Oggi, 7 luglio, ricorre il secondo anniversario del motuproprio "Summorum Pontificum". Ringraziamo di cuore il Santo Padre, un po' meno i webmaster pontifici che dopo 2 anni ancora non trovano il tempo (o la voglia?) di inserire il link diretto alla versione italiana del documento, esistente secondo loro soltanto in latino e ungherese e non nelle 6 lingue principali come gli altri (la versione ufficiale italiana esiste, ma abbiamo trovato il link su wikipedia invece che su vatican.va...). Un po' come i vecchi manuali di teologia morale che non traducevano i capitoli in materia "de sexto" per limitarne la diffusione. Forse anche all'interno delle Sacre Mura qualcuno ancora considera questo motuproprio un po' troppo...osé!
"Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto. "
(Benedetto XVI, Lettera ai Vescovi del 7 luglio 2007)
Oremus pro Pontifice nostro Benedicto! Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius.
RispondiEliminaPer una strana alchimia, basta cambiare nell'indirizzo http prima del punto la sigla da lt in it e magicamente compare la traduzione italiana.
RispondiEliminami piacerebbe sapere se al PONTEFICE vengono mostrate di persona le nefandezze e gli oltraggi che vengono compiuti nelle varie parti del mondo in materia liturgica proposti su internet , youtube !?!?!
RispondiEliminasi fa una ricerca su internet nei PALAZZI APOSTOLICI ??? i tempi sono cambiati , certe sconcezze sono eloquenti PIU' di qualsiasi alta cosa !!
Sono d'accordo con Rutilio Namaziano. Ma di fronte alla arroganza, alla superbia, al disprezzo,alla cattiveria, alla mancanza di carità e di obbedienza della quasi totalità dei vescocovi sarebbe utile anche un pò di autorità da parte del Santo Padre. Tanto con le blandizie questi nuovi giacobini continueranno a spadroneggiare nella chiesa. Ma come
RispondiEliminasi diceva: la rivoluzione francese ha mangiato i suoi figli, specialmente i più intolleranti, così possa succedere nella Chiesa Cattolica. Peter
"Ma di fronte alla arroganza, alla superbia, al disprezzo,alla cattiveria, alla mancanza di carità e di obbedienza della quasi totalità dei vescocovi"
RispondiEliminaDella serie "è rimasto solo il Papa" e "apostasia generale".
Queste le meraviglie delle "teologie" e "catechesi" di alcuni.
Ma quando la si smette, per cortesia!
Anonimo delle 19,48 ma quando avrai il coraggio di firmarti e di farti riconoscere. Se sei prete anche tu sei di quella genia, se non lo sei allora pregheremo per te pechè il Signore ti aiuti a levarti quelle fette di prosciutto che ti ottenebrano oltre che gli occhi anche la mente. Non si capisce poi che cosa tu viglia dire con le catechesi (termine amato dai progessisti) e teologie. Invece di offendere prova a dimostrare che on è vero quello che ho scritto e leggiri pure il bellissimo appello al papa di Marathanà. Peter
RispondiEliminaPer "teologie" e "catechesi" intendo quelle "lezioni" che di magistrale non hanno nulla che fanno i gruppi "paralleli" ed "esterni" alla Chiesa Cattolica (per Chiesa Cattolica intendo quella di Roma, l'unica a potersi fregiare di tal nome).
RispondiEliminaAnonimo.
"i gruppi "paralleli" ed "esterni" alla Chiesa Cattolica (per Chiesa Cattolica intendo quella di Roma, l'unica a potersi fregiare di tal nome).
RispondiEliminaAnonimo."
attenzione!
che adesso in seno alla Chiesa c'è chi può dire che autentici cattolici sono "fuori" unicamente perchè critici nei confronti del concilio v2, di modernisti e protestantizzati
Sempre pià anonimo delle 19,48 e delle 21,49 ancora non ti sei palesato (sei un pò vigliacchetto eh?) ed ancora non hai detto se le cose da me citate, ma anche esplicitate nel paterno richiamo del papa ai vescovi, sono attendibili o anche il papa secondo te fa parte di qualche gruppo parallelo.E' un fatto incontrovertibile che solo una irrisoria di vescovi si è adeguato alla Summorum pontificum. La maggior parte è contraria ed ha usato ed usa il peso del proprio grado (caporale?)nei confronte dei sacerdoti sottoposti per farli desistere dalla celebrazione della B.Messa secondo il messale del Beato Giovanni XXIII. O no?. Peter
RispondiEliminasemplicemente ridicolo questo video come se la messa attuale sia una carnevalata... è la messa di s. Pio V sarebbe quella giusta e vera.... forse l'attenzione che si chiede si dovrebbe anche manifestare
RispondiEliminala Messa attuale è una cosa seria, ma nella prassi ai nostri parroci piace ridurla ad una carnevalata (ben diversa è la Messa attuale celebrata dal Papa, la cui solennità e devozione è ahimé distante anni luce dal creativo squallore dei nostri parroci..)
RispondiElimina"(ben diversa è la Messa attuale celebrata dal Papa, la cui solennità e devozione è ahimé distante anni luce dal creativo squallore dei nostri parroci..)"
RispondiEliminachi intendi per "nostri parroci"?
Forse intendi parlare dei "tuoi" parroci
perché fai di ogni erba un fascio?
A STE vorrei dare un consiglio: si legga il Breve asame critico al Novus Ordo Missae dei Cardinali Ottaviani e Bacci: Solo allora potrà valutare che la solennità non la fanno soltano i bei paramenti, l'aver reintrodotto la figura dei cardinali diaconi ecc. Spesso anche dalle messe del papa è scomparso il Canone Romano, e quando viene usato è recitato, anche nella Consacrazione, a mo di racconto? Non le sembra un brutto segno? Peter
RispondiEliminaCaro Peter, la maggior parte dei vescovi non concede la "forma straordinaria", per il semplice fatto che i gruppi di stabile hanno ben poco (molti si formano col tam-tam e i prestampati della richiesta che si reperiscono in internet, e se vuole metto i link ai siti che si prodigano in tal senso), secondo perchè grossa parte di essi non frequentano/avano le parocchie ove richiedevano, terzo, perchè spesso chi richiede lo fa perchè non ha una buona opinione della "forma ordinaria".
RispondiEliminaInfine la parola tocca ai vescovi.
"In conclusione, cari Confratelli, mi sta a cuore sottolineare che queste nuove norme non diminuiscono in nessun modo la vostra autorità e responsabilità, né sulla liturgia né sulla pastorale dei vostri fedeli. Ogni Vescovo, infatti, è il moderatore della liturgia nella propria diocesi (cfr.Sacrosanctum Concilium, n. 22: “Sacrae Liturgiae moderatio ab Ecclesiae auctoritate unice pendet quaequidem est apud Apostolicam Sedem et, ad normam iuris, apud Episcopum”)."
Anonimo.
Di tanti parroci di tante città e paesi, purtroppo.
RispondiEliminaDunque:
RispondiEliminaGrazie Vescovi!
Observer ha ragione.
RispondiEliminaIl video è chiaramente canzonatorio, come in fondo è giusto che sia ogni momento liberatorio di critica: non dimentichiamo che per 40 anni solo gruppi emarginati e considerati estremisti potevano permettersi di non incensare l'idolo della "riforma liturgica".
Ma è chiaro che si tratta di un montaggio che non rende giustizia al novus ordo, mostandone solo le degenerazioni che, almeno in Italia sono assai rare (in Nordeuropa... no). E non è giusto accomunare nella critica anche i tantissimi sacerdoti che, col nuovo rito, celebrano degnamente e con compuzione, almeno per quanto lo consentono certi caratteri intrinseci del rito (come l'essere versus populum).
Caro Anonimo che cita la lettera del Papa ai vescovi: quando si cita qualcosa occorre citare tutto e non solo ciò che fa comodo, perché il Papa prosegue:
RispondiElimina"Nulla si toglie quindi all’autorità del Vescovo il cui ruolo, comunque, rimarrà quello di vigilare affinché tutto si svolga in pace e serenità. Se dovesse nascere qualche problema che il parroco non possa risolvere, l’Ordinario locale potrà sempre intervenire, in piena armonia, però, con quanto stabilito dalle nuove norme del Motu Proprio. Inoltre, vi invito, cari Confratelli, a scrivere alla Santa Sede un resoconto sulle vostre esperienze, tre anni dopo l’entrata in vigore di questo Motu Proprio. Se veramente fossero venute alla luce serie difficoltà, potranno essere cercate vie per trovare rimedio."
le difficoltà invece le creano i vescovi ed è pretestuosa l'affermazione che non ci sono gruppi stabili.
In ogni caso, anche se chi chiede il VO fosse una sparuta minoranza avrebbe ugualmente diritto al rispetto e all'accoglienza - che il Papa riconosce - perché davanti al Signore non contano 'i numeri' ma il 'cuore'
Come si può pretendere che preesistano gruppi stabili se non si è mai concessa la celebrazione del Rito Antico? I gruppi stabili si formano col tempo, durante il percorso che si inizia anche con un piccolo numero di persone.
RispondiEliminaIl fatto che si adottino
muduli-tipo per la richiesta non significa proprio niente: si cerca di uniformare il più possibile le richieste alle norme emanate.
Certo, è il vescovo che è il responsabile della liturgia e della pastorale nella diocesi, ma è altrettanto vero che i vescovi non posssono più impedir la celebrazione dell'antico rito senza disobbedire al Papa. Non si parla più di vescovo che "non potest", ma di vescovo che "non vult" venire incontro all'esigenze dei fedeli.
Se con L'Ecclesia Dei e ancor prima col Quattuor abhinc annos la richiesta doveva esser rivolta al vescovo, oggi non più: non c'è più una concessione ma l'affermazione di un diritto dei fedeli. E se i fedeli non son soddisfatti nelle loro aspirazioni sono invitati a rivolgersi a Roma. Ed ora questo si comincia a fare e qualche vescovo sta ingoiando rospi.
Cominciassero (per usare l'italiano di Di Pietro) i vescovi ad esercitare i loro doveri di custodi della liturgia nelle parocchie, nei conventi e nei monasteri dove c'è di tutto e di più.
Non si parla più di vescovo che "non potest", ma di vescovo che "non vult" venire incontro all'esigenze dei fedeli.
RispondiEliminaesatto! il "non vult" è apparso nella traduzione definitiva al momento della pubblicazione del documento; sottolineatura che ben evidenzia la mens del Papa, se un vescovo non accoglie è perché "nuon vuole", non perché "non può", magari pretestuosamente
E cosa afferma in più?
RispondiEliminaL'Ordinario locale interviene (quindi è lui a dover decidere tra parroci e fedeli laddove ci sia difficoltà).
Lo sa chi è l'Ordinario no?
E le norme prevedono l'esercizio della podestà vescovile. Quindi si ritorna alla norma prima citata.
I "Confratelli" che devono scrivere
certamente non siamo noi, ma sa cosa e chi sono i confratelli vero?
Terzo, inutile dirglielo.
Grazie Vescovi.
All'anonimo delle 22.56.
RispondiEliminaMa vieni proprio qui a propalare imbecillaggini in mala fede? Proprio su uno di quei siti (questo) che fornisce i prestampati?
E secondo te come dovrebbe formarsi un gruppo? Attraverso vincoli di sangue?
Primo, è ovvio che chi chiede la Messa antica, la preferisce alla nuova. Lapalissiano, no? E invece secondo te il rifiuto della nuova sarebbe condizione ostativa per chieder l'antica? Aggiungiamo un articolo al motu proprio: possono ottenere la Messa straordinaria solo quelli che preferiscono e amano la Messa ordinaria...
La frase che citi è maliziosamente tronca, come ti ha già fatto notare Mic: il vescovo può solo vigilare che tutto si svolga in pace... potrà intervenire, ma solo in piena armonia con le norme del motu proprio. In pratica (e grazie al cielo) ha le mani legate.
Ma c'è anche un altro punto interessante della lettera che citi: "queste Norme intendono anche liberare i Vescovi dal dover sempre di nuovo valutare come sia da rispondere alle diverse situazioni". Ossia: non sta a voi vescovi valutare, ci ho già pensato io, che sono il Papa. Amen
Dimenticavo:
RispondiEliminaquarto:
buona notte (un po a tutto e tutti)
"buona notte (un po a tutto e tutti)"
RispondiEliminasì, buona notte! Non c'è nulla da replicare!
DALLE MODIFICHE AL MOTU PROPRIO:
RispondiElimina"Per quanto riguarda le parrocchie, ad un gruppo stabile di fedeli che voglia celebrare la Messa tridentina basterà rivolgersi al parroco, senza chiedere l’autorizzazione al Vescovo diocesano.
Se il parroco non concederà la celebrazione della Messa tridentina, i fedeli potranNo rivolgersi al Vescovo. Se anche il Vescovo NON VORRA' rispondere alle esigenze dei fedeli, questi potranno riferirlo alla Pontificia Commissione "Ecclesia Dei".
NON VORRA'. Prima del Motu Proprio il Vescovo poteva "non potere", ora invece può soltanto "non volere": insomma Il vescovo non può accampar scuse di sorta.
Se afferma di non poitere significa che non "vuole" e pertanto è un ribelle alla volontà pontificia.
L'ignoranza dell'anonimo provocatore è abissale. Studi prima di intervenir su argomenti che gli sono del tutto sconosciuti.
Il sonno porta consiglio (di smetterla con le cretinate).
Simpatico questo video e a chi non piace l'ironia ricordiamo il "castigat ridendo mores".
RispondiEliminaQuanto agli abusi e alle carnevalate non è vero che in Italia siano merce rara. Col mio parroco "territoriale" sono pane quotidiano. E' stato capace di portare a messa una canna da pesca alla quale - al nobile e didattico scopo di spiegare ai bambini la vocazione degli apostoli - gli stessi pargoli attaccavano pesciolini e discepolini di carta. Regolari sceneggiate, mimi, urla e lagne.
Uno dei suoi dimenticabili predecessori per la prima comunione di mia figlia maggiore apparecchiò l'altare-tavola calda con piatti e bicchieri di coccio e al funerale di mio padre disse messa col solo camice, senza neppure una stola.
Ma non è il solo. Una volta capitai in una Basilica di Milano dove la poco affollata messa (frequentata anche da un cane di razza boxer, peraltro molto attento e composto) era "animata" da laici/che in tonaca rossa che ballettavano l'alleuia delle lampadine con due o tre monache versione Sister act.
Questa gente ritiene di rendere più attraente la liturgia trasformandola in una burletta e i signori vescovi a chi danno alle gambe? Ai biechi tradizionalisti rei di cercare solo preghiera e raccoglimento invece di fare " festa con la comunità".
Giorni addietro qualcuno ha qui scritto che sentiva un po' come una mancanza di carità il lasciare la sua parrocchia per cercare una messa seria. Si sbaglia: semmai sono gli abusivisti della liturgia che mancano dicarità, verso i fratelli e verso Domineddio che glie ne chiederà conto.
certamente nel video (che va preso più serenamente e scherzosamente per quello che è, mica è un trattato di liturgia!) si vedono dei casi limite, ma la tendenza all'abuso, a non rispettare il messale è comune anche nei parroci più devoti. Non lo dico mica io, lo dice Joseph Ratzinger: «Non solo giovani preti, ma talvolta anche vescovi hanno la sensazione di non essere fedeli al concilio, se pregano esattamente come nel Messale. Devono infilarci almeno una formula “creativa”, per banale che sia» (Cantate al Signore un canto nuovo, Milano 2005).
RispondiEliminaDevono infilarci almeno una formula “creativa”, per banale che sia»
RispondiEliminae quando le "formule creative" sono tante e nemmeno banali?
Si continua a correggere, tuttavia tollerando perché, oggi, nella Chiesa è vietato vietare: si 'mostra' come si fa, si suggerisce, si indica, come sta facendo il Papa; ma che fine ha fatto l'Autorità di governo? Diluita nella collegialità? Era questo che voleva il Signore quando ha detto "conferma i tuoi fratelli"? Forse che ormai non ci credono più che lo abbia detto e prevale l'ermeneutica del concilio?
all'anonimo confratello che tira in ballo il vescovo come moderatore della liturgia. Hai perfettamente ragione, il problema è che i vescovi non intervengono mai a ristabilere il rispetto delle norme liturgiche. Anche se da noi non avvengono carnevalate clamorose, gli abusi ordinari ci sono dovunque. (prediche disseminate durante tutta la celebrazione, genuflessioni omesse, parole cambiate, canti ridicoli, battimani ecc., confessioni a metà messa con interruzione della stessa ecc.) mai ho sentito che un vescovo sia intervenuto a correggere alcunché.
RispondiEliminaNel caso del motu proprio il vescovo deve intervenire affinché si celebri secondo le norme liturgiche, ma non può impedire la celebrazione e se anche lo facesse si dovrebbe obbedire al papa: ubi maior minor cessat.
al Prof. Pastorelli che dice
RispondiElimina"L'ignoranza dell'anonimo provocatore è abissale"
(e all’attenzione di tutti quelli che non distinguono bene gli anonimi, negli argomenti e nello stile)
Ma non si è accorto, caro prof., che non è ignoranza, bensì idiozia pervicace voluta, a supporto della malafede coriacea, di servi ciechi e biechi del potere dominante, (che qui sono di sicuro due, “similes congregati”, come Stanlio e Ollio, cfr. l’anonimo delle 22:56 e 23:18, unica persona, con quello delle 23:25), che dalla “corte” strombazzano
le loro ossessive scempiaggini, quali araldi di diffusione della confusione e dell'"utile" crassa ignoranza (con polvere profusa negli occhi altrui) e sbandamento aggravato degli eventuali fedeli sprovveduti che passino su questo blog in cerca di lumi e chiarimenti sul fermento di restaurazione della Sacra Liturgia voluto e avviato da Papa Benedetto ?
E' talmente palese la risposta al "cui prodest?" tale finta tontaggine...
che anche un bambino la troverebbe!
Ma tant'è:
"I figli delle tenebre sono più astuti dei figli della Luce".
Benedetto XVI aveva iniziato così la sua lettera d`accompagnamento del Summorum Pontificum;
RispondiElimina"...con grande fiducia e speranza metto nelle vostre mani di Pastori il testo di una nuova Lettera Apostolica "Motu Proprio data" sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970."
Fiducia?
In chi è stata riposta la fiducia del Santo Padre? Come hanno risposto i depositari di questa fiducia? Son capaci di interrogare la loro coscienza?
Il Motu Proprio termina con questa frase:
"Tutto cio' che da Noi e' stato stabilito con questa Lettera Apostolica data a modo di Motu proprio, ordiniamo che sia considerato come ''stabilito e decretato'' e da osservare dal giorno 14 settembre di quest'anno, festa dell'Esaltazione della Santa Croce, nonostante tutto cio' che possa esservi in contrario''..
ORDINIAMO, non è una suggestione, una preghiera, un consiglio, ma un ordine.
Ciò vuol dire che i sacerdoti, parroci, vescovi che ostacolano l`applicazione del Summorum Pontificum non solo deludono la fiducia e la speranza che il Santo Padre ha riposto in loro ma DISOBBEDISCONO.
Ciò è grave ma si direbbe che oggi si possa disobbedire al Papa apertamente senza che nessuna sanzione intervenga.
non può impedire la celebrazione e se anche lo facesse si dovrebbe obbedire al papa: ubi maior minor cessat.
RispondiEliminaQuesto vale in teoria...
ma di fatto, rev. don Gianluigi,
si viene "gentilmente" persuasi
che
"Questa Messa non s'ha da fare!"
Così vanno le cose oggi...
(Pardon, così andavano nel sec. XVII, soggiunse A. Manzoni!)
Contro la forza la ragion non vale:
dov'è oggi, nella Chiesa e nella società
la certezza del diritto ?
"Leggi sonvi, ma chi pon mano ad elle?"
RispondiElimina(Dante Alighieri)
ci tengo a far sapere che vivendo in Assisi, mai il motu proprio verra messo in atto da Sorrentino , e un po' tutti noi della diocesi abbiamo il dente avvelenato col papa che invece di appiopparcelo doveva mandarlo in prima linea in missione in India con mezzo metro d' acqua per strada durante la stagione monsonica
RispondiEliminama chissa chi lo avra consigliato e raccomandato , dopotutto è arcivescovo in un vescovado !!!!!!!
detto questo avevo gia posto la domanda su questo sito , perche il Pontefice di sua iniziativa , mettesse in atto il motu proprio per le basilche patriarcali pontifice . senza tener conto della giurisdizione del vescovo sulla diocesi , io chiedo , la basilica di San Francesco è si o no di proprieta' del Papa ?????
E' motivata e realista la paura che il Papa non leggerà le suppliche:
RispondiEliminaci sarà chi "premurosamente" glielo impedirà, per rispettare la sua "tranquillità", probabilmente...come già accaduto
con verosimile certezza in occasione dell'approvazione di un Movimento sedicente cattolico, ma fortemente anomalo, disobbediente da anni.
E' pensabile che gli diranno che tutto va bene, il Motu Proprio
è lodevolmente applicato e la Messa
tridentina va a gonfie vele, nel favore generale dei Vescovi:
infatti già l'anno scorso Mons. Betori (mi pare) affermò pubblicamente la sua gioiosa
constatazione che sul fronte MP
tutto procedeva benissimo...
Grazie.
RispondiEliminaIl Santo Padre, se non vado errata, riceve regolarmente i vescovi ad limina, cosiccome i capidicasteri vaticani, imagino e spero che lui stesso ponga la domanda: "E l`applicazione del Motu Proprio, come va nella vostra diocesi?".
RispondiEliminaPurtroppo possiamo facilmente immaginare le risposte, tutto va bene, ci sono pochissime richieste, non abbiamo preti in grado di...ecc...
Ma, anche se i vescovi mentono in più di dsobbedire, resta pur sempre vero che se il Papa lo volesse saprebbe dove trovare le informazioni vere e corrette.
Il suo silenzio sulle disobbedienze aperte e ostinate dei suoi "confratelli", anche se rispecchia il suo modo di governo e il suo carattere, non facilita di certo l`attuazione della sua volontà ma al contrario passa un messaggio molto negativo a chi la contesta e aspetta con pazienza, o una certa impazienza, il momento in cui le cose cambieranno...e preferisco non dire a quale avvenimento faccio riferimento.
CARA LUISA ....
RispondiEliminaE' PALESE QUELLO CHE SOTTINTENDI ,
E' ANCHE UN MIO PENSIERO , E' IL PENSIERO DI CHIUNQUE NON SIA UNO SPROVVEDUTO .....
LUNGA VITA A BENEDETTO XVI , ANCHE SE GLI AVVOLTOI ASPETTANO , ASPETTANO !!!!!!!!! ............
Avessi anche io questa "chiaroveggenza".
RispondiEliminacaro anonimo
RispondiEliminasi tratta solo di non essere dei poveri cretini altro che chiaroveggenza , scemi si ma fin che puo' far comodo .
BENEDETTO XVI E' UN PAPA PERSEGUITATO DALLA MASSONERIA CON LA CONVIVENZA DI UNA CERTA PARTE DELLA CHIESA . E CREDO SIA PERSEGUITATO NEI SUOI STESSI PALAZZI APOSTOLICI .
E' QUESTA MIA UNA CERTEZZA CHE HO AVUTO SIN DAL PRIMO GIORNO DELLA SUA ELEZIONE .
I PRETI SO PRETI NON CE GNENTE DA FA .....
I SACERDOTI SONO UN' ALTRA COSA E SONO UNA SPECIE A GRAVE RISCHIO DI ESTINZIONE DA QUALCHE DECENNIO A QUESTA PARTE .
CHI VO CAPI , CAPI .
Io ho un impressione....badate,è solo un'idea. Cosa ci insegna l'esperienza? in genere il Sacerdote "tradizionalista" è un purista su ogni campo. Anche, a forziori, nel campo dottrinale. Ergo, FFSPX compresa nella galassia tradizionalista, che paura o che difficoltà potrebbe avere nel trattare con la COngregazione per la Dottrina della Fede? a mio parere pochine... Al contrario non scordiamoci che L'Ecclesia Dei è uno dei "dicasteri" più bersagliati dai fedeli in maniera diretta. Ragioniamo: "il mio vescovo non vuole la Santa Messa di San Pio V...Che fo? pronto Ecclesia Dei?". Ora non sarà solo L'Ecclesia Dei ma , soprattutto l'ex sant'Uffizio... e questo varrà per tutti... Lefebvriani o meno. Il presule riottoso di turno dovrà quindi rispondere a ben altro interlocutore, e rispondere anche delle relative motivazioni del diniego. Un conto è rispondere a L'Ecclesia Dei. Ben altro.... Mi spiego?
RispondiEliminaSimone da Varazze
Simone da Varazze,ma dicevi sul serio che i vescovi hanno paura del S.Uffizio?Ma dove vivi?Io a Roma e conosco il Vaticano molto bene.Oggi da Papa in giu' non c'e' piu' paura di Dio,figuriamoci del S.Uffizio.
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