Dopo le lodi di parte ortodossa per la liberalizzazione del rito tridentino (v. qui), ora anche il principe giordano che ha rivolto un indirizzo di saluto al Papa, prima della visita di una moschea (nella foto), apprezza il coraggio, la fermezza e la convinzione di Benedetto XVI anche nell'emanazione del motu proprio. Chissà come la prenderanno i nostri professionisti dell'ecumenismo, quelli capaci solo di dialogo e sorrisi di circostanza ma senza esprimere mai nulla di concreto...
Il principe è uno dei 138 firmatari della lettera di intellettuali islamici che fece seguito al discorso di Ratisbona. Ecco quanto riferisce un'agenzia:
Il principe giordano Ghazi Bin Talal loda il "coraggio" del Papa a prendere decisioni controcorrente come la liberalizzazione della messa in latino. L'esponente della casa regnante hashemita ha accolto il Papa davanti alla moschea al-Hussein Bin Talal di Amman. Dopo aver ringraziato Benedetto XVI per il "chiarimento" fornito dal Vaticano sulla controversa 'lectio' di Ratisbona ed aver puntualizzato che la figura di Maometto è "completamente e interamente differente" dall'immagine che ne ha dato la storiografia occidentale, il principe ha sottolineato che il pontificato di Ratzinger è stato "marcato dal coraggio morale di dar voce e tener fede alla propria coscienza, indipendentemente dalla moda del giorno". Più specificamente, Ghazi Bin Talal ha ricordato che Benedetto XVI ha scritto "storiche" encicliche papali sulla carità e la speranza, ha promosso il dialogo interreligioso ed "ha liberalizzato la tradizionale messa in latino per coloro che la seguono".
Fonte: Apcom, via Papa Ratzinger blog
Prima un rabbino, Levin, ora un principe islamico danno lezioni alla Gerarchia. E' stupefacente toccar con mano dove vada a ficcarsi l'amore per la nostra tradizione e la nostra santa liturgia!
RispondiEliminaIl bello è che l'attuale liturgia aggiornata, avrebbe dovuto facilitare la riconciliazione con i protestanti, il risultato è ne è scaturita una maggiore confusione a livello dottrinale da parte nostra e nessun passo concreto di revisione dei propri errori da parte loro.
RispondiEliminaDovrebbe ormai essere chiaro: come la pseudoliturgia dei riformati li ha allontanati sempre più dalla comunione con Cristo vera vite, così la nostra liturgia che ha voluto imitare in diversi aspetti la loro, non può sostenere la purezza della fede in tempi tanto insidiosi.
Ho vissuto a lungo in un paese protestante e posso dire che li' l'ecumenismo non sanno neppure cosa sia (spesso lo considerano un specie di cavallo di Troia), mentre sono sempre pronti a stigmatizzare le nostre cadute devozionali, ben sapendo che la "Presenza Reale" e' fondamentale nella nostra fede.
RispondiEliminaLe affremazioni del principe giordano sembrano confermare che chi non e' saldo nei propri principi non e' credibile nemmeno nel c.d. "dialogo" con l'esterno.
F.d.S.
A parte le dichiarazioni del Principe pare che, nel protocollo della visita alla Moschea in Giordania, sia cambiato qualcosa rispetto ad Istanbul. Il S. Padre non si è tolto le scarpe. Questo gesto, tipico dell'adorazione, aveva lasciato molto perplessi in Turchia. Inoltre sembra, ma forse qualcuno ne sa di più?, che Benedetto non si sia soffermato in preghiera all'interno della Moschea, ma in "raccoglimento". Così per lo meno risulterebbe dal comunicato ufficiale della Sala Stampa Vaticana. Qualcuno ne sa di più?
RispondiEliminaRicordo che dopo la visita in Turchia la FSSPX aveva espresso forti critiche a proposito dei due elementi sopra riportati.
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RispondiEliminaBeh, io vivo nella città di Calvino e l`ecumenismo è la mammella a cui si nutrono cattolici che del Magistero petrino se ne infischiano, che si fanno un vanto di eseguire la volontà del Concilio Vaticano II ( abbiamo visto con Spaemann quanta ipocrisia vi sia in questa affermazione), che non perdono un`occasione per criticare il Papa e che si sono insorti come un suolo uomo(donna) contro il Summorum Pontificum....nel silenzio dei miei vescovi.
RispondiEliminaConcelebrare con i protestanti non pone problema a certi sacerdoti, distribuire la Comunione a chi non è cattolico nemmeno (Dio è per tutti), creare nuove preghiere sembra normale (ho personalmente assistito, durante la Messa ad una versione mooolto ecumenica del Credo ), l`ignoranza della dottrina è tale, e con lei la confusione, che ogni iniziativa trova subito la sua giutificazione nell`ecumenismo!
Sì perchè chi deve fare delle concessioni?
Chi fa dei passi verso l`altro?
Sempre e solo i cattolici.
Togliamo questo ostacolo della Presenza reale e facciamo dell`Eucaristia un simbolo.
Facciamo dell`Eucaristia un banchetto, oscuriamo il Sacrificio di Cristo.
Leggiamo insieme le Sante Scritture, ma non alla luce del Magistero della Chiesa.
Battiamoci per il matrimonio dei preti, e perchè no per l`accessione delle donne al "sacerdozio".
Insomma un tutto molto coerente.
Nel silenzio dei vescovi.
Poi c`è anche chi agli elementi protestanti ha unito gli elementi giudeizzanti...ma questa è una tutt`altra storia!
La Santa Eucaristia lasciata alla deriva nelle mani dei vari "bricoleurs" della domenica e del sabato sera, nell`indifferenza di chi dovrebbe correggere.
A me non dispiace affatto che ebrei, musulmani ed i nostri fratelli Ortodossi possano tributare alla Santità di Nostro Signore Papa Benedetto XVI gli elogi che da parte cattolica, a causa delle divisioni assurde, non gli vengono riconosciuti.
RispondiEliminaIl candelabro sarà rimosso e se noi andiamo avanti così...
A.C.
Sono d'accordo con A.C. D'altronde non c'è da meravigliarsi che dove vi sia intima comprensione della tradizione, vi sia apprezzamento per la tradizione cattolica. Tradizione è anche una "categoria" metareligiosa. Qualche giorno fa è passata in tivù l'intervista a un monaco buddsta cinese che ha inciso un (orrido) disco pop e che dichiara di volere diffondere la Legge attraverso il linguaggio di oggi. Di fronte a una cosa del genere, senza bisogno di farsi buddista, chi capisce che cos'è tradizione accusa una sarabanda di movimenti peristaltici e antiperistaltici dall'esofago al crasso. Lo stesso accade ai fratelli ortodossi o a quelli appartenenti a culture tradizionali non cristiane, quando si trovano davanti all'adulterazione e alla decomposizione della nostra tradizione liturgica (ed è interessante notare come il discorso riguardi in modo particolare la liturgia, cioè la sfera del sacro esercìto).
RispondiEliminaPrima il Rabbino, e già mi sorpresi; poi il Patriarca di Mosca, e anche li mi sorpresi per quanto in misura inferiore; ora un Principe ascemita; e qui non ho parole, veramente non ho parole, pensando ai vescovi cattolici, ma non voglio neppure averne, perché se ne avessi più che parole sarebbero parolacce, che non solo non uso ma nemmeno penso. Sono obbligato a tacere, a tacere nel dolore che tanti pastori hanno inflitto e continuano a infliggere a tanti fedeli.
RispondiEliminaMohammed
"Il candelabro sarà rimosso"....scrive A.C.
RispondiEliminaDevo capire che A.C. fa riferimento al candelabro ebreo che figura sulla tavola durante l`eucaristia neocatecumenale?
Sarà tolta anche la danza ebrea attorno alla tavola alla fine della Messa?
E tutti gli altri elementi estranei alla liturgia cattolica?
Se A.C. è neocatecumenale, fa un pò specie sentirlo parlare di divisione quando purtroppo sappiamo che è la divisione che portano i neocatecumenali laddove si installano e il Papa li ha richiamati su questo punto il 10 gennaio.
Fa anche specie, se A.C. è necoat, che egli si rammarichi degli elogi che non vengono fatti al Papa. Il primo di questi elogi, non di facciata, è l`obbedienza ...e sappiamo quanto i neocatecumenali abbiano disatteso la volontà del Santo Padre, espressa più volte, che il cammino adotti il modo usuale di comunicarsi nella Chiesa cattolica.
Ma forse A.C. non è neocatecumenale e ho solo mal compreso "il candelabro che sarà tolto"...e comunque non è mia volontà aprire una discussione sul cammino necoatecumenale.
Meglio puntualizzare. Ciò in cui concordo con A.C. è: "A me non dispiace affatto che ebrei, musulmani ed i nostri fratelli Ortodossi possano tributare a [...] Papa Benedetto XVI gli elogi che da parte cattolica, a causa delle divisioni assurde, non gli vengono riconosciuti".
RispondiEliminaSe poi A.C. fosse neocat, tanti auguri di pronta guarigione.
"Quali credenti nell'UNICO DIO sappiamo che la ragione umana è in se stessa dono del Signore e si eleva al piano più alto quando viene illuminata dalla luce della verità di Dio".
RispondiEliminaCon queste parole pronunciate da Benedetto XVI davanti ai dignitari islamici apre il suo articolo odierno Lorenzo Bianchi sulla Nazione.
Sottolineo "L'unico Dio". Il Dio Uno e Trino? Padre, Figlio e Spirito Santo? Cristo-Dio?
Questo è per me l'unico Dio.
Questo è sempre stato il Dio del Vangelo e della Chiesa.
Qual è la Verità che eleva la ragione al'ultimo piano?
"Chi ha il Figlio ha il Padre, chi non ha il Figlio non ha neppure il Padre". Parola del Signore.
Solo a questa son tenuto a credere.
Per Marco Bongi
RispondiEliminahttp://paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com/2009/05/benedetto-xvi-in-raccoglimento-dentro.html
e
http://paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com/2009/05/sulla-soglia-della-moschea-il-papa.html
Luigi
http://paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com/2009/05/benedetto-xvi-in-raccoglimento-dentro.html
RispondiEliminaLuigi
Per Marco Bongi
RispondiEliminaLombardi: Nessuna preghiera cristiana in luogo musulmano
APCOM
Il Papa "ha sostato in raccoglimento" all'interno della moschea al-Hussein Bin Talal di Amman (Giordania): lo ha riferito il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che ha precisato che Benedetto XVI non ha "pregato" nel luogo di culto musulmano.
"Non sarebbe esatto dire che il Papa ha pregato nella preghiera - ha spiegato Lombardi rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa ad Amman - ma è giusto dire che ha sostato in raccoglimento rispettoso in un luogo dove innumerevoli persone pregano e si rivolgono anch'esse davanti a Dio".
Benedetto XVI, ad ogni modo, non ha recitato "una preghiera cristiana in un luogo di culto di un'altra religione".
Papa Ratzinger, peraltro, non si è tolto le scarpe nell'entrare nella moschea giordana. "Il Papa - ha spiegato il direttore della sala stampa vaticana - non si è tolto le scarpe. Era pronto a farlo ed alcuni del suo seguito, tra cui io, lo abbiamo fatto, ma gli accompagnatori non hanno chiesto cche si togliessero le scarpe perché avevano preparato degli itinerari con stuoie molto spesse su cui era previsto che gli ospiti potessero camminare".
Benedetto XVI è stato guidato, nella moschea, dal principe Ghazi Bin Talal e dall'architetto che aveva progettato la moschea. La visita è durata alcuni minuti.
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Luigi
Padre Lombardi ed altri (preti?) si son tolte le scarpe per motivi di rispetto verso un luogo sacro d'una falsa religione. Bravissimi: potevan non farlo e l'han fatto.
RispondiEliminaRichiederà P. Lombardi ad eventuali islamici visitatori di chiese cattoliche a genuflettersi dinnanzi al SS.mo Sacramento ed alla Croce?
Nell'ultimo periodo del commento precedente, per una modifica al testo non salvata, vien fuori un brutto errore: richiederà a genuflettersi.
RispondiEliminaSi legga chiederà di...
No, Dante, non lo richiederà. E sai perché? Perché non è richiesto nemmeno ai cattolici, purtroppo.
RispondiEliminaEd anche a questo proposito, dove van ricercate le responsabilità?
RispondiEliminaSi sa che il papa vorrebbe che i comunicandi si inginocchiassero per assumere la sacra particola in bocca: vorrebbe. Vuole? Se "vuole" impone. Se resta al "vorrebbe" ognuno fa quel che gli pare. Anarchia.
¡¡ Auguri, caro principe islamico !!
RispondiElimina...allora non fanno poi così schifo i nostri fratelli delle altre confessioni religiose...
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