di Marco Tosatti
Benedetto XVI ha deciso di “blindare” i vertici della Curia romana: dopo tante voci su possibili cambiamenti nella squadra che guida la Chiesa, a cominciare dall’ipotesi di un pensionamento, a dicembre, del Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, il pontefice si sarebbe convinto a mantenere per almeno due anni l’organigramma attuale, salvo qualche cambiamento di livello minore. Il “braccio destro” del Pontefice resterà certamente alla guida della Segreteria di Stato. Così come il Prefetto per la Congregazione della Fede, l’americano Levada. E’ di questi giorni la notizia, non ancora ufficiale, che vuole ancora per due anni il cardinale Giovanni Battista Re (“scaduto” nel gennaio scorso) alla guida dell’importantissima Congregazione per i Vescovi.
E di una “prorogatio” analoga godrà il brasiliano Claudio Hummes, titolare del Ministero che si occupa delle centinaia di migliaia di preti del mondo, la Congregazione per il Clero (compirà 75 anni ad agosto); e del suo collega Franc Rodè, Prefetto per i Religiosi. E, soprattutto, rifiuta decisamente di essere sostituito il “Papa rosso”, il Prefetto della Congregazione di “Propaganda Fide”, l’indiano Ivan Dias. La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, detta di “Propaganda Fide”, è un vero stato nello stato in Vaticano; ha un budget autonomo da quello della Santa Sede, presenta al Papa le candidature per i vescovi in larga parte del mondo. Della sostituzione del cardinale Dias si parla da tempo, a causa dei problemi di salute che lo affliggono. Si era fatto il nome dell’arcivescovo di Sidney, il cardinale George Pell, vicino al papa. E ultimamente era nata la candidatura dell’attuale Sostituto alla Segreteria di Stato, l’arcivescovo Ferdinando Filoni. Dovrebbero andare in pensione a breve invece il cardinale Castrillon Hoyos, perché la Commissione “Ecclesia Dei”, che si occupava del dialogo con i lefebvriani sarà assorbita dall’ex Sant’Uffizio; e il cardinale Renato Raffaele Martino, subito dopo la presentazione, agli inizi di luglio, dell’enciclica sociale “Caritas in veritate”. Il Papa la firma il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, e l’uscita ufficiale è attesa intorno al 6 luglio, a ridosso del G8 dell’Aquila. Il cardinale Martino, responsabile del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, sotto la cui egida formalmente nasce l’enciclica dovrebbe essere sostituito da un arcivescovo di colore, Robert Sarah, nativo di Conakry. Invece la partenza dell’attuale Segretario dello Stato della Città del Vaticano, Roberto Boccardo, per Parigi, come nunzio (ma ci sono resistenze e mugugni fra i diplomatici…) o per una diocesi italiana di livello provocherà qualche spostamento discreto, ma importantissimo in Curia. Al suo posto andrebbe Carlo Maria Viganò, Delegato per le Rappresentanze Pontificie. E il Sostituto alla Segreteria di Stato, l’arcivescovo Ferdinando Filoni, il cui potere in Curia sta crescendo rapidamente, ha pronto il ricambio.
Una candidatura annunciata in maniera singolare nell’Annuario Pontificio, dove sulla pagina principale della Segreteria di Stato, alla terza casella, dopo Viganò e Sardi (l’uomo che si occupa dei discorsi del Papa, e che è stato ora promosso Patrono per Sovrano Militare Ordine di Malta), si trova il nome di Luciano Suriani, ex nunzio in Bolivia, “a disposizione”. Una collocazione inedita; da leggere, secondo gli esperti, come la promessa indolore di un nomina a Delegato; in pratica Capo del Personale, l’uomo che ha in mano i dossier di tutti i dipendenti della Segreteria di Stato, e che decide su trasferimenti e Nunziature. Un ruolo poco appariscente, di ma grandissimo reale potere.
Fonte: La Stampa.it
E il Sostituto alla Segreteria di Stato, l’arcivescovo Ferdinando Filoni, il cui potere in Curia sta crescendo rapidamente, ha pronto il ricambio.
RispondiEliminaci si chiede come mai?
La mia è senza dubbio una scorciatoia, ma:
RispondiEliminaMons. Filoni = cammino neocatecumenale.
Mons. Filoni è colui che fra l`altro ha aiutato Kiko Arguello a redigere il suo statuto, colui che sapeva che i testi dei famosi orientamenti alle équipes dei catechisti, base della formazione di catechisti, seminaristi e dunque delle catechesi fatte dal cammino nelle parrocchie, erano ancora segreti, allo studio della CDF e dunque non pubblicati, (ancora oggi, un anno dopo, non lo sono), è colui che ha aiutato alla redazione di un statuto in cui figura un rito sui generis creato da un laico, uno statuto dato dal PCL a dei laici che contiene un rito, una"liturgia", una delle tante anomalie che sono state permesse dalle varie complicità, o se si vuole, amicizie, in Curia, quella di Filoni essendo senza dubbio la più importante.
Se dunque l`influenza di Mons. Filoni aumenta in Curia è evidente che aumenterà a pari passo quella del cammino neocatecumenale.
Un Papa in ostaggio???
RispondiEliminarabbrividisco all'idea di cambiamenti di secondo rilievo.....per quanto possano essere importanti.
E' un ulteriore dimostrazione che la figura del Papa esce dalle riforme del CVII profondamente indebolita... mentre si rafforzano solo i collaboratori.... (tra l'altro di indubbie capacita').
Una impostazione che andra' capovolta' se si vorra' tornare ad una sana normalita'.
Nell'articolo di Tosatti rimane sotto traccia una domanda: come mai il Potenfice 82enne vorrebbe congelare la curia per 2 anni?
RispondiEliminaspero che sia una balla. e poi che fa si tiene tutta quella gente lì e sostituisce solo mons. Ranjit...?!?
RispondiEliminanon ci credo
La notizia della concessione di due anni ai vari cardinali 75 enni è una bufala. E' chiaro se si volge lo sguardo alle sostituzioni finora effettuate: in genere un anno, al massimo 1 annoe mezzo dopo il compimento dei 75 anni. Quindi, non credo che il Papa abbia deciso diversamente per questi qui, tanto più che di due di essi (Re e Hummes) si fida assai poco, visti i tiri mancini che gli hanno giocato spesso.
RispondiEliminaPiuttosto, preoccupa la dilazione nella sostituzione di Levada e Dias, specialmente se fosse vero che stanno male. In tali condizioni di salute non sarebbe opportuno lasciarli alla guida di dicasteri così centrali.
P.S.
Ancora due anni? Quanti guasti si posson procurar in due anni? Quanti decenni occorreran per ripararli?
RispondiEliminaSe il Papa se li tiene accanto, certe eminenze rosse quanto grigie, vuol dir che pensa d'esserne servito bene. E con lui la Chiesa.
Libero è il pensiero.
Benedetto XVI è "testa pensante", non "testa di ponte" per quanto mai improbabili "sbarchi".
RispondiEliminaInutile parlare di problemi di curia, è spia un cattolicesimo molto tradizionalista; ci vuole un nuovo modello più avanzato di laico, capace di lettura dei segni dei tempi, più radicato nella Parola, più “adulto”, più consapevole. Molti, anche con ruoli di responsabilità, vorrebbero un cambio di stile rispetto alla prassi ecclesiale italiana prevalente negli ultimi anni
RispondiEliminain un senso più evangelico, meno dottrinario, meno clericale, più “laico” nei rapporti con i poteri terreni, privilegiando gli ultimi.
Eppure tutto ciò fatica a tradursi in scelte pastorali che vadano oltre la semplice conservazione dell’esistente e sperimentino cammini nuovi; la corresponsabilità laicale è ancora limitata; mancano figure di riferimento autorevoli tra preti e laici.
Viene così alimentato quello “scisma sommerso” che anche tra di noi allontana molti dalla comunità cristiana.
Sicuramente c’è un problema a livello di informazione e comunicazione per cui le voci più “scomode” non hanno molto spazio. Più in generale, mancano soprattutto per i laici spazi e occasioni di discernimento comunitario alla luce della Parola, di confronto libero, di riflessione, di autentico dibattito. Inoltre, manca una seria ricerca comunitaria sui carismi e le ministerialità.
Questo comporta il permanere di un’ecclesiologia troppo sbilanciata sulla gerarchia che non lascia emergere i doni che lo Spirito fa alla nostra Chiesa. Comporta anche la mancanza di slancio nel costruire relazioni con i lontani, i diversamente credenti, i non credenti, perché il volto di chiesa che prevale è quello dell’autorità, dei valori non negoziabili, delle verità da dare a un mondo che sta fuori dalla verità e dalla luce.
Come ha scritto Helder Camara nelle sue circolari dal Concilio, se i vescovi sono i successori degli apostoli, dove sono i successori dei profeti e dei dottori?
A livello più generale, mi riconosco nella lettura della situazione ecclesiale fatta da Enzo Bianchi in libri come La differenza cristiana («I cristiani non dialogano perché afflitti e contagiati dal relativismo, ma perché il dialogo fa parte del loro statuto costitutivo: farsi prossimi dell’altro, ascoltare l’altro, fino a farsi servo dell’altro») e il recente Per un’etica condivisa (primato della fede, riserva escatologica, arte della comunicazione come obiettivi a partire da adesione al vangelo e ascolto degli uomini come vie da percorrere). Così come mi riconosco nella prospettiva delineata da Martini nei suoi Colloqui notturni a Gerusalemme: «Se la Chiesa vuole essere missionaria (…), questo ci obbliga ad avviare un dialogo con tutti, a donare a tutti la nostra amicizia e a cercare la collaborazione di tutti. Allora potremo trovare interessi comuni, ascoltarci a vicenda con attenzione e imparare gli uni dagli altri».
Il punto è come dare voce e forza a questa componente del Popolo di Dio.
Ci vuole un nuovo e più avanzato “stile di Chiesa” a partire da quattro spunti:
ripartire dalla Parola,
ripartire dagli ultimi,
ripartire dal Concilio,
ripartire dalle persone.
E così non sia.
RispondiEliminaCelestino, torna nella grotta a meditare.
Effettivamente è una brutta notizia, perchè credo che parecchi di questi personaggi sarebbero dovuti andare in pensione, soprattutto i cardinali Re e Hummes, che non hanno operato bene a mio modo di vedere. Comunque questa è un'altra prova, del fatto, che il potere del papa è notevolmente diminuito dopo il Concilio Vaticano II e che non è facile, sostituire queste persone dai loro incarichi, anche quando non si sono rivelati all'altezza della situazione.
RispondiEliminaE' molto probabile che quanto detto da Celestino V sia l'interpretazione autentica del magistero e della gerrarchia parallela che infetta oggi la Chiesa.
RispondiEliminaData questa premessa, risulta incomprensibile la tolleranza e l'inazione di chi dice di essere fedele.
a partire da quattro spunti:
RispondiEliminaripartire dalla Parola,
ripartire dagli ultimi,
ripartire dal Concilio,
ripartire dalle persone.
Questo dice il nostro Celestino V.
Questo invece dico io:
RITORNARE A CRISTO
RIPARTIRE DA CRISTO
Antonello
"E' molto probabile che quanto detto da Celestino V sia l'interpretazione autentica del magistero e della gerrarchia parallela che infetta oggi la Chiesa."
RispondiEliminanon è probabile è più che certo, purtroppo!
Meno Parola(letta) e più Parola (incarnata, cioè Cristo presente nell'Eucaristia)
RispondiEliminaMeno persone e più Persona (cioè Cristo)
Meno Concilio e più Vangelo.
Meno riunioni liturgiche(messa nuova) e è più liturgia Sacrificio (messa antica)
Meno adulti e più bambini ("perché di tali è il regno di Dio...")
Ecco di cosa ha bisogno oggi la Chiesa.
"
Dice Enzo Bianchi:
RispondiEliminaL’umanità è una, di essa fanno parte religione e irreligione. Per credenti e non credenti è comunque possibile la via della spiritualità. È possibile la vita interiore profonda, la creazione di bellezza tra gli uomini.
Quelli in cui viviamo
sono giorni cattivi per coloro che credono nel dialogo tra credenti cristiani e non cristiani
e tra cattolici e laici.
Troppo spesso alcuni cattolici sembrano voler costituire gruppi di pressione in cui la proposta della fede non avviene nella mitezza e nel rispetto dell’altro.
Dove prevale l’intransigenza e l’arrogante contrapposizione a una società giudicata malsana e priva di valori.
Ma è solo riconoscendo la pluralità dei valori presenti anche nella società non cristiana che si può stare nella storia e tra gli uomini secondo lo statuto evangelico.
Ed è solo ricordando che il futuro della fede non dipende mai da leggi dello stato che il cristianesimo può ancora conoscere una crescita spirituale e numerica.
Perché i cristiani devono favorire, con le loro parole e le loro azioni, l’emergere di quell’immagine di Dio che ogni essere umano porta con sé. Anche il non cristiano.
Non condivido affatto quest’etica imposta come condivisa.
RispondiEliminaUn’etica in singolare controtendenza rispetto alla necessaria trascendenza critica che un cristiano dovrebbe pur possedere.
Oggi sembra più evangelico invocare prudenze per non provocare divisioni, finendo per seguire più chi invoca queste prudenze al posto della Verità.
Io mi tengo ben altre guide.
Oggi è la festa di Pietro e Paolo, testimoni che hanno incarnato sino all’effusione del sangue, contro tutte le ambiguità stravolgenti, che solo in Gesù Cristo c’è salvezza.
E Cristo ha detto: non vi mando nel mondo, vi mando contro il mondo.
RispondiEliminaCon buona pace di Celestino V, che nell'eremo non vede la società in cui noi viviamo e di Enzo di Bose che dovrebbe fare il monaco, un po' originale peraltro, e vive troppo nel mondo.
Ma il Papa sarà libero di fare ciò che ritiene sia meglio oppure deve chiedere consiglio a lui? E' lui il Sommo Pontefice, non voi.
RispondiEliminaSe ritiene di sostituire questo o quel prelato, fa bene; se ritiene di non sostituirli, fa bene ugualmente. W il Papa!
Ma il Papa sarà libero di fare ciò che ritiene sia meglio oppure deve chiedere consiglio a lui
RispondiEliminaho sbagliato: volevo scrivere "deve chiedere consiglio a voi".
Celestino V,
RispondiEliminail tuo commento è da manuale. L'ho letto 3 volte, le prime due ero del tutto convinto che fosse una parodia della prosa catto-progressista. Alla terza lettura, ho ancora il dubbio. Ma se per caso dicevi sul serio, il caso è grave.
Sei riuscito a dire, col tipico fraseggio involuto e prolisso dei progressisti, che vogliono farsi credere colti e intelligenti e in realtà non hanno niente da dire, un sacco di... parole tanto altisonanti quanto assolutamente vuote.
Da segnare, ad esempio, una frase come "mancano soprattutto per i laici spazi e occasioni di discernimento comunitario alla luce della Parola, di confronto libero, di riflessione, di autentico dibattito". Standing ovation poi per i "diversamente credenti". Che cosa sono, gli handicappati della Fede?
Premio ipocrisia 2009, infine, a questa affermazione: "parlare di problemi di curia, è spia un cattolicesimo molto tradizionalista; ci vuole un nuovo modello più avanzato di laico, capace di lettura dei segni dei tempi, più radicato nella Parola, più “adulto”, più consapevole". E certo, voi modernisti non state estremamente attenti a nomine, cariche, poltrone... non sia mai che vi finisca qualche conservatore!
Insomma Celestino: grazie per questo momento di puro godimento intellettuale, di vero buon umore. Il giorno in cui qualche réfolo di buon senso inizierà a scardinare la muraglia di quelle panzane, rideremo però ancora di più.
quanto all'argomento generale temo purtroppo il tutto dipenda da questioni di fondo che non sappiamo.
RispondiEliminaQuanto alle parole di Celestino V e di Enzo Bianchi il punto e' sempre quello, sopprimere la verita' cattolica per poter andar d'accordo con tutti, sino a far credere che anche la menzogna e' verita'.
A volte e' davvero salutare, come ha fatto la redazione, soffermarsi sulla prosa catto-progressista.
Una prosa che non dice nulla, ergo gli ascoltatori ditali omelie escono dalla Chiesa come se non avessero ascoltato nulla e con la convinzione che la Chiesa non abbia piu' nulla da dire.
Se poi, dopo due o tre letture, si cominci ad analizzare, si spalancano abissi di orrore e di eresia.
FdS
E basta con sto Enzo Bianchi! Ha veramente rotto.... Con le sue scemenze semina zizzania ovunque. Lo invitano anche nei convegni diocesani a dissertare su oves, boves et univera pecora. A Savona invitato a sparlare (imbeccato dal don Bof) sulla Messa di sempre...
RispondiEliminaSuggerisco di reinserire, come sto gia' facendo, la preghiera a S.Michele Arcangelo al termine della S.Messa fosse anche quella di Paolo VI. Mai sentito i fedeli recitarla con tanto slanco! Magari qualche lingua "teologica" si annoda....
LINGUA TEOLOGICA O CODA?
RispondiEliminaTosatti spesso è l'altoparlante del card. Silvestrini e si sa da che parte stia quest'ultimo. Anche Giovanni Paolo II aspettò poco più di 5 anni dall'elezione (aprile 1984) per dare una scossa alla Curia con nuove e importanti nomine ma le differenze con Benedetto XVI sono 2: l'età ormai avanzata del Papa e il fatto che il card. Ratzinger, essendo rimasto in Curia per ben 23 anni, dovrebbe conoscerla come le sue tasche e di conseguenza conoscere i anche propri polli. Alessandro
RispondiElimina"Sei riuscito a dire, col tipico fraseggio involuto e prolisso dei progressisti, che vogliono farsi credere colti e intelligenti e in realtà non hanno niente da dire, un sacco di... parole tanto altisonanti quanto assolutamente vuote."
RispondiEliminaGrazie redazione!
Je bois du petit lait....stamperò queste parole nella mia memoria e mi permetterò di riservirle alla prossima occasione. Il mio vocabolario italiano essendo limitato, non riuscivo a trovare una buona definizione o descrizione di quella prosa tipica cattoprogressista che spopola su tanti blog...
A proposito di nomine in Curia: a molti è sfuggita quella (risalente solo a un mese fa) del gesuita Ciril Vasil, di soli 44 (!) anni a segretario della Congregazione per le Chiese Orientali. Qualcuno ne sa qualcosa di più? Alessandro
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