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mercoledì 18 febbraio 2009

Presentazione di un libro-intervista a mons. Fellay



Il Papa "non è solo": parola del superiore dei Lefebvriani, mons. Bernard Fellay. "Tutti i veri cattolici, e non sono pochi, stanno con il Papa, non possono stare altrove", afferma il presule a cui è stata di recente revocata la scomunica nel libro-intervista 'Tradizione, il vero volto. Chi sono e che cosa pensano gli eredi di Lefebvre' (a cura di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro per i tipi di Sugarco).

"Noi siamo veri cattolici e siamo e vogliamo continuare a essere i più grandi sostenitori del Vicario di Cristo. Non possiamo fare altrimenti. Coloro che ci descrivono come ribelli non rendono servizio alla verità". Certo - prosegue Fellay - ci sono dei punti di discussione molto importanti, molto profondi, ma questo non intacca il nostro amore e la nostra dedizione per il Santo Padre. Noi amiamo il Papa, vogliamo il Papa. Noi vogliamo il Papa nel pieno delle sue funzioni. Purtroppo constatiamo che la teologia prevalente degli ultimi decenni ha realizzato un vero e proprio golpe contro la sua autorità. Oggi spesso vescovi e conferenze episcopali si occupano di tutto, dall'emergenza rifiuti alla crisi economica, ma non dell'insegnamento della dottrina e della trasmissione della fede. Hanno acquisito una visione puramente orizzontale de hanno dimenticato quella verticale. Questo spiega la disobbedienza al Santo Padre: se si trattano questioni puramente umane, è logico che si abbiano punti di vista diversi, anche opposti . La cosiddetta collegialità, l'idea che l'insieme dei vescovi sia più importante del Santo Padre, qui mostra tutti i suoi effetti. Nostro Signore non ha istituito la chiesa in questo mondo, non ha fondato le conferenze episcopali. Quando si dice 'il Vaticano' si dovrebbe intendere lo strumento al servizio del potere papale. In realtà, l'impressione è che esso si sia trasformato in un agglomerato burocratico che in parte neutralizza l'autorità papale e in parte esercita un potere in proprio. Tanto è vero che spesso si dice 'il Vaticano ha detto', 'il Vaticano fa', ma nella realtà non si sa eppure chi abbia detto, sostenuto o fatto qualcosa". Oggi si constata persino l'assurdo di sacerdoti che arrivano in una parrocchia e dichiarano di non essere lì per insegnare, ma per imparare. E' doppiamente drammatico. Il concetto di 'popolo di Dio' ha agito come mito anti-istituzionale generando l'idea che il vero problema della Chiesa fosse quello di liberarsi delle sue figure istituzionali, cominciando dal papato. Ecco perché il ruolo del sacerdote è stato sminuito: perché è sempre stato il cardine dell'istituzione sul territorio, tra i fedeli. Non è un caso se gli unici sacerdoti che, a un certo punto, hanno cominciato a godere di buona reputazione sono stati i cosiddetti 'sacerdoti scomodi', quelli che contestavano l'istituzione".

La Chiesa, per Fellay, ha subito un processo di "protestantizzazione". Lutero, Kant e Marx sono "le tre figure che hanno segnato la storia in maniera tragica".

Un'anticipazione del libro-intervista al superiore dei Lefebvriani è stata pubblicata oggi dal 'Foglio'.



2 commenti:

  1. Sarò un ignorante ma mi trovo in piena sintonia con quanto riferito da Mons. Fellay

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  2. Anch'io.E chissa' quanti altri..............

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