il Papa anche quando non c'e' motivo (ammesso che ce ne siano di motivi)..e' vergognoso vedere come anche in certo mondo ebraico ci sia chi si ostini a sospettare che Benedetto XVI non condanni abbastanza l'antisemitismo di ieri.. e di oggi o che peggio ancora condivida in qualche modo le opinioni inqualificabili di un vescovo Williamson. e' deludente constatare che non si voglia riconoscere Pio XII x quello che e' stato: un Papa che con i suoi "silenzi"(silenzi?)ha salvato migliaia di ebrei da morte certa!..(gli ebrei suoi contemporanei lo ringraziarono al termine della guerra mentre quelli di oggi lo calunniano! mah..e' un po curiosa sta cosa.. ebbene,quando sento queste cose,che sono condivise aime'da molti,troppi cattolici che magari si OSTINANO a rifiutare la verita'solo x il gusto di rifiutarla e x lo sfizio di infangare la loro stessa Chiesa adopero un linguaggio "forte"..e' vero!... sono fatto cosi'! la saluto cordialmente

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  23. Alla stimata Redazione.
    In tutto questo nostro confronto, la mia intenzione è stata ed è rimasta metodologica.
    Nella tematica liturgica (nella quale io non sempre condivido non tanto i vostri punti di partenza quanto i vostri punti di arrivo)voi siete preparati e competenti: tra preparazione e competenza vi una distinzione, simile ma non identica, al rapporto tra erudizione e cultura.
    Ebbene, in questa circostanza avete messo di lato la vostra competenza in altre circostanze, invece, manifestatasi in questa stessa tematica.
    Io non nego i legami spirituali che fanno semiti anche i cristiani.
    Io non nego che gli ebrei vanno sempre compresi a motivo dell'Olocausto.
    Io non nego che il mondo ebraico sia variopinto.
    Io sono cosciente, per esperienza, che il mondo ebraico europeo ed italiano specialmente, non ostante non sia un monolite, nei riguardi della chiesa cattolica agisce purtroppo "politicamente".
    Fate mente locale: ogni volta che si registra una qualche dichiarazione positiva nei riguardi del cattolicesimo da parte di un ebreo, alquanto in vista e da qualunque parte dell'orbe provenga, immediatamente dopo specialmente in Italia segue la valanga delle dichiarazioni negative.
    Io critico quindi il tipo di approccio che gli ebrei europei ed italiani hanno oggi nei rigurdi del cattolicesimo: l'ebraismo d'oltreoceano, che anch'esso non è un monolite, ha un approccio diverso.
    La mia provocazione aveva un risvolto temporale: aspettate prima di fare un apprezzamento.
    La mia provocazione aveva un risvolto "politico": osserviamo come gli ebrei italiani si comportano.
    Ma la ragione per cui ho fatto questa provocazione riguarda il blog: questo blog, anche da chi non condivide la messa di forma extra ordinaria, è seguitissimo.
    Certo, questo blog non ha alcun carattere di ufficialità ma proprio perchè seguitissimo, ritengo, che conservi qualche carattere di responsabilità a motivo del suo fare tendenza.
    Proporre forme di comportamento "politico" nei riguardi degli ebrei italiani non equivale ad essere antisemita o antigiudaico: significa un invito a valutare sotto un certo profilo il loro modo di relazionarsi al cattolicesimo.
    In tutta questa disamina per esigenze di sintesi ho parlato di cattolicesimo: avrei dovuto parlare di Papa e Vaticano, perchè è risaputo che certi ebrei italiani fanno politica con certi cattolici italiani ultra progressisti (so che vi sto facendo felici in questo momento ma è la verità) che fanno attaccare il papa ed il vaticano dai compari ebrei perchè non hanno gli attributi per farlo loro da se stessi.
    Per me il caso è chiuso.
    A scanso di equivoci per l'ambito liturgico: io non sono un conservatore ma non sono neanche un progressista, sono semplicemente uno che nella sua limitatezza cerca di obbedire a Pietro e per il resto cerca di approfondire le cose.
    Piero

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  24. Al mio ormai amato Insegnate di Religione.
    Io non mi sono offeso per il suo intervento, tantocchè non ho sollecitato le scuse.
    Dal mio punto di vista, Ella non era tenuta a scusarsi.
    Non nascondo che cmq sono rimasto un pò deluso per la parte finale del suo intervento (CFR.il consiglio)che, oggettivamente, poteva essere omessa.
    Considerato che Ella si è scusata, pur non essendovi tenuta dal mio punto di vista, accetto le scuse non per chiudere il caso ma per confermare inequivocabilmente la chiusura del caso: per me il caso era già chiuso con il mio commento in risposta al suo.
    Non le nascondo che sono rimasto impressionato favorevolmente dal suo porgere le scuse che Ella considera dovute e che, ripeto, io considero non dovute.
    Debbo prendere atto piacevolmente di ciò e le confermo la mia speranza di incontrala in altre circostanze: anzi, in considerazione del pensiero che ha manifestato sulla tematica, sarò onorato di poter dialogare con Lei.
    Piero

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  25. ins. di Religine cattolica12 agosto 2009 alle ore 16:41

    sign. Piero, la ringrazio delle gentili parole!anch'io saro' onorato di dialogare rispettosamente con Lei!..e il consiglio x la lettura del testo su Pio XII lasci allora che lo giri ad altri che eventualmente volessero documentarsi seriamente sulla figura di questo grande Pontefice! di nuovo cordiali saluti!

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  26. A Piero: grazie dell'apprezzamento.

    Per curiosità: quali sono i "punti di arrivo" che non condividi?

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  27. Alla redazione:
    per quanto riguarda l'aspetto liturgico, parliamone con calma appena se ne presenterà l'occasione.
    Del resto, senza voler imporre nulla a nessuno, ritengo che sia un buon metodo affrontare le tematiche singolarmente e, se fosse umanamente possibile, la singola tematica sotto i singoli profili di analisi.
    Con ciò non voglio sottrarmi alla domanda e mi limito solo a fare un esempio molto piccolo: in passato avete pubblicato un articolo sulla preghiera dei Fedeli da abolire.
    Va subito detto che il testo dell'articolo ed i commenti seguenti in linea generale sono più moderati rispetto al titolo dell'articolo: titolo senza punto interrogativo o esclamativo.
    Le motivazioni che alcuni conservatori (chiaramente sto allargando l'analisi alla galassia dei conservatori e non soltanto a questo blog) portano a sostegno di questa tesi a mio modesto parere sono valide, ad es: le intenzioni espresse dalla preghiera dei fedeli sono già presenti nel canone romano, ecc. .
    E' la conclusione che mi lascia insoddisfatto: l'abolizione.
    Se, come alcuni sostengono (affermazione che va verificata sotto molti profili anche storici), la necessità della preghiera dei fedeli dipende dal fatto che le nuove preghiere eucaristiche non hanno l'ampiezza del Canone romano, ebbene la soluzione potrebbe essere l'omissione della prece comune in presenza del canone romano.
    Mi rendo conto che vanno valutati anche altri fattori (di cui tra l'altro in quell'articolo e nei post seguenti si parlava)che potrebbero consigliare opzioni diverse da quella da me ipotizzata ma mai l'abolizione.
    Sono disponibile a discuterne in futuro e nel dettaglio anche sulla base di un articolo più appropriato che non questo sulle polemiche degli ebrei.
    Da questo è evidente che la redazione dedurrà che io potrei essere contrario alle abolizioni: deduzione corretta anche se faccio delle eccezioni solo per casi particolarissimi.
    Io, infatti, sono contrario anche a quella sorta di abolizione de facto di cui è stato vittima il messale di Giovanni XXIII.
    Piero

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  28. Veramente, Piero, il titolo è volutamente polemico (e ci sta, mi sembra, in reazione ai testi di preghiera riportati in quel post, e rigorosamente autentici). Si sarebbe dovuto mettere un "aboliamo certe preghiere dei fedeli", ma diventa un titolo sciapo. E soprattutto: per mia esperienza diretta, TUTTE le preghiere dei fedeli che sento (e ne sento, visto che vado, per assenza d'alternativa, alla messa NO), sono più o meno di quel genere. Anche perché escono daqlla stessa officina.

    Ecco comunque che cosa si legge nel testo del post:
    "Intendiamoci: le preghiere dei fedeli non sarebbero nulla di male se fossero sul serio quello che il nome sembra indicare: ossia se i parrocchiani esprimessero davvero sentite intenzioni di orazione. Qualcosa di concreto, come: Preghiamo per la signora Maria, che deve affrontare una difficile operazione; per i terremotati d'Abruzzo, perché il Signore li consoli nella prova; per i ragazzi dell'oratorio, perché crescendo restino bravi ragazzi, ecc."

    Sicché: non è una questione liturgica (superfluità rispetto al canone, o simili). Non ci sarebbe nulla di male in esse (che il rito antico ancora evoca, con quell'oremus erratico prima dell'offertorio). Ma così come sono, davvero, aboliamole. E penso che su questo tu non possa che esser d'accordo.

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  29. Il problema principale delle Preghiere dei fedeli (e, aggingerei, delle Collette alternative CEI) è sempre quello individuato da Lorenzo Bianchi, nel libro "Liturgia. Memoria o istruzioni per l'uso?"; capitoli del libro sono facilmente reperibili on-line.

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  30. Alla redazione:
    scusate il ritardo ma ho appena letto il vostro ultimo post.
    Innanzitutto, la mia osservazione sul titolo dell'articolo non ha carattere critico ma semplificatorio anche perchè leggendo l'articolo si capisce che il titolo è polemico: semplicità, però, richiederebbe che la polemicità o meno di un titolo dovrebbe comprendersi dallo stesso titolo.
    Per me il titolo va bene così come è stato formulato, in quanto per far comprendere la sua polemicità sarebbe stato sufficiente un segno grafico, un punto esclamativo o interrogativo, come avevo già scritto, od anche parentesi, apici, virgolette ecc., qualunque cosa che immediatamente faccia percepire che non trattasi di una affermazione perentoria.
    Specifico subito, però, che le mie precedenti valutazioni sono poste alla vostra attenzione solo come consiglio: so benissimo che in questo campo le regole sono cmq sottoposte ad una normale soggettivazione.
    In ordine al contenuto dell'articolo ed anche dei relativi commenti, ricordo che io stesso nel mio precedente commento ebbi a definirli come generalmente moderati.
    Nel vostro commento si procede con una analisi per così dire pratica: questo profilo di analisi è legittimo (del resto io stesso nel mio precedente commento avevo fatto riferimento ad altri fattori che vanno valutati e "di cui tra l'altro in quell'articolo e nei post seguenti si parlava": intendevo proprio gli aspetti pratici).
    Dove sta la distinzione nei nostri due commenti sempre che io interpreti correttamente le vostre affermazioni?
    Nell'incipit e nel corpo della conclusione del vostro ultimo commento: "Sicché: non è una questione liturgica (superfluità rispetto al canone, o simili). Non ci sarebbe nulla di male in esse (che il rito antico ancora evoca, con quell'oremus erratico prima dell'offertorio)."
    Voi sembrate porre come profili di analisi solo quelli pratici; io sia quelli pratici che quelli teorici anche se dalla formulazione del mio commento traspare un peso maggiore per quelli teorici.
    Vi sono questioni liturgiche che inviterebbero ad applicare una diversa ratio celebrandi della prece comune ma rinvio ad altro momento: mi limito solo a dire che proprio l'erratico Oremus, da voi citato, ne costituisce una prova paradossale secondo alcune interpretazioni.
    Sotto questo profilo non condivido quindi l'incipit della conclusione del vostro commento: "Sicché: non è una questione liturgica ..."
    Non nascondo, però, che le questioni pratiche da voi sollevate siano veritiere e valide indipendentemente dalle questioni teoriche.
    Ritengo che una qualche decisione dovrebbe essere assunta perchè così non si può più andare avanti: non l'abolizione però, anche se personalmente potrei essere d'accordo ad una sospensione.
    Ritengo che la via più praticabile sarà una qualche via mediana che in un certo senso possa condurre a fare percepire il vero senso di questa prece. Per motivi di impegni non mi dilungo nell'analisi di queste possibilità ma rimango a disposizione per parlarne in un altro momento.
    Vorrei ringraziarvi per la possibilità, che mi date, di dialogare e per il fatto che siete degli ottimi interlocutori per il continuo approfondimento della propria riflessione e conoscenza.
    Spero che vogliate accettare gli auguri per la Solennità dell'Assunzione di Maria Vergine.
    Piero

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