Nell'Udienza ai partecipanti al Pellegrinaggio delle Diocesi di Alessandria e di Spoleto (QUI) del 17 settembre scorso il Papa ha dato un'altra stoccata, l'ennesima, ai fedeli tradizionali: "Da allora, è cambiato lo stile del governo della Chiesa e sarebbe un errore anacronistico valutare certe opere di San Pio V con la mentalità di oggi. Così pure dobbiamo fare attenzione a non ridurlo a un ricordo nostalgico, a una memoria imbalsamata, ma coglierne l’insegnamento e la testimonianza. [...] San Pio V si è occupato di riformare la Liturgia della Chiesa, e dopo quattro secoli il Concilio Vaticano II ha attuato un’ulteriore riforma per meglio aderire alle esigenze del mondo di oggi. In questi anni si è molto parlato di Liturgia, soprattutto delle sue forme esteriori ".
Il culmine della ideologia è quando il Papa, parlando di San Pio V, lo utilizza per dare frecciatine sulla liturgia.
Davanti a giovani che vorrebbero semplicemente sentire parlare di Cristo e non delle lotte liturgiche di vecchi ideologizzati che hanno distrutto la Chiesa.
Anche davanti ai cresimandi di Alessandria il Papa spara a zero sulla liturgia antica. Cosa che ai giovani non importa, probabilmente, assolutamente nulla.
Possiamo dire, salva reverentia, che siamo un po' stufi (sette interventi contro gli "indietristi" in due mesi, QUI e QUI inter alia).
Luigi