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mercoledì 27 maggio 2009

Padre Lombardi lascia il Centro Televisivo Vaticano. Anzi no


Uno scarno annunzio apparso sull'ultimo bollettino della Sala Stampa del Vaticano, la stessa che P. Lombardi dirige, ci informa che il Santo Padre ha nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione del Centro Televisivo Vaticano Mons. Claudio Maria Celli, Arcivescovo tit. di Civitanova, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

Questa decisione alleggerisce il gravoso carico di lavoro di Padre Lombardi, gesuita di Saluzzo, che finora gestiva il Centro Televisivo pur essendo anche titolare della Sala Stampa del Vaticano e, quindi, 'portavoce' ufficiale del Papa nei suoi rapporti con la stampa.

Una riorganizzazione nel sistema di comunicazione mediatica del Vaticano era lungamente atteso e ancor più pressantemente necessario, visti i problemi disastrosi avuti negli ultimi mesi in relazione, in particolare, all'affare Wiliamson, alla polemica sui preservativi e in genere alle difficoltà di trasmettere, attraverso una stampa spesso ostile, un messaggio incorrotto delle parole del Papa. Speriamo che ora P. Lombardi riesca con maggiore efficacia a dedicarsi al suo core business.
Aggiornamento: fr. A.R. ci ha riportato in un commento la seguente precisazione che corregge quanto sopra indicato:
Città del Vaticano, 26 mag. (Apcom) - Il Papa ha nominato presidente del Consiglio di amministrazione del Centro Televisivo Vaticano (Ctv) mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali. L'arcivescovo sostituisce il giornalista Emilio Rossi, scomparso alcuni mesi fa. Resta direttore del Ctv (oltre che della radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede) padre Federico Lombardi.

12 commenti:

  1. P. Lombardi continua a rimanere, oltre che direttore della sala stampa della S. Sede, anche direttore della Radio vaticana. Ricopre quest'ultimo incarico da 18anni. La bufera mediatica sul caso Williamson è stata concausata (oltre che dall'intrinseca mala fede della stampa laicista ed atea) anche dal fatto che P. Lombardi, a differenza del suo predecessore, non ha mai partecipato alle riunioni (ammesso che ci siano state) che dovevano servire ad offrire copertura mediatica (spiegandole) a certe importanti decisioni (come è stata quella della revoca della scomunica). E' di tutta evidenza che il cerino acceso è poi finito nelle mani di P. Lombardi e che vi è stato un grave scollamento fra le diverse Congregazioni e uffici interessati a quella questione, scollamento degno solo della peggior burocrazia italiana. Se c'era un ufficio che doveva tenere le redini ed evitare che ognuno andasse in ordine sparso era la Segreteria di Stato nella persona del suo Cardinale Segretario il quale invece pare non essersi ancora accorto che una cosa è essere il segretario di una Congregazione (dove poi i fulmini cadono direttamente sulla testa del cardinale prefetto) un'altra è essere il 1° collaboratore del Papa. Alessandro

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  2. Cari amici, purtroppo vi sbagliate. APCOM precisa così la notizia della nomina:

    "Città del Vaticano, 26 mag. (Apcom) - Il Papa ha nominato presidente del Consiglio di amministrazione del Centro Televisivo Vaticano (Ctv) mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali. L'arcivescovo sostituisce il giornalista Emilio Rossi, scomparso alcuni mesi fa. Resta direttore del Ctv (oltre che della radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede) padre Federico Lombardi. "

    Padre Lombardi rimane in sella saldamente come direttore generale di tutti i media vaticani, cosa incredibile ma vera. Come fa, lo sa solo lui. E mentre i vescovi tornano a occuparsi di amministrazione (campo proprio dei laici?), i religiosi continuano a fare quello che fino a poco fa facevano con tanta professionalità i giornalisti (laici) quali un Navarro Valls....

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  3. I religiosi (cioè p. Lombardi) continuano a fare quello che per 20anni e più ha fatto il dr. Navarro Valls solo perchè così a suo tempo aveva deciso il card. Sodano ( che il card. Bertone ha implicitamente confermato). P. Lombardi non è mai stato nè mai ha voluto essere una sorta di prima donna. E' un degnissimo figlio (lui sì) di s. Ignazio. E' anche direttore della sala stampa della S. Sede unicamente perchè così gli è stato ORDINATO dalla Segreteria di Stato. Spero di esermi spiegato. Alessandro

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  4. Se non si toccano i gay e l'olocausto, non ci sono problemi. (Per la massoneria, è un affare interno). Saluti, Eufemia

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  5. Non ho nulla da eccepire sull'obbedienza e sulla competenza di padre Lombardi, ci mancherebbe! Il problema evidente è invece esattamente quello delle nomine, come Alessandro ben coglie, non dei nominati. In nessun organigramma del mondo si può pensare che un direttore generale di una delle radio più grandi del mondo, e di un centro televisivo, possa anche avere tempo ed energie per fare il direttore di una delle sale stampa più delicate dell'universo. E ahimè alcuni problemi recenti dimostrano che rischi di errori per poco tempo e poca attenzione non sono ipotetici.

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  6. Fortunatamente, resta in sella.

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  7. Il difetto è nel manico.
    Non ho opinioni personali, in alcun senso, circa il p. Lombardi.
    Semplicemente il cumulo di cariche non giova all'espletamento dei compiti.
    Cumulin pure coloro che così voglion colà dove si puote ciò che si vuole: però se i conti non tornino non si lamentino e non scarichino le responsabilità sugli ultimi anelli della catena.

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  8. Io preferisco lo stile molto più professionale di Navarro. Il problema è che la nostra civilità è mediatica, il potere (il caso italiano è tragicamente emblematico) si prende per via mediatica.
    Wojtyla lo aveva capito e dialogava con i media e ne conosceva tecniche e implicazioni.
    Invece Ratzinger no! crede che tutto si risolve con i libri e i discorsi.
    In questo atteggiamento di sufficienza c'è la radice del crash mediatico dell'attuale papato.

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  9. Così mi piaci, inopportuno! Stavolta hai una parte di ragione: nel senso che Benedetto XVI non è un "papa mediatico" nel senso wojtyliano del termine. Non omnes possumus omnia. Il papa comunque deve fare il papa più che la star televisiva o il pr globale. Dovrebbe semmai avere intorno un apparato efficiente che si occupa di tutto questo, e mi pare che il punto dolente oggi sia proprio questo.

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  10. D'accordo con Jacopo.
    Dirò di più.
    Se invece di andar in continuazione in giro per il mondo senza convertir nessuno - neppure i vocianti papa-boys con gli zaini pieni di preservativi e giudicanti antiquata la morale del papa - Giov. P. II fosse stato un po' di più a Roma a governar la Chiesa, forse qualche toppa alle falle della barca di Pietro avrebbe potuto metterla.
    Il suo pontificato, a mio giudizio, è stato disastroso.
    Ed è un giudizio sul governo: non sulla "persona" del pontefice.
    Certo non lo considero "santo".
    E se la Chiesa tale dovesse riconoscerlo, non potrei che chinar la testa. Ma non siamo obbligati a pregar i santi che non sentiamo vicini.

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  11. No so che sia più preoccupante per un essere chiesa giusto:
    il ruolo di pop-star preso da Wojtyla
    il ruolo di super-professore preso da Ratzinger
    il ruolo di avvocato del diavolo preso da Dante.
    Pietà di noi Signore, contro di te abbiamo peccato (Novus Ordo Missae)

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La Redazione