Dopo il “Motu Proprio” del 2007 di Benedetto XVI riguardante la Messa Tridentina, l’interesse per questa antica liturgia si è accresciuto, come dimostrano le numerose iniziative, in Italia e all’estero, per poter celebrare in tante chiese la Messa in lingua latina. In queste poche righe vogliamo offrire dei brevi spunti sulla liturgia e presentare il Messale di san Pio V, il quale, per agevolare la lettura, è stato ridotto alle formule essenziali, dando chiarimenti delle parti mancanti con una breve sintesi. Offriamo quindi un testo e delle formule di un rito che per cinque secoli ha caratterizzato la Chiesa. Ci rivolgiamo a tutti: ai non più giovani e a tutte quelle persone, specialmente i ragazzi, che sanno poco o nulla di questa liturgia; a coloro che lo apprezzano e a quelli che lo apprezzano meno.
Piccola introduzione alla Messa Tridentina
Nel XVI secolo, dopo la crisi dovuta alla Riforma Luterana e la contestazione della liturgia cattolica, la Chiesa di Roma avviò una nuova versione del Missale Romanum per il quale”…furono utilizzati i più antichi manoscritti e messali a disposizione - così si scrisse allora nella bolla Quo Primum - al fine di eliminare errori e falsità e giungere a una redazione secondo la norma dei Padri della Chiesa e rispettosa dei portati dei più rilevanti teologi pre-riformatori” [si omette qui di specificare bene che il Messale tridentino non è tanto una "nuova versione", bensì una sorta di edizione critica del Messale allora in uso a Roma, ed esteso alla cattolicità: di qui l'improprietà del termine Messale tridentino, visto che esso è di molti secoli anteriori e risale nell'essenza a Papa Gregorio Magno, mille anni prima].
Il Messale, conosciuto anche come tridentino, fu voluto da san Pio V ed entrò in vigore nel 1570 a conclusione del Concilio di Trento. In seguito, alcuni pontefici apportarono piccoli cambiamenti, senza mai però sconvolgere l’impianto liturgico, procedendo, quasi sempre, a modifiche sulla classificazione delle messe o ad aggiungere nel calendario nuovi santi. L’ ultima modifica avvenne nel 1962 sotto il pontificato di Giovanni XIII con il cambiamento, tra l’altro, della famosa preghiera del Venerdì Santo rivolta al popolo ebreo, dove venne tolta la frase: “Oremus et pro perfidis Judaeis…”. Nel 1964, durante i lavori del Concilio, fu istituito il Consilium per l’applicazione della costituzione liturgica (Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia), per adattare i testi liturgici ai principi conciliari. Questo lavoro pose le basi per la stesura del nuovo Messale in lingua volgare, dichiarato obbligatorio da papa Paolo VI con la costituzione apostolica “Missale Romanum” del 3 aprile 1969. Il vecchio messale, salvo rare eccezioni ad personam, veniva così derubricato dalle consuetudini liturgiche quotidiane della Chiesa.
La struttura della Messa tridentinaLa liturgia è divisa come in un cardo decumano romano in quattro parti:
• Preparazione, le preghiere ai piedi dell’altare,
• Didattica, dall’antifona al Credo,
• Il Sacrificio, Offertorio, Canone e Comunione
• Ed infine il Congedo e lettura del Vangelo, 1,1-14 di san Giovanni e le preghiere, recitate insieme ai fedeli, composte da Leone XIII.
È importante ricordare, al di là di alcune recenti polemiche, che il sacerdote non si pone “contro” i fedeli, chiudendosi in un cerchio (cfr. Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”), [veramente Ratzinger parla di cerchio a proposito del rito versus populum e della chiusura di esso alla trascendenza, perché si forma un cerchio tra celebrante e fedeli] ma sta a capo del “popolo di Dio”, quale condottiero, e con esso si rivolge a Dio, verso l’oriente, verso l’ altare…” che conserva nella sua pietra le reliquie dei santi, nostri intercessori presso Dio. L’altare ha un arredo particolare: il crocefisso, simbolo del rinnovo del sacrificio della croce; il tabernacolo posto al centro, sede di Cristo, presente realmente sotto le specie eucaristiche, i candelieri per significare la presenza di Cristo, “luce del mondo” (Gv 8,12; Lc 2,32; 1,78), oltre le parti mobili come: il calice, la pisside, la patena, il corporale, la palla e il purificatorio. Infine, un elemento che oggi può sembrare non essenziale, sono le fasi di preparazione e di ringraziamento per la Messa che il sacerdote può fare in sagrestia o in Chiesa anche come esempio per i fedeli.
nel sito suindicato, il post prosegue con l'ordinario della S. Messa
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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venerdì 3 luglio 2009
La RAI s'interessa alla Messa tridentina
Il blog Raivaticano di Giuseppe De Carli (vaticanista della TV nazionale) pubblica oggi questo commento sulla Messa antica, accompagnato addirittura da tutto l'ordinario, tradotto, della S. Messa. Il fatto è in sé interessante perché la felpata e misuratissima Rai non si era finora, a nostra conoscenza, addentrata in quest'argomento che, come noto, agita le passioni ecclesiali. Prudenza lo impone: il solo parlare della Messa antica (al di là delle istituzionali informazioni sull'emanazione del motu proprio) causa mal di pancia a molti presuli e prelati dei quali è meglio non cercare l'inimicizia.
Sicché, se ora si dò risalto alla Messa antica, la si presenta, si notizia perfino che essa è in crescita ed espansione... ci viene il sospetto che qualcosa possa bollire in pentola. O i nemici della Tradizione stanno perdendo colpi, influenza e temibilità, oppure il Papa ha deciso di rilanciare e intende veramente affrontare di petto la questione.
Tutte nostre illazioni, beninteso. Ed ecco il testo:
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Per pari condizione, sarebbe giusto che nella mamma RAI fosse dato spazio alla importantissima esperienza cristiana delle 'comunità di base'; il papa e la gerarchia le ignorano, ma il loro carisma profetico è utile, anche per chi sostiene un rito avanti negli anni e in cattiva salute.
RispondiEliminaE dai coi carismi profetici...comunistoidi.
RispondiEliminaA parte questo, prendiamo atto del cambio d'atteggiamento della RAI. Adesso perchè non trasmettono, anche solo in alcune occasioni, la S. Messa in diretta la domenica, di modo che entri, come quella di Paolo VI, nelle mura domestiche?
Be' sarebbe effettivamente molto più utile la S. Messa di Tradizione in TV: infatti quelli che vi devono rinunziare sono molti... di Messe NOM secondo i vari "carismi" ce n'è a bizzeffe ovunque.
RispondiEliminaSicuramente l'Auditel (triste ma dobbiamo ragionare anche in questi termini quando c'è il tubo catodico di mezzo) ci darebbe ragione; ed allora si muoverebbe anche Mediaset!
A.H.
il Papa ha deciso di rilanciare e intende veramente affrontare di petto la questione.
RispondiElimina----------
Cara redazione...
vorrei tanto che questa illazione si rivelasse fondata, anche se appare non conforme allo stile pedagogico mite e soft di Papa Benedetto:
"di petto" forse no, ma divulgando
più apertamente il suo luminoso e costante esempio di fedeltà alla Liturgia tradizionale, che osserviamo nel suo modo di celebrare, con l'ausilio dei mass-media potrebbe più chiaramente al vasto pubblico ribadire la sua volontà di "riforma della riforma"...
Magari fosse giunto quel momento, e che mamma Rai catto-progressista
si fosse fatta portavoce di questa svolta epocale...: sembra una favola!
Ma, per non illudermi più di tanto, mi chiedo:
riuscirà questo annuncio on-line
a smuovere i Vescovi recalcitranti alla volontà del Papa, abbarbicati
al mitico "spirito del Concilio" che brandiscono come scettro di un potere intangibile, convincendoli che lo Spirito Santo soffia ora verso il recupero della Tradizione tradita, e il vero risorgimento del Sacro nella S. Messa come Sacrificio dell'altare, non solo "Santa Cena"?
E potrà incoraggiare l'anima affranta dei fedeli che, dopo aver tentato invano richiesta per la Messa gregoriana, sono stati zittiti dal pugno di ferro di tali Vescovi, in regioni intere, attraverso parroci compatti a stroncare ogni timido accenno al MP (= vietato parlarne)?
Ho (ancora) forti dubbi in proposito.
Certo che lo stile del Papa è mite e paziente.
RispondiEliminaPerò, guardando solo alle ultime settimane, che cosa abbiamo in pochi giorni?
Il Curato d'Ars esaltato a modello per i preti; la strigliata ai cattolici adulti; il richiamo allo scopo essenziale del prete, ossia il culto e i sacramenti e non l'attività sociale e umanitaria...
I segnali sono incoraggianti e, soprattutto, numerosi e convergenti.
A Bernardino: la differenza tra le "comunità di base" e i gruppi tradizionali è che le prime non hanno più nemmeno i rudimenti della fede cattolica e si riuniscono in celebrazioni protestantoidi intorno a spretati vari a discuter di politica, più che di religione.
RispondiEliminaEsse stanno al "carisma profetico" come Ahmadinejad alla democrazia.
La messa in tv è solo per chi è impedito a parteciparvi.
RispondiEliminaChi non vi partecipa, potendo, commette peccato contro il 3° Comandamento.
Quindi o NOM o VOM la domenica a Messa.
E senza scuse.
ahahah "un rito avanti negli anni e in cattiva salute".
RispondiEliminaMa bernardino, sconfessi gli Atti degli Apostoli!
"Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino"...
bernardino, "avanti negli anni e in cattiva salute" saranno i vari "don" Franco Barbero, don Gallo e gli altri alfieri della riduzione del cristianesimo a uterina protesta sociale (uterina, ma anche sterile, poiché la loro riforma/rivoluzione ignora il cuore dell'uomo e soprattutto il Cuore di Cristo).
RispondiEliminaDai un'occhiata all'età media e all'entusiasmo dei seminari tradizionali...
Il Papa ha nominato il nuovo segretario della Congregazione dei vescovi: è il settantunenne vescovo portoghese Monteiro de Castro, fino ad oggi nunzio apostolico in Spagna. Alessandro
RispondiEliminaProfetiche le comunità di base?
RispondiEliminaTipo don Mazzi dell'Isolotto a Firenze?
Non è la Chiesa, ma l'anti-Chiesa.
Ma la Rai sarebbe in grado di trasmettere "come si deve" la Messa VO? O la ridurrebbe a brandelli come gia' fa benissimo con la consueta NO ove lo sproloquio del telecronista di turno non lascia requie coprendo con fiumi di parole (il piu' delle volte inutili) ogni momento, ogni canto, ogni gesto? Gia' ora, durante l'incensazione (quando c'e' e a turibolo semi-spento per non 'rovinare' le riprese) si riprende il coro o il pio popolo, cosi' durante l'Elevazione si riprende qualche bel quadro o qualche statua e non il Protagonista elevato all'Adorazione dei fedeli, ecc.ecc.. Figuriamoci con la S.Messa VO se la regia, con il Celebrante rivolto al Signore, non farebbe stragi.....(purtroppo). E poi come la mettiamo con quelle "belle concelebrazioni" (vero e proprio anacoluto o contraddizione in termini che dir si voglia...) con tanti preti che piuttosto di andare in qualche parrocchia priva di parroco vanno a fare "passerella" in tv? Ritengo che la Rai non sia ancora pronta.
RispondiEliminaMa la Rai sarebbe in grado di trasmettere "come si deve" la Messa VO? O la ridurrebbe a brandelli come gia' fa benissimo con la consueta NO ove lo sproloquio del telecronista di turno non lascia requie coprendo con fiumi di parole (il piu' delle volte inutili) ogni momento, ogni canto, ogni gesto? Gia' ora, durante l'incensazione (quando c'e' e a turibolo semi-spento per non 'rovinare' le riprese) si riprende il coro o il pio popolo, cosi' durante l'Elevazione si riprende qualche bel quadro o qualche statua e non il Protagonista elevato all'Adorazione dei fedeli, ecc.ecc.. Figuriamoci con la S.Messa VO se la regia, con il Celebrante rivolto al Signore, non farebbe stragi.....(purtroppo). E poi come la mettiamo con quelle "belle concelebrazioni" (vero e proprio anacoluto o contraddizione in termini che dir si voglia...) con tanti preti che piuttosto di andare in qualche parrocchia priva di parroco vanno a fare "passerella" in tv? Ritengo che la Rai non sia ancora pronta.
RispondiEliminaLa trasmissione della messa in TV suscita perplessità, per diversi motivi:
RispondiElimina1 Non consente l'adempimento del precetto festivo a nessuno, quindi nemmeno ai malati i quali però onn hanno l'obbligo del precetto così come non lo ha chi li assiste.
2 Senza una adeguata e continua catechesi molti fedeli, per futili motivi sono spinti a "guardare" la messa in TV e a non andare in chiesa.
3 Mette un rito così sacro al libello degli altri prpogrammi televisivi e la messa appare alla fine come un programma tra tanti.
Ho parlato di perplessità, ciò significa comunque che la trasmissione della messa in TV può recar sollievo a tanti.
Ma qui si presentano altre perplessità, ben maggiori delle prime: la messa in TV è trattata come un qualsiasi altro programma e quindi il telecronista la sommerge di commenti ed interventi, propio come una partita di calcio!
Se qualche telecronista osasse intervenire durante la trasmissione di un concerto musicale giustamente si griderebbe allo scandalo; per la essa invece no, tuttò ciò è "normale".
E se questo orrore è fastidioso nella messa NO, figuriamoci quanto sarebbe orribilmente avvilente sommergere di parole un rito che insegna più coi silenzi!
E siccome il Vetus ha propio molti più lunghi silenzi del Novus per i telecronisti sarebbe una pacchia dove dire di tutto e di più!
Bisognerebbe trasmettere la messa VO con le spiegazioni e le traduzioni dei testi fatte scorrere come sottotitoli, lasciando che l'audio trasmetta ciò che accade, compresi i silenzii. Ma per arrivare a questo ci vorrà ancora qualche decennio di inondazioni parolaie dei telecronisti.
E quindi, per non profanarla, meglio niente messa antica in TV e ancor meno in radio.
Antonello
La trasmissione televisiva del rito antico sarebbe una ottima cosa
Tolerabiles ineptiae
RispondiEliminaANONIMO DELLE 11,41,con noi sfondi un uscio aperto, perché sappiamo ben come si soddisfi ad un Comandamento. Però, una Messa VO in RAI, per gl'impediti o per coloro che vogliono assistere ad un pontificale o ad una Messa solenne in una grande basilica, farebbe un gran bene alle anime, specie degli anziani che ritroverebbero la Messa della loro fanciullezza ed adolescenza, della loro giovinezza, del loro matrimonio. E non sarebbe poco.
RispondiEliminae' proprio vero che non ci sono piu mezze misure
RispondiEliminaLa S. Messa VO in TV avrebbe anche un valore didattico: permetterebbe ai fedeli di conoscerla e ai sacerdoti di impararla.
RispondiEliminaPotendo, sarebbe il caso di interessare qualche emittente minore via satellite.
Le "comunità di base" sarebbero un'importantissima esperienza cristiana? Ma per favore! Ci si dovrebbe soltanto vergognare a pensarlo. Questo tipo di comunità, a mio di vedere rappresentano il peggio del post-Concilio, con peersonaggi come don Mazzi, o Giovanni Franzoni, sacerdote che gettò la tonaca alle ortiche per una donna. Chissa! Sarà stato ispirato dal cosidetto spirito del Concilio, che gli ha fatto lasciare il sacerdozio. Sarebbe ora di finirla con questi personaggi, che sono sempre stati tollerati dalla Chiesa, che invece avrebbe dovuto agire duramente nei loro confronti. Per quanto riguarda il fatto, che verrà trasmessa in tv la messa V.O., esso è assolutamente positivo e speriamo, che iniziative simili vengano ripetute con maggior frequenza.
RispondiEliminaPer imparare a celebrar la Messa letta di S. Pio V basta legger per bene le rubriche e soprattutto il messale e, per acquisir maggior sicurezza, prendere il DVD della S. Pio X ch'è fatto bene.
RispondiEliminaPer la Messa solenne occorre altra preparazione. I sacerdoti legati al rito antico son sempre disponibili ad insegnare o aiutare.
La presentazione del vaticanista fa cascar le braccia: definisce "arredo particolare" la presenza della Croce, del Tabernacolo, dei candelieri, del calice ecc.
RispondiEliminaSiamo a questo livello?
Carissimo Dante Pastorelli,chi era il vaticanista?Per caso De Carli?Se si',porta pazienza.E' quello che in occasione delle 200,o giu' di li',beaticanonizzazioni di Woytila,illustrava invariabilmente il grosso merito del nuovo beasanto con questa frase "ha vissuto in anticipo le intuizioni del Concilio Vaticano Secondo".Se esiste una filmoteca RAI(lo ignoro)vattelo a sentire.Ti fa scompisciare dalle risate(amare).
RispondiElimina