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sabato 6 dicembre 2025

Masciullo. "Cardinale Zuppi: "La fine della Cristianità non è una sconfitta""

Sulle pessime parole del Cardinale Matteo Zuppi.
Speriamo in Leone XIV: InfoVaticana – Il Concistoro di gennaio annuncia un’autentica riorganizzazione del Vaticano: “…non sarà un semplice atto protocollare, ma l'inizio di un cambiamento significativo nel modo di governare la Chiesa…. I cardinali e gli osservatori sperano che gennaio inauguri una dinamica più collegiale e meno dipendente dalla cerchia ristretta del pontefice…. Leone XIV ha sottolineato che ogni dicastero deve assumersi la piena responsabilità delle questioni di propria competenza, riaffermando la tradizionale autonomia degli uffici curiali. Questo orientamento mira a correggere la recente tendenza alla dispersione delle competenze e al concentramento irregolare del potere decisionale nella figura del pontefice".
QUI il testo in video.
Luigi C.

Gaetano Masciullo, Nov 26, 2025

This is the Italian translation of the article published in LifeSite News, November 21, 2025.

Il cardinale Matteo Zuppi ha descritto la secolarizzazione come un’opportunità provvidenziale per liberare la fede dai ‘vincoli del potere e della cultura’.
Il presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI) ha affermato che la secolarizzazione è stata voluta da Dio per privare la Chiesa della sua egemonia culturale.

Il 17 novembre, durante l’Assemblea Generale dei Vescovi italiani ad Assisi, il Cardinale Matteo Zuppi ha spiegato ai suoi confratelli perché il secolarismo non deve essere considerato una sconfitta, ma piuttosto un’opportunità provvidenziale per ripensare il modo in cui i cristiani vivono la loro fede.

“Ciò che sta svanendo è un ordine di potere e di cultura, non la forza viva del Vangelo”, ha detto Zuppi. “Il credente di oggi non è più il custode di un mondo cristiano, ma il pellegrino di una speranza che continua a farsi strada nei cuori. In questo orizzonte, la fine della cristianità non è una sconfitta, ma un kairòs: la possibilità di tornare all’essenziale, alla libertà degli inizi, a quel sì pronunciato per amore, senza paura e senza garanzie”.

La visione di Zuppi appartiene a una corrente teologica ormai diffusa - condivisa, ad esempio, dal cardinale-arcivescovo di Marsiglia, Jean-Marc Aveline - secondo cui la secolarizzazione occidentale dovrebbe essere vista come un punto di partenza per ripensare la fede, la missione e l’organizzazione della Chiesa.

Il porporato italiano ha ricordato come Papa Leone XIV, fin dai primi mesi del suo pontificato, abbia indicato alcune priorità: la centralità dell’annuncio del Vangelo, la salvaguardia dell’unità ecclesiale, la collegialità vissuta attraverso la sinodalità e la promozione di una pace “disarmata” in un mondo segnato dalla corsa agli armamenti e dall’esaurimento dei servizi fondamentali.

Zuppi ha anche fatto riferimento alla forte insistenza del Santo Padre sulla dignità di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale, e all’appello del Papa affinché i pastori facciano scelte coraggiose guardando con fiducia al futuro. Citando il discorso papale del 17 giugno ai vescovi italiani, Zuppi ha ribadito il ruolo insostituibile della vicinanza alla gente, del servizio ai poveri e dell’annuncio del Vangelo come compito primario di tutta la Chiesa.

Il capo dei vescovi italiani ha inoltre ricordato che il discorso del Papa al Corpo Diplomatico, incentrato sulla triade “pace, giustizia, verità”, in cui sono stati evidenziati temi come la difesa della libertà religiosa, la rivitalizzazione della diplomazia multilaterale, la critica alla corsa agli armamenti, la centralità della famiglia e l’assistenza ai più vulnerabili.

Zuppi descrive poi il panorama religioso italiano come segnato da nuove forme di distanza: non ostilità, ma indifferenza e solitudine, spesso aggravate dalle difficoltà economiche e dalla mancanza di sostegno familiare.

Rifacendosi all’espressione di Papa Francesco “cambiamento d’epoca“, ha osservato che molti oggi vivono lontani dalla pratica ecclesiale non per scelta polemica, bensì perché sarebbero immersi in un contesto culturale diverso. Ha ripreso il pensiero di Charles Taylor per descrivere una società in cui la fede è una possibilità tra le altre e non più un dato di fatto. In questo scenario, ha detto, il cristianesimo non scompare, ma si colloca all’interno di una forma di adesione più personale.

Zuppi ha ribadito che l’attuale fase storica rappresenta per la Chiesa un’opportunità per far risplendere maggiormente l’annuncio del Vangelo. Ha inoltre citato un passo di Papa Leone XIV, tratto dall’enciclica Dilexi te, che presenta la Chiesa come una realtà chiamata ad amare senza riserve e a non riconoscere alcuna forma di nemico all’interno della società.

Quest’anno i vescovi italiani sono chiamati anche a confrontarsi con il Documento finale approvato lo scorso 25 ottobre dall’Assemblea sinodale nazionale, che propone controverse direttive pastorali: dai rapporti con le persone LGBT allo studio permanente del diaconato femminile, oltre a linee guida per la riforma liturgica e nuove forme di governance ecclesiale.

Gaetano Masciullo