COMUNICATO STAMPA
In seguito all'autorizzazione di S.E.R. Mons. Vittorio Lupi, Vescovo di Savona-Noli [nella foto], alle ore 17 e 30 di Domenica 7 Giugno, festa della SS.ma Trinità e primo anniversario liturgico della Visita di Sua Santità Benedetto XVI, presso l'Oratorio dei Ss. Pietro e Caterina, in via dei Mille, a Savona, si terrà la prima delle celebrazioni stabili secondo il Messale del 1962, organizzate dalla Sezione savonese di "Una Voce - Italia", Associazione per la salvaguardia della Liturgia Latino-Gregoriana. Le successive avranno luogo con cadenza mensile - per ragioni soprattutto organizzative e per un lasso di tempo che speriamo sia il più breve possibile - la prima Domenica di ogni mese.
Una Voce Savona
Nostro commento: da tempo si attendeva questo gesto, che in parte sana lo scandalo e la slealtà contro il Papa perpetrata, prima dell'arrivo del nuovo vescovo, dall'Amministratore diocesano Giusto che aveva proibito con atto formale - caso unico - l'applicazione del motu proprio in quella diocesi. Su tutto ciò, vedasi a questo link. Ci diceva personalmente l'allora neovescovo Lupi (non entusiasta dell'antico rito, ma almeno persona intelligente e ragionevole), che questo era il primo problema che gli era stato chiesto a Roma di risolvere. C'è voluto un bel po' di tempo, ma forse ora ci siamo.
La messa VO una volta al mese sta diventando un'istituzione... E allora già che ci siamo perché non emanare un indulto che consente di adempiere l'obbligo festivo una volta al mese?
RispondiEliminafrancamente non riesco a capire il perchè del poco entusiasmo di mons. Lupi (e di tanti altri vescovi) verso il V.O.. Ciò premesso, posso però affermare che mons. Lupi è attento a reprimere gli abusi che si verificano nel N.O.. Circa un anno fa gli segnalai un grave abuso liturgico (assenza di omelia nelle Messe festive) che era imperterritamente perpetrato da un parroco della diocesi di Savona e mons. Lupi tempestivamente lo fece finire. Alessandro
RispondiEliminaMeglio una volta al mese che niente.
RispondiEliminaNon guardiamo sempre il bicchiere mezzo vuoto.
E' una grazia da accogliere con riconoscenza il fatto che anche Vescovi non entusiasti per il rito antico, non tradizionalisti, ne concedano la celebrazione.
E' vero, tali celebrazioni sono a volte circondate da un'aria di sospetto e diffidenza, però ieri non c'erano ... e oggi ci sono!
C'è una bella differenza, vero?
E' anche bello che la Messa in latino, attraverso queste, sia pur sofferte, autorizzazioni episcopali, diventi linfa vitale ORDINARIA per la vita delle intere diocesi, e non sia solo proprietà di piccoli gruppi che, perdonatemi la brutale espressione, "si fanno la loro Messa".
Poi la Provvidenza è sempre all'opera. Chissà che fra un po' di tempo la frequenza, ora mensile, non aumenti.
Chissà che i Vescovi, quasi impauriti da una spiritualità e una liturgia a loro "lontana" non ne scoprano l'immenso valore.
In conclusione: ringraziamo il Signore di appartenere alla Chiesa Cattolica, l'unica Chiesa di Cristo. Ringraziamo il Papa per l'emanazione del Motu Proprio e i nostri Vescovi che pur con tanti dubbi e limitazioni, ne danno applicazione.
Emilio
Una bella notizia per la diocesi di Savona.
RispondiEliminaQuella di Albenga è a norma da tempo.
E quella di Sanremo (ops di Ventimiglia) quando sarà in regola con la volontà del Santo Padre? Fino a quando le istanze dei fedeli saranno disattese, derise e ridicolizzate dal Vescovo Carreggio?
"De facto" accogliamo con gioia la notizia, soprattutto perché questa celebrazione potrà essere fonte di rinnovato vigore spirituale per i fedeli tradizionali della diocesi.
RispondiElimina"De jure" continuiamo a rammaricarci per la "prerogativa tutoriale" che molti Vescovi in modo autoritativo (e non autorevole)continuano a rivendicare sulla materia suddetta...sempre in senso restrittivo (Careggius episcopus docet!).
D. F. R.
indubbiamente meglio poco che niente, ma sinceramente una messa al mese è una cosa ridicola offensiva ed inutilmente vessatoria; ridicola perché è una limitazione de facto che contrasta con lo spirito e la lettera delle disposizioni papali; offensiva perché offende il senso liturgico dei richiedenti a cui una tale messa vien concessa quasi come un trastullo per farli chetare! vessatoria perché impone la partecipazione al novus ordo nelle domeniche in cui non si celebra il vetus.
RispondiEliminaLibertà? si, ma molto condizionata!
Rispetto alla galera è sempre meglio di niente, ma non è dignitoso nè serio np onesto trattare così dei fedeli (molti o pochi che siano non importa perchPè i diritti e la dignità valgono sia per molti che per pochi).
antonello
Per Alessandro.
RispondiEliminaScommetto che stai parlando di uno dei parroci di un comune a ponente di Varazze!
Costui non fa mai l' omelia domenicale, e penso detenga il record, non omologato, di velocità nel dire Messa (13 min primi la feriale).
Pensa che l' ho visto smettere di distribuire la Comunione, lasciare la suora a finire di farlo, e nello stesso istante in cui questa comunicava l'ultimo fedele, prima che questo tornasse al suo posto, il ns don Speedy Gonzales proclamare l'ultimmo "preghiamo" .
Guido
Per Guido: si, era il parroco di Spotorno. Io lì ci vado solo due o tre volte l'anno per pochissimi giorni in vacanza e ricordo bene che alla vespertina delle 18 di domenica 30 dicembre 2007 la chiesa era strapiena di gente. Ma lui come niente fosse subito dopo il Vangelo ha attaccato col Credo. Ci siamo guardati in faccia sbalorditi. Ho aspettato che mons. Lupi fosse ordinato vescovo e gli ho scritto. A fine aprile 2008 non era cambiato nulla, forse non gli era stata data la mia lettera. Ho riscritto al vescovo. Ad agosto 2008 sono tornato e l'omelia festiva (almeno in quella domenica) il parroco s'era degnato di farla. Ricordo anche che avevo segnalato al vescovo che il parroco non indossava la pianeta o la casula. Ad agosto 2008 invece i paramenti liturgici erano riapparsi. Alessandro
RispondiEliminaIo veramente mi riferivo ad un altro parroco, in una delle due parrocchie di Celle. E' da un po' però che non ci vado, magari sono intervenuti anche lì a mettere le cose a posto.
RispondiEliminaGuido
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RispondiEliminaMons. Lupi "figlio" di Careggio? Ho qualche dubbio. Semmai "figlio" di Barabino che fu segretario del card. Siri dal 1952 al 1974. Alessandro
RispondiEliminaCari internauti commentatori,
RispondiEliminavorrete scusarci se, nel superiore interesse, siamo dovuti intervenire moderando.
Sulla questione dell'omelia mancata: ma come, ci lamentiamo sempre che le Messe moderne son verbosissime, e per una volta che trovate qualcuno che salta la predica, vi lamentate. Fossero tutti così, gli abusi liturgici!
Celie a parte, un'opinione personale: noi tradizionalisti abbiamo già tutto l'establishment ecclesiale contro, e anche molti sacerdoti, specie di una certa età, sono antipatizzanti. Se ci mettiamo pure a fare i carabinieri degli abusi che ci sono in giro, ci odieranno ancora di più; e con quale vantaggio? E' con l'esempio, la diffusione di idee liturgicamente corrette, l'agire per far cambiare, poco alla volta e ciascuno come può, la mentalità, che si possono ottenere effetti duraturi.
"Circa un anno fa gli segnalai un grave abuso liturgico (assenza di omelia nelle Messe festive".....
RispondiEliminaMa meno male! A quando la proibizione di predicare a Don Lupino parroco (sigh!) di Lavagnola (periferia nord di Savona)?
Cara redazione, l'obbligatorietà dell'omelia nelle Messe festive, come avevo già scritto, è stata prescritta, da ultimo, dal Vaticano II. Sicuramente è encomiabile il vs. invito a diffondere idee liturgicamente corrette ma vi pare normale tollerare nel silenzio e nell'indifferenza certi abusi? Io non lo ritengo normale. Gli abusi vanno eliminati, non tollerati. O dobbiamo aspettare che il parroco di X o di Y passino a miglior vita? Alessandro
RispondiEliminacara redazione: cambiare poco alla volta e ciascuno come può? Ma questo è relativismo liturgico! Attenzione, così procedendo ci imbarchiamo in un grande equivoco. Il prete quando dice Messa non deve inventare nulla di suo, NON DEVE aggiungere o togliere nulla dal Messale (V.O. o N.O. che sia). Alessandro
RispondiEliminaCara redazione, gli abusi liturgici non sono un'offesa solo a me o a te ma essenzialmente a Cristo e al suo Corpo mistico e poi denotano e sono la prova provata dell'incredulità e/o dell'ignoranza e/o dell'accidia di chi li commette. Alessandro
RispondiEliminadon Lupino!!
RispondiEliminaQuello che per San Dalmazio a Lavagnola, avendo dimenticato la pisside in parrocchia (a 5 minuti a piedi se va bene) decise di consacrare il pane aromatizzato al finocchio che la confraternita distribuisce ai fedeli come ricordo!
Quello che tolse la statua del Bambinello dall'altare durante il periodo natalizio perché era idolatria!
Quello che disse che l'adorazione al Santissimo Sacramento non ha pià ragion d'essere perché era il modo in cui la gente, una volta, riempiva le proprie giornate vuote!
Che santo sacerdote....
chi era il vescovo che ammise agli Ordini sacri codesto simpaticone di don Lupino? Non ho mai creduto nella reincarnazione ma se si potesse clonare il grande inquisitore san Roberto Bellarmino forse non sarebbe male per certi preti alla don Lupino. Alessandro
RispondiEliminaAnonimo ha scritto " decise di consacrare il pane aromatizzato al finocchio che la confraternita distribuisce ai fedeli come ricordo"
RispondiEliminaSiamo sicuri che è avvenuta l'effettiva "consacrazione" di quelle specie oppure, come io penso, è stata totalmente invalida ?
Invalida. La materia, lasciando da parte il vino, è il "pane" di farina di frumento, mescolata con acqua e cotto. Il "pane" preparato altrimenti, con burro, olio, latte o con farina d'altri cereali è materia invalida. Il "pane" dev'esser recente, in modo che abbia subito alterazioni, e azimo.
RispondiEliminaCodice di Diritto Canonico, can. 924-26.
Quanto alla messa i Savona, me ne rallegro e o due brevi osservazioni:
1) una sola Messa al mese non è il bicchiere mezzo vuoto, ma un bicchiere pieno per un quarto o vuoto per tre quarti, almeno.
2) Dobbiamo esser grati al giovane amico Guido Ferro Canale che guida il gruppo di Una Voce Savona, che da tempo opera con sapienza e prudenza.