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giovedì 24 giugno 2021

Il Giornale.it : Messa in latino e Ddl Zan, strano vento nella Chiesa


Un curioso intervento apparso ieri su "Il Giornale.it" a firma di Francesco Boezi.
Nonostante le considerazioni espresse nell'articolo, seppur positive e lungimiranti, teniamo comunque a ribadire che le nostre informazioni (QUI1 e QUI2) erano e sono autentiche e fondate.
Sulle questioni relative alle celebrazioni in Basilica Vaticana, si vedano anche i nostri post QUI3, QUI4 e QUI5.
AZ



Il Giornale.it
del 23.06.2021

di Francesco Boezi


Blindata la Messa in latino: strano vento nella Chiesa

Dopo la presa di posizione contro il Ddl Zan, arriva la nota sulla Messa in rito antico: in poche ora il Vaticano compie due scelte decisive per il futuro

 

Vaticano alla prova di uno spartiacque. La polemica è iniziata tempo fa, quando i conservatori hanno pensato, e in certi casi scritto, che il pontificato odierno volesse mettere in discussione il vetus ordo, ossia la cosiddetta "Messa tridentina". Joseph Ratzinger ne è stato uno strenuo difensore, tanto da tutelare il rito in questione mediante un Motu proprio specifico, ossia il Summorum Pontificum. Dall'elezione di papa Francesco in poi, le polemiche hanno accompagnato l'organizzazione gerarchica della ritualità cristiano-cattolica. In realtà, le polemiche sulla tipologia di Messa da adottare, nella Chiesa cattolica, sono comparse spesso, ma il pontefice emerito era noto per essere un sostenitore della "Messa antica", per cui, almeno durante il suo regno, i tradizionalisti hanno avuto poco da dire. Dopo voci dilaganti sul fatto che Jorge Mario Bergoglio volesse ridimensionare le Messe in latino, qualche tempo fa è arrivato uno scossone.

Come scrivevamo su IlGiornale.it, sembrava che il Papa fosse pronto alla pubblicazione di un documento ufficiale che sarebbe stato in grado di diminuire ancora la centralità, già piuttosto ridimensionata, del rito antico. Tanto nella prassi quanto nella statistica. E più di qualche segnale in merito c'era stato, come quello sul presunto divieto relativo alle Messe individuali che i consacrati hanno la possibilità di celebrare nella Basilica di San Pietro. Molti commentatori "tradizionalisti" - come vengono chiamati per semplificazione - si sono da subito schierati contro l'eventualità che il pontefice argentino e le odierne gerarchi curiali assecondassero la "fine" - o comunque la riduzione casistica - del vetus ordo. È una questione d'impostazione dottrinale, ma pure di correnti interne: il pontefice argentino, stando ai fatti senza ragione, è stato accostato a coloro che avrebbero voluto persino l'istituzione di un rito ecumenico, ossia di una "Messa" che fosse in grado di soddisfare tanto le esigenze spirituali dei protestanti quanto quelle dei cattolici. Non è mai accaduto. Non esistono segnali in grado di suggerire che stia per accadere. Questa era la situazione di partenza di qualche ora fa.

Da qualche ora, però, c'è stato un doppio colpo di scena. Uno - com'è noto ai più - riguarda la presa di posizione della Santa Sede sul Ddl Zan: la Santa Sede, attraverso la segreteria di Stato, avrebbe mosso critiche relative alla necessità di rispettare il Concordato. Un unicum nella storia recente della storia dei rapporti diplomatici tra lo Stato italiano e la Santa Sede. Poco dopo, dunque in sequenza, e sempre dalle mura leonine, è arrivata una nota - come riportato dall'Agi - col fine di chiarire quale sia lo stato delle Messe in rito antico presso la Basilica di San Pietro. A scriverla è stato il cardinale Mauro Gambetti, che è l' arciprete della principale e più importante chiesa cristiano-cattolica nel mondo. L'alto ecclesiastico ha voluto sottolineare come le "Messe tridentine" - come vengono chiamate comunemente - "si svolgano - ha scritto il porporato italiano - in un clima di raccoglimento e decoro liturgico". Un'informazione indiretta, che fornisce un'indicazione preziosa: il divieto che è stato decantato qualche settimana fa, in realtà, non c'è.

Il cardinale cita delle "eccezioni", ma ribadisce che:"Per le celebrazioni con il Missale Romanum del 1962 deve essere fatto tutto il possibile per esaudire il desiderio di fedeli e sacerdoti come previsto dal Motu Proprio Summorum Pontificum". Quindi il ratzingerismo dottrinale, per così dire, non va solo assecondato, ma va addirittura "esaudito". Si tratta di ambiti diversi rispetto a quelli coinvolti nella presa di posizione "contro" il Ddl Zan. Entrambe le linee scelte dal Vaticano sembrano tuttavia remare in una direzione inaspettata. Qualcosa che stupisce. Non si tratta di ricavare da queste informazioni una linea politologica (sappiamo quanto sia forzato ridurre le dialettiche vaticane secondo logiche proprio della cronaca politica). Non si può non notare, tuttavia, come questi due indirizzi - quello sul Ddl Zan e quello sul rito antico - siano stati resi noti a poche ore di distanza. Sarà di sicuro una coincidenza, ma quella di ieri è apparsa come una giornata campale per le questioni aperte della Santa Sede. Poche ore in cui sembrerebbero essere state risolte due questioni sottoposte a dibattito interno.

Cosa sta influendo sulla linea del Vaticano? Forse le continue rivendicazioni dei vescovi tedeschi, che nel frattempo sono impegnati nel celebre Sinodo biennale (quello che secondo alcuni potrebbe portare ad uno "scisma"), con lo scopo di rivoluzionare la dottrina, hanno suggerito un atteggiamento complessivo differente? Presto per dirlo. Di sicuro dalle parti di piazza San Pietro sembra circolare un'aria nuova.